Discorso 104 – Cos’è il senso della vita?




Cos’è "la vita"?

L’esistenza eterna di ogni essere umano.

La Trinità biblica e alcune altre specificità della fede cristiana biblica.

La prima e la seconda morte.

Il principe della potestà dell’aria.

La Waterloo del diavolo.

Il senso della vita.

I cristiani credenti – i veri credenti e i falsi credenti.

Il libro della vita.

La sicurezza della fede.

Gli Ultimi Tempi sono iniziati già da 500 anni?

Tutti i governi del mondo sono designati da Dio? / Discorso 1042 – 2ª parte


Cos’è "la vita"?

Vi sono non pochi predicatori cristiani che prestano più attenzione al suono delle parole e al loro effetto sugli ascoltatori, invece che al loro contenuto e alla conformità con le dichiarazioni della Bibbia. In alcune campagne di evangelizzazione, gli evangelisti esortano le persone con queste parole: "Devi approdare alla fede in Dio, affinché tu abbia la vita eterna e non vada perduto". E sebbene i cristiani biblici non abbiano alcun problema con questa dichiarazione, per coloro ai quali queste campagne di evangelizzazione sono rivolte, ossia per i non credenti presenti tra il pubblico, essa è a malapena comprensibile. Essi si domanderanno: "Chi è Dio? Cos’è la fede? E perché dovrei essere perduto? – Che stupidaggine!" e si gireranno dall’altra parte.

(Vedi anche discorso 96: "Perché credere?")


Sarebbe quindi importante né mettere queste persone di fronte a minacce come "altrimenti non avrai la vita eterna", né illuderle con insulse banalità come per esempio quella dell’"amore infinito di Dio". Del resto, si tratta in entrambi i casi di affermazioni inesatte. Infatti, da un lato, Dio ha creato tutti gli esseri umani – i buoni come i cattivi – per una vita eterna, per un’esistenza eterna. La questione è solo di stabilire dove questo essere umano trascorrerà poi il tempo della sua vita eterna: nella luce e nell’amore di Dio o nelle tenebre della dannazione con pianti e stridore di denti. Ed anche l’amore di Dio non è assolutamente infinito, come vedremo immediatamente!

Tuttavia, gli esseri umani, che mai – o raramente – hanno sentito parlare della Bibbia, hanno le loro difficoltà con simili dichiarazioni. Anche se un credente cristiano sa che con il concetto di "vita eterna" si intende la vita presso Dio – a differenza della dannazione eterna nello stagno di fuoco -, un non credente in questo caso pensa all’immortalità fisica del corpo e allora rimane deluso quando apprende che anche in quanto cristiano credente deve corporalmente morire. Di conseguenza, bisogna dirgli e spiegargli che il fatto che tutti noi dobbiamo fisicamente morire, non significa assolutamente la fine della nostra esistenza. Lo spirito dell’uomo continua a vivere e alla Fine del Mondo, con la Risurrezione – la rinascita (Mat 19:28) – sarà nato di nuovo e vivrà con un corpo nuovo.


L’esistenza eterna di ogni essere umano.


L’esistenza eterna di ogni essere umano.

Ogni essere umano, che con la sua nascita corporale abbandona, vivo, il sacco amniotico della madre, e che, dunque è "nato d’acqua" (liquido amniotico, fluidità amniotica) (Giov 3:5), riceve da Dio (Giov 4:24) uno spirito umano (1Cor 2:11) con l’esistenza eterna (Mat 25:46). Nella prima parte temporale e terrena di questa esistenza – nella sua vita, l’essere umano ha la possibilità di scegliere in assoluta libertà e senza alcuna costrizione con lo spirito datogli da Dio  (Gen 2,7; 6,3) se donare a questo Dio, il creatore di tutta la vita, la sua completa fiducia e tutto il suo amore.

Dopo la sua morte, il corpo dell’essere umano ridiventa polvere, dalla quale esso era stato creato (Gen 2:7), mentre il suo spirito si incamminerà verso il regno dei morti (Dan 12:2; 1Piet 3:18-19; 1Cor 15:23-24), dove esso trascorrerà il tempo fino alla sua risurrezione in uno stato simile al sonno (1Tess 4:15-16).

Dio vivificherà i vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.

Röm 8,11 Se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo Gesù dai morti vivificherà anche i vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi. Röm 8,11;


Nel momento della Risurrezione (Rom 6:4-5), la "rinascita dallo spirito" (Mat 19:28; 1Piet 1:18; Giov 3:7), l’essere umano riceve nuovamente un corpo  (1Cor 15:43-44; Mat 22:30; Giov 3:8; Rom 8:10-11), simile a quello del figlio di Dio dopo la sua risurrezione (Giov 20:26-27).

Se c’è un corpo naturale, c’è anche un corpo spirituale.

1Cor 15,42 Così è pure della risurrezione dei morti. Il corpo è seminato corruttibile e risuscita incorruttibile; 15,43 è seminato ignobile e risuscita glorioso; è seminato debole e risuscita potente; 15,44 è seminato corpo naturale e risuscita corpo spirituale. Se c’è un corpo naturale, c’è anche un corpo spirituale. 15,45 Così anche sta scritto: «Il primo uomo, Adamo, divenne anima vivente» (Gen 2,7); l’ultimo Adamo è spirito vivificante. 15,46 Però, ciò che è spirituale non viene prima; ma prima, ciò che è naturale, poi viene ciò che è spirituale. 15,47 Il primo uomo, tratto dalla terra, è terrestre; il secondo uomo è dal cielo. 15,48 Qual è il terrestre, tali sono anche i terrestri; e quale è il celeste, tali saranno anche i celesti. 15,49 E come abbiamo portato l’immagine del terrestre, così porteremo anche l’immagine del celeste. 1Cor 15,42-49;


Con questo corpo, l’essere umano starà poi durante il Giudizio Universale al cospetto del Figlio di Dio, che, per incarico di Dio (Giov 5:22, 26-27), giudicherà ciascun essere umano secondo le azioni terrene e in base alla scelta da lui compiuta in vita a favore o contro Dio (Rom 2:16).

Ogni essere umano, che durante la sua vita ha scelto a favore di Dio e di abbracciare la fede in suo figlio Gesù Cristo (Giov 17:3), ha la possibilità, davanti a questo tribunale, di ricorrere alla morte espiante del Figlio di Dio, che rappresenta l’espiazione per i peccati di tutti gli uomini, anche per la cancellazione dei propri peccati – ossia le trasgressioni dei comandamenti di Dio (Giov 3:16) – ed egli così sarà salvato (Giov 5:24). A quegli esseri umani che non hanno accettato questa fede, non verrà concessa la remissione dei loro peccati ed essi saranno perciò condannati (Giov 3:36).

Dopo il Giudizio Universale, questi esseri umani condannato trascorreranno la loro esistenza eterna nelle tenebre (Mat 22:13) della dannazione del fuoco eterno (Mat 18:8), con pianti e stridore di denti (Mat 13:49-50), poiché essi in vita hanno rifiutato di accostarsi alla fede, e con la consapevolezza definitiva che non potranno mai più riparare e che la loro condizione non potrà mai più essere cambiata.

Coloro che sono stati salvati, al contrario, trascorreranno la loro vita eterna (Mat 25:46) nella Nuova Creazione alla luce di Dio su una terra nuova (Apoc 20:11) e sotto un nuovo cielo, che Dio ha creato (Apoc 21:1-3,5).

Il Figlio di Dio ha detto:

"Se voi mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un altro consolatore, perché stia con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché dimora con voi, e sarà in voi." Giov 14,15-17;

Gesù disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; e chiunque vive e crede in me, non morirà mai.» Giov 11,25-26;


Da questo punto di vista si è già espresso il noto evangelista e predicatore Wilhelm Busch con i suoi ascoltatori: "Non c’è bisogno di accogliere il messaggio che le sto dicendo. Può lasciare perdere di convertirsi a Gesù. Ma abbia ben chiaro che in tal modo lei sceglie l’inferno! Lei ha la totale libertà!!
(Persone che non sono capaci di credere.)

(Vedi anche discorso 22: "Esiste l’immortalità dell’anima?")



Per tutti coloro che vorrebbero averlo breve e moderno:
Lo spirito dell’uomo è il "software" – il sistema operativo – che fa funzionare "l’hardware" – il corpo. Alla scadenza dell’hardware, il software viene archiviato nel cloud. Alla fine del mondo, il software ottiene un nuovo hardware con runtime illimitato.



(Vedi anche Capitolo 12: "La Risurrezione." )


E quando poi a questo non credente verrà detto che l’amore di Dio è "infinito", ma verrà allora a sapere che il Figlio di Dio dovette morire sulla croce per i peccati di tutti gli esseri umani, egli si chiederà naturalmente perché ciò sia stato necessario e per quale motivo Dio, nel suo "infinito" amore non poté perdonare i nostri peccati, cosicché Gesù Cristo non avrebbe dovuto morire sulla croce per i nostri peccati.

Perciò: l’amore di Dio non è infinito, ma dura finché non si sono esaurite la sua grazia e la sua misericordia nella vita di ciascun essere umano. Se l’amore, la grazia e la misericordia vengono rifiutate e respinte, non rimane più altro che l’assoluta ed inesorabile giustizia di Dio, che questo essere umano dovrà alla fine affrontare


L’amore infinito e incondizionato di Dio.

Se l’amore di Dio fosse infinito e incondizionato, questo Dio dovrebbe rimettere a tutti gli esseri umani di tutti i tempi (all’infinito!!) tutti i loro peccati senza rimorso né conversione (incondizionatamente!!). Allora, non sarebbe più necessario alcun sacrificio espiatorio – e Gesù Cristo non avrebbe dovuto morire sulla croce.

Allora tutti i delinquenti, tutti i pluriomicidi, tutti gli atei, tutti i tiranni e tutto il resto della peggior feccia, dal principio del mondo fino alla sua fine (all’infinito!!), senza rimorso né conversione (incondizionatamente!!), entrerebbero nella vita eterna insieme a tutti i cristiani biblici.

Perciò, chi parla di un amore "infinito" e "incondizionato" di Dio, dimostra di non avere alcuna idea del perché Dio abbia lasciato morire suo Figlio sulla croce. Simili persone non hanno ancora assolutamente compreso il fondamento della fede cristiana e sono dunque totalmente inadatte ad esprimere dichiarazioni in merito ad una qualunque caratteristica di Dio.

(Vedi anche discorso 30: "Perché Gesù dovette morire sulla croce?")




Una spiegazione dettagliata sulla morte, sulla Risurrezione e sul Giudizio si trova del resto negli oltre 150 documenti (non ancora tutti disponibili in italiano) di questo sito web nell’Indice del contenuto, così come la risposta alle domande e la discussione a riguardo si trovano nell’Indice dei discorsi. Qui si dovrebbe però intraprendere il tentativo di dare una risposta alla questione - sempre molto controversa – sul senso della vita dal punto di vista biblico.

Il non credente critico citato qui sopra come esempio, potrebbe benissimo sostenere l’opinione che se Dio avesse creato gli esseri umani fin dall’inizio in modo tale che essi seguano i comandamenti di Dio, allora non sarebbe stato necessario tutto quel chiasso sul peccato, sulla remissione dei peccati, sul sacrificio della vita del Figlio di Dio, etc. e gli esseri umani – e anche Dio – si sarebbero risparmiati molto tempo, risentimento e frustrazione.

Ed ora, forse, alcuni lettori si meraviglieranno di apprendere che secondo la Bibbia questo era proprio il proposito di Dio. Dio ha plasmato Adamo ed Eva a sua immagine, affinché fossero pronti ad obbedire ai comandamenti di Dio. Ma poiché da un altro lato, l’assoluta giustizia di Dio è in contraddizione con qualunque costrizione, Dio ha creato l’essere umano dotandolo anche di un libero arbitrio. E ciò presuppone che gli esseri umani non seguano tali comandamenti per paura. Essi dovrebbero avere fiducia in Dio, riconoscere il pericolo di un mancato rispetto dei suoi comandamenti e perciò accondiscendervi volontariamente.

Poi l’Eterno DIO piantò un giardino in Eden e l’albero della conoscenza del bene e del male.

Gen 2,8 Poi l’Eterno DIO piantò un giardino in Eden, ad oriente, e vi pose l’uomo che aveva formato. 2,9 E l’Eterno DIO fece spuntare dal suolo ogni sorta di alberi piacevoli a vedersi e i cui frutti erano buoni da mangiare; in mezzo al giardino vi erano anche l’albero della vita e l’albero della conoscenza del bene e del male. Gen 2, 8- 9;

Ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare, perché nel giorno che tu ne mangerai, per certo morrai.

Gen 2,15 L’Eterno DIO prese dunque l’uomo e lo pose nel giardino dell’Eden perché lo lavorasse e lo custodisse. 2,16 E l’Eterno DIO comandò l’uomo dicendo: «Mangia pure liberamente di ogni albero del giardino; 2,17 ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare, perché nel giorno che tu ne mangerai, per certo morrai». Gen 2,15-17;


Come si può vedere qui sopra, gli esseri umani non potevano ancora distinguere tra il bene e il male. Dio, perciò, disse loro ciò che era giusto e ciò che era sbagliato, e disse anche loro le conseguenze delle loro azioni. Tuttavia, egli lasciò loro la possibilità di scegliere liberamente se seguire i suoi comandamenti o no. – È del tutto simile con i dieci comandamenti: anche nei dieci comandamenti si dice sempre solo: "tu dovresti" e mai "tu devi". L’essere umano ha la totale libertà di attenervisi oppure no. – Dio voleva evidentemente che il rapporto tra lui e gli esseri umani si basasse esclusivamente sulla fiducia.

E proprio perché Dio voleva che il rapporto dell’essere umano con lui fosse basato sulla fiducia e non sulla costrizione, doveva essere provato se l’essere umano agisse confidando in Dio, o arbitrariamente e contro i comandamenti di Dio. Se l’essere umano avesse anche giustificato la fiducia che Dio gli ha offerto, allora si sarebbe proprio giunti a quella situazione che non vi sarebbero stati peccati nel mondo e dunque anche la remissione dei peccati e la vittima sacrificale non sarebbero stati necessari. Allora, Dio e gli esseri umani avrebbero potuto vivere con assoluta fiducia l’uno nell’altro e il mondo e l’umanità si sarebbero risparmiati molti problemi.

Ma, come è universalmente noto, le cose sono andate diversamente. Satana, il vecchio serpente e il mentitore fin dall’inizio, così come lo ha definito anche Gesù Cristo (Giov 8:44), mentì a Eva e, andando contro al comandamento di Dio, la indusse a mangiare di questo albero della conoscenza e a darne anche a Adamo.

