L’esistenza eterna di ogni essere umano.
La Trinità biblica e alcune altre specificità della fede cristiana biblica.
Il principe della potestà dell’aria.
I cristiani credenti – i veri credenti e i falsi credenti.
Gli Ultimi Tempi sono iniziati già da 500 anni?
Tutti i governi del mondo sono designati
da Dio? / Discorso 1042 – 2ª parte
Vi sono non pochi predicatori cristiani che prestano più
attenzione al suono delle parole e al loro effetto sugli ascoltatori, invece che
al loro contenuto e alla conformità con le dichiarazioni della Bibbia. In
alcune campagne di evangelizzazione, gli evangelisti esortano le persone con
queste parole: "Devi approdare alla fede in Dio, affinché tu abbia la vita
eterna e non vada perduto". E sebbene i cristiani biblici non abbiano alcun
problema con questa dichiarazione, per coloro ai quali queste campagne di
evangelizzazione sono rivolte, ossia per i non credenti presenti tra il
pubblico, essa è a malapena comprensibile. Essi si domanderanno: "Chi è Dio?
Cos’è la fede? E perché dovrei essere perduto? – Che stupidaggine!" e si
gireranno dall’altra parte.
(Vedi anche discorso 96: "Perché
credere?")
Sarebbe quindi importante né mettere queste persone di fronte a
minacce come "altrimenti non avrai la vita eterna", né illuderle con
insulse banalità come per esempio quella dell’"amore infinito di Dio".
Del resto, si tratta in entrambi i casi di affermazioni inesatte. Infatti, da un
lato, Dio ha creato tutti gli esseri umani – i buoni come i cattivi – per
una vita eterna, per un’esistenza eterna. La questione è solo di stabilire
dove questo essere umano trascorrerà poi il tempo della sua vita eterna: nella
luce e nell’amore di Dio o nelle tenebre della dannazione con pianti e
stridore di denti. Ed anche l’amore di Dio non è assolutamente infinito, come
vedremo immediatamente!
Tuttavia, gli esseri umani, che mai – o raramente – hanno sentito parlare
della Bibbia, hanno le loro difficoltà con simili dichiarazioni. Anche se un
credente cristiano sa che con il concetto di "vita eterna" si intende la
vita presso Dio – a differenza della dannazione eterna nello stagno di fuoco
-, un non credente in questo caso pensa all’immortalità fisica del corpo e
allora rimane deluso quando apprende che anche in quanto cristiano credente deve
corporalmente morire. Di conseguenza, bisogna dirgli e spiegargli che il fatto
che tutti noi dobbiamo fisicamente morire, non significa assolutamente la fine
della nostra esistenza. Lo spirito dell’uomo continua a vivere e alla Fine del
Mondo, con la Risurrezione – la rinascita (Mat 19:28) – sarà nato di nuovo e
vivrà con un corpo nuovo.
L’esistenza eterna di ogni essere umano.Ogni essere umano, che con la sua nascita corporale
abbandona, vivo, il sacco amniotico della madre, e che, dunque è "nato
d’acqua" (liquido amniotico, fluidità amniotica) (Giov 3:5), riceve da Dio
(Giov 4:24) uno spirito umano (1Cor 2:11) con l’esistenza eterna (Mat
25:46). Nella prima parte temporale e terrena di questa esistenza – nella
sua vita, l’essere umano ha la possibilità di scegliere in assoluta
libertà e senza alcuna costrizione con lo spirito datogli da Dio (Gen 2,7; 6,3) se donare
a questo Dio, il creatore di tutta la vita, la sua completa fiducia e
tutto il suo amore. Dio vivificherà i vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi. Röm 8,11 Se lo Spirito di colui che ha risuscitato
Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo Gesù dai morti
vivificherà anche i vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che
abita in voi. Röm 8,11; Nel momento della Risurrezione
(Rom 6:4-5), la "rinascita dallo spirito" (Mat 19:28;
1Piet 1:18; Giov 3:7), l’essere umano riceve nuovamente un corpo
(1Cor 15:43-44; Mat 22:30; Giov 3:8; Rom 8:10-11), simile a quello del figlio di Dio dopo la sua
risurrezione (Giov 20:26-27). Se c’è un corpo naturale, c’è anche un corpo
spirituale. 1Cor 15,42 Così è pure della risurrezione dei
morti. Il corpo è seminato corruttibile e risuscita incorruttibile; 15,43
è seminato ignobile e risuscita glorioso; è seminato debole e risuscita potente;
15,44 è seminato corpo naturale e risuscita corpo spirituale. Se c’è un
corpo naturale, c’è anche un corpo spirituale. 15,45 Così anche sta
scritto: «Il primo uomo, Adamo, divenne anima vivente» (Gen 2,7);
l’ultimo Adamo è spirito vivificante. 15,46 Però, ciò che è
spirituale non viene prima; ma prima, ciò che è naturale, poi viene ciò che
è spirituale. 15,47 Il primo uomo, tratto dalla terra, è terrestre; il secondo
uomo è dal cielo. 15,48 Qual è il terrestre, tali sono anche i terrestri; e
quale è il celeste, tali saranno anche i celesti. 15,49 E come abbiamo portato
l’immagine del terrestre, così porteremo anche l’immagine del celeste.
1Cor 15,42-49; Con questo corpo, l’essere
umano starà poi durante il Giudizio Universale
al cospetto del Figlio di Dio, che, per incarico di Dio (Giov 5:22,
26-27), giudicherà ciascun essere umano secondo le azioni terrene e in
base alla scelta da lui compiuta in vita a favore o contro Dio (Rom 2:16). "Se voi mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il
Padre, ed Egli vi darà un altro consolatore, perché stia con voi per sempre, lo Spirito della
verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché
dimora con voi, e sarà in voi." Giov 14,15-17; Da questo punto di vista si è già espresso il noto evangelista e predicatore
Wilhelm Busch con i suoi ascoltatori: "Non c’è bisogno di accogliere il messaggio che le sto dicendo.
Può lasciare perdere di convertirsi a Gesù. Ma abbia ben chiaro che in tal modo lei sceglie l’inferno!
Lei ha la totale libertà!! (Vedi anche discorso 22: "Esiste
l’immortalità dell’anima?") Per tutti coloro che vorrebbero averlo breve e
moderno: |
(Vedi anche Capitolo 12: "La
Risurrezione." )
E quando poi a questo non credente verrà detto che l’amore di
Dio è "infinito", ma verrà allora a sapere che il Figlio di Dio dovette
morire sulla croce per i peccati di tutti gli esseri umani, egli si chiederà
naturalmente perché ciò sia stato necessario e per quale motivo Dio, nel suo
"infinito" amore non poté perdonare i nostri peccati, cosicché Gesù
Cristo non avrebbe dovuto morire sulla croce per i nostri peccati.
Perciò: l’amore di Dio non è infinito, ma dura finché non si sono esaurite
la sua grazia e la sua misericordia nella vita di ciascun essere umano. Se l’amore,
la grazia e la misericordia vengono rifiutate e respinte, non rimane più altro
che l’assoluta ed inesorabile giustizia di Dio, che questo essere umano dovrà
alla fine affrontare
L’amore infinito e incondizionato di Dio.Se l’amore di Dio fosse infinito e incondizionato,
questo Dio dovrebbe rimettere a tutti gli esseri umani di tutti i tempi
(all’infinito!!) tutti i loro peccati senza rimorso né conversione
(incondizionatamente!!). Allora, non sarebbe più necessario alcun
sacrificio espiatorio – e Gesù Cristo non avrebbe dovuto morire sulla
croce. (Vedi anche discorso 30: "Perché
Gesù dovette morire sulla croce?") |
Una spiegazione dettagliata sulla morte, sulla Risurrezione e
sul Giudizio si trova del resto negli oltre 150 documenti (non ancora tutti
disponibili in italiano) di questo sito web nell’Indice
del contenuto, così come la risposta alle domande e la discussione a
riguardo si trovano nell’Indice dei discorsi. Qui
si dovrebbe però intraprendere il tentativo di dare una risposta alla questione
- sempre molto controversa – sul senso della vita dal punto di vista
biblico.
Il non credente critico citato qui sopra come esempio, potrebbe benissimo
sostenere l’opinione che se Dio avesse creato gli esseri umani fin dall’inizio
in modo tale che essi seguano i comandamenti di Dio, allora non sarebbe stato
necessario tutto quel chiasso sul peccato, sulla remissione dei peccati, sul
sacrificio della vita del Figlio di Dio, etc. e gli esseri umani – e anche
Dio – si sarebbero risparmiati molto tempo, risentimento e frustrazione.
Ed ora, forse, alcuni lettori si meraviglieranno di apprendere che secondo la
Bibbia questo era proprio il proposito di Dio. Dio ha plasmato Adamo ed Eva a
sua immagine, affinché fossero pronti ad obbedire ai comandamenti di Dio. Ma
poiché da un altro lato, l’assoluta giustizia di Dio è in contraddizione con
qualunque costrizione, Dio ha creato l’essere umano dotandolo anche di un
libero arbitrio. E ciò presuppone che gli esseri umani non seguano tali
comandamenti per paura. Essi dovrebbero avere fiducia in Dio, riconoscere il
pericolo di un mancato rispetto dei suoi comandamenti e perciò accondiscendervi
volontariamente.
Poi l’Eterno DIO piantò un giardino in Eden e l’albero della conoscenza del bene e del male.
Gen 2,8 Poi l’Eterno DIO piantò un giardino in
Eden, ad oriente, e vi pose l’uomo che aveva formato. 2,9 E l’Eterno DIO
fece spuntare dal suolo ogni sorta di alberi piacevoli a vedersi e i cui frutti
erano buoni da mangiare; in mezzo al giardino vi erano anche l’albero della vita
e l’albero della conoscenza del bene e del male. Gen 2, 8- 9;
Ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare, perché nel giorno che tu ne mangerai, per certo morrai.
Gen 2,15 L’Eterno DIO prese dunque l’uomo e lo pose
nel giardino dell’Eden perché lo lavorasse e lo custodisse. 2,16 E l’Eterno DIO
comandò l’uomo dicendo: «Mangia pure liberamente di ogni albero del giardino;
2,17 ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare,
perché nel giorno che tu ne mangerai, per certo morrai». Gen 2,15-17;
Come si può vedere qui sopra, gli esseri umani non potevano
ancora distinguere tra il bene e il male. Dio, perciò, disse loro ciò che era
giusto e ciò che era sbagliato, e disse anche loro le conseguenze delle loro
azioni. Tuttavia, egli lasciò loro la possibilità di scegliere liberamente se
seguire i suoi comandamenti o no. – È del tutto simile con i dieci
comandamenti: anche nei dieci comandamenti si dice sempre solo: "tu dovresti"
e mai "tu devi". L’essere umano ha la totale libertà di attenervisi
oppure no. – Dio voleva evidentemente che il rapporto tra lui e gli esseri
umani si basasse esclusivamente sulla fiducia.
E proprio perché Dio voleva che il rapporto dell’essere umano con lui fosse
basato sulla fiducia e non sulla costrizione, doveva essere provato se l’essere
umano agisse confidando in Dio, o arbitrariamente e contro i comandamenti di
Dio. Se l’essere umano avesse anche giustificato la fiducia che Dio gli ha
offerto, allora si sarebbe proprio giunti a quella situazione che non vi
sarebbero stati peccati nel mondo e dunque anche la remissione dei peccati e la
vittima sacrificale non sarebbero stati necessari. Allora, Dio e gli esseri
umani avrebbero potuto vivere con assoluta fiducia l’uno nell’altro e il
mondo e l’umanità si sarebbero risparmiati molti problemi.
Ma, come è universalmente noto, le cose sono andate diversamente. Satana, il
vecchio serpente e il mentitore fin dall’inizio, così come lo ha definito
anche Gesù Cristo (Giov 8:44), mentì a Eva e, andando contro al comandamento
di Dio, la indusse a mangiare di questo albero della conoscenza e a darne anche
a Adamo.
Allora il serpente disse alla donna: «Voi non morrete affatto; ma sarete come DIO, conoscendo il bene e il male».
Gen 3,1 Or il serpente era il più astuto di tutte
le fiere dei campi che l’Eterno DIO aveva fatto, e disse alla donna: «Ha DIO
veramente detto: "Non mangiate di tutti gli alberi del giardino"?».
3,2 E la donna rispose al serpente: «Del frutto degli alberi del giardino ne
possiamo mangiare; 3,3 ma del frutto dell’albero che è in mezzo al giardino DIO
ha detto: "Non ne mangiate e non lo toccate, altrimenti morirete"».
3,4 Allora il serpente disse alla donna: «Voi non morrete affatto; 3,5 ma
DIO sa che nel giorno che ne mangerete, gli occhi vostri si apriranno, e sarete
come DIO, conoscendo il bene e il male». Gen 3, 1- 5;
La Trinità biblica e alcune altre specificità della fede cristiana biblica.A differenza di tutte le altre religioni di questo mondo, il cristianesimo
biblico non è una religione. È una relazione. Un rapporto o una connessione
con Dio, in quanto nostro Padre nei cieli. Ecco perché anche il nostro
Signore Gesù Cristo ci ha detto: Non chiamate nessuno sulla terra vostro padre, perché uno solo è il Padre vostro, quello che è nei cieli. Mat 23,9 Non chiamate nessuno sulla terra vostro
padre, perché uno solo è il Padre vostro, quello che è nei cieli.
Mat 23,9; Perciò, nel cristianesimo biblico non chiamiamo nessuno
sulla terra nostro Padre, ma l’unico e solo Onnipotente Dio nei
cieli è nostro Padre. Infatti, Dio non ha creato solo noi, ma con Adamo e
Eva, i nostri genitori arcaici, tutti gli esseri umani, ed è quindi il padre
di tutti noi. Eppure questo è ciò che pochissimi vogliono sapere. Dio è Spirito; e quelli che l’adorano, bisogna che l’adorino in spirito e verità. Giov 4,23 Ma l’ora viene, anzi è già venuta,
che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità;
poiché il Padre cerca tali adoratori. 4,24 Dio è Spirito; e quelli
che l’adorano, bisogna che l’adorino in spirito e verità».
