Questo è il giorno creato dal Signore.
Yeshua (Gesù) – La redenzione.
L’inganno pseudo‒cristiano ai danni degli Israeliti. – 1ª parte – Discorso 111
Gesù è al lavoro in Israele per realizzare le sue promesse? – 2ª parte – Discorso 1112
I cristiani difendono il Vangelo dagli "amici di Israele". – 3ª parte – Discorso 1113
La dottrina degli ebrei messianici – l’analisi – 4ª parte – Discorso 1114
La Lega Antidiffamazione Ebraica riscrive il Nuovo Testamento.. – Discorso 1014
La Nuova Alleanza di Dio con tutti gli esseri umani. – Discorso 103
Jakob Damkani è cresciuto in Israele. I suoi genitori
sono ebrei immigrati dalla Persia. Da giovane ha scoperto Gesù. Oggi è un ebreo
messianico professante e in Israele porta avanti la sua missione chiamata ‘Tromba
della salvezza di Israele’. Questa missione ha come obiettivo quello di far
conoscere agli ebrei il loro Messia ebraico Yeshua. In ebraico Gesù si dice
Yeshua. Gli ebrei messianici parlano preferibilmente di Yeshua anche
quando parlano un’altra lingua, perché trasferiscono, spesso erroneamente, la
pronuncia europea di ‘Gesù’, che in ebraico diventa Yeshu. Questa
parola è la forma abbreviata di ‘jemach schmo we zikhro’ (‘Che il suo
nome e la sua memoria possano essere cancellati’). Nell’ebraismo equivale a una
bestemmia ed è accostata alle persecuzioni degli ebrei ad opera dei cristiani.
Il Signore chiama chiunque voglia sentirlo a isolarsi per Lui e
in questo modo la vita diventa così meravigliosa e così variegata, con un grande
obiettivo. E tu percorri il tuo cammino di vita in un mondo che persegue
costantemente cose inutili. C’è così tanta gioia in questo santo cammino
che se il mondo ne fosse a conoscenza la cercherebbe. Questo santo cammino,
che porta veramente gioia e dà senso. È davvero un gran
privilegio far parte di quelle persone che sono determinate a isolarsi per Dio,
anche quando nessuno lo sa, nessuno lo vede, che si sono isolate per Dio. E io
so che questo è il desiderio del tuo cuore, perché altrimenti non saresti qui.
Questo è il grido del tuo cuore, perché altrimenti non avresti passato tutto ciò
che hai passato fin qui.
Conosceremo l’opera di evangelizzazione, impareremo come trasmettere il Vangelo
ebraico al popolo ebraico in modo ebraico per gli ebrei. Non c’è una
tecnica precisa. Non possiamo dirvi come iniziare un discorso, quali parole
usare e cosa dire. La cosa più importante per voi è comprendere il cuore
pulsante di questo popolo, perché pensano e sentono in quel modo riguardo a
Gesù, alla chiesa, alla cristianità. E una volta che capirete la mentalità di
questo popolo e la sua origine, allora solo il cielo è il limite del vostro
personale modo di annunciare il Vangelo a questo popolo.
Con mio rammarico, nella Chiesa i più hanno una comprensione molto limitata di
come pensano gli ebrei, del perché provano ciò che provano, di come percepiscono
Gesù, la Chiesa e il cristianesimo. Solo pochissime persone nella Chiesa
comprendono davvero il vero fondamento che risiede nel cuore del popolo ebraico.
È molto importante che tu comprenda veramente queste persone. E allora Dio ti
mostrerà la via. Dio ti darà la capacità di portare loro la verità dell’Antico
Testamento, da dove vengono gli ebrei. Chi non è già convinto dall’Antico
Testamento che la propria identità non è messa in pericolo, non ascolterà
nessuna religione, qualunque sia quella che vuoi trasmettere loro.
Mi rincresce che la maggior parte dei cristiani effettivamente
non comprenda che gli ebrei non devono essere convertiti a nessun’altra
religione; non devono abbandonare né la loro eredità, né la loro fede ebraica,
poiché se Dio ha dato un’identità a ogni gruppo etnico, al popolo ebraico ha
dato un’identità davvero chiara. Non hanno bisogno di abbandonare la loro
identità e di diventare qualcos’altro, di diventare cristiani. Nella mente del
popolo ebraico il cristianesimo è qualcosa di diverso da ciò che tu pensi che
sia.
Ora, affinché possiamo comprendere veramente questo popolo, daremo uno sguardo
al patto che Dio ha stretto con Abraamo. Se non comprendiamo il carattere di Dio
e chi è realmente Dio attraverso il patto che ha stretto con Israele, Lo
fraintenderemo. Non avremo un’immagine chiara di Dio. Osserveremo brevemente
l’alleanza che Dio ha stretto con Israele. Conosceremo le alleanze in modo da
capire davvero questo popolo, a quale scopo Dio abbia eletto questa gente e
come, attraverso di essa, Egli abbia portato redenzione, benedizione e luce a
tutte le nazioni.
Prima di parlare di Abraamo, vorrei toccare brevemente il tema di
Adamo ed Eva. Quando Dio ha creato Adamo ed Eva tutto era perfetto fino a quando
non hanno disubbidito a Dio. Qui si vede il carattere meraviglioso di Dio, la
santità di Dio. È stata la santità di Dio che non poteva tollerare il peccato a
cacciare Adamo ed Eva dalla sua presenza. In altre parole, Dio deve giudicare il
peccato. Il peccato ci divide da Dio. Egli ora non poteva accettare Adamo ed
Eva. Dio e la sua santità hanno allontanato la natura peccaminosa dalla Sua
presenza. Altri dei possono tollerare il peccato. Esistono tutti gli dei
possibili, ma il vero Dio del quale parliamo, il Dio di Abraamo, di Isacco, di
Giacobbe, non può tollerare il peccato ed Egli ha cacciato Adamo ed Eva dalla
sua presenza.
Così com’è santo, Dio è anche amore. Queste sono le vere caratteristiche
principali, forse le uniche. Dove c’è amore, c’è pazienza, c’è umiltà e tutto il
resto, ma l’espressione principale di Dio, la caratteristica principale è che
Egli è santo, santo, santo, il Signore, Dio l’Onnipotente. E ciò che respinge la
santità di Dio non può accogliere il Suo amore. E Dio desidera così tanto
riconquistare di nuovo a sé l’uomo. Riportare nuovamente l’essere umano
proprio nel luogo dal quale era caduto. Prima che Adamo ed Eva peccassero,
parlavano con Dio e sentivano con Dio, quella tra Dio e Adamo era un’unione
meravigliosa. Egli vuole riportarli indietro. Egli vuole portare Adamo – te e me
è esattamente nello stesso luogo dal qual siamo caduti. Il Suo amore è
sufficiente per fare ritornare Adamo ed Eva.
Allora cosa fa Dio? Come lo farà? Egli sceglie Abraamo. Egli stesso si sceglie
una nazione. Egli vuole che questa nazione Lo riveli a tutto il mondo. Ecco il
grido dal cuore: il desiderio dal cuore di Dio che l’uomo ritorni all’unione
con Lui nello spirito, perché Dio è lo spirito. Egli non è regole, tradizioni e
cerimonie. Egli è spirito. Egli vuole venire da noi per risiedere in noi. Egli
vuole condurci, così come ha condotto Abraamo. Egli vuole prenderci per mano e
mostrarci la via. Egli vuole guidarci, così come ha guidato Davide. Egli vuole
guidarci davvero e condurci all’unione con Lui nello spirito e darci vita e
abbondanza. Vita vittoriosa, vita coerente. Egli vuole che siamo i Suoi veri
figli.
Dio ci ama. Egli ci ama in modo straordinario con grande amore,
con infallibile amore. Il nostro amore personale dipende molto dalle
circostanze; i nostri sentimenti cambiano, il nostro atteggiamento cambia, la
nostra personalità cambia. Egli non cambia. Egli è lo stesso, ieri, oggi e in
eterno. Il Suo amore supera la piccolissima mente che abbiamo. Il Suo amore è
qualcosa di magnifico, grandioso, potente, vero e perenne. Ed Egli ci ama così
tanto, che ci ha creati a Sua somiglianza, a Sua immagine. Egli vuole che
confidiamo e abbiamo fiducia in questo amore.
È meraviglioso scoprire di un tale Dio, che ci accetta così come siamo, ovunque
siamo in questa vita; solo sapere che Lui ci accetta così come siamo. Lascia
alle persone religiose questo complesso atteggiamento del "sono abbastanza
santo, abbastanza buono, abbastanza giusto". Egli è venuto e ha sconfitto tutti
questi altri dei. Le persone sono veramente terribili e cercano di compiacere
Dio con ogni sorta di assurdità, ma Egli ci esorta ad avere assoluta fiducia nel
Suo amore e inizia a preparare la via attraverso la quale possiamo raggiungere
questo amore.
Parleremo di un’alleanza in cui vedremo come Egli avvia questo meraviglioso
percorso che distende davanti a noi, affinché siamo in grado di riconoscere Lui
attraverso le alleanze. E affinché giungiamo a Lui pieni di fiducia, non perché
qualcuno ci sussurra all’orecchio "tu sei importante, tu vai bene, ti sei
comportato bene", non perché abbiamo un determinato aspetto o ci vestiamo in un
determinato modo o abbiamo una certa somma di denaro in banca o ricopriamo una
determinata posizione, ma perché ascolteremo davvero Lui; brutti o belli, poveri
o ricchi, malati o in salute, bianchi o neri, qualunque cosa siamo; qualsiasi
aspetto abbiamo, possiamo giungere a Lui con assoluta fiducia e, ancora una
volta, con la reale certezza che Dio è amore. Egli ci ama così come siamo.
La storia di Israele inizia con Abraamo nella Genesi, capitolo 12. Qui Egli
inizia a realizzare le promesse che aveva fatto nella Genesi, capitolo 3,15: ‘Io
porrò inimicizia fra te e la donna, e fra la tua progenie e la progenie di lei;
questa progenie ti schiaccerà il capo e tu le ferirai il calcagno’ Qui Dio
mostra il modo in cui verrà il Messia e schiaccerà il capo a Satana. Ci viene
detto come verrà, dove nascerà, quando arriverà. Tutte le informazioni sul
Messia che schiaccerà realmente il serpente, ci vengono date nella Scrittura,
nell’Antico Testamento. Dio conduce veramente una guerra per schiacciare la
testa a Satana e portare in vita il Messia, portarlo sulla terra. Egli ha eletto
una nazione, tramite la quale verrà e conquisterà la vittoria su Satana e
instillerà tale vittoria nel cuore dell’umanità, affinché possa raggiungere
facilmente il buon Dio.
Iniziamo con i primi tre versi di Genesi, capitolo 12, con i quali inizia la
storia di Israele: ‘Il SIGNORE disse ad Abramo: Va’ via dal tuo paese, dai tuoi
parenti e dalla casa di tuo padre, e va’ nel paese che io ti mostrerò; Io farò
di te una grande nazione, ti benedirò e renderò grande il tuo nome e tu sarai
fonte di benedizione. Benedirò quelli che ti benediranno e maledirò chi ti
maledirà, e in te saranno benedette tutte le famiglie della terra.’ La storia di
Israele inizia effettivamente proprio qui. Benissimo! Ora parleremo di questa
alleanza. Ciò che vedete qui, ciò che Dio promette ad Abraamo in questo
meraviglioso passaggio, è proprio il fondamento di tutto il resto dell’alleanza
che Dio ha stretto con Israele. Questo è esattamente il fondamento su cui si
basano tutte le altre alleanze. Dio promette ad Abraamo un paese e si tratta di
un paese speciale, quella speciale parte di paese che Dio ha scelto per se
stesso. E ora Egli dice ad Abraamo di andare via dal suo paese e di andare in
questo paese, il paese che Dio gli mostrerà.
Dio promette ad Abraamo anche una progenie. Isacco non era ancora nato e Abraamo e
Sara erano anziani. Non avevano figli, nessun erede, niente. Ma Dio gli promette
una progenie: ‘Diventerai una nazione’. Una progenie che darà vita a una
nazione; poi più tardi, come tutti sapete, Isacco, Giacobbe, le dodici tribù,
Israele. E Dio gli promette anche che questa nazione sarà fonte di benedizione
per tutte le famiglie della terra.
Ora comprenderete anche che Dio è un Dio missionario. Egli è un missionario. Qui
in Israele la parola "missionario" è una parola molto brutta. Se dici ai
religiosi che sei un missionario, ti uccideranno. La parola missionario è in un
contesto sbagliato. Ma Dio è un missionario. Quando ha scelto Abraamo ha pensato
a tutte le famiglie della terra. Le persone possono distorcere le cose, possono
prendere le cose di Dio e distorcerle, ma Dio è un vero Dio missionario. Più
tardi nei libri dei profeti Egli promette: ‘La tua nazione sarà la luce delle
nazioni’. Di conseguenza, non importa affatto ciò che dicono le persone sui
missionari, che in Israele non ci è permesso di svolgere opere missionarie, è
solo perché queste persone in realtà non hanno un messaggio. Chi realmente ha un
messaggio, chi ha conosciuto Dio nello spirito, non può trattenere queste
meravigliose novità, non può tenerle per sé. Come hanno detto gli apostoli al
Sinedrio: ‘Giudicate voi se è giusto, davanti a Dio, ubbidire a voi anziché a
Dio’. Non possiamo tenere per noi queste novità. Il Signore è risorto, il
Signore che è venuto per redimere, per perdonare, per riconciliare l’umanità a
Sé. Ecco il Signore che è venuto per donare tutto quello di cui un cuore umano
possa mai avere bisogno. Non possiamo stare in silenzio, non possiamo tenerlo
per noi. Dobbiamo andare a raccontarlo.
Anche se nell’odierno giudaismo rabbinico la parola missionario è un termine
distruttivo – pensano che tu distrugga le anime se sei un missionario – è solo
perché non hanno un messaggio. Cosa possono dire alle persone, ai non religiosi?
Separa il latte dalla carne? Copriti il capo? Sottoponiti a tutte queste
cerimonie, contro le quali il Signore si è espresso chiaramente? Quale
messaggio, a parte Yeshua, può dare Israele al mondo non ebraico, alle nazioni?
Un mucchio di cerimonie su come si diventa davvero un ebreo? Di tutte le
pratiche tecniche dell’ebraismo, quella che il Signore desidera veramente è
prendere il cuore di pietra e darci un nuovo cuore e un nuovo spirito.
Qui è importante comprendere che questo è un patto incondizionato. Questo è
davvero importante. Un patto incondizionato. Che non ha nulla a che fare con
Abraamo, nulla a che fare con i suoi discendenti, ma ha tutto a che fare con Dio.
Questo dobbiamo comprendere. Ha tutto a che fare con Dio e nulla a che fare con
Abraamo, Isacco, Giacobbe o le dodici tribù, non ha nulla a che fare con Israele
come nazione, ma ha tutto a che fare con Dio stesso.
In altre parole, Dio ha scelto questa nazione per mostrare al mondo, per
mostrare a tutto il creato attraverso i secoli, che Egli è più che capace di
parlare al cuore di questa nazione, alla vita di questa nazione, capace di
esaudire tutto ciò che ha predetto loro e capace di realizzarlo. Scegliendo
questa nazione Dio mostra che può predire la vita di questa nazione prima del
tempo e che può portare a compimento tutte le Sue promesse, tutto ciò che dalla
Sua parola riguarda queste persone. Se si osserva la relazione tra Dio e questa
nazione, si può effettivamente vedere che questo Dio è onnisciente, vigoroso,
onnipotente, il Dio sovrano, il governatore dell’universo. Da 4000-5000 anni fa
profezie su questa nazione e tutto ciò che ha detto di essa si è avverato. Non
vedi che sono Dio? Dov’è un Dio che può fare profezie su una nazione e che porta
a compimento tutto ciò che ha promesso? Dov’è un simile Dio in questo mondo, a
parte il Dio di Abraamo, Isacco e Giacobbe, che ha fatto profezie su questa
nazione e tutto ciò che ha detto si è realizzato? Perciò possiamo essere certi
che anche il resto delle Sue promesse, circa il 20 percento, si avvererà. L’80
percento di ciò che Egli ha promesso a Israele come nazione è stato realizzato e
anche l’80 percento delle Sue promesse riguardanti Yeshua come persona è stato
realizzato. Se qualcuno con la testa sulle spalle esaminasse le Scritture e
osservasse il rapporto tra la parola di Dio alla nazione di Israele e alla
persona di Yeshua, dovrebbe vedere che qui c’è un Dio capace, un Dio che
promette e ciò che promette Egli realizza. Ecco, abbiamo un Dio del genere.
