Discorso 1012 – Le citazioni bibliche degli "amici di Israele" – verificati nella Bibbia.

Il "movimento per Israele" nelle comunità cristiane – Il sionismo cristiano-evangelico, parte 2




Le citazioni bibliche degli "amici di Israele" – verificate in base alla Bibbia. / WÄCHTERRUF – Gebetsnetz für Deutschland. [GRIDO DELLA GUARDIA – Rete di preghiera per la Germania].

La fondazione dello stato di Israele ha danneggiato gli ebrei. / Comunicazione Moishe Arye Friedmann, rabbino capo della comunità ebraica ortodossa, Vienna.

Gli ebrei non volevano affatto uccidere Gesù? / Lettera di preghiera, Margie Kinsella, 00, 26-01-2013

Il perdono cristiano biblico dei peccati.

Israele strumentalizza l’olocausto e l’antisemitismo. / Prof. Moshe Zuckermann, Storico sociale Tel Aviv

Dobbiamo soffrire per colpa dei nostri antenati? / Commento di Ingmar Bauer 00, 07-02-2013

Il "movimento per Israele" nelle comunità cristiane. /  -  Il sionismo cristiano-evangelico. Discorso 101

Il "Grido di mezzanotte"   un grido nella direzione sbagliata? /     Continuazione Parte 1, Discorso1011

Rapporto dal campo del "movimento per Israele". /    Continuazione Parte 3, Discorso 1013

La lega antidiffamazione ebraica riscrive il Nuovo Testamento. /    Continuazione Parte 4, Discorso 1014

Shema Yisrael – Ascolta, o ISRAELE: Il Giudizio di Dio sul suo popolo. /    Continuazione Parte 5, Discorso 1015

La fondazione dello stato di Israele nel 1948: profetizzata nell’Antico Testamento! /    Continuazione Parte 6, Discorso 1016


Le seguenti cinque citazioni (nella cornice nera) sono state tratte dal sito web "WÄCHTERRUF – Gebetsnetz für Deutschland" [GRIDO DELLA GUARDIA – Rete di preghiera per la Germania].


(I testi nella cornice nera sono citazioni dei visitatori di questo sito o di altri autori!)

1. "Il popolo o la stirpe che benedirà Israele sarà a sua volta benedetto da Dio" (vedi Genesi da 1-3). Questa è una legge spirituale fondamentale nel rapporto tra i popoli non ebraici con Israele, la quale conserva la sua validità fino a oggi.


Gen 1-3 tratta della creazione del cielo e della terra (Gen 1), della creazione dell’uomo (Gen 2) e della caduta nel peccato e delle sue conseguenze (Gen 3). In tutti e tre i capitoli non viene detta una sola parola a proposito di Israele. Ogni cristiano biblico che conosce la sua Bibbia lo sa. Riferire questi passaggi biblici a Israele, è, dunque, una grossolana falsificazione. In ogni caso ci si aspetta che i lettori non conoscano la Bibbia e che siano troppo pigri per andare a verificare.

DIn Gen 27,29 troviamo la reale citazione di questa benedizione di Giacobbe, contenuta nel seguente testo:

Gen 27,29 Ti servano i popoli e le nazioni s’inchinino davanti a te. Sii padrone dei tuoi fratelli e i figli di tua madre s’inchinino davanti a te. Maledetto sia chiunque ti maledice, benedetto sia chiunque ti benedice!»! Gen 27,29;


Ora questa profezia si riferisce molto chiaramente al Millennio, al Regno Millenario del Messia, in cui i discendenti di Giacobbe, a cui il Signore aveva dato il nome "Israele", "capo delle nazioni" (Ger 31:7) – diventeranno, quindi, una potenza mondiale. Ma in Abraamo tutta l’umanità – non solo gli Israeliti – avrà la benedizione di Dio:

E in lui saranno benedette tutte le nazioni della terra!

Gen 18,18 dato che Abraamo deve diventare una nazione grande e potente e in lui saranno benedette tutte le nazioni della terra. Gen 18,18;

Tutte le nazioni della terra saranno benedette nella tua discendenza.

Gen 22,15 L’angelo del SIGNORE chiamò dal cielo Abraamo una seconda volta, e disse: 22,16 «Io giuro per me stesso, dice il SIGNORE, che, siccome tu hai fatto questo e non mi hai rifiutato tuo figlio, l’unico tuo, 22,17 io ti colmerò di benedizioni e moltiplicherò la tua discendenza come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; e la tua discendenza s’impadronirà delle città dei suoi nemici. 22,18 Tutte le nazioni della terra saranno benedette nella tua discendenza, perché tu hai ubbidito alla mia voce». Gen 22,15 – 18;

Tutte le famiglie della terra saranno benedette in te e nella tua discendenza.

Gen 28,14 La tua discendenza sarà come la polvere della terra e tu ti estenderai a occidente e a oriente, a settentrione e a meridione, e tutte le famiglie della terra saranno benedette in te e nella tua discendenza. Gen 28,14;


(I testi nella cornice nera sono citazioni dei visitatori di questo sito o di altri autori!)

2. "Consolate, consolate il mio popolo, dice il vostro Dio" (Isa 40,1). I non ebrei, che credono nel Dio di Israele, saranno incoraggiati da Dio stesso a consolare Israele. Per chi potrebbe valere di più questo invito se non per i cristiani tedeschi, in seguito alla sofferenza causata dal nostro popolo al popolo ebraico?


Il testo completo recita:

Consolate, consolate il mio popolo, dice il vostro Dio. E proclamatele che il tempo della sua schiavitù è compiuto; che il debito della sua iniquità è pagato,

Isa 40,1 Consolate, consolate il mio popolo, dice il vostro Dio. 40,2 Parlate al cuore di Gerusalemmee proclamatele che il tempo della sua schiavitù è compiuto; che il debito della sua iniquità è pagato, che essa ha ricevuto dalla mano del SIGNORE il doppio per tutti i suoi peccati. 40,3 La voce di uno grida: «Preparate nel deserto la via del SIGNORE, appianate nei luoghi aridi una strada per il nostro Dio! 40,4 Ogni valle sia colmata, ogni monte e ogni colle siano abbassati; i luoghi scoscesi siano livellati, i luoghi accidentati diventino pianeggianti. 40,5 Allora la gloria del SIGNORE sarà rivelata, e tutti, allo stesso tempo, la vedranno; perché la bocca del SIGNORE l’ha detto». Isa 40,1-5;

Qui si cerca di convincere i tedeschi che proprio loro, in quanto tedeschi, in seguito alla sofferenza che "il nostro popolo ha causato al popolo ebraico", sarebbero obbligati a questa sorta di risarcimento. Tuttavia, anche questa profezia si riferisce naturalmente al Millennio. Qui non si tratta della colpa dei tedeschi, ma della colpa di Israele nei confronti del suo Dio per aver condotto Suo figlio sulla croce, indicandolo fino ad oggi come traditore e bestemmiatore. Questa colpa di Israele verrà estinta solo quando, alla Venuta del Messia, si convertiranno al Suo Dio e a Suo figlio Gesù Cristo. Anche la dichiarazione in Isa 40,3 di cui sopra si riferisce alla Venuta del Messia e di Elia, che verrà prima del Messia. Giovanni Battista, che era andato con lo spirito di Elia (Luca 1:17), l’aveva gridata agli ebrei (Luca 3:4-6).

Quale Dio è come te, che perdoni l’iniquità e passi sopra alla colpa del resto della tua eredità?

Mic 7,18 Quale Dio è come te, che perdoni l’iniquità e passi sopra alla colpa del resto della tua eredità? Egli non serba la sua ira per sempre, perché si compiace di usare misericordia. 7,19 Egli tornerà ad avere pietà di noi, metterà sotto i suoi piedi le nostre colpe e getterà in fondo al mare tutti i nostri peccati. 7,20 Tu mostrerai la tua fedeltà a Giacobbe, la tua misericordia ad Abraamo, come giurasti ai nostri padri, fin dai giorni antichi. Mic 7,18-20;

(Vedi anche Capitolo 10: "Il Millennio")


(I testi nella cornice nera sono citazioni dei visitatori di questo sito o di altri autori!)

3. L’eterno patto di grazia tra Dio e Israele, stretto con Abraamo, Isacco e Giacobbe, continua a valere come sempre (vedi Romani 11): "Perché i doni e la vocazione di Dio sono irrevocabili". (Rom 11,29). Le promesse di grazia di Dio nei confronti di Israele, specialmente per gli Ultimi Tempi, si realizzano davanti ai nostri occhi e continueranno a realizzarsi. In quanto intercessori possiamo prenderne parte.


Attualmente non siamo ancora all’inizio degli Ultimi Tempi, per non parlare della loro fine e della realizzazione di tutte queste profezie. Prima dovrà venire il governo dell’Anticristo e dovrà avere luogo la trasformazione del cielo e della terra per mano di Dio, e solo allora verrà il Millennio, in cui si realizzeranno queste promesse di grazia di Dio nei confronti degli ebrei.

(Vedi anche Capitolo08: "La trasformazione del cielo e della terra.")


Dal momento del suo rifiuto del Figlio di Dio – il suo Messia – e della sua consegna ai romani per la crocifissione, Israele non ha più avuto alcun contatto con il suo Dio. Ancora oggi Israele rifiuta il Figlio di Dio come Suo Signore e Messia. Tuttavia, come ci dice il Signore: chiunque nega il Figlio, non ha neanche il Padre.

Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.

Giov 14,6 Gesù gli disse: «Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Giov 14, 6;

Chiunque nega il Figlio, non ha neanche il Padre.

1Gio 2,23 Chiunque nega il Figlio, non ha neanche il Padre; chi riconosce il Figlio, ha anche il Padre. 1Gio 2,23;

Se non credete che io sono (il Messia), voi morirete nei vostri peccati.

Giov 8,22 Dicevano perciò i Giudei: «Vuole forse uccidersi, perché dice: "Dove vado io, voi non potete venire"?». 8,23 Ed egli disse loro: «Voi siete di quaggiù, mentre io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. 8,24 Perciò vi ho detto che voi morirete nei vostri peccati, perché se non credete che io sono (il Messia), voi morirete nei vostri peccati». Giov 8,22-24;

(I testi nella cornice nera sono citazioni dei visitatori di questo sito o di altri autori!)

Il legame spirituale tra questo movimento di preghiera tedesco e Israele si esprime non da ultimo nel nome. Il nome "Grido della guardia" è stato ripreso dal passaggio biblico di Isaia 62,6-7: "Sulle tue mura, Gerusalemme, io ho posto delle sentinelle; non taceranno mai, né giorno né notte. Voi che destate il ricordo del SIGNORE, non abbiate riposo, non date riposo a lui, finché egli non abbia ristabilito Gerusalemme, finché non abbia fatto di lei la lode di tutta la terra."