Allora il serpente disse alla donna: «Voi non morrete affatto; ma sarete come DIO, conoscendo il bene e il male».

Gen 3,1 Or il serpente era il più astuto di tutte le fiere dei campi che l’Eterno DIO aveva fatto, e disse alla donna: «Ha DIO veramente detto: "Non mangiate di tutti gli alberi del giardino"?». 3,2 E la donna rispose al serpente: «Del frutto degli alberi del giardino ne possiamo mangiare; 3,3 ma del frutto dell’albero che è in mezzo al giardino DIO ha detto: "Non ne mangiate e non lo toccate, altrimenti morirete"». 3,4 Allora il serpente disse alla donna: «Voi non morrete affatto; 3,5 ma DIO sa che nel giorno che ne mangerete, gli occhi vostri si apriranno, e sarete come DIO, conoscendo il bene e il male». Gen 3, 1- 5;


La Trinità biblica e alcune altre specificità della fede cristiana biblica.


La Trinità biblica e alcune altre specificità della fede cristiana biblica.


A differenza di tutte le altre religioni di questo mondo, il cristianesimo biblico non è una religione. È una relazione. Un rapporto o una connessione con Dio, in quanto nostro Padre nei cieli. Ecco perché anche il nostro Signore Gesù Cristo ci ha detto:

Non chiamate nessuno sulla terra vostro padre, perché uno solo è il Padre vostro, quello che è nei cieli.

Mat 23,9 Non chiamate nessuno sulla terra vostro padre, perché uno solo è il Padre vostro, quello che è nei cieli. Mat 23,9;

Perciò, nel cristianesimo biblico non chiamiamo nessuno sulla terra nostro Padre, ma l’unico e solo Onnipotente Dio nei cieli è nostro Padre. Infatti, Dio non ha creato solo noi, ma con Adamo e Eva, i nostri genitori arcaici, tutti gli esseri umani, ed è quindi il padre di tutti noi. Eppure questo è ciò che pochissimi vogliono sapere.

Nel cristianesimo biblico la connessione con il nostro Padre nei cieli è completamente diversa rispetto all’adorazione di idoli nelle religioni secolari. Come ci dice il Figlio di Dio, la comunicazione tra Dio e i suoi figli è esclusivamente di natura spirituale:

Dio è Spirito; e quelli che l’adorano, bisogna che l’adorino in spirito e verità.

Giov 4,23 Ma l’ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; poiché il Padre cerca tali adoratori. 4,24 Dio è Spirito; e quelli che l’adorano, bisogna che l’adorino in spirito e verità». Giov 4,23-24;

E come ci conferma anche Paolo nella prima lettera ai Corinzi, lo Spirito di Dio dimora in noi, se siamo figli di Dio.

Non sapete che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?

1Cor 3,16 Non sapete che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? 3,17 Se uno guasta il tempio di Dio, Dio guasterà lui; poiché il tempio di Dio è santo; e questo tempio siete voi. 1Cor 3,16-17;

Così questa è una connessione molto simile a quella, che anche il Figlio di Dio ebbe con il Padre durante la Sua missione sulla terra:

Non credi tu che io sono nel Padre e che il Padre è in me?

Giov 14,10 Non credi tu che io sono nel Padre e che il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico di mio; ma il Padre che dimora in me, fa le opere sue. 14,11 Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se no, credete a causa di quelle opere stesse. Giov 14,10-11;

Infine il Signore Gesù stesso ci spiega anche, che chi Lo ama si riconoscerà dal fatto, che osserverà la Parola del Suo Signore. E perciò il Padre lo amerà ed entrambi, Padre e Figlio, verranno da lui e dimoreranno presso di lui.

Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio l’amerà, e noi verremo da lui e dimoreremo presso di lui.

Giov 14,22 Giuda (non l’Iscariota) gli domandò: «Signore, come mai ti manifesterai a noi e non al mondo?» 14,23 Gesù gli rispose: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio l’amerà, e noi verremo da lui e dimoreremo presso di lui. 14,24 Chi non mi ama non osserva le mie parole; e la parola che voi udite non è mia, ma è del Padre che mi ha mandato.
14,25 Vi ho detto queste cose, stando ancora con voi; 14,26 ma il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quello che vi ho detto. Giov 14,22-26;

Quindi riassumiamo: Paolo ci dice sopra in 1Cor 3,16, che lo Spirito Santo dimora presso di noi, se siamo figli di Dio. Qui sopra in Giov 14,23 il Signore Gesù ci dice, che Padre e Figlio verranno da noi e dimoreranno presso di noi, se amiamo il Figlio.

Così nel nostro spirito abbiamo unito Padre, Figlio e Spirito Santo!
C’è ancora chi dubita, che questi tre esseri spirituali possano essere riuniti anche al di fuori dell’uomo in un uno Spirito, lo Spirito di Dio, come "Trinità"?


È quindi evidente che è nella natura degli esseri spirituali incorporarsi sia nello spirito di un essere umano che in altri esseri spirituali. Nella loro forma spirituale sono immateriali e possono fondersi l’uno nell’altro, come quando si versa sul livello materiale un bicchiere d’acqua in un altro e i due liquidi diventano un’unica cosa (Trinità).

E ora Paolo in 1Cor 3,16, di cui sopra ci scrive, non solo che lo Spirito Santo dimora presso i figli di Dio, ci dice anche, che noi siamo il tempio di Dio. Cioè, come Dio dimorava nel Santo dei Santi del tempio di Gerusalemme con gli israeliti, da allora Dio dimora di nuovo in un tempio.

Solo che questo nuovo tempio non è un edificio fatto con le mani. Piuttosto, ogni singolo credente cristiano, che ama il Suo Signore e osserva la Sua Parola è il tempio di Dio, nel cui "Santo dei Santi", vale a dire nello spirito di questa persona, prende dimora la Trinità.

L’Altissimo però non abita in edifici fatti da mano d’uomo.

Atti 7,48 L’Altissimo però non abita in edifici fatti da mano d’uomo, come dice il profeta(Isaia 66:1-2): 7,49 "Il cielo è il mio trono, e la terra lo sgabello dei miei piedi. Quale casa mi costruirete, dice il Signore, o quale sarà il luogo del mio riposo? 7,50 Non ha la mia mano creato tutte queste cose?" Atti 7,48-50;

Dunque, nella fede cristiana biblica non esistono riti, liturgie, "messe", sacerdoti, vescovi, cardinali, papi, etc. I credenti cristiani biblici stessi sono il tempio di Dio e nel loro spirito hanno una connessione immediata e diretta con il loro Padre Celeste.

Proprio per questa ragione il cristianesimo biblico non conosce neanche le "case di Dio", come le chiese, le cattedrali, i duomi, le moschee e i templi delle religioni di questo mondo. Perché l’unico e solo Dio non abita nelle case di culto, che sono fatte con le mani. Come figli di Dio, noi stessi siamo il tempio in cui Dio prende dimora nel "Santo dei Santi" – nel nostro spirito.

Noi siamo infatti il tempio del Dio vivente, come Dio stesso ha detto: "Abiterò in mezzo a loro e con loro camminerò e sarò il loro Dio, ed essi saranno il mio popolo."

2Cor 6,14 Non lasciatevi legare al giogo estraneo degli infedeli. Quale rapporto infatti ci può essere tra la giustizia e l’iniquità, o quale unione tra la luce e le tenebre? 6,15 Quale intesa tra Cristo e Beliar, o quale collaborazione tra un fedele e un infedele? 6,16Quale accordo tra il tempio di Dio e gli idoli?

Noi siamo infatti il tempio del Dio vivente, come Dio stesso ha detto:
"Abiterò in mezzo a loro e con loro camminerò e sarò il loro Dio, ed essi saranno il mio popolo." 6,17 Perciò uscite di mezzo a loro e separatevi, dice il Signore, non toccate nulla d’impuro. "E io vi accoglierò, 6,18 e sarò per voi come un padre, e voi mi sarete come figli e figlie", dice il Signore onnipotente. 2Cor 6,14-18;

Ed è anche questo spirito dei figli di Dio che vivrà dopo la risurrezione come un essere spirituale nella dimensione eterna con il nostro Padre nei cieli, avendo percorso la strada che nostro Signore Gesù Cristo ha già percorso prima di noi come primizia (1Cor 15,20-28).

Quando un figlio o una figlia di Dio vuole parlare con suo Padre nei cieli, entra nella sua cameretta, chiude
la porta e per prima cosa chiede il perdono dei suoi peccati nel nome del sacrificio di redenzione del suo Signore Gesù Cristo. E allora si libera la via per ogni ringraziamento e giubilo, petizione e pianto, e qualsiasi altra cosa che un figlio di Dio deve comunicare al suo Padre celeste.

Ma tu, quando preghi, entra nella tua cameretta e, chiusa la porta, rivolgi la preghiera al Padre tuo che è nel segreto.

Mat 6,5 «Quando pregate, non siate come gli ipocriti; poiché essi amano pregare stando in piedi nelle sinagoghe e agli angoli delle piazze (o al "Muro del pianto"!/FH) per essere visti dagli uomini. Io vi dico in verità che questo è il premio che ne hanno. 6,6 Ma tu, quando preghi, entra nella tua cameretta e, chiusa la porta, rivolgi la preghiera al Padre tuo che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa. 6,7 Nel pregare non usate troppe parole come fanno i pagani, i quali pensano di essere esauditi per il gran numero delle loro parole. 6,8 Non fate dunque come loro, poiché il Padre vostro sa le cose di cui avete bisogno, prima che gliele chiediate. Mat 6,5-8;



La prima e la seconda morte.

Come si può ben comprendere, perciò, le bugie di Satana sono così pericolose perché contengono sempre anche una parte di verità. E anche perché egli si rivolge sempre a coloro che sono (ancora) ignari, che, per una qualunque ragione, non intuiscono il contesto della situazione e si lasciano imbrogliare.

Qui in Adamo e Eva, era l’ignoranza del più profondo significato della morte. Dio disse: "perché nel giorno in cui ne mangerai, morirai!" e Satana disse: "Voi non morrete affatto!". E quando essi ne ebbero mangiato, videro che in realtà non morivano. E dunque essi credettero subito a Satana. Tuttavia, ciò che Satana aveva tenuto loro nascosto, era che Dio aveva parlato della cosiddetta seconda morte, che incombe su tutti gli esseri umani che non hanno obbedito ai comandamenti di Dio, mentre lui, Satana, ha fatto sapere ad entrambi che con ciò era intesa la prima morte del corpo.

La dichiarazione di Dio che afferma che entrambi dovranno morire se mangeranno dell’albero della conoscenza del bene e del male, andava inserita nel seguente contesto: in contrasto con la nostra falsa comprensione umana, le parole "morte" e "morire", dal punto di vista biblico, non significano mai la fine dell’esistenza di un essere umano. Con il concetto di "morte" e di "morire", è sempre e solo inteso il passaggio da una forma di esistenza in un’altra. Secondo la Scrittura, vi sono due passaggi di questo tipo: il primo passaggio è la fine del nostro corpo terreno e materiale – ossia la prima "morte" – e il trasferimento dello spirito dell’uomo separato dal corpo nella zona di attesa del cosiddetto Regno dei Morti.

(Vedi anche discorso 56: "I cristiani defunti sono già in cielo?")


La "seconda morte" è la condanna dell’essere umano con il Giudizio Universale a causa della sua non credenza quando era in vita. Questo, molto appropriatamente, il Signore lo ha posto davanti agli occhi agli Apostoli, quando egli parlò dei già potenzialmente morti, che un giorno patiranno la seconda morte, che per il momento hanno seppellito solo i loro morti fisicamente.

Lascia che i morti seppelliscano i loro morti.

Mat 8,21 Poi un altro dei suoi discepoli gli disse: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». 8,22 Ma Gesù gli disse: «Seguimi, e lascia che i morti seppelliscano i loro morti». Mat 8,21-22;

(Vedi anche Excursus 08: "La prima e la seconda morte.")


Dopo la Risurrezione dal Regno dei Morti, della rinascita alla Fine del Mondo, lo spirito dell’uomo sarà nato di nuovo (la seconda nascita), riceverà un nuovo corpo e sarà al cospetto del giudizio di Dio. Durante questo giudizio, tutte le sue azioni compiute nella vita terrena verranno esaminate e su di esse verrà pronunciato una sentenza. Se questa sentenza è negativa, allora avviene il secondo passaggio, la cosiddetta "seconda morte" dell’essere umano. Il suo spirito viene ora separato anche dal suo corpo di Risurrezione e gettato nello stagno di fuoco per un’esistenza eterna. Questo è ciò che la Bibbia chiama la "dannazione eterna". Se invece la sentenza del giudizio è positiva, allora l’essere umano con il suo corpo di Risurrezione può passare nella nuova, seconda creazione di Dio e là continuare poi ad esistere in eternità nella luce con Dio. Questo è ciò che la Bibbia chiama "vita eterna".

(Vedi anche Capitolo 13: "Il Giudizio Universale.")


Questo decorso degli eventi a noi uomini di oggi è noto attraverso la Bibbia. Adamo ed Eva, però, allora non avevano naturalmente alcuna idea della dinamica di questi fatti. Non sapevano che Dio con il suo ammonimento che se essi non avessero rispettato i suoi comandamenti "allora sarebbero morti", diceva l’assoluta verità, perché poi sarebbero morti con la seconda e definitiva morte e avrebbero vissuto una vita eterna nella minaccia della dannazione. Satana però sfruttò questa inconsapevolezza di entrambi e riferendosi alla prima morte terrena e materiale, disse: "Voi non morirete affatto". Come vediamo, Satana non ha mentito direttamente, ma ha solo distorto le cose. Egli è "colui che fa scompiglio", il diabolos.

L’argomento che qui viene spesso presentato, ossia che Adamo ed Eva sarebbero stati innocenti proprio perché non sapevano nulla di tutti questi principi, tralascia il fatto che qui non è la conoscenza che è in gioco. Né allora né oggi è questione di conoscenza, ma di fiducia. Naturalmente essi non sapevano tutto questo, ma Dio non aveva preteso che essi dovessero sapere qualcosa, ma solo che si fidassero. Essi dovevano avere fiducia in lui e credere che ciò che egli aveva detto loro era la verità. Allora essi avrebbero saputo riconoscere la dichiarazione di Satana come menzogna e dunque respingerlo. L’essere umano ha dunque infranto questa fiducia di Dio e di conseguenza anche Dio ha privato l’essere umano della sua protezione e della sua assistenza. Da quel momento in poi, l’essere umano dovette provvedere per sé e per i suoi simili.



Il principe della potestà dell’aria.