Questo è uno – e forse l’unico – motivo per cui Dio sceglie Israele: mostrarsi
forte, mostrarsi realmente sovrano, capace e straordinariamente potente. Ciò è
stato dimostrato davvero dalla vita di questa nazione, così come dalla vita di
Yeshua. Il patto incondizionato.
Gli ebrei sono un popolo molto strano che cerca sempre di trarre un vantaggio
personale. Hanno un sacco di storie sul perché Dio ha scelto Abraamo. Non
riconoscono il fatto che è esclusivamente per la grazia di Dio, che non ha nulla
a che fare con Abraamo. All’improvviso appare un Dio che parla con Abraamo. Egli
ha scelto quest’uomo. Certamente Dio ha visto il suo cuore e di sicuro sapeva
che quest’uomo gli avrebbe risposto, ma in realtà ciò non ha nulla a che fare
con Abraamo. Si può attribuire tutto il possibile ad Abraamo e dire che Abraamo era
un grande, un giusto; un uomo santo con un cuore meraviglioso e per questo Dio
l’ha scelto. Ma questo non è nient’altro che grazia. Così come non si può dire
nulla su se stessi. Non possiamo dire nulla su noi stessi per quanto riguarda la
predestinazione di Dio. Non è altro che la grazia di Dio e l’amore di Dio che ci
ha aperto gli occhi, e non è altro che la grazia di Dio che ha scelto Abraamo e
lo ha preso, affinché fosse utile alle intenzioni di Dio sulla faccia della
terra.
Tra gli ebrei circola la storia che il padre di Abraamo, Terach, era un idolatra
e creava e vendeva idoli e statue. Un giorno Abraamo ha visto che uno di questi
idoli era rotto, si è alzato nella notte e li ha distrutti tutti. Quando il
padre di Abraamo è andato da lui a chiedere cosa era successo, Abraamo gli ha
detto: "Se fossero stati dei, avrebbero saputo badare a se stessi; perché ti
preoccupi di simili dei?". Secondo l’opinione del rabbino è questo il motivo per
cui Dio ha scelto Abraamo. Una bella storia di cui vantarci.
Ora diamo un’occhiata ad Abraamo: come Dio ha costruito la fede nella vita di
quest’uomo. Egli lo ha chiamato da Ur dei Caldei, nell’odierno Iraq. In
questo paese le persone hanno sempre abitato sulle rive del fiume, dove c’era
l’acqua. Dio chiama Abraamo per andare dalla sua patria nel deserto. In realtà
Egli lo conduce a Be’er Sheva, un luogo senza fiumi né laghi, quel
luogo in cui Abraamo dipende totalmente da Dio. Un luogo in cui crescerà nella
fede, rafforzerà la sua fede e sarà realmente dipendente da Dio. Dio conduce
Abraamo nel luogo in cui Egli effettivamente voleva che fosse.
Voglio discutere di alcuni versi. Diamo uno sguardo al carattere di Abraamo. Che
bel carattere quando riconosce davvero Dio per ciò che realmente è. Forse era
proprio quella l’indole di Abramo e Dio l’ha scelto per questo. Forse il fatto che
Dio si è manifestato ad Abraamo ha effettivamente generato in lui questo meraviglioso
carattere. Al momento della separazione tra Abraamo e Lot, in Gen 13:9, Abraamo dice
a Lot: "Tutto il paese non sta forse davanti a te? Ti prego, sepàrati da me!
Se tu vai a sinistra, io andrò a destra; se tu vai a destra, io andrò a sinistra".
Che cuore meraviglioso si vede qui! Un cuore che non vuole andare per la propria
strada. Un cuore intenzionato a fare un miglio in più, solo per mantenere la
pace, solo per avere veramente la pace. Benedetti siano i pacificatori. Questa è
una delle cose più belle che possiamo custodire nei nostri cuori: essere capaci
di dare, piuttosto che di prendere, come dice il Signore. Dare è molto meglio di
prendere. Sono pronto a dare a te; tu vai a destra, allora io andrò a sinistra o
tu vai a sinistra, allora io andrò a destra. Non fa niente se là ci sono i
pascoli e qui il deserto, non ha nessuna importanza che là ci sono i fiumi e i
verdi pascoli. I vado nel deserto. Io mi fido di Dio. Egli si prenderà cura di
me. Non voglio litigare con te. Bisogna sempre essere in due per iniziare una
lite.
Se sei per strada a predicare il Vangelo alle persone e arriva qualcuno che
inizia a polemizzare con te, tu non te ne starai lì come un combattente. Non
risponderai. Se sarai abbastanza umile, riconoscerai lo spirito dello scontro e
con umiltà e modestia andrai via. Una persona diventa violenta, se
effettivamente inizi a discutere in maniera sempre più aggressiva, facendolo
arrabbiare ancora di più. Una persona simile può spingersi fino alla violenza
fisica. I suoi occhi iniziano a mutare, il tono della sua voce inizia a cambiare
e prima che tu possa rendertene conto, diventerà violenta. L’idea di fondo è
quella di parlare con qualcuno che si mostra disponibile e aperto al dialogo.
Parla con lui. Apri le Scritture. Condividi con lui. Se vuole litigare, vai via.
Pace, pace, shalom, shalom.
Osserviamo il capitolo 17. Daremo uno sguardo alla natura dell’alleanza. Si
impara moltissimo osservando la parola alleanza. Noterai, che in questo capitolo
il Signore cita dodici volte la parola alleanza con Abraamo. Egli vuole
assicurare ad Abraamo che farà la Sua parte nel patto con lui. L’unica cosa che
Abraamo e gli ebrei devono rispettare in questo patto per rimanere entro i
confini dell’alleanza è la circoncisione. Così prendi un bambino di otto giorni
e lo circoncidi. Il bambino sa qualcosa della legge di Mosè? Sa qualcosa del
divieto di mangiare carne di maiale, del rispetto dello Shabbat o del servizio
nel tempio? Un bambino di otto giorni non sa assolutamente niente di tutto
questo. Tu lo circoncidi nella carne e lui entra nella casa di Israele. Entra
nell’alleanza e diventa un giudeo, un ebreo – dalla parola avar, passare. Lui
passa da un luogo a un altro. Passa dall’Egitto alla Terra Promessa. Passa dai
sentieri di questo mondo ai sentieri del mondo di Dio. Ebreo. Non è un caso che
la parola che ha a che fare con Israele sia ebreo. La lingua ebraica è
meravigliosa, se si considera attentamente il significato delle parole e ciò che
Dio intende veramente quando li chiama ebrei. Egli vuole che passiamo da questo
modo di vivere alla vita con Dio. Con la circoncisione, dunque, il bambino di
otto giorni entra nella casa di Israele, diventa un vero ebreo, e se si vuole un
giudeo – il che è una storia a sé.
Allora chi ha rotto questa alleanza? Osserviamo Gen 17,14, dove
si dice: ‘L’incirconciso, il maschio che non sarà stato circonciso nella carne
del suo prepuzio, sarà tolto via dalla sua gente: egli avrà violato il mio
patto!’ Allora chi rompe l’alleanza? Il bambino di soli otto giorni – o il
padre, che non lo ha fatto circoncidere? Solo la persona che non è circoncisa
non è nell’alleanza. Purché tu, in quanto bambino di otto giorni che non capisce
ancora niente, sia stato circonciso, sei nell’alleanza. Non ha niente a che fare
con la legge, niente a che fare con i comandamenti, niente a che fare con
qualsiasi rituale o tradizione, niente a che fare con gli insegnamenti di
qualsiasi rabbino, niente a che fare con qualsiasi cosa all’infuori di Dio.
Riflettici un po’. E loda Dio per il Suo amore incondizionato e per il Suo patto
incondizionato. Non ha niente a che fare con te, ma ha tutto a che fare con Dio.
Egli non ha mai lasciato o abbandonato la Sua nazione. Essi sono ancora il Suo
popolo e saranno sempre il Suo popolo. Ciò non ha niente a che fare con loro.
Ci sono cose di alcuni cristiani che mi fanno impazzire. Con mio dispiacere ci
sono persone nella Chiesa che davvero pensano e credono in questo modo. Li si
incontra in tutto il mondo. Queste persone mi dicono: "Mia nonna era una
ragazzina ebra, anch’io sono un po’ ebreo, in me scorre un po’ di sangue ebreo"
e così via. Non capisco come le persone possano cercare sangue ebreo per
rallegrarsi o essere orgogliosi del loro ‘essere ebrei’. Dobbiamo comprendere
chi siamo in Yeshua, il Messia, e che siamo nati dallo spirito di Dio. Abbiamo
ricevuto la circoncisione del cuore. La circoncisione, della quale stiamo
parlando qui, è un’ombra di qualcosa di più grande, che Dio ha promesso di
realizzare ed è successo con te! Se solo comprendessimo l’importanza di questa
circoncisione del cuore e di quanto sia bella e degna di rispetto! La
circoncisione nella carne serve a Dio per mostrare chi è Lui all’interno della
nazione di Israele. Poiché in Israele Egli mostrerà tutta la Sua magnificenza,
tutta la Sua potenza e attraverso il Suo popolo Egli porterà il giudizio sulla
terra.
La prima Venuta di Yeshua aveva a che fare con Israele. Yeshua non veniva da un
cielo sereno. E anche la seconda Venuta di Yeshua avrà a che fare con Israele.
Attraverso questa nazione Dio porterà il Giorno del Giudizio, il Giorno del
Signore, di cui la Bibbia parla dall’inizio alla fine. Ha a che fare con questa
nazione, anche se sono di carne e di sangue, perché tutto ciò ha a che fare con
Dio, con il Suo piano e le Sue intenzioni.
Con mio rammarico, i più in Israele non hanno la minima idea del perché Dio li
abbia scelti e di cosa siano in realtà tutti loro. Ci sono molti malintesi su
chi sia un ebreo. Molti ebrei ti direbbero: "Avrei voluto che Dio avesse scelto
il popolo svizzero, gli americani, gli inglesi. Perché noi?" In realtà non
comprendono che tutto ciò ha a che fare con la santità e la potenza di Dio, per
portare il Giorno del Signore, che ha a che fare con questa nazione.
Sono sempre il Suo popolo, anche se sono distanti da Lui e gli
voltano le spalle e gli sputano addosso. Eccoci, nati dallo spirito. Non ha
nessuna importanza se in te scorre sangue ebreo o meno. Tu sei nato dal Suo
spirito. Sei molto superiore e in una posizione molto più elevata con il Dio
vivente rispetto a qualsiasi ebreo. In realtà siete figli viventi di Dio, che
potete effettivamente chiamare Abba nello spirito.
Nella Genesi, capitolo 15 il Signore ripete dodici volte la Sua alleanza con
Abraamo per assicurarsi che Abraamo capisca di cosa si tratta. Dio dà ad Abraamo la
Sua parola. Per assicurarsi effettivamente che Abraamo capisca davvero, nel
capitolo 15 Dio fa cadere Abraamo in un sonno profondo. Vorrei dare un’idea di
ciò che succede qui. Genesi 15,9-10 dice: "Il SIGNORE gli rispose: «Prendimi una
giovenca di tre anni, una capra di tre anni, un montone di tre anni, una tortora
e un piccione». Egli prese tutti questi animali, li divise nel mezzo e pose
ciascuna metà di fronte all’altra; ma non divise gli uccelli." Dio chiede ad
Abraamo di dividere in due tutti questi animali ad eccezione degli uccelli e
mentre Abraamo è in un sonno profondo, Egli si muove in una colonna di fuoco
sotto gli animali. E Dio giura di nuovo nel Suo nome e instaura di un’alleanza
per mostrarci che "non ha niente a che fare con te, Abraamo, né con la tua
discendenza. Riguarda solo me."
Questo lo vediamo nel versetto 12: "Al tramonto del sole, un profondo sonno
cadde su Abramo; ed ecco uno spavento, una oscurità profonda cadde su di lui."
Abraamo era in un sonno profondo. Per farci un’idea della situazione, diamo uno
sguardo al versetto 11: "Or degli uccelli rapaci calarono sulle bestie morte, ma
Abramo li scacciò." Questa è letteralmente l’immagine di ciò che il nemico farà
nella nostra vita. Il nemico cercherà di rubare ogni benedizione con cui Dio ci
benedirà, tutto ciò che Dio porterà nella nostra vita. Ma Abraamo scaccerebbe gli
uccelli rapaci.
Mentre Abraamo è in un sonno profondo e Dio stringe con lui l’alleanza, qui Dio
dice anche ad Abraamo che il popolo di Israele sarà fatto schiavo in Egitto per
400 anni e che Egli lo porterà via da là. Sembra che Dio abbia una strategia.
Prima della corona viene la croce. Prima della corona viene un vero dolore. Egli
non conferisce la corona a Israele semplicemente perché è il suo popolo. Dovrà
essere schiavo per 400 anni, prima di arrivare alla terra promessa.
Vorremmo benedizioni e coronamenti immediati, pensiamo di poterli avere subito
così, senza croce. Ma la croce viene prima della corona non solo nella vita di
Israele, ma anche nella vita di un vero cristiano. Nessuna gloria e nessun onore
prima di essere stati disprezzati e umiliati. Nessuna benedizione prima della
persecuzione. Benedetti siano i perseguitati. In Matteo 5 egli ci dice che
saremo perseguitati. Anche Israele. Prima che Dio conferisca il Suo regno a
Israele, che ancora non ha ricevuto, deve innanzitutto affrontare 400 anni di
schiavitù. Noi come nazione siamo passati da una tragedia all’altra. E questo ha
a che fare con la nostra condotta, poiché abbiamo voltato le spalle a Dio. Ma
alla fine questa nazione sistemerà le cose con Dio. E questo giorno verrà
sicuramente, così come Dio è Dio.
In Gen 19,11 troviamo un versetto sorprendente. Non ha niente a
che fare con l’alleanza, ma voglio mostrarvelo lo stesso. Questo versetto ci dà
un’idea del tipo di persone con cui abbiamo a che fare in questo mondo. Era così
al tempo di Sodoma e Gomorra, ma è così anche adesso, in questo momento della
storia. Non è cambiato nulla. Il cuore dell’uomo è rimasto lo stesso. Questo
versetto è fondamentale: "Colpirono di cecità gli uomini che erano alla porta della
casa, dal più piccolo al più grande, così che si stancarono di cercare la
porta." Poiché erano stati così accecati, si potrebbe pensare che fossero
tornati alla ragione e avessero preso coscienza con chi avevano a che fare qui.
Dio onnipotente. Invece no, continuavano a cercare la porta. Erano ciechi e
continuavano a cercare la porta. Quando l’individuo è pieno di peccati non ha
occhi per vedere, non ha cuore per pensare e non ha ragione da utilizzare. È
incredibile.
Questi uomini sono stati colpiti dalla cecità e invece di vergognarsi e andare via,
consapevole qui di essere colpevoli, hanno continuato a cercare tentando di trovare
la porta. Cosa ci dice questo? Che queste persone erano piombate nel
peccato a tal punto, che uno avrebbe potuto predicare loro il Vangelo veramente
giorno e notte, e loro semplicemente non avrebbero voluto ascoltare. Sono
semplicemente irresponsabili.
Ma la realtà è che non sappiamo con che tipo di persone abbiamo a che fare,
finché non parliamo con loro.
Iniziamo il discorso con chiunque Dio mette sul nostro sentiero e vediamo come
reagisce. Dio ci darà la saggezza per capire se andare avanti o meno. Se
costruire, pietra su pietra, qualcosa nel suo cuore o se lasciar perdere. Ci
sono persone alle quali puoi dire di tutto e di più e persino operare segni e
miracoli, ma anche allora non vorranno vedere. Quando andiamo a evangelizzare, è
importante comprendere che abbiamo bisogno della saggezza di Dio per riconoscere
quando entrare nel discorso e quando no. È bello avere il privilegio di poter
portare il Vangelo alle persone.
Ci sono ancora un paio di cose importanti da comprendere sull’alleanza di
Abraamo, prima di passare alle altre alleanze. In Gen 22,5 ci sono alcuni veri
diamanti di cui voglio parlare con voi. Si tratta di come Abraamo porta Isacco
all’altare. Quando parliamo di adorazione, molti di noi hanno una comprensione
differente di cos’è realmente adorazione. Vorrei mostrare cosa significa
adorazione dal punto di vista di Dio. Quale adorazione è effettivamente tale dal
punto di vista di Dio, se ad esempio ti piace pregare. Yeshua in Matteo 6 ci
esorta a pregare: "Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo
nome". Egli non ci dice in che modo e in che forma pregare, non ci dice di
inginocchiarci o di alzare le mani. Egli non ci dice di ballare. Egli non ti
dice di pregare in questa o quell’altra maniera. Una persona può pregare in così
tanti modi; in ginocchio, con le mani alzate, etc. L’umanità ha molte forme di
preghiera. Yeshua non ci dice in che modo pregare, né ci dice dove pregare. Ma
Dio volge lo sguardo sulle persone che pregano nello spirito e in verità. A
volte abbiamo l’impressione che chi prega ad alta voce, forte, che balla o
grida, preghi e adori davvero. Dimenticate questa sciocchezza. Chi è molto
calmo, al punto da farti pensare che abbia bisogno di una scossa spirituale,
potrebbe essere molto più vivace di colui che balla e grida. Può succedere anche
il contrario. Non lo sapremo mai. Ma non pretendere che gli altri preghino come
preghi tu. E non pensare che gli altri siano meno spirituali di te, perché tu
preghi in un determinato modo e pensi che sia giusto solo quello. Yeshua non ci
ha mai detto come e in quale forma pregare.