Giov 4,23-24; E come ci conferma anche Paolo nella prima lettera ai
Corinzi, lo Spirito di Dio dimora in noi, se siamo figli di Dio. Non sapete che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? 1Cor 3,16 Non sapete che siete il
tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? 3,17 Se uno
guasta il tempio di Dio, Dio guasterà lui; poiché il tempio di Dio è santo;
e questo tempio siete voi. 1Cor 3,16-17; Così questa è una connessione molto simile a quella, che
anche il Figlio di Dio ebbe con il Padre durante la Sua missione sulla
terra: Non credi tu che io sono nel Padre e che il Padre è in me? Giov 14,10 Non credi tu che io sono nel Padre
e che il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico di mio;
ma il Padre che dimora in me, fa le opere sue. 14,11 Credetemi:
io sono nel Padre e il Padre è in me; se no, credete a causa di quelle
opere stesse. Giov 14,10-11; Infine il Signore Gesù stesso ci spiega anche, che chi Lo
ama si riconoscerà dal fatto, che osserverà la Parola del Suo Signore. E
perciò il Padre lo amerà ed entrambi, Padre e Figlio, verranno da lui e
dimoreranno presso di lui. Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio l’amerà, e noi verremo da lui e dimoreremo presso di lui. Giov 14,22 Giuda (non l’Iscariota) gli domandò:
«Signore, come mai ti manifesterai a noi e non al mondo?» 14,23 Gesù gli
rispose: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio
l’amerà, e noi verremo da lui e dimoreremo presso di lui. 14,24 Chi
non mi ama non osserva le mie parole; e la parola che voi udite non è mia,
ma è del Padre che mi ha mandato. Quindi riassumiamo: Paolo ci dice sopra in 1Cor 3,16, che lo
Spirito Santo dimora presso di noi, se siamo figli di Dio. Qui sopra in
Giov 14,23 il Signore Gesù ci dice, che Padre e Figlio verranno da noi e
dimoreranno presso di noi, se amiamo il Figlio. Così nel nostro spirito abbiamo unito
Padre, Figlio e Spirito Santo! È quindi evidente che è nella natura degli esseri spirituali incorporarsi sia
nello spirito di un essere umano che in altri esseri spirituali. Nella loro forma spirituale sono
immateriali e possono fondersi l’uno nell’altro, come quando si versa sul livello materiale
un bicchiere d’acqua in un altro e i due liquidi diventano un’unica cosa (Trinità). L’Altissimo però non abita in edifici fatti da mano d’uomo. Atti 7,48 L’Altissimo però non abita in edifici
fatti da mano d’uomo, come dice il profeta(Isaia 66:1-2): 7,49 "Il
cielo è il mio trono, e la terra lo sgabello dei miei piedi. Quale casa mi
costruirete, dice il Signore, o quale sarà il luogo del mio riposo?
7,50 Non ha la mia mano creato tutte queste cose?" Atti 7,48-50; Dunque, nella fede cristiana biblica non esistono riti, liturgie, "messe",
sacerdoti, vescovi, cardinali, papi, etc. I credenti cristiani biblici
stessi sono il tempio di Dio e nel loro spirito hanno una connessione
immediata e diretta con il loro Padre Celeste. Noi siamo infatti il tempio del Dio vivente, come Dio stesso ha detto: "Abiterò in mezzo a loro e con loro camminerò e sarò il loro Dio, ed essi saranno il mio popolo." 2Cor 6,14 Non lasciatevi legare al
giogo estraneo degli infedeli. Quale rapporto infatti ci può essere tra la
giustizia e l’iniquità, o quale unione tra la luce e le tenebre? 6,15 Quale
intesa tra Cristo e Beliar, o quale collaborazione tra un fedele e un
infedele? 6,16Quale accordo tra il tempio di Dio e gli idoli? Ed è anche questo spirito dei figli di Dio che vivrà dopo la
risurrezione come un essere spirituale nella dimensione eterna con il nostro
Padre nei cieli, avendo percorso la strada che nostro Signore Gesù Cristo ha
già percorso prima di noi come primizia (1Cor 15,20-28). Ma tu, quando preghi, entra nella tua cameretta e, chiusa la porta, rivolgi la preghiera al Padre tuo che è nel segreto. Mat 6,5 «Quando pregate, non siate come gli
ipocriti; poiché essi amano pregare stando in piedi nelle sinagoghe e agli
angoli delle piazze (o al "Muro del pianto"!/FH) per essere visti
dagli uomini. Io vi dico in verità che questo è il premio che ne hanno.
6,6 Ma tu, quando preghi, entra nella tua cameretta e, chiusa la porta,
rivolgi la preghiera al Padre tuo che è nel segreto; e il Padre tuo,
che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa. 6,7 Nel pregare non usate
troppe parole come fanno i pagani, i quali pensano di essere esauditi per
il gran numero delle loro parole. 6,8 Non fate dunque come loro, poiché
il Padre vostro sa le cose di cui avete bisogno, prima che gliele
chiediate. Mat 6,5-8; |
Come si può ben comprendere, perciò, le bugie di Satana sono
così pericolose perché contengono sempre anche una parte di verità. E anche
perché egli si rivolge sempre a coloro che sono (ancora) ignari, che, per una
qualunque ragione, non intuiscono il contesto della situazione e si lasciano
imbrogliare.
Qui in Adamo e Eva, era l’ignoranza del più profondo significato della morte.
Dio disse: "perché nel giorno in cui ne mangerai, morirai!" e Satana disse:
"Voi non morrete affatto!". E quando essi ne ebbero mangiato, videro che in
realtà non morivano. E dunque essi credettero subito a Satana. Tuttavia, ciò
che Satana aveva tenuto loro nascosto, era che Dio aveva parlato della
cosiddetta seconda morte, che incombe su tutti gli esseri umani che non hanno
obbedito ai comandamenti di Dio, mentre lui, Satana, ha fatto sapere ad entrambi
che con ciò era intesa la prima morte del corpo.
La dichiarazione di Dio che afferma che entrambi dovranno morire se mangeranno
dell’albero della conoscenza del bene e del male, andava inserita nel seguente
contesto: in contrasto con la nostra falsa comprensione umana, le parole "morte"
e "morire", dal punto di vista biblico, non significano mai la fine dell’esistenza
di un essere umano. Con il concetto di "morte" e di "morire", è sempre
e solo inteso il passaggio da una forma di esistenza in un’altra. Secondo la
Scrittura, vi sono due passaggi di questo tipo: il primo passaggio è la fine
del nostro corpo terreno e materiale – ossia la prima "morte" – e il
trasferimento dello spirito dell’uomo separato dal corpo nella zona di attesa
del cosiddetto Regno dei Morti.
(Vedi anche discorso 56: "I
cristiani defunti sono già in cielo?")
La "seconda morte" è la condanna dell’essere umano con il
Giudizio Universale a causa della sua non credenza quando era in vita. Questo,
molto appropriatamente, il Signore lo ha posto davanti agli occhi agli Apostoli,
quando egli parlò dei già potenzialmente morti, che un giorno patiranno la
seconda morte, che per il momento hanno seppellito solo i loro morti
fisicamente.
Lascia che i morti seppelliscano i loro morti.
Mat 8,21 Poi un altro dei suoi discepoli gli disse:
«Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». 8,22 Ma Gesù
gli disse: «Seguimi, e lascia che i morti seppelliscano i loro morti».
Mat 8,21-22;
(Vedi anche Excursus 08: "La
prima e la seconda morte.")
Dopo la Risurrezione dal Regno dei Morti, della rinascita alla
Fine del Mondo, lo spirito dell’uomo sarà nato di nuovo (la seconda nascita),
riceverà un nuovo corpo e sarà al cospetto del giudizio di Dio. Durante questo
giudizio, tutte le sue azioni compiute nella vita terrena verranno esaminate e
su di esse verrà pronunciato una sentenza. Se questa sentenza è negativa,
allora avviene il secondo passaggio, la cosiddetta "seconda morte" dell’essere
umano. Il suo spirito viene ora separato anche dal suo corpo di Risurrezione e
gettato nello stagno di fuoco per un’esistenza eterna. Questo è ciò che la
Bibbia chiama la "dannazione eterna". Se invece la sentenza del giudizio è
positiva, allora l’essere umano con il suo corpo di Risurrezione può passare
nella nuova, seconda creazione di Dio e là continuare poi ad esistere in
eternità nella luce con Dio. Questo è ciò che la Bibbia chiama "vita eterna".
(Vedi anche Capitolo 13: "Il
Giudizio Universale.")
Questo decorso degli eventi a noi uomini di oggi è noto
attraverso la Bibbia. Adamo ed Eva, però, allora non avevano naturalmente
alcuna idea della dinamica di questi fatti. Non sapevano che Dio con il suo
ammonimento che se essi non avessero rispettato i suoi comandamenti "allora
sarebbero morti", diceva l’assoluta verità, perché poi sarebbero morti con
la seconda e definitiva morte e avrebbero vissuto una vita eterna nella minaccia
della dannazione. Satana però sfruttò questa inconsapevolezza di entrambi e
riferendosi alla prima morte terrena e materiale, disse: "Voi non morirete
affatto". Come vediamo, Satana non ha mentito direttamente, ma ha solo
distorto le cose. Egli è "colui che fa scompiglio", il diabolos.
L’argomento che qui viene spesso presentato, ossia che Adamo ed Eva sarebbero
stati innocenti proprio perché non sapevano nulla di tutti questi principi,
tralascia il fatto che qui non è la conoscenza che è in gioco. Né allora né
oggi è questione di conoscenza, ma di fiducia. Naturalmente essi non sapevano
tutto questo, ma Dio non aveva preteso che essi dovessero sapere qualcosa, ma
solo che si fidassero. Essi dovevano avere fiducia in lui e credere che ciò che
egli aveva detto loro era la verità. Allora essi avrebbero saputo riconoscere
la dichiarazione di Satana come menzogna e dunque respingerlo. L’essere umano
ha dunque infranto questa fiducia di Dio e di conseguenza anche Dio ha privato l’essere
umano della sua protezione e della sua assistenza. Da quel momento in poi, l’essere
umano dovette provvedere per sé e per i suoi simili.
Da questi nessi, possiamo anche già comprendere che la
tentazione dell’essere umano esercitata da Satana non era un caso. Dio ha
permesso che Satana mettesse alla prova gli esseri umani nel giardino dell’Eden.
Dio ha soprattutto avuto bisogno di Satana per mettere alla prova gli esseri
umani sulla terra – ma anche gli angeli in cielo – e vedere se erano degni
di fiducia. In cielo, Satana riuscì a sedurre un terzo degli angeli di Dio e a
conquistarli. Come ci dice la Bibbia, proprio nel tempo in cui Gesù era vita,
ebbe luogo una battaglia in cielo, nella quale Satana ha combattuto con gli
angeli che si erano schierati dalla sua parte contro l’arcangelo Michele e i
restanti due terzi degli angeli di Dio. Satana ha perduto questa battaglia e
insieme ai suoi angeli venne gettato dal cielo sulla terra.
E Satana, il gran dragone, fu gettato sulla terra; con lui furono gettati anche i suoi angeli.
Apoc 12,7 E vi fu guerra in cielo: Michele e i suoi
angeli combatterono contro il dragone; anche il dragone e i suoi angeli
combatterono, 12,8 ma non vinsero e per loro non fu più trovato posto nel
cielo. 12,9 Così il gran dragone, il serpente antico, che è chiamato
diavolo e Satana, che seduce tutto il mondo, fu gettato sulla terra; con lui
furono gettati anche i suoi angeli. Apoc 12, 7- 9;
La coda del dragone trascinava dietro a sé la terza parte delle stelle del cielo e le gettò sulla terra.
Apoc 12,3 Nel cielo apparve anche un altro segno: un
gran dragone rosso che aveva sette teste e dieci corna, e sulle sue teste vi
erano sette diademi. 12,4 La sua coda trascinava dietro a sé la terza parte
delle stelle del cielo e le gettò sulla terra; poi il dragone si fermò
davanti alla donna che stava per partorire, per divorare suo figlio quando lo
avesse partorito. Apoc 12, 3- 4;
Ora è il giudizio di questo mondo; ora sarà cacciato fuori il principe di questo mondo.
Giov 12,28 Padre, glorifica il tuo nome!». Allora
venne una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora». 12,29
La folla dunque, che era presente e aveva udito la voce, diceva che era stato un
tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». 312,0 E Gesù rispose e
disse: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. 12,31 Ora è il
giudizio di questo mondo; ora sarà cacciato fuori il principe di questo mondo.
Giov 12,28-31;
Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe di questo mondo.
Giov 14,28 Avete udito che vi ho detto: "Io me
ne vado e tornerò a voi". Se voi mi amaste, vi rallegrereste perché ho
detto: "Io vado al Padre"; poiché il Padre è più grande di me.
14,29 E ora ve l’ho detto, prima che avvenga affinché, quando avverrà,
crediate. 14,30 Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe
di questo mondo e non ha nulla in me; 14,31 ma questo accade affinché il
mondo conosca che io amo il Padre e che faccio come il Padre mi ha comandato.
Alzatevi, andiamo via di qui». Giov 14,28-31;
Ed egli disse loro: «Io vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore.
Luca 10,17 Or i settanta tornarono con allegrezza,
dicendo: «Signore, anche i demoni ci sono sottoposti nel nome tuo». 10,18 Ed
egli disse loro: «Io vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Luca 10,17-18;
Ma guai a voi, abitanti della terra e del mare, perché il diavolo è sceso a voi con grande ira.
Apoc 12,12 Perciò rallegratevi, o cieli, e voi che
abitate in essi. Ma guai a voi, abitanti della terra e del mare, perché il
diavolo è sceso a voi con grande ira, sapendo di aver poco tempo».
Apoc 12,12;
Come mai sei caduto dal cielo, o Lucifero, figlio dell’aurora.
Isa 14,12 Come mai sei caduto dal cielo, o
Lucifero, figlio dell’aurora? Come mai sei stato gettato a terra, tu che
atterravi le nazioni? Isa 14,12;
Il principe della potestà dell’aria, dello spirito che al presente opera nei figli della disubbidienza.
Efe 2,1 Egli ha vivificato anche voi, che eravate
morti nei falli e nei peccati, 2,2 nei quali già camminaste, seguendo il
corso di questo mondo, secondo il principe della potestà dell’aria, dello
spirito che al presente opera nei figli della disubbidienza. Efe 2, 1-
2;
(Vedi anche discorso 1042: "Tutti i
governi del mondo sono ordinati da Dio?")