E ancora una volta un testo biblico che riguarda il Millennio viene riferito al presente. Leggendo il contesto prima e dopo questi due versetti, si capisce che tutte queste descrizioni non possono assolutamente riferirsi alla Gerusalemme dei nostri tempi.

Ffinché la giustizia di Gerusalemme non spunti come l’aurora, la sua salvezza come una fiaccola fiamme.

Isa 62,1 Per amor di Sion io non tacerò, per amor di Gerusalemme io non mi darò posa, finché la sua giustizia non spunti come l’aurora, la sua salvezza come una fiaccola fiammeggiante. 62,2 Allora le nazioni vedranno la tua giustizia, tutti i re la tua gloria; sarai chiamata con un nome nuovo, che la bocca del SIGNORE pronuncerà; Isa 62,1-2;

Attualmente a Gerusalemme non regna giustizia. Le dimissioni anticipate di Ezer Weizmann e Benjamin Netanjahu (il quale recentemente, nel 2010, è stato rieletto!) dalle due più alte cariche pubbliche – quella di Capo di Stato e quella di Primo Ministro – a causa del reato di accettazione di regali e di corruzione dimostrano qualcos’altro. E anche il Primo Ministro Ehud Olmert (2006) ha dovuto dimettersi per corruzione. Anche Moshe Katsav, il precedente Capo di Stato di Israele, ha dovuto lasciare la sua carica pubblica per corruzione e per stupro ai danni di una segretaria. E anche il deputato e dirigente del partito religioso "Shas", Ariel Deri, è stato condannato da un tribunale per corruzione e frode.

Quelli che avranno vendemmiato berranno il vino nei cortili del mio santuario.

Isa 62,8 Il SIGNORE l’ha giurato per la sua destra e per il suo braccio potente: «Io non darò mai più il tuo frumento per cibo ai tuoi nemici; i figli dello straniero non berranno più il tuo vino, frutto delle tue fatiche; 62,9 ma quelli che avranno raccolto il frumento lo mangeranno e loderanno il SIGNORE; quelli che avranno vendemmiato berranno il vino nei cortili del mio santuario». Isa 62,8-9;

Anche questo vale per il tempo del Millennio, quando il tempio sarà ricostruito. Ai giorni d’oggi per gli israeliani sarà difficile bere il vino nei cortili, se ancora non c’è nemmeno il tempio di questi cortili.

(I testi nella cornice nera sono citazioni dei visitatori di questo sito o di altri autori!)

Possiamo applicare questa promessa alla nostra preghiera per la Germania in senso trasposto. Tuttavia, se per di più incorporiamo anche il significato originario di questa promessa nel nostro cuore e nella nostra intercessione, allora ciò darà sicuramente una grande gioia al nostro Signore. In questo senso auguro a tutti voi che lo Spirito Santo vi guidi nella preghiera per la Germania e nella preghiera per il compimento delle buone intenzioni di Dio nei confronti di Gerusalemme e di Israele. Il Suo / vostro Harald Eckert (presidente di "Cristiani al fianco di Israele").


Cosa dovrebbe valere qui "in senso trasposto" per la Germania? Il tutto è una falsificazione ipocrita e sfacciata della Bibbia, che fa affidamento sul fatto che i lettori non conoscono affatto bene la Bibbia e che sono troppo pigri per andare a verificare i testi. Qui la guida dello Spirito Santo è stata decisamente sostituita da un altro spirito.

Tuttavia, se proprio si deve citare la Scrittura e si devono mostrare le profezie dell’Antico Testamento riferite a Israele, si deve citare anche la profezia del profeta Osea, che è valida in particolare per Israele e Giuda negli Ultimi Tempi:

Non li salverò con l’arco, con la spada, con la guerra.

Os 1,5 In quel giorno io spezzerò l’arco d’Israele nella valle di Izreèl». 1,6 La donna concepì di nuovo e partorì una figlia e il Signore disse a Osea: «Chiamala Lo-Ruhama [Non-amata], perché non amerò più la casa d’Israele, non ne avrò più compassione. 1,7 Invece io amerò la casa di Giuda e saranno salvati dal Signore loro Dio; non li salverò con l’arco, con la spada, con la guerra, né con cavalli o cavalieri». Os 1,5-7;

Non con la potenza né con la forza, ma con il mio spirito, dice il Signore degli eserciti!

Zac 4,6 Egli mi rispose: «Questa è la parola del Signore a Zorobabele: Non con la potenza né con la forza, ma con il mio spirito, dice il Signore degli eserciti! Zac 4,6;


Nel 1948 Israele – come vediamo contrariamente alle dichiarazioni della Scrittura e della volontà di Dio – ha occupato la Palestina con la forza delle armi, ha cacciato gli abitanti e ha fondato uno stato sionista. Nella profezia del profeta Osea di cui sopra essi sono "la casa di Israele", di cui Dio non ha più pietà e a cui ha completamente tolto la Sua compassione.

Completamente diversa, invece, è la "casa di Giuda" nominata dal profeta, della quale Dio ha compassione e che salverà, ma non con le armi e la guerra. Si tratta degli ebrei ortodossi della diaspora, che confidano nel loro Dio e accettano umilmente il destino che l’Onnipotente ha loro riservato. Essi non sono andati in Israele, ma sono rimasti nella diaspora, come esige la Scrittura. Ritorneranno solo quando si realizzeranno le profezie e sarà venuto il loro Messia a ricondurli nuovamente nella loro terra. E se l’apparenza non inganna, allora sono proprio questi ebrei ortodossi della diaspora mondiale dalla cui discendenza sfuggirà un residuo che si convertirà al loro Dio e a Suo Figlio, il nostro Signore Gesù Cristo.

Guai ai pastori che distruggono e disperdono il gregge del mio pascolo!», dice il SIGNORE.

Ger 23,1 «Guai ai pastori che distruggono e disperdono il gregge del mio pascolo!», dice il SIGNORE. 23,2 Perciò così parla il SIGNORE, Dio d’Israele, riguardo ai pastori che pascolano il mio popolo: «Voi avete disperso le mie pecore, le avete scacciate, e non ne avete avuto cura; ecco, io vi punirò, per la malvagità delle vostre azioni», dice il SIGNORE. 23,3 «Raccoglierò il rimanente delle mie pecore da tutti i paesi dove le ho scacciate, le ricondurrò ai loro pascoli, saranno feconde e si moltiplicheranno. 23,4 Costituirò su di loro dei pastori che le porteranno al pascolo, ed esse non avranno più paura né spavento, e non ne mancherà nessuna», dice il SIGNORE. 23,5 «Ecco, i giorni vengono», dice il SIGNORE, «in cui io farò sorgere a Davide un germoglio giusto, il quale regnerà da re e prospererà; eserciterà il diritto e la giustizia nel paese. Ger 23,1-5;

(Vedi anche: "Discorso di apertura del Rabbino Capo M. A. Friedmann / Conferenza Rabbinica Internazionale il 1.7.2004 a Vienna")

(Vedi anche Capitolo 09: "Il ritorno del residuo d’Israele e il resto delle nazioni.")



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(La fondazione dello stato di Israele ha danneggiato gli ebrei. / Comunicazione Moishe Arye Friedmann, rabbino capo della comunità ebraica ortodossa, Vienna – 13. 7. 2002)

"Con l’Olocausto usato come giustificazione, lo stato di Israele fu fondato mediante l’uso della violenza, che si oppone alla volontà di Dio (Os 1:7). In quanto ebrei di fede ortodossa, accettiamo il destino della diaspora che Dio ci ha imposto. La fondazione dello stato di Israele non ha però nuociuto agli ebrei solo su questo piano religioso; i mezzi e i metodi usati da Israele per assicurarsi la propria esistenza contro i palestinesi danneggiano gli ebrei di tutto il mondo ed incoraggiano un nuovo Antisemitismo. Per gli ebrei di fede ortodossa è però chiaro che la diaspora è il destino che Dio ci ha imposto fino alla venuta del Messia".

M.A.Friedmann


Austria Presse Agentur ‒ APA, 13. 7. 2003




L’ autore qui sopra, il rabbino capo viennese Moishe Arye Friedmann, lamenta totalmente a ragione la procedura degli ebrei sionisti di avere fondato lo stato di Israele nel 1948 arbitrariamente e senza la volontà di Dio – come un tempo il "vitello d’ oro". A tale proposito però egli non ha riconosciutoo che anche questo atto di opposizione contro Dio non sarebbe stato possibile se Israele non fosse stato abbandonato da Dio. E così è propriamente nella stessa barca insieme agli ebrei sionisti che egli condanna: essi dovrebbero riconoscersi colpevoli del loro "peccato originale" dell’ assassinio di Dio e convertirsi a Gesù Cristo, allora essi apparterrebbero di nuovo tutti al "gregge di Dio" (Salmi 100,3).



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(Gli ebrei non volevano affatto uccidere Gesù? / Lettera di preghiera, Margie Kinsella, 00, 26-01-2013)

Cari amici, avete letto tutti le parole: "Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli", Mat 27,25. Nonostante questa dichiarazione fosse stata espressa dall’"intero popolo", leggiamo un po’ prima, nel versetto 20, che furono gli anziani e i sommi sacerdoti a convincere la folla "a chiedere Barabba e a far morire Gesù". Nel momento in cui Pilato chiese cosa dovesse fare con Gesù, sentiamo che "tutti" risposero: "Sia crocifisso!" (versetti 22 e 23). Infine, in quella situazione Pilato si lavò le mani e disse: "Io sono innocente del sangue di questo giusto; pensateci voi".

SOLO DOPO DI CIÒ, dopo che Pilato disse che era "innocente" del sangue di Gesù, tutta la folla gridò: "Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli". Se Pilato non avesse menzionato il sangue di Gesù, indubbiamente la folla non avrebbe pensato di essere quella che l’avrebbe chiesto. Era un grido di disperazione, dopo essere stati aizzati dai sommi sacerdoti e dagli anziani avevano ora il folle desiderio di liberarsi di Gesù. Nel libro degli Atti degli apostoli leggiamo che Pietro e gli altri apostoli furono portati davanti al Sinedrio e interrogati dal sommo sacerdote: "Non vi abbiamo forse espressamente vietato di insegnare nel nome di costui? Ed ecco, avete riempito Gerusalemme della vostra dottrina, e volete far ricadere su di noi il sangue di quell’uomo!?", Atti 5,28. Ma con che velocità avevano dimenticato le loro stesse parole! (Avevano già fatto ricadere su di loro questo sangue maledicendo se stessi davanti a Pilato /Nota di FH).

Ci chiediamo quanta potenza, quanta influenza, quale effetto sulle prossime generazioni abbia avuto questo grido.