Allora cosa vuol dire veramente adorazione? La parola adorazione appare per la
prima volta nella Bibbia in Gen 22:5. Là c’è scritto: "Allora Abraamo disse ai
suoi servi: «Rimanete qui con l’asino; io e il ragazzo andremo fin là e
adoreremo; poi torneremo da voi»." Abraamo aveva il dolore nel cuore. Si trovava
in una situazione talmente difficile che è impossibile anche da descrivere.
Stava per sacrificare suo figlio Isacco sull’altare. Questo è un atto di
adorazione. Vera e assoluta ubbidienza nei confronti di Dio. "Resta qui", disse
al ragazzo, "vado ad adorare Dio". Una simile adorazione non ha nulla a che fare
con cantare, nulla a che fare con ballare o con qualsiasi altra cosa tu pensi
che sia adorazione nella Chiesa. Abraamo va ad adorare Dio e mette Isacco
sull’altare per ubbidire al Santo di Israele e sacrificare la cosa più vicina al
suo cuore e alla sua vita, la cosa per lui più importante di tutte, il suo
adorato figlio Isacco. Va ad adorare Dio; va a mettere Isacco sull’altare. Un
atto di adorazione.
Oggi pensiamo che adorazione sia una cosa diversa. Non dico che cantare e
ballare non siano adorazione, si tratta di un bel tipo di adorazione. Ma
l’adorazione che ha a che fare con l’ubbidienza alla volontà di Dio nella vita
dei Suoi figli, è quella che piace di più a Dio. Si tratta di quel tipo di
adorazione che muove il cuore di Dio. Una preghiera che si può pregare sempre,
quando si cucina, si passeggia o si guida. Puoi pregare in ogni momento e avere
un momento di preghiera con Dio, in silenzio, quando sei a letto, sotto la
doccia, in ginocchio. La gente pensa che si debba essere in un determinato luogo
per adorare e che ci siano luoghi impuri per pregare. Ma dimentica tutto questo.
Ovunque tu sia canta per Lui e adoralo.
Signore, veniamo a Te per ringraziarTi per questa meravigliosa alleanza che Tu
hai stretto con Abraamo e più tardi con Isacco e Giacobbe. Signore, quanto sei
immenso, quanto sei fedele. Ora abbiamo il patto di sangue che Tu hai stretto
con noi attraverso il sangue di Yeshua. Affinché possiamo comprendere quanto
siamo amati ai Tuoi occhi, che siamo l’oggetto del Tuo amore e della Tua
benevolenza. Come siamo diventati realmente i Tuoi amici, i Tuoi figli, salvati,
iscritti nel libro della vita. Come siamo diventati la pupilla del Tuo occhio,. Partecipi
delle promesse a Israele. Yeshua, grazie. Per l’onore di Dio, nostro Padre,
rafforza e radica nel profondo dei nostri cuori ciò che siamo ai Tuoi occhi,
Dio. Lascia che comprendiamo tutta questa alleanza che Tu hai stretto con
Abraamo
e più tardi con noi, mentre continuiamo a osservare le alleanze che Tu hai
stretto con Israele e con l’umanità. Nel Tuo nome per sempre e in eterno. Amen.
Ancora brevemente, il patto con Abraamo è incondizionato. Voglio
ricordarvelo. Questo patto non ha niente a che fare con Israele, ma ha tutto a
che fare con Dio.
Il prossimo patto che andremo ad approfondire è l’alleanza del Sinai, il patto
con Mosè. Viene effettivamente indicato come alleanza del Sinai. Daremo uno
sguardo alle differenze tra queste due alleanze. Erano passati un certo numero
di anni da quando Dio aveva stretto il patto incondizionato con Abraamo e ora il
popolo di Israele viene dall’Egitto, schiavi, provenienti dall’Egitto, e come
nazione riceve un altro tipo di alleanza. Ma questa alleanza è completamente
diversa.
Vi spiegherò tutte le condizioni di queste alleanze, affinché possiate
comprendere da dove vengono gli israeliani, perché provano ciò che provano e
perché pensano ciò che pensano. Una volta che avrete compreso il loro modo di
pensare e il loro modo di sentire attraverso le alleanze, si spera comprenderete
anche come mettere il loro rapporto con il Vangelo in relazione alla loro
provenienza.
L’alleanza del Sinai può essere osservata in molti passaggi e in diverse forme,
ma qui daremo uno sguardo a Esodo, capitolo 24:3-8, dove si dice: "Mosè andò a
riferire al popolo tutte le parole del SIGNORE e tutte le leggi; e tutto il
popolo rispose a una voce e disse: «Noi faremo tutte le cose che il SIGNORE ha
dette». Mosè scrisse tutte le parole del SIGNORE. Poi si alzò la mattina presto
e costruì ai piedi del monte un altare e dodici pietre per le dodici tribù
d’Israele. Mandò dei giovani israeliani a offrire olocausti e a immolare tori
come sacrifici di riconoscenza al SIGNORE. Mosè prese metà del sangue e la mise
in catini; l’altra metà la sparse conto l’altare. Poi prese il libro del patto e lo
lesse in presenza del popolo, il quale disse: «Noi faremo tutto quello che il
SIGNORE ha detto e ubbidiremo». Allora Mosè prese il sangue, ne asperse il
popolo e disse: «Ecco il sangue del patto che il SIGNORE ha fatto con voi sul
fondamento di tutte queste parole»".
Il patto con Abraamo aveva a che fare col sangue. Quando si prende un bimbo di
otto giorni e lo si circoncide, deve essere sparso del sangue. Il mochel, colui
che circoncide, farà tutto il necessario per spremere il sangue dal bimbo,
perché altrimenti non sarebbe esattamente l’ingresso nel patto di Abraamo, nel
patto di Dio. Deve scorrere sangue. Il sangue è importante per il patto. Così
come Mosè ha sparso il sangue sull’altare e sul popolo. Egli sparge
effettivamente il sangue per instaurare il patto, poiché ogni patto che Dio
fonda con il Suo popolo è basato sul sacrificio, sul sangue.
Qual è la differenza tra questo patto e il patto con Abraamo? È importante per
noi capire tale differenza, affinché possiamo comprendere gli israeliani. Da
questo punto di vista potrebbero non capirla, ma se tu la capirai, comprenderai
questo popolo.
Questo patto è molto chiaro. È un patto condizionato a differenza del patto con
Abraamo. In questo patto ci sono un bel po’ di condizioni. Questa è una grande
differenza tra queste alleanze. Come concede Dio la Sua grazia al Suo popolo
nell’alleanza del Sinai? Se commetti peccati in questo patto, la pagherai, se
commetti peccati, dovrai morire. Per le persone che commettono peccati è
prevista ogni sorta di vere punizioni. Il prezzo del peccato è la morte. Qui ci
sono una gran quantità di leggi e sentenze e se non le rispetterai, sarai
giudicato.
Ma Dio offre una via di scampo. Dio offre una via nella Sua grazia. Abbiamo un
Dio misericordioso. Allora Dio come concede la grazia al Suo popolo nell’ambito
di questa alleanza? Abbiamo i sacerdoti, abbiamo i sommi sacerdoti e abbiamo
l’altare e i sacrifici. Invece di morire per i tuoi peccati, offrirai sacrifici,
poserai le tue mani sulla vittima sacrificale, riconoscerai i tuoi peccati e
sacrificherai l’animale. L’animale morirà per te, per i tuoi peccati e ciò
genererà in te un cuore pentito, con vera angoscia e una trasformazione della
disposizione del tuo cuore, quando riconoscerai che in realtà saresti dovuto
giacere tu sull’altare, morto. Ma nella Sua grazia Dio mette l’agnello al posto
tuo, affinché tu possa pentirti.
Dio qui ci offre una via d’uscita: invece di morire tu per i tuoi peccati,
morirà l’agnello. E così capisci che Israele ha offerto i sacrifici e di
questo ne ha fatto una tradizione. Continuiamo a offrire sacrifici nel tempio,
ma il nostro cuore non si è rivolto a Dio. E tutti questi sacrifici, che sono un
punto saldo nella legge di Mosè, costituiscono adesso più o meno una tradizione.
Dio ha inviato i profeti per esortare il popolo di Israele a pentirsi: "Tutti
questi sacrifici non mi piacciono, voglio il tuo cuore, dammi il tuo cuore."
Ma non è così, poiché in effetti i sacrifici erano un’ombra della realtà, di
Yeshua stesso. E allora sono arrivati i profeti che hanno fatto profezie sul
Giorno che dovrà venire, quando Dio metterà fine a questo tempio, fatto di
pietre, argento e oro. Dio metterà fine a tutti questi sacrifici e offrirà il
sacrificio finale. Verrà e finalmente ti riconcilierà con se stesso. Ti
circonciderà nel cuore, prenderà il tuo cuore di pietra e ti darà un cuore di
carne. Ti farà rinascere con la forza del Suo spirito. Ti offrirà il sacrificio
finale, di cui tutti questi sacrifici dell’Antico Testamento erano un’ombra.
Erano un’ombra della cosa vera, Yeshua, della cui identità i profeti ci hanno
trasmesso dettagli precisi: quando verrà, dove nascerà, cosa farà, come
soffrirà, che risorgerà dai morti, come concederà il perdono, ecc.
Gli israeliani conoscono un sacco di storie sul perché proprio Israele abbia
ricevuto la legge e nessun altro popolo. Ci sono un sacco di favole e leggende
che nascondono la verità di Dio. I rabbini raccontano un sacco di storie e, con
mio rammarico, molti li stanno a sentire e credono a simili storie. Si può
tentare di distoglierli da queste storie, ma a volte per loro sono più reali
della parola di Dio. I loro nonni hanno creduto a queste storie e così fanno
anche loro. Io ho creduto a queste storie fino al momento della mia vita i cui
ho compreso la verità. A quel punto ho capito che queste storie non sono altro
che favole.
È importante comprendere il sacrificio in questa legge. I capitoli 28 e 29 del
Deuteronomio sono molto importanti per comprendere la natura di questo patto,
perché è un patto condizionato. Qui ci sono le benedizioni e le maledizioni. Qui
Dio l’Onnipotente dice: ‘Se ubbidirete, se rispetterete i miei comandamenti, se
rispetterete questa legge del Sinai, sarete benedetti. Se non li rispetterete
tutti, sarete maledetti.’ La legge del Sinai consta di più di dieci
comandamenti; qui parliamo di oltre 613 comandamenti presenti nella Scrittura. E
se non li rispetti tutti, è molto chiaro: sarai maledetto. La spada sarà sulla
tua schiena, le nazioni ti giudicheranno e il paese ti caccerà. Se non li
rispetti, povero te! In ebraico c’è una parola davvero forte:
‘arurim tihiyu’, che tu sia maledetto.
Permettetemi di chiarire che la storia di Israele è la dimostrazione del fatto
che Dio non scherza; Egli intende sul serio ciò che dice nella sacra Scrittura.
Dando uno sguardo alla storia di Israele, capirai quanto seriamente Dio intenda
ogni parola che esce dalla Sua bocca. La storia di Israele è il suono di tromba
nelle orecchie della razza umana; se dessero soltanto uno sguardo alla Bibbia e
alla storia di questa nazione, vedrebbero quanto reale sia la parola di Dio.
Com’è che l’umanità non riesce a vedere la realtà di Dio, del vero e vivente
Dio, dando un’occhiata alla storia di questa nazione? Il paese ci ha cacciato
tre volte. La prima, la seconda e ovviamente la terza volta, se si considerano
le dieci tribù. Tre volte siamo stati cacciati dal paese. Prima è venuto Amos
presso le dieci tribù e ha messo in guardia la nazione: "Pentitevi, tornate a
Dio", ma non l’hanno ascoltato, si sono semplicemente dispersi nel mondo. Poi
Giuda è stato cacciato per 70 anni; il paese aveva cacciato Giuda per
disubbidienza. Sono tornati dopo 70 anni e hanno ricostruito il tempio e
Gerusalemme. Poi è venuto il Messia e nuovamente c’è stata disobbedienza. Questa
volta Dio offre la rivelazione finale con il Messia in persona. Ma ancora una
volta lo hanno disprezzato e così il paese ha cacciato via di nuovo la nazione.
Ed Egli ci riporta indietro. Perché lo fa? Ricordi l’alleanza con Abraamo? Pare
che Dio arrivi a una sorta di soluzione. Dall’altra parte c’è l’alleanza con
Abraamo – voi siete il mio popolo, a qualunque costo. Questo è il vostro paese,
non ha nulla a che fare con voi, riguarda solo me. Il prossimo patto dice:
‘Poveri voi; sarete maledetti, se non metterete in pratica tutti i comandamenti,
e il paese vi caccerà’. Presto vedremo come Egli ha risolto il problema. Come se
Dio avesse dei problemi!
Ma ecco la domanda che risiede nel profondo del cuore degli ebrei: perché
sopportiamo tutto quello che sopportiamo? Perché tutti questi problemi? Siamo il
popolo eletto, ma per cosa ci ha scelto Dio, per soffrire così tanto? Una volta
che capito davvero le alleanze, puoi spiegare loro il motivo per cui questa
nazione deve sopportare tutto questo. Se vorranno ascoltare o meno è un’altra
questione. Ma almeno avrai a disposizioni alcuni dettagli per poter spiegare
loro perché devono sopportare tutto questo, poiché questa è la domanda che ogni
ebreo si pone. Ogni ebreo si chiede: se siamo stati eletti da Dio, perché ci
succede tutto questo? E alla fine del nostro studio sulle alleanze potrai dare
una risposta a tutto questo, una risposta biblica e vera.
L’alleanza del Sinai, dunque, è effettivamente un patto con molte condizioni. Se
non le rispettano, poveri loro! Voglio raccontarvi un episodio importante che ho
vissuto mentre portavo la mia testimonianza a un soldato a Gerusalemme. Non lo
dimenticherò mai e penso che vi darà una meravigliosa prospettiva sulla
disposizione del vostro cuore e sulla vostra relazione con Dio. È successo tanti
anni fa e non lo dimenticherò mai. Mi ero avvicinato a un giovane soldato, un
ragazzo molto attraente, alto e bello in ogni aspetto, con una kippah
di maglia intrecciata sulla testa. In Israele ci sono gli ultraortodossi, che
indossano una kippah nera e i religiosi nazionalisti, che prestano
servizio nell’esercito e portano sulla testa una sorta di kippah
di maglia intrecciata. Era uno di questi nazionalisti. Di solito questi ragazzi
fanno parte di un corpo d’élite nell’esercito. Quando entrano
nell’esercito danno veramente il massimo, sono uomini di grande valore.
Ho iniziato a predicare il Vangelo e si era creato un legame tra di noi.
Quest’uomo era veramente interessato. Si vedeva che era davvero un uomo serio e
onesto, che voleva ampliare la sua conoscenza di Dio insieme a una persona che
gli stava accanto e gli parlava. Ascoltava attentamente ogni parola che usciva
dalla mia bocca. All’inizio era molto sorpreso che sapevo spiegargli la
Scrittura. Conosco a memoria la maggior parte dei passaggi dell’Antico
Testamento che si riferiscono a Yeshua. E ho iniziato a fargli una vera
rappresentazione del tipo di Messia che dobbiamo aspettarci. Gli ho citato
Isaia 53, Geremia 31, Daniele 9, Michea 5, fornendogli un
quadro meraviglioso del tipo di Messia, la cui Venuta la Scrittura promette,
soprattutto per redimerci dai nostri peccati e per riconciliarci con Dio prima
che Egli avrà fondato il Suo regno sulla terra. Era proprio d’accordo con me.
Il punto che gli ho prospettato chiaramente era che noi abbiamo bisogno di
questo sacrificio e questo sacrificio è Yeshua. Egli è la fine di tutti i
sacrifici, Egli è la fine del tempio, costruito con pietre, argento e oro, e se
vieni a Lui nella fede, sei giustificato dalla fede, esattamente come Abraamo.
