Il Raduno di Israele è cominciato già nel 1948 oppure avverrà solamente negli Ultimi Tempi? / Replica di Marcus Franz 00, 11-07-2000
L’inizio del Raduno nel 1948, la fine nel Millennio? / Replica di Marcus Franz 01, 25-07-2000
Il Raduno di Israele: un punto di riferimento inequivocabile nella storia finale di Dio? / Replica di Ernst Panzer 00, 06-08-2000
Israele finora ha disobbedito, e quindi è una sventura fino ad oggi. / Libro di Ernst Panzer 00, pagina 128
Tutti i governi – e quindi anche quello di Israele – sono stabiliti da Dio? / Replica Alexandros Drougas 00, 2004-11-15
L’Israele di oggi deve affrontare di nuovo la diaspora? / Replica di Herbert Weid 00, 30-09-2006
L’Israele di oggi deve affrontare di nuovo la diaspora? / Replica di Herbert Weid 01, 14-10-2006
Il diritto dei palestinesi alla loro terra. / Jimmy Carter, intervista a "Die Presse" del 02-12-2006
Il diritto di Israele allo stato fondato nel 1948 è scritto nella Bibbia? - Discorso 101: il "Movimento di Israele" nelle comunità cristiane
L’importanza di uno stato israeliano diventa chiara solo
quando si considera che solamente dal 1948, dopo quasi 2000 anni di
dispersione, esiste uno stato israeliano indipendente. Fino a cento anni
prima, la maggior parte delle persone lo avrebbe ritenuto totalmente
improbabile (cfr. il congresso sionista di Basilea del 1897). Così è
iniziata la fine della dispersione. Questo è il Raduno già annunciato
nell’AT (cfr. Isa 43,5-7; Ez 20,40-44; Amos 9,14-15, ecc.). È vero che circa
2/3 degli ebrei vivono ancora fuori da Israele, ma non è nemmeno necessario
aspettare che tutti gli ebrei giungano in Israele prima dell’alba degli
Ultimi Tempi veri e propri, perché il Raduno completo avverrà solo nel Regno
Millenario, come chiariscono alcuni passi biblici (cfr. Isa 66,20; Zef 3,20).
(Il versetto di Daniele 12,7, talvolta citato in questo contesto, non può
invece essere realmente addotto come prova del significato della fine della
dispersione, poiché il testo di base ("… quando la forza del popolo santo
sarà interamente spezzata, allora tutte queste cose si compiranno…") parla
piuttosto a questo punto della fine ultima della persecuzione e della
tribolazione di Israele, e quindi si riferisce maggiormente all’intervento
di Gesù al suo Ritorno).
Con il ristabilimento di Israele come unità nazionale e politica nella sua
patria storica, si è verificata una delle principali condizioni relative a
Israele per l’alba degli Ultimi Tempi in senso stretto. Proprio questo
aspetto era stato troppo spesso trascurato nei tempi passati, ovvero la
necessità del verificarsi di certi eventi, che in un certo senso possono
essere visti come "segni premonitori" dell’imminenza degli Ultimi Tempi, e
Israele è uno di questi.
(Marcus Franz, XXXXmarcus1973@t-online.de / https://www.marcus1973.privat.t-online.de/endzeit.html)
L’opinione per cui non si possano ignorare gli sviluppi avvenuti
in Israele dalla fondazione dello stato nel 1948 e che si debba quindi presumere
che il ritorno del popolo di Israele nella sua terra, come annunciato nelle
Scritture, sia in pieno svolgimento, se non già quasi completato, è –
comprensibilmente – molto diffusa. Da un lato, questo popolo ha dovuto
sopportare così tante persecuzioni ed espulsioni nella sua storia che qualsiasi
persona ragionevole può solo desiderare che Israele finalmente trovi pace e
ritorni nella sua terra.
Per i cristiani credenti, però, c’è un altro aspetto importante che qui è
rilevante, un aspetto che è collegato alle dichiarazioni contenute nella
Scrittura sugli eventi degli Ultimi Tempi. Come scrive giustamente Marcus Franz
nel passo precedente, alla luce di molti passi scritturali – alcuni dei quali da
lui citati – ci sono vari segni dai quali possiamo riconoscere che gli Ultimi
Tempi sono arrivati. E questo è di grande importanza per i credenti cristiani,
perché implica anche che il tempo del Ritorno di Nostro Signore si sta
avvicinando. Poiché per molti di noi questa è una correlazione molto importante,
dobbiamo verificare attentamente se questa interpretazione è effettivamente
supportata anche dalla Scrittura.
Diamo un’occhiata più da vicino ai passaggi scritturali citati sopra:
Io ricondurrò la tua discendenza da oriente, e ti raccoglierò da occidente.
Isa 43,3 perché io sono il SIGNORE, il tuo Dio, il
Santo d’Israele, il tuo salvatore; io ho dato l’Egitto come tuo riscatto,
l’Etiopia e Seba al tuo posto. 43,4 Perché tu sei prezioso ai miei occhi, sei
stimato e io ti amo, io do degli uomini al tuo posto, e dei popoli in cambio
della tua vita. 43,5 Non temere, perché io sono con te; io ricondurrò la
tua discendenza da oriente, e ti raccoglierò da occidente. 43,6
Dirò al settentrione: «Da’!» E al mezzogiorno: «Non trattenere»; fa’ venire i
miei figli da lontano e le mie figlie dalle estremità della terra: 43,7
tutti quelli cioè che portano il mio nome, che io ho creati per la mia gloria,
che ho formati, che ho fatti. Isa 43,3-7;
Qui Isaia descrive come il Signore loro Dio raccoglierà gli
Israeliti da tutto il mondo per ricondurli alla loro terra. Tutto questo
potrebbe benissimo essere riferito alla situazione odierna – dal 1948. Tuttavia
Isaia continua a descrivere questo evento. In Isa 49,22 egli dice:
Ed essi ti ricondurranno i tuoi figli in braccio, ti riporteranno le tue figlie sulle spalle.
Isa 49,22 Così parla il Signore, DIO: «Ecco, io
alzerò la mia mano verso le nazioni, innalzerò la mia bandiera verso i popoli, ed
essi ti ricondurranno i tuoi figli in braccio, ti riporteranno le tue figlie
sulle spalle. 49,23 I re saranno i tuoi precettori e le loro regine
saranno le tue balie; essi si inchineranno davanti a te con la faccia a terra,
lambiranno la polvere dei tuoi piedi; tu riconoscerai che io sono il SIGNORE,
che coloro che sperano in me non saranno delusi». Isa 49,22-23;
Così i pagani condurranno in braccio e sulle loro spalle gli
Israeliti dalla diaspora alla loro terra, Israele. Chi ha seguito la storia
dell’immigrazione degli Israeliti in Palestina sa che negli anni ’40 gli ebrei
dovevano affittare navi a caro prezzo per arrivare in Palestina da tutto il
mondo. Lì, gli inglesi, che allora esercitavano il dominio sulla Palestina, li
aspettavano di fronte alle coste di Haifa, sparavano su di loro e speronavano le
loro navi per impedire agli ebrei di immigrare in Palestina.
Naturalmente anche qui possiamo prevedere che le affermazioni fatte in Isa 43,5-6 –
"… ti raccoglierò … dalle estremità della terra" – saranno
intese letteralmente, mentre quella in Isa 49,22 – "essi ti ricondurranno i tuoi
figli in braccio, ti riporteranno le tue figlie sulle spalle" – sarà presa come
una "metafora simbolica". Diamo quindi un’occhiata agli altri passaggi.
Il successivo dei passi biblici sopracitati è Ez 20,40-44:
Quando vi avrò condotti fuori dai popoli e vi avrò radunati dai paesi dove sarete stati dispersi.
Ez 20,40 Poiché sul mio monte santo, sull’alto
monte d’Israele", dice il Signore, DIO, "là tutti quelli della casa d’Israele,
tutti coloro che saranno nel paese, mi serviranno; là io mi compiacerò di loro,
là io chiederò le vostre offerte e le primizie dei vostri doni in tutto quello
che mi consacrerete. 20,41 Io mi compiacerò di voi come di un profumo di odore
soave, quando vi avrò condotti fuori dai popoli e vi avrò radunati dai
paesi dove sarete stati dispersi; io sarò santificato in voi davanti
alle nazioni; 20,42 voi conoscerete che io sono il SIGNORE, quando vi
avrò condotti nella terra d’Israele, paese che giurai di dare ai vostri padri.
20, 43 Là vi ricorderete della vostra condotta e di tutte le azioni con
le quali vi siete contaminati; sarete disgustati di voi stessi, per tutte le
malvagità che avete commesse; 20,44 conoscerete che io sono il SIGNORE,
quando avrò agito con voi per amor del mio nome e non secondo la vostra condotta
malvagia, né secondo le vostre azioni corrotte, o casa d’Israele!", dice il
Signore, DIO». Ez 20,40-44;
Anche qui si parla di questo Raduno del popolo d’Israele dai
paesi in cui era disperso. Ma poi dice anche in Ez 20,43: "Là vi ricorderete
della vostra condotta e di tutte le azioni con le quali vi siete contaminati;
sarete disgustati di voi stessi, per tutte le malvagità che avete commesse".
Tutto ciò è pertinente per l’attuale popolo d’Israele? È questo l’atteggiamento
degli Israeliti verso il loro Dio? Certamente non della maggioranza! Adesso si
potrà argomentare che queste affermazioni si riferiscono solo agli Israeliti
credenti e non al gran numero di coloro che – come in tutti gli altri popoli del
mondo – hanno a malapena a che fare con il Dio della Bibbia.
Anche se ci si deve
chiedere naturalmente cosa cerchino questi miscredenti e senza Dio in questa
terra di Israele, che Dio "giurò di dare ai loro padri", come dice sopra in
Ez 20,42 – si può anche affermare, parlando anche solo di quegli Israeliti che
sono religiosi, che essi si ricordano delle loro vie malvagie e hanno
sperimentato una conversione?
Poco tempo fa, ancora una volta, un deputato e leader del partito religioso "Shas"
(Ariel Deri) è stato condannato in tribunale per frode e corruzione. Basti
pensare alla prematura uscita di scena di Ezer Weitzmann e Benjamin Netanjahu dalle due
più alte cariche dello stato – la presidenza e la premiership – perché sono
stati condannati per corruzione e tangenti. E la corruzione potrebbe diventare
un problema anche per l’attuale (2006) capo di stato israeliano.
La procura di
stato israeliana ha ordinato l’avvio di indagini sulle attività del primo
ministro Ehud Olmert per sospetta corruzione. Il procuratore Eran
Schendar ha annunciato che le indagini preliminari hanno fornito prove
sufficienti. Olmert è accusato di aver esercitato illegalmente l’influenza del
governo in relazione alla vendita di quote della banca israeliana Leumi.
Quindi non c’è traccia di pentimento qui. Israele non si comporta diversamente
dalle nazioni senza Dio. Già il profeta dell’Antico Testamento Michea si
lamentava di questo popolo:
Le loro mani sono pronte al male, per farlo con ogni cura; il principe ha delle pretese, il giudice si lascia corrompere..
Mic 7,2 L’uomo pio è scomparso dalla terra;
non c’è più gente retta fra gli uomini; tutti stanno in agguato per spargere il
sangue, ognuno dà la caccia con la rete a suo fratello. 7,3 Le loro mani
sono pronte al male, per farlo con ogni cura; il principe ha delle pretese, il
giudice si lascia corrompere, il potente manifesta la sua ingordigia e ordiscono
così le loro trame. 7,4 Il migliore di loro è simile a un rovo; il più
retto è peggiore di una siepe di spine. Il giorno annunciato dalle tue
sentinelle, il giorno della tua punizione viene; allora saranno nella
costernazione. Mic 7,2- 4;
Ma troviamo anche, nell’ultimo dei passi sopracitati,
Amos 9,14-15:
Io li pianterò nella loro terra e non saranno mai più sradicati alla erra che io ho dato loro.
Amos 9,14
Io libererò dall’esilio il mio popolo, Israele; essi ricostruiranno le città
desolate e le abiteranno; pianteranno vigne e ne berranno il vino; coltiveranno
giardini e ne mangeranno i frutti. 9,15 Io li pianterò nella loro terra e non
saranno mai più sradicati alla erra che io ho dato loro», dice il SIGNORE, il
tuo Dio. Amos 9,14-15;
Il Signore vuole piantarli nella terra che ha dato loro. È stato
davvero Dio, il Signore, a restituire agli Israeliti la loro terra nel 1948?
Questa domanda dovrebbe avere una risposta affermativa se anche le altre
promesse che sono state fatte a Israele dal suo Dio in relazione al Raduno e al
ritorno del suo popolo sono state adempiute. Esaminiamone alcune:
E li ricondurrò nel paese che diedi ai loro padri, ed essi lo possederanno.
Ger 30,3 poiché ecco, i giorni vengono",
dice il SIGNORE, "in cui io riporterò dall’esilio il mio popolo d’Israele
e di Giuda", dice il SIGNORE, "e li ricondurrò nel paese che
diedi ai loro padri, ed essi lo possederanno"». Ger 30,3;
Perché vi renderò famosi e gloriosi fra tutti i popoli della terra.