È un dato di fatto che lì c’erano credenti messianici in Gesù che erano consapevoli di questa maledizione – che ciò era in qualche modo la ragione per cui erano stati esclusi dalla piena partecipazione alla grazia della salvezza. E così cogliamo l’occasione per chiedere a Lei e al lettore di esaminare le nostre dichiarazioni e di prendere in considerazione la preghiera da noi offerta.

Per analizzare un po’ più a fondo questa questione, vogliamo esaminare l’articolo di Ted Pike: Gli ebrei sono ancora colpevoli della crocefissione? Pike scrive: "L’origine della religione ebraica come la conosciamo oggi si può far risalire ai farisei senza alcuna interruzione attraverso tutti i secoli. Le loro dichiarazioni e i metodi più importanti trovarono espressione in una letteratura di enorme portata, della quale una gran parte esiste ancora oggi. Il Talmud è l’esempio più vasto e importante di questa letteratura." (fonte di Pike: The Universal Jewish Encyclopedia, Article on "Pharisaism," p. 474 [L’Enciclopedia universale ebraica, articolo sul fariseismo", pag. 474]). Pike dice: "Il Talmud sottolinea che era necessario uccidere Gesù perché Egli era uno dei tre più grandi nemici dell’ebraismo (fonte: Git.56a; un falso profeta, che tradì e sedusse il popolo, Git.56b-57a)".

Pike continua e dice: "Ogni ebreo che condivida queste dottrine dei farisei è altrettanto colpevole delle sue azioni (ad esempio, un bambino non è colpevole dei peccati di suo padre finché non abbia assentito a tali peccati. Se è stato commesso un omicidio e il figlio lo approva ed è d’accordo con l’assassino, allora la volontà del figlio e i suoi pensieri in questa circostanza lo rendono altrettanto colpevole dell’omicidio).

Gli ebrei di oggi forse non conoscono le parole esatte del Talmud, ma l’odio contro Gesù E contro i cristiani (i quali li hanno perseguitati per secoli, utilizzando il nome ‘Gesù’ per giustificare questa persecuzione) è senza dubbio un sentimento comune. Come mi è stato consigliato una volta: ‘non entrare in questa casa e non nominare questo nome’".

Di conseguenza Pike chiede: "L’ebreo moderno è colpevole della morte di Gesù?" E allora Pike procede: "La risposta è semplice. Se egli condivide il Talmud, il fatto che i farisei abbiano fatto bene a crocifiggere Gesù, allora questo ebreo oggi è altrettanto colpevole quanto la plebaglia ebraica che 2000 anni fa a fianco dei farisei gridava ’Crocifiggilo! Crocifiggilo!’, Mar 15,13. Se, al contrario, questo ebreo moderno si dissocia dalla lealtà verso i farisei e dalle loro accuse contro Gesù, allora egli è libero da ogni colpa."

Il problema con le osservazioni di Pike è che il popolo ebraico non riflette abbastanza su ciò che dice il Talmud, né considera se avrebbe fatto lo stesso se fosse stato presente. Poiché non hanno letto il Nuovo Testamento, non hanno idea di quali emozioni fossero in gioco allora, in particolare l’invidia della classe dirigente per la popolarità di Gesù. Tuttavia, in qualche modo questa automaledizione sconcerta il popolo ebraico.

Alla fine Pike dichiara: "Oggi nessuna guida evangelica ha il privilegio di riscattare la colpa di quegli ebrei che ancora rifiutano il loro Messia e difendono le dottrine dei suoi assassini."

IO  RESPINGO  CON  FERMEZZA  QUESTA  DICHIARAZIONE!

Nel libro degli Atti degli apostoli non c’è alcun dubbio che gli apostoli, parlando con il popolo ebraico, abbiano attribuito loro la colpa della morte di Gesù (Atti 2,36; 4,10; 5,30). Ma si osservi che qui troviamo due volte la dichiarazione chiarificatrice: "il determinato consiglio e la prescienza di Dio". In Atti 2,23 Pietro dice agli "uomini di Israele" su Gesù: "quest’uomo, quando vi fu dato nelle mani per il determinato consiglio e la prescienza di Dio, voi, per mano di iniqui, inchiodandolo sulla croce, lo uccideste." Un’altra volta Pietro e Giovanni hanno descritto l’intero quadro di coloro che avevano partecipato: "Proprio in questa città, contro il tuo santo servitore Gesù, che tu hai unto, si sono radunati Erode e Ponzio Pilato, insieme con le nazioni e con tutto il popolo d’Israele, 4,28 per fare tutte le cose che la tua volontà e il tuo consiglio avevano prestabilito che avvenissero." Atti 4,27-28.

ORA LA DOMANDA: NOI, IN QUANTO SEGUACI DI GESÙ, ABBIAMO IL DIRITTO DI PERDONARE, CANCELLARE E DICHIARARE NULLA QUESTA AUTOMALEDIZIONE "IL SUO SANGUE RICADA SU DI NOI E SUI NOSTRI FIGLI"?

La nostra risposta è ed ecco la motivazione. Innanzitutto, ci è stato affidato il ministero della riconciliazione, 2Cor 5,18-19. Sì, riconciliare il mondo, compreso il popolo ebraico, con Dio stesso attraverso Gesù Cristo. Dal profeta Daniele, capitolo 9, sappiamo che dobbiamo pregare per la riconciliazione: pentendoci dei peccati commessi da noi stessi e da tutto il popolo. Ci viene chiesto "di stare sulla breccia" e di essere quelli che riconciliano il popolo ebraico e il nostro stesso popolo con il Signore.

L’altra cosa che riscontriamo è che Gesù dalla croce disse: "Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno." Luca 23,34. Poi, dopo la Sua Risurrezione, disse queste parole ai Suoi seguaci: "A chi perdonerete i peccati, saranno perdonati; a chi li riterrete, saranno ritenuti." Giov 20,23. Sì, persino prima della Sua crocifissione, nel primo periodo della Suo ministero, dopo che aveva insegnato il ‘Padre Nostro’, Gesù disse: "Perché se voi perdonate agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonate agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe." Mat 6,14-15. La maggior parte di noi naturalmente è come Pietro e si chiede quante volte dobbiamo perdonare coloro che ci offendono. Diventa una questione personale. Ma Gesù non si è limitato a "quegli uomini che vi offendono". Anzi, ha semplicemente detto: "perdonate agli uomini i loro peccati". E in Giovanni abbiamo letto: "Se perdonerete i peccati a qualcuno"

Amici miei, facciamo in modo di prendere a cuore le parole del nostro maestro e di essere coloro che semplicemente dicono: "Io perdono il popolo ebraico, che oggi forse si identifica consapevolmente o inconsapevolmente con l’automaledizione dei farisei, con gli scribi e con il popolo ebraico, come è descritto nella Bibbia e nel Talmud coloro che hanno maledetto Gesù e richiesto la Sua morte e che hanno anche gridato "Il Suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli". Crediamo che se facciamo questo, per il popolo ebraico si apriranno le porte per una Risurrezione nuova e più grande. Infine, il perdono è la chiave del regno. Mat 16,19.

PREGHIAMO. Padre, noi stiamo sulla breccia per il popolo ebraico di oggi e ci pentiamo delle azioni dei suoi predecessori, con le quali hanno ucciso Gesù e hanno preteso che il Suo sangue ricadesse su di loro e sui loro figli. In forza del nome di Gesù, spezziamo la maledizione che è legata a queste parole "Il Suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli". Chiediamo questo poiché è stato il Messia che HA DATO LA SUA VITA per tutta l’umanità; nessuno gliel’ha tolta, come è scritto in Giov 10,15-18. È vero che uccidere un uomo innocente fa ricadere la maledizione della legge che si pone contro l’uccisione di un innocente, sul tuo popolo, Deut 10,10. Tuttavia è anche scritto che il Messia ci ha riscattati dalla maledizione della legge, Gal 3,13. Infine, facciamo ancora notare che Gesù ha riscattato tutte le pene relative ai peccati del popolo ebraico, Isa 53,10. È stato il Messia Gesù che dalla croce disse: "Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno", Luca 23,34. Ti ringraziamo, Signore, per la potenza e l’autorità concesseci nel nome di e attraverso Gesù/Jeschua. Noi ci appelliamo al sangue di Gesù per lavare via le conseguenze di questa automaledizione e per liberare l’intero popolo ebraico. Lo chiediamo nel nome di Gesù. Amen.


Shalom nel Suo nome,
Margie
Prima il giudeo

(Libri di Margie Kinsella: A Short History of Christian Persecution of the Jewish People. [Breve storia della persecuzione cristiana del popolo ebraico].
A short history of Israel’s relations with the Palestinians. [Breve storia dei rapporti tra Israele e i palestinesi])



Proprio all’inizio della sua "lettera di preghiera" di cui sopra, l’autrice Margie Kinsella fa capire chiaramente ciò che le preme di più. Scrive:

SOLO DOPO DI CIÒ, dopo che Pilato disse che era "innocente" del sangue di Gesù, tutta la folla gridò: "Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli". Se Pilato non avesse menzionato il sangue di Gesù, indubbiamente la folla non avrebbe pensato di essere quella che l’avrebbe chiesto.


JOra lo sappiamo finalmente: la colpa non era degli ebrei, ma di Pilato. Sia della morte di Gesù che del fatto che allora la plebaglia ebraica aveva maledetto se stessa e i suoi figli.

Tuttavia, la questione non è certamente così semplice. Come ammette M. Kinsella, allora c’erano, tuttavia, alcuni tra gli ebrei – lei li chiama "credenti messianici in Gesù" – che erano assolutamente consapevoli degli effetti di questa maledizione. Tra questi facevano parte soprattutto i discepoli di Gesù. Ma più tardi naturalmente anche Paolo e diversi altri.

Tuttavia, erano anche tutti consapevoli del fatto che questi ebrei non solo erano esclusi dalla "piena partecipazione" alla grazia della salvezza – come Kinsella formula in maniera un po’ eufemistica – ma anche che, con queste premesse, per questi ebrei non ci sarebbe stata assolutamente alcuna salvezza. E non perché fecero assassinare il Figlio di Dio automaledicendosi, ma perché non vollero capire che qui era venuto il loro Messia e loro lo hanno rifiutato. Proprio questo ha detto loro anche Gesù Cristo:

Se non credete che io sono (il Messia), voi morirete nei vostri peccati.

Giov 8,22 Dicevano perciò i Giudei: «Vuole forse uccidersi, perché dice: "Dove vado io, voi non potete venire"?». 8,23 Ed egli disse loro: «Voi siete di quaggiù, mentre io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. 8,24 Perciò vi ho detto che voi morirete nei vostri peccati, perché se non credete che io sono (il Messia), voi morirete nei vostri peccati». Giov 8,22-24;

Se un altro venisse nel suo proprio nome, voi (gli ebrei) lo ricevereste.