Abraamo era giustificato dalla fede. "Abraamo credeva in Dio e gliene è stata data
giustizia." Dio gli ha promesso di diventare il padre di molte nazioni, poiché
Egli già sapeva che attraverso Abraamo sarebbe venuta la discendenza, Yeshua, che
sarà la benedizione di tutte le famiglie della terra. E di tutti coloro che si
convertiranno Egli ne farà i partecipanti alle promesse di Israele, un tutt’uno
con Abraamo, padre di molte nazioni.
Gli ho spiegato tutto sulla necessità della fede in questo sacrificio e anche
che la redenzione viene attraverso la fede e non attraverso le opere della
legge. Nessuno sarà giustificato attraverso le opere della legge. Siamo tutti
maledetti, siamo tutti colpevoli e siamo tutti indegni. È solo attraverso la
fede e dobbiamo dirigere la nostra fede verso ciò che Dio ci ha dato, il
sacrificio finale, di cui l’Antico Testamento parla così precisamente fin nei
dettagli.
Una volta terminate le mie spiegazioni, mi ha guardato e mi ha chiesto se
sapessi cosa significava effettivamente la parola ‘kurban’. Kurban in ebraico
vuol dire sacrificio. Mi ha chiesto se sapessi qual era il vero significato di
questa parola. L’ho pregato di spiegare questa parola. Ha iniziato a citare le
radici di questa parola e mi ha spiegato il suo vero significato. Ero sorpreso
innanzitutto dal suo atteggiamento e dalla sua passione per la verità, per come
la concepiva. Un vero amante della verità! In ebraico questa parola è composta
da cinque lettere. Ogni parola ebraica ha una radice di tre lettere. Queste
lettere formano la radice della parola. L’uomo ha iniziato a scomporre la parola
per me. La lingua ebraica è meravigliosa e questo non si può fare in
nessun’altra lingua, solo in ebraico. Puoi tentare di farlo in tutte le altre
lingue, ma non riesce come in ebraico.
In questa parola kurban, sacrificio, il significato deriva della parola
karev. Le tre lettere della parola kurban sono kuf, reish e
bet, (k,r,b), dalle quali si ottiene karev. Karev significa
‘avvicinati’. Mi ha detto: "Vedi, kurban
deriva dalla parola karev. Per me non c’è nulla di più importante nella mia vita
che essere vicino a Dio." Karev, vicino, è esattamente la radice della parola
kurban. E quest’uomo ha continuato: "Vicino a Dio; per me non c’è nulla di più
importante nella mia vita che essere alla presenza di Dio, essere vicino a Dio.
E la parola kurban per me significa essere disposto a rinunciare a tutto ciò che
potrebbe frapporsi tra me e Dio, affinché possa stare vicino a Lui. Sacrificherò
tutto e porterò al mio altare tutto ciò che si frappone tra Dio e me. Voglio
sacrificarlo. Questo è kurban. Voglio uccidere, sacrificare e rinunciare a
tutto, affinché possa essere vicino a Lui."
La stessa grafia della parola karev significa letteralmente anche krav,
battaglia. Nella nostra storia contemporanea sentiamo sempre di krav, di
battaglie in diversi luoghi, in cui sono morti soldati. Anche la parola krav,
battaglia, deriva dalla parola kurban. E quest’uomo mi dice: "Se davvero voglio
essere vicino a Dio e sacrificare tutto ciò che si frappone tra me e Dio, devo
combattere una buona battaglia. Se davvero voglio essere vicino a Dio, devo
condurre una buona battaglia con il mio cuore e la mia anima. Devo combattere la
buona battaglia."
Questa parola deriva anche dalla parola kravaim, che significa ’essere
interiore, ‘istinto’. Se voglio essere nella mia natura interiore, nel profondo
del mio essere, davvero vicino a Dio, prossimo a Dio, devo condurre una buona
battaglia e sacrificare tutto ciò che si frappone tra Dio e me.
L’uomo mi ha guardato fisso negli occhi. Non lo dimenticherò mai. E mi ha detto:
"Se adesso credessi a ciò che Lei mi sta dicendo, che Yeshua è il mio
sacrificio, temo che non combatterei più una buona battaglia. Temo che prenderei
la vita sotto gamba. Se riponessi la mia fede in questo Yeshua, la mia battaglia
non sarebbe vera e forse darei per scontata questa grazia di Dio." E se n’è
andato. È andato via. E avrei potuto urlargli dietro e strillare quanto volevo:
"Oh, se Lei comprendesse la parola di Paolo, se Lei ottenesse veramente questa
grazia, Lei potrebbe combattere una battaglia migliore. Con lo spirito di Dio
Lei combatterebbe sicuramente una battaglia migliore che da solo. Se Dio la
circoncidesse nel cuore e Le offrisse un cuore nuovo e uno spirito nuovo, Lei
sarebbe in grado di combattere una battaglia decisamente migliore insieme allo
spirito di Dio, rispetto a quanto Lei possa fare da solo." Ma se n’era andato.
Ora, cari miei, dovete porvi una domanda. State combattendo la migliore
battaglia che potete? Quale sentiero percorrete con Dio? Quanto è importante per
voi essere vicino a Dio, combattere ogni forma di peccato e tutto ciò che si
frappone tra Dio e voi? Che tipo di battaglia state combattendo per stare
costantemente alla presenza a Dio e gioire del santo cammino? Vicini a Dio
sempre. Con mio rammarico, penso che troppi nella Chiesa abbiano effettivamente
rinunciato a combattere la buona battaglia per il Signore. E invece di
influenzare noi il mondo, è il mondo a influenzare il corpo del Messia. Invece
di essere noi ad andare il santo cammino e a condurre una vita diversa su questa
terra e a influenzare la società, è la società a influenzare la comunità
cristiana. Ciò è molto triste, ma è la verità. Se osservate le persone religiose
in questo paese e se considerate il tipo di vita che queste persone conducono
per servire ciò che secondo loro è la verità, la maggior parte della cristianità
può solo vergognarsi. Quanto sono vivaci, reali e seri in ciò in cui credono e
in ciò che pensano sia la verità; quanto dedicano la loro vita a tutto questo,
nonostante sia tutto cerimonie, rituali e tradizioni e nonostante molto di tutto
questo sia religione fatta dall’uomo. Se dedicassimo la nostra vita per ciò che
crediamo sia la verità alla maniera di questi religiosi, lasceremmo un segno
nella società e nel mondo.
Stiamo parlando di farli ingelosire. Siamo chiamati a far ingelosire gli ebrei.
Se osservate le persone religiose qui, essi possono far ingelosire la maggior
parte dei cristiani, se vedete quanto si dedicano alla questione e quanto sono
sinceri con ciò che credono sia la verità. Comprendere ciò è molto importante
per noi.
Questo è un patto con condizioni. Miei cari, è molto importante che combattiamo
la buona battaglia per la gloria e l’onore di Dio. La vita diventa così vivace,
così risoluta e molto più bella. Saremo la via sul mondo, se saremo determinati
a combattere la buona battaglia, a non dare per scontata la grazia di Dio, a non
dare per scontato il sangue di Yeshua. Non pensare che il sacrificio c’è stato e
basta e che possiamo continuare con la vita, gioire della redenzione, gioire del
fatto che il nostro nome è iscritto nel libro della vita e basta; lasciate che
attendiamo il giorno del Signore, la redenzione, siamo sicuri che verrà il regno
e lo stiamo aspettando. No. Dobbiamo essere le persone che il Signore descrive
in Matteo 25: persone, che non solo aspettano con la lampada piena di olio, ma
anche con la mano sull’aratro, utilizzando i talenti che Dio ci ha dato. Ecco
perché queste due parabole appaiono una dietro l’altra.
È importante comprendere questo capitolo 25 nel Vangelo di Matteo. Non dobbiamo
essere quelle persone che aspettano semplicemente che arrivi il regno, con le
lampade piene di olio e semplicemente in attesa come le cinque vergini. Subito
dopo questa parabola ce n’è un’altra, che il Signore riporta in maniera del
tutto intenzionale, la parabola dei talenti. Devi prendere solo i talenti con
cui Dio ti ha benedetto. In un modo o nell’altro tutti ne siamo dotati. In un
modo o nell’altro ogni figlio di Dio è benedetto. Prendi questi talenti e
impiegali bene nella buona battaglia che combatti per il Maestro, il Re dei Re,
il Signore dei Signori, per Yeshua. Ma fate in modo di non essere neanche quelle
persone che combattono la buona battaglia e dimenticano la Sua Venuta e
diventano dipendenti dal lavoro. Il lavoro diventa un’abitudine, una tradizione
e mentre aspettano il Suo Avvento, perdono il contatto amorevole con il Signore.
Dimenticano tutto dell’amore, dell’incontro personale con Lui, dell’unione e
comunione con Dio. Per queste persone ciò non significa più nulla adesso.
Vogliono solo lavorare duramente, utilizzare i loro talenti. Questo non va bene.
Ma non va bene neanche stare semplicemente in Sua attesa. Questi aspetti devono
stare insieme. Con un cuore ardente di desiderio aspetto che arrivi il mio
sposo, l’amore della mia vita. Lo aspetto, sono in comunione con lui, sono un
tutt’uno con lui, gioisco di essere alla sua presenza. E allo stesso tempo le
mie mani sono sull’aratro, lì dove lo servo. Queste due cose insieme rendono la
vita davvero emozionante.
Riassumiamo tutto brevemente. Abbiamo l’alleanza con Abraamo, che è
incondizionata, a prescindere da ciò che succede. Abbiamo l’alleanza del Sinai,
che è una cosa completamente diversa, povero Israele! Come abbiamo detto, il
fatto che il popolo d’Israele abbia sopportato tutto ciò che ha sopportato, cioè
la sua storia, è la prova fondata della realtà di Dio. Dio, che parla e realizza
ciò che dice.
Padre, lodiamo il Tuo santo nome. Santo, santo, santo, Signore, Dio onnipotente.
Ti ringraziamo per la pace che hai portato con Te attraverso la riconciliazione
dell’umanità. Ti ringraziamo per questa pace eterna, per questa pace vera, che
Tu ci hai donato quando abbiamo risposto alla Tua chiamata. Ti lodiamo per
averci chiamato attraverso la Tua grazia e per aver provocato nei nostri cuori
una risposta al grido del tuo cuore, affinché potremo ritornare da Te, affinché
avremo la pace nel profondo del nostro essere, innanzitutto con Te e poi con
l’umanità. Ti lodiamo per questa pace che Tu hai realizzato nel Messia,
riconciliando l’umanità con Te, ebrei e non ebrei allo stesso modo, in un’unica
famiglia di tutte le tribù, lingue e nazioni. Tu hai realizzato la tua promessa
ad Abraamo, di essere una benedizione per tutte le famiglie della terra, una luce
per le nazioni. Benedetti siano coloro che non inciampano sulla pietra che Tu
hai posato a Sion. Padre, perdona il Tuo popolo che sempre respinge questa
pietra. Preghiamo, Signore, affinché venga questo giorno e il Tuo popolo
comprenda chi Tu sia, Signore. Grazie per tutto il Tuo amore, per la Tua fedeltà
e per come hai mantenuto le Tue promesse al Tuo popolo. Parlaci, Signore;
continua a espandere ancora lo spazio del nostro cuore e la conoscenza di Te,
affinché possiamo conoscere come Tu sia veramente. Grazie Padre. Lascia che
comprendiamo, attraverso le alleanze che Tu hai stretto con Israele, chi Tu sia
veramente, affinché possiamo riconoscere la Tua Santità e la Tua Rettitudine,
tutto ciò che Tu sei, attraverso la riconciliazione dell’umanità con Te in
Yeshua, il Messia. Per la Tua gloria per sempre e in eterno. Amen.
Ora abbiamo capito molto chiaramente che l’alleanza con Abraamo è un patto
incondizionato. A parte la circoncisione del bimbo di otto giorni che entra
nella casa di Israele, non abbiamo nessuna condizione. Abbiamo dato uno
sguardo a questo meraviglioso patto che Dio ha stretto con Abraamo e poi più
tardi nella stessa maniera con Isacco e Giacobbe. L’alleanza tratta di Dio e
soltanto di Dio. Tutto ciò che ha a che fare con gli israeliani è la
circoncisione nella carne, che è un’ombra della circoncisione del cuore, che Dio
ha promesso a questa nazione. In Ezechiele, capitolo 36,25-26 possiamo leggere
una meravigliosa promessa: "Vi aspergerò d’acqua pura e sarete puri; io vi
purificherò di tutte le vostre impurità e di tutti i vostri idoli. Vi darò un
cuore nuovo e metterò dentro di voi uno spirito nuovo; toglierò dal vostro corpo
il cuore di pietra, e vi darò un cuore di carne."
Nella legge leggiamo che Dio ha ripetutamente comandato a Israele di
circoncidere i loro cuori, ma alla fine della legge, in Deuteronomio 30, Egli
dice che circonciderà il cuore degli israeliani. Dio promette: "Il SIGNORE, il
tuo Dio, circonciderà il tuo cuore e il cuore dei tuoi discendenti affinché tu
ami il SIGNORE, il tuo Dio, con tutto il tuo cuore e con tutta l’anima tua, e
così tu viva. " (Deut 30:6). Questa è una splendida promessa e daremo uno
sguardo alla modalità in cui l’Onnipotente l’ha realizzata.
Voglio iniziare con l’ultimo di tutti i versi dell’Antico Testamento.
Analizzeremo brevemente il libro di Malachia, l’ultimo dei profeti di Israele e
vedremo come l’Antico Testamento termini con un grave ammonimento, che questo
profeta rivolge al popolo di Israele. Malachia, capitolo 3,22-24 dice; Tenete a
mente la legge del mio servo Mosè, al quale ordinai sull’Oreb precetti e norme
per tutto Israele. Ecco, io invierò il profeta Elia prima che giunga il giorno
grande e terribile del Signore: egli convertirà il cuore dei padri verso i figli
e il cuore dei figli verso i padri, perché io, venendo, non colpisca la terra
con lo sterminio." Abbiamo visto che l’alleanza di Mosè,
l’alleanza del Sinai, a differenza dell’alleanza di Abraamo è un patto con molte
più condizioni. Vi prego di leggere anche i due capitoli di Deuteronomio 28 e
29. Leggendo questi due capitoli realizzerete quanto più dura sia questa
alleanza del Sinai, in cui Dio rivolge un simile ammonimento a Israele; "Ma se
non ubbidisci alla voce del SIGNORE tuo Dio, se non hai cura di mettere in
pratica tutti i suoi comandamenti e tutte le sue leggi che oggi ti do, avverrà
che tutte queste maledizioni verranno su di te e si compiranno per te".
(Deut 28,15) Abbiamo discusso molto dettagliatamente della storia di Israele, con la
quale Dio offre a noi, all’umanità, una prova tangibile del fatto che Egli
prenda sul serio la Sua parola. Egli non scherza. La legge ci è stata data per
mostrarci il bisogno disperato che abbiamo della Sua grazia e della Sua
redenzione. La legge ci mostra quanto siamo lontani dal raggiungere la santità e
la rettitudine del Santo di Israele.
Qui Malachia si riferisce all’alleanza di Mosè. L’ultima parola dell’Antico
Testamento è "maledizione". Ma se non metterai in pratica tutti questi
comandamenti, in base a Deuteronomio, la spada sarà sulla tua schiena, Dio ti
caccerà dal paese, la nazione ti giudicherà e non avrai pace. Qui vediamo quanto
più dura sia effettivamente la legge di Mosè. La legge di Dio, che Egli ha dato
sul Sinai.
400 anni di silenzio dopo Malachia e siamo tornati da Babilonia, abbiamo
eretto il tempio e abbiamo ricostruito Gerusalemme. Siamo tornati e tutto ciò ha
a che fare con il patto incondizionato che era stato stretto con Abraamo. In
altre parole, in base alla legge di Mosè, Egli ci caccerà milioni di volte, ma
in virtù del patto incondizionato ci riporterà sempre qui. Perché ciò
ha a che fare con il Suo nome, con le Sue intenzioni, con il Suo piano di
portare la redenzione finale e la salvezza: il regno in terra ha a che fare con
la nazione che Egli ha eletto per se stesso. Perciò, non importa quante volte
questa nazione volterà le spalle a Dio, potranno essere cacciati dal paese, ma
in virtù di questo patto incondizionato che Egli ha stretto con Abraamo, Isacco e
Giacobbe, Egli ci riporterà sempre indietro.
Dopo 400 anni di silenzio siamo ritornati a casa e improvvisamente Yeshua fa la
sua comparsa sulla scena, dopo un tempo di 400 anni senza profeti, 400 anni
senza parole di Dio. All’improvviso succede qualcosa di grande in questo paese.