Come vediamo, da quel momento, Satana governa il mondo come "principe
della potestà dell’aria" con i suoi angeli, che dominano nell’aria come
demoni. E questi demoni, subito dopo essere stati gettati dal cielo sulla terra,
hanno cercato rifugio nello spirito dell’uomo. Come sappiamo dalla Bibbia, il
Signore in alcuni casi li ha scacciati (Mat 8:28-34; Mat 9:32-34; Mat 12:28). E
così è scorsa la storia del mondo fino ad oggi: con Satana come dominatore del
mondo e i suoi angeli come demoni nello spirito degli esseri umani che si aprono
a loro per accoglierli. La migliore prova a tale proposito è il corso stesso
della storia del mondo, con le sue guerre che non vogliono finire mai, con le
sue dittature, con i delitti, gli omicidi di massa e le perversità.
(Vedi anche Excursus 06: "Di
fronte a Dio nello Stagno di Fuoco.")
Come possiamo leggere più sotto in Luc 4,6, Dio un tempo
ha dato a Satana il potere su tutti i regni del mondo, affinché egli mettesse
alla prova anche gli esseri umani, per vedere se essi si attenevano a Dio o,
come anche una parte degli angeli, si lasciavano indurre in tentazione. E
immediatamente all’inizio del suo dominio terreno, Satana volle indurre in
tentazione anche il Figlio di Dio, offrendogli tutti questi regni del mondo, se
egli fosse caduto in ginocchio davanti a lui e lo avesse adorato. Ma il Signore
gli ha dato proprio quella risposta che già Adamo ed Eva avrebbero dovuto
dargli, quando Satana li aveva cercato di indurli in tentazione: «Adora il
Signore Dio tuo e servi a lui solo». In tal modo, se così fosse stato, subito
all’inizio della creazione dell’umanità, essi si sarebbero risparmiati
millenni di caos sulla terra.
Io ti darò tutto il potere di questi regni e la loro gloria, perché essa mi è stata data nelle mani e io la do a chi voglio.
Luca 4,5 Poi il diavolo lo condusse su di un alto
monte e gli mostrò in un attimo tutti i regni del mondo. 6 E il diavolo
gli disse: «Io ti darò tutto il potere di questi regni e la loro gloria, perché
essa mi è stata data nelle mani e io la do a chi voglio. 7 Se dunque tu
prostrandoti mi adori, sarà tutta tua». 8 Ma Gesù, rispondendo, gli disse:
«Vattene via da me, Satana. Sta scritto: "Adora il Signore Dio tuo e servi
a lui solo"». Luca 4, 5- 8;
Tuttavia, questa prima delusione, che gli esseri umani avevano
preparato al loro creatore nel giardino dell’Eden, non era un caso né unico
né atipico per il genere umano. Anzi, al contrario, 1656 anni dopo secondo il
calcolo biblico del tempo, la razza umana si era così allontanata da Dio, che
quest’ultimo decise di annientare l’intera umanità. Satana aveva dunque
portato a termine tutto il suo compito.
Attraverso l’età avanzata di più centinaia di anni, raggiunta dagli esseri
umani prima del Diluvio Universale, alcune milioni di esseri umani
sulla terra dovevano a quel tempo avere già vissuto sulla terra. Tra di loro,
vi era però anche un uomo, l’unico, che con la sua famiglia era rimasto
fedele a Dio. Era Noè con sua moglie e i suoi tre figli con le rispettive
mogli. Noè ricevette da Dio l’ordine di costruire un’arca per salvare dal
diluvio se stesso, la sua famiglia e i più importanti animali sulla terra (Gen
6:11-17). Con loro, dopo il diluvio, Dio voleva dare il via ad un nuovo inizio
con l’umanità sulla terra.
Quando non erano trascorsi neanche cento anni dal diluvio, Satana, però, era
già riuscito a fomentare così tanto la superbia degli esseri umani contro Dio,
che essi, in preda alla loro presunzione, vollero costruire nella prima città
del mondo, la Babele dell’antichità, una torre che potesse arrivare fino al
cielo. Per evitare che accadesse il peggio, e poiché Dio aveva promesso di non
annientare nuovamente l’umanità (Gen 9:12-17), egli aveva confuso le lingue
degli uomini, che fino a quel momento era stata una lingua unitaria. In tal
modo, improvvisamente, l’uno non era più in grado di intendere l’altro e la
grandiosa costruzione dovette essere abbandonata per mancanza di reciproca
comprensione tra gli uomini (Gen 11:1-9).
(Vedi anche Tabella 01: "Cronologia
da Adamo a Giacobbe.")
Dopo quasi oltre 300 anni, Dio ha scelto dalla discendenza di
Sem, il maggiore dei figli di Noè, un uomo timorato di Dio simile a Noè e con
lui ha stretto un patto eterno, secondo il quale i suoi discendenti avrebbero
abitato la terra di Canaan (l’attuale Israele). Quest’uomo era Abramo, il
progenitore degli ebrei. Sebbene a quel tempo, con il potente sostegno di
Satana, l’umanità fosse molto avanzata nell’ateismo, Abramo, la sua
famiglia e tutti coloro che appartenevano a quest’ultima, ebbero cura di
tenersi a distanza dagli atei.
Nelle città di Sodoma e Gomorra, però, l’ateismo e la perversione erano
avanzate così tanto che esse potrebbero essere definite le capitali dei gay.
Come descrive la Bibbia, là, gli uomini "si conobbero" l’un l’altro
(nella Bibbia con il verbo "conoscere" viene definito il rapporto sessuale
- e qui si intende specificamente il rapporto sessuale dei gay – degli
uomini con gli uomini). E come racconta la Bibbia, tutti vi prendevano parte,
dai fanciulli fino agli anziani. – Oggi, in Germania abbiamo addirittura un
ministro degli esteri gay, che si fa accompagnare dal suo partner sessuale
maschile durante i viaggi di lavoro all’estero, e al quale i politici – in
particolare quelli dei paesi islamici – per motivi morali si rifiutano di
stringere la mano. – Vergogna sull’occidente "cristiano"!! (Rom
1:24-32).
A Sodoma viveva anche Lot, il nipote di Abramo, che poco prima era stato
separato da suo zio e si era trasferito in questa città con sua moglie e le sue
due figlie (Gen 13:1-13). Dio aveva ora deciso di porre fine a Sodoma e Gomorra
a questa disgustosa attività, e di annientare entrambe le città (Gen
18:16-33). Per fare ciò, egli inviò due angeli, che avevano però il compito
di condurre fuori da Sodoma Lot e la sua famiglia prima dell’annientamento,
affinché essi non morissero da innocenti. Quando questi due angeli giunsero
nella casa di Lot, i gay di Sodoma spinsero al culmine la loro perversità e il
loro ateismo, pretendendo da Lot che egli consegnasse loro questi due uomini,
affinché essi potessero violentarli.
Allora, Lot che sapeva di ospitare degli angeli di Dio, offrì ai gay le sue due
figlie vergini, purché essi avessero lasciato in pace i due uomini. Questi
perversi, però, minacciarono di violentare anche lo stesso Lot e tentarono di
forzare la porta. Allora, intervennero i due angeli e colpirono di cecità i gay
davanti alla casa di Lot, in modo tale che essi non fossero più in grado di
trovare la porta. I due angeli condussero poi Lot fuori dalla città insieme
alla sua famiglia e venne messo al sicuro (tranne sua moglie). Sulle due città
di Sodoma e Gomorra si abbatté poi una pioggia di zolfo e fuoco, che le rase
completamente al suolo (Gen 19:1-29).
In seguito, poi, Dio si è concentrato sulla discendenza di Abramo, sul popolo
di Israele e ha abbandonato gli atei e i perversi del mondo al loro destino. Ma
anche in Israele Satana non se ne stava con le mani in mano. Quando però
Israele aveva peccato contro Dio, quest’ultimo non l’aiutò nelle sue
guerre. Quando invece fu senza peccati, Dio l’aiutò a vincere le guerre.
Tuttavia, di questo presto si accorsero anche i suoi nemici e così aspettarono
finché Israele aveva peccato davanti al suo Dio, prima di fargli guerra.
Quando Dio vide che persino il popolo eletto di Israele peccava
sempre di più contro il suo Dio, inviò loro suo Figlio in quanto Messia
profetizzato nelle Scritture e tanto a lungo atteso dagli ebrei. Tuttavia, anche
qui Satana aveva già preso le sue precauzioni. Sotto l’occupazione romana di
quel tempo, i capi religiosi, ossia il Sinedrio con gli scribi e il sommo
sacerdote Caifa, erano le figure supreme del popolo e dunque anche i capi
politici di Israele. E dopo che nostro Signore Gesù Cristo smascherò questi
uomini come covo di vipere (Mat 23:33) e figli del diavolo (Giov 8:44), non fu
nemmeno lui in condizione di restituire Israele al suo Dio. Caifa e il Sinedrio
condannarono poi il Figlio di Dio a morte e lo consegnarono ai Romani perché lo
crocifiggessero.
Ma con questa morte di suo Figlio, Dio ha gabbato Satana. Egli offrì suo Figlio
come sacrificio vicario per tutti i peccatori di questo mondo. Se l’essere
umano aveva infranto i comandamenti di Dio e dunque aveva peccato, ha perduto la
sua giustizia davanti a Dio. Egli stesso avrebbe dovuto morire come espiazione,
per essere di nuovo considerato un giusto davanti a Dio. Se egli non avesse
sacrificato la sua vita, nel momento del Giudizio Universale sarebbe stato
giudicato colpevole e dopo la Risurrezione avrebbe dovuto morire la seconda
morte e andare alla dannazione eterna. Così Satana, che aveva il potere di
indurre gli esseri umani al peccato, aveva automaticamente anche il potere su
questa seconda e successiva morte dell’essere umano.
Tuttavia, in seguito, giunse il Figlio di Dio e venne crocifisso come sacrificio
vicario per i peccati di tutti gli esseri umani. Ciò significa che il peccatore
non deve più egli stesso morire, ma deve solo ricorrere personalmente a questo
sacrificio del riscatto di Gesù Cristo per sé e per i suoi peccati. Se egli fa
questo, non dovrà lui stesso morire e sarà ciononostante giudicato giusto nel
giudizio (Mar 3:28-30). Quando Satana pensò che la crocifissione del Figlio di
Dio significasse avere vinto la partita e potere di nuovo trascinare l’intera
umanità nell’abisso (Apoc 20:10), in realtà proprio così aveva perduto per
l’eternità. Ha privato se stesso del suo più forte asso nella manica contro
gli esseri umani – ossia il suo potere sui peccati e la seconda morte.
Gesù Cristo distrutto mediante la sua morte, colui che ha l’impero della morte, cioè il diavolo.
Ebr2,14 Poiché dunque i figli hanno in comune la carne e
il sangue, similmente anch’egli (Gesù Cristo) ebbe in comune le stesse cose, per
distruggere, mediante la sua morte, colui che ha l’impero della morte, cioè il
diavolo, 2,15 e liberare tutti quelli che per timore della morte erano
tenuti in schiavitù per tutta la loro vita.Eb 2,14-15;
Ma sebbene da quel momento Satana sia stato un modello di fine
serie – o forse proprio per questa ragione -, egli sta facendo di tutto per
occultare agli esseri umani proprio questo fatto della sua sconfitta. E perciò
egli tenta di celare mediante tutte le astuzie possibili questo sacrificio
vicario, al fine di trascinare quanti più esseri umani possibili nella
dannazione. E come si vede, da duemila anni, egli vi riesce con successo. A quel
tempo gli fu accordato da Dio il potere discrezionale su tutto il mondo e da
allora – diversamente dai tempi di Abramo – per l’essere umano non è
stato più possibile vivere da giusto sulla terra. Non vi sono più giusti in
questo mondo, non vi sono più un essere umano che sia senza peccato (Rom
3:9-12.23; Rom 5:12; Rom 11:32; Gal 3:22). La tentazione è enorme e
onnipresente e l’essere umano miscredente ha poca forza di resistervi. E così
Satana ha gioco facile con la stragrande maggioranza degli esseri umani.
Lo scopo di Satana e dei suoi demoni è indurre gli esseri umani al peccato e
allontanarli dalla fede in Dio, affinché essi non conoscano nemmeno l’unica
possibile salvezza nell’accettazione del sacrificio del riscatto del Figlio di
Dio. Perciò Satana tiene così tanto occupata la vita degli esseri umani con
altre cose, che essi non hanno né tempo né voglia di interessarsi a Dio, alla
Bibbia e alla fede. Se prendiamo in considerazione la storia del mondo,
riconosciamo che la maggior parte degli esseri umani era da sempre occupata con
altre cose, che si tratti di politica e guerre, di economia, di scienza o del
quotidiano mondo del lavoro. La maggior parte degli esseri umani si impegna a
migliorare e a rafforzare la propria posizione – qualunque essa sia -, e
trascurano tutto ciò che non può essere utile a tale scopo o che addirittura
li ostacola. Fino alla propria salute, alla propria famiglia e al proprio futuro
nella loro vita eterna dopo la Risurrezione.
Ma solo pochi hanno riconosciuto la soluzione per sfuggire a questa trappola del
diavolo. Essi hanno accettato la fede in Gesù Cristo e il suo sacrificio
vicario per i loro peccati. Naturalmente, essi si impegnano anche di per se
stessi ad osservare i comandamenti di Dio e a non peccare. Ma laddove la forza
è insufficiente e la tentazione vince, e laddove prima Satana ha raccolto i
suoi frutti, ora essi possono fare ricorso al sacrificio del riscatto del loro
Signore, che è morto anche per questi loro peccati. E dunque il diavolo è
restato a bocca asciutta. L’essere umano, certo, è un peccatore e non può
sostenersi sulla base della propria giustizia. Ma attraverso il sacrificio
vicario del Figlio di Dio, l’essere umano viene giudicato giusto per
misericordia e come giusto può stare davanti a Dio e sostenere.
E con ciò arriviamo ora alla domanda sul senso della vita. A
tale domanda, molti filosofi, teologi, uomini saggi e consiglieri di vita hanno
risposto e rispondono nei modi più diversi, dilungandosi in spiegazioni e
consigli. Se si esaminano tali giudizi più da vicino, si comprende che tutti
sono andati fuori tema. E ciò per il semplice motivo che essi hanno
riconosciuto e trattano solo una minuscola parte della vita – la vita terrena,
materiale -, mentre la vita reale, la vita eterna, infinita dopo la Risurrezione
non viene assolutamente presa in considerazione. Sarebbe circa come se io
chiedessi a qualcuno la strada per la stazione e questo qualcuno mi spiegasse
con ampiezza di dettagli quali scarpe sarebbe più consigliabile indossare per
camminare.
