Il Regno Millenario del Messia.
La buona notizia del Regno di Dio.
Il Regno di Dio si è avvicinato.
La rinascita nella Risurrezione.
Il Risveglio dai Morti e il Rapimento.
Il termine "Regno di Dio" era già stato frainteso durante la vita di Gesù di Nazareth e, sostanzialmente, questo fu anche il motivo per cui gli Israeliti non riconobbero e rifiutarono il loro Messia, l’"unto". In Israele, a causa delle numerose profezie dell’Antico Testamento, si attendeva la venuta del Messia al potere e nella gloria.
Egli darà forza al suo re; innalzerà la potenza del suo unto (Messia).
1Sam 2,10 Gli avversari del SIGNORE saranno
frantumati; egli tuonerà contro di essi dal cielo; il SIGNORE giudicherà
l’estremità della terra e darà forza al suo re; innalzerà la potenza del suo
unto». 1Sam 2,10;
Quando poi Gesù venne, disse non solo di essere l’unto ma
addirittura il Figlio di Dio, ma non facendo alcun tentativo per prendere il
potere in Israele, gli Israeliti gridarono, si strapparono le vesti e lo
accusarono di essere un bestemmiatore e un impostore. Ciò fu anche il motivo per
cui i capi religiosi di Israele lo condannarono a morte e lo consegnarono ai
Romani per la crocifissione. Tuttavia, anche al giorno d’oggi, l’espressione
"Regno di Dio" viene spesso interpretata erroneamente, pertanto, in questo
contesto, si tenterà di darne un significato più chiaro.
L’aspettativa degli Israeliti di circa duemila anni fa non era infondata,
poiché, come vedremo più avanti, la Scrittura dice effettivamente che il Messia,
con la sua venuta, vincerà le nazioni e regnerà su tutta la terra. Tale evento
però sarebbe stato possibile solo se Israele avesse accettato il suo Messia in
quel momento, in occasione della sua prima venuta. Come sappiamo, sia dalla
storia che dai passi scritturali del Nuovo Testamento (Mat 23,38; 24,2;
Luc 19,41-44), Dio ha temporaneamente privato questo popolo della sua benedizione a
causa del rifiuto di suo Figlio da parte degli Israeliti di quel tempo. Questi
ultimi, in seguito alla distruzione di Gerusalemme e del Tempio da parte di Tito
nel 70, furono dispersi in tutto il mondo. La profezia della salvezza di Israele
è stata però in seguito ampliata in quanto Dio, attraverso il sacrificio di Gesù
Cristo sulla croce per i peccati di tutte le persone, ha offerto la salvezza
anche ai popoli del mondo intero.
Ciò non significa tuttavia che la profezia originaria riguardante Israele sia
stata annullata, ma solamente che è stata rinviata per qualche migliaio di anni,
fino a quando anche l’ultimo dei pagani disposti a convertirsi non sarà giunto a
credere in Gesù Cristo (Rom 11,25-31). Allora, Gesù Cristo verrà di nuovo,
sconfiggerà tutte le nazioni e stabilirà il suo Regno della Pace sulla terra. E
anche gli ebrei lo riconosceranno quindi come loro Messia, torneranno nella loro
terra e saranno benedetti da Dio.
Questo Regno, che il Figlio di Dio stabilirà alla sua seconda venuta, è quello
che la Scrittura chiama il "Regno Millenario" (Millennio). Come indica già il
nome, durerà per mille anni, e la sua fine sarà poi anche – dopo l’Ultima Guerra
contro Satana – la fine del mondo, con la Risurrezione Universale di tutti i
defunti e il successivo Giudizio Universale. È proprio questo Regno Millenario
che oggi viene spesso erroneamente chiamato "Regno di Dio". Per fare un po’ più
di chiarezza, guardiamo a un passaggio chiave della Scrittura che può chiarire
questo malinteso.
In Mat 13,24-30 troviamo la parabola del Signore sulla zizzania nel campo. Qui
si parla del "Regno di Dio" (in Matteo sempre chiamato "Regno dei cieli"), che
egli paragona a un uomo che ha seminato un buon seme di grano nel suo campo.
Poi, di notte, in mezzo al grano, un nemico ha seminato la zizzania. Quando poi
il seme era germogliato e i servi volevano estirpare le erbacce, li fermò,
perché con esso avrebbero tirato su anche il buon grano. Così, disse loro di
aspettare fino al raccolto, quando entrambi sarebbero stati tagliati: prima si
sarebbe raccolta e bruciata la zizzania, poi si sarebbe portato il grano nel
granaio.
Tuttavia, i discepoli non capivano il significato di queste affermazioni del
Signore, e così gli chiesero di spiegargliele. In Mat 13,36-43, troviamo dunque
questa interpretazione:
Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli che raccoglieranno dal suo regno tutti quelli che commettono l’iniquità.
Mat 13,36 Allora Gesù, lasciate le folle, tornò a
casa; e i suoi discepoli gli si avvicinarono, dicendo: «Spiegaci la parabola
delle zizzanie nel campo». 13,37 Egli rispose loro: «Colui che semina il
buon seme è il Figlio dell’uomo; 13,38 il campo è il mondo; il
buon seme sono i figli del regno; le zizzanie sono i figli del maligno;
13,39 il nemico che le ha seminate, è il diavolo; la mietitura è la fine del
mondo, e i mietitori sono gli angeli.
13,40 Come dunque si
raccolgono le zizzanie e si bruciano con il fuoco, così avverrà alla fine
dell’età presente. 13,41 Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli che
raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che
commettono l’iniquità, 13,42 e li getteranno nella fornace ardente.
Lì sarà il pianto e lo stridor dei denti. 13,43 Allora i giusti
risplenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha
orecchi oda. Mat 13,36-43;
Dalle indicazioni di Mat 13,41-42, ovvero che i malvagi saranno gettati nella fornace ardente dove ci sarà pianto e stridore di denti, si può chiaramente ricavare una collocazione temporale di questa profezia: si riferisce alla fine del mondo e al Giudizio Universale, dove i giusti entreranno nella vita eterna e gli ingiusti saranno gettati nello stagno di fuoco (Apoc 20,15). Anche la parabola del Signore sulle reti da pesca, qualche versetto dopo, conferma questa visione: è nel "compimento dell’epoca" – cioè alla fine del mondo – che gli angeli, per prima cosa, separano i malvagi e i disonesti dai giusti, e li gettano nella fornace ardente: ci sarà pianto e stridore di denti.
Alla fine del mondo, gli angeli verranno e separeranno i malvagi dai giusti.
Mat 13,47 Il regno dei cieli è pure simile ad una
rete gettata in mare, che raccoglie ogni sorta di cose. 13,48 Quando è piena, i
pescatori la tirano a riva e, postisi a sedere, raccolgono ciò che è buono nelle
ceste, mentre gettano via quello non buono. 13,49 Cosí avverrà alla fine del
mondo, gli angeli verranno e separeranno i malvagi dai giusti 13,50 e li
getteranno nella fornace del fuoco. Lí sarà pianto e stridor di denti.
Mat 13,47-50;
Partendo da qui, possiamo ora valutare anche le altre
affermazioni. Quando dice in Mat 13,41: "Il Figlio dell’uomo manderà i suoi
angeli che raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che
commettono l’iiquità,", possiamo riconoscere, da un lato, nella separazione dei
disonesti, la Risurrezione Universale e il Giudizio Universale alla fine del
mondo, e, dall’altro, per il fatto che essi saranno condotti fuori dal Regno del
Figlio dell’uomo, possiamo riconoscere in questo il millenario Regno del Messia.
L’affermazione "i giusti risplenderanno come il sole nel Regno del Padre loro",
sta quindi ad indicare la vita eterna, alla quale questi giusti possono
accedere. Così, qui riconosciamo, da una parte, l’ultimo Regno sulla terra,
ovvero il Regno della Pace del Figlio di Dio (Figlio dell’uomo) che durerà per
mille anni, e poi, successivamente, il Regno di Dio Padre, la Gerusalemme
celeste nell’eternità.
Ed è proprio questa relazione che spiega anche Paolo nella sua Prima Lettera ai
Corinzi:
Poi verrà la fine, quando consegnerà il regno nelle mani di Dio Padre.
1Cor 15,22 Poiché, come tutti muoiono in Adamo,
così anche in Cristo saranno tutti vivificati; 15,23 ma ciascuno al suo turno:
Cristo, la primizia; poi quelli che sono di Cristo, alla sua venuta; 15,24
poi verrà la fine, quando consegnerà il regno nelle mani di Dio Padre,
dopo che avrà ridotto al nulla ogni principato, ogni potestà e ogni potenza.
15,25 Poiché bisogna ch’egli regni finché abbia messo tutti i suoi nemici sotto
i suoi piedi.
15,26 L’ultimo nemico che sarà distrutto sarà la morte. 15,27 Difatti, Dio ha
posto ogni cosa sotto i suoi piedi; ma quando dice che ogni cosa gli è
sottoposta, è chiaro che colui che gli ha sottoposto ogni cosa, ne è eccettuato.
15,28 Quando ogni cosa gli sarà stata sottoposta, allora anche il Figlio stesso
sarà sottoposto a colui che gli ha sottoposto ogni cosa, affinché Dio
sia tutto in tutti. 1Cor 15,22-28;
Anche Paolo parla qui della fine del mondo, quando Cristo, dopo
aver sottoposto tutto a sé, "consegnerà il Regno nelle mani di Dio Padre",
"allora anche il Figlio stesso sarà sottoposto a colui che gli ha sottoposto
ogni cosa, affinché Dio sia tutto in tutti".
In questo modo si può dimostrare chiaramente, sulla base della Scrittura, che
con il "Regno del Figlio dell’uomo" si intende il Regno Millenario del Messia
sulla terra, mentre il Regno di Dio è il "Regno del Padre", cioè la Gerusalemme
celeste nella Nuova Creazione. Che nel Millennio sotto il dominio del Figlio di
Dio ci sia naturalmente anche "Il Regno Dio" non ha bisogno di ulteriori
spiegazioni. Una differenziazione più dettagliata tra Millennio e Nuova
Creazione si trova nel capitolo 10.
Non è possibile parlare del Millenario Regno della Pace, che è un concetto centrale anche nel Nuovo Testamento (Rom 11,25-31; Ebr 4,1-13; Apoc 20,2.3.4.5.6), in un modo che possa essere generalmente compreso, senza aver menzionato, almeno marginalmente, il contesto dell’Antico Testamento e il suo significato per Israele. Questo Regno del Messia – o "Regno della Pace", come viene anche chiamato (Isa 9,6; Rom 14,17) – secondo la Scrittura, fu promesso da Dio già al re Davide (il successore del re Saul, il primo re di Israele al termine del tempo dei giudici) intorno al 1000 a.C. e preannunciato da quasi tutti i profeti di Israele. È un Regno che Dio stabilirà alla fine dei giorni e nel quale un re governerà con giustizia e pace, e Israele sarà il "capo delle nazioni" (Ger 31,7), cioè una potenza mondiale.
Ma negli ultimi tempi, il monte della casa del SIGNORE sarà posto in cima ai monti.
Mic 4,1 Ma negli ultimi tempi, il monte
della casa del SIGNORE sarà posto in cima ai monti e si eleverà al di
sopra delle colline e i popoli affluiranno ad esso. 4,2 Verranno molte nazioni e
diranno: «Venite, saliamo al monte del SIGNORE, alla casa del Dio di
Giacobbe; egli c’insegnerà le sue vie e noi cammineremo nei suoi sentieri!»
Poiché da Sion uscirà la legge, da Gerusalemme la parola del SIGNORE. 4,3 Egli
sarà giudice fra molti popoli, arbitro fra nazioni potenti e lontane.
Dalle loro spade fabbricheranno vòmeri, dalle loro lance, ròncole; una nazione
non alzerà più la spada contro l’altra e non impareranno più la guerra.
Mic 4,1-3;
Come ci viene detto più avanti, in Ger 23,5, questo re – il Messia (l’unto) dei Giudei – proverrà dai discendenti di Davide e regnerà nella legge e nella giustizia. Anche Isa 11,1.10, qui di seguito, dice che dal tronco, dalla radice di Isai – il padre di Davide – uscirà un "alberello", cioè un discendente, su cui si poserà lo Spirito del Signore. Egli nascerà da una vergine a Betlemme (Efrata) (Michea 5,1) (Isa 7,14) e nel suo Regno non ci saranno più guerre tra gli uomini. E come conferma Isa 11,6-9, anche tutte le creature vivranno in piena pace, per cui il lupo abiterà con l’agnello e il leone mangerà il foraggio come il bue.
Poi un ramo uscirà dal tronco d’Isai, lo Spirito del SIGNORE riposerà su di lui.