Vi racconterò un po’ di cose che sono successe qui al tempo di Yeshua, al tempo
del secondo tempio.
In Israele allora c’erano quattro gruppi di persone. Il gruppo più numeroso era
formato dai farisei; il secondo gruppo era composto dai sadducei, poi c’erano
gli zeloti e infine gli esseni. Questi erano i quattro gruppi di persone che
allora vivevano qui. Vi racconterò un po’ di loro. L’ardente desiderio dei
farisei era che tutta la nazione ubbidisse alla legge. Nel frattempo, la legge
era diventata una serie di regole e precetti, cose estranee alla Scrittura.
Anche oggi ci sono legge estranee su leggi estranee e nel Vangelo potete vedere
come questi gruppi di persone attaccavano Yeshua, come erano contro di Lui,
accusando i Suoi discepoli di non lavarsi le mani o di raccogliere cose durante
lo shabbat. In effetti, hanno preso la legge spirituale di Dio e ne hanno fatto
una cosa estranea, una cosa in cui manca il vero spirito, l’essere un’unica cosa
con Dio.
Se date uno sguardo a Davide, potete vedere che egli non badava molto alle
questioni della legge, era così preso da Dio che poteva venire e magiare il pane
di presentazione. Poteva mangiare il pane della presentazione e non era un fatto
straordinario per lui. Sapeva che il suo cuore era in Dio e che camminava
insieme a Dio.
Arrivano i farisei con il loro ardente desiderio che tutta la nazione seguisse
la legge di Mosè, convinti che rispettando questa legge sarebbero stati bene.
Tutto sarebbe andato bene nel paese; tutto sarebbe stato una benedizione e non
una maledizione. E ricordate che in questo tempo la legge era molto lontana
dalla verità biblica.
I saccadi [sadducei] erano un altro tipo di persone. Non credevano alla vita dopo la
morte. Per loro la vita era qui e ora – prendi tutto quello che puoi dalla vita.
Per loro era importante – e perciò si unirono ai romani – risolvere le questioni
politiche con Roma. I farisei erano pronti a rinunciare alla loro vita
terrena per raggiungere il regno di Dio. Per loro la vita dopo la morte era
davvero importante e volevano entrare in qualche modo nella vita dopo la morte.
Per i Saccadi [sadducei] la vita era qui, ora, oggi.
Gli esseni erano stufi della corruzione e dell’ipocrisia nel tempio. Per tale
motivo andarono a Qumran, nelle grotte della Giudea, per condurre là una vita
santa. Nella grotta, lontani dagli esseri umani, è facile essere santi. Ma il
Signore ci ha chiesto di essere nel mondo e non fuori dal mondo. Il Signore ci
ha chiamati per essere il sale e la luce del mondo, per essere in mezzo al
mondo. L’ardente desiderio di Dio è che l’umanità si converta a Lui e vada tra
la gente a parlargli di Lui. Come si può convertire il mondo stando da qualche
parte in un convento o in qualche ghetto o nelle grotte?
Gli zeloti era un altro tipo di persone ancora. Erano stufi dei romani e
tramavano la rivoluzione. Volevano rivoltarsi contro i romani e liberare le
nazioni. Per loro tutto girava attorno alla rivoluzione.
Questi erano i quattro gruppi di persone nel paese di Israele nel momento in cui
Yeshua compare sulla scena. I farisei dicono: "Ritorniamo sul Sinai". I
saccadi [sadducei] dicono: "Proseguiamo, andiamo avanti". Gli zeloti dicono:
"Opponiamo resistenza, resistiamo ai romani". E gli esseni dicono:
"Andiamo via!" Ecco come vedevano la vita in poche parole.
Yeshua nel Suo insegnamento ha effettivamente messo la nazione con le spalle al
muro chiarendo che se voleva realizzare il proprio destino come nazione, quella
che Dio aveva eletto per la Sua gloria, avrebbe avuto a che fare con Lui, Yeshua.
Se si vuole rispettare il lato spirituale della legge, si tratta di Lui. Non
riguarda qualcosa di esteriore. Lì dove si trova veramente il tuo cuore, lì si
trovano i tuoi tesori. Puoi rispettare tutte queste leggi aggiuntive, ma si
tratta del tuo cuore. Ecco cosa proclamavano continuamente i profeti: "Non sono
interessato ai vostri sacrifici e alle vostre cerimonie, sono stufo, voglio che
il vostro cuore ritorni da me." Leggete, ad esempio, il libro di Amos.
Il Signore dice ai farisei che la legge non tratta dell’aspetto esteriore, delle
cerimonie e delle opere esteriori; si tratta dell’essere interiore, della vera
adorazione di Dio nel profondo del tuo essere, quando nessuno guarda. Non si
tratta di vantarsi con tutte queste attività cerimoniose.
Ai sadducei Yeshua dice che il mondo va avanti e che le cose possono cambiare,
ma che noi non ci fermiamo sulla via di questo mondo. "Io sono la via, la
verità, la vita. Tutto questo sono Io. Se vuoi trovare la vera via, devi trovare
la mappa che Dio ci ha dato nella Scrittura. La legge e i profeti hanno parlato
di me, tutto tratta di me. È la via. Quando entrerai in contatto con me, capirai
chi sono, riceverai lo spirito e avrai la via, che Dio ha spianato nel tuo
cuore. Io ho la via per te e questa è la via. Sono venuto, come hanno promesso i
profeti. Si tratta di me."
Agli zeloti Egli dice: "Non si tratta di rivoluzione, si tratta di vera
adorazione. Voi imparate ad adorare Dio." In Giovanni, capitolo 2, vediamo come
il Signore ha iniziato il Suo ministero. Prima di tutto Egli va al tempio e
rovescia le tavole. Durante la prima settimana della Sua opera il Signore va al
tempio e rovescia le loro tavole: "Portate via di qui queste cose; smettete di
fare della casa del Padre mio una casa di mercato." (Giov 2,15-16). E caccia
fuori i cambiavalute, rovescia tutto nella santa ira contro l’ipocrisia e la
corruzione che avevano luogo nel tempio. Ed Egli fa esattamente la stessa cosa
anche durante l’ultima settimana della Sua vita. Poco prima di essere
crocifisso, ritorna al tempio e fa la stessa cosa. Forse vi chiederete, che
senso aveva, visto che appena Yeshua lasciava il tempio, riportavano lì tutte le
attività, il cambiavalute, gli animali per il sacrificio. In quel tempo non si
poteva offrire il proprio sacrifico. Se si fosse portato il proprio agnello
dalla Galilea, i sacerdoti avrebbero detto che non era buono, che era impuro e
che, di conseguenza, bisognava comprarne uno da loro, a costi di quasi dieci
volte superiori rispetto al prezzo dell’agnello. Il cortile in cui si trovavano
gli animali apparteneva ai pagani. Il sommo sacerdote, in realtà, vendeva le
postazioni dove la gente poteva vendere i propri animali.
Arriva Yeshua e dice loro: "Se volete davvero essere persone che realizzano il
proprio destino, allora dovete adorare meglio Dio in spirito e in verità. Non si
tratta di rivoluzione. I romani non sono il problema come gli arabi non sono il
problema oggi. Il vostro problema è che ritorniate da Dio. Quando vi chiarirete
le idee con Dio, Egli si occuperà dei vostri nemici. Egli caccerà i vostri
nemici. E tutto ciò succederà attraverso la vera adorazione." Così Yeshua dice
agli zeloti che non si trattava di rivoluzione, ma di devota opera pia. Egli
inizia la Sua opera rivoltando il tempio e termina il Suo ministero rovesciando
il tempio, tendando di far comprendere la realtà a questa nazione, che dovevano
adorare meglio Dio in spirito e in verità, lontani da queste cerimonie e questi
rituali, che nulla avevano a che fare con lo spirito e l’insegnamento di nostro
Signore, del Dio onnipotente.
Agli esseni Egli dice la stessa cosa: "Non importa dove vi trovate, ma dove si
trova il vostro cuore. Potete essere nel deserto, potete essere nella grotta, e
nondimeno il vostro cuore ha bisogno di redenzione. I vostri cuori hanno bisogno
di salvezza. Non importa quanto lontano vi nascondete dal Santo di Israele,
siete peccatori. Non c’è una singola persona in questo mondo, che non abbia
peccato davanti al Santo di Israele." Il problema dell’umanità è che cerchiamo
di giustificare la nostra vita davanti a Lui con ogni sorta di obblighi – "fa’
questo" e "non fare quest’altro" – tuttavia non saremo mai all’altezza della
santità e della rettitudine di Dio. Per questo Egli è venuto, Egli ha portato
rettitudine per grazia, Egli ha portato la salvezza ed Egli ha portato redenzione, affinché
nessuno si gloriasse di se stesso, ma lodasse e rendesse la gloria soltanto a
Lui per il dono che Egli ha portato all’umanità, sia agli ebrei che ai non ebrei
– la redenzione. Non esiste una verità per gli ebrei e un’altra per i non ebrei.
L’Antico Testamento termina con la parola "maledizione". Nel momento in cui
Yeshua inizia la Sua opera, in Matteo, capitolo 5, tutto stava per cambiare per
il Suo popolo, se solo avesse ascoltato e ubbidito. Egli inizia con: "Beati i
poveri in spirito, perché di loro è il regno dei cieli." Vi dirò qualche parola
a proposito del regno dei cieli. Il regno è promesso a Israele. Quando Dio ha
eletto il popolo di Israele, lo ha condotto fuori dall’Egitto e gli ha dato la
legge, non aveva mai l’intenzione di dare un re a Israele. Tutto girava intono
ai giudici, ai profeti, ai sacerdoti. Queste erano le autorità che Dio aveva
dato al popolo di Israele. Poi siamo giunti nella terra promessa e non molto
tempo dopo la gente è andata da Samuel dicendogli che doveva dare loro un re.
"Vogliamo un re come tutte le nazioni."
In origine Dio stesso voleva governare il Suo popolo ed essere il Suo re. Samuel
piange disperato e protesta, ma Dio gli dice: "Smetti di piangere, loro non sono
insorti contro di te ma contro di me. Non vogliono che io li governi. Fa’
regnare su di loro un re." E ricordatevi di Saul, di Davide, di Salomone, etc,
etc.
Dal punto di vista di Dio il tempo è un elemento importante. Alla fine del tempo
Egli ritorna. Questa volta non si tratta di un altro Mosè, di un altro Isaia;
questa volta viene il Messia in persona ad offrire loro il regno. Dall’inizio
alla fine della Sua opera Yeshua parla del regno. Le parabole si riferiscono al
regno, così come il Suo insegnamento. Dall’inizio alla fine Egli offre a Israele
di essere il regno di Dio sulla terra. E come sapete, loro lo respingono ancora
una volta. Rifiutano Dio, che li ha condotti fuori dall’Egitto, mentre loro
pretendevano un re. Lo respingono quando viene il Messia a offrire loro il
regno. Ma Dio ha abbandonato questo popolo? Egli ha forse detto loro che li
avrebbe sostituiti con i pagani, con un mucchio di cristiani? L’ha fatto? No,
per carità! Se l’avesse fatto un giorno potrebbe andare a dire a questi
cristiani di non essere buoni abbastanza e sostituirli con i musulmani.
Ma noi crediamo in un Dio immutabile. La Sua parola ad Abraamo, a Isacco e a
Giacobbe è eterna. Israele ha mancato l’obiettivo al primo giro. E anche al
secondo giro, quando è venuto il Messia in persona, Israele ha mancato l’obiettivo. Ma i
profeti dicono molto chiaramente: Egli ritornerà ancora una volta. E quando
ritornerà, al terzo giro, ogni ginocchio si piegherà e ogni lingua lo
professerà. Lo riconosceranno. Lo riconosceranno come la loro stessa carne e il
loro stesso sangue, non come un ‘Gesù’ biondo con gli occhi azzurri.
Comprenderanno chi Egli sia veramente, esattamente come i fratelli di Giuseppe.
Vi ricordate dei fratelli di Giuseppe? Prima volevano ucciderlo, poi decidono di
venderlo come schiavo in Egitto; poi avevano fame e sete e vengono per comprare
un po’ di pane. Vengono a supplicare Giuseppe per un po’ di pane. Quando lo
guardavano non riuscivano a vedere altro che un egiziano, un pagano. Così come
gli ebrei guardano Yeshua e non riescono a vedere altro che un Gesù biondo con
gli occhi azzurri, pagano, europeo, qualcosa che ha creato il mondo occidentale.
Ma quando Egli ritornerà, lo guarderanno e capiranno chi Egli sia veramente e
Israele si convertirà come nazione e come nazione lo accetterà per ciò che è.
Poi ci sarà una grande rinascita in questo paese, quando Egli ritornerà e questa
volta darà loro il regno. E non potranno fare altro che piangere e disperarsi e
realizzare che Egli non è Gesù, Egli è Yeshua. Egli non è qualcosa che hanno
inventato i pagani, Egli è la benedizione di Dio per tutte le famiglie della
terra. Egli è la luce delle nazioni, Egli è il promesso e non ce n’è un altro.
In Zac 12,10 leggiamo un meraviglioso passaggio che parla della battaglia
finale, quando il Signore metterà le nazioni contro Gerusalemme, quella
battaglia chiamata di Gog e Magog. Il verso recita: "Spanderò sulla casa di
Davide e sugli abitanti di Gerusalemme lo Spirito di grazia e di supplicazione;
essi guarderanno a me, a colui che essi hanno trafitto, e ne faranno cordoglio
come si fa cordoglio per un figlio unico, e lo piangeranno amaramente come si
piange amaramente un primogenito". Egli ritornerà come viene promesso in
Dan 7:13. Egli verrà sulle nuvole con gran potenza e gloria e Israele vivrà una vera
rinascita. In Zac 13,1 leggiamo: "In quel giorno vi sarà una fonte aperta per la
casa di Davide e per gli abitanti di Gerusalemme, per il peccato e per
l’impurità." In quel giorno lo guarderanno e lo riconosceranno e tutta la
nazione si pentirà e per questa nazione sarà aperta una fonte. Israele sarà
salvato come nazione, come dice Paolo in Romani 11. È fantastico.
Yeshua viene e attraverso i Suoi insegnamenti parla a tutti questi quattro
gruppi di persone. Egli parla ai sadducei: "Non si tratta della vostra via. Io
sono la via." Egli parla agli zeloti: "Non si tratta di rivoluzione, si tratta
di adorazione. Se non adorate Dio in spirito e in verità, guai a voi, allora
rimarrete nella vostra maledizione." E agli esseni Egli dice: "Non si tratta di
dove vi trovate, si tratta di dove si trova veramente il vostro cuore."
In Matteo 5 leggiamo del regno: "Beati i poveri in spirito, perché di loro è il
regno dei cieli. Beati quelli che sono afflitti, perché saranno consolati. Beati
i mansueti, perché erediteranno la terra. Beati quelli che sono affamati e
assetati di giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché a
loro misericordia sarà fatta. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati
quelli che si adoperano per la pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati
i perseguitati per motivo di giustizia, perché di loro è il regno dei cieli.
Beati voi, quando vi insulteranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno
contro di voi ogni sorta di male per causa mia. Rallegratevi e giubilate, perché
il vostro premio è grande nei cieli; poiché così hanno perseguitato i profeti
che sono stati prima di voi." (Mat 5:3-12)
Guardate come termina l’Antico Testamento e osservate l’opera di Yeshua proprio
agli inizi. Egli passa al contrattacco. Se il popolo di Israele fosse andato da
Lui, sarebbe stato la testa e non la coda. Domani festeggiamo il Rosh haShana,
il Capodanno ebraico, e capirete perché la gente in Israele mangia la testa del
pesce.
Solo Yeshua può indurre una persona come Matteo, un esattore, un traditore di
Israele, che collaborava con i Romani, a mangiare e bere e a servire Dio insieme
agli zeloti, a Simone, lo zelota. Vi svelo una cosa degli zeloti: avrebbero
preso un esattore come Matteo e gli avrebbero tagliato la testa. Traditore di
Israele. Solo Yeshua può mettere insieme due persone con un simile odio e
riunirli davanti al Santo di Israele. Solo Yeshua può fare una cosa del genere.