Si può giudicare il senso di un cammino solo se se ne conosce la meta, e se si
sa se tale meta valga la pena e gli sforzi. E lo scopo della vita umana non è
nemmeno la morte fisica alla fine della vita terrena, ma la vita eterna,
infinita e senza tempo presso Dio e con Dio. È la seconda, definitiva creazione
di Dio su una nuova terra sotto un nuovo cielo e in un nuovo universo (Apoc
21:1-5). La vita sulla terra non è null’altro che una sorta di "esame di
ammissione". E se ora noi giudichiamo il senso della vita secondo questi
criteri, possiamo osservare che qui nessun filosofo e consigliere di vita ateo
può dare una risposta: l’unica che può dare una risposta è la Bibbia, la
Parola di Dio.
Di conseguenza, il senso della vita è tenere sott’occhio quella meta finale e
non lasciarsi traviare da una qualunque prospettiva di successo a breve termine.
Naturalmente, rimane anche una battaglia contro gli ostacoli esteriori e
interiori. Ma in quanto cristiani biblici, possiamo confidare nel Signore
nostro e Dio, nel suo aiuto, nella sua grazia e misericordia. Gli influssi
satanici nel mondo non possono strapparci alla mano di Dio (Giov 10:27-30). Se
tuttavia, in quanto essere umano credente, ci apriamo spontaneamente a simili
influssi, che siano nei circoli esoterici, nelle religioni dell’Estremo
Oriente, nei culti spirituali africani o sudamericani o anche presso le
manifestazioni spirituali nei campi carismatici, allora ne siamo personalmente
responsabili e dobbiamo subirne anche le conseguenze.
(Vedi anche Messaggio: "Rapporto
dal campo carismatico.")
Non vi sono altri dèi in questo mondo se non un solo Dio, un
Dio unico e trino. E poi vi sono anche Satana e i suoi demoni, che si
manifestano come spiriti e "dèi", per indurre gli esseri umani a rinnegare
il solo e unico Dio, che siano gli spiriti dei boschi e dei prati dei popoli
primitivi, gli "dèi" di altre religioni oppure anche gli idoli ("Maria",
i "santi") che vengono adorati nella chiesa cattolica. Tutti questi dèi non
sono altro che manifestazioni di Satana e dei suoi angeli.
Stanno diritti come una palma e non possono parlare; bisogna portarli, perché non possono camminare.
Ger 10,3 Poiché i costumi dei popoli sono vanità:
infatti uno taglia un albero dal bosco, il lavoro delle mani di un operaio
con l’ascia. 10,4 Lo adornano d’argento e d’oro, lo fissano con chiodi e
martelli perché non si muova. 10,5 Stanno diritti come una palma e non
possono parlare; bisogna portarli, perché non possono camminare. Non
abbiate paura di loro, perché non possono fare alcun male, né è in loro
potere fare il bene». 10,6 Nessuno è simile a te, o Eterno; tu sei grande e
il tuo nome è grande in potenza. Ger 10, 3- 6;
Siano tutti confusi quelli che servono le sculture e quelli che si vantano degli idoli; si prostrino davanti a lui tutti gli dèi.
Sal 97,6 I cieli proclamano la sua giustizia
e tutti i popoli vedono la sua gloria. 97,7 Siano tutti confusi quelli che
servono le sculture e quelli che si vantano degli idoli; si prostrino davanti a
lui tutti gli dèi. Sal 97, 6- 7;
Similmente a come avveniva al tempo di Adamo ed Eva, noi uomini
di oggi dobbiamo prendere da soli la nostra decisione all’inizio della nostra
vita di fede e non possiamo demandare questa decisione ad altri. Non si può "portare"
nessuno alla fede, perché non si può costringere nessuno alla fede. Ed anche e
proprio Dio nella sua assoluta giustizia non "porterà" nessuno alla fede,
poiché ciò sarebbe a svantaggio di questo essere umano, se durante il giudizio
si potesse dire che egli ha avuto un ingiustificato vantaggio rispetto agli
altri esseri umani.
In quanto cristiano biblico, tutto quello che si può fare per gli esseri
umani non credenti è mettere delle "pietre dello scandalo" sul loro falso
cammino (prediche, spiegazioni della Sacra Scrittura, discorsi, discussioni,
etc.) e pregare Dio che in tal modo accresca gradualmente la loro
corretta conoscenza e rafforzi la loro vera fede. E Dio non farà più di
questo. Il passo verso la fede deve essere una decisione volontaria di ogni
singolo essere umano. Tuttavia, in quanto credenti cristiani dobbiamo tentare di
andare a prendere gli esseri umani là dove e come sono. Se poi essi hanno
realmente deciso per la fede, Dio non li lascerà così come sono e li
purificherà e cambierà.
Dal tempo di Adamo ed Eva, dunque, la domanda è sempre la stessa: "Confidi
(credi) in Dio?". E Dio ha creato Satana affinché gli esseri umani si
confrontino con tale domanda e prendano una decisione: o per Dio o contro Dio.
Era così per Adamo ed Eva nel giardino dell’Eden ed è così fino ai giorni
nostri. Solo nel Millennio, nel Regno di Pace millenario di nostro Signore Gesù
Cristo, non vi sarà questo tipo di tentazione, poiché Satana verrà legato
nell’abisso per mille anni.
Il fatto che Satana in questi mille anni venga solo "legato" (Apoc 20:2-3) e
non sia stato gettato nello stagno di fuoco insieme all’Anticristo e al falso
profeta subito dopo la battaglia di Harmagedon e immediatamente prima del
Millennio, è la migliore prova dell’esattezza di questa interpretazione. Dopo
i mille anni, Satana verrà di nuovo liberato, perché Dio poi lo metterà in
gioco un’ultima volta al fine di mettere alla prova l’umanità. E come si può
leggere nell’Apocalisse (Apoc 20:7-10), dopo i mille anni di pace sulla terra
sotto l’assoluto giusto dominio del Figlio di Dio, Satana poi troverà ancora
gli esseri umani "come la sabbia del mare" pronti a seguirlo. In seguito,
durante l’Ultima Guerra essi verranno tutti uccisi da Dio con il fuoco, che
cade dal cielo. E solo allora anche il diavolo verrà gettato nello stagno di
fuoco.
(Vedi anche Capitolo 11: "La
Fine del Mondo – l’Ultima Guerra.")
Tuttavia, ora, come si può sapere se un essere umano che
pretende di essere un cristiano, è anche realmente un cristiano biblico? Questa è una
delle questioni più difficili, che dall’inizio del cristianesimo – dalle
comunità protocristiane – è probabilmente in assoluto la più discussa. Nei
duemila anni trascorsi vi sono sempre state persone che hanno asserito di essere
credenti e benedette dallo Spirito Santo, come per esempio alcuni papi
cattolici. Ma nel corso della storia si è poi rivelato che essi erano
imbroglioni, fornicatori, assassini e despoti.
Ora, sebbene proprio nel caso di queste persone non dovrebbe essere troppo
difficile smascherarle come bugiarde già quando sono ancora in vita, in tutte
le epoche vi furono e vi sono però imbroglioni che non è così facile
giudicare dalle loro azioni. Proprio quegli esseri umani che esteriormente
indossano una maschera bigotta, sono quindi difficili da valutare perché in
molti casi essi ritengono di essere credenti, ingannando dunque se stessi.
Così vi sono per esempio negli Stati Uniti dei cosiddetti "cristiani" che
tentano di convincere la i loro compaesani dichiaratamente meno ingenui, che essi
si intrattengono in conversazione con Dio o Gesù Cristo. Per un osservatore
neutrale, si moltiplicano tuttavia quelle storie nelle quali queste persone
raccontano di essere state presumibilmente all’inferno con Gesù. Una volta
Gesù invita una donna ad un incontro all’inferno per, come scrive lei stessa,
"far sapere al mondo che esiste un inferno". E poi, per questa stessa
ragione, di nuovo un uomo viene condotto per mano da Gesù all’inferno, "perché
gli esseri umani non credono che questo luogo esista per davvero. Persino alcuni
cristiani non ci credono".
Vi sono poi alcuni dettagli dai quali si può comprendere che questi esseri
umani non dicono la verità. E così essi chiamano il Signore sempre "Gesù"
e non "Signore" e affermano per esempio che il Signore si sarebbe presentato
a loro come "Gesù di Nazareth". La Bibbia però ci dice:
Nessuno può dire: «Gesù è il Signore», se non per lo Spirito Santo.
1Cor 12,3 Perciò vi faccio sapere che nessuno,
parlando per lo Spirito di Dio, dice: «Gesù è anatema»; e che altresì
nessuno può dire: «Gesù è il Signore», se non per lo Spirito Santo.
1Cor 12, 3;
Un essere umano che non può chiamare il Figlio di Dio il suo
Signore, non è dunque un vero cristiano. E poi qualunque cristiano credente sa
anche che nostro Signore non ha mai definito se stesso "Gesù di Nazareth".
Quando egli parlava di se stesso, si definiva "Figlio dell’uomo".
Tuttavia, la più evidente prova del contrario per queste fandonie sull’inferno
è il fatto che secondo la Bibbia ancora non esiste un inferno – lo "stagno
di fuoco"! Come è già stato dimostrato più sopra, Dio ha creato gli esseri
umani per un’esistenza eterna. Dopo la sentenza espressa nel Giudizio
Universale, sia i giusti che i dannati vivranno in eterno. Gli uni presso Dio,
gli altri nella dannazione dello stagno di fuoco dell’inferno. Ma questa vita
eterna non si svolgerà sulla nostra terra di oggi, sotto il nostro cielo di
oggi e nel nostro universo di oggi, ma su una terra nuova e sotto un nuovo
cielo, in una dimensione eterna e perciò inevitabilmente senza tempo (Apoc
21:1-5).
(Vedi anche Capitolo 14: "La
Nuova Creazione.")
Ciò significa, però, che fintanto che Dio non avrà creato
questo nuovo mondo eterno – e questo egli lo farà solo dopo il Giudizio
Universale – non vi sono né una Gerusalemme eterna, né un eterno stagno di
fuoco. I dannati, sino a quel momento, si trovano nella zona di attesa del Regno
dei Morti. E proprio per questa ragione non può nemmeno esservi un inferno,
perché il nostro universo presente è dominato dal tempo e dunque qui nulla e
nessuno possono esistere in eterno. Ma di questi retroscena questi narratori di
favole non hanno naturalmente la benché minima idea. E per di più, se si
leggono i loro fiumi di parole, si capisce che alcuni di loro non hanno nemmeno
letto la Bibbia correttamente.
(Vedi anche discorso 106: "Gesù
da rivelazione del inferno?")
La cosa più semplice, però, se un cristiano ne avverte il
desiderio, è di mettere se stesso alla prova e vedere se è davvero un cristiano biblico.
Per fare ciò, occorrono naturalmente la totale apertura interiore, l’obiettività
e la disponibilità a trascurare tutti i preconcetti presenti e ad accettare il
risultato di una simile prova, e – se necessario – ad accettarlo come base
di partenza per un cambiamento nella vita della fede. Egli può svolgere questa
prova da solo mediante la lettura della Bibbia, oppure anche con l’aiuto di
una predica di un fratello saldo nella propria fede, come per esempio Fritz Wolf
nel discorso 58.
(Vedi anche discorso 58: "Come
puoi sapere se sei salvato?" [non ancora disponibile in italiano. leggi
in tedesco / leggi in inglese])
Tuttavia, purtroppo, quando si arriva a tale questione, spesso
è come con il peccato contro lo Spirito Santo: quei fratelli e sorelle che
temono essi stessi di avere commesso questo peccato sono per lo più lontani dal
fare una cosa simile, mentre quegli esseri umani che sono assolutamente sicuri
di essere ben lungi dal commettere tali peccati, dovrebbero farsi una buona
volta un esame di coscienza e studiare la Bibbia.
(Vedi anche discorso 64: "Cos’è
il peccato contro lo Spirito Santo?")
E così nei precedenti duemila anni sono sempre stati ammessi
nelle comunità falsi predicatori, falsi profeti, falsi maestri e false guide,
che hanno indotto in tentazione molti fratelli e sorelle, allontanandoli dalla
vera fede. Si pensi solo alla chiesa cattolica, che con l’adorazione del suo
idolo demoniaco, "Maria" (Lourdes, Fatima, Medjugorje) e il culto dei morti
nella forma dell’adorazione dei deceduti "beati" e "santi", si è resa
colpevole proprio di questo peccato contro lo Spirito Santo. Oppure anche le
prediche del "movimento degli amici di Israele" in alcune comunità
evangeliche di oggi.
(Vedi anche discorso 1013: "Rapporto
dal movimento degli amici di Israele.")
Tuttavia, come in tutte le questioni importanti, il Signore
anche qui ci ha lasciato una risposta, che – come nel caso di tutte le
parabole del Signore – richiede una riflessione e un po’ di immaginazione da
parte nostra, che però ci possono aiutare a comprendere la causa di questo
problema e ad identificare i falsi cristiani.
Voi li riconoscerete dai loro frutti. Si raccoglie uva dalle spine o fichi dai rovi?
Mat 7,15 Guardatevi dai falsi profeti, i quali
vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci. 7,16 Voi li
riconoscerete dai loro frutti. Si raccoglie uva dalle spine o fichi dai rovi?
7,17 Così, ogni albero buono produce frutti buoni; ma l’albero cattivo produce
frutti cattivi. 7,18 Un albero buono non può
dare frutti cattivi, non può un albero cattivo dare frutti buoni.
7,19 Ogni albero che non dà buon frutto è tagliato, e gettato nel fuoco.
7,20 Voi dunque li riconoscerete dai loro frutti. 7,21 Non
chiunque mi dice: "Signore, Signore", entrerà nel regno dei cieli; ma
chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.