Isa 11,1 Poi un ramo uscirà dal tronco d’Isai,
e un rampollo spunterà dalle sue radici. 11,2 Lo Spirito del
SIGNORE riposerà su di lui: Spirito di saggezza e d’intelligenza, Spirito di
consiglio e di forza, Spirito di conoscenza e di timore del SIGNORE.
11,3 Respirerà come profumo il timore del SIGNORE, non giudicherà
dall’apparenza, non darà sentenze stando al sentito dire, 11,4 ma giudicherà i
poveri con giustizia, pronuncerà sentenze eque per gli umili del paese. Colpirà
il paese con la verga della sua bocca, e con il soffio delle sue labbra farà
morire l’empio. 11,5 La giustizia sarà la cintura delle sue reni, e la fedeltà
la cintura dei suoi fianchi.
11,6 Il lupo abiterà con l’agnello, e il leopardo si sdraierà accanto al
capretto; il vitello, il leoncello e il bestiame ingrassato staranno assieme, e
un bambino li condurrà. 11,7 La vacca pascolerà con l’orsa, i loro
piccoli si sdraieranno assieme, e il leone mangerà il foraggio come il bue. 11,8
Il lattante giocherà sul nido della vipera, e il bambino divezzato stenderà la
mano nella buca del serpente. 11,9 Non si farà né male né danno su tutto
il mio monte santo, poiché la conoscenza del SIGNORE riempirà la terra, come le
acque coprono il fondo del mare.
11,10 In quel giorno, verso la radice d’Isai, issata come vessillo dei
popoli, si volgeranno premurose le nazioni, e la sua residenza sarà gloriosa.
11,11 In quel giorno, il Signore stenderà una seconda volta la mano per
riscattare il residuo del suo popolo rimasto in Assiria e in Egitto, a Patros e
in Etiopia, a Elam, a Scinear e a Camat, e nelle isole del mare. 11,12
Egli alzerà un vessillo verso le nazioni, raccoglierà gli esuli d’Israele, e
radunerà i dispersi di Giuda dai quattro canti della terra. Isa 11,1-12;
(Vedi anche capitolo 10: "Il Millennio.")
Ma da te, o Betlemme, Efrata, da te mi uscirà colui che sarà dominatore in Israele.
Mic 5,1 «Ma da
te, o Betlemme, Efrata, piccola per essere tra le migliaia di Giuda, da te mi
uscirà colui che sarà dominatore in Israele, le cui origini risalgono ai tempi
antichi, ai giorni eterni. 5,2 Perciò egli li darà in mano ai loro
nemici, fino al tempo in cui colei che deve partorire partorirà; e il resto dei
suoi fratelli tornerà a raggiungere i figli d’Israele». 5,3 Egli starà là e
pascolerà il suo gregge con la forza del SIGNORE, con la maestà del nome del
SIGNORE, suo Dio. E quelli abiteranno in pace, perché allora egli sarà grande
fino all’estremità della terra. 5,4 Sarà lui che porterà la pace.
Mic 5,1-4;
Ecco, la giovane concepirà, partorirà un figlio, e lo chiamerà Emmanuele.
Isa 7,13 Isaia disse: «Ora
ascoltate, o casa di Davide! È forse poca cosa per voi lo stancare gli uomini,
che volete stancare anche il mio Dio? 7,14 Perciò il Signore stesso vi darà un
segno: Ecco, la giovane concepirà, partorirà un figlio, e lo chiamerà
Emmanuele. Isa 7,13-14;
Ciò che per secoli è stata sempre di grande importanza per gli
Israeliti in queste profezie è la promessa del raccoglimento del popolo
d’Israele da parte di questo re (vedi Isa–11,12 sopra, e più in basso
Ger 23,3.8; Ger 31,8 e così via) e la successiva ascesa di Israele a "capo delle
nazioni" – cioè al potere mondiale. Anche la profezia per cui le nazioni –
ovvero i non Israeliti – chiederanno di questo re (Isa–11,10) ha comunque
trovato poi – almeno per i cristiani – la sua spiegazione nel Nuovo Testamento.
I seguenti passi biblici sono solo una parte delle profezie della Scrittura
riguardanti il dominio del Messia. Per una migliore comprensione dell’argomento
trattato in questa sede sarebbe tuttavia di grande vantaggio – soprattutto per i
lettori con una minore conoscenza della Bibbia – leggere almeno questi testi
nella loro interezza.
Infatti così parla il SIGNORE: «Innalzate canti di gioia per Giacobbe, prorompete in grida, per il capo delle nazioni.
Ger 31,6 Infatti verrà il giorno in cui le guardie
grideranno sul monte di Efraim: "Alzatevi, saliamo a Sion, al SIGNORE, nostro
Dio"». 31,7 Infatti così parla il SIGNORE: «Innalzate canti di gioia per
Giacobbe, prorompete in grida, per il capo delle nazioni; fate udire le
vostre lodi, e dite: "SIGNORE, salva il tuo popolo, il residuo d’Israele!" 31,8
Ecco, io li riconduco dal paese del settentrione, e li raccolgo dalle
estremità della terra; tra di loro sono il cieco e lo zoppo, la donna incinta e
quella in doglie di parto: una gran moltitudine, che ritorna qua.
Ger 31,6-8;
Ma per voi che avete timore del mio nome spunterà il sole della giustizia.
Mal 3,16 Allora quelli che hanno timore del SIGNORE
si sono parlati l’un l’altro; il SIGNORE è stato attento e ha ascoltato; un
libro è stato scritto davanti a lui, per conservare il ricordo di quelli che
temono il SIGNORE e rispettano il suo nome. 3,17 «Essi saranno, nel giorno che
io preparo, saranno la mia proprietà particolare», dice il SIGNORE degli
eserciti; «io li risparmierò, come uno risparmia il figlio che lo serve. 3,18
Voi vedrete di nuovo la differenza che c’è fra il giusto e l’empio, fra
colui che serve Dio e colui che non lo serve. 4,1 «Poiché, ecco, il
giorno viene, ardente come una fornace; allora tutti i superbi e tutti i
malfattori saranno come stoppia. Il giorno che viene li incendierà», dice il
SIGNORE degli eserciti, «e non lascerà loro né radice né ramo. 4,2 Ma
per voi che avete timore del mio nome spunterà il sole della giustizia,
la guarigione sarà nelle sue ali; voi uscirete e salterete, come vitelli fatti
uscire dalla stalla. Mal 3,16-18; 4,1-2;
Io farò sorgere a Davide un germoglio giusto, il quale regnerà da re e prospererà; eserciterà il diritto e la giustizia.
Ger 23,1 «Guai ai pastori che distruggono e
disperdono il gregge del mio pascolo!», dice il SIGNORE. 23,2 Perciò così parla
il SIGNORE, Dio d’Israele, riguardo ai pastori che pascolano il mio popolo: «Voi
avete disperso le mie pecore, le avete scacciate, e non ne avete avuto cura;
ecco, io vi punirò, per la malvagità delle vostre azioni», dice il SIGNORE.
23,3 «Raccoglierò il rimanente delle mie pecore da tutti i paesi dove le
ho scacciate, le ricondurrò ai loro pascoli, saranno feconde e si
moltiplicheranno. 23,4 Costituirò su di loro dei pastori che le porteranno al
pascolo, ed esse non avranno più paura né spavento, e non ne mancherà nessuna»,
dice il SIGNORE.
23,5 «Ecco, i giorni vengono», dice il SIGNORE,
«in cui io farò sorgere a Davide un germoglio giusto, il quale regnerà da re e
prospererà; eserciterà il diritto e la giustizia nel paese. 23,6 Nei
suoi giorni Giuda sarà salvato e Israele starà sicuro nella sua dimora; questo
sarà il nome con il quale sarà chiamato: SIGNORE‒nostra‒giustizia.
23,7 Perciò, ecco, i giorni vengono», dice il SIGNORE, «in cui non si dirà più:
"Per la vita del SIGNORE che condusse i figli d’Israele fuori dal paese
d’Egitto", 23,8 ma: "Per la vita del SIGNORE che ha portato fuori e ha
ricondotto la discendenza della casa d’Israele dal paese del settentrione, e da
tutti i paesi nei quali io li avevo cacciati"; ed essi abiteranno nel loro
paese». Ger 23,1-8;
Per dare incremento all’impero e una pace senza fine al trono di Davide e al suo regno.
Isa 9,5
Poiché un bambino ci è nato, un figlio ci è stato dato, e il dominio riposerà
sulle sue spalle; sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente,
Padre eterno, Principe della pace, 9,6 per dare incremento all’impero e
una pace senza fine al trono di Davide e al suo regno, per stabilirlo
fermamente e sostenerlo mediante il diritto e la giustizia, da ora e per sempre:
questo farà lo zelo del SIGNORE degli eserciti. Isa 9,5-6;
Ecco, un re regnerà secondo giustizia e i principi governeranno con equità.
Isa 32,1 Ecco, un re regnerà secondo giustizia e
i principi governeranno con equità. 32,2 Ognuno di essi sarà come un riparo
dal vento e un rifugio contro l’uragano, come ruscelli d’acqua in luogo arido,
come l’ombra di una grande roccia in una terra riarsa. 32,3 Gli occhi di quelli
che vedono non saranno più offuscati e gli orecchi di quelli che odono staranno
attenti. 32,4 Il cuore degli sconsiderati acquisterà conoscenza e la lingua dei
balbuzienti parlerà speditamente e chiaramente. 32,5 L’uomo spregevole
non sarà più chiamato nobile né il disonesto sarà detto magnanimo.
Isa 32,1-5;
Tutti i re gli si prostreranno davanti, tutte le nazioni lo serviranno.
Sal 72,1 Di Salomone. O Dio, da’ i tuoi
giudizi al re e la tua giustizia al figlio del re; 1,2 ed egli giudicherà il tuo
popolo con giustizia e i tuoi poveri con equità! 72,3 Portino i monti pace al
popolo, e le colline giustizia! 72,4 Egli garantirà il diritto ai miseri
del popolo, salverà i figli del bisognoso, e annienterà l’oppressore!
72,5 Ti temeranno finché duri il sole, finché duri la luna, di epoca in
epoca!
72,6 Egli scenderà come pioggia sul prato falciato, come acquazzone che bagna la
terra. 72,7 Nei suoi giorni il giusto fiorirà e vi sarà abbondanza di
pace finché non vi sia più luna. 72,8 Egli dominerà da un mare
all’altro e dal fiume fino all’estremità della terra. 72,9 Davanti a lui
s’inchineranno gli abitanti del deserto, i suoi nemici morderanno la polvere.
72,10 I re di Tarsis e delle isole gli pagheranno il tributo, i re di Seba e di
Saba gli offriranno doni;
72,11 tutti i re gli si prostreranno davanti, tutte le nazioni lo
serviranno. 72,12 Poich’egli libererà il bisognoso che grida e il misero
che non ha chi l’aiuti. 72,13 Egli avrà compassione dell’infelice e del bisognoso
e salverà l’anima dei poveri. 72,14 Riscatterà le loro anime dall’oppressione e
dalla violenza e il loro sangue sarà prezioso ai suoi occhi. 72,15 Egli vivrà; e
a lui sarà dato oro di Seba, la gente pregherà per lui tutto il giorno, lo
benedirà sempre. 72,16 Vi sarà abbondanza di grano nel paese, sulle cime dei
monti. Ondeggeranno le spighe come fanno gli alberi del Libano e gli abitanti
delle città fioriranno come l’erba della terra. 72,17 Il suo nome durerà
in eterno, il suo nome si conserverà quanto il sole; gli uomini si benediranno a
vicenda in lui, tutte le nazioni lo proclameranno beato. 72,18 Sia
benedetto Dio, il SIGNORE, il Dio d’Israele, egli solo opera prodigi! 72,19 Sia
benedetto in eterno il suo nome glorioso e tutta la terra sia piena della tua
gloria! Amen! Amen! 72,20 Qui finiscono le preghiere di Davide, figlio d’Isai.
Sal 72,1-20;
Per comprendere meglio la reazione degli Israeliti alla pretesa di Gesù di essere il Messia e Figlio di Dio, dobbiamo tener presente che soprattutto gli scribi di Israele, in quel periodo, avevano in mente tutte queste profezie e promesse al momento del discorso sul Messia. Si aspettavano un potente sovrano che avrebbe sconfitto le nazioni e portato Israele alla grandezza profetizzata da Dio. E i discepoli non fecero eccezione. Glielo chiesero anche loro:
Signore, è in questo tempo che ristabilirai il regno a Israele?