Giov 5,43 Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi ricevete; se un altro venisse nelsuo proprio nome, voi lo ricevereste. Giov 5,43;


Come qui dice loro il Signore, moriranno nei loro peccati se non crederanno che Egli è il Messia. E qui siamo già nel bel mezzo dell’argomento. Un argomento che evidentemente M. Kinsella nella sua "lettera di preghiera" ha mancato completamente. Per quanto riguarda gli ebrei – anche gli ebrei di oggi – non si tratta di liberarli da una qualche maledizione. Sì, non si tratta neanche del fatto che fecero assassinare il Figlio di Dio.

Quando Kinsella dice: "Ci chiediamo quanta potenza, quanta influenza, quale effetto sulle prossime generazioni abbia avuto questo grido", conferma la sua visione ebraica a senso unico. Perché dal punto di vista cristiano è facile dare una risposta a questa domanda: questa maledizione ha esattamente la stessa scarsa influenza sulle prossime generazioni di ebrei quanto le maledizioni del Figlio di Dio e del cristianesimo sulle generazioni successive di miliardi di altre persone nel corso degli ultimi duemila anni. Vale a dire assolutamente nessuna.

Davanti a Dio tutti gli uomini sono responsabili della propria colpa e non di quella delle generazioni passate (un problema di comprensione anche per molti tedeschi!!).

Ognuno morirà per la propria iniquità.

Ger 31,29 «In quei giorni (in cui siamo oggi / FH) non si dirà più: "I padri hanno mangiato uva acerba e i denti dei figli si sono allegati", 31,30 ma ognuno morirà per la propria iniquità; chiunque mangerà l’uva acerba avrà i denti allegati. Ger 31,29-30;


Molto saggiamente proprio questo versetto biblico non viene mai citato dagli ebrei tedeschi, forse per non "disorientare" i tedeschi. Tuttavia, il capo dell’ebraismo mondiale, il presidente del Congresso ebraico mondiale (WJC), Edgar M. Bronfman, in passato disse a Lothar de Maiziere, l’allora ministro degli esteri della Repubblica Federale Tedesca, in occasione della sua prima visita a New York a settembre del 1990: "I tedeschi faranno una fine terribile se le future generazioni sospenderanno i pagamenti a Israele e all’ebraismo mondiale; allora il popolo tedesco scomparirà dalla terra."

Come conseguenza di questo ricatto nei confronti del popolo tedesco, lo Spirito Santo ha evidentemente negato il riconoscimento agli ebrei che questa promessa in Ger 31,30 fosse effettivamente valida anche per loro stessi, e, di conseguenza, la colpa di quella generazione che uccise Gesù non può avere assolutamente alcun effetto sulle generazioni successive. E poiché anche M. Kinsella evidentemente non ha questo riconoscimento, si lamenta: "Tuttavia, in qualche modo questa automaledizione sconcerta il popolo ebraico."

Alcuni interpreti cristiani – specialmente negli USA – pensano di dover giudicare il popolo ebraico (orientamento ostile agli ebrei, come ad esempio quello della fondazione "Brother Nathanael") oppure di doverlo scagionare (orientamento favorevole agli ebrei, come qui quello di Margie Kinsella). In verità, entrambi gli atteggiamenti risultano dalla propria sopravvalutazione e dalla mancanza di conoscenza biblica. Qui non si tratta di riservare un "trattamento speciale" agli ebrei in una forma o nell’altra.

Gli ebrei hanno fatto quello che hanno fatto. Punto e basta. Perché si pensa che noi cristiani possiamo giudicare o perdonare un intero popolo? Proprio assassinlo di Suo Figlio può perdonarla solo lo stesso Dio. Immaginate se vostro figlio venisse fatto prigioniero e ucciso. E ora viene il nostro vicino di casa assolutamente non coinvolto e ci spiega che lui perdona questo assassino. Una cosa non voluta da voi e del tutto inopportuna.

A parte il fatto che ci si dovrebbe chiedere che cosa gliene importi a quest’uomo, questa "tolleranza" nei confronti dell’assassino sarebbe plausibile solo se anche quest’uomo avesse la mentalità di un assassino, oppure se fosse semplicemente malato di mente.

Non siamo superiori agli ebrei, e gli ebrei non sono superiori a noi. Sono allo stesso modo persone come noi e dal sacrificio della vita di Gesù possono solo essere salvati, esattamente come le persone di tutte le altre nazioni: attraverso la piena accettazione personale del sacrificio vicario di nostro Signore Gesù Cristo anche per i loro peccati personali. E, di conseguenza, la domanda "Gli ebrei sono ancora colpevoli della crocifissione?" è completamente obsoleta, perché è già stata data una risposta in merito da molto tempo.

Ed è proprio questo il punto saliente. Il fatto è che, da un punto di vista cristiano, gli ebrei hanno fatto assassinare il nostro Signore Gesù Cristo. Con ciò non solo hanno trasgredito il comandamento del loro Dio di non uccidere persone innocenti, ma hanno violato anche e soprattutto il comandamento più importante, quello di amare il loro Dio. Questa violazione della legge ebbe come conseguenza che allora anche Dio ruppe il Suo patto con il popolo di Israele. Gli Israeliti hanno perso il privilegio di essere il "popolo di Dio" e hanno perso il contatto con il loro Dio. Sono diventati senza-Dio. Nel doppio significato di questa parola.

Da allora, dunque, non esiste più alcun "popolo di Dio di Israele". Ciò è stato confermato anche da Dio con il fatto, tra l’altro, che alla morte di Gesù la cortina del tempio si squarciò in due da cima a fondo (Mat 27:51). Questo era il segno della separazione tra Israele e il suo Dio. Circa quaranta anni dopo la crocifissione, nell’anno 70, i legionari romani di Tito ridussero in cenere anche il tempio di Gerusalemme con il suo altare degli olocausti, e rasero al suolo la città di Gerusalemme. E 65 anni più tardi tutto il popolo di Israele fu cacciato dalla sua terra nella diaspora.

(Vedi anche Discorso 140: "Lo sfondo dell’assassinio del Messia ebraico Gesù di Nazareth. – La distruzione del tempio.")


Questo Gesù già l’aveva profetizzato loro quando era in vita:

Ecco, la vostra casa vi è lasciata deserta, finché non direte: "Benedetto colui che viene nel nome del Signore!"

Mat 23,32 Voi superate la misura dei vostri padri! 23,33 Serpenti, razza di vipere! Come sfuggirete al giudizio della Geenna? 23,34 Perciò, ecco io vi mando dei profeti, dei savi e degli scribi; di loro ne ucciderete e crocifiggerete alcuni, altri ne flagellerete nelle vostre sinagoghe e li perseguiterete di città in città, 23,35 affinché ricada su di voi tutto il sangue giusto sparso sulla terra, dal sangue del giusto Abele, fino al sangue di Zaccaria, figlio di Barachia, che uccideste fra il tempio e l’altare.

23,36 In verità vi dico che tutte queste cose ricadranno su questa generazione. 23,37 Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi coloro che ti sono mandati! Quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli come la gallina raccoglie i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! 23,38 Ecco, la vostra casa vi è lasciata deserta. 23,39 Poiché io vi dico, che da ora in avanti non mi vedrete più, finché non direte: "Benedetto colui che viene nel nome del Signore!"». Mat 23,32-39;


Qui sopra, in Mt 23,38, il Signore dice agli Israeliti: "Ecco, la vostra casa sta per esservi lasciata deserta". Questo è originariamente un detto di Davide (Sal 69,25: «Sia desolata la loro dimora, nessuno abiti le loro tende»), che Pietro cita anche in Atti 1,20, nel suo discorso sull’elezione di un nuovo dodicesimo apostolo al posto del traditore Giuda Iscariota, insieme a un altro detto di Davide, da Sal 109,8: « … un altro prenda il suo posto».

È significativo che questi due detti di Daniele si applicano non solo al traditore Giuda Iscariota, ma anche al tradimento del popolo d’Israele contro il suo Messia. La loro casa sarà lasciata desolata – Dio ha sciolto l’alleanza con Israele – e il loro ufficio – il governo del regno di Dio sulla terra, il Millennio – sarà dato a gente che ne faccia i frutti (Mat 21,43).

Da questo momento in poi – per ebrei e pagani – c’era e c’è solo più un unico modo per arrivare a Dio e diventare "popolo di Dio": nella fede in Gesù Cristo.

Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.

Giov 14,6 Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Giov 14,6;

Chiunque nega il Figlio, non ha neanche il Padre.

1Gio 2,23 Chiunque nega il Figlio, non ha neanche il Padre; chi riconosce il Figlio, ha anche il Padre. 1Gio 2,23;


E chi non ha questa fede nel Figlio di Dio – a prescindere dalla nazionalità cui appartiene – non potrà essere salvato e morirà nei suoi peccati.

 

Israele alla luce della Bibbia.


Secondo l’Antico Testamento

Dio non ha più alcuna compassione per la casa d’Israele (>Os 1:6). Loro non sono più il suo popolo (Os 1:9). Il Signore salverà solo la casa di Giuda. Non con la guerra, però, ma con il suo Spirito (Os 1:7). Soltanto nel Millennio, quando il Figlio di Dio avrà assunto il suo dominio millenario sulla terra (Os 2:1.20; Ez 34:25; Isa 2:4), il Signore li riconoscerà di nuovo come il suo popolo (Os 2:25; Ger 31:27-28).

Secondo il Nuovo Testamento

È la volontà di Dio che noi prestiamo ascolto a suo Figlio (Mat 17:5). Questo Figlio di Dio ci ha detto che ogni essere umano che lo rifiuta, rifiuta anche Dio (1Gio 2:23; Luca 10:16; Giov 5:22-23.15,23). Il popolo d’Israele di oggi nega il Figlio di Dio e lo offende come truffatore e bestemmiatore. Attraverso questa negazione del Figlio, Israele ha rifiutato anche il Padre ed è dunque un popolo senza-Dio (Giov 8:24).


Gli "amici di Israele" nelle comunità cristiane vendono dunque il loro diritto di primogenitura come discepoli di Cristo contro il piatto di lenticchie di un complice di atei truffatori. – Per Israele non vi è alcuna conversione spirituale al loro Dio, né alcun ritorno nel loro paese voluto da Dio, a meno che essi non si convertano a Gesù Cristo!! (>Mat 23:38-39; Gal 5:4).