7,22 Molti mi diranno in quel giorno: "Signore, Signore, non abbiamo noi
profetizzato nel tuo nome, e nel tuo nome scacciato demoni e fatte nel tuo nome
molte opere potenti?". 7,23 E allora dichiarerò loro: "Io non vi
ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi tutti operatori di iniquità". Mat 7,15-23;
Ora, in questa parabola molti possono lasciarsi ingannare da un’interpretazione
superficiale e pensare quindi che lo stato delle cose è chiaro: chi pratica il
bene, chi dona tanto in beneficenza, chi aiuta i poveri, nutre gli affamati e
cura i malati, produce molti buoni frutti e dunque è un "albero buono" -
ossia un cristiano biblico. Ma come vedremo in seguito qui sotto, non è
così.
Quando il Signore più sopra in Mat 7,16 dice: "Voi li riconoscerete dai loro
frutti. Si raccoglie uva dalle spine o fichi dai rovi?", non sta naturalmente
parlando di spine e di uva, né di rovi e di fichi, ma delle azioni di un essere
umano. E quando successivamente egli dice: "Così, ogni albero buono produce
frutti buoni", ci si chiede allora cosa siano i "buoni frutti", per poi,
di conseguenza, potere comprendere da qui cos’è un "albero buono".
E qui vi è forse un ottimo esempio nel teologo e filosofo della cultura noto in
tutto il mondo e conosciuto come "Dottore della foresta vergine", Albert
Schweitzer. Quest’uomo in Africa ha compiuto qualcosa che è quasi
incredibile: ha salvato la vita a migliaia di esseri umani. E per finanziare il
suo ospedale, egli venne in Europa e diede dei concerti per organo. Il denaro
così guadagnato andò fino all’ultimo centesimo nell’opera della sua vita.
Quest’uomo ha davvero creato una gigantesca montagna di buoni frutti. Ora, si
può dire di lui che è stato un "albero buono", un cristiano biblico?
Guardiamo cosa dice la Bibbia, laddove Paolo in 1Cor 3,11-13 rivela come queste
opere verranno giudicate nel giorno del Giudizio Universale.
Nessuno può porre altro fondamento diverso da quello che è stato posto, cioè Gesù Cristo.
1Cor 3,11 perché nessuno può porre altro
fondamento diverso da quello che è stato posto, cioè Gesù Cristo. 3,12
Ora, se uno costruisce sopra questo fondamento con oro, argento, pietre
preziose, legno, fieno, stoppia, 3,13 l’opera di ciascuno sarà manifestata,
perché il giorno la paleserà; poiché sarà manifestata mediante il fuoco,
e il fuoco proverà quale sia l’opera di ciascuno. 3,14 Se l’opera che uno ha
edificato sul fondamento resiste, egli ne riceverà una ricompensa, 3,15 ma
se la sua opera è arsa, egli ne subirà la perdita, nondimeno sarà salvato,
ma come attraverso il fuoco. 1Cor 3,11-15;
(Vedi anche Capitolo 13: "Il
Giudizio Universale.")
Paolo qui parla delle opere di ciascun essere umano, che
verranno rivelate nel giorno del Giudizio Universale. E nel versetto 1Cor 3,12, egli
parla del fatto che tutte le opere, per quanto buone e numerose esse possano
essere, verranno giudicate in base al fondamento sul quale sono state costruite.
E come egli dice prima, nel versetto 11, questo fondamento è Gesù Cristo, al
quale il Padre ha affidato anche tutto il giudizio e che perciò sarà il
giudice durante il Giudizio Universale.
Poiché il Padre non giudica nessuno, ma ha dato tutto il giudizio al Figlio.
Giov 5,22 Poiché il Padre non giudica nessuno,
ma ha dato tutto il giudizio al Figlio, 5,23 affinché tutti onorino il Figlio
come onorano il Padre; chi non onora il Figlio, non onora il Padre
che lo ha mandato. 5,24 In verità, in verità vi dico: Chi ascolta la mia
parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna, e non viene in
giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. Giov 5,22-24;
Tuttavia, ciò significa che, alla fine, durante questo
giudizio, davanti a questo giudice, la cosa di primaria importanza non sono il
numero e l’entità delle buone azioni, ma il motivo interiore dell’essere
umano che le ha compiute. Se questo essere umano ha costruito sul giusto "fondamento",
nella fede in Gesù Cristo in quanto Figlio di Dio e suo sacrificio vicario per
i nostri peccati, allora queste sue opere sopravvivranno – e saranno dunque
"buoni frutti". E allora, di conseguenza, da ciò si può dedurre che qui si
tratta di un "albero buono", di un cristiano biblico.
Ed anche Giovanni nell’Apocalisse ci conferma proprio questo
contesto. Nella visione del Giudizio Universale, egli vede tutti i morti risorti
in piedi davanti al giudice. E qui, innanzitutto, essi verranno giudicati
ciascuno secondo le proprie opere.
I morti furono giudicati, ciascuno secondo le sue opere.
Apoc 20,11 Poi vidi un gran trono bianco e colui
che vi sedeva sopra, dalla cui presenza fuggirono il cielo e la terra, e non
fu più trovato posto per loro. 20,12 E vidi i morti, grandi e piccoli, che
stavano ritti davanti a Dio, e i libri furono aperti; e fu aperto un
altro libro, che è il libro della vita; e i morti furono giudicati in
base alle cose scritte nei libri, secondo le loro opere. 20,13 E il mare
restituì i morti che erano in esso, la morte e l’Ades restituirono i
morti che erano in loro, ed essi furono giudicati, ciascuno secondo le sue opere.
Apoc 20,11-13;
Nel nostro esempio di Albert Schweitzer possiamo ora dire che
qui, in questo giudizio, egli esibirà sicuramente una montagna enorme di opere.
Ma, in seguito, Giovanni ci rivela che questa non è ancora la fine del
giudizio. Più sopra, nel versetto Apoc 20,12, si parla dei libri delle opere,
ma poi si dice: "e fu aperto un altro libro, che è il libro della vita". E
nei successivi due versetti, apprendiamo che sulla base del giudizio delle
opere, verrà inoltre verificato se il nome di questo essere umano si trova
scritto anche nel libro della vita.
E se qualcuno non fu trovato scritto nel libro della vita, fu gettato nello stagno di fuoco.
Apoc 20,14 Poi la morte e l’Ades furono gettati
nello stagno di fuoco. Questa è la morte seconda. 20,15 E se qualcuno non fu
trovato scritto nel libro della vita, fu gettato nello stagno di fuoco.
Apoc 20,14-15;
Dunque, colui il cui nome non viene trovato scritto nel libro
della vita – o "libro dell’Agnello", come si dice anche in Apoc 21,27
- non avrà alcun aiuto da tutte le opere da lui compiute, verrà gettato
nello stagno di fuoco e andrà quindi alla dannazione eterna.
Naturalmente, ora ci si chiede chi e perché è stato scritto in questo libro
della vita. E qui ci vengono in aiuto altri due passi biblici. Abbiamo prima di
tutto la promessa del Signore, che egli riconoscerà davanti al Padre tutti
coloro che in vita lo hanno riconosciuto davanti agli uomini.
Chiunque perciò mi riconoscerà davanti agli uomini, io pure lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli.
Mat 10,32 Chiunque perciò mi riconoscerà
davanti agli uomini, io pure lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei
cieli. 10,33 Ma chiunque mi rinnegherà davanti agli uomini, io pure lo
rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli». Mat 10,32-33;
E, di nuovo nell’Apocalisse, Giovanni ci conferma poi che
proprio questo riconoscimento davanti agli uomini è la ragione per la quale il
Figlio confesserà il nome di quest’uomo anche davanti al Padre e questa è la
ragione per la quale il nome di quest’uomo rimane scritto nel libro della
vita.
E io non cancellerò il suo nome dal libro della vita, ma confesserò il suo nome davanti al Padre mio.
Apoc 3,5 Chi vince sarà dunque vestito di vesti
bianche e io non cancellerò il suo nome dal libro della vita, ma confesserò
il suo nome davanti al Padre mio, e davanti ai suoi angeli. Apoc 3, 5;
In tal modo comprendiamo il contesto di questo libro della vita:
chiunque riconosca il Figlio di Dio davanti agli uomini, verrà riconosciuto
anche dal Signore davanti al Padre e il nome di quest’uomo si troverà scritto
nel libro della vita e dunque – del tutto indipendentemente dalle sue opere
- verrà salvato. Se egli ha delle opere buone da esibire, queste verranno
inoltre giudicate e valutate. Se egli non ha buone azioni da esibire, verrà
comunque salvato "però come attraverso il fuoco", come scrive Paolo più
sopra in 1Cor 3,15. Tuttavia, chi nega il Figlio di Dio davanti agli uomini,
verrà negato anche dal Signore davanti al Padre e il suo nome non si troverà
scritto nel libro della vita. Quest’uomo – anche in questo caso del tutto
indipendentemente dalle sue opere – verrà condannato e andrà alla
dannazione.
E se ora sappiamo che Albert Schweitzer in un’intervista dichiarò di non
potere accettare Gesù Cristo come Figlio di Dio, dobbiamo constatare che la sua
grandiosa opera totale ha completamente mancato il senso della vita. Egli aveva
costruito sul falso fondamento – sull’aiuto sociale invece che su Gesù
Cristo – e perciò non si trova scritto nel libro della vita. Ne consegue che
egli non era un cristiano biblico, sebbene le sue opere dal punto di vista
umano fossero così incredibilmente sorprendenti. In termini di fede, troviamo l’esatto
opposto per esempio nell’evangelista Wilhelm Busch, per il quale non vi
poteva essere nulla di più grande che predicare Gesù Cristo.
(Vedi anche discorso 55: "Perché
Dio permette le sofferenze?")
Ma ora in Apoc 3,5, si dice che il Signore non cancellerà
dal libro della vita il nome dell’uomo che lo riconosce. Questa dichiarazione
contiene due punti importanti: da un lato, il nome di quest’uomo deve già da
prima essere presente nel libro della vita, dall’altro, di conseguenza, vi
devono essere anche degli uomini che si trovavano scritti nel libro e che sono
stati di nuovo cancellati dal Signore.
Nell’analisi qui sopra, mediante la Bibbia, abbiamo potuto
dimostrare senza alcun dubbio che nel libro della vita, si trovano scritti solo
i nomi di quei credenti che hanno riconosciuto Gesù Cristo davanti agli uomini.
La dichiarazione del Signore che non cancellerà dal libro della vita gli uomini
che lo riconoscono, significa però ragionando al contrario che vi sono uomini i
cui nomi si trovano scritti nel libro della vita, perché ad un certo punto
della loro vita si sono decisi per Dio, ma che però non erano pronti a
riconoscere Gesù Cristo davanti agli uomini come Figlio di Dio e loro salvatore
- e tra questi si contano anche gli ebrei. Il Signore li cancellerà dal libro
della vita.
E proprio questa conclusione è un punto chiave contro quella dottrina della
fede che afferma che un cristiano credente – definito falsamente spesso come
"rinato" – non potrebbe andare perduto, ossia non potrebbe di nuovo
rinnegare la fede (la sicurezza della fede).
(Vedi anche discorso 85: "Vera e falsa rinascita")
Questa interpretazione viene sostenuta da alcuni noti
predicatori del passato e del presente ed io, con mio rincrescimento, devo
constatare che questo errore pare essere sfuggito anche al famoso predicatore
inglese noto in tutto il mondo C. H. Spurgeon, che quanto al resto ho
sempre apprezzato. Nel suo altrimenti eccellente libro "Gehe in den Weinberg"
["Vai nella vigna"], nella sua predica su Giov 10,27-30, nel capitolo "La
sicurezza dei credenti" (p. 84 ss.), egli scrive:
(…) La dottrina dell’elezione per grazia sembra
infiammare gli animi e accendere l’ira di molti. Non è tanto il fatto che
essi stessi vorrebbero essere scelti da Dio, ma, come un cane non vuole
dividere con i suoi simili il cibo della propria ciotola, così essi
vorrebbero sottrarre agli altri questo privilegio. E nemmeno per evitare lo
sfogo della loro ira, il Signore tenne nascosta la dottrina dell’elezione
eterna. Qui, nel Suo discorso agli ebrei, Egli non esitò a parlare lui
stesso di quella splendida dottrina persino davanti a quel popolo così
semplice.
Egli dice: ‘ma voi non credete, perché non siete delle mie pecore, come
io vi ho detto’. Egli non lascia cadere il vessillo della dottrina, ma
afferma il Suo posto e porta la battaglia nel campo dei nemici. L’idea che
verità certe debbano essere riservate a particolari assemblee di credenti,
è, secondo me, un terribile errore. Cristo non ci ha ordinato di sottacere
al popolo una parte delle dottrine cristiane e di riservare queste ultime
esclusivamente ai sacerdoti. Egli vuole l’annuncio pubblico della verità
totale.
Tratto dal libro: "Gehe in den Weinberg" ["Vai nella vigna"], p. 84
ss., di C.H. Spurgeon, CLV Christliche Literatur Verbreitung e.V.
[Diffusione Letteratura Cristiana, associazione senza fini di lucro].
Ora questo è proprio quello che vogliamo fare anche qui – il
pubblico annuncio della verità totale. E cioè senza riguardo alla persona ed
esclusivamente sulla base delle dichiarazioni della Bibbia e sulle sue
conseguenze. Infatti, come dice Spurgeon pienamente a ragione, Cristo non ci ha
ordinato di sottacere al popolo una parte delle dottrine cristiane. Tuttavia,
egli non ci ha nemmeno detto di inventare delle nuove dottrine e di separare una
parte del popolo in quanto élite "eletta per grazia" da un’altra parte
dei "non eletti".
Spurgeon qui parla infatti dell’"elezione per grazia" e nel prosieguo
della predica si può comprendere che qui egli difende la dottrina di Giovanni
Calvino della predestinazione. Così egli dice un po’ più avanti (p. 86):
"Vi possono essere molte pecore, ma il Salvatore
dice ‘mie pecore’ a coloro che ha scelto in precedenza e che il Padre gli ha
dato".
E ciò benché la Bibbia ci dica che Dio non ha assolutamente
"eletto" nessun essere umano a priori, ma che tutti gli esseri umani hanno
le stesse possibilità e che chiunque creda in suo Figlio sarà
salvato. (Vedi anche Rom 9:33; 1Tim 2:3-6; Sal 25:3; Isa 28:16)
Chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato.
Rom 10,10 Col cuore infatti si crede per ottenere
giustizia e con la bocca si fa confessione per ottenere salvezza, 10,11 perché
la Scrittura dice: «Chiunque crede in lui non sarà svergognato».