Sof 3,19 In quel tempo, io agirò contro tutti
quelli che ti opprimono; salverò la pecora che zoppica, raccoglierò
quella che è stata cacciata via, e li renderò gloriosi e famosi, in tutti i
paesi dove sono stati nella vergogna. 3,20 In quel tempo, io vi
ricondurrò; in quel tempo, vi raccoglierò; perché vi renderò famosi e
gloriosi fra tutti i popoli della terra, quando farò tornare, sotto i vostri
occhi, quelli che sono in esilio», dice il SIGNORE. Sof 3, 19-20;
Voi mi cercherete e mi troverete, perché mi cercherete con tutto il vostro cuore;.
Ger 29,13 Voi mi cercherete e mi troverete,
perché mi cercherete con tutto il vostro cuore; 29,14 io Mi lascerò trovare
da voi", dice il SIGNORE. "Vi farò tornare dalla vostra prigionia;
vi raccoglierò da tutte le nazioni e da tutti i luoghi dove vi ho cacciati",
dice il SIGNORE; "vi ricondurrò nel luogo da cui vi ho fatti deportare".
Ger 29,13-14;
I figli d’Israele e i figli di Giuda torneranno insieme; cammineranno piangendo, cercheranno il SIGNORE, il loro Dio.
Ger 50,4 In quei giorni, in quel tempo», dice il
SIGNORE, «i figli d’Israele e i figli di Giuda torneranno insieme;
cammineranno piangendo, cercheranno il SIGNORE, il loro Dio. 50,5
Domanderanno qual è la via di Sion, volgeranno le loro facce in direzione
d’essa, e diranno: "Venite, unitevi al SIGNORE con un patto eterno, che non
si dimentichi più!" Ger 50,4-5;
Io metterò il mio occhio su di loro per il bene; li ricondurrò in questo paese; li stabilirò fermamente, e non li distruggerò.
Ger 24,6metterò il mio occhio su di loro per il
bene; li ricondurrò in questo paese; li stabilirò fermamente, e non li
distruggerò; li pianterò, e non li sradicherò. 24,7 Darò loro un cuore per
conoscere me che sono il SIGNORE; saranno mio popolo e io sarò loro Dio, perché
si convertiranno a me con tutto il loro cuore. Ger 24,6-7;
Anche sopra in Ger 29,14 il Signore promette agli Israeliti "vi
raccoglierò da tutte le nazioni e da tutti i luoghi dove vi ho cacciati". Questo
è esattamente ciò di cui stiamo parlando. Ma come abbiamo letto prima, in
Ger 29,13, questa promessa vale ad una determinata condizione: "…
mi cercherete con tutto il vostro cuore…".
Gli Israeliti hanno veramente "cercato il loro
Dio con tutto il loro cuore" prima o dopo il 1948? Il "popolo d’Israele e di
Giuda" venne e "camminò piangendo, cercando il loro Dio" come profetizzato nel
testo successivo, in Ger 50,4?
E infine un altro passo citato sopra, in Ger 24,6-7, parla di questo ritorno di
Israele nella sua terra. "Metterò il mio occhio su di loro per il bene; li
ricondurrò in questo paese", dice lì il Signore. E inoltre: "saranno mio popolo
e io sarò loro Dio, perché si convertiranno a me con tutto il loro cuore".
Anche Gioele ed Ezechiele parlano di questo evento:
Dopo questo, avverrà che io spargerò il mio Spirito su ogni persona: i vostri figli e le vostre figlie profetizzeranno.
Gioele 2,28 «Dopo questo, avverrà che io
spargerò il mio Spirito su ogni persona: i vostri figli e le vostre figlie
profetizzeranno, i vostri vecchi faranno dei sogni, i vostri giovani
avranno delle visioni. 2,29 Anche sui servi e sulle serve, spargerò in quei
giorni il mio Spirito. 2,30 Farò prodigi nei cieli e sulla terra: sangue, fuoco,
e colonne di fumo. 2,31 Il sole sarà cambiato in tenebre, e la luna in sangue,
prima che venga il grande e terribile giorno del SIGNORE. Gioele 3,1-4;
Metterò dentro di voi il mio Spirito e farò in modo che camminerete secondo le mie leggi.
Ez 36,24 Io vi farò uscire dalle nazioni,
vi radunerò da tutti i paesi, e vi ricondurrò nel vostro paese; 36,25
vi aspergerò d’acqua pura e sarete puri; io vi purificherò di tutte le vostre
impurità e di tutti i vostri idoli. 36,26 Vi darò un cuore nuovo e metterò
dentro di voi uno spirito nuovo; toglierò dal vostro corpo il cuore di pietra, e
vi darò un cuore di carne. 36,27 Metterò dentro di voi il mio Spirito e
farò in modo che camminerete secondo le mie leggi, e osserverete e metterete in
pratica le mie prescrizioni. 36,28 Abiterete nel paese che io diedi ai
vostri padri, sarete il mio popolo, e io sarò il vostro Dio. Ez 36,24-28;
Quindi riassumiamo quali sono i segni del Raduno e del ritorno
del popolo d’Israele nella sua terra promessi da Dio:
1. Cercheranno il Signore con tutto il loro cuore.
2. Verranno piangendo e cercheranno il loro Dio.
3. Il Signore darà loro un cuore per conoscerlo e per rivolgersi a lui.
4. Saranno purificati da tutte le loro impurità.
5. Dio li riempirà con il suo Spirito.
Si possono dire molte cose del popolo d’Israele di oggi, ma non
sicuramente che abbia cercato il loro Dio piangendo, e tanto meno che sembri che
sia stato purificato da tutte le sue impurità. E certamente non che sia stato
riempito dello Spirito di Dio.
La Bibbia parla quindi anche di questo ritorno come se avvenisse solo dopo la
venuta del Messia (Isa 49,5-6) – un punto di vista, per inciso, a cui aderiscono
anche i pochi ebrei ortodossi credenti rimasti, soprattutto nella diaspora. Così
il rabbino capo della comunità ebraica ortodossa di Vienna, Moishe Arye Friedmann
(da non confondere con Michel Friedman, il vicepresidente del Consiglio centrale degli ebrei in Germania), ha dichiarato in un’intervista ad un giornale:
‘(…) Per gli ebrei ortodossi è chiaro tuttavia che
la diaspora è il destino che Dio ci ha imposto fino alla Venuta del Messia. Uno
stato ebraico fondato sul potere e sulle armi come quello di Israele, di
conseguenza, contraddice la volontà di Dio (Os 1:7). Perciò preghiamo per la sua
caduta e che ciò avvenga senza spargimento di sangue innocente. A noi ebrei è
vietata la politica di potere, il nostro può essere soltanto un coerente cammino
spirituale.’
(Vedi anche Discorso 46: "Dichiarazione del rabbino capo M. A. Friedmann, Vienna (Austria)." )
In relazione ai passi scritturali dell’Antico e del Nuovo
Testamento che sono rilevanti per questa questione, è altamente probabile che
proprio questi stessi uomini e donne ebrei che aspettano la venuta del Messia
nella diaspora portino in sé quel seme che al momento stabilito sarà raccolto
dal loro e nostro Dio e riportato nella loro terra d’Israele.
E poi, naturalmente, c’è anche quel piccolo gruppo di ebrei messianici, cioè gli
ebrei che credono in Cristo (circa 10.000 in Israele), che condivide questo
punto di vista. Per noi cristiani, quindi, questo significa che avverrà dopo la
Seconda Venuta del Signore Gesù Cristo.
(Vedi anche Capitolo 09: "Il ritorno del residuo d’Israele e il resto delle nazioni.".)
Il resto del popolo d’Israele oggi è, come dice già Rom 11,25,
indurito. E questo fino a quando "non sia entrata la totalità degli stranieri".
Quindi, finché la via di salvezza di Dio per le nazioni non israelite non è
arrivato alla sua conclusione, il popolo d’Israele non si convertirà, e così
sarà impossibile che il ritorno alla propria terra come promesso da Dio abbia
luogo.
Ciò che sta avvenendo in Israele dalla fondazione dello stato nel 1948 è un
raduno che è stato sostenuto e portato a termine dai sionisti di Theodor Herzl
– vale a dire, dalla volontà e dallo sforzo umano. Il popolo
d’Israele oggi non si distingue in alcun modo dai popoli pagani. Non era e non è
il Signore loro e nostro Dio che li ha guidati (Ger 16,15; 31,8; ecc.).
L’Onnipotente non ha alcuna influenza o importanza in Israele né in politica, né
in economia, e in alcuni settori nemmeno nella religione.
Molti degli ebrei che si trovano oggi in Israele sono sì ebrei per discendenza,
ma non per promessa. Inoltre, gran parte della popolazione di Israele è
effettivamente senza religione. È a queste persone che si riferiscono quei passi
dell’Antico Testamento che vedono la terra d’Israele come abitata negli Ultimi
Tempi, e tuttavia si lamentano delle persone che abitano a Gerusalemme che
rifiutano di conoscere il Signore loro Dio e adorano invece gli idoli (gli idoli
della politica, dell’economia, della finanza ecc.).
(Vedi anche Capitolo 02: "La conquista e la dispersione di Gerusalemme.".)
Israele alla luce della Bibbia.Secondo l’Antico Testamento.
Dio non ha più alcuna compassione per la casa d’Israele (Os 1:6). Loro non sono
più il suo popolo (Os 1:9). Il Signore
salverà solo la casa di Giuda. Non con la guerra, però, ma con il suo
Spirito (Os 1:7). Soltanto nel Millennio, quando il Figlio di Dio avrà assunto il suo
dominio millenario sulla terra (Os 2:1, 18; Ez 34:25; Is 2:4), il Signore li riconoscerà
di nuovo come il suo popolo (Os 2:21; Ger 1:27-28). È la volontà di Dio che noi prestiamo ascolto a suo Figlio
(Mat 17:5). Questo Figlio di Dio ci ha detto che ogni essere umano che lo rifiuta, rifiuta
anche Dio (1Gio 2:23; Luca 10:16; Giov 5:22-23, 15:23). Il popolo d’Israele di oggi nega
il Figlio di Dio e lo offende come truffatore e bestemmiatore. Attraverso questa negazione del
Figlio, Israele ha rifiutato anche il Padre ed è dunque un popolo senza-Dio (Giov 8:24).
|
Il signor Horak fa qui l’errore (diffuso) di non distinguere
tra l’inizio e la fine del Raduno di Israele. E ancora: il compimento del
Raduno avverrà solo nel Regno Millenario, quando Gesù regnerà qui sulla
terra, e Israele crederà in lui. Passaggi come Isa 66,20, che parlano degli
Israeliti che vengono condotti a casa da gentili credenti, lo testimoniano e
sarebbero davvero difficili da immaginare in questo momento. Tuttavia
l’inizio del Raduno è già iniziato con il ristabilimento dello stato di
Israele.
Molti credono che Israele debba prima fare questo o quello prima che Dio si
rivolga di nuovo ad esso, ma dimenticano la fedeltà e la misericordia di
Dio. Qui si può indicare con sicurezza Ezechiele 36, dove una tale opinione
viene chiaramente respinta: nei versetti 22 e 32 Dio stesso afferma
inequivocabilmente che il raduno di Israele avviene non perché Israele si
comporta ora in modo particolarmente pio e santo, ma solo perché Dio lo fa
per amore del suo nome.
Prima (versetto 24) li conduce a casa (in Israele), poi li purifica con il
suo Spirito (versetto 25-27).
Questa sequenza (prima la restaurazione come stato, poi la restaurazione
come popolo santo) non è solo supportata dall’analogia con la valle delle
ossa in Ezechiele capitolo 37, riportata sotto, ma anche da passaggi di
Zaccaria (per esempio Zac 12,9.10): essendo stato riunito di nuovo, Israele
sarà sotto l’attacco di tutte le nazioni, e allora (e solo allora)
riconoscerà il suo Messia in Cristo, alla sua seconda venuta, e sarà
riempito di Spirito Santo.
Nel 1948, Israele è rinato come stato. Dopo quasi duemila anni di
dispersione, circondato da innumerevoli nemici. Nel frattempo, Israele non
solo è stato in grado di aumentare considerevolmente la sua popolazione, ma
è anche sopravvissuto a diverse guerre con avversari superiori. Chi non
vedrebbe qui l’azione miracolosa di Dio? Naturalmente, Dio usa anche persone
e circostanze per i suoi piani (come T. Herzl, l’olocausto, ecc.). Questo
esclude la sua azione?
Non so, signor Horak, con quali gruppi messianici lei sia in contatto. Tutti
quelli che conosco vedono nel neonato stato di Israele l’adempimento delle
promesse del Vecchio Testamento. E giustamente. Israele come stato è in
realtà rifiutato solo dai gruppi ultra-ultra-ortodossi, che a mio parere
hanno anche posizioni piuttosto discutibili sotto altri aspetti. Israele,
anche nella sua forma attuale, è il popolo di DIO sulla terra di DIO e
merita le nostre preghiere e il nostro sostegno.
Per il nostro bene, per il bene delle nostre chiese e del nostro paese (Gen 12,3).
Allo stesso tempo è una fantastica testimonianza della lealtà di Dio
nell’adempimento di tutte le sue promesse.
(Marcus Franz, XXXXmarcus1973@t-online.de / https://www.marcus1973.privat.t-online.de/endzeit.html
).