Quando di conseguenza il pastore Ted Pike, tanto criticato da M. Kinsella nella sua ‘lettera di preghiera’ di cui sopra, scrive:

Se egli (l’ebreo moderno) condivide il Talmud, il fatto che i farisei abbiano fatto bene a crocifiggere Gesù, allora questo ebreo oggi è altrettanto colpevole quanto la plebaglia ebraica che 2000 anni fa a fianco dei farisei gridava ‘Crocifiggilo! Crocifiggilo!’ (Mar 15:13). Se, al contrario, questo ebreo moderno si dissocia dalla lealtà verso i farisei e dalle loro accuse contro Gesù, allora egli è libero da ogni colpa.


- allora ciò è del tutto corretto anche da un punto di vista biblico. Quello che M. Kinsella ancora una volta non considera qui nella sua critica a questa affermazione è il fatto che qui non si tratta della plebaglia ebraica di allora e della sua colpa, ma dell’atteggiamento e della mentalità di quell’odierno ebreo moderno che oggi rappresenta questo comportamento. Dunque non è colpevole, perché in base alla Scrittura qui ci sarebbe una sorta di responsabilità collettiva, ma perché ha anche preso la stessa decisione sbagliata in maniera del tutto personale e consapevole.

Poi Kinsella come commento a questa argomentazione di Ted Pike scrive:

Il problema delle osservazioni di Pike è che il popolo ebraico non riflette abbastanza su ciò che dice il Talmud, né considera se avrebbe fatto lo stesso se fosse stato presente. Poiché non hanno letto il Nuovo Testamento, non hanno idea di quali emozioni fossero in gioco allora, in particolare l’invidia della classe dirigente per la popolarità di Gesù.


Il problema qui non è Ted Pike, ma la comprensione – o meglio l’incomprensione – degli ebrei di Margie Kinsella. Secondo l’interpretazione ebraica, un ebreo che abbandona la fede nel Talmud non è più un ebreo (vedi nota 1) di cui sotto).

E che alcuni ebrei riflettano certamente su ciò che avrebbero fatto se fossero stati presenti ce lo dimostra una dichiarazione rilasciata di recente dalla nota attrice e comica ebrea americana Sarah Silverman, la quale durante una delle sue rappresentazioni teatrali ha affermato che è felice che Gesù Cristo sia stato crocifisso e che lo rifarebbe immediatamente lei stessa, se ne avesse l’occasione 2).

(Vedi anche Discorso 1014: "Il pastore Ted Pike: ‘La Lega antidiffamazione ebraica riscrive il Nuovo Testamento.’")


Per fortuna poi Kinsella cita anche alcuni passaggi biblici, che esamineremo solo in parte, che dovrebbero provare che le sue dichiarazioni sono conformi alla Scrittura. Per iniziare scrive:

Ora però la domanda è questa: in quanto seguaci di Gesù, abbiamo il diritto di perdonare, cancellare e dichiarare nulla questa automaledizione "Il Suo Sangue ricada su di noi e sui nostri figli"?
La nostra risposta è ed ecco la motivazione.

Infatti Dio era in Cristo nel riconciliare con sé il mondo.

2Cor 5,18 E tutto questo viene da Dio che ci ha riconciliati con sé per mezzo di Cristo e ci ha affidato il ministero della riconciliazione. 5,19 Infatti Dio era in Cristo nel riconciliare con sé il mondo, non imputando agli uomini le loro colpe, e ha messo in noi la parola della riconciliazione. 2Cor 5,18-19;


Citare questo passaggio biblico in questo contesto è in qualche modo illuminante: sì, Dio ha riconciliato il mondo – e così anche gli ebrei – in Cristo con se stesso. E, di conseguenza, non c’è neanche bisogno di alcun tipo di riconciliazione attraverso Kinsella! – Tuttavia, finora gli ebrei hanno rigorosamente respinto questa riconciliazione di Dio in Cristo e indicano Cristo come un traditore e un bestemmiatore, il quale, secondo il Talmud, "cuoce all’inferno a fuoco lento".

La riconciliazione è simile al perdono: alcune persone pensano che i cristiani abbiano l’obbligo di perdonare tutto a tutti. E cioè "automaticamente", senza che la persona colpevole ai loro occhi abbia chiesto il perdono. Tuttavia, il nostro Signore nel "Padre Nostro" ci esorta a pregare: "e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori". Dunque, così come noi dobbiamo chiedere il perdono dei nostri debiti al nostro Padre Celeste, così anche i nostri debitori devono chiederci il perdono.

E quindi non a livello emotivo o di pensiero, ma faccia a faccia, in maniera chiara e tonda, come dobbiamo fare anche noi davanti a Dio nella nostra preghiera quotidiana. Se questo non succede, allora questo debito non è perdonato. Né il nostro debito attraverso il Padre Celeste, né il debito del nostro debitore tramite noi. E chi non vuole chiedere il perdono, mantiene il suo debito. Fino al Giudizio Universale.


Il perdono cristiano biblico dei peccati.

Se ha peccato contro di te e torna da te e ti dice: "Mi pento", perdonalo.

Luca 17,3 State attenti a voi stessi! Se tuo fratello pecca, riprendilo; e se si ravvede, perdonalo. 17,4 Se ha peccato contro di te sette volte al giorno, e sette volte torna da te e ti dice: "Mi pento", perdonalo». Luca 17,3-4;

Alla stessa stregua dell’amore per il prossimo, anche il perdono è uno di quei comandamenti che la chiesa cattolica ha insegnato per secoli all’umanità in maniera completamente errata. Il Signore ci esorta in Luca 17,2-4,  a perdonare nostro fratello 490 volte al giorno. E questo è stato e viene tutt’oggi interpretato nel senso che un cristiano deve sempre e ovunque perdonare tutto a tutti – secondo il motto: "tutti gli uomini sono fratelli".

Ma se leggiamo questa dichiarazione con maggior attenzione, riconosciamo un doppio errore in questo insegnamento cattolico: in primo luogo, il Signore non parla qui di "tutti gli uomini", ma del nostro "fratello". E qui sotto, in Mat 12,46-50, il Signore dichiara addirittura che nemmeno i suoi fratelli nella carne Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda (Mat 13:55) devono essere chiamati "fratelli" nel Signore, ma solo quelli che fanno la volontà del nostro Padre nei cieli.

Poiché chiunque avrà fatto la volontà del Padre mio, che è nei cieli, mi è fratello.

Mat 12,46 Mentre Gesù parlava ancora alle folle, ecco sua madre e i suoi fratelli che, fermatisi di fuori, cercavano di parlargli. 12,47 E uno gli disse: «Tua madre e i tuoi fratelli sono là fuori che cercano di parlarti». 12,48 Ma egli rispose a colui che gli parlava: «Chi è mia madre, e chi sono i miei fratelli?» 12,49 E, stendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! 12,50 Poiché chiunque avrà fatto la volontà del Padre mio, che è nei cieli, mi è fratello e sorella e madre». Mat 12,46-50;

Quindi questo è quel "fratello" che dobbiamo perdonare. E così tutti gli empi e gli idolatri di questo mondo sono esclusi da questo comandamento!

Il secondo errore è l’inversione di senso del perdono. Il perdono è come una richiesta: deve essere espresso, per poter essere esaudito. Secondo il motto: "Se vuoi il perdono, devi chiedere perdono. Eppure, nella chiesa cattolica si insegna a perdonare tutto a tutti senza che venga richiesto.

Eppure il nostro Signore Gesù Cristo ci ha spiegato proprio questo sopra, in Luca 17,4, quando ha detto:

"Se torna da te e ti dice: ‘Mi pento’: perdonalo".

Quelli che sono stati colpevoli di noi siamo obbligati a perdonare solo

se sono biblico cristiani e quindi fratelli nel Signore, e

se si pentono e ci chiedono espressamente perdono.


E questa è una cosa che difficilmente si verifica nella società senza Dio di oggi, ma anche tra i cristiani è piuttosto una rarità, il fatto che un fratello torni, si penta e chieda perdono.



E la stessa cosa vale per la riconciliazione: non si può imporre alcuna riconciliazione a chi non la vuole. Come nella fede, anche qui esiste piena libertà di scelta. Tuttavia, ognuno poi deve personalmente farsi carico delle conseguenze. Volerlo poi "liberare" da questa responsabilità, mostra la forte arroganza e la totale carenza nella fede cristiana.

Dio, che mantieni il patto e serbi la misericordia verso quelli che ti amano e osservano i tuoi comandamenti!!

Dan 9,4 Feci la mia preghiera e la mia confessione al SIGNORE mio Dio, e dissi:
"O Signore, Dio grande e tremendo, che mantieni il patto e serbi la misericordia verso quelli che ti amano e osservano i tuoi comandamenti! Dan 9, 4;


Questo patto è stato violato duemila anni fa dagli ebrei a causa dell’assassino del Figlio di Dio e sciolto da Dio. Allora avevano dimostrato di non amare Dio e di non volere osservare i Suoi comandamenti. Il nostro Signore Gesù Cristo ha poi stretto sulla croce il Nuovo patto di Dio con tutta l’umanità (1Cor 11:25). Da allora l’Antica alleanza non è più valida. Volersi appellare a essa adesso, è come voler ipotecare la casa del vicino.

«Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno».

Luca 23,34 Gesù diceva: «Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno». Poi divisero le sue vesti, tirandole a sorte. Luca 23,34;


Kinsella qui pensa che Gesù abbia perdonato gli ebrei. Sì, ciò deriva da una lettura superficiale e distratta della Bibbia. Innanzitutto qui non è stato il Signore a perdonare, ma Egli ha chiesto al Padre "perdona loro" (così come Stefano in Atti 7,60). Poiché nessuno – neanche il Figlio di Dio – può perdonare gli assassini. La vita di ogni individuo è donata da Dio, è proprietà di Dio e chi la toglie (che sia la propria o quella degli altri!), la sottrae a Dio ed è debitore davanti a Dio.

Dall’altro lato, qui il Signore non ha chiesto il perdono per gli ebrei. Ha chiesto al Padre il perdono dei soldati romani che lo hanno crocifisso "perché non sanno quello che fanno". Questi soldati avevano semplicemente eseguito un ordine. Effettivamente non sapevano chi fosse Gesù e che sulla croce avessero inchiodato il Figlio di Dio.

A differenza del Sinedrio ebraico, del sommo sacerdote Caifa e della plebaglia che più tardi avrebbe gridato "Crocifiggilo! Crocifiggilo!". Come dimostrano i seguenti passaggi biblici, questi sapevano esattamente ciò che stavano facendo e perché lo stessero facendo (Giov 19:11). E, di conseguenza, il Signore non ha pregato nemmeno per loro.