Atti 1,6 Quelli dunque che erano riuniti gli
domandarono: «Signore, è in questo tempo che ristabilirai il regno a
Israele?» 1,7 Egli rispose loro: «Non spetta a voi di sapere i tempi o
i momenti che il Padre ha riservato alla propria autorità. Atti 1,6-7;
A causa della venuta del Signore nella povertà e nella pace,
purtroppo, tutte le altre promesse riguardanti gli effetti concomitanti la sua
origine e il suo arrivo non vennero più prese in considerazione dall’autorità
religiosa di Gerusalemme. Come si può vedere dalla genealogia di Gesù Cristo, in
Mat 1,1-17, Gesù di Nazareth discende dalla stirpe di Davide (Ger 23,5;
Isa 9,6) ed era, in relazione alle altre profezie come ad esempio la nascita da una
vergine (Isa 7,14) a Betlemme (Mic 5,1) ecc., il Messia promesso degli ebrei,
almeno per noi cristiani.
E ora è interessante notare che Gesù Cristo ha annunciato il messaggio del Regno
di Dio proprio all’inizio del suo lavoro pubblico. Quindi, non il messaggio del
Regno della Pace del Messia, ma del Regno di Dio, del Regno del Padre
nell’eternità. Il messaggio in questa forma era una novità per Israele. Ciò
naturalmente ha portato anche alla conferma della dottrina della risurrezione
così come veniva insegnata dai Farisei, rifiutata però dai Sadducei (Mat 22,23-33).
Anche qui possiamo ora riconoscere il grande malinteso e la falsa
visione degli scribi. Come disse loro una volta il Signore: "Vi sbagliate perché
non conoscete le Scritture" (Mat 22,29), questi avrebbero dovuto sapere, in base
alla loro conoscenza delle Scritture, che nei testi dell’Antico Testamento non
esisteva una sola profezia riguardante un Regno di Dio, cioè l’eternità. Tutte
le profezie, infatti, si riferiscono al governo di un re che opera in
rettitudine sulla terra. Un Israelita, che ha studiato le Scritture per tutta la
vita, avrebbe dovuto saperlo.
Forse è anche per questo che Gesù ha predicato questo messaggio esclusivamente
agli ebrei nelle sinagoghe delle città di Israele. Alla donna cananea che gli
chiese, in Mat 15,21-24, di avere pietà della figlia posseduta, egli disse: "Io
non sono stato mandato che alle pecore perdute della casa d’Israele". E anche
quando inviò i dodici, disse loro di predicare il Regno di Dio solamente nelle
città di Israele. Ed egli comandò loro: "Non portate nulla con voi lungo la
strada: né bastone, né borsa, né pane, né denaro, nessuno abbia due tuniche!”
Anche alle altre città bisogna che io annunci la buona notizia del regno di Dio.
Luc 4,42 Poi, fattosi giorno, uscì e andò in un luogo deserto;
e le folle lo cercavano e giunsero fino a lui; e lo trattenevano perché non si allontanasse da loro.
4,43 Ma egli disse loro: «Anche alle altre città bisogna che io annunci la buona notizia
del regno di Dio; poiché per questo sono stato mandato». 4,44 E
andava predicando nelle sinagoghe della Giudea. Luc 4,42-44;
In seguito egli se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio.
Luc 8,1 In seguito egli se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio. Luc 8,1;
Ma egli rispose: «Io non sono stato mandato che alle pecore perdute della casa d’Israele».
Mat 15,21 Partito di là, Gesù si ritirò nel
territorio di Tiro e di Sidone. 15,22 Ed ecco una donna cananea di quei
luoghi venne fuori e si mise a gridare: «Abbi pietà di me, Signore, Figlio di
Davide. Mia figlia è gravemente tormentata da un demonio». 15,23 Ma
egli non le rispose parola. E i suoi discepoli si avvicinarono e lo pregavano
dicendo: «Mandala via, perché ci grida dietro». 15,24 Ma egli rispose:
«Io non sono stato mandato che alle pecore perdute della casa d’Israele». Mat 15,21-24;
Ma andate piuttosto verso le pecore perdute della casa d’Israele. Andando, predicate e dite: "Il regno dei cieli è vicino".
Mat 10,5 Questi sono i dodici che Gesù mandò, dando
loro queste istruzioni: «Non andate tra i pagani e non entrate in
nessuna città dei Samaritani, 10,6 ma andate piuttosto verso le
pecore perdute della casa d’Israele. 10,7 Andando, predicate e
dite: "Il regno dei cieli è vicino". 10,8 Guarite gli ammalati,
risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni; gratuitamente
avete ricevuto, gratuitamente date. 10,9 Non provvedetevi d’oro, né
d’argento, né di rame nelle vostre cinture, 10,10 né di sacca
da viaggio, né di due tuniche, né di calzari, né di bastone, perché
l’operaio è degno del suo nutrimento. Mat 10, 5-10;
L’affermazione di Gesù, di cui sopra in Mat 15,23: "Io non sono stato mandato che alle pecore perdute della casa d’Israele" conferma l’opinione per cui, in quel momento, si trattava esclusivamente della conversione degli ebrei. Il Regno di Dio doveva essere annunciato prima di tutto agli ebrei.
Il regno di Dio si è avvicinato a voi.
Luc 10,8 In qualunque città entriate, se vi
ricevono, mangiate ciò che vi sarà messo davanti, 10,9 guarite i malati che ci
saranno e dite loro: "Il regno di Dio si è avvicinato a voi".
10,10 Ma in qualunque città entriate, se non vi ricevono, uscite sulle piazze e
dite: 10,11 "Perfino la polvere della vostra città che si è attaccata ai nostri
piedi, noi la scotiamo contro di voi; sappiate tuttavia questo, che il
regno di Dio si è avvicinato a voi". 10,12 Io vi dico che in quel
giorno la sorte di Sodoma sarà più tollerabile della sorte di quella città. Luc 10, 8-12;
Ma come si può vedere dai testi del Nuovo Testamento, gli
Israeliti non lo capirono. E ancora oggi, nell’esegesi biblica, lottiamo per
mettere in relazione questo Regno di Dio con il dominio del Messia, il
millenario Regno della Pace, ma non riusciamo a farlo per la mancanza,
all’interno dei testi, di riferimenti con la realtà. Così, per esempio, si può
certamente osservare come l’affermazione più avanti, in Luc 17,20, "Il Regno di
Dio non viene in modo da attirare l’attenzione" si trovi in diretta
contraddizione con il Millennio, il quale potrà essere certamente osservato.
Effettivamente qui non si tratta di un Regno fisico, geografico, che deve essere
annunciato, ma piuttosto di una condizione: Il governo di Dio come re. E proprio questa
espressione si ritrova nel testo originale greco in tutti questi passaggi.
Purtroppo, in quasi tutte le traduzioni questa è stata modificata in "Regno",
presumibilmente per migliorare la comprensibilità. In realtà, il vero
significato del termine è rimasto oscuro per secoli.
Tutte le volte che uno ode la parola del regno e non la comprende, viene il maligno e porta via quello che è stato seminato nel cuore di lu.
Mat 13,19 Tutte le volte che uno ode la
parola del regno e non la comprende, viene il maligno e porta via quello che è
stato seminato nel cuore di lui: questi è colui che ha ricevuto il seme
lungo la strada. Mat 13,19;
Il Governo di Dio (Regno di Dio) è dove Dio è la più alta
autorità. Questo avviene, naturalmente, soprattutto nella dimensione
dell’eternità, cioè in cielo e nella Nuova Creazione, nella Gerusalemme celeste.
Ma il Governo di Dio si può trovare anche sulla terra. Non importa se si tratta
di un paese, di una comunità o di un individuo. Se una persona si sottomette
alla volontà di Dio e Dio è la più alta autorità per lui, allora questo Governo
di Dio si incarna in essa. Questa persona è quindi un rappresentante del Governo
di Dio nel mondo, proprio come lo era nostro Signore Gesù Cristo. E come il
Signore continua a dirci nelle parabole, questo stato d’animo – anche se
piuttosto insignificante da un punto di vista laico – ha la qualità di crescere
e di diventare grande. Proprio come il granellino di senape (Mat 13,31-32), il
lievito (Mat 13,33) o il seme su un buon terreno (Mat 13,23), che può dare
frutti per cento volte.
Così, l’affermazione del Signore sopracitata, riportata in Luc 10,9: "Si è
avvicinato a voi il Regno di Dio", indica il Governo di Dio nel mondo. Il cielo
si è avvicinato agli uomini, si è aperto dal punto di vista spirituale, ed è
venuto tra noi nella persona del Figlio di Dio.
Il regno di Dio non viene in modo da attirare gli sguardi; perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi.
Luc 17,20 Interrogato poi dai farisei sul quando
verrebbe il regno di Dio, rispose loro: «Il regno di Dio non viene in
modo da attirare gli sguardi; né si dirà: 17,21 "Eccolo qui", o
"eccolo là"; perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi». Luc 17,20-21;
Ma se è con il dito di Dio che io scaccio i demòni, allora il regno di Dio è giunto fino a voi.
Luc 11,15 Ma alcuni di loro dissero: «È per l’aiuto
di Belzebù, principe dei demòni, che egli scaccia i demòni». 11,16 Altri, per
metterlo alla prova, gli chiedevano un segno dal cielo. 11,17 Ma egli,
conoscendo i loro pensieri, disse loro: «Ogni regno diviso contro se stesso va
in rovina, e casa crolla su casa. 11,18 Se dunque anche Satana è diviso contro
se stesso, come potrà reggere il suo regno? Poiché voi dite che è per l’aiuto di
Belzebù che io scaccio i demòni. 11,19 E se io scaccio i demòni con l’aiuto di
Belzebù, con l’aiuto di chi li scacciano i vostri figli? Perciò, essi stessi
saranno i vostri giudici. 11,20 Ma se è con il dito di Dio che io
scaccio i demòni, allora il regno di Dio è giunto fino a voi. Luc 11,15-20;
Ciechi ricuperano la vista, gli zoppi camminano, i morti risuscitano, il vangelo è annunciato ai poveri.
Luc 7,20
Quelli si presentarono a Gesù e gli dissero: «Giovanni il battista ci ha mandati
da te a chiederti: "Sei tu colui che deve venire o ne aspetteremo un
altro?"» 7,21 In quella stessa ora, Gesù guarì molti da malattie, da
infermità e da spiriti maligni, e a molti ciechi restituì la vista. 7,22 Poi
rispose loro: «Andate a riferire a Giovanni quello che avete visto e udito: i
ciechi ricuperano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono
purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, il vangelo è annunciato ai
poveri. 7,23 Beato colui che non si sarà scandalizzato di me!» Luc 7,20-23;
Il Regno di Dio non viene quindi in modo tale da poterlo
osservare, ovvero nel modo in cui gli Israeliti di allora l’avrebbero
immaginato, per più di mille anni. Non c’è nessuna battaglia tra truppe
avversarie, nessun morto e nessun ferito. Non c’è una solenne acquisizione di
potere e non ci sono guardie d’onore per il nuovo regnante. Al contrario: il
Governo di Dio può essere riconosciuto solo attraverso il suo rappresentante e
le sue azioni. Ed è proprio questo rappresentante che è venuto per servire
l’umanità. Scaccia i demoni, fa tornare la vista ai ciechi, fa camminare gli
zoppi e purifica i lebbrosi. I sordi sentono di nuovo, i morti vengono
risuscitati e la buona novella viene annunciata ai poveri. Ma, come è avvenuto
da tempo immemorabile nel corso della storia dell’umanità, questo tipo di
governo era sospetto anche per gli Israeliti di quel tempo, i quali pensavano,
piuttosto, che questa fosse opera del diavolo Belzebù, e non di Dio.
Il Governo di Dio potrebbe quindi, ai giorni nostri, essere paragonato all’aria
che il subacqueo porta con sé quando si immerge: fa parte di un’altra
"dimensione", cioè il mondo sopra l’acqua e, per il subacqueo, rappresenta il
requisito più importante per poter sopravvivere sott’acqua. E come il subacqueo,
se rinuncia alle bombole di ossigeno e le getta in acque profonde, annegherà e
quindi perderà la vita, così chi rifiuta il Governo di Dio nella sua vita
perderà la sua vita eterna (non la sua esistenza eterna!) e, dopo la sua
rinascita nella risurrezione, morirà la seconda morte.
(Vedi anche excursus 08: "La prima e la seconda morte.")
Sulla terra e tra la gente il Regno di Dio non giunge in modo da poter essere osservato. Quindi non può essere visto. In cielo e nell’eternità, però, il Governo di Dio è realtà. Questo lo si può anche vedere – ma solo se vi si entra. Su questo sfondo si colloca il colloquio che il Signore ebbe con Nicodemo, scriba dei Farisei, il quale era anche uno dei capi dei Giudei (consigliere, membro dell’alto consiglio del Sinedrio). A lui il Signore disse che si può vedere il Regno di Dio quando si nasce di nuovo.
Se uno non è nato di nuovo non può vedere il regno di Dio.
Giov 3,3 Gesù gli rispose: «In verità, in verità ti
dico che se uno non è nato di nuovo non può vedere il regno di Dio».