Da questi nessi, possiamo anche già comprendere che la tentazione dell’essere umano esercitata da Satana non era un caso. Dio ha permesso che Satana mettesse alla prova gli esseri umani nel giardino dell’Eden. Dio ha soprattutto avuto bisogno di Satana per mettere alla prova gli esseri umani sulla terra – ma anche gli angeli in cielo – e vedere se erano degni di fiducia. In cielo, Satana riuscì a sedurre un terzo degli angeli di Dio e a conquistarli. Come ci dice la Bibbia, proprio nel tempo in cui Gesù era vita, ebbe luogo una battaglia in cielo, nella quale Satana ha combattuto con gli angeli che si erano schierati dalla sua parte contro l’arcangelo Michele e i restanti due terzi degli angeli di Dio. Satana ha perduto questa battaglia e insieme ai suoi angeli venne gettato dal cielo sulla terra.

E Satana, il gran dragone, fu gettato sulla terra; con lui furono gettati anche i suoi angeli.

Apoc 12,7 E vi fu guerra in cielo: Michele e i suoi angeli combatterono contro il dragone; anche il dragone e i suoi angeli combatterono, 12,8 ma non vinsero e per loro non fu più trovato posto nel cielo. 12,9 Così il gran dragone, il serpente antico, che è chiamato diavolo e Satana, che seduce tutto il mondo, fu gettato sulla terra; con lui furono gettati anche i suoi angeli. Apoc 12, 7- 9;

La coda del dragone trascinava dietro a sé la terza parte delle stelle del cielo e le gettò sulla terra.

Apoc 12,3 Nel cielo apparve anche un altro segno: un gran dragone rosso che aveva sette teste e dieci corna, e sulle sue teste vi erano sette diademi. 12,4 La sua coda trascinava dietro a sé la terza parte delle stelle del cielo e le gettò sulla terra; poi il dragone si fermò davanti alla donna che stava per partorire, per divorare suo figlio quando lo avesse partorito. Apoc 12, 3- 4;

Ora è il giudizio di questo mondo; ora sarà cacciato fuori il principe di questo mondo.

Giov 12,28 Padre, glorifica il tuo nome!». Allora venne una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora». 12,29 La folla dunque, che era presente e aveva udito la voce, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». 312,0 E Gesù rispose e disse: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. 12,31 Ora è il giudizio di questo mondo; ora sarà cacciato fuori il principe di questo mondo. Giov 12,28-31;

Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe di questo mondo.

Giov 14,28 Avete udito che vi ho detto: "Io me ne vado e tornerò a voi". Se voi mi amaste, vi rallegrereste perché ho detto: "Io vado al Padre"; poiché il Padre è più grande di me. 14,29 E ora ve l’ho detto, prima che avvenga affinché, quando avverrà, crediate. 14,30 Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe di questo mondo e non ha nulla in me; 14,31 ma questo accade affinché il mondo conosca che io amo il Padre e che faccio come il Padre mi ha comandato. Alzatevi, andiamo via di qui». Giov 14,28-31;

Ed egli disse loro: «Io vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore.

Luca 10,17 Or i settanta tornarono con allegrezza, dicendo: «Signore, anche i demoni ci sono sottoposti nel nome tuo». 10,18 Ed egli disse loro: «Io vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Luca 10,17-18;

Ma guai a voi, abitanti della terra e del mare, perché il diavolo è sceso a voi con grande ira.

Apoc 12,12 Perciò rallegratevi, o cieli, e voi che abitate in essi. Ma guai a voi, abitanti della terra e del mare, perché il diavolo è sceso a voi con grande ira, sapendo di aver poco tempo». Apoc 12,12;

Come mai sei caduto dal cielo, o Lucifero, figlio dell’aurora.

Isa 14,12 Come mai sei caduto dal cielo, o Lucifero, figlio dell’aurora? Come mai sei stato gettato a terra, tu che atterravi le nazioni? Isa 14,12;

Il principe della potestà dell’aria, dello spirito che al presente opera nei figli della disubbidienza.

Efe 2,1 Egli ha vivificato anche voi, che eravate morti nei falli e nei peccati, 2,2 nei quali già camminaste, seguendo il corso di questo mondo, secondo il principe della potestà dell’aria, dello spirito che al presente opera nei figli della disubbidienza. Efe 2, 1- 2;

(Vedi anche discorso 1042: "Tutti i governi del mondo sono ordinati da Dio?")


Come vediamo, da quel momento, Satana governa il mondo come "principe della potestà dell’aria" con i suoi angeli, che dominano nell’aria come demoni. E questi demoni, subito dopo essere stati gettati dal cielo sulla terra, hanno cercato rifugio nello spirito dell’uomo. Come sappiamo dalla Bibbia, il Signore in alcuni casi li ha scacciati (Mat 8:28-34; Mat 9:32-34; Mat 12:28). E così è scorsa la storia del mondo fino ad oggi: con Satana come dominatore del mondo e i suoi angeli come demoni nello spirito degli esseri umani che si aprono a loro per accoglierli. La migliore prova a tale proposito è il corso stesso della storia del mondo, con le sue guerre che non vogliono finire mai, con le sue dittature, con i delitti, gli omicidi di massa e le perversità.

(Vedi anche Excursus 06: "Di fronte a Dio nello Stagno di Fuoco.")


Come possiamo leggere più sotto in Luc 4,6, Dio un tempo ha dato a Satana il potere su tutti i regni del mondo, affinché egli mettesse alla prova anche gli esseri umani, per vedere se essi si attenevano a Dio o, come anche una parte degli angeli, si lasciavano indurre in tentazione. E immediatamente all’inizio del suo dominio terreno, Satana volle indurre in tentazione anche il Figlio di Dio, offrendogli tutti questi regni del mondo, se egli fosse caduto in ginocchio davanti a lui e lo avesse adorato. Ma il Signore gli ha dato proprio quella risposta che già Adamo ed Eva avrebbero dovuto dargli, quando Satana li aveva cercato di indurli in tentazione: «Adora il Signore Dio tuo e servi a lui solo». In tal modo, se così fosse stato, subito all’inizio della creazione dell’umanità, essi si sarebbero risparmiati millenni di caos sulla terra.

Io ti darò tutto il potere di questi regni e la loro gloria, perché essa mi è stata data nelle mani e io la do a chi voglio.

Luca 4,5 Poi il diavolo lo condusse su di un alto monte e gli mostrò in un attimo tutti i regni del mondo. 6 E il diavolo gli disse: «Io ti darò tutto il potere di questi regni e la loro gloria, perché essa mi è stata data nelle mani e io la do a chi voglio. 7 Se dunque tu prostrandoti mi adori, sarà tutta tua». 8 Ma Gesù, rispondendo, gli disse: «Vattene via da me, Satana. Sta scritto: "Adora il Signore Dio tuo e servi a lui solo"». Luca 4, 5- 8;


Tuttavia, questa prima delusione, che gli esseri umani avevano preparato al loro creatore nel giardino dell’Eden, non era un caso né unico né atipico per il genere umano. Anzi, al contrario, 1656 anni dopo secondo il calcolo biblico del tempo, la razza umana si era così allontanata da Dio, che quest’ultimo decise di annientare l’intera umanità. Satana aveva dunque portato a termine tutto il suo compito.

Attraverso l’età avanzata di più centinaia di anni, raggiunta dagli esseri umani prima del Diluvio Universale, alcune milioni di esseri umani sulla terra dovevano a quel tempo avere già vissuto sulla terra. Tra di loro, vi era però anche un uomo, l’unico, che con la sua famiglia era rimasto fedele a Dio. Era Noè con sua moglie e i suoi tre figli con le rispettive mogli. Noè ricevette da Dio l’ordine di costruire un’arca per salvare dal diluvio se stesso, la sua famiglia e i più importanti animali sulla terra (Gen 6:11-17). Con loro, dopo il diluvio, Dio voleva dare il via ad un nuovo inizio con l’umanità sulla terra.

Quando non erano trascorsi neanche cento anni dal diluvio, Satana, però, era già riuscito a fomentare così tanto la superbia degli esseri umani contro Dio, che essi, in preda alla loro presunzione, vollero costruire nella prima città del mondo, la Babele dell’antichità, una torre che potesse arrivare fino al cielo. Per evitare che accadesse il peggio, e poiché Dio aveva promesso di non annientare nuovamente l’umanità (Gen 9:12-17), egli aveva confuso le lingue degli uomini, che fino a quel momento era stata una lingua unitaria. In tal modo, improvvisamente, l’uno non era più in grado di intendere l’altro e la grandiosa costruzione dovette essere abbandonata per mancanza di reciproca comprensione tra gli uomini (Gen 11:1-9).

(Vedi anche Tabella 01: "Cronologia da Adamo a Giacobbe.")


Dopo quasi oltre 300 anni, Dio ha scelto dalla discendenza di Sem, il maggiore dei figli di Noè, un uomo timorato di Dio simile a Noè e con lui ha stretto un patto eterno, secondo il quale i suoi discendenti avrebbero abitato la terra di Canaan (l’attuale Israele). Quest’uomo era Abramo, il progenitore degli ebrei. Sebbene a quel tempo, con il potente sostegno di Satana, l’umanità fosse molto avanzata nell’ateismo, Abramo, la sua famiglia e tutti coloro che appartenevano a quest’ultima, ebbero cura di tenersi a distanza dagli atei.

Nelle città di Sodoma e Gomorra, però, l’ateismo e la perversione erano avanzate così tanto che esse potrebbero essere definite le capitali dei gay. Come descrive la Bibbia, là, gli uomini "si conobbero" l’un l’altro (nella Bibbia con il verbo "conoscere" viene definito il rapporto sessuale - e qui si intende specificamente il rapporto sessuale dei gay – degli uomini con gli uomini). E come racconta la Bibbia, tutti vi prendevano parte, dai fanciulli fino agli anziani. – Oggi, in Germania abbiamo addirittura un ministro degli esteri gay, che si fa accompagnare dal suo partner sessuale maschile durante i viaggi di lavoro all’estero, e al quale i politici – in particolare quelli dei paesi islamici – per motivi morali si rifiutano di stringere la mano. – Vergogna sull’occidente "cristiano"!! (Rom 1:24-32).

A Sodoma viveva anche Lot, il nipote di Abramo, che poco prima era stato separato da suo zio e si era trasferito in questa città con sua moglie e le sue due figlie (Gen 13:1-13). Dio aveva ora deciso di porre fine a Sodoma e Gomorra a questa disgustosa attività, e di annientare entrambe le città (Gen 18:16-33). Per fare ciò, egli inviò due angeli, che avevano però il compito di condurre fuori da Sodoma Lot e la sua famiglia prima dell’annientamento, affinché essi non morissero da innocenti. Quando questi due angeli giunsero nella casa di Lot, i gay di Sodoma spinsero al culmine la loro perversità e il loro ateismo, pretendendo da Lot che egli consegnasse loro questi due uomini, affinché essi potessero violentarli.

Allora, Lot che sapeva di ospitare degli angeli di Dio, offrì ai gay le sue due figlie vergini, purché essi avessero lasciato in pace i due uomini. Questi perversi, però, minacciarono di violentare anche lo stesso Lot e tentarono di forzare la porta. Allora, intervennero i due angeli e colpirono di cecità i gay davanti alla casa di Lot, in modo tale che essi non fossero più in grado di trovare la porta. I due angeli condussero poi Lot fuori dalla città insieme alla sua famiglia e venne messo al sicuro (tranne sua moglie). Sulle due città di Sodoma e Gomorra si abbatté poi una pioggia di zolfo e fuoco, che le rase completamente al suolo (Gen 19:1-29).

In seguito, poi, Dio si è concentrato sulla discendenza di Abramo, sul popolo di Israele e ha abbandonato gli atei e i perversi del mondo al loro destino. Ma anche in Israele Satana non se ne stava con le mani in mano. Quando però Israele aveva peccato contro Dio, quest’ultimo non l’aiutò nelle sue guerre. Quando invece fu senza peccati, Dio l’aiutò a vincere le guerre. Tuttavia, di questo presto si accorsero anche i suoi nemici e così aspettarono finché Israele aveva peccato davanti al suo Dio, prima di fargli guerra.


La Waterloo del diavolo.

Quando Dio vide che persino il popolo eletto di Israele peccava sempre di più contro il suo Dio, inviò loro suo Figlio in quanto Messia profetizzato nelle Scritture e tanto a lungo atteso dagli ebrei. Tuttavia, anche qui Satana aveva già preso le sue precauzioni. Sotto l’occupazione romana di quel tempo, i capi religiosi, ossia il Sinedrio con gli scribi e il sommo sacerdote Caifa, erano le figure supreme del popolo e dunque anche i capi politici di Israele. E dopo che nostro Signore Gesù Cristo smascherò questi uomini come covo di vipere (Mat 23:33) e figli del diavolo (Giov 8:44), non fu nemmeno lui in condizione di restituire Israele al suo Dio. Caifa e il Sinedrio condannarono poi il Figlio di Dio a morte e lo consegnarono ai Romani perché lo crocifiggessero.

Ma con questa morte di suo Figlio, Dio ha gabbato Satana. Egli offrì suo Figlio come sacrificio vicario per tutti i peccatori di questo mondo. Se l’essere umano aveva infranto i comandamenti di Dio e dunque aveva peccato, ha perduto la sua giustizia davanti a Dio. Egli stesso avrebbe dovuto morire come espiazione, per essere di nuovo considerato un giusto davanti a Dio. Se egli non avesse sacrificato la sua vita, nel momento del Giudizio Universale sarebbe stato giudicato colpevole e dopo la Risurrezione avrebbe dovuto morire la seconda morte e andare alla dannazione eterna. Così Satana, che aveva il potere di indurre gli esseri umani al peccato, aveva automaticamente anche il potere su questa seconda e successiva morte dell’essere umano.

Tuttavia, in seguito, giunse il Figlio di Dio e venne crocifisso come sacrificio vicario per i peccati di tutti gli esseri umani. Ciò significa che il peccatore non deve più egli stesso morire, ma deve solo ricorrere personalmente a questo sacrificio del riscatto di Gesù Cristo per sé e per i suoi peccati. Se egli fa questo, non dovrà lui stesso morire e sarà ciononostante giudicato giusto nel giudizio (Mar 3:28-30). Quando Satana pensò che la crocifissione del Figlio di Dio significasse avere vinto la partita e potere di nuovo trascinare l’intera umanità nell’abisso (Apoc 20:10), in realtà proprio così aveva perduto per l’eternità. Ha privato se stesso del suo più forte asso nella manica contro gli esseri umani – ossia il suo potere sui peccati e la seconda morte.

Gesù Cristo distrutto mediante la sua morte, colui che ha l’impero della morte, cioè il diavolo.