Gli argomenti e i passi biblici che parlano di un Raduno di
Israele solo nel Millennio sono trattati in dettaglio nel capitolo 09: "Il
ritorno del residuo d’Israele e il resto delle nazioni". Anche se qui è
possibile solo un approccio abbreviato, lo spazio non può e non deve essere
risparmiato per le dichiarazioni bibliche su questo argomento. Dopo tutto, sono
i criteri con cui si deve misurare un’interpretazione fondata.
(Vedi anche Capitolo 09: "Il ritorno del residuo d’Israele e il resto delle nazioni.")
Cominciamo dunque con i passi biblici citati sopra da M. Franz.
In relazione alla "conduzione a casa degli Israeliti da parte dei gentili
credenti" si cita Isa 60,20 – qui il testo:
In mezzo a loro ne sceglierò come sacerdoti e come Leviti.
Isa 66,20 Ricondurranno
tutti i vostri fratelli, da tutte le nazioni, come un’offerta al SIGNORE,
su cavalli, su carri, su lettighe, su muli, su dromedari, al mio monte santo, a Gerusalemme»,
dice il SIGNORE, «nel modo in cui i figli d’Israele portano le loro offerte in
un vaso puro alla casa del SIGNORE. 66,21In mezzo a loro ne
sceglierò come sacerdoti e come Leviti», dice il SIGNORE.. Isa 66,20-21;
Qui si promette che i gentili porteranno gli Israeliti da tutte
le nazioni in Israele. Se – come è già stato menzionato più volte in precedenza
- consideriamo ora la realtà della situazione dal 1948, è ovvio che qui non si
vede nulla del genere. Non solo i "gentili" non hanno portato gli Israeliti in
Israele, bensì hanno addirittura posto tutti gli ostacoli immaginabili sulla
loro strada – soprattutto all’inizio di questo ritorno, negli anni quaranta e
cinquanta – per impedire il loro ritorno. Di conseguenza, questo sarebbe uno di
quei testi che sostengono l’opinione che il Raduno di Israele avrà luogo solo
prima o all’inizio del Regno Millenario (Millennio).
Ma ora M. Franz sostiene, come affermato in precedenza, che il Raduno di Israele
a partire dal 1948 è solo l’inizio del processo, e che di conseguenza questi
testi devono essere interpretati come riferiti alla fine di questo Raduno, che
si trova nel Regno Millenario. Per valutare ora questo punto di vista, dobbiamo
accertare se quei passi scritturali che parlano del Raduno di Israele permettono
una tale supposizione. Restiamo sul passo citato sopra di Isa 66,20, e guardiamo
più da vicino il contesto:
E le nazioni verranno e vedranno la mia gloria.
Isa 66,15 Poiché ecco, il SIGNORE verrà nel
fuoco, e i suoi carri saranno come l’uragano per dare la retribuzione
della sua ira furente, per eseguire le sue minacce con fiamme di fuoco. 66,16
Poiché il SIGNORE eserciterà il suo giudizio con fuoco e spada, contro ogni
carne; gli uccisi dal SIGNORE saranno molti. 66,17 «Quelli che si santificano e
si purificano per andare nei giardini dietro all’idolo che è là in mezzo, quelli
che mangiano carne di porco, cose abominevoli e topi, saranno tutti consumati»,
dice il SIGNORE. 66,18 «Io conosco le loro opere e i loro
pensieri; il tempo è giunto per raccogliere tutte le nazioni e tutte le
lingue; esse verranno e vedranno la mia gloria. 66,19 Io metterò un
segnale tra di loro, e manderò alcuni dei loro scampati alle nazioni, a Tarsis,
a Pul e a Lud che tirano d’arco, a Tubal e a Iavan, alle isole lontane, che non
hanno mai udito la mia fama e non hanno mai visto la mia gloria; essi
proclameranno la mia gloria tra le nazioni. 66,20 Ricondurranno
tutti i vostri fratelli, da tutte le nazioni, come un’offerta al
SIGNORE, su cavalli, su carri, su lettighe, su muli, su dromedari, al mio monte
santo, a Gerusalemme», dice il SIGNORE, «nel modo in cui i figli d’Israele
portano le loro offerte in un vaso puro alla casa del SIGNORE. 66,21 In
mezzo a loro ne sceglierò come sacerdoti e come Leviti», dice il SIGNORE. Isa 66,15-21;
Qui si dice in Isa 66,15-17 che il Signore verrà con fuoco e
spada per sfogare la sua ira sui Gentili. E raccoglierà queste nazioni perché
vedano la sua gloria e la dichiarino tra tutti i popoli (Isa 66,18-19). E allora
- e solo allora! – questi popoli convertiti riporteranno gli Israeliti da tutte
le nazioni (Isa 66,20-21).
Da ciò emerge chiaramente che il Raduno degli Israeliti è una conseguenza
degli eventi che lo hanno preceduto.
- Prima viene il giudizio sui pagani
- Poi i pagani riconosceranno la gloria del Signore e si convertiranno
- Andranno dalle altre nazioni e proclameranno loro la gloria del Signore
- E poi – come risultato di questa conversione mondiale – le nazioni porteranno gli Israeliti nella loro terra.
Quindi, come si può riconoscere e anche facilmente ripercorrere
con la logica, i pagani condurranno gli Israeliti in Israele solo
dopo la loro conversione. Ma una tale conversione mondiale non è ancora avvenuta –
purtroppo – né prima, né dopo il 1948. Dal momento che in Isa 66,20 si dichiara
espressamente: "Ricondurranno tutt i i vostri fratelli, da tutte
le nazioni, come un’offerta al SIGNORE", dovrebbe essere effettivamente
possibile escludere l’idea di un "raduno anticipato".
Ma guardiamo gli altri passi della Scrittura citati sopra: poiché Ez 36 è
praticamente una biografia breve del popolo d’Israele, diamo un breve sguardo a
tutto il capitolo:
li dispersi fra le nazioni ed essi furono sparsi per tutti i paesi.
Ez 36,18 Perciò io riversai su di loro il mio
furore a motivo del sangue che avevano sparso sul paese e perché l’avevano
contaminato con i loro idoli; 36,19 li dispersi fra le nazioni ed essi
furono sparsi per tutti i paesi; io li giudicai secondo la loro
condotta e secondo le loro azioni. 36,20 E, giunti fra le nazioni dove sono
andati, hanno profanato il nome mio santo, poiché si diceva di loro: "Costoro
sono il popolo del SIGNORE, e sono usciti dal suo paese". Ez 36,18-20;
Dio ha disperso Israele tra le nazioni perché si era allontanato
dalla giusta fede e adorava gli idoli. Ma come leggiamo nel passo seguente, gli
Israeliti hanno anche profanato il nome del loro Dio nella diaspora:
Mio nome santo, che la casa d’Israele profanava fra le nazioni dov’è andata
Ez 36,21 Io ho avuto pietà del mio nome
santo, che la casa d’Israele profanava fra le nazioni dov’è andata.
36,22 Perciò, di’ alla casa d’Israele: Così parla il Signore, DIO: "Io agisco
così, non a causa di voi, o casa d’Israele, ma per amore del mio nome santo, che
voi avete profanato fra le nazioni dove siete andati. Ez 36,21-22;
E qui troviamo anche la prima promessa del Raduno di Israele. Il
Signore li radunerà, ma non "a causa di voi", come è detto qui, "ma per amore
del mio nome santo". Qui M. Franz ha completamente ragione quando dice che "il
raduno di Israele avviene non perché Israele si comporti ora in modo
particolarmente pio e santo, ma solo perché Dio lo fa per amore del suo nome".
Ed effettivamente non è che Israele debba prima diventare santo prima di poter
essere radunato dal suo Dio – cioè che il suo raduno sia una conseguenza delle
sue azioni – ma è piuttosto il contrario, cioè è il fatto che Dio si rivolge di
nuovo a loro e li raduna di nuovo che permette a questo popolo di convertirsi e
di diventare santo. La santità raggiunta dal popolo d’Israele, quindi, è una
conseguenza della riunione, e non il contrario.
Ma questo, in realtà, non era il punto della mia argomentazione. Stavo dicendo –
basandomi sui passi scritturali di cui sopra, e i due citati sotto – che Israele
non sarà effettivamente convertito finché la via di salvezza di Dio con le
nazioni non israelite non sarà stata realizzata.
Le loro menti sono diventate ottuse, ma quando Israele si sarà convertito al Signore, il velo sarà rimosso.
2Cor 3,14 Ma le loro menti sono diventate ottuse;
infatti, nella lettura dell’antico patto lo stesso velo rimane senza essere
rimosso, perché il velo viene annullato in Cristo. 3,15 Anzi fino ad oggi,
quando si legge Mosè un velo rimane sul loro cuore. 3,16 Ma quando Israele
si sarà convertito al Signore, il velo sarà rimosso. 2Cor 3,14-16;
Un indurimento si è prodotto in una parte d’Israele, finché non sia entrata la totalità degli stranieri;
Rom 11,25 Infatti, fratelli, non voglio che ignoriate
questo mistero, affinché non siate presuntuosi: un indurimento si è
prodotto in una parte d’Israele, finché non sia entrata la totalità degli
stranieri; 11,26 e tutto Israele sarà salvato, così come è
scritto (Isaia 59,20; Geremia 31,33): «Il liberatore verrà da Sion.
11,27 Egli allontanerà da Giacobbe l’empietà; e questo sarà il
mio patto con loro, quando toglierò via i loro peccati». 11,28 Per quanto
concerne il vangelo, essi sono nemici per causa vostra; ma per quanto concerne
l’elezione, sono amati a causa dei loro padri; 11,29 perché i doni e la
vocazione di Dio sono irrevocabili. 11,30 Come in passato voi siete stati
disubbidienti a Dio, e ora avete ottenuto misericordia per la loro
disubbidienza, 11,31 così anch’essi sono stati ora disubbidienti, affinché, per
la misericordia a voi usata, ottengano anch’essi misericordia. 11,32 Dio infatti
ha rinchiuso tutti nella disubbidienza per far misericordia a tutti.
Rom 11,25-32;
Tuttavia vediamo ancora:
E le nazioni conosceranno che io sono il SIGNORE", dice il Signore, DIO.
Ez 36,23 Io santificherò il mio gran nome che è
stato profanato fra le nazioni, in mezzo alle quali voi l’avete profanato;
e le nazioni conosceranno che io sono il SIGNORE", dice il Signore, DIO,
"quando io mi santificherò in voi, sotto i loro occhi. 36,24 Io
vi farò uscire dalle nazioni, vi radunerò da tutti i paesi, e vi ricondurrò nel
vostro paese; Ez 36,23-24;
Ora questo è il raduno del popolo d’Israele promesso dal loro
Dio. Ma prima di questo dice: "e le nazioni conosceranno che io sono il
SIGNORE", dice il Signore, DIO". E dopo questo il raduno: "Io vi farò uscire
dalle nazioni, vi radunerò da tutti i paesi, e vi ricondurrò nel vostro paese".
Proprio come sopra, in Isa 66,18-20, il riconoscimento della gloria del Signore
da parte dei pagani era il prerequisito per portare il popolo d’Israele nella
loro terra, così qui, in Ez 36,23-24 il prerequisito per il Raduno degli
Israeliti è che le nazioni riconoscano il Signore.
La sequenza stabilita da M. Franz qui sopra, nel suo commento:
‘Prima (versetto 24) li conduce a casa (in Israele),
poi li purifica con il suo Spirito (versetto 25-27)… prima la restaurazione
come stato, poi la restaurazione come popolo santo’
può essere accettato solo se, in tutta coerenza, si tiene conto
anche dell’inizio del brano (versetto 23). Ma allora risulterebbe che:
- Prima le nazioni devono riconoscere che Dio è il
Signore (versetto 23).
- Poi Dio conduce gli Israeliti a casa (verso 24)
- E infine li purifica per mezzo del suo Spirito (versetto 25-27)
Ma poiché gli Israeliti sono stati riportati a casa nel 1948, e
le nazioni non hanno ancora riconosciuto che Dio è il Signore, questo non può
essere il raduno promesso da Dio.
I versetti seguenti (Ez 36,25-35) si riferiscono alle promesse di Dio dopo che
Israele è stato radunato nella sua terra. Questi sono per me inseparabilmente
connessi con il raduno, e, supponendo che questo abbia avuto luogo nel 1948,
dovrebbero essere stati realizzati già da tempo. M. Franz, invece, è chiaramente
dell’opinione che queste promesse non siano in alcun modo collegate al raduno.
Vi darò un cuore nuovo e metterò dentro di voi uno spirito nuovo.
Ez 36,25 vi aspergerò d’acqua pura e sarete puri;
io vi purificherò di tutte le vostre impurità e di tutti i vostri idoli. 36,26
Vi darò un cuore nuovo e metterò dentro di voi uno spirito nuovo;
toglierò dal vostro corpo il cuore di pietra, e vi darò un cuore di carne.36, 27
Metterò dentro di voi il mio Spirito e farò in modo che camminerete secondo le
mie leggi, e osserverete e metterete in pratica le mie prescrizioni. 36,28
Abiterete nel paese che io diedi ai vostri padri, sarete il mio popolo,
e io sarò il vostro Dio. 36,29 Io vi libererò da tutte le vostre
impurità; chiamerò il frumento, lo farò abbondare, e non manderò più
contro di voi la fame; 36,30 farò moltiplicare il frutto degli
alberi e il prodotto dei campi, affinché non siate più esposti alla vergogna
della fame tra le nazioni. 36,31 Allora vi ricorderete delle vostre vie
malvagie e delle vostre azioni, che non erano buone, e avrete disgusto di voi
stessi a motivo delle vostre iniquità e delle vostre abominazioni. 36,32 Non è
per amor di voi che agisco così", dice il Signore, DIO, "siatene certi!