10,12 Poiché non c’è distinzione fra il Giudeo e il Greco, perché uno stesso
è il Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano. 10,13 Infatti:
«Chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato».
Rom 10,10-13;
Curiosamente Spurgeon e Calvino non sostengono solo la stessa
opinione in merito alla predestinazione dei credenti. Se si leggono i loro testi
con attenzione, si constata nelle loro prediche anche un "tono" del tutto
simile. Se Spurgeon paragona i critici non credenti dell’elezione per grazia
con i cani e i maiali, Calvino insulta i suoi oppositori come "asini ignoranti"
(Institutio IV,5,13 / tedesco) e afferma
addirittura che la messa in questione della sua dottrina corrisponde ad una
bestemmia (Institutio III,21,4 /
tedesco, ultima frase).
(Vedi anche discorso 100: "Giovanni
Calvino: la vera e la falsa predestinazione.")
Poiché, però, la dottrina della predestinazione sostenuta da
entrambi queste predicatori è già stata in ogni caso ampiamente trattata nel
discorso 100, dove essa è stata confutata sulla base della Scrittura, qui
vogliamo occuparci essenzialmente di quell’aspetto nella dichiarazione più
sopra di Spurgeon, dove egli difende l’idea che un cristiano credente non può
più rinnegare la fede – "la dottrina dell’eterna elezione", come lui la
definisce (p. 91):
"Cristo ha assicurato ai suoi l’inestimabile
dono dell’eterna sicurezza in lui. Nessuna pecora di Cristo andrà perduta;
nessuno che egli ha comprato con il suo sangue e che è divenuto sua proprietà
si travierà così tanto da andare alla fine perduto".
Sebbene naturalmente anche tale questione, se un cristiano
credente possa di nuovo rinnegare la fede, è già stata ampiamente trattata qui
sul sito di Immanuel.at, in relazione alle dichiarazioni bibliche qui analizzate
e dedicate al "libro della vita", emerge un’ulteriore base di
argomentazione, che ci può essere utile per la comprensione di questa
problematica.
(Vedi anche Discorso 69: "La
predestinazione e gli eletti. – I credenti cristiani ("rinati") possono mai perdersi?")
Nella citazione qui sopra, tratta dal libro di Spurgeon,
comprendiamo con una chiarezza rara in casi come questi, che entrambe le
questioni – quella della predestinazione e quella del possibile rinnegamento
della fede cristiana da parte di un credente – sono strettamente connesse l’una
all’altra. E questo è anche totalmente logico: se Dio secondo la dottrina di
Calvino, prima della fondazione del mondo (Efes 1:3-6), ha predestinato gli
esseri umani senza il loro intervento e con assoluto arbitrio (qui i calvinisti
parlano volentieri di "sovranità di Dio" per celare l’aspetto dell’arbitrio),
gli uni alla vita eterna, gli altri all’eterna dannazione, sarebbe un "errore"
di Dio se uno di quelli che egli ha predestinato alla vita eterna rinnegasse
improvvisamente la fede e andasse alla dannazione. Ma, come vedremo
immediatamente, la conseguenza non è che Dio "sbaglia", ma che Spurgeon
sbaglia e nella fede non vi è alcuna sicurezza assoluta – alcuna "dottrina
della sicurezza".
Ciò significa però che questa "dottrina della sicurezza" ha la propria
origine nella falsa idea che un essere umano giunge alla fede non per sua
propria libera scelta di essere per Dio o contro Dio, ma perché è stato
assegnato da Dio per così dire inevitabilmente all’una o all’altra
categoria – alla vita eterna o all’eterna dannazione. Anche se ora, tra l’altro,
mediante l’argomentazione nel discorso 100, si potesse dimostrare che la base
di partenza di questa "dottrina dell’eterna elezione" è falsa, l’idea
che un cristiano credente non possa rinnegare la fede, verrebbe ancora confutata
da ulteriori riferimenti biblici.
L’evangelo mediante il quale siete salvati, se ritenete fermamente, a meno che non abbiate creduto invano.
1Cor 15,1 Ora, fratelli, vi dichiaro l’evangelo
che vi ho annunziato, e che voi avete ricevuto e nel quale state saldi, 15,2 e mediante
il quale siete salvati, se ritenete fermamente quella parola che vi
ho annunziato, a meno che non abbiate creduto invano. 1Cor 15, 1- 2;
Qui Paolo conferma che verremo salvati mediante il Vangelo se
teniamo fermo a quest’ultimo. Altrimenti saremmo giunti alla fede invano. Vi
sono dunque fratelli e sorelle che sono giunti alla fede, ossia che sono "rinati",
che Paolo qui invita a tenere fermo, altrimenti essi cadranno dalla fede. Non
vi è quindi alcuna traccia di una "eterna sicurezza" dei credenti
cristiani.
Anche l’apostolo Pietro e l’autore della lettera agli ebrei fanno notare che
riteniamo ferma fino alla fine la nostra fiducia nella fede che avevamo
al principio – dobbiamo, cioè, proteggerci dall’inganno del peccato e dalle
corruzioni del mondo per rimanere partecipi di Cristo.
Noi infatti siamo divenuti partecipi di Cristo, a condizione che riteniamo ferma fino alla fine la fiducia che avevamo al principio
Ebr 3,4 Ora ogni casa è costruita da qualcuno, ma
colui che ha fatto tutte le cose è Dio. 3,5 E Mosè fu veramente fedele nella
casa di Dio come servo, per testimoniare delle cose che dovevano essere dette,
3,6 ma Cristo, come Figlio, lo è sopra la propria casa e la sua casa siamo noi,
se riteniamo ferma fino alla fine la franchezza e il vanto della
speranza. 3,7 Perciò, come dice lo Spirito Santo: «Oggi, se udite la sua
voce, 3,8 non indurite i vostri cuori come nella provocazione, nel giorno della
tentazione nel deserto, 3,9 dove i vostri padri mi tentarono mettendomi alla
prova, pur avendo visto per quarant’anni le mie opere. 3,10 Perciò mi sdegnai
con quella generazione e dissi: Errano sempre col cuore e non hanno conosciuto
le mie vie; 3,11 così giurai nella mia ira: Non entreranno nel mio riposo»
(Sal 95:7-11).
3,12 State attenti, fratelli, che talora non vi sia in alcuno di voi un
malvagio cuore incredulo, che si allontani dal Dio vivente, 3,13 ma
esortatevi a vicenda ogni giorno, finché si dice: "Oggi", perché
nessuno di voi sia indurito per l’inganno del peccato. 3,14 Noi infatti
siamo divenuti partecipi di Cristo, a condizione che riteniamo ferma fino
alla fine la fiducia che avevamo al principio. Ebr 3, 4-14;
Quelli infatti che sono da queste di nuovo avviluppati e vinti, la loro ultima condizione è peggiore della prima.
2Pt 2,20 Quelli infatti che sono fuggiti dalle
contaminazioni del mondo per mezzo della conoscenza del Signore e Salvatore
Gesù Cristo, se sono da queste di nuovo avviluppati e vinti, la loro
ultima condizione è peggiore della prima. 2,21 Poiché sarebbe stato
meglio per loro non aver conosciuto la via della giustizia, anziché, dopo
averla conosciuta, voltar le spalle al santo comandamento che era stato loro
dato. 2Pt 2,20-21;
Quelli infatti che sono stati fatti partecipi dello Spirito Santo se cadono, è impossibile riportarli un’altra volta.
Ebr 6,4 Quelli infatti che sono stati una volta
illuminati, hanno gustato il dono celeste, sono stati fatti partecipi dello
Spirito Santo 6,5 e hanno gustato la buona parola di Dio e le potenze
del mondo a venire, 6,6 se cadono, è impossibile riportarli un’altra volta
al ravvedimento, poiché per conto loro crocifiggono nuovamente il Figlio di
Dio e lo espongono a infamia. Ebr 6, 4- 6;
Infine, questa dichiarazione qui sopra, in Ebr 6,4: "quelli
infatti che sono stati una volta illuminati, hanno gustato il dono celeste, sono
stati fatti partecipi dello Spirito Santo", per l’esegesi biblica seria, è
anzitutto una conferma del fatto che qui si tratta di credenti – e cioè in
modo del tutto chiaro di credenti "rinati", di "pecore di Cristo", come
Spurgeon le chiama più sopra. Qui non servono tentativi ipocriti di
argomentazione: colui che ha assaporato il dono celeste e ha ricevuto lo Spirito
Santo, non può né essere non credente né cristiano solo di nome, ma deve
essere senza alcun dubbio un cristiano "rinato".
E di ciò si parla in Ebr 6,6, dove si dice che quest’uomo ha rinnegato la
fede ed è andato perduto. Egli si trovava dunque scritto nel libro della vita e
per sua propria colpa è stato poi cancellato. Tutti questi testi biblici qui
sopra ci mettono in guardia – in quanto credenti "rinati" – da
comportamenti avventati e dall’inganno del peccato e ci ordinano di ritenere
ferma la nostra fiducia nella fede e di non abbandonarla. Da qui possiamo trarre tre diverse
conclusioni:
1. L’affermazione dei sostenitori di questa dottrina dell’eterna
elezione, secondo la quale un "rinato" non può più rinnegare la fede e
andare perduto, non è conforme alla Scrittura e perciò è falsa – e molto
pericolosa!!
2. Se dei credenti "rinati" hanno rinnegato una volta la
fede, essi non possono più essere mossi alla penitenza e al ritorno. Essi sono
perduti per sempre.
3. Tuttavia, ciò dimostra anche che il motivo di questo
abbandono della fede non può essere un qualunque peccato perdonabile, ma che
qui è stato commesso intenzionalmente o il peccato contro lo Spirito Santo,
oppure che questi esseri umani hanno nuovamente rifiutato il pentimento e la
penitenza. In ogni caso, alla fine erano ben lungi dal confessare il nome del Signore
davanti agli uomini
E sono proprio quei credenti "rinati" che il Signore
cancella dal libro della vita, al contrario di quei fratelli e sorelle che hanno
ritenuta ferma la loro fiducia nella fede fino alla fine con costante
attenzione.
E io non cancellerò il suo nome dal libro della vita, ma confesserò il suo nome davanti al Padre mio.
Apoc 3,5 Chi vince sarà dunque vestito di vesti
bianche e io non cancellerò il suo nome dal libro della vita, ma confesserò
il suo nome davanti al Padre mio, e davanti ai suoi angeli. Apoc 3, 5;
La base per la salvezza dell’essere umano non è dunque un’"eterna
elezione", una predestinazione, ma la fede in Gesù Cristo e il suo sacrificio
vicario per i peccati degli esseri umani così come la confessione di questa
fede davanti agli uomini. I nomi di questi esseri umani si trovano scritti nel
libro della vita e dunque essi sono salvati. E non mediante una qualunque
misteriosa "predestinazione", che trasformerebbe la giustizia di Dio in
ingiustizia.
Il testo sulle "pecore" in Giov 10:27-30, al quale si riferisce Spurgeon
nella sua interpretazione, non riguarda perciò un gruppo di speciali "pecore
elette" come egli insinua, ma si tratta semplicemente di quegli esseri umani
che hanno scelto la fede in Gesù Cristo e confessano il Signore anche davanti
agli uomini. Essi sono le pecore del Signore e i loro nomi si trovano scritti
nel libro della vita. Il Padre li ha riconosciuti nella sua onniscienza
prima della fondazione del mondo: egli ha visto che essi si sarebbero convertiti
durante la loro vita e li ha affidati al Figlio. Tutti gli altri esseri umani
non sono sue pecore.
La promessa fatta dal Signore nei versetti Giov 10,28-29, secondo la quale
nessuno può rubare queste pecore né dalla sua mano né da quella del Padre, è
- grazie al Signore – naturalmente giusta. Tuttavia, ciò che qui viene
purtroppo di nuovo trascurato è il fatto che quei credenti che il Signore
cancella dal libro della vita, non sono stati rubati alla mano di Dio, ma hanno
scelto da soli e volontariamente – così come un tempo avevano scelto
altrettanto volontariamente per Cristo – di essere contro Cristo e di lasciare
essi stessi di nuovo la mano di Dio.
Dunque: la fede cristiana non è una polizza casco! Dio ci protegge dal pericolo
esterno, ma dal pericolo interno, dall’indurimento del cuore e dal
rinnegamento del Dio vivente – per non utilizzare la falsa e soprattutto
fuorviante definizione di "rinati" – possiamo difenderci unicamente da
soli ritenendo ferma la nostra fiducia nella fede. Altrimenti la nostra
confessione non sarebbe volontaria e noi saremmo solo delle marionette e non
adatte all’eternità. Allora, quindi, l’assoluta sicurezza esiste solo dopo
la Risurrezione e il Giudizio, quando saremo in cielo presso il Signore. Finché
siamo sulla terra, dobbiamo seguire ogni giorno il consiglio qui sotto dell’autore
della lettera agli ebrei, affinché possiamo mantenere ferma la nostra
partecipazione a Cristo fino alla fine.
State attenti, fratelli, che talora non vi sia in alcuno di voi un malvagio cuore incredulo, che si allontani dal Dio vivente.
Ebr 3,12 State attenti, fratelli, che talora non
vi sia in alcuno di voi un malvagio cuore incredulo, che si allontani dal Dio
vivente, 3,13 ma esortatevi a vicenda ogni giorno, finché si dice:
"Oggi", perché nessuno di voi sia indurito per l’inganno del peccato.
3,14 Noi infatti siamo divenuti partecipi di Cristo, a condizione che riteniamo
ferma fino alla fine la fiducia che avevamo al principio.
Ebr 3,12-14;
Ora, per riconoscere la serietà di un predicatore, è
consigliabile verificare le sue dichiarazioni prima di tutto sulla sua stessa
persona. Il suo comportamento corrisponde anche a ciò che egli nella sua
predica pretende dai fratelli e dalle sorelle? Nelle parole e nelle azioni,
questo predicatore rappresenta tutto ciò che egli nei suoi discorsi o nei suoi
libri adduce come giusto e importante?
Quando Spurgeon più sopra parla delle pecore di Cristo ed afferma: "Nessuna
pecora di Cristo mai andrà perduta", si deve dedurre che egli stesso si
annovera giustamente fra quelle pecore di Cristo. E a pagina 86 del suo libro,
egli descrive le particolari caratteristiche di queste pecore.