Ebr2,14 Poiché dunque i figli hanno in comune la carne e il sangue, similmente anch’egli (Gesù Cristo) ebbe in comune le stesse cose, per distruggere, mediante la sua morte, colui che ha l’impero della morte, cioè il diavolo, 2,15 e liberare tutti quelli che per timore della morte erano tenuti in schiavitù per tutta la loro vita.Eb 2,14-15;


Ma sebbene da quel momento Satana sia stato un modello di fine serie – o forse proprio per questa ragione -, egli sta facendo di tutto per occultare agli esseri umani proprio questo fatto della sua sconfitta. E perciò egli tenta di celare mediante tutte le astuzie possibili questo sacrificio vicario, al fine di trascinare quanti più esseri umani possibili nella dannazione. E come si vede, da duemila anni, egli vi riesce con successo. A quel tempo gli fu accordato da Dio il potere discrezionale su tutto il mondo e da allora – diversamente dai tempi di Abramo – per l’essere umano non è stato più possibile vivere da giusto sulla terra. Non vi sono più giusti in questo mondo, non vi sono più un essere umano che sia senza peccato (Rom 3:9-12.23; Rom 5:12; Rom 11:32; Gal 3:22). La tentazione è enorme e onnipresente e l’essere umano miscredente ha poca forza di resistervi. E così Satana ha gioco facile con la stragrande maggioranza degli esseri umani.

Lo scopo di Satana e dei suoi demoni è indurre gli esseri umani al peccato e allontanarli dalla fede in Dio, affinché essi non conoscano nemmeno l’unica possibile salvezza nell’accettazione del sacrificio del riscatto del Figlio di Dio. Perciò Satana tiene così tanto occupata la vita degli esseri umani con altre cose, che essi non hanno né tempo né voglia di interessarsi a Dio, alla Bibbia e alla fede. Se prendiamo in considerazione la storia del mondo, riconosciamo che la maggior parte degli esseri umani era da sempre occupata con altre cose, che si tratti di politica e guerre, di economia, di scienza o del quotidiano mondo del lavoro. La maggior parte degli esseri umani si impegna a migliorare e a rafforzare la propria posizione – qualunque essa sia -, e trascurano tutto ciò che non può essere utile a tale scopo o che addirittura li ostacola. Fino alla propria salute, alla propria famiglia e al proprio futuro nella loro vita eterna dopo la Risurrezione.

Ma solo pochi hanno riconosciuto la soluzione per sfuggire a questa trappola del diavolo. Essi hanno accettato la fede in Gesù Cristo e il suo sacrificio vicario per i loro peccati. Naturalmente, essi si impegnano anche di per se stessi ad osservare i comandamenti di Dio e a non peccare. Ma laddove la forza è insufficiente e la tentazione vince, e laddove prima Satana ha raccolto i suoi frutti, ora essi possono fare ricorso al sacrificio del riscatto del loro Signore, che è morto anche per questi loro peccati. E dunque il diavolo è restato a bocca asciutta. L’essere umano, certo, è un peccatore e non può sostenersi sulla base della propria giustizia. Ma attraverso il sacrificio vicario del Figlio di Dio, l’essere umano viene giudicato giusto per misericordia e come giusto può stare davanti a Dio e sostenere.


Il senso della vita.

E con ciò arriviamo ora alla domanda sul senso della vita. A tale domanda, molti filosofi, teologi, uomini saggi e consiglieri di vita hanno risposto e rispondono nei modi più diversi, dilungandosi in spiegazioni e consigli. Se si esaminano tali giudizi più da vicino, si comprende che tutti sono andati fuori tema. E ciò per il semplice motivo che essi hanno riconosciuto e trattano solo una minuscola parte della vita – la vita terrena, materiale -, mentre la vita reale, la vita eterna, infinita dopo la Risurrezione non viene assolutamente presa in considerazione. Sarebbe circa come se io chiedessi a qualcuno la strada per la stazione e questo qualcuno mi spiegasse con ampiezza di dettagli quali scarpe sarebbe più consigliabile indossare per camminare.

Si può giudicare il senso di un cammino solo se se ne conosce la meta, e se si sa se tale meta valga la pena e gli sforzi. E lo scopo della vita umana non è nemmeno la morte fisica alla fine della vita terrena, ma la vita eterna, infinita e senza tempo presso Dio e con Dio. È la seconda, definitiva creazione di Dio su una nuova terra sotto un nuovo cielo e in un nuovo universo (Apoc 21:1-5). La vita sulla terra non è null’altro che una sorta di "esame di ammissione". E se ora noi giudichiamo il senso della vita secondo questi criteri, possiamo osservare che qui nessun filosofo e consigliere di vita ateo può dare una risposta: l’unica che può dare una risposta è la Bibbia, la Parola di Dio.

Di conseguenza, il senso della vita è tenere sott’occhio quella meta finale e non lasciarsi traviare da una qualunque prospettiva di successo a breve termine. Naturalmente, rimane anche una battaglia contro gli ostacoli esteriori e interiori. Ma in quanto cristiani biblici, possiamo confidare nel Signore nostro e Dio, nel suo aiuto, nella sua grazia e misericordia. Gli influssi satanici nel mondo non possono strapparci alla mano di Dio (Giov 10:27-30). Se tuttavia, in quanto essere umano credente, ci apriamo spontaneamente a simili influssi, che siano nei circoli esoterici, nelle religioni dell’Estremo Oriente, nei culti spirituali africani o sudamericani o anche presso le manifestazioni spirituali nei campi carismatici, allora ne siamo personalmente responsabili e dobbiamo subirne anche le conseguenze.

(Vedi anche Messaggio: "Rapporto dal campo carismatico.")


Non vi sono altri dèi in questo mondo se non un solo Dio, un Dio unico e trino. E poi vi sono anche Satana e i suoi demoni, che si manifestano come spiriti e "dèi", per indurre gli esseri umani a rinnegare il solo e unico Dio, che siano gli spiriti dei boschi e dei prati dei popoli primitivi, gli "dèi" di altre religioni oppure anche gli idoli ("Maria", i "santi") che vengono adorati nella chiesa cattolica. Tutti questi dèi non sono altro che manifestazioni di Satana e dei suoi angeli.

Stanno diritti come una palma e non possono parlare; bisogna portarli, perché non possono camminare.

Ger 10,3 Poiché i costumi dei popoli sono vanità: infatti uno taglia un albero dal bosco, il lavoro delle mani di un operaio con l’ascia. 10,4 Lo adornano d’argento e d’oro, lo fissano con chiodi e martelli perché non si muova. 10,5 Stanno diritti come una palma e non possono parlare; bisogna portarli, perché non possono camminare. Non abbiate paura di loro, perché non possono fare alcun male, né è in loro potere fare il bene». 10,6 Nessuno è simile a te, o Eterno; tu sei grande e il tuo nome è grande in potenza. Ger 10, 3- 6;

Siano tutti confusi quelli che servono le sculture e quelli che si vantano degli idoli; si prostrino davanti a lui tutti gli dèi.

Sal 97,6 I cieli proclamano la sua giustizia e tutti i popoli vedono la sua gloria. 97,7 Siano tutti confusi quelli che servono le sculture e quelli che si vantano degli idoli; si prostrino davanti a lui tutti gli dèi. Sal 97, 6- 7;


Similmente a come avveniva al tempo di Adamo ed Eva, noi uomini di oggi dobbiamo prendere da soli la nostra decisione all’inizio della nostra vita di fede e non possiamo demandare questa decisione ad altri. Non si può "portare" nessuno alla fede, perché non si può costringere nessuno alla fede. Ed anche e proprio Dio nella sua assoluta giustizia non "porterà" nessuno alla fede, poiché ciò sarebbe a svantaggio di questo essere umano, se durante il giudizio si potesse dire che egli ha avuto un ingiustificato vantaggio rispetto agli altri esseri umani.

In quanto cristiano biblico, tutto quello che si può fare per gli esseri umani non credenti è mettere delle "pietre dello scandalo" sul loro falso cammino (prediche, spiegazioni della Sacra Scrittura, discorsi, discussioni, etc.) e pregare Dio che in tal modo accresca gradualmente la loro corretta conoscenza e rafforzi la loro vera fede. E Dio non farà più di questo. Il passo verso la fede deve essere una decisione volontaria di ogni singolo essere umano. Tuttavia, in quanto credenti cristiani dobbiamo tentare di andare a prendere gli esseri umani là dove e come sono. Se poi essi hanno realmente deciso per la fede, Dio non li lascerà così come sono e li purificherà e cambierà.

Dal tempo di Adamo ed Eva, dunque, la domanda è sempre la stessa: "Confidi (credi) in Dio?". E Dio ha creato Satana affinché gli esseri umani si confrontino con tale domanda e prendano una decisione: o per Dio o contro Dio. Era così per Adamo ed Eva nel giardino dell’Eden ed è così fino ai giorni nostri. Solo nel Millennio, nel Regno di Pace millenario di nostro Signore Gesù Cristo, non vi sarà questo tipo di tentazione, poiché Satana verrà legato nell’abisso per mille anni.

Il fatto che Satana in questi mille anni venga solo "legato" (Apoc 20:2-3) e non sia stato gettato nello stagno di fuoco insieme all’Anticristo e al falso profeta subito dopo la battaglia di Harmagedon e immediatamente prima del Millennio, è la migliore prova dell’esattezza di questa interpretazione. Dopo i mille anni, Satana verrà di nuovo liberato, perché Dio poi lo metterà in gioco un’ultima volta al fine di mettere alla prova l’umanità. E come si può leggere nell’Apocalisse (Apoc 20:7-10), dopo i mille anni di pace sulla terra sotto l’assoluto giusto dominio del Figlio di Dio, Satana poi troverà ancora gli esseri umani "come la sabbia del mare" pronti a seguirlo. In seguito, durante l’Ultima Guerra essi verranno tutti uccisi da Dio con il fuoco, che cade dal cielo. E solo allora anche il diavolo verrà gettato nello stagno di fuoco.

(Vedi anche Capitolo 11: "La Fine del Mondo – l’Ultima Guerra.")


I cristiani credenti – i veri credenti e i falsi credenti.

Tuttavia, ora, come si può sapere se un essere umano che pretende di essere un cristiano, è anche realmente un cristiano biblico? Questa è una delle questioni più difficili, che dall’inizio del cristianesimo – dalle comunità protocristiane – è probabilmente in assoluto la più discussa. Nei duemila anni trascorsi vi sono sempre state persone che hanno asserito di essere credenti e benedette dallo Spirito Santo, come per esempio alcuni papi cattolici. Ma nel corso della storia si è poi rivelato che essi erano imbroglioni, fornicatori, assassini e despoti.

Ora, sebbene proprio nel caso di queste persone non dovrebbe essere troppo difficile smascherarle come bugiarde già quando sono ancora in vita, in tutte le epoche vi furono e vi sono però imbroglioni che non è così facile giudicare dalle loro azioni. Proprio quegli esseri umani che esteriormente indossano una maschera bigotta, sono quindi difficili da valutare perché in molti casi essi ritengono di essere credenti, ingannando dunque se stessi.

Così vi sono per esempio negli Stati Uniti dei cosiddetti "cristiani" che tentano di convincere la i loro compaesani dichiaratamente meno ingenui, che essi si intrattengono in conversazione con Dio o Gesù Cristo. Per un osservatore neutrale, si moltiplicano tuttavia quelle storie nelle quali queste persone raccontano di essere state presumibilmente all’inferno con Gesù. Una volta Gesù invita una donna ad un incontro all’inferno per, come scrive lei stessa, "far sapere al mondo che esiste un inferno". E poi, per questa stessa ragione, di nuovo un uomo viene condotto per mano da Gesù all’inferno, "perché gli esseri umani non credono che questo luogo esista per davvero. Persino alcuni cristiani non ci credono".

Vi sono poi alcuni dettagli dai quali si può comprendere che questi esseri umani non dicono la verità. E così essi chiamano il Signore sempre "Gesù" e non "Signore" e affermano per esempio che il Signore si sarebbe presentato a loro come "Gesù di Nazareth". La Bibbia però ci dice:

Nessuno può dire: «Gesù è il Signore», se non per lo Spirito Santo.

1Cor 12,3 Perciò vi faccio sapere che nessuno, parlando per lo Spirito di Dio, dice: «Gesù è anatema»; e che altresì nessuno può dire: «Gesù è il Signore», se non per lo Spirito Santo. 1Cor 12, 3;


Un essere umano che non può chiamare il Figlio di Dio il suo Signore, non è dunque un vero cristiano. E poi qualunque cristiano credente sa anche che nostro Signore non ha mai definito se stesso "Gesù di Nazareth". Quando egli parlava di se stesso, si definiva "Figlio dell’uomo".

Tuttavia, la più evidente prova del contrario per queste fandonie sull’inferno è il fatto che secondo la Bibbia ancora non esiste un inferno – lo "stagno di fuoco"! Come è già stato dimostrato più sopra, Dio ha creato gli esseri umani per un’esistenza eterna. Dopo la sentenza espressa nel Giudizio Universale, sia i giusti che i dannati vivranno in eterno. Gli uni presso Dio, gli altri nella dannazione dello stagno di fuoco dell’inferno. Ma questa vita eterna non si svolgerà sulla nostra terra di oggi, sotto il nostro cielo di oggi e nel nostro universo di oggi, ma su una terra nuova e sotto un nuovo cielo, in una dimensione eterna e perciò inevitabilmente senza tempo (Apoc 21:1-5).

(Vedi anche Capitolo 14: "La Nuova Creazione.")


Ciò significa, però, che fintanto che Dio non avrà creato questo nuovo mondo eterno – e questo egli lo farà solo dopo il Giudizio Universale – non vi sono né una Gerusalemme eterna, né un eterno stagno di fuoco. I dannati, sino a quel momento, si trovano nella zona di attesa del Regno dei Morti. E proprio per questa ragione non può nemmeno esservi un inferno, perché il nostro universo presente è dominato dal tempo e dunque qui nulla e nessuno possono esistere in eterno. Ma di questi retroscena questi narratori di favole non hanno naturalmente la benché minima idea. E per di più, se si leggono i loro fiumi di parole, si capisce che alcuni di loro non hanno nemmeno letto la Bibbia correttamente.

(Vedi anche discorso 106: "Gesù da rivelazione del inferno?")


La cosa più semplice, però, se un cristiano ne avverte il desiderio, è di mettere se stesso alla prova e vedere se è davvero un cristiano biblico. Per fare ciò, occorrono naturalmente la totale apertura interiore, l’obiettività e la disponibilità a trascurare tutti i preconcetti presenti e ad accettare il risultato di una simile prova, e – se necessario – ad accettarlo come base di partenza per un cambiamento nella vita della fede. Egli può svolgere questa prova da solo mediante la lettura della Bibbia, oppure anche con l’aiuto di una predica di un fratello saldo nella propria fede, come per esempio Fritz Wolf nel discorso 58.