Tutto questo è la base per noi per comprendere le differenze tra l’alleanza di
Abraamo, l’alleanza di Mosè e ora la Nuova alleanza, che andremo a vedere nel
libro di Geremia, capitolo 31,31, dove si dice: "Ecco, i giorni vengono, dice il
SIGNORE, in cui io farò un nuovo patto con la casa d’Israele e con la casa di
Giuda; non come il patto che feci con i loro padri il giorno che li presi per
mano per condurli fuori dal paese d’Egitto: patto che essi violarono, sebbene io
fossi loro signore, dice il SIGNORE." Ciò non dice proprio nulla dell’alleanza
di Abraamo, che resterà per sempre e che è quel patto che noi manterremo per
sempre. Ma qui Egli dice: "Avete violato il patto che io ho stretto con voi, il
giorno in cui vi ho condotto fuori dall’Egitto" Quale patto è questo? Il patto
del Sinai. L’abbiamo violato. E Dio cosa farà? Egli non abbandonerà o rinuncerà
al Suo popolo, perché ha violato il patto. Egli l’ha giurato ad Abraamo, a Isacco
e a Giacobbe. Egli non può sciogliere questo patto con il Suo popolo. Nonostante
il popolo di Israele l’abbia violato e abbia voltato le spalle a Dio,
nonostante non abbia mantenuto il patto e lo abbia anzi trasformato in un
mucchio di leggi aggiuntive di ogni sorta, Egli non abbandona il Suo popolo.
Egli stringe una Nuova alleanza con il Suo popolo.
In questa Nuova Alleanza Egli realizza le Sue promesse fatte ad Abraamo, il padre
di molte nazioni. Giustificazione attraverso la grazia. Dio giustifica il Suo
popolo nello stesso modo in cui ha giustificato Abraamo: attraverso la fede.
Giustificazione che viene dalla fede. Qui in Geremia Egli viene e dice che verrà
per stringere una Nuova Alleanza con il Suo popolo.
"Poiché io perdonerò la loro iniquità, non mi ricorderò del loro peccato." Come
potrà Dio mantenere una simile promessa? Come può Egli disprezzare la sua stessa
legge? Dio non voglia? Secondo la legge il perdono avviene solo tramite il
sacrificio. E ora Egli viene e promette di perdonare e redimere i peccati. Egli
può farlo senza sacrificio? Egli offre un sacrificio, di cui Isaia parla molto
chiaramente in Isaia 53. Egli parla dell’agnello condotto al mattatoio. Egli
dice che Israele come nazione lo disprezzerà. Ma con Yeshua è iniziata male ed è
finita ancora peggio. Non è stata una sorpresa per Dio che Yeshua sia finito
sulla croce. Era stato predetto prima del tempo in modo preciso e dettagliato.
Il Signore viene qui e dice: "Vedi, Israele, anche se mi volterai le spalle, io
ho una meravigliosa soluzione per te; una soluzione per tutta l’umanità.
Stringerò una nuova alleanza." Questa Nuova Alleanza è ancora una volta un patto
incondizionato e ci riporta all’alleanza di Abraamo. Le porte del cielo ora sono
aperte anche al mondo pagano, affinché possa entrare ed ereditare le promesse
fatte a Israele. Dio invita i pagani a essere benedetti con le promesse che Egli
aveva fatto al Suo popolo. Egli invita i pagani a partecipare alle benedizioni,
alla luce e alle promesse, che erano state offerte al popolo d’Israele.
Anche Isa 14,1 tratta della meravigliosa Nuova Alleanza, della quale parla
Geremia: "Il SIGNORE infatti avrà pietà di Giacobbe, sceglierà ancora Israele, e
li ristabilirà sul loro suolo; lo straniero si unirà a essi e si stringerà alla
casa di Giacobbe." Questo versetto è qui per mostrarci che Dio non ha eletto
Israele, perché avesse il dominio su di Lui. Il problema di Israele è quello di
pensare di avere il dominio su Dio: si tratta del nostro Dio, si tratta della
nostra legge, si tratta del nostro paese. Israele pensa di avere il monopolio su
Dio. Dio ha eletto questa nazione, affinché fosse uno strumento nelle Sue mani,
un mezzo per condurre tutti popoli alla piena conoscenza di Dio.
La legge ci viene data, affinché comprendiamo lo stato di disperato bisogno
della grazia e della redenzione di Dio in cui ci troviamo. Questa è la
situazione, in cui il sistema sacrificale entra nel quadro dei sommi sacerdoti,
del clero e dell’altare. Ciò è stato dato affinché l’umanità potesse comprendere
veramente il sacrificio finale che sarebbe venuto. Affinché l’umanità vedesse e
capisse che Dio avrebbe completato l’opera portando la salvezza finale, la
redenzione e la grazia per tutti coloro che umilmente vengono a Lui. Perciò la
redenzione è per gli umili, per coloro che sono venuti ad affrontare la realtà
di non essere all’altezza della santità di Dio e di avere un disperato bisogno
della grazia di Dio. Dio non ci lascia orfani. Egli viene e dice: "Venite a me.
Io vi perdonerò. Io vi salverò. Io sono venuto per portare via il cuore di
pietra e darvi un cuore nuovo e uno spirito nuovo. Venite! Prima gli ebrei. Ma
anche i pagani. Poiché Io sono il Dio di tutta l’umanità. Poiché Io amo tutta l’umanità.
Per i credenti è una sfida. Per coloro che hanno fatto esperienza della grazia
di Dio, che sono venuti in contatto con la realtà del perdono di Dio e della
redenzione finale, con il culmine della rivelazione di Dio in Yeshua. Per coloro
che comprendono veramente che la sfida è quella di portare Israele dall’alleanza
del Sinai verso un’alleanza migliore, della quale leggiamo nella lettera agli
ebrei.
Quando gli israeliani osservano la Nuova Alleanza, la vedono come qualcosa di
effettivamente pagano e cristiano. Ne hanno paura, non vogliono sfiorarla, non
vogliono leggere nulla al riguardo e non vogliono avere nulla a che fare con
essa. In realtà, per Israele i responsabili delle nostre tragedie sono il
cristianesimo e il Nuovo Testamento. Tutto questo a causa della storia. Come si
può dare loro torto? Con l’Inquisizione, con le Crociate, con tutto quello che
la Chiesa ha fatto in nome di Gesù, come riflesso dell’amore di Dio. Possiamo
dare torto al popolo di Israele perché prova ciò che prova, perché pensa ciò
che pensa, con una storia così tragica della Chiesa, che ha completamente
distorto il messaggio più meraviglioso dell’umanità, trasformandolo in qualcosa
di totalmente diverso?
Vi prego di comprendere che per noi è stata molto più dura che per Paolo, Pietro
e Giovanni. Loro non hanno dovuto affrontare 2000 anni di storia della Chiesa.
Nel momento in cui si inizia a parlare di Yeshua alle persone, ci si deve
occupare di una tale storia della Chiesa. Mi sono sentito esattamente così, la
prima volta che sono venuto in contatto con questo argomento: i crociati,
l’Inquisizione, il Medioevo. Cosa c’entro io con Yeshua? Noi abbiamo Mosè!
Yeshua è per i pagani. Yeshua, l’ebreo. I profeti hanno parlato molto
chiaramente di Yeshua. Yeshua, che Dio ha promesso a tutta l’umanità, è
considerato un traditore dagli israeliani, come quello che ci ha portato tutte
le tragedie della nostra storia. Riconoscerai che per molti israeliani Yeshua è
responsabile della nostra dolorosa, faticosa e triste storia. Ed cosa c’entra
Egli con questo? Se Egli venisse nella Chiesa, subirebbe lo choc più grande
della Sua vita. Egli non avrebbe mai voluto che le cose andassero così. Allo
stesso tempo posso dirvi che, se Mosè venisse ad esempio a Mea Shearim,
subirebbe anche lui lo choc più grande della sua vita. Non avrebbe mai voluto
che le cose andassero in questo modo. Mosè non avrebbe mai voluto che il
giudaismo si sviluppasse in questa direzione. E Yeshua non avrebbe mai voluto
che la Chiesa fosse ciò che è oggi nella maggior parte del mondo. Ringraziate
Dio per le persone come voi, che hanno davvero la giusta comprensione della vera
rivelazione di Dio in Yeshua haMashiach, il quale non è venuto per portare una
nuova religione nel mondo.
Yeshua è venuto per riconciliare l’umanità con se stessa. E chi di voi crede in
Lui, sa di essere stato riconciliato con Dio, come promesso da Dio. Sa di essere
in pace con Dio. Sa che il suo nome è iscritto nel libro della vita. Stiamo
giusto per celebrare il Rosch haShana (Capodanno ebraico) e il giorno
dell’espiazione, che rappresentano i giorni più sacri nella vita degli
israeliani e il desiderio ardente di queste persone in questi giorni è: "Signore,
concedici di sapere di essere iscritti nel libro della vita." Neanche
un rabbino alla fine del giorno dell’espiazione può uscire dalla sinagoga con la
sicurezza nel cuore di essere stato perdonato davvero. Nessuno di loro può
essere sicuro. Neanche il rabbino capo di Israele. Ma benedetto è colui che
viene umilmente e riceve quel perdono offerto da Dio e di cui Egli ha parlato
molto chiaramente nelle Scritture. Benedetto sia colui che non inciampa su
questa pietra che il Signore ha posato a Sion. La sfida consiste nel fatto che
questa nazione alla fine starà faccia a faccia con questo Yeshua, che indica
come Yeshu, quel Yeshua che chiama Gesù, e capirà chi Egli è. Io rendo lode a
Dio per ognuno di voi, per aver aperto il vostro cuore e aver ricevuto la
redenzione e la salvezza dal fedele e adorato Dio di Israele.
Padre, voglio ringraziarti con tutto il cuore per le alleanze,
l’alleanza di Abraamo, l’alleanza del Sinai e la Nuova Alleanza, che sono tutte
fondate nella Tua saggezza. Tutte fondate per mezzo della Tua grazia, della Tua
misericordia, della Tua potenza e della Tua forza. Prego, affinché tutti noi
possiamo crescere nella conoscenza del Tuo amore, nel Tuo incrollabile amore,
Signore. Tutto cresce nella consapevolezza della Tua fedeltà e nella pace che
Tu hai fondato nei nostri cuori, così come Tu ci hai riconciliati nel sangue
dell’agnello, Yeshua. Amen.
Abbiamo parlato molto della pietra che il Signore ha posto a
Sion; la pietra che i costruttori avevano rigettato, la pietra che è divenuta
una pietra angolare. Daremo uno sguardo a tal riguardo per poi passare alla
lettera ai Romani, per capire sempre più approfonditamente il piano di Dio con
la Sua nazione Israele; per capire questa redenzione finale, il piano di Dio per
il mondo, che ha a che fare con Israele. Iniziamo con Isaia 28:16, dove troviamo
l’importante versetto chiave, che ha a che fare con il piano di salvezza e di
redenzione di Dio. Mentre Israele versa nella disobbedienza, mentre volta le
spalle a Dio, mentre davvero non ascolta il Signore, nel mezzo di una simile
noncuranza, viene il Signore e gli fa una promessa meravigliosa. Una
meravigliosa promessa. Il versetto recita: "Perciò così parla il Signore, DIO:
Ecco, io ho posto come fondamento in Sion una pietra, una pietra provata, una
pietra angolare preziosa, un fondamento solido; chi confiderà in essa non avrà
fretta di fuggire." L’Onnipotente Dio viene e dice che Egli porrà una pietra a
Sion. Yeshua sarà adorato come la pietra che i costruttori avevano rigettato e
che è divenuta una pietra angolare. Osserviamo Dio, l’Onnipotente Dio, che ama
davvero tutte le razze umane e vuole dare un’equa opportunità a tutta l’umanità.
Supponiamo tu sia cresciuto nei quartieri poveri di Harlem. Supponiamo tu sia
cresciuto in un certo quartiere criminale, in mezzo a una famiglia che
effettivamente non ha potuto spianare una strada divina per i tuoi passi.
Supponiamo tu sia cresciuto in qualche paese dell’Africa nera e sei una persona
di colore, una persona povera, una persona che effettivamente non ha avuto
alcuna opportunità di una vita migliore, di salire nella scala esistenziale per
ottenere una vita migliore o una migliore posizione. Le persone fanno a gara per
raggiungere qualcosa nella vita, per arrivare sempre più in alto in cima alla
vetta della vita: il massimo nell’istruzione e il massimo nella professione.
Tutti vogliono fare qualcosa della propria vita per arrivare sempre più in alto.
E ci sono altre persone che non hanno questa opportunità, che sono cresciute in
ambienti o in famiglie che non hanno mai avuto una vera opportunità di ottenere
qualcosa dalla propria vita.
Osserva Dio e il Suo amore per l’umanità. Egli viene e dice: "Io porrò una
pietra a Sion. Io spianerò la strada a tutta l’umanità. Chiunque verrà a questa
pietra, che io porrò a Sion, in realtà verrà a me e il cielo sarà l’unico limite
a ciò che riuscirò a fare nel profondo di questa persona. Posso prendere la vita
di questa persona, in qualsiasi situazione si trovi: povera, malata, nera,
bianca, ecc., e trasformarla in un diamante. Posso trasformarla in una perla.
Posso prenderla e questa non sarà mai delusa. Non si vergognerà mai più della
sua vita. Anche se non ha ricchezze, anche se non è una bellezza, anche se non
ha niente. Ma se viene a me, le darò tutto, affinché abbia una vita vincente,
una vita adeguata, una vita meravigliosa piena di significato e che brilla di
bellezza propria."
Dio viene e dice che Egli porrà questa pietra a Sion e tutto quello che dovete
fare è recarvi lì. Tu arrivi a questa pietra, che io ho posto a Sion e affidi il
resto a me, e il cielo sarà l’unico limite a ciò che posso fare con te, poiché
quando arriverai a questa pietra, io ti darò un cuore nuovo, ti darò uno spirito
nuovo, verrò e farò di te la dimora della mia stessa presenza. Quando dimoro in
te, cosa può andare storto? Quando dimoro in te, puoi superare tutto, puoi
gioire di tutto, puoi avere la gioia ed essere grato per tutto il tempo, perché
hai una relazione con me, perché adesso siamo un’unica cosa, poiché adesso siamo
soltanto tu e io nello spirito, nel corso della storia. E noi creeremo la
storia. Dio crea storie nel corso della storia e adesso la creeremo insieme a
Lui. Noi creiamo la storia. Non dobbiamo fare altro che andare da Lui. Venite a
me, voi che vi sentite affaticati e oppressi e io vi ristorerò.
Isaia arriva al popolo di Israele nel pieno della sua noncuranza nei confronti
di Dio e dice: "Ho posto una pietra a Sion, come fondamento." Se vieni verso
questa pietra, da Yeshua, che è la pietra angolare, il Signore pone un
fondamento completamente nuovo nel profondo del tuo essere e nel tuo cuore. Ora
dipende da te iniziare a costruire una nuova vita con questo cuore nuovo e con
questo spirito nuovo che Dio ti ha dato. Con questa pietra vengono pienamente
gettate le fondamenta nel tuo cuore. Partecipa a questa gara, corri, il cielo è
l’unico limite a ciò che Dio può effettivamente fare con te.
Quando arrivi a questa pietra, una delle cose che il Signore ci chiede è quella
di costruire la nostra vita su questa roccia, non sulla sabbia. Arriviamo alla
roccia e iniziamo a costruire la nostra vita su questa roccia. Daremo uno
sguardo a questa pietra rigettata dai costruttori nel libro dei Salmi 118:21-27.
Prima di leggere questi versetti parlerò un po’ dell’Ultima Cena,
poiché in questo verso discuteremo della Pesach (Pasqua ebraica). Nei Vangeli
c’è scritto che il Signore e i discepoli hanno letto l’halel. Che cos’è questo
halel che hanno letto durante la Pesach? Questo halel comprende i capitoli
113-118 del libro dei Salmi. Questo è l’halel che facevano allora e che fanno
oggi. È qualcosa che effettivamente viene osservato nella tradizione e dove
molto di questo ha veramente a che fare con la Pesach. Leggendo il contesto di
questi Salmi, si nota che si tratta delle meravigliose parole di salvezza che
Dio promette al Suo popolo. Il testo recita: "Ti celebrerò perché mi hai
risposto e sei stato la mia salvezza. La pietra che i costruttori avevano
rigettato è divenuta la pietra angolare. Questa è opera del SIGNORE, è cosa
meravigliosa agli occhi nostri. Questo è il giorno che il SIGNORE ci ha
preparato; festeggiamo e rallegriamoci in esso. O SIGNORE, dacci la salvezza! O
SIGNORE, facci prosperare! Benedetto colui che viene nel nome del SIGNORE. Noi
vi benediciamo dalla casa del SIGNORE. Il SIGNORE è Dio e risplende su di noi;
legate la vittima della solennità e portatela ai corni dell’altare."