3,4 Nicodemo gli disse: «Come può un uomo nascere quando è già vecchio? Può egli
entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e nascere?» 3,5 Gesù rispose:
«In verità, in verità ti dico che se uno non è nato d’acqua e di
Spirito, non può entrare nel regno di Dio. 3,6 Quello che è
nato dalla carne, è carne; e quello che è nato dallo Spirito, è spirito.».
Giov 3,3-6;
Come si può notare da questa discussione tra il Signore e
Nicodemo in Giov 3,1-21, qui si parla di rinascita spirituale. Poiché Nicodemo
conosceva solo la nascita biologica, fisica, si chiedeva se dovessimo tornare
nel grembo di nostra madre per poter nascere di nuovo. Il Signore gli spiegò
che, per entrare nel Regno di Dio, abbiamo bisogno di entrambe le nascite: della
nostra nascita biologica – quella dall’acqua (liquido amniotico) – e della
nostra rinascita, cioè quella dallo Spirito. Chi non è nato biologicamente –
dall’acqua – non è vivo, di conseguenza non può neppure nascere di nuovo dallo
Spirito.
Nicodemo domanda poi, stupito, come possa accadere ciò. Non aveva infatti idea
di cosa stesse parlando il Signore e continuava a riferirsi alla nascita
biologica, fisica. La risposta del Signore fu sia una risposta alla domanda
dello scriba, sia la ripresa del tema della rinascita di cui si era già parlato.
Egli disse: "Se uno non è nato d’acqua e di Spirito, non può
entrare nel Regno di Dio". Questo significa che abbiamo bisogno di entrambe le
nascite: della nostra nascita biologica, carnale – quella dall’acqua (liquido
amniotico) – per venire al mondo, e poi anche della nostra rinascita, cioè
quella dello Spirito, per entrare nel Nuovo Mondo, nel Regno di Dio. Ciò è
riportato anche da Paolo nella sua prima Lettera ai Corinzi:
Carne e sangue non possono ereditare il regno di Dio.
1Cor 15,50 Ora io dico questo, fratelli, che
carne e sangue non possono ereditare il regno di Dio; né i
corpi che si decompongono possono ereditare l’incorruttibilità. 1Cor 15,50;
Dobbiamo quindi nascere di nuovo. Tuttavia, in queste affermazioni del Signore contenute nel passo precedente (Giov 3,3-6) non c’è alcuna informazione sul periodo di questa rinascita dallo Spirito. Eppure, altrove troviamo un’indicazione assolutamente concreta, da parte del Signore stesso, di cosa sia questo evento e di quando debba avvenire.
Nella nuova nascità, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria.
Mat 19,28 E Gesù disse loro: «Io vi dico in verità
che nella nuova creazione (nascità), quando il Figlio dell’uomo
sarà seduto sul trono della sua gloria, anche voi, che mi avete
seguito, sarete seduti su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele.
Mat 19,28;
Il Figlio dell’uomo si siederà sul trono della sua gloria e giudicherà tutte le gente.
Mat 25,31 Quando il Figlio dell’uomo verrà nella
sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua
gloria. 25,32 E saranno riunite davanti a lui tutte le genti,
ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore
dai capri. Mat 25,31-32;
Qui, lo stesso Signore Gesù stesso fa affermazioni sulla rinascita, e sulla base delle indicazioni date nel contesto, questa è una rinascita che è chiaramente collocata nel futuro. È il momento in cui il Signore si siederà sul trono della sua gloria e giudicherà il mondo. Anche gli apostoli siederanno poi sui troni e giudicheranno le dodici tribù di Israele. Questo è dunque il momento del Giudizio Universale. L’evento che precede immediatamente il Giudizio Universale è la Risurrezione Universale. Tutte le persone di tutte le nazioni risorgeranno dai morti per apparire davanti al giudizio di Dio. Questa risurrezione, in cui i morti tornano in vita per opera dello Spirito e rinascono di nuovo, è ciò che il Signore chiama rinascita. Anche in Luc 20,36, egli chiama "figli della risurrezione" coloro che nella risurrezione sono nati di nuovo dallo Spirito.
Sono figli della risurrezione, sono figli di Dio.
Luc 20,34 Gesù rispose: «I figli di questo mondo
prendono moglie e prendono marito; 20,35 ma quelli che sono giudicati
degni dell’altro mondo e della risurrezione dai morti, non prendono
moglie né marito; 20,36 e nemmeno possono più morire, perché sono uguali
agli angeli e, essendo figli della risurrezione, sono figli di Dio.
Luc 20,34-36;
Così la rinascita, secondo la Scrittura, è identica alla
risurrezione alla Fine Del Mondo. Coloro che rinascono qui sono i morti chiamati
dal Signore dal regno dei morti: "Quelli che hanno operato bene, in risurrezione
di vita; quelli che hanno operato male, in risurrezione di giudizio" (Giov 5,26-29).
Tuttavia, queste affermazioni della Scrittura sono in stridente contrasto con la
dottrina della cosiddetta "rinascita" di un credente nella sua conversione.
A quanto pare, anche questa visione sbagliata è dovuta a errori di traduzione.
Mentre infatti il Signore nel passo sopracitato (Mat 19,28)usa la parola greca "palingenesia"per
indicare la rinascita nella Risurrezione, in quei passaggi nei quali si formula
una "rinascita" in vita, nel testo originale greco che segue, in 1Piet 1,3 e
1,23 così come in tutti gli altri passaggi della Scrittura, che purtroppo sono
sempre tradotti con "rinati" (Giov 1,13; 1Giov 2,29; 3,9; 4,7; 5,1.4.18),è
riportato il verbo greco "anagennao", ossia “gennetes” che
deve essere tradotto
con "generato di nuovo" o "generato" (si veda anche la traduzione interlineare
Nestle‒Aland di Dietzfelbinger e le note della versione Elberfelder).
Nella sua grande misericordia egli ci ha rigenerati.
1Piet 1,3 Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro
Gesù Cristo; nella sua grande misericordia egli ci ha rigenerati,
mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva. 1Piet 1, 3;
Essendo stati rigenerati non da un seme corruttibile.
1Piet 1,23 Essendo stati rigenerati non da
un seme corruttibile, ma immortale, cioè dalla parola di Dio viva ed
eterna. 1Piet 1,23;
Che la rinascita nella Risurrezione debba essere preceduta da
una rigenerazione, a questo punto, è anche abbastanza coerente con la
Creazione. Allo stesso modo, come la nascita biologica deve essere preceduta da
un atto di procreazione biologica, così anche la rinascita spirituale nella
risurrezione richiede una procreazione spirituale precedente. Questa
procreazione spirituale, la rigenerazione, è dunque la nostra conversione alla
fede in Gesù Cristo. Quindi, non nasceremo di nuovo al momento della nostra
conversione, ma saremo prima di tutto fecondati spiritualmente, e quindi
rigenerati dalla Parola di Dio. Proprio come un bambino che è stato generato non ha la
certezza assoluta fino alla nascita di venire al mondo sano e illeso, così anche
il cristiano rigenerato non ha la certezza assoluta fino alla sua rinascita,
cioè dopo la morte e la risurrezione, di raggiungere la vita eterna e in quale
stato lo farà (Mat 5,29-30).
(Vedi anche discorso 85: "Vera e falsa rinascita.")
Come si può facilmente vedere, anche qui nel complesso, si può
notare un certo parallelismo con la nostra vita corporea: mentre lì il bambino
umano si sviluppa per nove mesi dopo il concepimento e poi – se non ci sono
complicazioni – nasce, nella vita di fede, veniamo spiritualmente rigenerati
ovvero fecondati dalla parola di Dio alla conversione (Mat 13,23, Luc 8,15);
dopodiché, nelle nostre vite, possiamo evolvere nella fede fino alla morte e
nascere di nuovo spiritualmente nella risurrezione.
Così, come scrive Paolo sopra in 1Cor 15,50, la carne e il sangue non possono di
fatto ereditare il Regno di Dio. Dobbiamo prima morire per poi nascere di nuovo
– dallo Spirito – nella Risurrezione. Queste persone nate di nuovo possiedono
quindi quelle caratteristiche che il Signore qui sotto, in Giov 3,7, attribuisce
a coloro che sono nati dallo Spirito:
Il vento soffia dove vuole, e tu ne odi il rumore, ma non sai né da dove viene né dove va; così è di chiunque è nato dallo Spirito.
Giov 3,7 Non ti meravigliare se ti ho detto:
"Bisogna che nasciate di nuovo". 3,8 Il vento soffia dove vuole, e tu
ne odi il rumore, ma non sai né da dove viene né dove va; così è di chiunque è
nato dallo Spirito». 3,9 Nicodemo replicò e gli disse: «Come possono
avvenire queste cose?» 3,10 Gesù gli rispose: «Tu sei maestro d’Israele e non
sai queste cose? 3,11 In verità, in verità ti dico che noi parliamo di ciò che
sappiamo e testimoniamo di ciò che abbiamo visto; ma voi non ricevete la nostra
testimonianza.3, 12 Se vi ho parlato delle cose terrene e non credete, come
crederete se vi parlerò delle cose celesti? Giov 3, 7-12;
Tali caratteristiche si cercheranno invano tra coloro che sono
"nati di nuovo" nella vita. Allo stesso modo, questi – sebbene siano
presumibilmente "nati di nuovo" – non potrebbero soddisfare i criteri del
Signore, in Giov 3,3, necessari per vedere il Regno di Dio:
Giov 3,3 Gli rispose Gesù: «In verità, in verità ti
dico, se uno non rinasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio».
Giov 3,3;
La parola greca anothen, che qui in Giov 3,3 e 3,7 sta
per"di nuovo", in qualità di avverbio ha il significato di "dall’alto,
dall’altezza" (così anche nella traduzione interlineare Nestle‒Aland di
Dietzfelbinger) e in Giov 3,31 e 19,11 viene reso con "dall’alto” in tutte le
traduzioni. Poiché i traduttori non compresero il vero messaggio di questa
frase, utilizzarono in Giov 3,3.7 l’altro significato di questa parola, con
valore temporale, cioè "di nuovo", impedendo così, per generazioni, la corretta
comprensione di questa promessa del Signore.
Non sorprende quindi che chi non è ancora morto e risorto, e quindi non è ancora
rinato dall’alto, non possa compiere ciò che il Signore,in Giov 3,8, attribuisce
a chi è nato di nuovo: «Il vento soffia dove vuole, e tu ne odi il rumore, ma
non sai né da dove viene né dove va; così è di chiunque è nato dallo Spirito».
Quindi occorre anche rimproverare i sostenitori di una "rinascita" nella vita,
tra i confratelli e nelle scuole bibliche, per non aver verificato la Scrittura,
altrimenti queste contraddizioni non sarebbero sfuggite alla loro attenzione.
In contrapposizione a ciò, possiamo riconoscere queste caratteristiche nel
Signore dopo la sua risurrezione (rinascita), quando incontrò improvvisamente i
due discepoli sulla via di Emmaus nelle vesti di un forestiero (Luc 24,15-16) e
poi apparve agli undici apostoli a porte chiuse (Giov 20,19) per poi scomparire
di nuovo: in altre parole, la capacità di trasformare il suo corpo di
risurrezione o di passare attraverso la materia senza che essi sapessero da dove
venisse e dove stesse andando.
Il Signore ha rivelato un’altra caratteristica del corpo di risurrezione agli
scribi dei Sadducei, i quali non credevano nella risurrezione. Come disse loro,
nella risurrezione le persone non si sposano né saranno sposati, ma saranno come
gli angeli in cielo – cioè senza sesso. Una circostanza questa che può essere
spiegata dal fatto che le persone vivranno poi nella vita eterna e quindi non
sarà più necessaria la riproduzione.
Alla risurrezione infatti non si prende né moglie né marito, ma si è come angeli nel cielo.
Mat 22,29 E Gesù rispose loro: «Voi vi ingannate,
non conoscendo né le Scritture né la potenza di Dio. 22,30 Alla
risurrezione infatti non si prende né moglie né marito, ma si è come angeli nel cielo.
22, 31 Quanto poi alla risurrezione dei morti, non avete letto quello che vi è stato detto da Dio:
22,32 Io sono il Dio di Abramo e il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe? Ora, non
è Dio dei morti, ma dei vivi». Mat 22,29-32;
(Vedi anche capitolo 12: "La Risurrezione.")
In conclusione, va sottolineato a tal proposito che c’è ovviamente un’eccezione all’affermazione del Signore nel passo precedente, in Giov 3,3: “Se uno non è nato di nuovo (dall’alto) non può vedere il Regno di Dio". Il Signore stesso dice in Luc 9,27:
Vi sono alcuni qui presenti, che non morranno prima di aver visto il regno di Dio.