(Vedi anche discorso 58: "Come puoi sapere se sei salvato?" [non ancora disponibile in italiano. leggi in tedesco / leggi in inglese])


Tuttavia, purtroppo, quando si arriva a tale questione, spesso è come con il peccato contro lo Spirito Santo: quei fratelli e sorelle che temono essi stessi di avere commesso questo peccato sono per lo più lontani dal fare una cosa simile, mentre quegli esseri umani che sono assolutamente sicuri di essere ben lungi dal commettere tali peccati, dovrebbero farsi una buona volta un esame di coscienza e studiare la Bibbia.

(Vedi anche discorso 64: "Cos’è il peccato contro lo Spirito Santo?")


E così nei precedenti duemila anni sono sempre stati ammessi nelle comunità falsi predicatori, falsi profeti, falsi maestri e false guide, che hanno indotto in tentazione molti fratelli e sorelle, allontanandoli dalla vera fede. Si pensi solo alla chiesa cattolica, che con l’adorazione del suo idolo demoniaco, "Maria" (Lourdes, Fatima, Medjugorje) e il culto dei morti nella forma dell’adorazione dei deceduti "beati" e "santi", si è resa colpevole proprio di questo peccato contro lo Spirito Santo. Oppure anche le prediche del "movimento degli amici di Israele" in alcune comunità evangeliche di oggi.

(Vedi anche discorso 1013: "Rapporto dal movimento degli amici di Israele.")


Tuttavia, come in tutte le questioni importanti, il Signore anche qui ci ha lasciato una risposta, che – come nel caso di tutte le parabole del Signore – richiede una riflessione e un po’ di immaginazione da parte nostra, che però ci possono aiutare a comprendere la causa di questo problema e ad identificare i falsi cristiani.

Voi li riconoscerete dai loro frutti. Si raccoglie uva dalle spine o fichi dai rovi?

Mat 7,15 Guardatevi dai falsi profeti, i quali vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci. 7,16 Voi li riconoscerete dai loro frutti. Si raccoglie uva dalle spine o fichi dai rovi? 7,17 Così, ogni albero buono produce frutti buoni; ma l’albero cattivo produce frutti cattivi. 7,18 Un albero buono non può dare frutti cattivi, non può un albero cattivo dare frutti buoni. 7,19 Ogni albero che non dà buon frutto è tagliato, e gettato nel fuoco. 7,20 Voi dunque li riconoscerete dai loro frutti. 7,21 Non chiunque mi dice: "Signore, Signore", entrerà nel regno dei cieli; ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.

7,22 Molti mi diranno in quel giorno: "Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato nel tuo nome, e nel tuo nome scacciato demoni e fatte nel tuo nome molte opere potenti?". 7,23 E allora dichiarerò loro: "Io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi tutti operatori di iniquità". Mat 7,15-23;


Ora, in questa parabola molti possono lasciarsi ingannare da un’interpretazione superficiale e pensare quindi che lo stato delle cose è chiaro: chi pratica il bene, chi dona tanto in beneficenza, chi aiuta i poveri, nutre gli affamati e cura i malati, produce molti buoni frutti e dunque è un "albero buono" - ossia un cristiano biblico. Ma come vedremo in seguito qui sotto, non è così.

Quando il Signore più sopra in Mat 7,16 dice: "Voi li riconoscerete dai loro frutti. Si raccoglie uva dalle spine o fichi dai rovi?", non sta naturalmente parlando di spine e di uva, né di rovi e di fichi, ma delle azioni di un essere umano. E quando successivamente egli dice: "Così, ogni albero buono produce frutti buoni", ci si chiede allora cosa siano i "buoni frutti", per poi, di conseguenza, potere comprendere da qui cos’è un "albero buono".

E qui vi è forse un ottimo esempio nel teologo e filosofo della cultura noto in tutto il mondo e conosciuto come "Dottore della foresta vergine", Albert Schweitzer. Quest’uomo in Africa ha compiuto qualcosa che è quasi incredibile: ha salvato la vita a migliaia di esseri umani. E per finanziare il suo ospedale, egli venne in Europa e diede dei concerti per organo. Il denaro così guadagnato andò fino all’ultimo centesimo nell’opera della sua vita. Quest’uomo ha davvero creato una gigantesca montagna di buoni frutti. Ora, si può dire di lui che è stato un "albero buono", un cristiano biblico?

Guardiamo cosa dice la Bibbia, laddove Paolo in 1Cor 3,11-13 rivela come queste opere verranno giudicate nel giorno del Giudizio Universale.

Nessuno può porre altro fondamento diverso da quello che è stato posto, cioè Gesù Cristo.

1Cor 3,11 perché nessuno può porre altro fondamento diverso da quello che è stato posto, cioè Gesù Cristo. 3,12 Ora, se uno costruisce sopra questo fondamento con oro, argento, pietre preziose, legno, fieno, stoppia, 3,13 l’opera di ciascuno sarà manifestata, perché il giorno la paleserà; poiché sarà manifestata mediante il fuoco, e il fuoco proverà quale sia l’opera di ciascuno. 3,14 Se l’opera che uno ha edificato sul fondamento resiste, egli ne riceverà una ricompensa, 3,15 ma se la sua opera è arsa, egli ne subirà la perdita, nondimeno sarà salvato, ma come attraverso il fuoco. 1Cor 3,11-15;

(Vedi anche Capitolo 13: "Il Giudizio Universale.")


Paolo qui parla delle opere di ciascun essere umano, che verranno rivelate nel giorno del Giudizio Universale. E nel versetto 1Cor 3,12, egli parla del fatto che tutte le opere, per quanto buone e numerose esse possano essere, verranno giudicate in base al fondamento sul quale sono state costruite. E come egli dice prima, nel versetto 11, questo fondamento è Gesù Cristo, al quale il Padre ha affidato anche tutto il giudizio e che perciò sarà il giudice durante il Giudizio Universale.

Poiché il Padre non giudica nessuno, ma ha dato tutto il giudizio al Figlio.

Giov 5,22 Poiché il Padre non giudica nessuno, ma ha dato tutto il giudizio al Figlio, 5,23 affinché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre; chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato. 5,24 In verità, in verità vi dico: Chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna, e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. Giov 5,22-24;


Tuttavia, ciò significa che, alla fine, durante questo giudizio, davanti a questo giudice, la cosa di primaria importanza non sono il numero e l’entità delle buone azioni, ma il motivo interiore dell’essere umano che le ha compiute. Se questo essere umano ha costruito sul giusto "fondamento", nella fede in Gesù Cristo in quanto Figlio di Dio e suo sacrificio vicario per i nostri peccati, allora queste sue opere sopravvivranno – e saranno dunque "buoni frutti". E allora, di conseguenza, da ciò si può dedurre che qui si tratta di un "albero buono", di un cristiano biblico.


Il libro della vita.

Ed anche Giovanni nell’Apocalisse ci conferma proprio questo contesto. Nella visione del Giudizio Universale, egli vede tutti i morti risorti in piedi davanti al giudice. E qui, innanzitutto, essi verranno giudicati ciascuno secondo le proprie opere.

I morti furono giudicati, ciascuno secondo le sue opere.

Apoc 20,11 Poi vidi un gran trono bianco e colui che vi sedeva sopra, dalla cui presenza fuggirono il cielo e la terra, e non fu più trovato posto per loro. 20,12 E vidi i morti, grandi e piccoli, che stavano ritti davanti a Dio, e i libri furono aperti; e fu aperto un altro libro, che è il libro della vita; e i morti furono giudicati in base alle cose scritte nei libri, secondo le loro opere. 20,13 E il mare restituì i morti che erano in esso, la morte e l’Ades restituirono i morti che erano in loro, ed essi furono giudicati, ciascuno secondo le sue opere. Apoc 20,11-13;


Nel nostro esempio di Albert Schweitzer possiamo ora dire che qui, in questo giudizio, egli esibirà sicuramente una montagna enorme di opere. Ma, in seguito, Giovanni ci rivela che questa non è ancora la fine del giudizio. Più sopra, nel versetto Apoc 20,12, si parla dei libri delle opere, ma poi si dice: "e fu aperto un altro libro, che è il libro della vita". E nei successivi due versetti, apprendiamo che sulla base del giudizio delle opere, verrà inoltre verificato se il nome di questo essere umano si trova scritto anche nel libro della vita.

 E se qualcuno non fu trovato scritto nel libro della vita, fu gettato nello stagno di fuoco.

Apoc 20,14 Poi la morte e l’Ades furono gettati nello stagno di fuoco. Questa è la morte seconda. 20,15 E se qualcuno non fu trovato scritto nel libro della vita, fu gettato nello stagno di fuoco. Apoc 20,14-15;


Dunque, colui il cui nome non viene trovato scritto nel libro della vita – o "libro dell’Agnello", come si dice anche in Apoc 21,27 - non avrà alcun aiuto da tutte le opere da lui compiute, verrà gettato nello stagno di fuoco e andrà quindi alla dannazione eterna.

Naturalmente, ora ci si chiede chi e perché è stato scritto in questo libro della vita. E qui ci vengono in aiuto altri due passi biblici. Abbiamo prima di tutto la promessa del Signore, che egli riconoscerà davanti al Padre tutti coloro che in vita lo hanno riconosciuto davanti agli uomini.

Chiunque perciò mi riconoscerà davanti agli uomini, io pure lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli.

Mat 10,32 Chiunque perciò mi riconoscerà davanti agli uomini, io pure lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli. 10,33 Ma chiunque mi rinnegherà davanti agli uomini, io pure lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli». Mat 10,32-33;


E, di nuovo nell’Apocalisse, Giovanni ci conferma poi che proprio questo riconoscimento davanti agli uomini è la ragione per la quale il Figlio confesserà il nome di quest’uomo anche davanti al Padre e questa è la ragione per la quale il nome di quest’uomo rimane scritto nel libro della vita.

E io non cancellerò il suo nome dal libro della vita, ma confesserò il suo nome davanti al Padre mio.

Apoc 3,5 Chi vince sarà dunque vestito di vesti bianche e io non cancellerò il suo nome dal libro della vita, ma confesserò il suo nome davanti al Padre mio, e davanti ai suoi angeli. Apoc 3, 5;


In tal modo comprendiamo il contesto di questo libro della vita: chiunque riconosca il Figlio di Dio davanti agli uomini, verrà riconosciuto anche dal Signore davanti al Padre e il nome di quest’uomo si troverà scritto nel libro della vita e dunque – del tutto indipendentemente dalle sue opere - verrà salvato. Se egli ha delle opere buone da esibire, queste verranno inoltre giudicate e valutate. Se egli non ha buone azioni da esibire, verrà comunque salvato "però come attraverso il fuoco", come scrive Paolo più sopra in 1Cor 3,15. Tuttavia, chi nega il Figlio di Dio davanti agli uomini, verrà negato anche dal Signore davanti al Padre e il suo nome non si troverà scritto nel libro della vita. Quest’uomo – anche in questo caso del tutto indipendentemente dalle sue opere – verrà condannato e andrà alla dannazione.

E se ora sappiamo che Albert Schweitzer in un’intervista dichiarò di non potere accettare Gesù Cristo come Figlio di Dio, dobbiamo constatare che la sua grandiosa opera totale ha completamente mancato il senso della vita. Egli aveva costruito sul falso fondamento – sull’aiuto sociale invece che su Gesù Cristo – e perciò non si trova scritto nel libro della vita. Ne consegue che egli non era un cristiano biblico, sebbene le sue opere dal punto di vista umano fossero così incredibilmente sorprendenti. In termini di fede, troviamo l’esatto opposto per esempio nell’evangelista Wilhelm Busch, per il quale non vi poteva essere nulla di più grande che predicare Gesù Cristo.

(Vedi anche discorso 55: "Perché Dio permette le sofferenze?")


Ma ora in Apoc 3,5, si dice che il Signore non cancellerà dal libro della vita il nome dell’uomo che lo riconosce. Questa dichiarazione contiene due punti importanti: da un lato, il nome di quest’uomo deve già da prima essere presente nel libro della vita, dall’altro, di conseguenza, vi devono essere anche degli uomini che si trovavano scritti nel libro e che sono stati di nuovo cancellati dal Signore.


La sicurezza della fede.

Nell’analisi qui sopra, mediante la Bibbia, abbiamo potuto dimostrare senza alcun dubbio che nel libro della vita, si trovano scritti solo i nomi di quei credenti che hanno riconosciuto Gesù Cristo davanti agli uomini. La dichiarazione del Signore che non cancellerà dal libro della vita gli uomini che lo riconoscono, significa però ragionando al contrario che vi sono uomini i cui nomi si trovano scritti nel libro della vita, perché ad un certo punto della loro vita si sono decisi per Dio, ma che però non erano pronti a riconoscere Gesù Cristo davanti agli uomini come Figlio di Dio e loro salvatore - e tra questi si contano anche gli ebrei. Il Signore li cancellerà dal libro della vita.

E proprio questa conclusione è un punto chiave contro quella dottrina della fede che afferma che un cristiano credente – definito falsamente spesso come "rinato" – non potrebbe andare perduto, ossia non potrebbe di nuovo rinnegare la fede (la sicurezza della fede).

(Vedi anche discorso 85: "Vera e falsa rinascita")


Questa interpretazione viene sostenuta da alcuni noti predicatori del passato e del presente ed io, con mio rincrescimento, devo constatare che questo errore pare essere sfuggito anche al famoso predicatore inglese noto in tutto il mondo C. H. Spurgeon, che quanto al resto ho sempre apprezzato. Nel suo altrimenti eccellente libro "Gehe in den Weinberg" ["Vai nella vigna"], nella sua predica su Giov 10,27-30, nel capitolo "La sicurezza dei credenti" (p. 84 ss.), egli scrive:


(I testi nella cornice nera sono citazioni dei visitatori di questo sito o di altri autori!)

(La dottrina dell’elezione per grazia sembra infiammare gli animi e accendere l’ira di molti. / C.H. Spurgeon)

(…) La dottrina dell’elezione per grazia sembra infiammare gli animi e accendere l’ira di molti. Non è tanto il fatto che essi stessi vorrebbero essere scelti da Dio, ma, come un cane non vuole dividere con i suoi simili il cibo della propria ciotola, così essi vorrebbero sottrarre agli altri questo privilegio. E nemmeno per evitare lo sfogo della loro ira, il Signore tenne nascosta la dottrina dell’elezione eterna. Qui, nel Suo discorso agli ebrei, Egli non esitò a parlare lui stesso di quella splendida dottrina persino davanti a quel popolo così semplice.