Vergognatevi, e siate confusi a motivo delle vostre vie, o casa d’Israele!" Ez 36,25-32;
In Ez 36,29-30 sopra, c’è un’indicazione della meravigliosa
moltiplicazione dei prodotti del campo, grano e frutta, che i sostenitori della
teoria del "raduno del 1948" amano applicare alla situazione attuale, nella
quale Israele sta facendo fruttificare aree sempre maggiori del paese e anche
del deserto.
Ma se le promesse precedenti, in Ez 36,28-29 – "sarete il mio
popolo, e io sarò il vostro Dio", e "io vi purificherò di tutte le vostre
impurità" – devono essere riferite al Millennio, in considerazione del fatto che
non si sono palesemente adempiute, allora anche queste profezie devono essere
intese come riferite a quel tempo, e quindi non c’è alcun tipo di connessione
con il presente!
Ma passiamo a considerare l’ultima sezione di questo capitolo:
l giorno che io vi purificherò di tutte le vostre iniquità, farò in modo che le città saranno abitate.
Ez 36,33 Così parla il Signore, DIO: "Il
giorno che io vi purificherò di tutte le vostre iniquità, farò in modo che le
città saranno abitate e le rovine saranno ricostruite; 36,34 la terra
desolata sarà coltivata, invece d’essere una desolazione agli occhi di tutti i
passanti. 36,35 Si dirà: ’Questa terra che era desolata, è diventata
come il giardino d’Eden; e queste città che erano deserte, desolate, rovinate,
sono fortificate e abitate’. 36,36 Le nazioni che saranno
rimaste attorno a voi conosceranno che io, il SIGNORE, ho ricostruito i luoghi
distrutti e ripiantato il luogo deserto. Io, il SIGNORE, parlo, e mando
la cosa a effetto". 36,37 Così parla il Signore, DIO: "Anche in questo mi
lascerò supplicare dalla casa d’Israele, e glielo concederò: io moltiplicherò
loro gli uomini come un gregge. 36,38 Come greggi di pecore consacrate, come le
greggi di Gerusalemme nelle sue feste solenni, così le città deserte saranno
riempite di greggi d’uomini; e si conoscerà che io sono il SIGNORE"». Ez 36,33-38;
Ci sono anche altri passi scritturali che parlano di questo
giorno in cui i peccati di Israele saranno perdonati:
Io (…) toglierò via l’iniquità di questo paese in un solo giorno.
Zac 3,9 Infatti, guardate la pietra che io
ho posta davanti a Giosuè; sopra un’unica pietra stanno sette occhi; ecco, io vi
inciderò quello che deve esservi inciso", dice il SIGNORE degli eserciti, "e
toglierò via l’iniquità di questo paese in un solo giorno. 3,10 In quel
giorno", dice il SIGNORE degli eserciti, "voi vi inviterete gli uni gli altri
sotto la vite e sotto il fico"». Zac 3,9-10;
Io perdonerò a quelli che lascerò come residuo d’Israele.
Ger 50,19 Ma ricondurrò Israele al suo pascolo,
pascolerà sul Karmel e in Bashan e la sua anima si sazierà sui colli di
Efraim e in Galaad. 50,20 In quei giorni, in quel tempo», dice l’Eterno, «si
cercherà l’iniquità d’Israele, ma non ce ne sarà alcuna, e i peccati di
Giuda, ma non si troveranno; perché io perdonerò a quelli che lascerò come
residuo. Ger 50,19-20;
La dispersione di Israele fu il suo castigo, ora i suoi peccati sono tolti.
Isa 27,6 In avvenire, Giacobbe
metterà radice, Israele fiorirà e germoglierà, e copriranno di frutta la faccia
del mondo. 27,7 Il SIGNORE ha colpito il suo popolo come ha colpito quelli che
colpivano lui? L’ha forse ucciso come ha ucciso quelli che uccidevano lui? 27,8
Tu l’hai punito con misura mandandolo lontano, portandolo via con il tuo soffio
impetuoso, in un giorno di vento orientale.
27,9 In questo modo è stata espiata l’iniquità di Giacobbe, e questo è il
frutto della rimozione del suo peccato: egli ha ridotto tutte le pietre
degli altari come pietre di calce frantumate, in modo che gli idoli di Astarte e
le colonne solari non risorgeranno più. Isa 27, 6-9;
«Non mi ricorderò più dei loro peccati e delle loro iniquità»
Ebr 10,15 Anche lo Spirito Santo ce ne
rende testimonianza. Infatti, dopo aver detto (Geremia 31,33. 34): 10,16 «Questo
è il patto che farò con loro dopo quei giorni», dice il Signore, «metterò le
mie leggi nei loro cuori e le scriverò nelle loro menti», egli aggiunge: 10,17
«Non mi ricorderò più dei loro peccati e delle loro iniquità».
Ebr 10,15-17;
Quale Dio è come te, che perdoni l’iniquità e passi sopra alla colpa del resto della tua eredità?
Mic 7,18 Quale Dio è come te, che perdoni l’iniquità
e passi sopra alla colpa del resto della tua eredità? Egli non serba la sua
ira per sempre, perché si compiace di usare misericordia. 7,19 Egli tornerà
ad avere pietà di noi, metterà sotto i suoi piedi le nostre colpe e getterà
in fondo al mare tutti i nostri peccati. 7,20 Tu mostrerai la tua fedeltà a
Giacobbe, la tua misericordia ad Abraamo, come giurasti ai nostri padri, fin
dai giorni antichi. Mic 7,18-20;
Questo sarà il mio patto con loro, quando toglierò via i loro peccai.
Rom 11,25 Infatti, fratelli, non
voglio che ignoriate questo mistero, affinché non siate presuntuosi: un
indurimento si è prodotto in una parte d’Israele, finché non sia entrata la
totalità degli stranieri; 11,26 e tutto Israele sarà salvato,
così come è scritto (Isa 59,20; Geremia 31,33):
«Il liberatore verrà da Sion. 11,27 Egli allontanerà da
Giacobbe l’empietà; e questo sarà il mio patto con loro, quando toglierò via i
loro peccati». Rom 11,25-27;
L’affermazione di Ez 36,33: "Così parla il Signore, DIO: Il
giorno che io vi purificherò di tutte le vostre iniquità, farò in modo che le
città saranno abitate e le rovine saranno ricostruite", ha ora però conseguenze
che si spingono oltre. Se supponiamo un raduno che ha luogo all’inizio del
Millennio, l’interpretazione di questi passaggi non presenta alcuna difficoltà.
Prima del Millennio, nel "Giorno dell’Ira", il Signore trasformerà la terra e il
cielo per creare le condizioni quasi paradisiache per il Regno Millenario che
seguirà. Dopo di che avrà luogo il Raduno, il ritorno, la benedizione degli
Israeliti con il perdono dei peccati e la ricostruzione delle città devastate
dalle catastrofi.
(Vedi anche Capitolo08: "La trasformazione del cielo e della terra.".)
Come possiamo ora vedere anche dai passi citati sopra (Isa 27,9,
Ebr 10,16 e Rom 11,27), la dispersione fu la punizione di Israele. Quando questa
dispersione avrà fine, i peccati degli Israeliti saranno cancellati, e il
Signore farà una nuova alleanza con loro e stabilirà la sua legge nei loro cuori
e nelle loro menti.
I sostenitori della teoria del "raduno del 1948", quindi, devono trovare
risposte alle seguenti domande:
Secondo queste promesse, gli Israeliti ricostruiranno le città d’Israele e le
abiteranno a partire da quel giorno in cui Dio perdonerà loro i peccati, farà
una nuova alleanza con loro e metterà la sua legge nei loro cuori e nelle loro
menti. I sostenitori della teoria del "raduno del 1948" ritengono che questo
momento sia stato raggiunto nell’anno 1948. Possiamo quindi, in tutta serietà,
affermare che il popolo d’Israele oggi ha la legge del suo Dio nei loro cuori e
nelle loro menti?
Le affermazioni contenute in Ez 37 sono – giustamente – riportate qui da M.
Franz. Si tratta – come in molti altri passi (per esempio Ger 30,3; 33,7-13;
23-26, Amos 9,14-15) – di un rovesciamento del destino di Israele. Anche
Isa 49,5-6 tratta questo tema:
Per ricondurgli Giacobbe, per raccogliere intorno a lui Israele;
Isa 49,5 Ora parla il SIGNORE che mi ha
formato fin dal grembo materno per essere suo servo, per ricondurgli Giacobbe,
per raccogliere intorno a lui Israele; io sono onorato agli occhi del
SIGNORE, il mio Dio è la mia forza. 49,6 Egli dice: «È troppo poco che tu sia
mio servo per rialzare le tribù di Giacobbe e per ricondurre gli scampati
d’Israele; voglio fare di te la luce delle nazioni, lo strumento della mia
salvezza fino alle estremità della terra». Isa 49,5-6;
È facile riconoscere che è il Signore Gesù che parla qui, come
dice anche Paolo nella Lettera ai Romani:
Il liberatore verrà da Sion. Egli allontanerà da Giacobbe l’empietà; e questo sarà il mio patto con loro, quando toglierò via i loro peccati.
Rom 11,25 Infatti, fratelli, non voglio che
ignoriate questo mistero, affinché non siate presuntuosi: un indurimento si è
prodotto in una parte d’Israele, finché non sia entrata la totalità degli
stranieri; 11,26 e tutto Israele sarà salvato, così come è scritto (Isaia 59,20;
Geremia 31:33): «Il liberatore verrà da Sion. 11,27 Egli
allontanerà da Giacobbe l’empietà; e questo sarà il mio patto con loro,
quando toglierò via i loro peccati». Rom 11,25-27;
E il Signore Gesù dice in Isa 49,5 che il Padre ha ritenuto
degno Lui (e non per esempio un Theodor Herzl qualsiasi) "che … Israele sia
raccolto intorno a lui". Ma se questo raduno è già in corso da cinquant’anni e
continua, il Signore non troverà più Israeliti da radunare quando verrà. Dopo
tutto, per quel tempo saranno già tutti in quella terra.
Anche Zac 12,9-10 si inserisce esattamente in questo quadro. Nessun dubbio – il
punto in questione non è la situazione nel millennio, entrambi abbiamo una
visione identica di tutto questo. Ciò che è in discussione è il momento del
raduno, e in relazione a ciò una "specie di scala temporale, visto che certi
eventi devono necessariamente verificarsi prima del ritorno di Gesù", come
scrive M. Franz sul suo sito Internet. Di conseguenza è molto comprensibile che
si desideri un segno che ci permetta di stimare il momento della venuta del
Signore.
Ma non dobbiamo lasciarci ingannare dal pensiero illusorio anche degli ebrei
mosaici credenti in Israele, che ancora oggi sono incapaci di accettare Gesù
Cristo come loro Messia e vedono il cristianesimo come una specie di setta. Essi
mettono comprensibilmente in relazione questi passaggi dell’Antico Testamento
con se stessi e con l’anno 1948, e pensano che saranno presto "capo tra le
nazioni". La popolazione attuale di Israele è difficilmente distinguibile da
quella di altri stati.
Solo quando il Signore invertirà il destino di Israele e
purificherà gli Israeliti da tutte le azioni malvagie con cui hanno peccato
contro di lui, solo allora Israele diventerà come era all’inizio (Ger 33,7-13).
Per il bene di questo futuro popolo d’Israele, dovremmo esercitare la nostra
indulgenza verso l’Israele di oggi. Sarebbe un grave errore, tuttavia, vederli
nel loro stato attuale come il popolo di Dio promesso del Regno Millenario.
Arriverà sicuramente il tempo in cui noi come comunità cristiana dovremo riconoscere un
evento – dopo un attento esame basato sulle Scritture – come l’adempimento di
una profezia relativa agli Ultimi Tempi. Ma finché dall’esame tramite la
Scrittura risulta che diversi prerequisiti (la conversione dei gentili, il
pentimento degli Israeliti) non sono soddisfatti, dovremmo prendere le distanze
da tali interpretazioni. Fissare delle "date" specifiche a dispetto delle
dichiarazioni della Scrittura a questo proposito è appannaggio di vari altri
gruppi. Non dovremmo fare come loro.
Infine, tutti i tentativi di interpretare questo "raduno nel 1948" come il
raduno finale di Israele nella sua terra sono confutati da un singolo evento: se
si studiano attentamente i passaggi scritturali sul destino di Israele negli
ultimi tempi, ci si rende conto che Israele – l’Israele di oggi – sarà cacciato
dalla sua terra ancora una volta, per l’ultima volta, per poi essere
effettivamente radunato da Dio da tutto il mondo e portato in Israele.
(Vedi anche Capitolo 02: "La conquista e la dispersione di Gerusalemme.")