«Ti scongiuro per il Dio vivente di dirci se tu sei il Cristo (Messia), il Figlio di Dio»

Mat 26,63 Ma Gesù taceva. E il sommo sacerdote gli disse: «Ti scongiuro per il Dio vivente di dirci se tu sei il Cristo (Messia), il Figlio di Dio». 26,64 Gesù gli rispose: «Tu l’hai detto; anzi vi dico che da ora in poi vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della Potenza, e venire sulle nuvole del cielo». 26,65 Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti, dicendo: «Egli ha bestemmiato; che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Ecco, ora avete udito la sua bestemmia; 26,66 che ve ne pare?» Ed essi risposero: «È reo di morte». Mat 26,63-66;

Se tu sei Figlio di Dio, e scendi giù dalla croce!

Mat 27,39 E quelli che passavano di là, lo ingiuriavano, scotendo il capo e dicendo: 40 «Tu che distruggi il tempio e in tre giorni lo ricostruisci, salva te stesso, se tu sei Figlio di Dio, e scendi giù dalla croce!» 41 Così pure, i capi dei sacerdoti con gli scribi e gli anziani, beffandosi, dicevano: 42 «Ha salvato altri e non può salvare se stesso! Se lui è il re d’Israele, scenda ora giù dalla croce, e noi crederemo in lui. 43 Si è confidato in Dio: lo liberi ora, se lo gradisce, poiché ha detto: "Sono Figlio di Dio"». Mat 27,39-43;


E poi Kinsella cita la già summenzionata interpretazione sbagliata del perdono cristiano.

A chi perdonerete i peccati, saranno perdonati;

Giov 20,23 A chi perdonerete i peccati, saranno perdonati; a chi li riterrete, saranno ritenuti». Giov 20,23;


Prima che i discepoli potessero perdonare qualcuno per i suoi peccati, dovevano aver parlato con questa persona e aver riconosciuto che si pentiva sinceramente. Altrimenti non avrebbero perdonato. Ciò viene continuamente ignorato. E la maggior parte degli odierni ebrei non parla di pentimento, figuriamoci di penitenza.

Di conseguenza, non è neanche il "perdono" che dovremmo offrire loro in piena presunzione e senza che ci venga chiesto, ma dobbiamo predicare loro il Vangelo, affinché sappiano innanzitutto di essere persi e di avere bisogno di salvezza per mezzo di Gesù Cristo. Solo dopo aver capito che per loro non esiste più nessun’altra possibilità possono chiedere il perdono al loro Dio con la conversione e il pentimento.

Ancora una volta si ricorre al passaggio dal Padre Nostro. Tra l’altro, senza citare i due versetti precedenti, in cui il Signore ci esorta a pregare: "e rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori". Quindi, se il nostro Padre Celeste rimette a noi i nostri debiti perché glielo chiediamo in questa preghiera e se dobbiamo rimettere in questo modo anche i debiti ai nostri debitori, allora anche i nostri debitori devono chiederci di rimettere i loro debiti.

Perché se voi perdonate agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi.

Mat 6,14 Perché se voi perdonate agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; 6,15 ma se voi non perdonate agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe. Mat 6,14-15;


A parte il fatto che l’assassino del Figlio di Dio non può essere perdonata da cristiani perché ciò spetta solo al Padre Celeste – tuttavia, anche se potessimo, dovrebbero venire, di conseguenza, prima gli ebrei a chiederci il perdono. Auguro tanto successo a Margie Kinsella nell’invitare gli ebrei a farlo.

Anche la preghiera conclusiva di questa "lettera di preghiera" è una successione di ipocrite frasi retoriche, per le quali Dio prova orrore (Mat 6:5-6). Testimoniano la totale ignoranza dell’autrice della fede cristiana biblica. Qui non c’è bisogno di nessuna "preghiera collettiva" della vanità, ma della conversione del peccatore e della sua personale preghiera di penitenza nei confronti di Dio e di Suo Figlio, il nostro Signore Gesù Cristo.

Per quegli ebrei che allora hanno pronunciato questa automaledizione, il giudizio è stato emesso da molto tempo, duemila anni fa. O all’epoca quando erano ancora in vita pregavano il loro Dio per il perdono dei loro peccati, oppure no, e allora si sono salvati o perduti di conseguenza.

Gli ebrei in vita oggi hanno esattamente la stessa possibilità di tutte le altre persone di questo mondo di farsi perdonare i loro peccati – qualsiasi essi siano – convertendosi a Gesù Cristo e chiedendo il perdono dei loro peccati al nostro Padre Celeste nel nome del sacrificio vicario di Gesù.

E quando Kinsella pensa di dover "liberare l’intero popolo ebraico", è come beffarsi del sacrificio sulla croce del nostro Signore Gesù Cristo. EGLI ha liberato "prima i giudei " duemila anni fa. Ma al contrario di molte persone di altri popoli successivi, la maggioranza degli ebrei di allora – e fino a oggi – si è rifiutata di accettarlo, è morta nei suoi peccati e cadrà nella dannazione. Come ha loro profetizzato il loro Messia:

Se non credete che io sono (il Messia), voi morirete nei vostri peccati.

Giov 8,22 Dicevano perciò i Giudei: «Vuole forse uccidersi, perché dice: "Dove vado io, voi non potete venire"?». 8,23 Ed egli disse loro: «Voi siete di quaggiù, mentre io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. 8,24 Perciò vi ho detto che voi morirete nei vostri peccati, perché se non credete che io sono (il Messia), voi morirete nei vostri peccati». Giov 8,22-24;


Per gli ebrei – anche e soprattutto per quelli che allora fecero assassinare il Figlio di Dio – non c’è stato e non c’è un solo secondo nella loro vita in cui non abbiano avuto la possibilità di chiedere il perdono dei loro peccati attraverso Dio!! Fino alla morte di Gesù sulla croce hanno avuto la possibilità di ricevere il perdono dei loro peccati da Dio, richiamandosi nella preghiera al tamid (l’agnello sacrificale per i peccati del popolo offerto dal sacerdote due volte al giorno, mattina e sera, sull’altare degli olocausti nel tempio). Dal momento della morte di Gesù sulla croce ogni individuo poteva fare riferimento a questo sacrificio vicario, l’"agnello di Dio", e ottenere anche il perdono dei suoi peccati da Dio.

Ogni cristiano che ora crede di dover pregare Dio per il perdono dei peccati di altre persone – o persino per i peccati di tutto il mondo, come nella Chiesa cattolica – o non ha capito il Vangelo o agisce per vanità e per la smania di mettersi in luce. Ogni individuo può ottenere il perdono dei suoi peccati solo dopo essersi convertito alla fede in Gesù Cristo, aver ammesso personalmente la sua colpa davanti al fratello o davanti a Dio nella preghiera e aver chiesto il perdono richiamandosi al sacrificio espiatorio del Figlio di Dio. Se lo farà pregando in spirito e in verità, gli saranno perdonati i suoi peccati (Giov 4:23-24).

Oltre che nelle preghiere collettive (ad esempio in caso di malattia) possiamo pregare per persone non credenti, affinché lo Spirito Santo le conduca sul cammino della fede (ma è la persona che deve decidere per sé!), accresca poi il loro giusto riconoscimento e rafforzi la loro vera fede. Ma ogni individuo può confessare i suoi peccati solo personalmente e ottenere per questo il perdono da Dio e dalle persone.

Se tuo fratello pecca, riprendilo; e se si ravvede, perdonalo.

Luca 17,3 State attenti a voi stessi! Se tuo fratello pecca, riprendilo; e se si ravvede, perdonalo. 17,4 Se ha peccato contro di te sette volte al giorno, e sette volte torna da te e ti dice: "Mi pento", perdonalo». Luca 17,3-4;



(I testi nella cornice nera sono citazioni dei visitatori di questo sito o di altri autori!)

(Israele strumentalizza l’olocausto e l’antisemitismo. / Prof. Moshe Zuckermann, Storico sociale Tel Aviv)

Nato a Tel Aviv nel 1949, figlio di vittime polacche dell’olocausto, attacca sempre violentemente Israele. La tesi centrale di Moshe Zuckermann, professore di storia e filosofia, che ha appena pubblicato un nuovo e complesso libro (Antisemit; Promediaverlag, 208 pagg., 15,90 Euro), è la seguente: molti ebrei e la politica di Israele "strumentalizzano l’olocausto e l’antisemitismo per ridurre i critici al silenzio".

KURIER: Non sta esagerando un po?

Moshe Zuckermann: No. Vede, l’antisemitismo naturalmente esiste e deve essere combattuto ovunque mostri la sua brutta faccia. Ciò che però intendo è l’accusa di antisemitismo dalla quale i potenti ricavano capitale politico, col quale vogliono respingere le critiche con violenza. Chi critica Israele non è per questo automaticamente antisemita. Qui si è perso ogni criterio. Deve essere possibile chiamare con il suo vero nome la barbarica politica di ingiustizia di Israele nei confronti dei palestinesi.

Lei pensa che ciò succeda troppo poco al di fuori del mondo arabo?

Sì, criticare Israele, soprattutto in Germania, è un tabu sedimentato fin dentro le alte sfere politiche. Specialmente la sinistra tedesca ha sviluppato una cieca solidarietà con l’ebraismo. Intanto, gente come Michel Friedman o Henry M. Broder (entrambi sono ebrei che condannano aspramente i critici di Israele. Nota.) non hanno la minima idea della realtà israeliana. In questo contesto parlo di filosemitismo, che si fonda sullo stesso risentimento e, di conseguenza, non è altro che un antisemitismo invertito.

C’è una parte che applaude le Sue tesi, dalla quale però non vorrebbe essere applaudito affatto. È così?
Naturalmente è così già da anni, tuttavia, l’alternativa sarebbe quella di non dire ciò che ritengo giusto e importante. Ma non permetto a nessuno di approfittarsi di me, né di ridurmi al silenzio.

Come vede il ruolo di Israele nel conflitto mediorientale contro i palestinesi?

IDopo 40 anni di regime di occupazione Israele si presenta tuttora come vittima. La questione alla fine è semplice: Israele vuole esistere o non vuole capire che sta causando la propria catastrofe? Conseguentemente esistono solo due possibilità. O Israele restituisce i territori occupati con il pericolo di una guerra civile, oppure no, appunto, e allora incombe una guerra territoriale che – con nuove armi – minaccia di ridurre mezzo Medio Oriente a un cumulo di macerie. Questa allora sarebbe la fine dello Stato di Israele e del sionismo.


Moshe Zuckermann

(Intervista a Walter Friedl, pubblicata sul quotidiano austriaco "KURIER" del 21 ottobre 2010.)



(I testi nella cornice nera sono citazioni dei visitatori di questo sito o di altri autori!)