Luc 9,26 Chi si vergognerà di me e delle mie
parole, di lui si vergognerà il Figlio dell’uomo, quando verrà nella gloria sua
e del Padre e degli angeli santi. 9,27 In verità vi dico: vi sono alcuni
qui presenti, che non morranno prima di aver visto il regno di Dio». Luc 9,26-27;
Questa affermazione del Signore in Luc 9,27 sembra ora essere un indizio di quell’evento di cui Luca riferisce subito dopo:
Mosè ed Elia apparsi nella loro gloria, e parlavano della sua dipartita che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme.
Luc 9,28 Circa otto giorni dopo questi discorsi,
prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. 9,29 E, mentre pregava,
il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. 9,30
Ed ecco due uomini parlavano con lui: erano Mosè ed Elia, 9,31
apparsi nella loro gloria, e parlavano della sua dipartita che avrebbe
portato a compimento a Gerusalemme. Luc 9,28-31;
Così furono Pietro, Giovanni e Giacomo che, in una sorta di
visione, videro il Regno di Dio sotto forma di Mosè ed Elia scendere sulla terra
in gloria. Questa sembra proprio una situazione simile a quella descritta da
Paolo in 2Cor 12,1-4, dove egli "con il corpo" o "fuori del corpo" si trovava in
Paradiso e nel terzo cielo e così ha visto il Regno di Dio. Perciò è possibile
vedere il Regno di Dio attraverso una visione o un rapimento.
(Vedi anche excursus 09: "Il paradiso.")
Conosco un uomo in Cristo che – se con il corpo o fuori del corpo non lo so, lo sa Dio – fu rapito fino al terzo cielo.
2Cor 12,1 Bisogna vantarsi? Ma ciò non conviene!
Pur tuttavia verrò alle visioni e alle rivelazioni del Signore. 12,2 Conosco un
uomo in Cristo che, quattordici anni fa – se con il corpo o fuori del
corpo non lo so, lo sa Dio – fu rapito fino al terzo cielo. 12,3 E so
che quest’uomo – se con il corpo o senza corpo non lo so, lo sa Dio – 12,4 fu
rapito in paradiso e udì parole indicibili che non è lecito ad alcuno
pronunziare. 2Cor 12,1-4;
Con la Risurrezione Universale alla Fine Del Mondo, tutti i morti risorgeranno e nasceranno di nuovo. E naturalmente qui si pone anche la questione di come questo sia connesso con i defunti che sono stati risuscitati al Ritorno del Signore e di come ciò agisca sui credenti viventi che salgono al cielo insieme a loro. Anche in questo caso, sono le traduzioni a causare spesso difficoltà di interpretazione. Se esaminiamo attentamente i testi originali greci, possiamo notare che, sia nel caso della Risurrezione Universale (Giov 5,29; Atti 24,15) che in quello della Prima Risurrezione (Apoc 20,4), si usa il verbo "risorgere", mentre al Ritorno del Signore per il Rapimento i fedeli defunti non risorgeranno, ma risusciteranno (1Cor 15,52, non in 1Tess 4,16!). Questa correlazione poco notata è espressa in modo abbastanza chiaro anche nel testo degli Atti 10,40-41:
Ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e noi abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti.
Atti 10,40 Ma Dio lo ha risuscitato il
terzo giorno e volle che egli si manifestasse 10,41 non a tutto il
popolo, ma ai testimoni prescelti da Dio; cioè a noi, che abbiamo mangiato e
bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti. Atti 10,40-41;
Qui è Pietro che annuncia il Vangelo di Gesù Cristo al centurione romano Cornelio. E riferisce che il terzo giorno Dio ha risuscitato Gesù (greco: egeiren) e che in seguito i discepoli hanno mangiato con lui dopo che lo stesso era risorto (greco: anastenai). Ciò è evidente anche nei Vangeli: subito dopo il suo Risveglio dai Morti, Maria Maddalena vide il Signore e volle abbracciarlo. Ma lui le disse: "Non toccarmi, perché non sono ancora salito al Padre mio".
Gesù le disse: «Non toccarmi, perché non sono ancora salito al Padre».
Giov 20,11 Ma Maria era rimasta fuori del sepolcro
a piangere. E, mentre piangeva, si chinò dentro il sepolcro, 20,12 e vide due
angeli, vestiti di bianco, che sedevano l’uno al capo e l’altro ai piedi del
luogo, dove era stato posto il corpo di Gesù. 20,13 Essi le dissero: «Donna,
perché piangi?». Ella rispose loro: «Perché hanno portato via il mio Signore, e
io non so dove l’abbiano posto».
20,14 Detto questo, ella si volse indietro e vide Gesù, che stava lì in piedi;
ma ella non sapeva che fosse Gesù. 20,15 Gesù le disse: «Donna, perché piangi?
Chi cerchi?». Lei, pensando che fosse l’ortolano, gli disse: «Signore, se l’hai
portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io lo prenderò». 20,16 Gesù le disse:
«Maria!». Ed ella allora, voltandosi, gli disse: «Rabboni!» che significa: Maestro.
20,17 Gesù le disse: «Non toccarmi, perché non sono ancora salito al Padre
mio; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro che io salgo al Padre mio e Padre vostro, al
Dio mio e Dio vostro». 20,18 Allora Maria Maddalena andò ad annunziare ai
discepoli che aveva visto il Signore, e che lui le aveva detto queste cose.
Giov 20,11-18;
Ma quando il Signore, lo stesso giorno, dal Padre, ritornò di nuovo sulla terra dopo la sua resurrezione dai morti e apparve improvvisamente ai discepoli, mangiò con loro e non ebbe più riserve a lasciarsi toccare da loro.
Mentre erano chiuse le porte Gesù venne e si presentò in mezzo a loro: toccatemi e guardate, perché uno spirito non ha carne e ossa.
Luca 24,36 Ora, mentre essi parlavano di queste
cose, Gesù stesso comparve in mezzo a loro, e disse: «Pace a voi!» 24,37 Ma
essi, sconvolti e atterriti, pensavano di vedere uno spirito. 24,38 Ed egli
disse loro: «Perché siete turbati? E perché sorgono dubbi nel vostro cuore?
24,39 Guardate le mie mani e i miei piedi, perché sono proprio io!
Toccatemi e guardate, perché uno spirito non ha carne e ossa, come vedete
che ho io». 24,40 E, detto questo, mostrò loro le mani e i piedi. 24,41
Ma siccome per la gioia non credevano ancora e si stupivano, disse loro: «Avete
qui qualcosa da mangiare?» 24,42 Essi gli porsero un pezzo di pesce arrostito;
24,43 egli lo prese, e mangiò in loro presenza. Luca 24,36-43;
Tutti quei credenti che "sono di Cristo" (1Cor 15,23) e che sono risuscitati dai morti al suo Ritorno e rapiti insieme ai credenti viventi, sono stati quindi solamente risuscitati e non hanno ancora un corpo di risurrezione.
E come abbiamo portato l’immagine dell’uomo di terra, così porteremo l’immagine dell’uomo celeste.
1Cor 15,47 Il primo uomo tratto dalla terra è di
terra, il secondo uomo viene dal cielo. 15,48 Quale è l’uomo fatto di terra,
così sono quelli di terra; ma quale il celeste, così anche i celesti. 15,49
E come abbiamo portato l’immagine dell’uomo di terra, così porteremo
l’immagine dell’uomo celeste. 15,50 Questo vi dico, o fratelli:
la carne e il sangue non possono ereditare il regno di Dio, né ciò che è
corruttibile può ereditare l’incorruttibilità. 15,51 Ecco io vi
annunzio un mistero: non tutti, certo, moriremo, ma tutti saremo trasformati,
15,52 in un istante, in un batter d’occhio, al suono dell’ultima tromba; suonerà
infatti la tromba e i morti si risveglieranno incorrotti e noi saremo
trasformati. 15,53 È necessario infatti che questo corpo corruttibile
si vesta di incorruttibilità e questo corpo mortale si vesta di immortalità. 1Cor 15,47-53;
(Vedi anche excursus 07: "Il corpo della risurrezione.")
I martiri di tutti i tempi, i quali saranno anch’essi risuscitati con questo Rapimento, e in seguito, insieme ai martiri aggiunti dal dominio dell’Anticristo (Apoc 13,15-17), riceveranno un corpo di risurrezione alla Prima risurrezione (Apoc 20, 4-6) per regnare con Cristo nel Regno Millenario, potranno svolgere dapprima questo compito sia fisicamente sulla terra, sia in cielo.
Di pazientare ancora un poco, finché fosse completo il numero dei loro compagni di servizio che dovevano essere uccisi come loro.
Apoc 6,9 Quando l’Agnello aprì il quinto sigillo,
vidi sotto l’altare le anime di coloro che furono immolati a causa della parola
di Dio e della testimonianza che gli avevano resa. 6,10 E gridarono a gran voce:
«Fino a quando, Sovrano, tu che sei santo e verace, non farai giustizia
e non vendicherai il nostro sangue sopra gli abitanti della terra?».
6,11 Allora venne data a ciascuno di essi una veste candida e fu detto
loro di pazientare ancora un poco, finché fosse completo il numero dei loro
compagni di servizio e dei loro fratelli che dovevano essere uccisi come loro.
Apoc 6, 9-11;
Affinché l’immagine della bestia parlasse, e di far sì che tutti coloro che non adoravano l’immagine della bestia fossero uccisi.
Apoc 13,15 E le fu concesso di dare uno spirito
all’immagine della bestia, affinché l’immagine della bestia parlasse, e di far
sì che tutti coloro che non adoravano l’immagine della bestia fossero uccisi.
13,16 Inoltre faceva sì che a tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e
servi, fosse posto un marchio sulla loro mano destra o sulla loro fronte,
13,17 e che nessuno potesse comperare o vendere, se non chi aveva il marchio
o il nome della bestia o il numero del suo nome. Apoc 13,15-17;
E vidi le anime di quelli che erano stati decapitati per la testimonianza di Gesù e per la parola di Dio.
Apoc 20,4 Poi vidi dei troni. A quelli che vi si
misero seduti fu dato di giudicare. E vidi le anime di quelli che erano stati
decapitati per la testimonianza di Gesù e per la parola di Dio, e di quelli che
non avevano adorato la bestia né la sua immagine e non avevano ricevuto il suo
marchio sulla loro fronte e sulla loro mano. Essi tornarono in vita e
regnarono con Cristo per mille anni. 20,5 Gli altri morti non tornarono in
vita prima che i mille anni fossero trascorsi. Questa è la prima
risurrezione. 20, 6 Beato e santo è colui che partecipa alla prima
risurrezione. Su di loro non ha potere la morte seconda, ma saranno sacerdoti di
Dio e di Cristo e regneranno con lui quei mille anni. Apoc 20,4-6;
Per tornare ora alla proclamazione del Regno di Dio da parte del Signore, dobbiamo tener presente che tutte queste dichiarazioni, come la Risurrezione Universale, la Rinascita, la Prima Risurrezione, il Ritorno del Signore, il Risveglio dai Morti e il Rapimento ecc. non erano ancora accessibili agli Israeliti di quel tempo, i quali, per questo motivo, erano estremamente scettici su tutte le affermazioni al riguardo. Il Vangelo di Giovanni ci offre una relazione particolarmente significativa in questo senso, che è veramente degna di essere letta, e che va riportata qui nella sua interezza per rappresentare realisticamente la situazione di allora:
Noi siamo discendenza di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno.
Giov 8,31 Gesù allora disse a quei Giudei che
avevano creduto in lui: «Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei
discepoli; 8,32 conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». 8,33 Gli
risposero: «Noi siamo discendenza di Abramo e non siamo mai stati
schiavi di nessuno. Come puoi tu dire: Diventerete liberi?». 8,34 Gesù
rispose: «In verità, in verità vi dico: chiunque commette il peccato è
schiavo del peccato. 8,35 Ora lo schiavo non resta per sempre nella
casa, ma il figlio vi resta sempre; 8,36 se dunque il Figlio vi farà liberi,
sarete liberi davvero. Giov 8,31-36;
Noi non siamo nati da prostituzione, noi abbiamo un solo Padre, Dio!
Giov 8,37 So che siete discendenza di Abramo. Ma
intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova posto in voi. 8,38
Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che
avete ascoltato dal padre vostro!». 8,39 Gli risposero: «Il nostro padre è
Abramo». Rispose Gesù: «Se siete figli di Abramo, fate le opere di
Abramo! 8,40 Ora invece cercate di uccidere me, che vi
ho detto la verità udita da Dio; questo, Abramo non l’ha fatto. 8,41 Voi fate le
opere del padre vostro». Gli risposero: «Noi non siamo nati da
prostituzione, noi abbiamo un solo Padre, Dio!». 8,42 Disse loro Gesù:
«Se Dio fosse vostro Padre, certo mi amereste, perché da Dio sono uscito
e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato. 8,43
Perché non comprendete il mio linguaggio? Perché non potete dare ascolto alle
mie parole. Giov 8,37-43;
voi che avete per padre il diavolo, e volete compiere i desideri del padre vostro.