Anche la ragione di questo dovrebbe essere abbastanza chiara.
Ma M. Franz evidentemente non lo sa perché non studia abbastanza da vicino la Bibbia
– un altro errore diffuso. Duemila anni fa, Israele scambiò il vero Messia con
quello sbagliato e non lo ricevette. E come profetizzato da nostro Signore Gesù Cristo,
alla fine dei tempi prenderanno l’Anticristo – il falso Messia – per quello
vero, lo riceveranno e tiranneggeranno il mondo intero con lui.
Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi ricevete; se un altro venisse nel suo proprio nome, voi lo ricevereste.
Giov 5,39 Voi investigate le Scritture, perché pensate
di aver per mezzo di esse vita eterna; ed esse sono quelle che testimoniano di
me. 5,40 Ma voi non volete venire a me per avere la vita. 5,41 Io non prendo
gloria dagli uomini. 5,42 Ma io vi conosco, che non avete l’amore di Dio in voi.
5,43 Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi ricevete; se un altro
venisse nel suo proprio nome, voi lo ricevereste. Giov 5,39-43;
M. Franz non conoscerà nemmeno il fatto biblico che tutti gli ebrei
deceduti da duemila anni che non si sono convertiti a Gesù Cristo andranno all’inferno,
perché anche questo fatto può essere riconosciuto solo da uno studio più attento
della Scrittura. Il Signore dice agli ebrei in Giov 8,24:
«Perciò vi ho detto che voi morirete nei vostri peccati, perché se non credete che io sono (il Messia), voi morirete nei vostri peccati».
Giov 8,21 Egli dunque disse loro di nuovo: «Io me ne
vado e voi mi cercherete e morirete nel vostro peccato; dove vado io, voi
non potete venire». 8,22 Dicevano perciò i Giudei: «Vuole forse uccidersi, perché
dice: "Dove vado io, voi non potete venire"?». 8,23 Ed egli disse loro:
«Voi siete di quaggiù, mentre io sono di lassù; voi siete di questo mondo,
io non sono di questo mondo. 8,24 Perciò vi ho detto che voi morirete nei vostri
peccati, perché se non credete che io sono (il Messia), voi morirete nei vostri
peccati». Giov 8,21-24;
e chiunque muore nei suoi peccati non ha perdono e sarà condannato alla
dannazione nel Giudizio Universale.
Il Raduno di Israele! Che il profetizzato raduno degli
Ultimi Tempi del popolo d’Israele sia iniziato nel 1948, cioè con la
fondazione dello stato, è un punto di riferimento inequivocabile nella
storia finale di Dio con il popolo d’Israele. Ma questo è sempre solo
l’inizio. Questo raduno può fermarsi ad un certo punto, ma non può più
essere invertito. Ecco perché per noi credenti in Cristo Israele è come il
fico descritto da Gesù stesso (Luc 21,29) il cui sviluppo è sempre da tenere
sotto controllo. Negli eventi degli Ultimi Tempi, lo stato di sviluppo di
Israele infatti ci mostra la posizione della lancetta sull’orologio cosmico
di Dio.
(Ernst Panzer / https://www.philadelphia-verlag.com)
Ogni commento su questa presa di posizione adottata da E. Panzer
è superfluo, visto che tutte le contro-argomentazioni al proposito sono già
state avanzate in precedenza in questo discorso, e l’enfasi principale della
contro-argomentazione cade sul fatto che Israele non ha adempiuto – né nell’anno
1948, né dopo – alle precondizioni stabilite da Dio per il raduno promesso per
questo popolo, le quali sarebbero ad esempio:
o Cercheranno il Signore con tutto il loro
cuore.
o Verranno piangendo e cercheranno il loro Dio.
o Il Signore darà loro un cuore per conoscerlo e
per rivolgersi a lui.
o Saranno purificati da tutte le loro impurità.
o Dio li riempirà con il suo Spirito.
Di conseguenza, questo ritorno degli Israeliti è stato
determinato unicamente dalla volontà degli esseri umani – cioè i sionisti di
Theodor Herzl – e non dalla volontà di Dio.
Tuttavia, dovremmo esaminare brevemente il riferimento di E. Panzer alla
parabola del "fico descritto da Gesù stesso (Luc 21,29)", che egli vuole
evidentemente citare come prova che la fondazione dello stato di Israele nel
1948 fu profetizzata dal Figlio di Dio, nell’originale:
Poi disse loro una parabola: «Osservate il fico e tutti gli alberi.
Luca 21,29 Poi disse loro una parabola:
«Osservate il fico e tutti gli alberi. 21,30 Quando essi cominciano a
mettere i germogli, vedendoli, voi stessi riconoscete che l’estate è vicina;
21,31 così anche voi, quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il
regno di Dio è vicino. 21,32 In verità io vi dico che questa generazione non
passerà finché tutte queste cose non siano accadute. 21,33 Il cielo e la terra
passeranno, ma le mie parole non passeranno». Luca 21,29-33;
L’affermazione in Luc 21,29: "Osservate il fico e tutti gli
alberi!" è la prova che questa non è una profezia su Israele (chi sarebbero
allora gli altri "alberi"?), ma semplicemente un confronto che il Signore ci
consiglia di fare: Proprio come possiamo riconoscere che l’estate è vicina (cioè
tra 2-3 mesi) dallo scuotimento degli alberi in primavera, possiamo anche
riconoscere – se osserviamo gli eventi mondani negli Ultimi Tempi – dal
verificarsi degli eventi profetizzati che il ritorno del Signore e la nostra
salvezza nel Rapimento è vicino.
In questo contesto, tuttavia, è anche interessante che nel libro pubblicato da
E. Panzer viene espressa un’opinione molto più differenziata. Sebbene anche lì
all’inizio si dica che con la fondazione dello stato d’Israele "è iniziata la
riunione di Israele in Palestina, profetizzata in molti luoghi dai profeti
dell’Antico Testamento" (p 125), poche pagine dopo si dice:
Certamente il popolo d’Israele aveva ricevuto da Dio la
promessa che sarebbe diventato, e sarebbe rimasto, portatore di una
benedizione per tutti i popoli del mondo. Ma non dobbiamo dimenticare a
questo proposito che questa promessa era legata all’adempimento di una
condizione che Israele tuttavia non ha ancora soddisfatto. Infatti leggiamo
in Deut 28,1: "Ora, se tu ubbidisci diligentemente alla voce del SIGNORE tuo
Dio, avendo cura di mettere in pratica tutti i suoi comandamenti che oggi ti
do, il SIGNORE, il tuo Dio, ti metterà al di sopra di tutte le nazioni della
terra". Ma poi continua al versetto 15: " Ma se non ubbidisci alla voce del
SIGNORE tuo Dio, se non hai cura di mettere in pratica tutti i suoi
comandamenti e tutte le sue leggi che oggi ti do, avverrà che tutte queste
maledizioni verranno su di te e si compiranno per te". Israele finora non ha
obbedito al Signore, e così fino ad oggi è stata una sventura per i popoli
del mondo anziché una benedizione. Solo attraverso il pentimento, la
conversione e la fede in Gesù Cristo, il vero Messia, Israele potrebbe
ancora diventare portatore di una benedizione per i popoli di questo mondo.
(Su richiesta di E. Panzer, la sua ulteriore interpretazione
delle questioni qui discusse è tratta dal suo libro "Prophetie und
Enthüllung", pubblicato dalla casa editrice Philadelphia.)
(Ernst Panzer / https://www.philadelphia-verlag.com)
E questo, ora, è effettivamente il vero criterio sulla base del
quale tutte le azioni del popolo d’Israele devono essere giudicate – se, cioè,
sono obbedienti alla voce del Signore loro Dio. Se lo faranno, potranno
partecipare a tutte le benedizioni e promesse che Dio ha pensato per loro. E qui
è assolutamente irrilevante cosa viene prima: la conversione di Israele o le
benedizioni di Dio.
Entrambi dovrebbero essere chiaramente identificabili per il
resto del mondo, perché proprio questo è lo scopo di queste promesse: mostrare
ai pagani che Israele è il popolo di Dio, e il Signore è il loro Dio. Ma per
come stanno le cose ora, non possiamo vedere in Israele né conversione né
benedizione. E dopo più di cinquant’anni dovrebbe essere possibile riconoscerlo!
Il segno più evidente che dimostra il ritorno di Israele dal 1948 non è il
raduno promesso da Dio è il fatto che Israele ha dovuto combattere per questa
terra contro i palestinesi fin dall’inizio e migliaia di persone sono state
uccise da entrambe le parti in questa guerra che è già durata cinquant’anni!
Questa non può essere la volontà di Dio e questa non è la volontà di Dio, come
dice la promessa nell’AT, in Osea 1,7:
Non li salverò con l’arco, né con spada, né con la guerra.
Os 1,7 Ma avrò compassione della casa di
Giuda; li salverò mediante il SIGNORE, il loro Dio; non li salverò con
l’arco, né con spada, né con la guerra, né con cavalli, né con cavalieri».
Os 1,7;
Il raduno degli ebrei, che il loro Dio ha promesso loro, non
sarà realizzato con la guerra e il conflitto armato – e soprattutto, non durerà
per cinquant’anni.
È fin troppo facile capire perché tutti questi segni mancanti debbano essere
soppressi e reinterpretati dagli stessi Israeliti. Una parte del popolo non è
più credente, e il resto – come è sempre avvenuto nella sua storia – farà fatica
ad ammettere la propria colpa. Ma diventa un problema quando anche noi, come
comunità cristiana, mettiamo in secondo piano il punto di vista biblico,
dichiariamo che uno scenario mondiale – per motivi opportunistici – è conforme
alla Scrittura e consideriamo che il Raduno di Israele promesso dalla Scrittura
è stato adempiuto e compiuto.
Ancor più quando nel NT abbiamo una chiara dichiarazione del Signore per cui un
intervento di Dio nel destino del popolo d’Israele non sarà affatto possibile
fino al momento del Ritorno del Signore. In Giov 14,6-7 il Signore Gesù ci dice:
Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.
Giov 14,6 Gesù gli disse: «Io sono la via, la verità e
la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. 14,7 Se mi aveste
conosciuto, avreste conosciuto anche mio Padre; fin da ora lo conoscete e
l’avete visto». Giov 14,6-7;
Dal momento che tutti gli Israeliti mosaici rifiutano Gesù
Cristo come Figlio di Dio e loro Signore – sì, anche come loro Messia – secondo
le dichiarazioni del Signore qui sopra, nel periodo che va dalla morte e
risurrezione del Signore al suo Ritorno, essi non hanno la possibilità di
interagire con Dio. Solo al momento del Ritorno del Signore, quando lo
guarderanno e faranno cordoglio per lui, il popolo d’Israele sarà di nuovo
riconciliato con il suo Dio.
Essi guarderanno a me, a colui che essi hanno trafitto, e ne faranno cordoglio come si fa cordoglio per un figlio unico.
Zac 12,10 «Spanderò sulla casa di Davide e sugli
abitanti di Gerusalemme lo Spirito di grazia e di supplicazione; essi
guarderanno a me, a colui che essi hanno trafitto, e ne faranno
cordoglio come si fa cordoglio per un figlio unico, e lo piangeranno
amaramente come si piange amaramente un primogenito. Zac 12,10;
La fascinazione di alcuni commentatori sulla fondazione dello
stato di Israele è del tutto paragonabile alla situazione in cui si troverà la
Chiesa quando apparirà l’Anticristo. Con ogni probabilità, egli non apparirà
come "Contro-Cristo", ma – come può anche essere tradotto "Anticristo" – come
"Al posto di Cristo". Ciò significa che potrebbe benissimo riferirsi alle
promesse della Scrittura riguardanti il Ritorno del Signore e la venuta del
Messia per gli ebrei.
E come risultato della sua forza e del suo potere
soprannaturale che gli è dato da Satana, egli può inficiare tutti gli argomenti
superficiali e mondani per mezzo di segni e prodigi. Solo la conoscenza, basata
su passaggi scritturali concreti, che il primo "Cristo" che verrà è
l’Anticristo, impedirà alla chiesa di cadere in questo inganno.
Ma se già adesso ci lasciamo stupire così tanto da un evento come il ritorno di
Israele nel 1948 da non controllare nemmeno più se tutte le precondizioni che la
Bibbia menziona al riguardo sono state soddisfatte, cosa succederà allora quando
miracolo dopo miracolo l’umanità di tutto il mondo sarà piena di stupore, e
questo essere potente affermerà di essere il Figlio di Dio?
Dobbiamo quindi tenere bene a mente due cose:
- il Raduno del popolo d’Israele sarà il raduno promesso da
Dio solo quando le precondizioni – e le promesse – saranno adempiute in modo
riconoscibile per tutto il mondo, e
- il primo "Cristo" che verrà sarà l’Anticristo
(2Tess 2,1-12).
(Vedi anche Capitolo 06: "Il ritorno del Signore – Parte 1: Il ritorno e il rapimento.".)
La fondazione dello stato di Israele nel 1948 non è stata in
fondo un’opera dei sionisti, ma è stata – come tutti gli stati del mondo –
ordinata da Dio. Questo ci viene già detto da Paolo in Rom 13,1:
Rom 13,1 Ogni persona stia sottomessa alle autorità superiori;
perché non vi è autorità se non da Dio; e le autorità che esistono
sono stabilite da Dio.