Conoscete tutti la canzone: "Questo è il giorno". Questa canzone si sente spesso
in chiesa. Mentre canta questa canzone, la maggior parte delle persone riesce a
pensare unicamente all’oggi. Questo è il giorno che il Signore ci ha preparato e
noi e ci rallegriamo di questo giorno, oggi. Pochissime persone hanno la giusta,
vera comprensione, la vera conoscenza di questo passaggio qui. Davide non era
solamente un re, ma era letteralmente un profeta. Qui egli ci fa una
meravigliosa profezia e noi vi daremo uno sguardo. Egli parla della pietra che i
costruttori hanno rigettato. Sappiamo che questa pietra è Yeshua haMashiach. I
costruttori sono Israele. In realtà, Dio ha eletto questa nazione per diffondere
il Suo nome nella creazione, per essere uno strumento nelle Sue preziose e
meravigliose mani, per essere un utensile nelle mani del Dio vivente, per far
conoscere al mondo intero il Santo di Israele, come l’acqua copre il mare.
Affinché tutti conoscano Dio. Questa nazione è stata eletta per un un’unica e
sola ragione, per essere costruttrice del nome di Dio sulla faccia della terra.
Ma i costruttori, Israele, hanno rigettato la pietra che il Signore ha posto a
Sion (Isaia 28,16). Ma per l’Onnipotente Dio tutto questo non è stato una
sorpresa, quando Isaia ci dice che il Messia sarà condotto al mattatoio come un
agnello, quando Daniele ci dice che Egli sarà isolato, quando Isaia ci dice che
Israele come nazione lo disprezzerà, lo abbandonerà, gli volterà le spalle, gli
sputerà addosso. Per Dio non è stata una sorpresa che i costruttori, Israele,
hanno rigettato la pietra che il Signore aveva posto a Sion come solido
fondamento. Egli viene e fa di questa pietra la pietra angolare principale.
Questo è ciò che ha fatto il Signore. Questo non è lo splendido inizio, come
quando Yeshua guarisce i malati, apre gli occhi ai ciechi, purifica i lebbrosi,
pronuncia grandi parole di saggezza e resuscita i morti. Non è neanche un evento
grandioso che ha avuto una tragica fine. Non si tratta di uno splendido,
meraviglioso inizio e di una tragica fine. Non è proprio questo il caso. Questa
è l’opera del Signore, l’intenzione di Dio, la via attraverso la quale Dio offre
redenzione e salvezza; ponendo un fondamento per chiunque arrivi a questa pietra
che Dio ha posto a Sion. Questo è ciò che ha fatto il Signore ed è meraviglioso
ai nostri occhi.
Ricordo un paio di persone a cui ho dato testimonianza. Uno parla con così tante
persone, che si fa fatica a ricordarle tutte. Ma ce ne sono un paio, che sono
rimaste impresse nella mia memoria. Vi ho raccontato di quel soldato a
Gerusalemme. Poi c’è stata una donna più anziana con la quale ho parlato in
America. Ricordo la sua reazione appena ho iniziato a parlarle del Vangelo.
Mentre mi fissava ha notato che ero uno straniero negli Stati Uniti, un tipo
dall’aspetto strano, un ragazzo che sembrava provenire dal Medio Oriente. Dopo
che le ho parlato della redenzione, improvvisamente mi ha chiesto da dove
venissi. Le ho detto che venivo da Israele. Mi ha chiesto se fossi ebreo. Le ho
risposto che ero ebreo e avreste dovuto vedere com’è cambiata la sua espressione
del viso in quel secondo, in quell’istante, in cui ha sentito che ero ebreo.
"Sei un ebreo? Hai ucciso il mio Cristo. Hai ucciso il mio Dio. Hai ucciso Gesù.
Come osi venire a parlarmi di Gesù?" Ve lo immaginate? Era cattolica e mi ha
trattato con una tale rabbia, ritenendomi responsabile dell’uccisione di Gesù.
Ma questo è ciò che ha fatto il Signore. Se solo l’avesse capito. Questo è ciò
che ha fatto il Signore ed è meraviglioso ai nostri occhi.
Con mio rammarico, la maggior parte delle persone della Chiesa ̵ primariamente
della Chiesa cattolica – ritiene Israele responsabile della crocefissione di
Gesù, a cui sono da ricondurre anche le molte persecuzioni degli ebrei. E non si
chiedono dove sarebbero essi stessi oggi, se Israele non avesse crocifisso il
Signore. Senza la crocifissione di Gesù non ci sarebbe salvezza, né redenzione,
né perdono, né riconciliazione dell’Umanità con Dio. Nessuno può dare la colpa a
Israele, poiché i romani non sono meno colpevoli e il Vangelo ci dice molto
chiaramente che entrambi, ebrei e pagani, sono colpevoli. Ma il cristianesimo
ritiene Israele responsabile e questa nazione è stata continuamente perseguitata
dalla Chiesa nel nome di Gesù. Eppure, questo è ciò che fatto il Signore ed è
meraviglioso ai nostri occhi.
Vi dico questo, affinché comprendiate, quando venite in Israele a diffondere il
Vangelo tra gli israeliani, perché sentono ciò che sentono e perché pensano ciò
che pensano. Dobbiamo comprendere che questo è ciò che ha fatto il Signore ed è
meraviglioso ai nostri occhi. Diamo un’occhiata al Salmo 118, versetto 24:
"Questo è il giorno che il SIGNORE ci ha preparato; festeggiamo e rallegriamoci
in esso." Qui Davide parla del giorno in cui Yeshua viene crocifisso. Quando
cantiamo questa canzone, non si tratta di un giorno qualsiasi o di ogni giorno.
Si tratta esattamente di quel giorno in cui i costruttori hanno rigettato
Yeshua, la pietra, che Dio aveva posto come fondamento. Si tratta di quel giorno
che la storia ha atteso e che i profeti hanno profetizzato e promesso,
anticipando ciò che sarebbe successo, quando sarebbe venuto il Messia e dove
sarebbe dovuto nascere.
Questo è quel giorno, di cui i profeti ci hanno parlato e raccontato, prima che
arrivasse. Questo è il giorno che il Signore ci ha preparato. Grazie a questo
giorno possiamo rallegrarci ogni giorno. Solo grazie a questo giorno possiamo
rallegrarci veramente ogni giorno. La storia ha atteso questo giorno davanti
alla croce, Israele si è rallegrato in esso, i profeti ne hanno parlato. E ora
che è arrivata la croce, volgiamo indietro lo sguardo. Questo è il giorno che il
Signore ci ha preparato. Questo è il punto centrale di tutta la storia. In tutta
la storia non c’è un giorno più importante di questo. Questo è il giorno più
importante della storia. Con mio rammarico, gli ebrei non comprendono che Yeshua
ha cambiato il corso del tempo. Quando diciamo anno 2000, 2001, 2002, in realtà
diciamo: Yeshua ("dopo Cristo"), diciamo proprio il Suo nome. Diciamo: "Questo è
il giorno che il Signore ci ha preparato; festeggiamo e rallegriamoci in esso."
Prima di questo giorno ognuno non vedeva l’ora che arrivasse questo giorno e
dopo questo giorno tutti volgono lo sguardo indietro a questo giorno. Questo è
il giorno che il Signore ci ha preparato per riconciliarsi con l’umanità.
Come potete vedere, in questo passaggio abbiamo il versetto di cui Matteo parla
nel capitolo 23:37-39, che recita: "Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i
profeti e lapidi quelli che ti sono mandati, quante volte ho voluto raccogliere
i tuoi figli, come la chioccia raccoglie i suoi pulcini sotto le ali; e voi non
avete voluto! Ecco, la vostra casa sta per esservi lasciata deserta. Infatti vi
dico che da ora in avanti non mi vedrete più, finché non direte: «Benedetto
colui che viene nel nome del Signore!»" Yeshua dice che non lo vedranno, non
vedranno la pietra, che hanno rigettato, finché Israele non dirà: "Benedetto
colui che viene nel nome del Signore". Il Signore non dice tali parole a un
gruppo di persone qualsiasi sulla terra. Egli non le dice a Washington o a
Londra; non sono state dette a Zurigo o a Budapest. Queste parole non sono state
dette a nessun altro paese al mondo, se non a Israele. E il desiderio ardente di
Dio nel corso di tutti i secoli è che tutta l’umanità si converta a Lui. Ma
l’Onnipotente Dio ha un angolo speciale nel Suo cuore per il Suo popolo
d’Israele, affinché ritorni da Lui. Ciò è stato invocato dal Messia in persona,
dagli apostoli e ora anche voi supplicate l’Onnipotente Dio, affinché riporti a
sé il Suo popolo, perché quando queste persone lo invocheranno, avremo una vera
redenzione sulla terra.
Dio mette questa nazione all’angolo, come nel libro dei Giudici. In questo libro
il popolo di Israele volta le spalle al Suo Dio ogni paio di anni e si lamenta
quando Dio gli scaglia i nemici contro. Abbandona la fede in Dio, Dio vuole
avere la sua attenzione e manda Moab, Ammon, Edom e Amalek. Allo stremo delle
loro forze, Egli li costringe in ginocchio a piangere e a gridare redenzione.
"Mandaci il redentore!" Viviamo in tempi in cui tutte queste cose, che si vedono
qui in Israele, tutta la pressione che ci viene fatta, non sono altro che la
strategia di Dio. È come ai vecchi tempi. Oggi non sono Moab e Amalek. Oggi sono
la Siria e l’Iraq, la Libia, l’Iran e i palestinesi. Ma Dio ha il suo modo per
fare pressione a questa nazione che, con mio rammarico, va in ogni direzione
possibile: dalla New Age alla religione, da Budda a chissà cosa. È una grande
sfida per la Chiesa, alzarsi e richiamare Israele al vero pentimento,
richiamarlo al Suo Messia, fargli comprendere Yeshua nel suo contesto ebraico e
prospettargli la realtà di ciò che Yeshua è. Non si tratta di qualcosa che si è
inventato il mondo pagano.
Non si tratta del fatto che il Signore voleva portare nel mondo una nuova
religione, il cristianesimo, una religione contro il Suo stesso popolo.
L’appello dei profeti, l’appello degli apostoli e ora – lode a Dio – il vostro
appello al ritorno di questo popolo a Dio è impressionante. L’Onnipotente Dio è
così contento di ognuno nella chiesa, che si risveglia alla realtà della
redenzione – del giudeo prima, Rom 1:16. Lodiamo Dio per essere venuti ad
annunciare veramente il Vangelo a questa nazione. Benedetto sia colui che viene
nel nome del Signore. Grazie a persone come voi, che si preoccupano, che amano,
che hanno la volontà di combattere la buona battaglia, l’Onnipotente Dio
riuscirà a mettere questa nazione di fronte alla realtà di Yeshua nel suo
contesto ebraico. Questo succede attraverso la rivelazione; ed effettivamente
non possiamo prendercela o serbare rancore nei confronti del resto della Chiesa.
Semplicemente la Chiesa non ha avuto il privilegio e la grazia di questa
rivelazione. Qui vi vengono insegnate cose, che solo pochissimi nella Chiesa
comprendono davvero. Vi vengono insegnate cose, che sono molto lontane dalla
Chiesa. Ci sono tantissimi insegnamenti nella Chiesa, ma c’è solo una verità.
Noi qui tocchiamo il cuore della verità, studiando la parola e analizzando il
piano di Dio per questa nazione e la redenzione che alla fine verrà, il regno di
Dio sulla terra. Vieni, Signore Yeshua.
1 Pietro 2,3-10 recita: "se davvero avete gustato che il Signore è buono.
Accostandovi a lui, pietra vivente, rifiutata dagli uomini, ma davanti a Dio
scelta e preziosa, anche voi, come pietre viventi, siete edificati per formare
una casa spirituale, un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali,
graditi a Dio per mezzo di Gesù Cristo. Infatti si legge nella Scrittura: «Ecco,
io pongo in Sion una pietra angolare, scelta, preziosa e chiunque crede in essa
non resterà confuso». Per voi dunque che credete essa è preziosa; ma per gli
increduli «la pietra che i costruttori hanno rigettata è diventata la pietra
angolare, pietra d’inciampo e sasso di ostacolo». Essi, essendo disubbidienti,
inciampano nella parola; e a questo sono stati anche destinati. Ma voi siete una
stirpe eletta, un sacerdozio regale, una nazione santa, un popolo che Dio si è
acquistato, perché proclamiate le virtù di colui che vi ha chiamati dalle
tenebre alla sua luce meravigliosa; voi, che prima non eravate un popolo, ma ora
siete il popolo di Dio; voi, che non avevate ottenuto misericordia, ma ora avete
ottenuto misericordia."
Padre, Ti ringraziamo. Lodiamo il Tuo santo nome, Ti lodiamo per essere
venuto e per averci riconciliati con Te, nel momento in cui Tu hai posto la
pietra a Sion, la migliore alleanza, Signore. Ti lodiamo, Padre, per questa
riconciliazione e per aver fatto di noi un sacerdozio regale, una luce in questo
mondo tenebroso. Prego, affinché comprendiamo effettivamente che siamo una nave,
che porta in noi il Tuo spirito, Signore. Affinché siamo le persone che Tu
desideri che siamo, Signore, per la Tua gloria e il Tuo onore, Padre. Prego,
affinché ognuno di noi continui a crescere nella conoscenza di ciò che siamo ai
Tuoi occhi. Di quanto siamo amati e accettati. Di quanto in realtà siamo
un’unica cosa insieme a Te nel sangue dell’agnello e niente può separarci da Te,
perché Tu resti fedele al Tuo patto, che Tu hai stretto con noi nel sangue di
Yeshua. Nel Tuo nome preghiamo, Padre, che i nostri cuori possano continuare a
ballare per la gioia di chi siamo in Lui. Per sempre e in eterno. Amen.
Questo testo di cui sopra (1Piet 2,3-10) si riferisce alla pietra, di cui
abbiamo discusso in Isaia 28, che il Signore ha posto a Sion. Anche lui parla
della pietra che i costruttori hanno rigettato, come possiamo leggere in Salmi
118, l’halel. Voglio discutere del fatto che qui noi siamo il sacerdozio regale.
Quando Dio elegge Israele, in Esodo 19,6 lo elegge come nazione santa per essere
un regno di sacerdoti. Israele viene eletto come nazione per essere un
sacerdozio regale, ma avendo voltato le spalle a Dio, in questo momento della
sua storia non rientra nel pieno delle promesse di Dio. Dio stesso ha chiamato a
Sé le persone, affinché venissero verso questa pietra e fondassero un sacerdozio
regale di tutte le tribù, lingue e nazioni. Non è più solo Israele a essere
sacerdozio. È per tutti coloro che si approssimano alla pietra che il Signore ha
posto a Sion. Qui potete comprendere che siete sacerdoti nelle mani del Signore.
Non si tratta dei sacerdoti nella Chiesa cattolica, dai quali dovete andare a
confessare i vostri peccati e che poi vi perdonano perché ci siete andati. Il
perdono dei peccati ha a che fare con la persona nei confronti della quale hai
peccato. Vai a chiedere il perdono alla persona nei confronti della quale hai
peccato, non a un sacerdote qualsiasi, seduto in chiesa. Siamo tutti sacerdoti.
Siamo tutti il sacerdozio nelle amorevoli e fedeli mani di nostro Dio. Per cosa
siamo diventati sacerdoti, il sacerdozio regale? Per andare a parlare del
trionfo di Dio. Voi siete il popolo eletto, il sacerdozio regale, affinché
proclamiate il trionfo di colui che dalle tenebre vi ha chiamato alla Sua
meravigliosa luce.
Miei cari, ricordatevi che una volta non eravate un popolo. Eravate senza
alleanze, senza speranza, senza Dio in questo mondo, senza promesse. Ma poiché
Israele è inciampato sulla pietra che il Signore ha posto a Sion, adesso siete
diventati un popolo. Israele è inciampato su questa pietra e Dio ci aveva
predetto molto prima che sarebbe successo esattamente questo. Che privilegio è
essere un ambasciatore nelle mani di Dio! Ci siamo incontrati per questa unica e
sola ragione: per essere ambasciatori nelle mani del Dio vivente. Ma ovviamente
non siete venuti fin qui per diventare ambasciatori, eravate già ambasciatori a
casa, a prescindere da dove siete venuti. L’istante in cui abbiamo riconosciuto
la pietra, è l’istante in cui siamo venuti dall’onnipotente Dio, è l’istante in
cui siamo diventati ambasciatori. La sola domanda è se siamo pronti a essere
partecipi delle sofferenze di nostro Signore, a essere veri ambasciatori, a non
rimanerci male o a non arrabbiarci per il rifiuto o il disprezzo delle persone.
A non rimanerci male per le persone che vi dicono: "Siete cristiani? Cosa volete
da noi? Lasciateci vivere la nostra vita in pace. Viviamo nel XX secolo, siamo
qui per vivere pienamente la vita, cosa volete da noi? Lasciateci in pace!"