Giov 8,44 voi che avete per padre il
diavolo, e volete compiere i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida fin
da principio e non ha perseverato nella verità, perché non vi è verità
in lui. Quando dice il falso, parla del suo, perché è menzognero e padre della
menzogna. 8,45 A me, invece, voi non credete, perché dico la verità. 8,46 Chi di
voi può convincermi di peccato? Se dico la verità, perché non mi credete? 8,47
Chi è da Dio ascolta le parole di Dio: per questo voi non le ascoltate,
perché non siete da Dio». 8,48 Gli risposero i Giudei: «Non
diciamo con ragione noi che sei un Samaritano e hai un demonio?». 8,49
Rispose Gesù: «Io non ho un demonio, ma onoro il Padre mio e voi mi disonorate.
8,50 Io non cerco la mia gloria; vi è chi la cerca e giudica. Giov 8,44-50;
In verità, in verità vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono.
Giov 8,51 In verità, in verità vi dico: se uno
osserva la mia parola, non vedrà mai la morte». 8,52 Gli dissero i Giudei: «Ora
sappiamo che hai un demonio. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici:
"Chi osserva la mia parola non conoscerà mai la morte". 8,53 Sei tu più
grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti; chi
pretendi di essere?». 8,54 Rispose Gesù: «Se io glorificassi me stesso,
la mia gloria non sarebbe nulla; chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi
dite: "È nostro Dio!", 8,55 e non lo conoscete. Io invece lo conosco. E se
dicessi che non lo conosco, sarei come voi, un mentitore; ma lo conosco e
osservo la sua parola. 8,56 Abramo, vostro padre, esultò nella speranza
di vedere il mio giorno; lo vide e se ne rallegrò». 8,57 Gli dissero
allora i Giudei: «Non hai ancora cinquant’anni e hai visto Abramo?». 8,58
Rispose loro Gesù: «In verità, in verità vi dico: prima che Abramo
fosse, Io Sono»».8, 59 Allora raccolsero pietre per scagliarle contro di
lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio. Giov 8,51-59;
Da un punto di vista puramente oggettivo, si potrebbe certamente
avere un po’ di comprensione per questi Israeliti. Questi si sono detti: "A
questo punto potrebbe venire chiunque". Tuttavia, il Signore ha dimostrato,
attraverso i miracoli che ha compiuto, di non essere "chiunque". In realtà non si
trattava affatto di portare prove o testimoni. Anche se avesse compiuto miracoli
ancora più grandi e avesse potuto portare molti testimoni, essi non gli
avrebbero creduto. Non fu la mancanza di prove, ma la mancanza di fede che portò
gli Israeliti al loro falso giudizio. Fu la mancanza di fiducia nel proprio Dio,
la completa assenza dello Spirito Santo, che indurì i loro cuori e chiuse le
orecchie alle parole del Figlio di Dio.
Sopra, in Giov 8,40, il Signore ha accusato gli Ebrei di volerlo uccidere. Non
era solo il popolo a volerlo uccidere, ma anche e soprattutto il Sinedrio, i
capi religiosi di Israele temevano infatti di perdere il loro potere e si
consultarono così tra loro su come ucciderlo.
Quest’uomo compie molti segni. Se lo lasciamo fare così, tutti crederanno in lui.
Giov 11,47 Allora i sommi sacerdoti e i farisei
riunirono il sinedrio e dicevano: «Che facciamo? Quest’uomo compie molti
segni. 11,48 Se lo lasciamo fare così, tutti crederanno in lui
e verranno i Romani e distruggeranno il nostro luogo santo e la nostra nazione».
11,49 Ma uno di loro, di nome Caifa, che era sommo sacerdote in quell’anno,
disse loro: «Voi non capite nulla 11,50 e non considerate come sia
meglio che muoia un solo uomo per il popolo e non perisca la nazione intera».
11,51 Questo però non lo disse da se stesso, ma essendo sommo sacerdote
profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione 11,52 e non per la nazione
soltanto, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. 11,53
Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo. Giov 11,47-53;
Così era chiaro che gli Ebrei avevano respinto il Figlio di Dio e rifiutato la salvezza del loro Dio. Il Signore ha descritto questa situazione in modo particolarmente appropriato nella parabola del re che preparò il banchetto nuziale per suo figlio.
Andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze.
Mat 22,2 «Il regno dei cieli è
simile a un re che fece un banchetto di nozze per suo figlio. 22,3 Egli mandò i
suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non vollero venire.
22,4 Di nuovo mandò altri servi a dire: Ecco ho preparato il mio pranzo; i miei
buoi e i miei animali ingrassati sono già macellati e tutto è pronto; venite
alle nozze. 22,5 Ma costoro non se ne curarono e andarono chi al proprio
campo, chi ai propri affari; 22,6 altri poi presero i suoi
servi, li insultarono e li uccisero.
22,7 Allora il re si indignò e, mandate le sue truppe, uccise quegli
assassini e diede alle fiamme la loro città. 22,8 Poi disse ai suoi
servi: Il banchetto nuziale è pronto, ma gli invitati non ne erano degni; 22,9
andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete,
chiamateli alle nozze. 22,10 Usciti nelle strade, quei servi raccolsero
quanti ne trovarono, buoni e cattivi, e la sala si riempì di commensali. 22,11
Il re entrò per vedere i commensali e, scorto un tale che non indossava l’abito
nuziale, 22,12 gli disse: Amico, come hai potuto entrare qui senz’abito nuziale?
Ed egli ammutolì. 22,13 Allora il re ordinò ai servi: Legatelo mani e piedi e
gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti. 22,14 Perché
molti sono chiamati, ma pochi eletti». Mat 22,2-14;
Il re in questa parabola è Dio; suo figlio, al quale ha
preparato il banchetto nuziale, è il Figlio di Dio, Nostro Signore Gesù Cristo.
I servi, che il re ha mandato per chiamare gli invitati alle nozze, sono i
profeti di Israele dell’Antico Testamento. Avevano ripetutamente chiamato il
popolo d’Israele a pentirsi davanti al loro Dio. Gli ospiti invitati sono il
popolo di Dio di Israele.
Questi invitati al matrimonio non avevano però alcun interesse, e continuarono i
loro affari perversi. Per di più, presero i servi e li uccisero, similmente ai
molti profeti che erano stati maltrattati e uccisi dai re e dai governanti di
Israele nel corso dei secoli – proprio come Giovanni Battista e il Signore Gesù
stesso.
Quando il re vide che gli invitati non erano degni, fece incendiare la loro
città (Gerusalemme "rasa al suolo" da Tito nel 70 d.C.) e fece uccidere questi
assassini. Poi il re mandò di nuovo dei servi (apostoli e predicatori del
vangelo di Gesù Cristo), che avrebbero dovuto invitare tutte le persone disposte
a venire (provenienti da tutte le nazioni e anche dai Giudei). Questa è dunque
la situazione che si presenta dopo che il Signore venne rifiutato dagli Ebrei e
crocifisso dai romani. Da quel momento e fino alla fine, Dio manda i suoi
servitori – questa volta cristiani – per invitare tutti , sia i buoni che i
cattivi.
Così Israele, per la sua ostinazione, ha perso la sua posizione di unico popolo
eletto. Se prima l’appartenenza a una delle dodici tribù di Israele era il
requisito per l’elezione, da questo momento i criteri sono cambiati. Non è più
l’appartenenza fisica ad un popolo ad essere determinante, ma piuttosto la
disponibilità interiore e spirituale ad accettare la fede in questo Dio (vestito
in abito nuziale) – indipendentemente dalla razza, dal colore della pelle,
dall’origine o dalla posizione.
Paolo, quando era prigioniero a Roma, si trova in una situazione molto simile,
quando aveva chiamato a sé gli Ebrei e aveva annunciato loro il messaggio di
salvezza. Una parte di loro lo ascoltò, un’altra parte lo respinse. E anche
Paolo realizzò che gli Ebrei avevano indurito i loro cuori e annunciò loro nello
Spirito Santo che la salvezza era stata tolta loro e destinata alle Nazioni.
Sia dunque noto a voi che questa salvezza di Dio viene ora rivolta ai pagani ed essi l’ascolteranno!
Atti 28,25 E se ne andavano discordi tra loro,
mentre Paolo diceva questa sola frase: «Ha detto bene lo Spirito Santo,
per bocca del profeta Isaia, ai nostri padri: 28,26 Va’ da
questo popolo e di’ loro: Udrete con i vostri orecchi, ma non comprenderete;
guarderete con i vostri occhi, ma non vedrete. 28,27 Perché il cuore di
questo popolo si è indurito: e hanno ascoltato di mala voglia con gli orecchi;
hanno chiuso i loro occhi per non vedere con gli occhi, non ascoltare con gli
orecchi, non comprendere nel loro cuore e non convertirsi, perché io li risani.
28,28 Sia dunque noto a voi che questa salvezza di Dio viene ora rivolta
ai pagani ed essi l’ascolteranno!». Atti 28,25-28;
Poiché respingete la parola di Dio e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco noi ci rivolgiamo ai pagani.
Atti 13,46 Allora Paolo e Barnaba con franchezza
dichiararono: «Era necessario che fosse annunziata a voi per primi la parola di
Dio, ma poiché la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco
noi ci rivolgiamo ai pagani. Atti 13,46;
Il Governo di Dio è quindi destinato alle nazioni e non più a Israele. Anche il Signore non si è più accontentato delle parabole, ma ha mostrato agli Israeliti l’amara conseguenza della loro incredulità:
Vi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che lo farà fruttificare.
Mat 21,43 Perciò io vi dico: vi sarà tolto
il regno di Dio e sarà dato a un popolo che lo farà fruttificare. 21,44
Chi cadrà sopra questa pietra sarà sfracellato; e qualora essa cada su qualcuno,
lo stritolerà». 21,45 Udite queste parabole, i sommi sacerdoti e i
farisei capirono che parlava di loro e cercavano di catturarlo; ma
avevano paura della folla che lo considerava un profeta. Mat 21,43-45;
Ma i farisei e i dottori della legge non facendosi battezzare da lui hanno reso vano per loro il disegno di Dio.
Luc 7,28 Io vi dico, tra i nati di donna non c’è
nessuno più grande di Giovanni, e il più piccolo nel regno di Dio è più grande
di lui. 7,29 Tutto il popolo che lo ha ascoltato, e anche i pubblicani, hanno
riconosciuto la giustizia di Dio ricevendo il battesimo di Giovanni. 7,30
Ma i farisei e i dottori della legge non facendosi battezzare da lui
hanno reso vano per loro il disegno di Dio. Luc 7,28-30;
Vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio e voi cacciati fuori.
Luc 13,24 «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno
di entrarvi, ma non ci riusciranno. 13,25 Quando il padrone di casa si alzerà e
chiuderà la porta, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo:
Signore, aprici. Ma egli vi risponderà: Non vi conosco, non so di dove siete.
13,26 Allora comincerete a dire: Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu
hai insegnato nelle nostre piazze. 13,27 Ma egli dichiarerà: Vi dico che non so
di dove siete. Allontanatevi da me voi tutti operatori d’iniquità! 13,28
Là ci sarà pianto e stridore di denti quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e
tutti i profeti nel regno di Dio e voi cacciati fuori. 13,29 Verranno
da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa
nel regno di Dio. 13,30 Ed ecco, ci sono alcuni tra gli ultimi che
saranno primi e alcuni tra i primi che saranno ultimi». Luc 13,24-30;
Infine, in questo testo si conferma ancora una volta che il
Regno di Dio e il Regno Millenario sono due periodi completamente separati in
termini di tempo e di contenuto. Quando sopra si dice, in Luc 13,28, "Là ci sarà
pianto e stridore di denti quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i
profeti nel Regno di Dio", riconosciamo attraverso il "pianto e stridore di
denti" che questa affermazione si riferisce al momento successivo al
Giudizio Universale e quindi alla Nuova Creazione nell’eternità. Se poi ciò
viene menzionato insieme al Regno di Dio in termini di tempo, non può più
trattarsi del Millennio. Qui si vede chiaramente che il Regno Millenario della
Pace è l’ultima tappa dell’epoca presente, mentre il Regno di Dio si riferisce
all’età futura, all’eternità (Mat 12,32; Luc 18,30; Efes 1,21).
Anche nella parabola del Signore riportata qui sotto e relativa ai due figli che
dovevano lavorare nella vigna in Mat 21,28-32, possiamo riconoscere Israele e le
nazioni pagane. Nell’antichità i pagani si erano creati molti idoli e falsi dei
(Egiziani, Assiri, Babilonesi, Babilonesi, Persiani, Greci, Romani) e non
volevano credere in un solo Dio. Loro in questa parabola rappresentano il primo
figlio, che all’inizio non voleva andare in vigna. Israele, invece, era pronto
in quel momento a seguire questo Dio. Poi, però, quando il Messia si rivolse a
loro per mettere alla prova la loro fede, lo rifiutarono e lo respinsero. Gli
Israeliti sono come il secondo figlio che ha detto: "Sì, Signore; ma non andò".