"Le pecore si contraddistinguono per un’indole
particolare. Esse sono dipendenti, timide, tremanti, ubbidienti e attraverso il
suo spirito siamo stati fatti queste pecore. Esse hanno conservato una natura
che è molto diversa dalla natura dei cani del mondo, come anche dalla natura
dei maiali della stragrande maggioranza, e di quella di lupo del persecutore.
Perciò, l’indole degli esseri umani presso i quali alberga lo Spirito di Dio,
è pura, soave e piena d’amore".
Nella sua ultima dichiarazione qui sopra, si deve naturalmente
concordare con Spurgeon: l’indole di esseri umani nei quali alberga lo Spirito
di Dio, è pura, soave e piena d’amore. Ora, però, lo Spirito Santo
definirebbe gli esseri umani "cani" e "maiali"? Questo è veramente "puro,
soave e pieno d’amore"? Di esseri umani che danno sfogo a simili generici
insulti, si può dire che sono "timidi e tremanti"? No di certo. Da ciò
possiamo capire che lo Spirito Santo perfettamente non si manifesta
permanentemente nemmeno nelle pecore di Cristo.
In queste dichiarazioni di Spurgeon si vede anche che qui tutti i possibili
testi biblici vengono mischiati e strappati dal loro contesto. Di conseguenza,
secondo il giudizio di Spurgeon, un cristiano biblico non dovrebbe mai
adirarsi né provare rabbia. Egli dovrebbe essere "timido e tremante" ed
impegnarsi sempre a non provocare l’ambiente intorno a lui, per apparire "puro,
soave e pieno d’amore". E quando poi Spurgeon, a pagina 90, dice di queste
pecore:
"Esse vivono pienamente la loro aperta confessione
anche nella pratica; esse Lo seguono nella vita quotidiana e diventano uguali al
Suo modello. Esse non dicono soltanto che Egli è la loro guida, ma Lo seguono
anche. Le pecore di Cristo cercano di seguire le orme del loro pastore".
si è tentati di mettere davanti a lui uno specchio, affinché
egli comprenda come sono davvero le pecore di Cristo. Questi attributi che qui
Spurgeon vuole attribuire alle pecore di Cristo sono esagerati e irrealistici.
La realtà ha un aspetto del tutto diverso. E ciò lo si vede anche e in
particolare nello stesso Spurgeon. Infatti, se ha ritenuto fermo il Cristo fino a questo punto della sua vita,
egli incarna in realtà anche quella "pecora di Cristo". E perciò le pecore
di Cristo sono proprio come è anche lui – e non come lui vorrebbe vederle.
Egli dovrebbe tenere maggiormente a cuore il suo consiglio e "tentare di
seguire le orme del pastore". Nostro Signore Gesù Cristo non era affatto
sempre "timido e tremante". Egli ha cacciato dal tempio i cambiavalute e i
venditori di colombi e li ha definiti ladroni.
La mia casa sarà chiamata casa di orazione", ma voi ne avete fatto un covo di ladroni.
Mat 21,12 Poi Gesù entrò nel tempio di Dio, ne
scacciò tutti coloro che nel tempio vendevano e compravano, e rovesciò le
tavole dei cambiavalute e le sedie dei venditori di colombi. 13 E disse loro:
«Sta scritto: "La mia casa sarà chiamata casa di orazione", ma
voi ne avete fatto un covo di ladroni». Mat 21,12-13;
E agli scribi ebrei – i farisei -, il cui comportamento
esteriore appariva "puro, soave e pieno d’amore", come Spurgeon ha voluto
vedere, il Signore ha annunciato:
Serpenti, razza di vipere! Come sfuggirete al giudizio della Geenna?
Mat 23,27 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti!
Perché rassomigliate a sepolcri imbiancati, i quali di fuori appaiono
belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putredine. 23,28 Così
anche voi di fuori apparite giusti davanti agli uomini; ma dentro siete pieni
d’ipocrisia e d’iniquità. 23,29 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti!
Perché edificate i sepolcri dei profeti e ornate i monumenti dei giusti, 23,30
e dite: "Se noi fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non ci saremmo
associati a loro nell’uccisione dei profeti". 23,31 Così dicendo, voi
testimoniate contro voi stessi, che siete figli di coloro che uccisero i
profeti. 23,32 Voi superate la misura dei vostri padri! 23,33 Serpenti,
razza di vipere! Come sfuggirete al giudizio della Geenna? Mat 23,27-33;
Quando allora gli ebrei si indignarono e dissero che avevano Dio
come padre, il Signore rivelò loro che essi in verità erano figli del loro
padre, ossia del diavolo, e che volevano esaudire i desideri del loro padre.
Quest’ultimo fu un assassino fin dall’inizio e non stava nella verità,
poiché in lui non vi è alcuna verità, ma soltanto menzogna.
Voi siete dal diavolo, che è vostro padre, e volete fare i desideri del padre vostro.
Giov 8,41 Voi fate le opere del padre vostro».
Perciò essi gli dissero: «Noi non siamo nati da fornicazione; noi abbiamo
un solo Padre: Dio». 8,42 Allora Gesù disse loro: «Se Dio fosse vostro
Padre, mi amereste, perché io sono proceduto e sono venuto da Dio; non sono
venuto infatti da me stesso, ma è lui che mi ha mandato. 8,43 Perché non
comprendete il mio parlare? Perché non potete ascoltare la mia parola. 8,44 Voi
siete dal diavolo, che è vostro padre, e volete fare i desideri del padre
vostro; egli fu omicida fin dal principio e non è rimasto fermo nella
verità, perché in lui non c’è verità. Quando dice il falso, parla del suo
perché è bugiardo e padre della menzogna. 8,45 A me invece, perché vi
dico la verità, voi non credete. 8,46 Chi di voi mi convince di peccato? Se
dico la verità, perché non mi credete? 8,47 Chi è da Dio, ascolta le
parole di Dio; perciò voi non le ascoltate, perché non siete da Dio».
Giov 8,41-47;
Come possiamo vedere, il Signore qui non era assolutamente "soave
e pieno d’amore". Spurgeon, però, ha ragione: noi dovremmo seguire le orme
del nostro pastore – anche queste orme!! Tuttavia, dovremmo tenere presente
che noi – a differenza di nostro Signore che era senza peccato – possiamo
contare solo sullo Spirito Santo, se non portiamo dentro di noi alcun peccato
non perdonato. Perciò, facciamo bene a pregare ogni giorno e in particolare
prima di ogni predica. E non soltanto pubblicamente davanti agli ascoltatori, al
fine di guadagnare riconoscimento per loro, ma soprattutto da soli e nella
nostra stanza, per implorare il perdono dei nostri peccati e la
benedizione con lo Spirito Santo (Luca 11:13).
Ora, però, qui non si tratta della persona di Spurgeon, ma del
modo in cui egli interpreta i contenuti biblici e della sua affermazione secondo
la quale vi sono due tipi di "pecore": le pecore elette, che non possono
rinnegare la fede, e le pecore non elette. Se ora confrontiamo la sua
descrizione qui sopra delle caratteristiche di queste pecore "elette" con la
sua argomentazione a proposito della dottrina dell’"eterna elezione",
riconosciamo qui come là il medesimo errore: in entrambi i casi è
probabilmente una predica emozionalmente attraente, ma alla luce di una verifica
più precisa per mezzo della Bibbia, essa non corrisponde ai fatti biblici.
E così alla fine tuttavia vogliamo tornare ancora ad occuparci brevemente della
"dottrina della predestinazione". La dottrina dell’"eterna elezione",
che qui Spurgeon predica, è la dottrina della predestinazione di Calvino, che
si definisce come segue:
La predestinazione è definita come il "decreto
eterno di Dio, attraverso il quale tutte le creature vengono predeterminate alla
vita eterna o alla morte", e la cosiddetta "doppia predestinazione" viene
descritta nel modo seguente: "Dio stabilisce o sceglie attraverso decreti
eterni gli uni che avranno l’eterna beatitudine, e condanna gli altri all’eterna
dannazione" (Donald McKim).
Naturalmente non esiste alcun riferimento che ci dica dove nella
Scrittura possiamo trovare e leggere di questi "decreti eterni". – Se
dunque, secondo la dottrina di Calvino e la predica di Spurgeon, gli esseri
umani vengono eletti da Dio senza il loro personale intervento, del tutto
arbitrariamente – nella "sovranità" di Dio -, gli uni alla
dannazione eterna e gli altri alla vita eterna, allora né gli uni né gli altri
possono cambiare alcunché nella presunta predeterminazione che Dio ha voluto
per loro. Ciò significa che i non eletti potrebbero anche condurre una vita
devota e santa come piace a Dio, ma, eppure, alla fine andrebbero a finire alla
dannazione. Per un altro verso, invece, gli eletti potrebbero diventare i più
grandi peccatori del mondo e, poiché essi presumibilmente non potrebbero andare
perduti, alla fine avrebbero comunque accesso alla vita eterna di Dio. Ciò
esprime perfettamente come poche altre affermazioni riescono a fare il disprezzo
per la giustizia assoluta di Dio.
Magnificate il nostro DIO! L’opera sua è perfetta, poiché tutte le sue vie sono giustizia; egli è giusto e retto.
Deut 32,3 poiché io proclamo il nome dell’Eterno.
Magnificate il nostro DIO! 32,4 Egli è la Roccia, l’opera sua è
perfetta, poiché tutte le sue vie sono giustizia. È un Dio di fedeltà e
senza ingiustizia; egli è giusto e retto. Deut 32, 3- 4;
Il vostro DIO, è il DIO degli dèi, che non usa alcuna parzialità e non accetta regali.
Deut 10,17 Poiché l’Eterno, il vostro DIO, è
il DIO degli dèi, il Signor dei signori, il Dio grande, forte e tremendo, che
non usa alcuna parzialità e non accetta regali, 10,18 che fa giustizia
all’orfano e alla vedova, che ama lo straniero dandogli pane e vestito. Deut 10,17-18;
Il trucco con il quale i calvinisti vogliono cercare di
sottrarsi a questa evidente contraddizione, è l’argomento secondo il quale
Cristo avrebbe offerto il proprio sacrificio espiatorio sulla croce
esclusivamente per gli eletti e i non eletti non giungerebbero mai alla fede.
Perché, come una volta mi ha scritto un rappresentante di questa dottrina: "Il
grano rimane grano, la zizzania rimane zizzania". Ciò significa, dunque, che
gli eletti possono anche peccare e poi, attraverso il sacrificio del Figlio di
Dio, possono ottenere il perdono, mentre i non eletti non potranno mai ricevere
il perdono per i loro peccati – secondo Calvino, Gesù Cristo non è morto
sulla croce per questi esseri umani – e finiranno in ogni caso alla
dannazione.
Ed ora qui è molto interessante, seguire un filo rosso, che attraversa
evidentemente da quasi 500 anni – da Calvino e passando per Spurgeon e altri
- l’esegesi biblica cristiana. Anche nella nostra epoca attuale, abbiamo
predicatori che difendono l’idea secondo la quale Cristo non è morto per
tutti gli uomini e questo è anche ciò che essi comunicano ai loro ascoltatori.
Così ha affermato in una delle sue prediche il noto predicatore Dr. Wolfgang
Nestvogel (BEG-Hannover, 22.5.2005):
"Dio ha eletto come suoi figli esseri umani ben
specifici. (…) Dio, con sovrana libertà, ha selezionato singole
persone in modo tale che esse dovessero appartenergli. (…) Dio vi ha
predestinato prima della fondazione del mondo".
Secondo queste dichiarazioni di W. Nestvogel, dunque, non
dobbiamo più essere salvati. Né gli eletti, poiché essi sono già
predestinati da Dio e non possono più andare perduti. Ma neppure gli altri, i
non eletti, la "zizzania", poiché per loro in questa dottrina non è
prevista salvezza alcuna – essi hanno un biglietto calvinista gratuito di sola
andata per l’inferno.
Tuttavia, i seguenti passi biblici, ci dicono qualcosa di completamente diverso
e confutano senza dubbio tutta questa dottrina di una presunta predestinazione
- ossia di una "preselezione da parte di Dio di esseri umani ben specifici",
poiché questi passi biblici dimostrano che non esiste una preselezione di
questo tipo, ma Dio vuole che tutti gli esseri umani – e non solo taluni
esseri umani ben specifici – siano salvati e giungano alla conoscenza della
verità:
Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati, e che vengano alla conoscenza della verità.
1Tim 2,3 Questo infatti è buono ed accettevole
davanti a Dio, nostro Salvatore, 2,4 il quale vuole che tutti gli uomini
siano salvati, e che vengano alla conoscenza della verità. 2,5 Vi è
infatti un solo Dio, ed anche un solo mediatore tra Dio e gli uomini: Cristo
Gesù uomo, 2,6 il quale ha dato se stesso come prezzo di riscatto per tutti,
secondo la testimonianza resa nei tempi stabiliti. 1Tim 2, 3- 6;
Dio infatti non ha mandato il proprio Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma affinché il mondo sia salvato per mezzo di lui.
Giov 3,17 Dio infatti non ha mandato il proprio
Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma affinché il mondo sia salvato
per mezzo di lui. 3,18 Chi crede in lui non è condannato, ma chi non
crede è già condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio
di Dio. Giov 3,17-18;
Io sono la porta; se uno entra per mezzo di me, sarà salvato
Giov 10,9 Io sono la porta; se uno entra
per mezzo di me, sarà salvato; entrerà, uscirà e troverà pascolo.
Giov 10,9;
Così pure con un solo atto di giustizia la grazia si è estesa a tutti gli uomini in giustificazione di vita.
Rom 5,18 Per cui, come per una sola trasgressione
la condanna si è estesa a tutti gli uomini, così pure con un solo atto di
giustizia la grazia si è estesa a tutti gli uomini in giustificazione di
vita. Rom 5,18;
Egli è l’espiazione per i nostri peccati; e non solo per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo.
1Gio 2,1 Figlioletti miei, vi scrivo queste cose
affinché non pecchiate; e se pure qualcuno ha peccato, abbiamo un avvocato
presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto. 2,2 Egli è l’espiazione per i
nostri peccati; e non solo per i nostri, ma anche per quelli di tutto il
mondo. 1Gio 2, 1- 2;
E se più sopra W. Nestvogel parla di "esseri umani ben
specifici", allora gli si deve dare ragione, nella misura in cui si tratta
evidentemente della vanità e dell’ambizione di mettersi in luce di taluni
esseri umani ben specifici, che li inducono ad autodefinirsi gli "eletti" da
Dio per l’eternità e ad abbandonare il resto dell’umanità, la "zizzania",
alla dannazione. In tal modo viene negato il sacrificio espiatorio di Gesù per
tutti gli esseri umani di tutto il mondo.