Egli dice: ‘ma voi non credete, perché non siete delle mie pecore, come io vi ho detto’. Egli non lascia cadere il vessillo della dottrina, ma afferma il Suo posto e porta la battaglia nel campo dei nemici. L’idea che verità certe debbano essere riservate a particolari assemblee di credenti, è, secondo me, un terribile errore. Cristo non ci ha ordinato di sottacere al popolo una parte delle dottrine cristiane e di riservare queste ultime esclusivamente ai sacerdoti. Egli vuole l’annuncio pubblico della verità totale.

Tratto dal libro: "Gehe in den Weinberg" ["Vai nella vigna"], p. 84 ss., di C.H. Spurgeon, CLV Christliche Literatur Verbreitung e.V. [Diffusione Letteratura Cristiana, associazione senza fini di lucro].



Ora questo è proprio quello che vogliamo fare anche qui – il pubblico annuncio della verità totale. E cioè senza riguardo alla persona ed esclusivamente sulla base delle dichiarazioni della Bibbia e sulle sue conseguenze. Infatti, come dice Spurgeon pienamente a ragione, Cristo non ci ha ordinato di sottacere al popolo una parte delle dottrine cristiane. Tuttavia, egli non ci ha nemmeno detto di inventare delle nuove dottrine e di separare una parte del popolo in quanto élite "eletta per grazia" da un’altra parte dei "non eletti".

Spurgeon qui parla infatti dell’"elezione per grazia" e nel prosieguo della predica si può comprendere che qui egli difende la dottrina di Giovanni Calvino della predestinazione. Così egli dice un po’ più avanti (p. 86):

"Vi possono essere molte pecore, ma il Salvatore dice ‘mie pecore’ a coloro che ha scelto in precedenza e che il Padre gli ha dato".


E ciò benché la Bibbia ci dica che Dio non ha assolutamente "eletto" nessun essere umano a priori, ma che tutti gli esseri umani hanno le stesse possibilità e che chiunque creda in suo Figlio sarà salvato. (Vedi anche Rom 9:33; 1Tim 2:3-6; Sal 25:3; Isa 28:16)

Chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato.

Rom 10,10 Col cuore infatti si crede per ottenere giustizia e con la bocca si fa confessione per ottenere salvezza, 10,11 perché la Scrittura dice: «Chiunque crede in lui non sarà svergognato». 10,12 Poiché non c’è distinzione fra il Giudeo e il Greco, perché uno stesso è il Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano. 10,13 Infatti: «Chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato». Rom 10,10-13;


Curiosamente Spurgeon e Calvino non sostengono solo la stessa opinione in merito alla predestinazione dei credenti. Se si leggono i loro testi con attenzione, si constata nelle loro prediche anche un "tono" del tutto simile. Se Spurgeon paragona i critici non credenti dell’elezione per grazia con i cani e i maiali, Calvino insulta i suoi oppositori come "asini ignoranti" (Institutio IV,5,13 / tedesco) e afferma addirittura che la messa in questione della sua dottrina corrisponde ad una bestemmia (Institutio III,21,4 / tedesco, ultima frase).

(Vedi anche discorso 100: "Giovanni Calvino: la vera e la falsa predestinazione.")


Poiché, però, la dottrina della predestinazione sostenuta da entrambi queste predicatori è già stata in ogni caso ampiamente trattata nel discorso 100, dove essa è stata confutata sulla base della Scrittura, qui vogliamo occuparci essenzialmente di quell’aspetto nella dichiarazione più sopra di Spurgeon, dove egli difende l’idea che un cristiano credente non può più rinnegare la fede – "la dottrina dell’eterna elezione", come lui la definisce (p. 91):

"Cristo ha assicurato ai suoi l’inestimabile dono dell’eterna sicurezza in lui. Nessuna pecora di Cristo andrà perduta; nessuno che egli ha comprato con il suo sangue e che è divenuto sua proprietà si travierà così tanto da andare alla fine perduto".


Sebbene naturalmente anche tale questione, se un cristiano credente possa di nuovo rinnegare la fede, è già stata ampiamente trattata qui sul sito di Immanuel.at, in relazione alle dichiarazioni bibliche qui analizzate e dedicate al "libro della vita", emerge un’ulteriore base di argomentazione, che ci può essere utile per la comprensione di questa problematica.

(Vedi anche Discorso 69: "La predestinazione e gli eletti. – I credenti cristiani ("rinati") possono mai perdersi?")


Nella citazione qui sopra, tratta dal libro di Spurgeon, comprendiamo con una chiarezza rara in casi come questi, che entrambe le questioni – quella della predestinazione e quella del possibile rinnegamento della fede cristiana da parte di un credente – sono strettamente connesse l’una all’altra. E questo è anche totalmente logico: se Dio secondo la dottrina di Calvino, prima della fondazione del mondo (Efes 1:3-6), ha predestinato gli esseri umani senza il loro intervento e con assoluto arbitrio (qui i calvinisti parlano volentieri di "sovranità di Dio" per celare l’aspetto dell’arbitrio), gli uni alla vita eterna, gli altri all’eterna dannazione, sarebbe un "errore" di Dio se uno di quelli che egli ha predestinato alla vita eterna rinnegasse improvvisamente la fede e andasse alla dannazione. Ma, come vedremo immediatamente, la conseguenza non è che Dio "sbaglia", ma che Spurgeon sbaglia e nella fede non vi è alcuna sicurezza assoluta – alcuna "dottrina della sicurezza".

Ciò significa però che questa "dottrina della sicurezza" ha la propria origine nella falsa idea che un essere umano giunge alla fede non per sua propria libera scelta di essere per Dio o contro Dio, ma perché è stato assegnato da Dio per così dire inevitabilmente all’una o all’altra categoria – alla vita eterna o all’eterna dannazione. Anche se ora, tra l’altro, mediante l’argomentazione nel discorso 100, si potesse dimostrare che la base di partenza di questa "dottrina dell’eterna elezione" è falsa, l’idea che un cristiano credente non possa rinnegare la fede, verrebbe ancora confutata da ulteriori riferimenti biblici.

L’evangelo mediante il quale siete salvati, se ritenete fermamente, a meno che non abbiate creduto invano.

1Cor 15,1 Ora, fratelli, vi dichiaro l’evangelo che vi ho annunziato, e che voi avete ricevuto e nel quale state saldi, 15,2 e mediante il quale siete salvati, se ritenete fermamente quella parola che vi ho annunziato, a meno che non abbiate creduto invano. 1Cor 15, 1- 2;


Qui Paolo conferma che verremo salvati mediante il Vangelo se teniamo fermo a quest’ultimo. Altrimenti saremmo giunti alla fede invano. Vi sono dunque fratelli e sorelle che sono giunti alla fede, ossia che sono "rinati", che Paolo qui invita a tenere fermo, altrimenti essi cadranno dalla fede. Non vi è quindi alcuna traccia di una "eterna sicurezza" dei credenti cristiani.

Anche l’apostolo Pietro e l’autore della lettera agli ebrei fanno notare che riteniamo ferma fino alla fine la nostra fiducia nella fede che avevamo al principio – dobbiamo, cioè, proteggerci dall’inganno del peccato e dalle corruzioni del mondo per rimanere partecipi di Cristo.

Noi infatti siamo divenuti partecipi di Cristo, a condizione che riteniamo ferma fino alla fine la fiducia che avevamo al principio

Ebr 3,4 Ora ogni casa è costruita da qualcuno, ma colui che ha fatto tutte le cose è Dio. 3,5 E Mosè fu veramente fedele nella casa di Dio come servo, per testimoniare delle cose che dovevano essere dette, 3,6 ma Cristo, come Figlio, lo è sopra la propria casa e la sua casa siamo noi, se riteniamo ferma fino alla fine la franchezza e il vanto della speranza. 3,7 Perciò, come dice lo Spirito Santo: «Oggi, se udite la sua voce, 3,8 non indurite i vostri cuori come nella provocazione, nel giorno della tentazione nel deserto, 3,9 dove i vostri padri mi tentarono mettendomi alla prova, pur avendo visto per quarant’anni le mie opere. 3,10 Perciò mi sdegnai con quella generazione e dissi: Errano sempre col cuore e non hanno conosciuto le mie vie; 3,11 così giurai nella mia ira: Non entreranno nel mio riposo» (Sal 95:7-11).

3,12 State attenti, fratelli, che talora non vi sia in alcuno di voi un malvagio cuore incredulo, che si allontani dal Dio vivente, 3,13 ma esortatevi a vicenda ogni giorno, finché si dice: "Oggi", perché nessuno di voi sia indurito per l’inganno del peccato. 3,14 Noi infatti siamo divenuti partecipi di Cristo, a condizione che riteniamo ferma fino alla fine la fiducia che avevamo al principio. Ebr 3, 4-14;

Quelli infatti che sono da queste di nuovo avviluppati e vinti, la loro ultima condizione è peggiore della prima.

2Pt 2,20 Quelli infatti che sono fuggiti dalle contaminazioni del mondo per mezzo della conoscenza del Signore e Salvatore Gesù Cristo, se sono da queste di nuovo avviluppati e vinti, la loro ultima condizione è peggiore della prima. 2,21 Poiché sarebbe stato meglio per loro non aver conosciuto la via della giustizia, anziché, dopo averla conosciuta, voltar le spalle al santo comandamento che era stato loro dato. 2Pt 2,20-21;

Quelli infatti che sono stati fatti partecipi dello Spirito Santo se cadono, è impossibile riportarli un’altra volta.

Ebr 6,4 Quelli infatti che sono stati una volta illuminati, hanno gustato il dono celeste, sono stati fatti partecipi dello Spirito Santo 6,5 e hanno gustato la buona parola di Dio e le potenze del mondo a venire, 6,6 se cadono, è impossibile riportarli un’altra volta al ravvedimento, poiché per conto loro crocifiggono nuovamente il Figlio di Dio e lo espongono a infamia. Ebr 6, 4- 6;


Infine, questa dichiarazione qui sopra, in Ebr 6,4: "quelli infatti che sono stati una volta illuminati, hanno gustato il dono celeste, sono stati fatti partecipi dello Spirito Santo", per l’esegesi biblica seria, è anzitutto una conferma del fatto che qui si tratta di credenti – e cioè in modo del tutto chiaro di credenti "rinati", di "pecore di Cristo", come Spurgeon le chiama più sopra. Qui non servono tentativi ipocriti di argomentazione: colui che ha assaporato il dono celeste e ha ricevuto lo Spirito Santo, non può né essere non credente né cristiano solo di nome, ma deve essere senza alcun dubbio un cristiano "rinato".

E di ciò si parla in Ebr 6,6, dove si dice che quest’uomo ha rinnegato la fede ed è andato perduto. Egli si trovava dunque scritto nel libro della vita e per sua propria colpa è stato poi cancellato. Tutti questi testi biblici qui sopra ci mettono in guardia – in quanto credenti "rinati" – da comportamenti avventati e dall’inganno del peccato e ci ordinano di ritenere ferma la nostra fiducia nella fede e di non abbandonarla. Da qui possiamo trarre tre diverse conclusioni:

1. L’affermazione dei sostenitori di questa dottrina dell’eterna elezione, secondo la quale un "rinato" non può più rinnegare la fede e andare perduto, non è conforme alla Scrittura e perciò è falsa – e molto pericolosa!!

2. Se dei credenti "rinati" hanno rinnegato una volta la fede, essi non possono più essere mossi alla penitenza e al ritorno. Essi sono perduti per sempre.

3. Tuttavia, ciò dimostra anche che il motivo di questo abbandono della fede non può essere un qualunque peccato perdonabile, ma che qui è stato commesso intenzionalmente o il peccato contro lo Spirito Santo, oppure che questi esseri umani hanno nuovamente rifiutato il pentimento e la penitenza. In ogni caso, alla fine erano ben lungi dal confessare il nome del Signore davanti agli uomini


E sono proprio quei credenti "rinati" che il Signore cancella dal libro della vita, al contrario di quei fratelli e sorelle che hanno ritenuta ferma la loro fiducia nella fede fino alla fine con costante attenzione.

E io non cancellerò il suo nome dal libro della vita, ma confesserò il suo nome davanti al Padre mio.

Apoc 3,5 Chi vince sarà dunque vestito di vesti bianche e io non cancellerò il suo nome dal libro della vita, ma confesserò il suo nome davanti al Padre mio, e davanti ai suoi angeli. Apoc 3, 5;


La base per la salvezza dell’essere umano non è dunque un’"eterna elezione", una predestinazione, ma la fede in Gesù Cristo e il suo sacrificio vicario per i peccati degli esseri umani così come la confessione di questa fede davanti agli uomini. I nomi di questi esseri umani si trovano scritti nel libro della vita e dunque essi sono salvati. E non mediante una qualunque misteriosa "predestinazione", che trasformerebbe la giustizia di Dio in ingiustizia.

Il testo sulle "pecore" in Giov 10:27-30, al quale si riferisce Spurgeon nella sua interpretazione, non riguarda perciò un gruppo di speciali "pecore elette" come egli insinua, ma si tratta semplicemente di quegli esseri umani che hanno scelto la fede in Gesù Cristo e confessano il Signore anche davanti agli uomini. Essi sono le pecore del Signore e i loro nomi si trovano scritti nel libro della vita. Il Padre li ha riconosciuti nella sua onniscienza prima della fondazione del mondo: egli ha visto che essi si sarebbero convertiti durante la loro vita e li ha affidati al Figlio. Tutti gli altri esseri umani non sono sue pecore.

La promessa fatta dal Signore nei versetti Giov 10,28-29, secondo la quale nessuno può rubare queste pecore né dalla sua mano né da quella del Padre, è - grazie al Signore – naturalmente giusta. Tuttavia, ciò che qui viene purtroppo di nuovo trascurato è il fatto che quei credenti che il Signore cancella dal libro della vita, non sono stati rubati alla mano di Dio, ma hanno scelto da soli e volontariamente – così come un tempo avevano scelto altrettanto volontariamente per Cristo – di essere contro Cristo e di lasciare essi stessi di nuovo la mano di Dio.

Dunque: la fede cristiana non è una polizza casco! Dio ci protegge dal pericolo esterno, ma dal pericolo interno, dall’indurimento del cuore e dal rinnegamento del Dio vivente – per non utilizzare la falsa e soprattutto fuorviante definizione di "rinati" – possiamo difenderci unicamente da soli ritenendo ferma la nostra fiducia nella fede. Altrimenti la nostra confessione non sarebbe volontaria e noi saremmo solo delle marionette e non adatte all’eternità. Allora, quindi, l’assoluta sicurezza esiste solo dopo la Risurrezione e il Giudizio, quando saremo in cielo presso il Signore. Finché siamo sulla terra, dobbiamo seguire ogni giorno il consiglio qui sotto dell’autore della lettera agli ebrei, affinché possiamo mantenere ferma la nostra partecipazione a Cristo fino alla fine.