Anche l’Olocausto va inteso in questo senso. Già nell’Antico Testamento
Israele fu punito più volte dal suo Dio perché si allontanava dai suoi
comandamenti. Ma ora è stato riunito nella sua terra, e chiunque condanni il
governo di Israele sta condannando i rapporti di Dio con il suo popolo.
(Alexandros Drougas drumsAD@hotmail.com)
Questa è un’ottima osservazione e dovremmo guardare questo passo
biblico nel suo contesto:
Non c’è governo che Dio stesso non abbia messo al potere.
Rom 13,1 Ubbidite alle autorità, perché è Dio che le
ha stabilite; non c’è governo che Dio stesso non abbia messo al potere.
13,2 Perciò, quelli che si rifiutano di osservare le leggi del proprio paese,
rifiutano obbedienza a Dio, e saranno puniti.
13,3 Perché quelli che agiscono bene non hanno niente da temere; sono quelli che
fanno del male che devono aver paura delle autorità. Volete vivere senza
temere le autorità? Comportatevi bene e tutto filerà liscio, anzi, i vostri
superiori vi loderanno. 13,4 Le autorità sono state istituite da Dio per il
vostro bene; se però non siete in regola con la giustizia, avete ragione di
stare in ansia, perché prima o poi vi arriverà la giusta punizione. Il
magistrato è mandato da Dio proprio a questo scopo. 13,5 Ecco perché dovete
stare sottomessi alle leggi: non soltanto per evitare la punizione, ma anche
perché sapete che tale è il vostro dovere.
13,6 Sempre per le stesse due ragioni, dovete anche pagare le tasse. Perché
il governo ha bisogno di mantenere i propri organi per continuare l’opera di Dio
al vostro servizio. 13,7 Date a ciascuno ciò che gli spetta, pagate tasse e
imposte con animo sereno, e onorate e rispettate quelli a cui dovete onore e
rispetto. Rom 13,1-7;
Quindi si tratta dell’autorità, dei poteri statali, dei reggenti
e dei governanti di questo mondo. Su questa questione del dominio sul mondo,
anche il Signore Gesù ci ha lasciato nei vangeli alcune importanti affermazioni
che dobbiamo assolutamente considerare per una migliore comprensione di questo
argomento.
Nel momento immediatamente prima che il Signore lasciasse questo mondo e salisse
al Padre in cielo, c’è stata una battaglia in cielo. Michele e i suoi angeli
combatterono contro Satana e i suoi angeli. In questa battaglia il diavolo fu
sconfitto e scacciato dal cielo sulla terra con i suoi seguaci, come confermano
i seguenti passi scritturali.
Ora avviene il giudizio di questo mondo; ora sarà cacciato fuori il principe di questo mondo.
Giov 12,30 Gesù disse: «Questa voce non è venuta
per me, ma per voi. 12,31 Ora avviene il giudizio di questo mondo; ora
sarà cacciato fuori il principe di questo mondo;. Giov 12,30-31;
Io non parlerò più con voi per molto, perché viene il principe di questo mondo.
Giov 14,29 Ora ve l’ho detto prima che avvenga,
affinché, quando sarà avvenuto, crediate. 14,30 Io non parlerò più con
voi per molto, perché viene il principe di questo mondo. Egli non può
nulla contro di me; 14,31 ma così avviene affinché il mondo conosca che amo il
Padre e opero come il Padre mi ha ordinato. Alzatevi, andiamo via di qui.
Giov 14,29-31;
Il dragone e i suoi angeli non vinsero e lui furono gettati sulla terra.
Apoc 12,7 E vi fu guerra in cielo: Michele e i suoi
angeli combatterono contro il dragone; anche il dragone e i suoi angeli
combatterono, 12,8 ma non vinsero e per loro non fu più trovato posto nel
cielo.
12,9 Così il gran dragone, il serpente antico, che è chiamato diavolo e
Satana, che seduce tutto il mondo, fu gettato sulla terra; con lui furono
gettati anche i suoi angeli. Apoc 12,7-9;
Io vedevo Satana cadere dal cielo come folgore.
Luca 10,17 Or i settanta tornarono pieni di gioia,
dicendo: «Signore, anche i demòni ci sono sottoposti nel tuo nome». 10,18 Ed
egli disse loro: «Io vedevo Satana cadere dal cielo come folgore.
10,19 Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e su
tutta la potenza del nemico; nulla potrà farvi del male. 10,20 Tuttavia, non vi
rallegrate perché gli spiriti vi sono sottoposti, ma rallegratevi perché i
vostri nomi sono scritti nei cieli». Luca 10.17-20;
Quindi secondo le scritture è Satana, il diavolo, che da allora
è il "principe" e quindi il dominatore di questo mondo. Gli è stato dato tutto
il potere e la gloria di questo mondo da quasi duemila anni, e ne dispone
secondo la sua volontà. Anche questo ci viene confermato nei vangeli, quando il
Signore fu tentato dal diavolo nel deserto:
Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni; perché essa mi è stata data, e la do a chi voglio.
Luca 4,5 Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un
attimo tutti i regni del mondo e gli disse: 4,6 «Ti darò tutta questa potenza
e la gloria di questi regni; perché essa mi è stata data, e la do a chi
voglio. 4,7 Se dunque tu ti prostri ad adorarmi, sarà tutta tua». 4,8 Gesù
gli rispose: «Sta scritto: "Adora il Signore, il tuo Dio, e a lui solo rendi
il tuo culto"». Luca 4,5-8;
E Paolo stesso lo sapeva molto bene, come possiamo vedere dalla
sua lettera agli Efesini::
Il principe della potenza dell’aria, di quello spirito che opera oggi negli uomini ribelli.
Efes 2,1 Dio ha vivificato anche voi, voi che
eravate morti nelle vostre colpe e nei vostri peccati, 2,2 ai quali un tempo vi abbandonaste
seguendo l’andazzo di questo mondo, seguendo il principe della potenza
dell’aria, di quello spirito che opera oggi negli uomini ribelli.
Efes 2,1-2;
Contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti.
Efes 6,11 Rivestitevi della completa armatura di
Dio, affinché possiate stare saldi contro le insidie del diavolo; 6,12 il nostro
combattimento infatti non è contro sangue e carne, ma contro i principati,
contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre,
contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti.
6,13 Perciò prendete la completa armatura di Dio, affinché possiate resistere
nel giorno malvagio, e restare in piedi dopo aver compiuto tutto il vostro
dovere. Efes 6,11-13;
Se il padrone di casa (Satana) sapesse a che ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe forzare la casa (il mondo).
Mat 24,42 Vegliate dunque, perché non sapete
a che ora il vostro Signore verrà. 24,43 Ma sappiate questo che, se il
padrone di casa sapesse a che ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe
forzare la casa. 24,44 Perciò anche voi siate pronti, perché
nell’ora che non pensate, il Figlio dell’uomo verrà».
Mat 24,42-44;
La visione qui sostenuta corrisponde perfettamente – in
contrasto con l’opinione espressa in precedenza che tutti i governi sono servitori di Dio –
alla realtà di questo mondo. Dobbiamo supporre che l’imperatore romano Nerone
(37-67 d.C.) fosse da temere per la sua rettitudine? Certamente no. Egli stesso
era un criminale, assassino e piromane, che fece uccidere i cristiani,
incendiare Roma e causare la morte dei suoi abitanti solo per divertimento (per
inciso, la stesura dell’epistola ai Romani – da cui sono tratte queste
osservazioni di Paolo – nell’anno 58 d.C. cade proprio sotto il governo di
Nerone – 54-67 d.C.).
Hitler e Stalin erano governanti che meritavano di essere
celebrati per le loro buone opere? Certamente no. Sono stati responsabili della
morte di 70 milioni di persone. E così da allora ad oggi potremmo elencare altre
centinaia di tiranni e dittatori – in Sud America, Africa e Asia – che non erano
per niente "servi di Dio", come scrive Paolo in Rom 13,6, "costantemente dediti
a questa funzione", cioè al servizio di Dio.
Ma il commento sopracitato del sig. Drougas diventa completamente inverosimile
quando riflettiamo che questo modo di interpretare il testo di Rom 13,2, "Perciò
chi resiste all’autorità si oppone all’ordine di Dio", significherebbe che sotto
il dominio di Hitler i cristiani avrebbero dovuto obbedire alle disposizioni dei
nazisti e avrebbero dovuto aiutare a perseguitare, deportare e assassinare gli
ebrei.
E anche in futuro, i fedeli degli Ultimi Tempi sotto il dominio
dell’Anticristo dovrebbero sottomettersi docilmente agli ordini del falso
profeta e ricevere il marchio della bestia sulla mano o sulla fronte (Apoc 13,11-17).
Ma così facendo, essi annullerebbero allo stesso tempo la loro
salvezza, poiché per questo motivo saranno condannati alla dannazione eterna
come adoratori di idoli nel Giudizio Universale (Apoc 14,9-12).
Infine, se l’affermazione di Paolo sulle autorità in Rom 13,1-7 dovesse davvero
essere intesa nel modo in cui è presentata nel commento sopra, ciò dovrebbe
applicarsi anche alle autorità in Israele al tempo di Gesù. Caifa e il Sinedrio
erano le autorità sia religiose che politiche di Israele a quel tempo. Nelle
questioni politiche, tuttavia, erano subordinati a Ponzio Pilato, il procuratore
romano dell’allora provincia di Giudea, e questi a sua volta era
soggetto al proconsole di Siria. Ora sarebbe stato possibile dire al Signore
Gesù, con Paolo in Rom 13,3-4:
"Tu, non vuoi temere l’autorità? Fa’ il bene e avrai
la sua approvazione, perché il magistrato è un ministro di Dio per il tuo bene;
ma se fai il male, temi, perché egli non porta la spada invano; infatti è un
ministro di Dio per infliggere una giusta punizione a chi fa il male."?
Come tutti sappiamo, a quel tempo questa autorità in
Israele non era affatto serva di Dio, ma serva di un altro potere spirituale. E
non hanno punito uno che aveva fatto il male, ma il loro Messia, il Figlio di
Dio, che voleva portare loro pace e giustizia, come lui stesso disse:
Quando fu vicino, vedendo la città, pianse su di essa, dicendo: «Oh se tu sapessi, almeno oggi, ciò che occorre per la tua pace!
Luca 19,40 Ma egli rispose: «Vi dico che se costoro
tacciono, le pietre grideranno».19,41Quando fu vicino, vedendo la città, pianse su
di essa, dicendo: 19,42 «Oh se tu sapessi, almeno oggi, ciò che occorre per la
tua pace! Ma ora è nascosto ai tuoi occhi. Luca 19,40-42;
Ora, se Nostro Signore Gesù Cristo, facente parte della Trinità
divina, avesse nominato lui stesso quelle stesse autorità supreme che lo
condannarono e lo consegnarono alla croce, allora questi capi giudei sarebbero
stati sollevati da ogni responsabilità a questo riguardo, e la tristezza e le
lacrime del Figlio di Dio nel passo sopra citato, in Luca 19,41, sarebbero stati
puro spettacolo. Anche questo dimostra quanto sia assurda questa ipotesi.
Ma come possiamo vedere dai passaggi scritturali di cui sopra, la Bibbia non
dice nulla sul fatto che tutti i governanti siano direttamente nominati da Dio.
Al contrario, tutti i regni di questo mondo sono stati consegnati piuttosto a
Satana, e Satana nomina i governi che vuole. E questa è esattamente
l’impressione che si ha quando si guarda lo scenario politico mondiale in modo
obiettivo e senza paraocchi – di qualsiasi tipo.
Ma cosa intendeva Paolo quando scriveva in Rom 13,1: "perché non vi è autorità
se non da Dio; e le autorità che esistono sono stabilite da Dio"? La soluzione
la troviamo sopra, nel testo di Luca 4,6. Qui Satana dice che tutta l’autorità
di questo mondo è stata data a lui e che lui può farne quello
che vuole.
E questa consegna a Satana può essere stata fatta solo da Dio stesso.
In questo modo Satana ha ricevuto da Dio il compito che ha svolto fin
dall’inizio, proprio per il quale è stato ovviamente creato da Dio Onnipotente:
mettere alla prova l’umanità, la solidità e l’inattaccabilità della sua fede e
della sua fedeltà a Dio, verificare se cede troppo facilmente alle tentazioni
del potere e della ricchezza.
Il governo di Israele è stato dunque, come tutti i governi di questo mondo,
nominato da Satana e fa – più o meno – ciò che a lui piace. Un governo stabilito
da Dio esisterà solo dopo il Ritorno del Signore, nel Millennio, dove il Signore
Gesù governerà con i martiri della prima risurrezione con una verga di ferro e
in assoluta giustizia e rettitudine.
Ma Pietro e gli altri apostoli risposero: «Bisogna ubbidire a Dio anziché agli uomini.
Atti 5,27 Dopo averli portati via, li presentarono
al sinedrio; e il sommo sacerdote li interrogò, 5,28 dicendo: «Non vi
abbiamo forse espressamente vietato di insegnare nel nome di costui? Ed
ecco, avete riempito Gerusalemme della vostra dottrina, e volete far ricadere su
di noi il sangue di quell’uomo». 5,29 Ma Pietro e gli altri apostoli
risposero: «Bisogna ubbidire a Dio anziché agli uomini. Atti 5,27-29;
(Vedi anche Discorso 1042: "Tutti i governi del mondo sono ordinati da Dio?".)