E così in tal modo questa dottrina viene smascherata: non si tratta di mostrare
agli esseri umani il cammino verso Dio, ma, del tutto semplicemente, nel proprio
autoappagamento, di "riservarsi" la vita eterna in quanto "eletti" ed
annunciare al resto dell’umanità che Dio non ha previsto per loro alcuna
possibilità affinché essi possano giungere alla fede. Ma poiché in nessun
punto la Bibbia descrive un simile favoritismo di "esseri umani ben specifici",
ma al contrario dice che tutti gli esseri umani sono peccatori e che perciò il
sacrificio del riscatto del Figlio di Dio fu offerto a tutti gli esseri umani,
queste persone sono giunte all’idea di affermare che Dio nella sua "sovranità"
avrebbe donato esclusivamente a loro tale grazia.
E qui riconosciamo l’immagine totalmente falsa di Dio di questi difensori di
una predestinazione: il solo, unico e vero Dio, è un Dio dell’assoluta
giustizia, perfetto nel suo agire, che non fa alcun favoritismo.
Magnificate il nostro DIO! L’opera sua è perfetta, poiché tutte le sue vie sono giustizia, egli è giusto e retto.
Deut 32,3 poiché io proclamo il nome dell’Eterno. Magnificate
il nostro DIO! 32,4 Egli è la Roccia, l’opera sua è perfetta, poiché
tutte le sue vie sono giustizia. È un Dio di fedeltà e senza ingiustizia; egli
è giusto e retto. Deut 32, 3- 4;
Il vostro DIO, è il DIO degli dèi, che non usa alcuna parzialità e non accetta regali.
Deut 10,17 Poiché l’Eterno, il vostro DIO, è
il DIO degli dèi, il Signor dei signori, il Dio grande, forte e tremendo, che
non usa alcuna parzialità e non accetta regali, 10,18 che fa giustizia
all’orfano e alla vedova, che ama lo straniero dandogli pane e vestito. Deut 10,17-18;
Di conseguenza, è del tutto impossibile che Dio possa avere
scelto alcuni esseri umani sulla base del puro arbitrio – nella sua "sovranità",
come sostengono i calvinisti – e abbia donato loro la salvezza. Questa falsa
dottrina attribuisce al Dio assolutamente giusto favoritismi ingiustificati e un’immotivata
dannazione di alcuni esseri umani. Se Dio dà, allora egli, nella sua assoluta
giustizia, dà a tutti gli esseri umani. Così, egli ha donato suo
Figlio a tutti gli esseri umani e per i peccati di tutti
gli esseri umani l’ha fatto morire sulla croce. Questo è l’amore di Dio per
tutti gli esseri umani. E ogni essere umano che
crede a questo, è salvato. Negare tutto questo significa negare
Cristo.
Tuttavia, come vedremo immediatamente, W. Nestvogel non è il solo ai giorni
nostri ad avere una simile opinione. Anche nella chiesa cattolica ci si impegna
a cercare di negare il sacrificio espiatorio del Signore e a reinterpretarlo,
affinché, chiaramente, tutti i cattolici che non sono cristiani, siano indotti
all’adorazione del demone cattolico "Maria". Così sostiene il parroco
cattolico J. Pucher di Vienna in una delle sue conferenze (parrocchia di
San Nicola, Vienna – 2001):
"Gesù non si è fatto uomo ed è morto sulla croce per riconciliarci con Dio. Dio non aveva bisogno di essere riconciliato. Egli non ha mai smesso di amarci. Gesù si è fatto uomo al fine di ricondurre noi fuggiaschi a Dio, al fine di essere colui che ci indica il cammino verso Dio".
(Vedi anche discorso 30: "Perché Gesù
dovette morire sulla croce?)
Anche qui qualunque commento è superfluo se osserviamo le relative dichiarazioni della Scrittura:
Dio, che ci ha riconciliati a sé per mezzo di Gesù Cristo.
2Cor 5,18 Ora tutte le cose sono da Dio, che ci
ha riconciliati a sé per mezzo di Gesù Cristo e ha dato a noi il ministero
della riconciliazione, 5,19 poiché Dio ha riconciliato il mondo con sé in
Cristo, non imputando agli uomini i loro falli, ed ha posto in noi la parola
della riconciliazione. 5,20 Noi dunque facciamo da ambasciatori per Cristo, come
se Dio esortasse per mezzo nostro; e noi vi esortiamo per amore di Cristo: Siate
riconciliati con Dio. 5,21 Poiché egli ha fatto essere peccato per noi
colui che non ha conosciuto peccato, affinché noi potessimo diventare
giustizia di Dio in lui. 2Cor 5,18-21;
Dio ha amato noi e ha mandato il suo Figlio per essere l’espiazione per i nostri peccati.
1Gio 4,9 In questo si è manifestato l’amore di Dio
verso di noi, che Dio ha mandato il suo Figlio unigenito nel mondo, affinché
noi vivessimo per mezzo di lui. 4,10 In questo è l’amore: non che noi abbiamo
amato Dio, ma che lui ha amato noi e ha mandato il suo Figlio per essere
l’espiazione per i nostri peccati. 1Gio 4, 9-10;
Cristo Gesù a fatto dei Gentili e Israeli, per riconciliare ambedue con Dio in un sol corpo per mezzo della croce.
Efe 2,11 Perciò ricordatevi che un tempo voi
gentili di nascita, chiamati incirconcisi da quelli che si dicono circoncisi,
perché tali sono stati fatti nella carne per mano d’uomo, 2,12 eravate in quel
tempo senza Cristo, estranei dalla cittadinanza d’Israele e estranei ai patti
della promessa, non avendo speranza ed essendo senza Dio nel mondo. 2,13 Ma ora,
in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate lontani, siete stati avvicinati per
mezzo del sangue di Cristo. 2,14 Egli infatti è la nostra pace, colui che
ha fatto dei due popoli uno e ha demolito il muro di separazione, 2,15 avendo
abolito nella sua carne l’inimicizia, la legge dei comandamenti fatta di
prescrizioni, per creare in se stesso dei due un solo uomo nuovo, facendo la
pace, 2,16 e per riconciliare ambedue con Dio in un sol corpo per
mezzo della croce, avendo ucciso l’inimicizia in se stesso.
Efe 2,11-16;
La conseguenza del peccato e della salvezza per grazia."Il peccato è ogni atto che va contro i comandamenti di Dio (Es 20:3-17; Mat 5:21-48). La conseguenza di ognuno di questi atti è la morte del colpevole – e non solo la prima, la morte fisica, ma la seconda morte (Apoc 21:8), al quale la persona peccatrice sarà condannato al Giudizio Universale, dopo la risurrezione dai morti – la rinascita (Mat 19:28, 25:31) – con il suo corpo nuovo ed esistente eternamente. Proprio come la prima morte è solo un periodo di transizione fino alla risurrezione, così anche la seconda morte non è una estinzione della persona umana, ma piuttosto una esistenza eternamente, lontano da Dio nelle tenebre della dannazione. Al fine di soddisfare la domanda giusta di Dio che i suoi comandamenti essere adempiuti, mentre allo stesso tempo offre quegli esseri umani che violano loro la possibilità di essere salvato da questa dannazione eterna, il Figlio di Dio è morto sulla croce sostituto per ogni singolo individuo umano (1Cor 15:3-5). Così tutti coloro che accettano nella fede il sacrificio redentore del Figlio di Dio in espiazione per i propri peccati possono essere salvati, e come peccatori che sono stati giustificati per la grazia può entrare nella vita eterna con Dio (Rom 5:9-11). |
Tuttavia, il parroco Pucher con questa sua opinione non è un
caso isolato nella chiesa cattolica. Da qualche tempo, il padre cattolico Anselm
Grün, noto per i suoi libri, pubblica la "Lettera della vita semplice",
nella quale egli dispensa consigli per una vita semplice secondo le regole
cristiane. Nell’edizione 3/2008, Anselm Grün descrive in un articolo
intitolato "Esperire la redenzione", il modo in cui egli comprende la morte
e la Risurrezione di Gesù Cristo.
"(…) Il nocciolo del messaggio biblico è il
seguente: Dio perdona le nostre colpe, perché egli è Dio, perché egli è
misericordioso e benevolo. E non perché Gesù è morto sulla croce (…)".
Se questo è il "nocciolo del messaggio biblico", ci si deve
domandare quale Bibbia abbia letto questo padre cattolico o, anzi, se egli abbia
mai letto una Bibbia. Si vede bene che un simile sforzo di limitare il
sacrificio vicario di Gesù Cristo sulla croce per i peccati di tutta l’umanità
ad alcuni esseri umani "eletti", o di negarlo completamente, ha in qualche
modo un sistema. Se tentiamo di esaminare il contesto di questo comportamento
- come sempre accade in avvenimenti di questo tipo – sorge in primo piano
una domanda: "Cui bono?" – "A chi giova tutto questo? Per rispondere a
questa domanda, ci possono essere utili alcune dichiarazioni della Bibbia.
Come abbiamo già spiegato più sopra, qui abbiamo naturalmente Satana stesso
come beneficiario. Egli ha tutto l‘interesse che gli esseri umani non sappiano
che egli è già stato sconfitto, e che vi è una salvezza per tutti gli
esseri umani. Ma, ancora di più, questa tattica di mascheramento gli serve
per la creazione del proprio "Cristo", ossia dell’Anticristo. Questo "invece
di Cristo" (dal greco anti = "contro" o anche "al posto di,
invece"), durante gli Ultimi Tempi, si spaccerà per il vero Cristo e
presenterà Gesù Cristo, il Figlio di Dio, come mentitore, truffatore e
blasfemo, ma soprattutto come uomo comune. – Così del resto come già da 2000
anni e ancora oggi affermano gli ebrei, poiché Gesù Cristo un tempo disse in
faccia al sommo sacerdote Caifa, che lui, Gesù, era il Figlio di Dio (Mat
26:63-67).
Ed è presso gli ebrei che in prima istanza verrà l’Anticristo. L’Anticristo
sarà dunque soprattutto un "Anti-Messia", che si presenterà agli ebrei
come l’Unto promesso (Messia) dell’Antico Testamento, il Salvatore di
Israele e si tenterà di dimostrare tutto questo anche attraverso il potere di
Satana (Apoc 13:2) con segni e miracoli bugiardi (2Tess 2:9). È dunque alla
luce di queste considerazioni che possiamo comprendere anche il passo biblico
1Gio 2,22, dove si dice:
Costui è l’anticristo, che nega il Padre e il Figlio.
1Gio 2,22 Chi è il mendace, se non colui che nega
che Gesù è il Cristo? Costui è l’anticristo, che nega il Padre e il
Figlio. 1Gio 2,22;
Ogni spirito che non riconosce che Gesù Cristo è venuto nella carne, non è da Dio; e questo è lo spirito dell’anticristo
1Gio 4,1 Carissimi, non credete ad ogni spirito, ma
provate gli spiriti per sapere se sono da Dio, perché molti falsi profeti sono
usciti fuori nel mondo. 4,2 Da questo potete conoscere lo Spirito di Dio:
ogni spirito che riconosce che Gesù Cristo è venuto nella carne, è da Dio.
4,3 E ogni spirito che non riconosce che Gesù Cristo è venuto nella carne,
non è da Dio; e questo è lo spirito dell’anticristo che, come avete udito,
deve venire; e ora è già nel mondo.1Gio 4,1-3;
L’Anticristo ha naturalmente il suo interesse a negare che
Gesù è già stato il Cristo, e dunque il vero Messia. Ed egli presso gli ebrei
si imbatterà in orecchie ben aperte, perché essi hanno sempre saputo che il
Nazareno non poteva essere stato il Messia. Ed è proprio questo che Gesù
Cristo ha profetizzato agli ebrei quando era in vita, che egli è venuto a loro
nel nome del Padre, che essi non lo hanno ricevuto, ma che se un altro venisse
nel suo nome, essi lo riceverebbero.
Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi ricevete; se un altro venisse nel suo proprio nome, voi lo ricevereste
Giov 5,39 Voi investigate le Scritture, perché
pensate di aver per mezzo di esse vita eterna; ed esse sono quelle che
testimoniano di me. 5,40 Ma voi non volete venire a me per avere la vita. 5,41
Io non prendo gloria dagli uomini. 5,42 Ma io vi conosco, che non avete l’amore
di Dio in voi. 5,43 Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi
ricevete; se un altro venisse nel suo proprio nome, voi lo ricevereste.
Giov 5,39-43;
(Vedi anche discorso 86: "Il
primo e il secondo Anticristo.")
(Vedi anche discorso 101: "La Bibbia dice che l’Anticristo sarà un ebreo?")
Se ora seguiamo fino alla fine il filo rosso che abbiamo
individuato più sopra, comprendiamo che Satana già 500 anni fa – ai tempi di
Calvino – ha iniziato a preparare il cammino per il suo falso Cristo negli
Ultimi Tempi. Sebbene per tutti gli atei e gli adoratori di idoli, il sacrificio
vicario del Figlio di Dio per i peccati di tutti gli esseri umani sarebbe
l’unica salvezza, questa possibilità è loro quasi sconosciuta. E in tal modo
Satana ha già ingannato circa il 95% dell’umanità.
Con l’irruzione di Satana anche nei circoli cristiani, a questi miliardi di
esseri umani si aggiungeranno altri sedotti da Satana. Così non solo gli ebrei
acclameranno l’Anticristo al suo arrivo, ma anche molti cristiani solo in
nome, di varie denominazioni cristiane e lo considereranno il Figlio di Dio che
è ritornato. Con l’aiuto di falsi predicatori, essi avranno presto
dimenticato che la Scrittura profetizza il Ritorno del Signore in modo
completamente diverso. Altrettanto velocemente quanto essi dimenticheranno il
suo sacrificio del riscatto sulla croce per i peccati di tutto il mondo.
Poiché la parola della croce è pazzia per quelli che
periscono;
ma per noi che siamo sulla via della salvazione, è la potenza di Dio;
(1Cor 1,18;)