State attenti, fratelli, che talora non vi sia in alcuno di voi un malvagio cuore incredulo, che si allontani dal Dio vivente.

Ebr 3,12 State attenti, fratelli, che talora non vi sia in alcuno di voi un malvagio cuore incredulo, che si allontani dal Dio vivente, 3,13 ma esortatevi a vicenda ogni giorno, finché si dice: "Oggi", perché nessuno di voi sia indurito per l’inganno del peccato. 3,14 Noi infatti siamo divenuti partecipi di Cristo, a condizione che riteniamo ferma fino alla fine la fiducia che avevamo al principio. Ebr 3,12-14;


Ora, per riconoscere la serietà di un predicatore, è consigliabile verificare le sue dichiarazioni prima di tutto sulla sua stessa persona. Il suo comportamento corrisponde anche a ciò che egli nella sua predica pretende dai fratelli e dalle sorelle? Nelle parole e nelle azioni, questo predicatore rappresenta tutto ciò che egli nei suoi discorsi o nei suoi libri adduce come giusto e importante?

Quando Spurgeon più sopra parla delle pecore di Cristo ed afferma: "Nessuna pecora di Cristo mai andrà perduta", si deve dedurre che egli stesso si annovera giustamente fra quelle pecore di Cristo. E a pagina 86 del suo libro, egli descrive le particolari caratteristiche di queste pecore.

"Le pecore si contraddistinguono per un’indole particolare. Esse sono dipendenti, timide, tremanti, ubbidienti e attraverso il suo spirito siamo stati fatti queste pecore. Esse hanno conservato una natura che è molto diversa dalla natura dei cani del mondo, come anche dalla natura dei maiali della stragrande maggioranza, e di quella di lupo del persecutore. Perciò, l’indole degli esseri umani presso i quali alberga lo Spirito di Dio, è pura, soave e piena d’amore".


Nella sua ultima dichiarazione qui sopra, si deve naturalmente concordare con Spurgeon: l’indole di esseri umani nei quali alberga lo Spirito di Dio, è pura, soave e piena d’amore. Ora, però, lo Spirito Santo definirebbe gli esseri umani "cani" e "maiali"? Questo è veramente "puro, soave e pieno d’amore"? Di esseri umani che danno sfogo a simili generici insulti, si può dire che sono "timidi e tremanti"? No di certo. Da ciò possiamo capire che lo Spirito Santo perfettamente non si manifesta permanentemente nemmeno nelle pecore di Cristo.

In queste dichiarazioni di Spurgeon si vede anche che qui tutti i possibili testi biblici vengono mischiati e strappati dal loro contesto. Di conseguenza, secondo il giudizio di Spurgeon, un cristiano biblico non dovrebbe mai adirarsi né provare rabbia. Egli dovrebbe essere "timido e tremante" ed impegnarsi sempre a non provocare l’ambiente intorno a lui, per apparire "puro, soave e pieno d’amore". E quando poi Spurgeon, a pagina 90, dice di queste pecore:

"Esse vivono pienamente la loro aperta confessione anche nella pratica; esse Lo seguono nella vita quotidiana e diventano uguali al Suo modello. Esse non dicono soltanto che Egli è la loro guida, ma Lo seguono anche. Le pecore di Cristo cercano di seguire le orme del loro pastore".


si è tentati di mettere davanti a lui uno specchio, affinché egli comprenda come sono davvero le pecore di Cristo. Questi attributi che qui Spurgeon vuole attribuire alle pecore di Cristo sono esagerati e irrealistici. La realtà ha un aspetto del tutto diverso. E ciò lo si vede anche e in particolare nello stesso Spurgeon. Infatti, se ha ritenuto fermo il Cristo fino a questo punto della sua vita, egli incarna in realtà anche quella "pecora di Cristo". E perciò le pecore di Cristo sono proprio come è anche lui – e non come lui vorrebbe vederle.

Egli dovrebbe tenere maggiormente a cuore il suo consiglio e "tentare di seguire le orme del pastore". Nostro Signore Gesù Cristo non era affatto sempre "timido e tremante". Egli ha cacciato dal tempio i cambiavalute e i venditori di colombi e li ha definiti ladroni.

La mia casa sarà chiamata casa di orazione", ma voi ne avete fatto un covo di ladroni.

Mat 21,12 Poi Gesù entrò nel tempio di Dio, ne scacciò tutti coloro che nel tempio vendevano e compravano, e rovesciò le tavole dei cambiavalute e le sedie dei venditori di colombi. 13 E disse loro: «Sta scritto: "La mia casa sarà chiamata casa di orazione", ma voi ne avete fatto un covo di ladroni». Mat 21,12-13;


E agli scribi ebrei – i farisei -, il cui comportamento esteriore appariva "puro, soave e pieno d’amore", come Spurgeon ha voluto vedere, il Signore ha annunciato:

Serpenti, razza di vipere! Come sfuggirete al giudizio della Geenna?

Mat 23,27 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti! Perché rassomigliate a sepolcri imbiancati, i quali di fuori appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putredine. 23,28 Così anche voi di fuori apparite giusti davanti agli uomini; ma dentro siete pieni d’ipocrisia e d’iniquità. 23,29 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti! Perché edificate i sepolcri dei profeti e ornate i monumenti dei giusti, 23,30 e dite: "Se noi fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non ci saremmo associati a loro nell’uccisione dei profeti". 23,31 Così dicendo, voi testimoniate contro voi stessi, che siete figli di coloro che uccisero i profeti. 23,32 Voi superate la misura dei vostri padri! 23,33 Serpenti, razza di vipere! Come sfuggirete al giudizio della Geenna? Mat 23,27-33;


Quando allora gli ebrei si indignarono e dissero che avevano Dio come padre, il Signore rivelò loro che essi in verità erano figli del loro padre, ossia del diavolo, e che volevano esaudire i desideri del loro padre. Quest’ultimo fu un assassino fin dall’inizio e non stava nella verità, poiché in lui non vi è alcuna verità, ma soltanto menzogna.

Voi siete dal diavolo, che è vostro padre, e volete fare i desideri del padre vostro.

Giov 8,41 Voi fate le opere del padre vostro». Perciò essi gli dissero: «Noi non siamo nati da fornicazione; noi abbiamo un solo Padre: Dio». 8,42 Allora Gesù disse loro: «Se Dio fosse vostro Padre, mi amereste, perché io sono proceduto e sono venuto da Dio; non sono venuto infatti da me stesso, ma è lui che mi ha mandato. 8,43 Perché non comprendete il mio parlare? Perché non potete ascoltare la mia parola. 8,44 Voi siete dal diavolo, che è vostro padre, e volete fare i desideri del padre vostro; egli fu omicida fin dal principio e non è rimasto fermo nella verità, perché in lui non c’è verità. Quando dice il falso, parla del suo perché è bugiardo e padre della menzogna. 8,45 A me invece, perché vi dico la verità, voi non credete. 8,46 Chi di voi mi convince di peccato? Se dico la verità, perché non mi credete? 8,47 Chi è da Dio, ascolta le parole di Dio; perciò voi non le ascoltate, perché non siete da Dio». Giov 8,41-47;


Come possiamo vedere, il Signore qui non era assolutamente "soave e pieno d’amore". Spurgeon, però, ha ragione: noi dovremmo seguire le orme del nostro pastore – anche queste orme!! Tuttavia, dovremmo tenere presente che noi – a differenza di nostro Signore che era senza peccato – possiamo contare solo sullo Spirito Santo, se non portiamo dentro di noi alcun peccato non perdonato. Perciò, facciamo bene a pregare ogni giorno e in particolare prima di ogni predica. E non soltanto pubblicamente davanti agli ascoltatori, al fine di guadagnare riconoscimento per loro, ma soprattutto da soli e nella nostra stanza, per implorare il perdono dei nostri peccati e la benedizione con lo Spirito Santo (Luca 11:13).


Gli Ultimi Tempi sono iniziati già da 500 anni?

Ora, però, qui non si tratta della persona di Spurgeon, ma del modo in cui egli interpreta i contenuti biblici e della sua affermazione secondo la quale vi sono due tipi di "pecore": le pecore elette, che non possono rinnegare la fede, e le pecore non elette. Se ora confrontiamo la sua descrizione qui sopra delle caratteristiche di queste pecore "elette" con la sua argomentazione a proposito della dottrina dell’"eterna elezione", riconosciamo qui come là il medesimo errore: in entrambi i casi è probabilmente una predica emozionalmente attraente, ma alla luce di una verifica più precisa per mezzo della Bibbia, essa non corrisponde ai fatti biblici.

E così alla fine tuttavia vogliamo tornare ancora ad occuparci brevemente della "dottrina della predestinazione". La dottrina dell’"eterna elezione", che qui Spurgeon predica, è la dottrina della predestinazione di Calvino, che si definisce come segue:

La predestinazione è definita come il "decreto eterno di Dio, attraverso il quale tutte le creature vengono predeterminate alla vita eterna o alla morte", e la cosiddetta "doppia predestinazione" viene descritta nel modo seguente: "Dio stabilisce o sceglie attraverso decreti eterni gli uni che avranno l’eterna beatitudine, e condanna gli altri all’eterna dannazione" (Donald McKim).


Naturalmente non esiste alcun riferimento che ci dica dove nella Scrittura possiamo trovare e leggere di questi "decreti eterni". – Se dunque, secondo la dottrina di Calvino e la predica di Spurgeon, gli esseri umani vengono eletti da Dio senza il loro personale intervento, del tutto arbitrariamente – nella "sovranità" di Dio -, gli uni alla dannazione eterna e gli altri alla vita eterna, allora né gli uni né gli altri possono cambiare alcunché nella presunta predeterminazione che Dio ha voluto per loro. Ciò significa che i non eletti potrebbero anche condurre una vita devota e santa come piace a Dio, ma, eppure, alla fine andrebbero a finire alla dannazione. Per un altro verso, invece, gli eletti potrebbero diventare i più grandi peccatori del mondo e, poiché essi presumibilmente non potrebbero andare perduti, alla fine avrebbero comunque accesso alla vita eterna di Dio. Ciò esprime perfettamente come poche altre affermazioni riescono a fare il disprezzo per la giustizia assoluta di Dio.

 Magnificate il nostro DIO! L’opera sua è perfetta, poiché tutte le sue vie sono giustizia; egli è giusto e retto.

Deut 32,3 poiché io proclamo il nome dell’Eterno. Magnificate il nostro DIO! 32,4 Egli è la Roccia, l’opera sua è perfetta, poiché tutte le sue vie sono giustizia. È un Dio di fedeltà e senza ingiustizia; egli è giusto e retto. Deut 32, 3- 4;

Il vostro DIO, è il DIO degli dèi, che non usa alcuna parzialità e non accetta regali.

Deut 10,17 Poiché l’Eterno, il vostro DIO, è il DIO degli dèi, il Signor dei signori, il Dio grande, forte e tremendo, che non usa alcuna parzialità e non accetta regali, 10,18 che fa giustizia all’orfano e alla vedova, che ama lo straniero dandogli pane e vestito. Deut 10,17-18;


Il trucco con il quale i calvinisti vogliono cercare di sottrarsi a questa evidente contraddizione, è l’argomento secondo il quale Cristo avrebbe offerto il proprio sacrificio espiatorio sulla croce esclusivamente per gli eletti e i non eletti non giungerebbero mai alla fede. Perché, come una volta mi ha scritto un rappresentante di questa dottrina: "Il grano rimane grano, la zizzania rimane zizzania". Ciò significa, dunque, che gli eletti possono anche peccare e poi, attraverso il sacrificio del Figlio di Dio, possono ottenere il perdono, mentre i non eletti non potranno mai ricevere il perdono per i loro peccati – secondo Calvino, Gesù Cristo non è morto sulla croce per questi esseri umani – e finiranno in ogni caso alla dannazione.

Ed ora qui è molto interessante, seguire un filo rosso, che attraversa evidentemente da quasi 500 anni – da Calvino e passando per Spurgeon e altri - l’esegesi biblica cristiana. Anche nella nostra epoca attuale, abbiamo predicatori che difendono l’idea secondo la quale Cristo non è morto per tutti gli uomini e questo è anche ciò che essi comunicano ai loro ascoltatori. Così ha affermato in una delle sue prediche il noto predicatore Dr. Wolfgang Nestvogel (BEG-Hannover, 22.5.2005):

"Dio ha eletto come suoi figli esseri umani ben specifici. (…) Dio, con sovrana libertà, ha selezionato singole persone in modo tale che esse dovessero appartenergli. (…) Dio vi ha predestinato prima della fondazione del mondo".


Secondo queste dichiarazioni di W. Nestvogel, dunque, non dobbiamo più essere salvati. Né gli eletti, poiché essi sono già predestinati da Dio e non possono più andare perduti. Ma neppure gli altri, i non eletti, la "zizzania", poiché per loro in questa dottrina non è prevista salvezza alcuna – essi hanno un biglietto calvinista gratuito di sola andata per l’inferno.

Tuttavia, i seguenti passi biblici, ci dicono qualcosa di completamente diverso e confutano senza dubbio tutta questa dottrina di una presunta predestinazione - ossia di una "preselezione da parte di Dio di esseri umani ben specifici", poiché questi passi biblici dimostrano che non esiste una preselezione di questo tipo, ma Dio vuole che tutti gli esseri umani – e non solo taluni esseri umani ben specifici – siano salvati e giungano alla conoscenza della verità:

Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati, e che vengano alla conoscenza della verità.

1Tim 2,3 Questo infatti è buono ed accettevole davanti a Dio, nostro Salvatore, 2,4 il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati, e che vengano alla conoscenza della verità. 2,5 Vi è infatti un solo Dio, ed anche un solo mediatore tra Dio e gli uomini: Cristo Gesù uomo, 2,6 il quale ha dato se stesso come prezzo di riscatto per tutti, secondo la testimonianza resa nei tempi stabiliti. 1Tim 2, 3- 6;

Dio infatti non ha mandato il proprio Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma affinché il mondo sia salvato per mezzo di lui.

Giov 3,17 Dio infatti non ha mandato il proprio Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma affinché il mondo sia salvato per mezzo di lui. 3,18 Chi crede in lui non è condannato, ma chi non crede è già condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. Giov 3,17-18;

Io sono la porta; se uno entra per mezzo di me, sarà salvato

Giov 10,9 Io sono la porta; se uno entra per mezzo di me, sarà salvato; entrerà, uscirà e troverà pascolo. Giov 10,9;

Così pure con un solo atto di giustizia la grazia si è estesa a tutti gli uomini in giustificazione di vita.