(Dobbiamo soffrire per colpa dei nostri antenati? / Commento di Ingmar Bauer 00, 07-02-2013

A proposito delle Sue dichiarazioni relative alla domanda posta sopra ("Gli ebrei non volevano affatto uccidere Gesù?" / Nota di FH) avrei due domande:  

Lei cita Ger 31,29 e qui riferisce "quei giorni" ai giorni nostri. Qui non è inteso il Regno Millenario di Pace? Oppure sono solo i versetti conclusivi a riferirsi al Millennio?

Poi Lei scrive:

"…la colpa di quella generazione che uccise Gesù non può assolutamente avere alcun effetto sulle generazioni successive."

È chiaro che Dio punisce ognuno solamente per i suoi peccati personali. Ma è anche vero che ancora oggi le generazioni successive spesso devono subire le conseguenze dei peccati commessi dai loro predecessori, ad esempio, quando un intero paese viene devastato a causa di una guerra. O Lei la pensa diversamente?

Credo che sia anche possibile che l’automaledizione degli ebrei per l’esecuzione di Gesù abbia avuto un effetto su due o tre generazioni, anche se la colpa è della prima generazione.

Per ciò che concerne il perdono del peccato, sono pienamente d’accordo con Lei, ma secondo me esiste anche un’altra possibilità. Vale a dire quella di andare incontro al proprio debitore e offrirgli il perdono del suo peccato, fare il primo passo, così come l’ha fatto anche Gesù Cristo. Se poi il debitore accetta il perdono rimane una sua scelta personale. Può fare ciò, come scrive anche Lei, confessando il peccato, pentendosi sinceramente e chiedendo il perdono.

Tuttavia lo sconsiglierei nel caso in cui il debitore possa vederlo solo come un’accusa e reagisca con ira. Allora sarebbe meglio portare questa offerta solo davanti a Dio nella preghiera e chiedere che Dio spinga il debitore alla conversione.

Ingmar Bauer [ingmarbauer@yahoo.de]



Grazie della Sua visita su Immanuel.at e del Suo commento. Alla Sua prima domanda vorrei rispondere alla fine per la migliore correlazione , quindi, ecco qui la Sua seconda domanda:

Poi Lei scrive:

"…la colpa di quella generazione che uccise Gesù non può assolutamente avere alcun effetto sulle generazioni successive.’

È chiaro che Dio punisce ognuno solamente per i suoi peccati personali. Ma è anche vero che ancora oggi le generazioni successive spesso devono subire le conseguenze dei peccati commessi dai loro predecessori, ad esempio quando un intero paese viene devastato a causa di una guerra. O Lei la pensa diversamente?"

Secondo le mie cognizione, qui non si tratti di peccati fisici, ma di peccati spirituali. Se i padri hanno devastato il mondo, allora i figli dovranno ricostruirlo. Tuttavia, l’"uva acerba" che qui s’intende è a mio avviso il non credere e avere una falsa fede. All’epoca Baal, Moloch, Astarte, ecc., oggi ogni religione che non predichi Gesù Cristo come figlio di Dio e unico Salvatore dell’umanità, cioè ebraismo, islam, cattolicesimo 3), buddismo, induismo, animismo, sciamanesimo ecc., ecc.

Nel Giudizio Universale una persona non viene giudicata perché suo padre aveva una falsa fede o non ne aveva nessuna, ma perché questa stessa persona non si è convertita alla vera fede cristiana biblica. Questo ci fa intendere il Signore anche in ciò che segue:

«Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; ma tu va’ ad annunciare il regno di Dio».

Luca 9,59 A un altro disse: «Seguimi». Ed egli rispose: «Permettimi di andare prima a seppellire mio padre». 9,60 Ma Gesù gli disse: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; ma tu va’ ad annunciare il regno di Dio». Luca 9,59-60;


Questi "morti" di cui parla il Signore qui non sono fisicamente morti. Sono "morti" spiritualmente. Sono i non credenti. Non hanno una fede cristiana e, di conseguenza, neanche una vita spirituale.

Ed è così anche per gli ebrei ai tempi di Gesù e fino a oggi: chi non crede a Gesù Cristo in quanto figlio di Dio e Salvatore dell’umanità, davanti a Dio, per così dire, "non esiste". Ma non a causa della mancata fede dei padri – che erano spiritualmente "morti" – ma a causa della propria decisione personale di non accettare la vera fede e di rimanere anche spiritualmente "morto".

"Credo che sia anche possibile che l’automaledizione degli ebrei per l’esecuzione di Gesù abbia avuto un effetto su due o tre generazioni, anche se la colpa è della prima generazione."

Sì, certo. E questo "effetto" c’è ancora oggi! Ma non a causa della colpa dei padri, ma a causa della decisione personale di queste persone di voler essere anche responsabili di questa colpa.

Il motivo di fondo è che queste persone hanno deciso di seguire i loro padri, piuttosto che confidare in Dio. Come si dice in Luca 9,60, di cui sopra: le generazioni successive preferiscono ritornare spiritualmente ai loro morti, invece che convertirsi e seguire Gesù. E, di conseguenza, molti – a ragione – si sentono colpevoli, ma proiettano questa colpa – a torto – sulla generazione dei loro padri.

Se si convertissero, se si staccassero dai loro padri (dai "morti" spiritualmente) e si avvicinassero alla fede in Gesù Cristo, capirebbero di essere liberi dalla colpa dei loro padri.


"Per ciò che concerne il perdono del peccato, sono pienamente d’accordo con Lei, ma secondo me esiste anche un’altra possibilità. Vale a dire quella di andare incontro al proprio debitore e offrirgli il perdono del suo peccato, fare il primo passo, così come l’ha fatto anche Gesù Cristo. Se poi il debitore accetta il perdono rimane una sua scelta personale. Può fare ciò, come scrive anche Lei, confessando il peccato, pentendosi sinceramente e chiedendo il perdono."


SQui Lei scrive correttamente: "confessando il peccato, pentendosi sinceramente e chiedendo il perdono." Ciò vuol dire, però, che questa persona ha accettato la fede cristiana. A un non credente non interesserà affatto questo "primo passo", figuriamoci poi confessare il suo peccato, pentirsi sinceramente e chiedere il perdono – e ciononostante rimanere lo stesso non credente. Ma un credente cristiano sa che il suo peccato gli sarà perdonato nel nome del sacrificio espiatorio di Gesù, se chiede il perdono. Di conseguenza, è una sua decisione personale quella di pentirsi o meno.

Ne consegue che non dobbiamo "andare incontro" a un credente cristiano. Questi sa che sarà perdonato e, di conseguenza, può decidere personalmente cosa fare. Ma non possiamo andare incontro a un non credente, dato che non sa nulla a riguardo, oppure non è pronto a confessare il suo peccato a Dio, a pentirsi e a chiedere il perdono e, di conseguenza, anche noi non possiamo perdonarlo. Soprattutto se non lo chiede nemmeno.

Anche il nostro Signore Gesù Cristo ha fatto questo "primo passo" solo per quelle persone che sono pronte ad accettare la fede in Lui. Il sacrificio espiatorio vale soltanto per quelle persone che accettano questo sacrificio vicario anche per i loro peccati (cioè confessano i loro peccati, si pentono e chiedono il perdono). Chi non lo fa di sua spontanea volontà, non viene salvato e neanche noi possiamo salvarlo. Rimane perduto ed è un "morto".

E anche questo viene espresso nella risposta del Signore alla domanda dei discepoli in Matteo:

Lascia che i morti seppelliscano i loro morti.

Mat 8,21 Poi un altro dei suoi discepoli gli disse: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». 8,22 Ma Gesù gli disse: «Seguimi, e lascia che i morti seppelliscano i loro morti». Mat 8,21-22;


Per opportunismo il significato più profondo di questa dichiarazione del Signore in passato è stato continuamente sottaciuto nella fede cristiana. Questo discepolo ebreo di Gesù voleva seppellire il padre morto secondo la legge mosaica prima di seguire Gesù. Tuttavia, il Signore gli disse: "Seguimi, e lascia che i morti seppelliscano i loro morti", rivelando in questo modo che già in questo momento la fede mosaico-giudaica era una fede morta e che solo la fede in Gesù Cristo conduceva alla vita.

La legge e i profeti (la religione mosaica) hanno durato fino a Giovanni;

Luca 16,16 La legge e i profeti hanno durato fino a Giovanni; da quel tempo è annunciata la buona notizia del regno di Dio, e ciascuno vi entra a forza. Luca 16,16;


Quegli ebrei che seguono questa fede morta – la "legge" – al momento del perdono per grazia saranno già spiritualmente morti da vivi, e non avranno alcuna salvezza. Questo gliel’aveva già detto anche l’ebreo Paolo:

Voi che volete essere giustificati dalla legge, siete separati da Cristo; siete scaduti dalla grazia.

Gal 5,3 Dichiaro di nuovo: ogni uomo che si fa circoncidere, è obbligato a osservare tutta la legge. 5,4 Voi che volete essere giustificati dalla legge, siete separati da Cristo; siete scaduti dalla grazia. Gal 5,3-4;


Il Signore ha offerto a questo discepolo di seguirlo sulla via della grazia di Dio. Se accetava, allora era salvato. Se non accetava, allora questo "primo passo" del Signore non gli era servito proprio a nulla. Ha deciso di rimanere con i "morti".

"Tuttavia lo sconsiglierei nel caso in cui il debitore possa vederlo solo come un’accusa e reagisca con ira. Allora sarebbe meglio portare questa offerta solo davanti a Dio nella preghiera e chiedere che Dio spinga il debitore alla conversione."


Se è un credente, allora sa che se chiederà il perdono sarà perdonato. Di conseguenza non servono azioni da parte nostra. Inoltre, dobbiamo sempre verificare esattamente se effettivamente l’altro sia colpevole o se forse stiamo valutando la situazione in modo errato, facendo così ricadere la colpa su di noi (Mat 5:25).

Se non è credente, allora non dovremmo preoccuparci che ci chieda il perdono, ma anzi rispettare il comandamento del Signore e predicargli il Vangelo: "Lascia che i morti seppelliscano i loro morti, ma tu va’ ad annunciare il regno di Dio!"

E adesso qui possiamo inserire anche la Sua prima domanda.

"Lei cita Ger 31,29 e qui riferisce "quei giorni" ai giorni nostri. Qui non è inteso il Regno Millenario di Pace?"


Sì, qui Lei ha di nuovo compreso correttamente. Gesù Cristo si è fatto uomo per portare a compimento le promesse del Messia dell’Antica alleanza e il suo Regno sulla terra. Come Egli disse agli ebrei: "Non pensate che io sia venuto per abolire la legge o i profeti; io sono venuto non per abolire ma per portare a compimento" (Mat 5,17).