Io vi dico in verità, che i pubblicani, e le meretrici vanno innanzi a voi nel regno de’ cieli.
Mat 21,28 ORA, che vi par egli? Un uomo aveva due
figliuoli; e, venuto al primo, disse: Figliuolo, va’, lavora oggi nella mia
vigna. 21,29 Ma egli, rispondendo, disse: Non voglio, pur nondimeno, poi
appresso, ravvedutosi, vi andò. 21,30 Poi, venuto al secondo, gli disse il
simigliante. Ed egli, rispondendo, disse: Sì, lo farò, signore, e pur non vi
andò. 21,31 Qual de’ due fece il voler del padre? Essi gli dissero: Il primo.
Gesù disse loro: Io vi dico in verità, che i pubblicani, e le meretrici
vanno innanzi a voi nel regno de’ cieli. 21,32 Perciocchè Giovanni è
venuto a voi per la via della giustizia, e voi non gli avete creduto; ma i pubblicani
e le meretrici gli hanno creduto; e pur voi, veduto ciò, non vi siete poi
appresso ravveduti, per credergli. Mat 21,28-32;
Molte tra le nazioni pagane, invece, alle quali da questo
momento in poi viene annunciata la buona novella, l’accettano e si convertono
all’unico e solo Dio. Questi sono gli ultimi menzionati dal Signore nella
parabola citata prima, in Luc 13,30, che hanno accettato la fede e che saranno
risuscitati per primi al momento del Rapimento e andranno in cielo. Gli
Israeliti, invece, che sono stati i primi, risorgeranno per ultimi solo alla
Fine Del Mondo, con la rinascita nella Risurrezione Universale.
Israele alla luce della Bibbia.Secondo l’Antico Testamento Dio non ha più alcuna compassione per la casa d’Israele
(Os 1:6). Loro non sono più il suo popolo (Os 1:9). Il Signore salverà solo la
casa di Giuda. Non con la guerra, però, ma con il suo Spirito (Os 1:7).
Soltanto nel Millennio, quando il Figlio di Dio avrà assunto il suo
dominio millenario sulla terra (Os 1:10; 2:18; Ez 34:25; Isa 2:4), il
Signore li riconoscerà di nuovo come il suo popolo (Os 2:23; Ger 31:27-28). Secondo il Nuovo Testamento È la volontà di Dio che noi prestiamo ascolto a suo Figlio
(Mat 17:5). Questo Figlio di Dio ci ha detto che ogni essere umano che lo
rifiuta, rifiuta anche Dio (1Gio 2:23; Luca 10:16; Giov 5:22-23, 15:23).
Il popolo d’Israele di oggi nega il Figlio di Dio e lo offende come
truffatore e bestemmiatore. Attraverso questa negazione del Figlio,
Israele ha rifiutato anche il Padre ed è dunque un popolo senza‒Dio
(Giov 8:24). |
Così il Regno di Dio, ovvero il Governo di Dio, fu tolto a
Israele e fu dato a noi, alle nazioni pagane. Questo lo insegnano anche tutte le
chiese e le confessioni cristiane. Purtroppo, alcune di queste insegnano anche
che è per questo motivo che Israele è stato respinto da Dio. In effetti, Israele
viene messo in secondo piano solo per punizione, fino a quando l’ultimo pagano
disposto a convertirsi non si sarà convertito e sarà tornato il Messia. Allora
Israele ritornerà e prenderà il suo posto nel progetto di salvezza di Dio.
Per quanto riguarda questo “passaggio di consegne" del Regno di Dio dagli
Israeliti ai cristiani Gentili, ciò naturalmente presenta anche varie premesse e
conseguenze. Per questo motivo, ogni cristiano credente e responsabile deve
chiedersi se noi siamo sulla strada giusta, o se – come gli Israeliti di allora
– pensiamo soltanto di essere sulla via al Governo di Dio.
Con la parabola di cui sopra in Mat 21,28-32, il Signore ha posto uno specchio
davanti agli scribi ebrei, affinché essi stessi potessero riconoscere il motivo
per cui il Regno di Dio è stato loro sottratto. Che aspetto ha lo specchio che
dobbiamo avere di fronte a noi stessi per riconoscere la verità sul nostro stato
di fede?
Dio non ha forse scelto i poveri nel mondo per farli ricchi con la fede ed eredi del regno?
Gia 2,5 Ascoltate, fratelli miei carissimi:
Dio non ha forse scelto i poveri nel mondo per farli ricchi con la fede ed eredi
del regno che ha promesso a quelli che lo amano? Gia 2,5;
Siamo gli eredi del Regno. – Siamo davvero gli eredi del Regno?
In precedenza, abbiamo affermato che il Governo di Dio è sempre dove Dio è la
più alta autorità. Se una persona si sottomette alla volontà di Dio e Dio è la
massima autorità per lui, allora questo Governo di Dio si incarna in lui, e
quindi egli è l’erede del Regno di Dio. Lo facciamo? È questo che si insegna
nelle nostre comunità ? È possibile vivere con un tale atteggiamento al giorno
d’oggi?
Le nostre comunità stanno purtroppo diventando sempre più luoghi di
intrattenimento e sempre meno luoghi di fede. Si tratta sempre più di attrarre
membri piuttosto che di conquistare anime. Tuttavia, Dio non vuole membri, ma
persone che lo professano pienamente e che gli appartengono. Sempre più fedeli
riconoscono però che oggi questo non è più insegnato e praticato in molte
chiese. La conseguenza di ciò è che questi fratelli e sorelle si sentono
costretti ad abbandonare la loro chiesa. Se si cerca di trovare una nuova
assemblea conforme alle Scritture, solo rarissimamente ci si riesce. Molti di
questi cristiani non hanno altra scelta che plasmare la loro vita di fede da
soli o con il coniuge e, nella migliore delle ipotesi, entrare in contatto con
persone che la pensano come loro nei gruppi di preghiera all’interno delle case.
Si tratta certamente di una questione seria e alcuni dei fratelli e delle
sorelle che se ne sono andati se ne fanno segretamente una colpa. Anche dalle
comunità da cui se ne sono andati arrivano rimproveri ed esclusioni. Non è
insolito per loro lasciarsi convincere a tornare in queste congregazioni. Ma è
sensato questo? È davvero questo che Dio vuole da noi: praticare una fede
superficiale in una comunità secolarizzata con un gran numero di falsi credenti?
Oswald Smith ha espresso alcune dichiarazioni molto pertinenti su
questo argomento nel suo splendido libro "L’uomo di Dio" (p. 9 e ss.):
"Dio ci ha creati per Sé stesso.
Egli desidera la nostra comunità, la comunione con Lui. Camminare con Lui
momento dopo momento, camminare con Lui proprio in mezzo a un mondo senza
Dio e perverso, tra uomini che non conoscono una vita consacrata e piena di
Spirito Santo, vivere come pellegrini e stranieri in un mondo che ha
crocifisso il Signore e, questo è il suo piano e il suo destino per noi (…)
Forse la separazione dal mondo per una dedicazione a Dio mai è stata così
necessaria. Il mondo è oggi penetrato nella Chiesa e questa è divenuta così
mondana che è sempre più difficile distinguere l’uno dall’altra. La linea di
demarcazione è scomparsa al punto che anche le comunità, nelle quali una volta
fiorivano risvegli e la vita spirituale era molto profonda, oggi non sono altro
che dei centri sociali, luoghi di intrattenimento sui quali Dio da tempo ha
scritto la parola "Icabod": "La gloria si è allontanata". (…)
La gente spesso pensa che il cristiano debba unirsi e assimilarsi agli uomini
del mondo per potersi rivolgere alle persone e conquistare a Dio la loro anima.
Ma se una persona è caduta in un pozzo profondo, nessuno penserebbe a gettarsi
giù per salvarla. Rimarrà in cima e calerà una corda o una scala dall’alto e,
dal bordo del pozzo, si cercherebbe di aiutare lo sventurato.
Quindi anche qui! Gli uomini che hanno esercitato una benefica influenza sugli
altri, i conquistatori di anime sono stati sempre persone che camminavano con
Dio e restavano al di sopra del mondo. Dall’alto della loro reale spiritualità
essi attiravano gli uomini e cercavano d’innalzare il loro livello di vita.
L’unico modo di conquistare gli altri al bene è proprio quello di essere
migliore di loro e attirarli con quel che essi non possiedono – il dominio di
Dio in noi ".
(Vedi anche discorso 1042: "Tutti i
governi del mondo sono ordinati da Dio?" [non ancora disponibile in italiano.
leggi in tedesco / leggi in inglese])
È dunque il Governo di Dio in noi che da un lato ci distingue e ci separa dalle masse, ma che dall’altro ci dà anche la capacità di conquistare anime e di dare una nuova direzione alla vita degli altri. Dovremmo, anzi dobbiamo essere diversi dal mondo senza Dio che ci circonda.
Perciò uscite di mezzo a loro e riparatevi, dice il Signore.
2Cor 6,14 Non lasciatevi legare al giogo
estraneo degli infedeli. Quale rapporto infatti ci può essere tra la
giustizia e l’iniquità, o quale unione tra la luce e le tenebre? 6,15 Quale
intesa tra Cristo e Beliar, o quale collaborazione tra un fedele e un infedele?
6,16 Quale accordo tra il tempio di Dio e gli idoli? Noi siamo infatti il tempio
del Dio vivente, come Dio stesso ha detto: Abiterò in mezzo a loro e con loro
camminerò e sarò il loro Dio, ed essi saranno il mio popolo. 6,17 Perciò
uscite di mezzo a loro e riparatevi, dice il Signore, non toccate nulla
d’impuro. E io vi accoglierò, 6,18 e sarò per voi come un padre, e voi mi sarete
come figli e figlie, dice il Signore onnipotente. 2Cor 6,14-18;
Questo comandamento: "Uscite di mezzo a loro e riparatevi" non
riguarda però solamente il mondo ateo, ma anche tutte le religioni che non
confessano Gesù Cristo come Figlio di Dio e unico Salvatore. Nel quadro
dell’"Ecumenismo interreligioso" si cerca da tempo di unire tutte le grandi
religioni del mondo. Si sostiene che "l’amore proclamato nel Vangelo non esclude
nessuno" e quindi si promuove "l’apertura a tutti i popoli di altre culture e
tradizioni religiose". Così facendo l’amore del Vangelo viene distorto e Cristo
viene tradito. Per questa religione mondiale unitaria, i rappresentanti sia
della Chiesa cattolica che delle Chiese cristiane ortodosse hanno già espresso
la loro volontà di rinunciare ad alcuni principi cristiani a favore dell’Islam,
della fede mosaica o del buddismo.
(Vedi anche discorso 91: "L’ecumene interreligiosa:
le religioni sono solo cammini diversi alla salvezza?" [non ancora disponibile in italiano.
leggi in tedesco / leggi in inglese])
La vera e autentica fede cristiana, però, non può rinunciare ad alcuno dei suoi principi. Il cristianesimo è l’unica religione al mondo che rivendica la verità assoluta e non può allontanarsi da questa. Nostro Signore ha detto:
Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.
Giov 14,6 Gli disse Gesù: «Io sono la via,
la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.
Giov 14,6;
E tutto questo non lascia spazio a reinterpretazioni o
compromessi. È l’unica verità valida.
La pretesa della rappresentanza esclusiva del cristianesimo biblico.Dio è raggiungibile per ogni singola persona che
lo desideri. |
Come dunque ci dice il Signore nelle sue parabole, riportate qui sotto, il Regno o il Governo di Dio (celeste) non piove dal cielo.
Pieno di gioia, e vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
Mat 13,44 Il regno dei cieli è simile a un tesoro
nascosto in un campo; un uomo lo trova e lo nasconde di nuovo, poi va,
pieno di gioia, e vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Mat 13.44;
Trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.
Mat 13,45 Il regno dei cieli è
simile a un mercante che va in cerca di perle preziose; 46 trovata una
perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra. Ma Mat 13.45-46;
In entrambe le parabole gli uomini hanno venduto tutto ciò che avevano per entrare in possesso di qualcosa che avevano appena trovato. Quindi il Regno di Dio non è gratuito! Dobbiamo pagare per averlo. Non in denaro, però, ma rinunciando a tutte quelle nostre caratteristiche che impedirebbero la crescita del Governo di Dio in noi, e quindi il nostro diritto in qualità di eredi del Regno di Dio. L’apostolo Paolo, nelle sue lettere, ha elencato alcune di queste cattive qualità:
O non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio?
1Cor 6,9 O non sapete che gli
ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non illudetevi: né né
immorali, né idolàtri, né adùlteri, 6,10 né effeminati, né
sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci
erediteranno il regno di Dio. 6,11 E tali eravate alcuni di voi; ma
siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome
del Signore Gesù Cristo e nello Spirito del nostro Dio! 1Cor 6,9-11;
Circa queste cose vi preavviso, come già ho detto, che chi le compie non erediterà il regno di Dio.