Rom 5,18 Per cui, come per una sola trasgressione la condanna si è estesa a tutti gli uomini, così pure con un solo atto di giustizia la grazia si è estesa a tutti gli uomini in giustificazione di vita. Rom 5,18;

Egli è l’espiazione per i nostri peccati; e non solo per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo.

1Gio 2,1 Figlioletti miei, vi scrivo queste cose affinché non pecchiate; e se pure qualcuno ha peccato, abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto. 2,2 Egli è l’espiazione per i nostri peccati; e non solo per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo. 1Gio 2, 1- 2;


E se più sopra W. Nestvogel parla di "esseri umani ben specifici", allora gli si deve dare ragione, nella misura in cui si tratta evidentemente della vanità e dell’ambizione di mettersi in luce di taluni esseri umani ben specifici, che li inducono ad autodefinirsi gli "eletti" da Dio per l’eternità e ad abbandonare il resto dell’umanità, la "zizzania", alla dannazione. In tal modo viene negato il sacrificio espiatorio di Gesù per tutti gli esseri umani di tutto il mondo.

E così in tal modo questa dottrina viene smascherata: non si tratta di mostrare agli esseri umani il cammino verso Dio, ma, del tutto semplicemente, nel proprio autoappagamento, di "riservarsi" la vita eterna in quanto "eletti" ed annunciare al resto dell’umanità che Dio non ha previsto per loro alcuna possibilità affinché essi possano giungere alla fede. Ma poiché in nessun punto la Bibbia descrive un simile favoritismo di "esseri umani ben specifici", ma al contrario dice che tutti gli esseri umani sono peccatori e che perciò il sacrificio del riscatto del Figlio di Dio fu offerto a tutti gli esseri umani, queste persone sono giunte all’idea di affermare che Dio nella sua "sovranità" avrebbe donato esclusivamente a loro tale grazia.

E qui riconosciamo l’immagine totalmente falsa di Dio di questi difensori di una predestinazione: il solo, unico e vero Dio, è un Dio dell’assoluta giustizia, perfetto nel suo agire, che non fa alcun favoritismo.

Magnificate il nostro DIO! L’opera sua è perfetta, poiché tutte le sue vie sono giustizia, egli è giusto e retto.

Deut 32,3 poiché io proclamo il nome dell’Eterno. Magnificate il nostro DIO! 32,4 Egli è la Roccia, l’opera sua è perfetta, poiché tutte le sue vie sono giustizia. È un Dio di fedeltà e senza ingiustizia; egli è giusto e retto. Deut 32, 3- 4;

Il vostro DIO, è il DIO degli dèi, che non usa alcuna parzialità e non accetta regali.

Deut 10,17 Poiché l’Eterno, il vostro DIO, è il DIO degli dèi, il Signor dei signori, il Dio grande, forte e tremendo, che non usa alcuna parzialità e non accetta regali, 10,18 che fa giustizia all’orfano e alla vedova, che ama lo straniero dandogli pane e vestito. Deut 10,17-18;


Di conseguenza, è del tutto impossibile che Dio possa avere scelto alcuni esseri umani sulla base del puro arbitrio – nella sua "sovranità", come sostengono i calvinisti – e abbia donato loro la salvezza. Questa falsa dottrina attribuisce al Dio assolutamente giusto favoritismi ingiustificati e un’immotivata dannazione di alcuni esseri umani. Se Dio dà, allora egli, nella sua assoluta giustizia, dà a tutti gli esseri umani. Così, egli ha donato suo Figlio a tutti gli esseri umani e per i peccati di tutti gli esseri umani l’ha fatto morire sulla croce. Questo è l’amore di Dio per tutti gli esseri umani. E ogni essere umano che crede a questo, è salvato. Negare tutto questo significa negare Cristo.

Tuttavia, come vedremo immediatamente, W. Nestvogel non è il solo ai giorni nostri ad avere una simile opinione. Anche nella chiesa cattolica ci si impegna a cercare di negare il sacrificio espiatorio del Signore e a reinterpretarlo, affinché, chiaramente, tutti i cattolici che non sono cristiani, siano indotti all’adorazione del demone cattolico "Maria". Così sostiene il parroco cattolico J. Pucher di Vienna in una delle sue conferenze (parrocchia di San Nicola, Vienna – 2001):

"Gesù non si è fatto uomo ed è morto sulla croce per riconciliarci con Dio. Dio non aveva bisogno di essere riconciliato. Egli non ha mai smesso di amarci. Gesù si è fatto uomo al fine di ricondurre noi fuggiaschi a Dio, al fine di essere colui che ci indica il cammino verso Dio".

(Vedi anche discorso 30: "Perché Gesù dovette morire sulla croce?)


Anche qui qualunque commento è superfluo se osserviamo le relative dichiarazioni della Scrittura:

Dio, che ci ha riconciliati a sé per mezzo di Gesù Cristo.

2Cor 5,18 Ora tutte le cose sono da Dio, che ci ha riconciliati a sé per mezzo di Gesù Cristo e ha dato a noi il ministero della riconciliazione, 5,19 poiché Dio ha riconciliato il mondo con sé in Cristo, non imputando agli uomini i loro falli, ed ha posto in noi la parola della riconciliazione. 5,20 Noi dunque facciamo da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro; e noi vi esortiamo per amore di Cristo: Siate riconciliati con Dio. 5,21 Poiché egli ha fatto essere peccato per noi colui che non ha conosciuto peccato, affinché noi potessimo diventare giustizia di Dio in lui. 2Cor 5,18-21;

Dio ha amato noi e ha mandato il suo Figlio per essere l’espiazione per i nostri peccati.

1Gio 4,9 In questo si è manifestato l’amore di Dio verso di noi, che Dio ha mandato il suo Figlio unigenito nel mondo, affinché noi vivessimo per mezzo di lui. 4,10 In questo è l’amore: non che noi abbiamo amato Dio, ma che lui ha amato noi e ha mandato il suo Figlio per essere l’espiazione per i nostri peccati. 1Gio 4, 9-10;

Cristo Gesù a fatto dei Gentili e Israeli, per riconciliare ambedue con Dio in un sol corpo per mezzo della croce.

Efe 2,11 Perciò ricordatevi che un tempo voi gentili di nascita, chiamati incirconcisi da quelli che si dicono circoncisi, perché tali sono stati fatti nella carne per mano d’uomo, 2,12 eravate in quel tempo senza Cristo, estranei dalla cittadinanza d’Israele e estranei ai patti della promessa, non avendo speranza ed essendo senza Dio nel mondo. 2,13 Ma ora, in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate lontani, siete stati avvicinati per mezzo del sangue di Cristo. 2,14 Egli infatti è la nostra pace, colui che ha fatto dei due popoli uno e ha demolito il muro di separazione, 2,15 avendo abolito nella sua carne l’inimicizia, la legge dei comandamenti fatta di prescrizioni, per creare in se stesso dei due un solo uomo nuovo, facendo la pace, 2,16 e per riconciliare ambedue con Dio in un sol corpo per mezzo della croce, avendo ucciso l’inimicizia in se stesso. Efe 2,11-16;


La conseguenza del peccato e della salvezza per grazia.


"Il peccato è ogni atto che va contro i comandamenti di Dio (Es 20:3-17; Mat 5:21-48). La conseguenza di ognuno di questi atti è la morte del colpevole – e non solo la prima, la morte fisica, ma la seconda morte (Apoc 21:8), al quale la persona peccatrice sarà condannato al Giudizio Universale, dopo la risurrezione dai morti – la rinascita (Mat 19:28, 25:31) – con il suo corpo nuovo ed esistente eternamente. Proprio come la prima morte è solo un periodo di transizione fino alla risurrezione, così anche la seconda morte non è una estinzione della persona umana, ma piuttosto una esistenza eternamente, lontano da Dio nelle tenebre della dannazione.

Al fine di soddisfare la domanda giusta di Dio che i suoi comandamenti essere adempiuti, mentre allo stesso tempo offre quegli esseri umani che violano loro la possibilità di essere salvato da questa dannazione eterna, il Figlio di Dio è morto sulla croce sostituto per ogni singolo individuo umano (1Cor 15:3-5). Così tutti coloro che accettano nella fede il sacrificio redentore del Figlio di Dio in espiazione per i propri peccati possono essere salvati, e come peccatori che sono stati giustificati per la grazia può entrare nella vita eterna con Dio (Rom 5:9-11).


Tuttavia, il parroco Pucher con questa sua opinione non è un caso isolato nella chiesa cattolica. Da qualche tempo, il padre cattolico Anselm Grün, noto per i suoi libri, pubblica la "Lettera della vita semplice", nella quale egli dispensa consigli per una vita semplice secondo le regole cristiane. Nell’edizione 3/2008, Anselm Grün descrive in un articolo intitolato "Esperire la redenzione", il modo in cui egli comprende la morte e la Risurrezione di Gesù Cristo.

"(…) Il nocciolo del messaggio biblico è il seguente: Dio perdona le nostre colpe, perché egli è Dio, perché egli è misericordioso e benevolo. E non perché Gesù è morto sulla croce (…)".


Se questo è il "nocciolo del messaggio biblico", ci si deve domandare quale Bibbia abbia letto questo padre cattolico o, anzi, se egli abbia mai letto una Bibbia. Si vede bene che un simile sforzo di limitare il sacrificio vicario di Gesù Cristo sulla croce per i peccati di tutta l’umanità ad alcuni esseri umani "eletti", o di negarlo completamente, ha in qualche modo un sistema. Se tentiamo di esaminare il contesto di questo comportamento - come sempre accade in avvenimenti di questo tipo – sorge in primo piano una domanda: "Cui bono?" – "A chi giova tutto questo? Per rispondere a questa domanda, ci possono essere utili alcune dichiarazioni della Bibbia.

Come abbiamo già spiegato più sopra, qui abbiamo naturalmente Satana stesso come beneficiario. Egli ha tutto l‘interesse che gli esseri umani non sappiano che egli è già stato sconfitto, e che vi è una salvezza per tutti gli esseri umani. Ma, ancora di più, questa tattica di mascheramento gli serve per la creazione del proprio "Cristo", ossia dell’Anticristo. Questo "invece di Cristo" (dal greco anti = "contro" o anche "al posto di, invece"), durante gli Ultimi Tempi, si spaccerà per il vero Cristo e presenterà Gesù Cristo, il Figlio di Dio, come mentitore, truffatore e blasfemo, ma soprattutto come uomo comune. – Così del resto come già da 2000 anni e ancora oggi affermano gli ebrei, poiché Gesù Cristo un tempo disse in faccia al sommo sacerdote Caifa, che lui, Gesù, era il Figlio di Dio (Mat 26:63-67).

Ed è presso gli ebrei che in prima istanza verrà l’Anticristo. L’Anticristo sarà dunque soprattutto un "Anti-Messia", che si presenterà agli ebrei come l’Unto promesso (Messia) dell’Antico Testamento, il Salvatore di Israele e si tenterà di dimostrare tutto questo anche attraverso il potere di Satana (Apoc 13:2) con segni e miracoli bugiardi (2Tess 2:9). È dunque alla luce di queste considerazioni che possiamo comprendere anche il passo biblico 1Gio 2,22, dove si dice:

Costui è l’anticristo, che nega il Padre e il Figlio.

1Gio 2,22 Chi è il mendace, se non colui che nega che Gesù è il Cristo? Costui è l’anticristo, che nega il Padre e il Figlio. 1Gio 2,22;

Ogni spirito che non riconosce che Gesù Cristo è venuto nella carne, non è da Dio; e questo è lo spirito dell’anticristo

1Gio 4,1 Carissimi, non credete ad ogni spirito, ma provate gli spiriti per sapere se sono da Dio, perché molti falsi profeti sono usciti fuori nel mondo. 4,2 Da questo potete conoscere lo Spirito di Dio: ogni spirito che riconosce che Gesù Cristo è venuto nella carne, è da Dio. 4,3 E ogni spirito che non riconosce che Gesù Cristo è venuto nella carne, non è da Dio; e questo è lo spirito dell’anticristo che, come avete udito, deve venire; e ora è già nel mondo.1Gio 4,1-3;


L’Anticristo ha naturalmente il suo interesse a negare che Gesù è già stato il Cristo, e dunque il vero Messia. Ed egli presso gli ebrei si imbatterà in orecchie ben aperte, perché essi hanno sempre saputo che il Nazareno non poteva essere stato il Messia. Ed è proprio questo che Gesù Cristo ha profetizzato agli ebrei quando era in vita, che egli è venuto a loro nel nome del Padre, che essi non lo hanno ricevuto, ma che se un altro venisse nel suo nome, essi lo riceverebbero.

Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi ricevete; se un altro venisse nel suo proprio nome, voi lo ricevereste

Giov 5,39 Voi investigate le Scritture, perché pensate di aver per mezzo di esse vita eterna; ed esse sono quelle che testimoniano di me. 5,40 Ma voi non volete venire a me per avere la vita. 5,41 Io non prendo gloria dagli uomini. 5,42 Ma io vi conosco, che non avete l’amore di Dio in voi. 5,43 Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi ricevete; se un altro venisse nel suo proprio nome, voi lo ricevereste. Giov 5,39-43;

(Vedi anche discorso 86: "Il primo e il secondo Anticristo.")

(Vedi anche discorso 101: "La Bibbia dice che l’Anticristo sarà un ebreo?")


Se ora seguiamo fino alla fine il filo rosso che abbiamo individuato più sopra, comprendiamo che Satana già 500 anni fa – ai tempi di Calvino – ha iniziato a preparare il cammino per il suo falso Cristo negli Ultimi Tempi. Sebbene per tutti gli atei e gli adoratori di idoli, il sacrificio vicario del Figlio di Dio per i peccati di tutti gli esseri umani sarebbe l’unica salvezza, questa possibilità è loro quasi sconosciuta. E in tal modo Satana ha già ingannato circa il 95% dell’umanità.

Con l’irruzione di Satana anche nei circoli cristiani, a questi miliardi di esseri umani si aggiungeranno altri sedotti da Satana. Così non solo gli ebrei acclameranno l’Anticristo al suo arrivo, ma anche molti cristiani solo in nome, di varie denominazioni cristiane e lo considereranno il Figlio di Dio che è ritornato. Con l’aiuto di falsi predicatori, essi avranno presto dimenticato che la Scrittura profetizza il Ritorno del Signore in modo completamente diverso. Altrettanto velocemente quanto essi dimenticheranno il suo sacrificio del riscatto sulla croce per i peccati di tutto il mondo.


Poiché la parola della croce è pazzia per quelli che periscono;
ma per noi che siamo sulla via della salvazione, è la potenza di Dio; (1Cor 1,18;)