E quando sopra Lei scrive che Gesù Cristo ha fatto il "primo passo", anche questo è formulato in maniera corretta, temo solo che Lei abbia capito qualcos’altro. Il primo passo del Figlio di Dio è stato quello di farsi uomo per portare a compimento le promesse dell’Antica alleanza per gli ebrei e stabilire il Regno di Dio sulla terra, il Regno Millenario di Pace del Messia.

Se Lei ricorda la nostra ultima discussione nel Discorso 111 ("Cosa sarebbe successo se gli ebrei avessero creduto in Gesù?"): questo era il "piano A". Ed è quello che il Signore ha offerto anche a questo discepolo ebreo in Luca 9,60, di cui sopra, "Lascia che i morti seppelliscano i loro morti, ma tu va’ ad annunciare il regno di Dio!"

«Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; ravvedetevi e credete al vangelo»

Mk 1,15 «»Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; ravvedetevi e credete al vangelo. Mar 1,15;

Mat 12,28 Ma se è con l’aiuto dello Spirito di Dio che io scaccio i demoni, è dunque giunto fino a voi il regno di Dio. Mat 12,28;

Luca 10,9 guarite i malati che ci saranno e dite loro: "Il regno di Dio si è avvicinato a voi". Luca 10, 9;

Luca 10,10 Ma in qualunque città entriate, se non vi ricevono, uscite sulle piazze e dite: 10,11 "Perfino la polvere della vostra città che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scotiamo contro di voi; sappiate tuttavia questo, che il regno di Dio si è avvicinato a voi". 10,12 Io vi dico che in quel giorno la sorte di Sodoma sarà più tollerabile della sorte di quella città. Luca 10,10-12;


Questo comandamento del Signore in Luca 10,10: "Ma in qualunque città entriate, se non vi ricevono, uscite", dovrebbero rispettarlo, tra l’altro, anche diversi missionari ai giorni nostri e non come ad esempio in Turchia, provocare a lungo gli islamisti con la predica del Vangelo, fino a quando questi non li uccidono con 160 coltellate.

(Vedi anche Discorso 753 "L’ostacolo alla proclamazione del Vangelo in Turchia")


Tutte le summenzionate dichiarazioni sul Regno di Dio, che è arrivato, il Signore le ha predicate (dapprima!!!) agli ebrei . Questo è stato effettivamente il "primo passo" di Gesù. Tuttavia, gli ebrei non l’hanno accettato e hanno consegnato il promesso Messia alla crocifissione. Con ciò hanno infranto il comandamento supremo dell’Antica Alleanza: "Tu amerai dunque il SIGNORE, il tuo Dio" (Deut 6:5), e Dio, di conseguenza, ha sciolto l’Antica alleanza.

Se non credete che io sono (il Messia), morirete nei vostri peccati.

Giov 8,21 Egli dunque disse loro di nuovo: «Io me ne vado e voi mi cercherete e morirete nel vostro peccato; dove vado io, voi non potete venire». 8,22 Perciò i Giudei dicevano: «S’ucciderà forse, poiché dice: "Dove vado io, voi non potete venire"?» 8,23 Egli diceva loro: «Voi siete di quaggiù; io sono di lassù; voi siete di questo mondo; io non sono di questo mondo. 8,24 Perciò vi ho detto che morirete nei vostri peccati; perché se non credete che io sono (il Messia), morirete nei vostri peccati». Giov 8,21-24;


Da allora dunque non esiste più un patto tra Dio e il popolo di Israele. Ciò è stato confermato da Dio anche con il fatto che alla morte di Gesù la cortina del tempio si squarciò in due, da cima a fondo (Mat 27:51). Era il segno della separazione di Israele dal suo Dio. Circa 40 anni dopo la crocifissione, nell’anno 70, i legionari romani di Tito hanno poi ridotto in cenere anche il tempio di Gerusalemme con il suo altare degli olocausti e raso al suolo la città di Gerusalemme. E 65 anni più tardi l’intero popolo di Israele è stato cacciato dalla sua terra nella diaspora.

E qui capiamo che non basta fare il primo passo. Questa offerta deve essere voluta e accettata anche dall’altro, affinché divenga realtà (anche e soprattutto per il perdono). Se Lei porgesse una banconota da 500 euro a un mendicante, l’uomo verrebbe aiutato solo quando questi approfitta del denaro e lo prende.

E per quanto possa sembrare improbabile che il mendicante non accetti questa offerta, per gli ebrei dell’epoca – e, tra l’altro, anche per miliardi di persone oggi – purtroppo questa era ed è la triste realtà: hanno rifiutato, oppure non erano interessati. E, di conseguenza, Dio all’epoca sciolse l’Antica alleanza e si passò alla realizzazione del "piano B" di Dio. Perciò il Regno Millenario di Pace del Figlio di Dio sulla terra fu "rimandato". Tuttavia, quella promessa profetizzata da Geremia:

Ognuno morirà per la propria iniquità; chiunque mangerà l’uva acerba avrà i denti allegati..

Ger 31,29 «In quei giorni non si dirà più: "I padri hanno mangiato uva acerba e i denti dei figli si sono allegati", 31,30 ma ognuno morirà per la propria iniquità; chiunque mangerà l’uva acerba avrà i denti allegati. Ger 31,29-30;


era ed è anche una conditio sine qua non di questo piano alternativo ed è entrato in vigore nel Millennio dopo il sacrificio espiatorio di Gesù come compimento anticipato (Deut 24:16). Questa promessa è la vera base della Nuova Alleanza. E così come l’Antica alleanza è stata fondata col sangue (Es 24:8), anche questo Nuovo patto è stato fondato con il sangue del Figlio di Dio:

«Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue, che è versato per voi

Luca 22,19 Poi prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me». 22,20 Allo stesso modo, dopo aver cenato, diede loro il calice dicendo: «Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue, che è versato per voi. Luca 22,19-20;

Per questo Cristo è mediatore di un nuovo patto, affinché i chiamati ricevano l’eterna eredità promessa.

Ebr 9,11 Ma venuto Cristo, sommo sacerdote dei beni futuri, egli, attraverso un tabernacolo più grande e più perfetto, non fatto da mano d’uomo, cioè, non di questa creazione, 9,12 è entrato una volta per sempre nel luogo santissimo, non con sangue di capri e di vitelli, ma con il proprio sangue. Così ci ha acquistato una redenzione eterna.

9,13 Infatti, se il sangue di capri, di tori e la cenere di una giovenca sparsa su quelli che sono contaminati, li santificano, in modo da procurare la purezza della carne, 9,14 quanto più il sangue di Cristo, che mediante lo Spirito eterno offrì se stesso puro di ogni colpa a Dio, purificherà la nostra coscienza dalle opere morte per servire il Dio vivente! 9,15 Per questo egli è mediatore di un nuovo patto. La sua morte è avvenuta per redimere dalle trasgressioni commesse sotto il primo patto, affinché i chiamati ricevano l’eterna eredità promessa. Ebr 9,11-15;


E Dio non ha più stretto questo Nuovo patto solo con gli ebrei, ma con tutta l’umanità che vuole venire alla conoscenza della verità. E quando il Figlio di Dio dice di se stesso che Egli è "la via, la verità e la vita" (Giov 14,6), allora ciò significa anche che Dio vuole che tutti vengano alla conoscenza della verità di Suo Figlio Gesù Cristo. Il "peccato originale" è estinto.

Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza della verità.

1Tim 2,3 Questo è buono e gradito davanti a Dio, nostro Salvatore, 2,4 il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza della verità. 2,5 Infatti c’è un solo Dio e anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo, 2,6 che ha dato se stesso come prezzo di riscatto per tutti; questa è la testimonianza resa a suo tempo, 1Tim 2,3-6;

Così pure, con un solo atto di giustizia, la giustificazione che dà la vita si è estesa a tutti gli uomini.

Rom 5,18 Dunque, come con una sola trasgressione la condanna si è estesa a tutti gli uomini, così pure, con un solo atto di giustizia, la giustificazione che dà la vita si è estesa a tutti gli uomini. Rom 5,18;


Quindi, da questo momento in poi nella storia e fino al Millennio gli ebrei non hanno più una posizione preminente – non sono più il "popolo di Dio". Tuttavia, non sono neanche esclusi da questo Nuovo patto, come, invece, insegnano alcune denominazioni cristiane ai propri membri. Anche loro sono persone come noi e, di conseguenza, Dio vuole che anche loro vengano alla conoscenza del Figlio di Dio – della verità.

Questo Nuovo patto, dunque, non è più stretto con un singolo popolo, ma con tutti coloro che vogliono accettare questa offerta di Dio. In questo Nuovo patto di Dio con tutta l’umanità ogni individuo – che sia ebreo o non ebreo – ha la libertà di decidere la propria condotta in base alla propria volontà ed è, di conseguenza, anche responsabile delle proprie azioni. E precisamente solo delle proprie azioni.

Chi crede in lui non è giudicato; chi non crede è già giudicato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.

Giov 3,16 Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna. 3,17 Infatti Dio non ha mandato suo Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. 3,18 Chi crede in lui non è giudicato; chi non crede è già giudicato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. Giov 3,16-18;


Questo "piano B" – il Nuovo patto – era quel "primo passo" del Signore a cui Lei forse si riferiva. Era il sacrifico vicario del Figlio di Dio per i peccati di tutta l’umanità. In questo Nuovo patto c’è una sola condizione: è necessaria – senza alcuna eccezione – la "seconda firma": la fede nel Figlio di Dio e nel Suo sacrificio espiatorio sulla croce anche per i nostri peccati personali. Altrimenti questo contratto (patto) è nullo per la persona a cui si riferisce.

Chi crede in me, anche se muore, vivrà; 

Giov 11,25 Gesù disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; Giov 11,25;



Note

1) Il cuore della singolarità ebraica e l’essenza del popolo ebraico sono nascosti in un’opera, nota come Talmud. Il Talmud è il nucleo dell’ebraismo. Comprendere il Talmud significa comprendere l’ebraismo, diffamare il Talmud significa diffamare l’ebraismo, abbandonare il Talmud significa abbandonare l’ebraismo. www.hagalil.com/judentum

2) "Come gli ebrei si sono fatti beffe di Gesù Cristo".

0
(Real Jew News)

3) Le diverse apparizioni mariane della Chiesa cattolica a Medjugorje, in una serie di messaggi pubblici diffusi dal 1981 fino agli anni ’90, hanno annunciato il noto messaggio: "Io sono la mediatrice tra voi e Dio". (tratto da "Erscheinungen und Botschaften der Gottesmutter Maria – Vollständige Dokumentation durch zwei Jahrtausende" von G. Hierzenberger und O. Nedomansky. Aschaffenburg: Pattloch/1993), ["Apparizioni e messaggi della Madre di Dio Maria – Documentazione completa attraverso due millenni" di G. Hierzenberger e O. Nedomansky. Aschaffenburg: Pattloch/1993].


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