Non dobbiamo forse distinguere due diversi ritorni di
Israele: uno nell’incredulità in preparazione al giudizio (Ez 20,33-38) e il
secondo ritorno in preparazione alle benedizioni?
"Com’è vero che io vivo", dice il Signore, DIO, "con mano forte, con braccio
disteso, con furore scatenato, io regnerò su di voi! 34 Vi condurrò fuori
dai popoli, vi raccoglierò dai paesi dove sarete stati dispersi, con mano
forte, con braccio disteso e con furore scatenato. 35 Vi condurrò nel
deserto dei popoli e verrò in giudizio con voi a faccia a faccia".
Lei ha certamente ragione nel considerare il secondo ritorno come non
compiuto. Tuttavia, ciò che è successo dopo il 1948 potrebbe essere il
raduno di cui Ezechiele parla nel cap. 20,33-38?
Lei come lo vede? Mi manca questo passaggio biblico nel vostro discorso 08.
(Herbert Weid hweid@onlinehome.de)
Sì, questo argomento ha già provocato molte discussioni, ma
forse il suo suggerimento può portare qui un po’ di luce nell’oscurità.
Personalmente anch’io sostengo due dispersioni di Israele – e di conseguenza due
rimpatri. Da un lato la dispersione del popolo d’Israele nella diaspora dopo
l’anno 70 (distruzione del tempio da parte di Tito) profetizzata da Luc 19,41-44
e Apoc 12,6 e il parziale rimpatrio da parte dei sionisti di Theodor Herzl
nell’anno 1948.
Dall’altro lato la dispersione negli Ultimi Tempi secondo
Luc 21,20-24 e Apoc 12,13-17 e il raduno finale alla venuta del Messia. E ora,
curiosamente, lei indica Ez 20,33-38, dove si dice anche che Dio porterà Israele
nel "deserto dei popoli" (cioè la diaspora). La ringrazio per questo
suggerimento eccellente e molto concreto.
(Vedi anche Capitolo 02: "La conquista e la dispersione di Gerusalemme.")
Se però confrontiamo questo primo triste Raduno per il giudizio
con il secondo e ultimo Raduno, possiamo vedere che il primo in realtà non lo è
affatto. Almeno non un Raduno in Israele. Dio dice a Ezechiele:
Vi condurrò nel deserto dei popoli e verrò in giudizio con voi a faccia a faccia;
Ez 20,33 Com’è vero che io vivo", dice il Signore,
DIO, "con mano forte, con braccio disteso, con furore scatenato, io regnerò su
di voi! 20,34 Vi condurrò fuori dai popoli, vi raccoglierò dai paesi dove sarete
stati dispersi, con mano forte, con braccio disteso e con furore scatenato;
20,35 vi condurrò nel deserto dei popoli e verrò in giudizio con voi a
faccia a faccia; 20,36 come venni in giudizio con i vostri padri nel
deserto del paese d’Egitto, così verrò in giudizio con voi", dice il Signore,
DIO; 20,37 "vi farò passare sotto la verga e vi rimetterò nei vincoli del patto;
20,38 separerò da voi i ribelli e quelli che mi sono infedeli; io li condurrò
fuori dal paese dove sono stranieri, ma non entreranno nel paese d’Israele, e
voi conoscerete che io sono il SIGNORE". Ez 20,33-38;
Dio governerà su Israele con furore e con braccio disteso come re.
- Dio farà uscire gli Israeliti dai popoli e dai paesi
in cui sono stati dispersi.
- Dio però non li porterà (subito) in Israele , ma li
porterà di nuovo nel deserto dei popoli (la diaspora).
- Lì Dio entrerà in giudizio con loro faccia a faccia,
come accadde una volta nel deserto in Egitto.
- Nel frattempo, gli Israeliti che trasgrediscono e si
ribellano a Dio saranno separati.
- Come dice il passo, quindi, questi Israeliti saranno
fatti uscire dai paesi in cui sono stati dispersi, ma non entreranno nella terra
d’Israele.
Finora siamo in grado di trovare un accordo armonioso in tutto
questo. Non possiamo però dedurre con certezza da questo passaggio se gli
Israeliti che rimangono fedeli, che non si sono ribellati a Dio e che poi,
presumibilmente, raggiungeranno Israele, rappresentano questo secondo "gioioso"
raduno, o se questo è un periodo di tempo completamente a sé stante.
Lei ha proprio ragione! Il 1948 potrebbe essere questa "riunione in giudizio"
(vedi sopra), ma c’è un piccolo neo: gli Israeliti apostati, secondo le
dichiarazioni di Ezechiele in
Ez 20,38 separerò da voi i ribelli e quelli che mi
sono infedeli; io li condurrò fuori dal paese dove sono stranieri, ma
non entreranno nel paese d’Israele, e voi conoscerete che
io sono il SIGNORE".
sono comunque giunti nella terra d’Israele. Il tentativo di
risolvere questo problema da parte di un lettore israelita – nel senso che tutti
quegli Israeliti in Israele sono già "passati sotto la verga" e non si sono mai
ribellati né hanno trasgredito contro Dio – a mio parere non ha alcun rapporto
con la realtà, se si conoscono le persone che vivono attualmente in Israele.
Per esempio, proprio di recente abbiamo appreso che l’attuale presidente dello
Stato d’Israele, Moshe Katzav, dovrà affrontare accuse di stupro e
corruzione. In questo condivide il destino del suo predecessore Ezer Weitzmann,
che come l’ex primo ministro Benjamin Netanjahu ha
ricevuto una condanna per corruzione e concussione ed è stato costretto a
dimettersi.
Ho comunque preso nota di questo passaggio di Ezechiele, grazie ancora per
averlo segnalato, e cercherò di chiarirlo ulteriormente.
(I testi nella cornice nera sono citazioni dei
visitatori di questo sito o di altri autori!)
In riferimento alla sua risposta, avrei un’altra domanda per
lei. Lei scrive:
‘Ma Dio non li porterà (subito) in Israele, ma li porterà di nuovo nel
deserto dei popoli (la diaspora)".
Non potrebbe forse essere che con il "deserto dei popoli" si intenda non un
luogo geografico, ma piuttosto il rapporto di Israele con gli altri stati,
la costante lotta per la sopravvivenza ecc.? Tale rapporto è certamente
l’opposto di ciò che un giorno avverrà, quando Israele diventerà una
benedizione per tutti i popoli. Al momento, però, è il caso che i "popoli"
abbiano la sensazione (anche se solo pochi hanno il coraggio di dirlo
apertamente) che il mondo avrebbe molti meno problemi se Israele sparisse
dalla carta geografica. Che impressione ha un Israelita in Israele, quando
considera che gli Stati Uniti forse sono ancora più o meno dalla parte del
suo paese, ma l’atteggiamento del resto del mondo verso Israele va
dall’indifferente all’ostile? Non si sente forse trasportato nel "deserto
dei popoli"?
(Herbert Weid hweid@onlinehome.de)
Come ho già detto ripetutamente in precedenza in questo
discorso, io amo il popolo di Dio di Israele. E non perché sarebbe opportuno o
perché il "politicamente corretto" lo richiederebbe, ma semplicemente perché
sono sempre stato molto affezionato a questo popolo fin dalla mia gioventù a
Vienna, e dopo la mia conversione so che anche Dio ama il suo popolo di Israele.
Ma ora, con la fondazione dello stato di Israele nel 1948, è avvenuta una
separazione di questo popolo, che fino a quel momento aveva vissuto nella
diaspora mondiale. Un numero relativamente piccolo di loro (circa il 37% degli
ebrei di tutto il mondo), dopo aver occupato la Palestina e cacciato i suoi
abitanti, è emigrato in Palestina – ora Israele. Un’altra parte della
popolazione ebraica – la maggioranza, e per la maggior parte strettamente
ortodossa – è rimasta nella diaspora.
Soprattutto negli anni successivi alla
caduta della cortina di ferro, il numero di immigrati dall’ex Unione Sovietica è
andato costantemente aumentando. Il fatto è che questi russi sono stati atei per
tutta la vita, e per lo più per la loro età avanzata non vogliono saperne della
religione anche dopo la loro immigrazione in Israele. Così oggi della
popolazione totale d’Israele, che ammonta a 6,3 milioni, circa 1,6 milioni, cioè
il 26%, sono atei.
I fedeli ebrei ortodossi rimasti nella diaspora, tuttavia, rifiutano questo
Stato di Israele, come conferma la seguente dichiarazione del rabbino capo
Moishe Arie Friedmann dei fedeli ebrei ortodossi di Vienna:
‘Con l’Olocausto usato come giustificazione, lo
stato di Israele fu fondato mediante l’uso della violenza, che si oppone alla
volontà di Dio (Os 1,7). In quanto ebrei di
fede ortodossa, accettiamo il destino della diaspora che Dio ci ha imposto. La
fondazione dello stato di Israele non ha però nuociuto agli ebrei solo su questo
piano religioso; i mezzi e i metodi usati da Israele per assicurarsi la propria
esistenza contro i palestinesi danneggiano gli ebrei di tutto il mondo ed
incoraggiano un nuovo Antisemitismo. Per gli ebrei di fede ortodossa è
però chiaro che la diaspora è il destino che Dio ci ha imposto fino alla venuta
del Messia’.
Il rabbino Friedmann ha anche commentato il recente attacco di
Israele al Libano, presentato come una rappresaglia, e che ha portato alla
distruzione di intere città e alla morte di migliaia di civili, tra cui donne e
bambini, nei seguenti termini:
‘La mia piena solidarietà e tutto il mio sostegno
per il popolo libanese ed i suoi combattenti della resistenza, soprattutto per
gli Hezbollah e il loro capo Sheikh Hasan asrallah, si sono manifestati nello
stupore e nelle discussioni. Perciò vorrei chiarire: qui abbiamo da un lato a
che fare con uno stato (Libano), la cui sovranità viene ferita senza
alcun motivo, così come con un movimento di resistenza sciita (Hezbollah),
il cui diritto di esistenza è indiscutibile, e, dall’altro lato, con il regime
sionista (Israele), che non ha diritto di esistenza né biblico né
storico e non ha legittimazione alcuna, né basata sul diritto internazionale né
secondo i termini dei principi fondamentali della nostra religione ebraica.
Noi preghiamo e speriamo che non passi ancora troppo tempo dalla venuta della
vera pace nel Vicino Oriente, soprattutto in Terra Santa; e preghiamo anche per
una fine dello spargimento del sangue di esseri umani innocenti, siano essi
cristiani, musulmani o ebrei. Preghiamo per la pace e la giustizia in Libano, a
Bagdad, a Teheran e per tutta la Palestina con una Gerusalemme liberata dal
sionismo’.
Moishe Arye Friedman, rabbino capo della Comunità ebraica ortodossa antisionista
a(pienna.
(Vedi anche discorso 46 "Commenti
del Capo-Rabbino M. A. Friedmann, Vienna – Austria." [non ancora disponibile
in Italiano, leggi in tedesco /
leggi in inglese])
Il fatto che Israele non si farà fermare nelle sue azioni dalla
comunità internazionale è stato dimostrato, nel corso di questa guerra del
Libano, dal bombardamento del posto di osservazione dell’ONU (UNIFIL) in Libano.
Anche se il comandante della base ONU ha chiesto via radio al comando militare
israeliano per un totale di dieci volte di non lanciare bombe nelle vicinanze
della postazione, l’edificio è stato bombardato il 25 luglio ed è stato
completamente distrutto, causando la morte di quattro ufficiali delle Nazioni
Unite – un cinese, un finlandese, un canadese e un austriaco.
AMa già prima della guerra in Libano, Israele impediva ai palestinesi
imprigionati nei campi profughi nel loro paese – la Palestina – di lasciare il
loro territorio con recinzioni di filo spinato – e ora anche con un muro alto 8
metri – e li controllava con centinaia di posti di blocco. Le case dei
palestinesi sono state rase al suolo con carri armati e bulldozer, i serbatoi di
acqua piovana in questa zona povera d’acqua sono stati distrutti e, in alcuni
casi, la popolazione civile – tra cui donne e bambini – è stata deliberatamente
assassinata.
E ora lei scrive sopra, nel suo commento, della "costante lotta
(di Israele) per la sopravvivenza". Tuttavia, non dobbiamo dimenticare
che Israele sta combattendo questa battaglia con carri armati, caccia a reazione
ed elicotteri contro un popolo che non ha né carri armati, né elicotteri, né
certamente caccia a reazione. Quindi, chi sta effettivamente combattendo per la
pura sopravvivenza sono i palestinesi.
C’è da meravigliarsi che nella loro
disperazione usino i loro stessi corpi per resistere anche minimamente a questa
superiorità militare? Il terrorismo è da condannare, ma Israele, come potenza
militare più forte della zona, deve verificare la proporzionalità delle sue
misure militari (vedi anche la guerra del Libano) e risponderne all’opinione
pubblica mondiale.