Gal 5,16 Vi dico dunque: camminate secondo lo
Spirito e non sarete portati a soddisfare i desideri della carne; 5,17 la carne
infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla
carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che
vorreste. 5,18 Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete più sotto la
legge. 5,19 Del resto le opere della carne sono ben note: fornicazione,
impurità, libertinaggio, 5,20 idolatria, stregonerie,
inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, 5,21
invidie, ubriachezze, orge e cose del genere; circa queste cose vi
preavviso, come già ho detto, che chi le compie non erediterà il regno di Dio.
5,22 Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza,
benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; 5,23
contro queste cose non c’è legge. Gal 5,16-23;
Perché, sappiate lo bene, nessun fornicatore, o impuro, o avaro – che è roba da idolatri – avrà parte al regno di Cristo e di Dio.
Efe 5,3
Quanto alla fornicazione e a ogni specie di impurità o cupidigia,
neppure se ne parli tra voi, come si addice a santi; 5,4 lo
stesso si dica per le volgarità, insulsaggini, trivialità: cose tutte
sconvenienti. Si rendano invece azioni di grazie! 5,5 Perché,
sappiate lo bene, nessun fornicatore, o impuro, o avaro – che è roba da idolatri
– avrà parte al regno di Cristo e di Dio. 5,6 Nessuno vi inganni con
vani ragionamenti: per queste cose infatti piomba l’ira di Dio sopra coloro che
gli resistono. Efe 5,3-6;
Qui il grano viene separato dalla pula. Tutte le religioni non cristiane, compreso l’ebraismo, la chiesa cattolica e quella ortodossa ("Madre di Dio", i "santi"), sono escluse dal Regno di Dio a causa dell’idolatria da loro praticata. Sono escluse anche quelle chiese protestanti che benedicono le coppie omosessuali (da ultimo due sacerdoti anglicani!!!), hanno benedetto i "ragazzi lussuriosi (effeminati)" e sono andate contro questo comandamento di Dio, perché, come scrive Paolo, gli immorali, gli impuri e gli avari sono anche idolatri.
Non avrai altri dèi di fronte a me. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai.
Es 20,3
nonnon avrai altri dèi di fronte a me. 20,4 Non ti farai idolo né immagine
alcuna di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di
ciò che è nelle acque sotto la terra. 20,5 Non ti prostrerai davanti a
loro e non li servirai. Perché io, il Signore, sono il tuo Dio, un Dio
geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta
generazione, per coloro che mi odiano. Es 20,3-5;
Anche nelle chiese evangeliche non c’è comunque da rallegrarsi.
Tutti questi altri motivi di esclusione come:
- indecenza, chiacchiere sciocche e spiritosaggini
- inimicizie, lotte, gelosie, scoppi d’ira, egoismo,
litigi, fazioni
- invidia, alcol, ingordigia
- fornicazione, impurità, dissolutezza
si ritrovano sempre più spesso nella comunità e purtroppo non
sempre vengono condannati apertamente. .
Queste sono ormai tutte caratteristiche che noi, come eredi del Regno di Dio,
dobbiamo sradicare e non possiamo più permettere che accadano. Cosa dire invece
di ciò che dovremmo fare? Dovremmo pregare tutto il giorno? Qui bisogna
distinguere tra ciò che di solito si intende per preghiera e ciò che in realtà è
la vera preghiera. Quella forma di preghiera che si pratica nella Chiesa
cattolica per penitenza, per esempio"3 Padre nostro e 4 Ave Maria", è una recita
di testi imparati a memoria, e con l’"Ave Maria" si tratta anche di testi
idolatri. Questo è un insulto a Dio e non ha nulla a che fare con la vera
preghiera.
Come la conversazione con una persona cara invece, che ogni giorno trova un
momento in cui si discute di determinati argomenti, poi però nel frattempo si
verificano altri eventi, sui quali si ha un breve scambio di opinioni, così è
anche con la preghiera a Dio. Anche in questa conversazione ci sarà un "punto
fisso all’ordine del giorno" con domande e ringraziamenti fondamentali –
possibilmente al mattino. Poi, però, c’è anche la necessità di ringraziare Dio
più e più volte nel corso della giornata, per esempio per un bel momento – che
sia nella natura o nella vita – oppure di chiedere il buon esito in un’impresa
difficile. Visto sotto questa luce, il cristiano biblico in realtà prega tutto
il giorno – anche se non ininterrottamente – perché parla con Dio nel Spirito e
non recita formule di preghiera.
Ciò è abbastanza simile allo studio della Bibbia. Qui un libro della Bibbia
viene spesso solo "esaminato", se ne parla un po’ e poi si affronta il libro
successivo. A parte il fatto che i partecipanti di solito a questo punto non
ricordano più quello che hanno letto nel libro precedente, la maggior parte di
loro, fino al fine settimana successivo, dimentica quello che ha letto la
settimana prima. Come si può vedere, tutto ciò non ha alcun senso e non è del
tutto incomprensibile il fatto che alcuni fratelli e sorelle "ne abbiano fin
sopra i capelli" di questi incontri.
Un proficuo studio biblico non si dovrebbe affrettarsi nella lettura di tutti i
libri della Bibbia dalla Genesi all’Apocalisse, ma dovrebbe prima cercare un
determinato argomento per elaborarlo. Questo argomento viene poi esaminato lungo
tutta la Scrittura seguendo i passi paralleli e prendendo nota di ciò che è
scritto a riguardo e in quali punti. Solo allora inizia lo studio vero e proprio
della Scrittura, in cui questi testi e tutto il loro contesto complessivo
vengono esaminati e analizzati in ogni singolo libro, cosa dicono
sull’argomento, dove ci sono più informazioni in merito a ciò nella Scrittura,
ecc. Finalmente si ricevono dalla Bibbia informazioni piuttosto consistenti sul
tema scelto – per esempio il Rapimento – e il tutto non è più un testo letto
velocemente e al massimo memorizzato, ma piuttosto una documentazione alquanto
dettagliata, in cui lo sfondo degli eventi diventa improvvisamente più
comprensibile e non si dimentica così rapidamente.
In realtà, alcuni confratelli pensano che tutte queste connessioni nella Bibbia
siano molto interessanti, ma per una vita gradita a Dio e piena di fede questo è
del tutto irrilevante. Se una persona si è convertita e partecipa alla funzione
nella sua chiesa ogni domenica, questo è molto più importante, dice, rispetto al
conoscere le profezie delle Scritture e il loro significato per il presente e il
futuro.
A quanto pare gli ebrei al tempo di Gesù la pensavano allo stesso modo, come ci
viene detto in Mar 12,10-27.
Non avete forse letto questa Scrittura: La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata d’angolo.
Mar 12,10 Non avete forse letto questa
Scrittura: La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata
d’angolo; 12,11 dal Signore è stato fatto questo ed è mirabile agli
occhi nostri»? 12,12 Allora cercarono di catturarlo, ma ebbero paura della
folla; avevano capito infatti che aveva detto quella parabola contro di loro. E,
lasciatolo, se ne andarono. Mar 12,10-12;
Non avete letto nel libro di Mosè, come Dio gli parlò dicendo: Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e di Giacobbe?
Mar 12,26 A riguardo poi dei morti che devono
risorgere, non avete letto nel libro di Mosè, a proposito del roveto,
come Dio gli parlò dicendo: Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e di
Giacobbe? 12,27 Non è un Dio dei morti ma dei viventi! Voi siete in
grande errore». Mar 12,26-27;
Questi ebrei erano probabilmente anche Israeliti rispettosi
della legge e zelanti visitatori della sinagoga. Eppure, come il Signore
conferma loro qui, non hanno letto le loro Scritture (Sal 118,22-24 ed Es 3,6) e
da una parte non hanno riconosciuto – come, tra l’altro, fa anche Nicodemo nel
passo citato prima – che c’è una Risurrezione e che Dio non è il Dio dei morti,
ma dei vivi. Dall’altra parte – il che è molto peggio – non hanno capito affatto
l’avvertimento del salmista (la pietra che i costruttori hanno rifiutato) nell’Hallel,
la cui seconda parte (Sal 115-118) viene cantata ogni anno dopo la preghiera di
chiusura del pasto pasquale (Mat 26,30), e così non hanno riconosciuto il Messia
che è venuto. La conseguenza di ciò è stata la più grande catastrofe che abbia
mai colpito Israele: poco prima del compimento di tutte le profezie che Dio
aveva espresso a questo popolo, essi, a causa della loro scarsa conoscenza delle
Scritture, condannarono a morte il Figlio di Dio, il quale doveva realizzare
queste promesse, e lo consegnarono ai Romani per la crocifissione.
Qui possiamo vedere molto chiaramente il collegamento tra profezia e realtà, e
il pericolo in cui incorrono quei fratelli che pensano che sarebbe sufficiente
partecipare alla funzione della domenica per non preoccuparsi della Scrittura e
delle sue profezie. Purtroppo, anche alcuni maestri della Sacra Scrittura
contribuiscono a questo atteggiamento, predicando che la comunità sarebbe stata
rapita anche prima della Tribolazione, cosicché oggi non ci resta che aspettare
che il Signore Gesù venga e ci porti a lui. holt.
(Vedi anche discorso 71: "Il
prossimo grande evento nella storia del mondo per i credenti sarà Il Rapimento?"
[non ancora disponibile in italiano. leggi in tedesco /
leggi in inglese]])
Ma ciò che viene tenuto nascosto alla gente in questo contesto è, tra l’altro, l’affermazione del Signore sulla sua Seconda Venuta e sul Rapimento in Mat 24,29-31:
Ora, subito dopo l’afflizione di quei giorni essi vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nuvole del cielo.
Mat 24,29 »Ora, subito dopo l’afflizione di
quei giorni, il sole si oscurerà e la luna non darà il suo chiarore, le
stelle cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno scrollate. 24,30 E
allora apparirà nel cielo il segno del Figlio dell’uomo; e tutte le nazioni
della terra faranno cordoglio e vedranno il Figlio dell’uomo venire
sulle nuvole del cielo con potenza e grande gloria. 24,31 Ed egli
manderà i suoi angeli con un potente suono di tromba, ed essi
raccoglieranno i suoi eletti dai quattro venti, da una estremità dei
cieli all’altra. Mat 24,29-31;
Così il Signore verrà a raccogliere i suoi solo dopo la Tribolazione
(1Tess 4,15-17; 2Tess 2,8), e la comunità dovrà affrontare questa
Grande Tribolazione. Quindi è fuori discussione sedersi e aspettare il Signore.
Il prossimo più grande evento della storia mondiale per i fedeli non è dunque il
Rapimento, come annuncia Heinz Weber della scuola biblica Brake, ma la più
grande catastrofe di tutti i tempi: una grande Tribolazione come non è mai
accaduta dall’inizio del mondo fino ad oggi, né mai più accadrà (Mt 24,21).
(Vedi anche discorso 09: "La
Grande Tribolazione: afflizioni per i credenti o per tutto il mondo?"
[non ancora disponibile in italiano. leggi in tedesco /
leggi in inglese])
Come ci dice il Signore, ci saranno grandi tentazioni per noi cristiani soprattutto in questi momenti difficili:
Sorgeranno infatti falsi cristi e falsi profeti e faranno grandi portenti e miracoli, così da indurre in errore, se possibile, anche gli eletti.
Mat 24,23 Allora se qualcuno vi dirà: Ecco,
il Cristo è qui, o: È là, non ci credete. 24,24 Sorgeranno infatti falsi
cristi e falsi profeti e faranno grandi portenti e miracoli, così da indurre in
errore, se possibile, anche gli eletti.
24,25 Ecco, io ve l’ho predetto. Mat 24,23-25;
Così, chi oggi non avverte i fratelli di questi pericoli e
insegna loro che il prossimo avvenimento per i fedeli è il Ritorno del Signore,
è in parte colpevole se poi questi credono che un falso Cristo sia il Signore
che è ritornato.
(Vedi anche discorso 65: "Perché
il rapimento deve essere impostato al sesto sigillo prima del giorno dell’ira di Dio."
[non ancora disponibile in italiano. leggi in tedesco /
leggi in inglese])
Come si può vedere, questa volta si presenterà ai fedeli una situazione simile a quella che abbiamo osservato in precedenza con gli ebrei, quando il Signore era ancora in vita. Con la differenza che gli ebrei di allora presero il vero Cristo per il falso e lo uccisero, mentre qui i fedeli cristiani prenderanno il falso Cristo (Anticristo) per il vero e lo seguiranno.
Se un altro venisse nel proprio nome, lo ricevereste.
Giov 5,43 Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi ricevete;
se un altro venisse nel proprio nome, lo ricevereste. Giov 5,43;