Israele non sta combattendo per la sopravvivenza, ma è diventato esso stesso
l’aggressore in Medio Oriente negli ultimi 20 anni. Proprio in questi giorni, il
mondo intero è scosso perché la Corea del Nord ha fatto esplodere una bomba
nucleare. Questo è davvero un pericolo molto grande per la pace mondiale. Ma un
pericolo almeno altrettanto grande sono le 200 bombe nucleari che Israele ha a
disposizione, pronte all’uso.
Per di più contando che solo recentemente i
politici israeliani hanno minacciato che se l’Iran costruisce una bomba
nucleare, non aspetteranno l’intervento degli Stati Uniti, ma Israele stesso
attaccherà l’Iran per distruggere gli impianti di produzione. A differenza di
tutti gli altri stati mediorientali, Israele ha l’atomica da circa 40 anni.
Qualcuno qui ha sentito anche solo l’accenno di una critica ufficiale?
E così, anche molti dei leader politici e religiosi in Israele non si vedono
sullo stesso piano dei loro vicini, ma piuttosto come i rappresentanti di una
razza padrona destinata a dominare il mondo, come illustrano le seguenti
citazioni:
Yitzhak Shamir, primo ministro di Israele dal 1983 al 1984 e di nuovo
dal 1986 al 1992, ha detto molto chiaramente in un’intervista a Newsweek l’11
aprile 1988: "E guardando dall’alto di questa montagna, e dal punto di vista
della nostra storia millenaria, noi vi diciamo: in confronto a noi, siete come
cavallette".
In seguito, il leader dell’ebraismo mondiale, il presidente del World Jewish
Congress, Edgar M. Bronfman, ha detto all’ex ministro degli esteri
tedesco Lothar de Maiziere, in occasione della sua visita inaugurale a
New York nel settembre 1990: "I tedeschi andranno incontro a un destino
terribile se le generazioni future dovessero interrompere i loro pagamenti a
Israele e all’ebraismo mondiale: allora il popolo tedesco scomparirà dalla
terra".
E i leader religiosi in Israele, da cui ci si sarebbe aspettato che prendessero
le distanze, in nome del loro Dio, da questa megalomania e dalle tirate cariche
d’odio dei loro politici, sono ancora peggio. Il rabbino Yaacov Perrin,
per esempio, ha detto alla sepoltura dell’assassino di massa Baruch Goldstein
1), secondo il London
Times del 28 febbraio 1994, che "Un milione di arabi non vale lo sporco sotto le
unghie di un ebreo".
E il rabbino Emmanuel Rabinovich annunciò al mondo il 12 gennaio 1952:
"Il nostro obiettivo finale è scatenare la
terza guerra mondiale, che supererà tutte le guerre precedenti in
termini di distruzione. (…) Questa guerra porrà fine alla nostra lotta contro
i Goyim per tutti i tempi. (…) Allora la nostra razza dominerà
incontrastata il mondo".
(Vedi anche Discorso del rabbino Rabinovich sul dominio del mondo ebraico
/ Budapest 1952-01-12)
La saggezza dei suoi saggi perirà e l’intelligenza dei suoi intelligenti sparirà.
Isa 29,13 Il Signore ha detto: «Poiché
questo popolo si avvicina a me con la bocca e mi onora con le labbra, mentre il
suo cuore è lontano da me e il timore che ha di me non è altro che un
comandamento imparato dagli uomini, 29,14 in mezzo a questo popolo io
continuerò a fare delle meraviglie, meraviglie su meraviglie; la saggezza dei
suoi saggi perirà e l’intelligenza dei suoi intelligenti sparirà». Isa 29,13-14;
e dunque, Lei chiede:
"Al momento, però, è il caso che i "popoli"
abbiano la sensazione (anche se solo pochi hanno il coraggio di dirlo apertamente)
che il mondo avrebbe molti meno problemi se Israele sparisse dalla carta geografica.
Che impressione ha un Israelita in Israele, quando considera che gli Stati Uniti
forse sono ancora più o meno dalla parte del suo paese, ma l’atteggiamento del
resto del mondo verso Israele va dall’indifferente all’ostile?"
Qui, naturalmente, bisogna anche chiedersi obiettivamente che
impressione ha un palestinese in (ciò che resta della) Palestina quando pensa a
come Israele ha cacciato il suo popolo dalla sua terra e lo ha internato in
campi profughi, e il mondo intero lo guarda con approvazione.
DQuesto mi porta alla sua vera domanda:
"Non potrebbe forse essere che con il "deserto
dei popoli" si intenda non un luogo geografico, ma piuttosto il rapporto
di Israele con gli altri Stati, la costante lotta per la sopravvivenza ecc.?"
Secondo le Scritture, al momento del Ritorno di nostro Signore –
il loro Messia – la casa d’Israele sarà radunata e riportata nella sua terra.
Poi nel Millennio – il Regno Millenario – Israele sarà "capo delle nazioni" –
cioè una potenza mondiale – sotto il dominio mondiale del Figlio di Dio sulla
terra. E in quest’ambito sono pienamente d’accordo con gli ebrei ortodossi nella
diaspora, che proprio per questo non sono mai tornati in Israele. Essi sono la
"casa d’Israele" credente, non hanno trasgredito né si sono ribellati a Dio.
Sono quel popolo di Dio di Israele che Dio ama.
Tuttavia, gli Israeliti che si sono recati in Israele dal 1948 non fanno parte
per lo più, secondo le mie conoscenze, della "casa d’Israele". Sono sì ebrei per
nascita, spiritualmente parlando però non sono diversi dalle nazioni pagane. Il
loro Dio non ha nulla da dire loro, né nelle loro vite né nell’economia – e meno
che mai nella politica. Come sembra, essi sono i discendenti di quegli scribi ai
quali Nostro Signore Gesù Cristo quando era vivo sulla terra confermò, in
Giov 8,43-44, che essi non appartenevano al popolo di Dio.
La sua supposizione per cui l’espressione "deserto dei popoli" in Ez 20,35 si
riferisce non a un luogo geografico ma alla circostanza per cui le nazioni di
questo mondo – ad eccezione degli USA – sono ostili a Israele, cosicché gli
Israeliti devono condurre una continua battaglia per la sopravvivenza, mi sembra
quindi basata su una grave incomprensione delle realtà presenti in Israele e nel
mondo.
Eppure non sono ancora del tutto sicuro di come classificare il passaggio che
lei cita di Ez 20,33-38. Quando si tratta dell’adempimento delle profezie
dell’Antico Testamento, possiamo – come è noto – distinguere tre categorie.
o La stragrande maggioranza delle profezie il
cui adempimento cade ancora nel tempo dell’Antico Testamento. Queste includono,
per esempio, quei testi che predicono la deportazione degli Israeliti da parte
degli Assiri (723) e dei Babilonesi (586), così come il loro ritorno (editto di
Ciro del 536). (Isa 29,1-3; Ger 8,1-6; ecc.)
(Vedi anche Tabella 03: "Gli
Imperi mondiali storici e le loro ripercussioni su Israele.")
o Poi un numero minore di profezie che
suggeriscono chiaramente un adempimento multiplo. Come ad esempio Dan 11,31-45,
che, a causa della coincidenza del contesto con gli eventi storici, è da
interpretare a priori come riferito all’oppressore greco di Israele Antioco IV
Epifane (175-164 a.C.). Tuttavia, è difficile evitare di interpretare anche
ampie parti di questo passo, specialmente i versetti Dan 11,40-45 e 12,1-13,
come riferiti all’Anticristo negli Ultimi Tempi.
(Vedi anch Tabella 04: "La
Rivelazione dal Libro della Verità (Dan 11,1-45; 12,1-13)."
o E infine pochissime profezie che si
riferiscono esclusivamente al tempo del Nuovo Testamento. Un esempio al riguardo
sono le promesse della venuta del Messia.
E qui si pone proprio la questione fondamentale se questo testo
di Ez 20,33-38 abbia effettivamente un riferimento agli Ultimi Tempi – il che
suggerirebbe eventualmente anche Ger 30,8-11 – o se queste profezie non si
riferiscano piuttosto alle due deportazioni di Israele (da parte degli Assiri
nel 723 a.C. e dei Babilonesi nel 586 a.C.) o alla loro liberazione con l’editto
di Ciro (536 a.C.) e al loro ritorno nella terra di Israele.
L’articolo che segue è tratto integralmente da un articolo del
quotidiano austriaco "Die Presse" relativo ad un’intervista a Jimmy Carter, l’ex
presidente degli Stati Uniti e premio Nobel per la pace.
In genere è uno dei pochi politici a non avere un carattere
spigoloso. Ma da qualche giorno, l’ex presidente degli Stati Uniti e premio
Nobel per la pace Jimmy Carter sta suscitando scalpore e discussioni negli
Stati Uniti. Il motivo è il suo ultimo libro "Palestine: Peace not
Apartheid", in cui Carter approfondisce in modo estremamente critico il
ruolo di Israele nel conflitto mediorientale.
Carter, che ha portato all’accordo di pace tra Israele ed Egitto durante la
sua presidenza alla fine degli anni ’70, ritiene Israele massicciamente
responsabile del fatto che non ci sia pace per i palestinesi. Secondo
Carter, Israele starebbe violando risoluzioni essenziali dell’ONU e il piano
di pace internazionale "Roadmap" occupando terre arabe e opprimendo i
palestinesi. "Die Presse" ha parlato della questione con l’ex presidente.
(L’abbraccio leggendario. Il primo ministro israeliano
Menachem Begin e il presidente egiziano Anwar as-Sadat alla Casa Bianca nel 1978. Il mediatore Carter applaude).
Quotidiano austriaco "Die Presse" del 2-12-2006 (Norbert Rief) https://www.diepresse.com/
Die Presse: Il suo libro ha attirato in
parte aspre critiche, anche da parte dei democratici. Questo la sorprende?
Jimmy Carter: Il libro vuole essere provocatorio per far
ripartire la discussione. Nessuno critica Israele in questo paese. Non si
accetta nemmeno che si dica di avere una visione equilibrata del conflitto del
Medio Oriente, o di sostenere il diritto dei palestinesi alla loro terra e di
chiedere a Israele di ritirarsi dai territori occupati. I sostenitori di Israele
negli Stati Uniti hanno un ruolo molto influente nel processo politico.
Era diverso quando lei era Presidente?
Carter: I governi precedenti mostravano a parole e nei fatti
che erano preoccupati per la pace di Israele, ma allo stesso tempo anche per la
pace e la giustizia per i palestinesi. Questo era vero per il mio governo come
era vero per le amministrazioni di Ronald Reagan, George Bush senior e Bill
Clinton. Ma oggi non è più così.
Nel mondo arabo prevale l’impressione che l’attuale governo degli Stati Uniti
non abbia intenzione di perdere nemmeno un minuto a pensare alla lotta dei
palestinesi. Non è necessario essere contro Israele per difendere il diritto dei
palestinesi alla loro terra e a una vita di pace.
Gli Stati Uniti hanno perso interesse ad una soluzione del conflitto, la pace in
Medio Oriente non è più una preoccupazione per il governo di Washington?
CCarter: Non so se ha perso interesse, ma certamente non ha fatto alcuno
sforzo in questo senso. Negli ultimi sei anni non c’è stato un solo giorno di
negoziati di pace tra Israele e i palestinesi. E naturalmente tutto il mondo si
aspetta che a iniziare tali negoziati siano gli Stati Uniti.
Non sarebbe un’opportunità per l’Europa e l’ONU di mediare nel conflitto?
Carter: Se l’amministrazione Bush non farà nulla nei prossimi
due anni (fino alla fine del mandato di George W. Bush, nota), allora il
quartetto internazionale del Medio Oriente può impegnarsi in questo compito. Gli
USA giocano un ruolo importante, certamente, ma non l’unico. Anche l’ONU, la
Russia e l’UE sono coinvolti.
Possono avviare i negoziati di pace sulla base delle risoluzioni dell’ONU,
dell’accordo di Camp David del 1978 che ho messo a punto io, sull’accordo di
Oslo del 1993 e sul piano di pace ‘Roadmap’, che è stato accolto con entusiasmo
dai palestinesi, ma che Israele rifiuta in tutti i punti importanti.
Gli Stati Uniti hanno perso la loro supremazia e influenza nella regione a causa
della guerra in Iraq, come pensano alcuni esperti?
Carter: A causa della guerra in Iraq, ma ancora di più per non
aver affrontato il problema palestinese. L’incapacità di impegnarsi per portare
la pace in Terra Santa è la ragione principale per cui il mondo arabo si è
rivoltato contro di noi. Quando ero presidente degli Stati Uniti avevamo un
sostegno e una simpatia quasi unanime in paesi come la Giordania e l’Egitto.
Oggi, secondo nuovi sondaggi, meno del 5% dei residenti in Giordania o in Egitto
ha ancora una buona opinione del governo americano.
1)Il medico ebreo Baruch Goldstein invase una moschea a Hebron nel 1994 e uccise a mitragliate oltre 60 palestinesi in preghiera. Oggi in quel luogo c’è una lapide levigata con l’iscrizione:
"Qui giace il santo dottore Baruch Kappel Goldstein. Senza macchia e con un cuore puro si è sacrificato per il suo popolo, la Torah e la Terra d’Israele. Che Dio benedica quest’uomo giusto, vendichi il suo sangue, dia alla sua anima il riposo eterno."