Quando metti le persone di fronte al Vangelo e a un tipo di vita diverso, che
offre un’altra fonte di gioia, soddisfazione e una vita appagante in Dio, queste
persone ti guardano come se fossi un alieno o un pazzo. E ci vuole forza,
coraggio e buona volontà per essere partecipi delle sofferenze del Signore, per
non rimanerci male o non arrabbiarsi quando qualcuno ti respinge o ti disprezza.
Per essere un vero sacerdote nelle mani di Dio, un sacerdozio regale necessita
di un cuore volenteroso per portare la croce e seguire il Signore e rinnegare se
stessi.
A volte le persone mi chiedono come faccio a compiere questo mio sacerdozio anno
dopo anno. Cosa occorre per mantenere vivo questo entusiasmo? Cosa serve per
essere una persona sempre pronta all’azione? Manteniamo questa passione quando
capiamo veramente cosa significa portare la croce e rinnegare se stessi, essere
pronti a condividere la sofferenza del Signore. La sofferenza di cui parliamo
non è la sofferenza causata da una reale mancanza nella vita che ci angoscia, ma
è soffrire per l’effetto della predicazione del Vangelo. Spesso diciamo alla
persona con il marito alcolizzato di sopportare la propria croce. Qualcuno nella
vita spesso ha problemi che non hanno niente a che fare con la rettitudine di
Dio, niente a che fare con la legge, la giustizia o il regno di Dio, e così
pensiamo che sia questo portare la croce. In realtà, portare la croce ha a che
fare con il fatto che noi stessi soffriamo per il nome e per la volontà del
Signore e per il Vangelo. Questa è la vera sofferenza. Molte persone soffrono in
questo mondo e molta di questa sofferenza è causata da noi, che facciamo scelte
sbagliate o prendiamo decisioni errate. Ciò non si può chiamare croce. Non
possiamo neanche chiamarla abnegazione. Portare davvero la croce è quando si
soffre per la volontà di Dio e per la rettitudine di Dio e per il regno di Dio
sulla terra. Questa è la vera sofferenza, della quale parla il Signore
esortandoci a esserne partecipi. Non è una sofferenza qualsiasi, conseguenza del
peccato e delle decisioni sbagliate nella vita. La croce, della quale stiamo
parlando qui, in realtà ha a che fare con la sofferenza che si prova quando si
predica il Vangelo per volontà del Re stesso e per il regno di Dio, che Egli
vuole ardentemente annunciare all’oscuro e morente mondo.
Immagina di essere l’ambasciatore di Haiti. Arrivi alle Nazioni Unite e non sei
molto contento di presentare il tuo povero paese davanti a loro. Non darai
un’impressione imponente. Ma immagina di essere l’ambasciatore americano. Qui
rappresenti davvero una nazione. Cerca di immaginare come l’ambasciatore
americano si alza per parlare alle Nazioni Unite. Sa chi c’è dietro di lui. Che
nazione c’è dietro di lui quando parla alle Nazioni Unite. E ora immagina te
stesso è ambasciatore del Dio vivente. L’America è solo polvere al vento al
confronto con il Dio vivente di Israele. Qui siamo gli ambasciatori di Dio.
Dobbiamo vergognarci nei confronti di qualcuno? Dobbiamo sopportare un qualche
rifiuto, un’imprecazione o qualcuno che ci sputa addosso? Dobbiamo prendercela o
arrabbiarci con qualcuno perché ci disprezza? Sappiamo chi siamo e a chi
affidiamo le nostre vite e chi rappresentiamo sulla terra. Lasciate che questo
penetri nel profondo del vostro essere, affinché nessuna imprecazione, nessuno
sputo, nessuna violenza e nessun rifiuto di qualunque tipo possa scostarvi anche
di un solo millimetro da ciò che siete come ambasciatori del Dio vivente.
È fantastico sapere questo, crederci e agire di conseguenza. Non solo crederci e
dormirci sopra e gioirne, ma crederci e agire di conseguenza. In questo modo si
arriva a un livello completamente diverso, rispetto a quando si crede solamente.
La vera fede influenza il tuo spirito, il tuo atteggiamento nella vita e sprona
i tuoi pensieri e il tuo agire. Ed è importante prendere questa fede e
utilizzarla; perciò siamo qui. Non ci irritiamo per tutto ciò che succede per
strada: ti urlano contro, ti rimproverano, imprecano contro di te, ti sputano
addosso, qualsiasi cosa sia. Consideratela come pura gioia; consideratevi come
ambasciatori di Dio, come il sacerdozio regale. Riflettete sui privilegi, ma
anche sugli obblighi che Dio vi ha dato.
Esaminiamo alcuni privilegi che Dio ci ha dato, in quanto sacerdozio regale, in
quanto Suoi ambasciatori, in quanto uomini e donne sulla faccia della terra, in
quanto Sua luce e sale.
Innanzitutto, il privilegio più prezioso e bello che abbiamo è l’unione con Dio.
Se solo le persone lo sapessero, vorrebbero averla anche loro. Cosa possiamo
chiedere di più dell’essere uniti con l’Onnipotente Dio, dell’essere veri
ambasciatori, veri strumenti nelle mani del Signore, l’unione con Dio? Abbiamo
l’accesso al Padre come nessun altro. Non siamo persone religiose. Non veniamo a
Lui con rituali e tradizioni, con un sistema di cerimonie, regole e precetti;
abbiamo l’accesso al Santissimo. Egli ci ha invitato a venire, Egli ci chiede di
fargli sapere i nostri bisogni. E quando la nostra vita è impegnata con il
regno, Dio è così fedele da rispondere alle preghiere dei Suoi santi. Quando la
nostra vita non è impegnata con motivi egoistici e con ambizioni egoistiche e
con intimi desideri egoistici, bensì quando il nostro cuore e la nostra vita
scelgono il Suo regno, allora preghi e hai accesso al Santissimo e Dio è lì per
rispondere.
Nella preghiera di molte persone nelle comunità cristiane e nelle chiese, molto
ha che fare con cose private e personali, quando il desiderio di Dio è: "Uscite
da voi stessi, allora crescerete nella vostra vita e raggiungerete un nuovo
culmine." Noi abbiamo accesso al Padre. Abbiamo sicurezza. Siamo tutti alla
ricerca di sicurezza, soprattutto in Israele. L’umanità è alla ricerca di
sicurezza, se solo sapesse dove trovarla. La sicurezza che può dare un governo
cambia di giorno in giorno. Domani potresti perdere quella sicurezza che ti dà
il tuo lavoro. La sicurezza che ti danno i soldi o il tuo conto in banca, oggi
può essere grande, ma si vedono molte persone, che un giorno sono milionarie e
l’indomani è tutto svanito. Quale migliore sicurezza si può avere della
sicurezza dell’unione con Dio? Essere sicuri perché Dio è Dio e tu sei Suo
figlio. Il privilegio dell’affetto di Dio, che si preoccupa davvero e che è
l’amante della tua anima.
Quando Dio ha creato Adamo ed Eva, ha dato loro il dominio sul mondo. Noi
l’abbiamo perso a causa del peccato. Ma non appena ritorniamo da Lui, ce lo
riprendiamo. Quando Egli ha creato Adamo ed Eva ci ha dato il dominio su tutta
la creazione. Egli ha creato tutto questo mondo per noi. Noi l’abbiamo perso,
cadendo nel peccato e voltando le spalle a Dio. Ma non appena ci uniamo a Lui,
otteniamo questo dominio. Io lo vivo ogni volta. Nessuno mi può spaventare o
disturbare. La gente per strada può urlare e strillare, ma io so a quali mani ho
affidato la mia vita. Possono uccidermi, togliermi la vita, ma non possono mai
toccare il mio spirito. Io appartengo davvero a Lui.
Quando andiamo in una base militare, immaginate questo ragazzo galileiano che va
dal comandante a chiedere il permesso di andare a cantare ai soldati. Uno ci va
con autorità e lui la riconosce; come ti avvicini a lui, come gli parli.
Riconosce chi gli sta davanti, il suo spirito riconosce con quale spirito sta
parlando. Nel 99% dei casi il comandante aprirà semplicemente il cancello e ti
farà entrare a cantare ai soldati. Dipende da chi sei e da chi rappresenti.
Questo comandante non è altro che un vaso nelle mani di Dio. Noi ricopriamo una
posizione ben più alta di questo comandante. Lui può avere il potere di comando
sul corpo di soldati, ma noi abbiamo il dominio sul mondo intero. Quando siamo
davvero con Dio, abbiamo il dominio, che Egli ci ha dato quando siamo ritornati
da Lui. Diciamolo con franchezza, qui non si tratta di esigere tutto ciò che si
vuole; non perché sei ritornato da Dio puoi chiedere tutto ciò che vuoi.
Invece, si tratta di Dio e delle cose che hanno a che fare con il regno di Dio,
con la rettitudine di Dio. Puoi pretendere tutte le Mercedes e le Cadillac che
vuoi, ma Dio riderà di te e ti chiederà quando finalmente ti sveglierai alla
realtà del Suo Vangelo. Puoi esigere tutti questi territori, gironzolare per il
pezzo di terra e dire a Dio che vuoi averla. Se ha a che fare con le tue
ambizioni egoistiche e con i tuoi motivi personali, Dio continuerà a ridere di
te e ti chiederà quanto tempo ci vorrà perché tu ti svegli alla realtà del Suo
regno, a ciò di cui Lui ha bisogno. Ogni volta che si tratta del regno di Dio e
della volontà di Dio, Dio lo ricompenserà. Con la Sua forza in noi, Egli vuole
che facciamo del nostro meglio per gloriarlo e onorarlo.
Che privilegio è sapere di essere santi e giusti! Voi siete santi, il sacerdozio
regale, la posizione santa di Dio. Non potreste essere ancora più santi di
quanto siate già. Non potreste essere ancora più giusti di quanto già siate,
quando il Signore vi guarda attraverso il sangue di Yeshua. La nostra
responsabilità è quella di elaborare questa santità e questa santificazione.
Egli ci santifica ed Egli vuole che elaboriamo questa santificazione, che Egli
ha già stabilito nella nostra vita e ci ha dato in Yeshua.
Ci sono alcune canzoni nella Chiesa che secondo me non sono del tutto armoniose.
Io le canto, ma il mio spirito non è del tutto in armonia con alcune delle
canzoni che cantiamo in chiesa. Canzoni tipo "Più forza, più amore, più di Te
dentro di me". Quando cantiamo queste canzoni, penso: cosa posso darti di più?
Non posso darti più forza. Posso darti più amore? Sono morto per te; posso darti
più di questo? Non posso darti più misericordia di così. Sono venuto e ti ho
salvato e ti ho amato fino alla morte. Perché pretendi di più, quando ti ho dato
tutto quello che si può dare? Vieni a prenderlo. E quando lo prendi e lo
utilizzi, ce ne sarà ancora di più nella tua vita. Saresti in grado di fare
molte più esperienze, se iniziassi a utilizzare ciò che ti ho dato. Non cantare
per chiedere più di quanto ti ho già dato. Questa è la fondamentale verità. E
noi continuiamo a urlare e strillare per avere di più, chiediamo che venga lo
Spirito Santo, quando è già in noi. Semplicemente utilizzatelo. E quando lo
utilizziamo, allora cresciamo e ci sviluppiamo.
Qui viviamo vicino al mare. Avvicinati all’acqua e prova stare lì sulla
spiaggia, dove si infrangono le onde. Non ti muovere, sta’ solo fermo. Presto
affonderai, è una questione di minuti. I tuoi piedi affonderanno, sprofonderai
mentre stai in piedi. Puoi cercare di stare in piedi quanto vuoi, puoi cantare e
chiedere più forza, più amore, tuttavia continuerai a sprofondare. Ma puoi
prendere ciò che Dio ti ha già dato e ha stabilito dento di te e muoverti ed
entrare con i piedi nell’acqua. Allora vedrai quanto altro in più può fare Dio
con te. Forse cadrai, inciamperai, ma Egli ti tirerà subito su, fintantoché
sarai pronto ad andare con Lui. Ecco di cosa si tratta. Nella Chiesa molti di
noi stanno seduti a chiedere sempre di più, ma Dio vuole che i Suoi figli
vincano una gara.
Santità. Siamo già santi, perché Egli ci ha santificato. Siamo santi e giusti,
come possiamo esserlo nel sangue dell’agnello. Dipende solo da noi, se vivere
nella santità. Possesso. Egli ci ha dato possesso. In Lui ci è trasmessa la
compassione di Dio. Al vertice di tutto ciò c’è il privilegio di essere
vincitori e idonei.
Israele è inciampato su questa pietra, affinché cadesse? Israele è caduto per
Dio, affinché aprisse la porta a te, affinché tu potessi essere questo
sacerdozio regale. Anche agli ebrei. Adesso la porta è aperta a tutti. La porta
è aperta a chiunque venga dal Santo di Israele. La porta è aperta a tutti sulla
faccia della terra, poiché Dio ha creato l’umanità a Sua immagine e somiglianza
e il Suo ardente desiderio vale per tutti. Dio ha eletto Israele come nazione,
come strumento nelle Sue mani, per spianare la strada e riportare tutta
l’umanità a Sé. Questo Egli l’ha fatto portando Yeshua a Israele. Israele ha
rigettato la pietra che Egli aveva previsto come fondamento.
Quindi, cosa dobbiamo fare con il popolo d’Israele inciampato? Per 2000 anni
l’abbiamo lasciato da solo. Ma vorrei che capiste, che voi sarete l’ardente
desiderio e la risposta alle preghiere di Paolo. Si tratta di voi. L’unica cosa
che Paolo voleva davvero era che gli stranieri che si convertivano provocassero
la gelosia di Israele. Provocare la loro gelosia, Romani 11. Perciò siamo qui. E
rendo lode a Dio per questo momento della storia, in cui sempre più persone come
voi nella chiesa si risvegliano e vengono in questo paese, in Israele, per far
comprendere Yeshua a Israele nel suo contesto ebraico. Di conseguenza, si tratta
unicamente di provocare la gelosia di Israele. Come sacerdozio regale, quale
siete voi, siete venuti per fare esattamente questo.
La ragione per cui ci occupiamo di questa dottrina delle alleanze e della pietra
che il Signore ha posto a Sion, è comprendere quanto il Vangelo e la redenzione
abbiano a che fare con Israele. Moltissimi cristiani vengono in questo paese e,
nonostante abbiamo spiegato loro tante volte l’importanza di essere consapevoli
del modo in cui si presenta il Vangelo a questo popolo, continuano a fare
discorsi sul cristianesimo. Continuano a discutere di come si diventa cristiani.
Continuano a cercare di convincere le persone a diventare cristiani. Ma Yeshua
non è venuto per portare una nuova religione al mondo. Yeshua è stato promesso
al popolo di Israele nel contesto delle alleanze, all’interno di tutte le
dichiarazioni sulla pietra che il Signore ha posto a Sion. Israele non ha
rigettato Yeshua per inciampare su questa pietra, ma per permettere la
redenzione ai pagani; non per portare una nuova religione al mondo, ma per
riconciliare l’umanità con Dio.
È molto importante comprendere che noi non presentiamo il cristianesimo, ma la
verità biblica contrariamente alla legge e alla religione rabbinica. Questo è
l’ardente desiderio della nostra missione o meglio l’ardente desiderio di Dio,
che il Suo popolo riconosca la verità dell’ebraismo biblico nei confronti del
giudaismo rabbinico. Ecco di cosa tratta questa battaglia. Questa era la
battaglia affrontata da Yeshua quando si è contrapposto al Sinedrio e al sistema
religioso del Suo tempo. È anche la battaglia dei tempi nostri, come ci
contrapponiamo al sistema religioso dell’odierno Israele. Questo è esattamente
ciò che facciamo. Sanno quello che facciamo e lo combattono. Non entrerò nei
particolari relativi alle organizzazioni antimissionarie, che sono gestite da
gente religiosa e che sono fondate e supportate non solo da persone religiose,
ma anche dal governo stesso, che in realtà non è consapevole di ciò che fa.
Noi non predichiamo il cristianesimo per le strade. Predichiamo il giudaismo
biblico e non cerchiamo di portare via le persone da dove sono verso qualcosa di
nuovo, ma di completare la loro fede. Siete un vero miracolo, voi che venite al
Messia di Israele. Ricordate ciò che è successo 2000 anni fa. Pietro ha avuto
una visione qui a Giaffa. Il Signore è apparso a Pietro per convincerlo che
andava bene recarsi da Cornelio, in questa casa pagana per portargli il Vangelo.
La maggior parte dei cristiani considerano questa visione come una licenza per
mangiare carne di maiale. Ma questa visione non ha nulla a che vedere con
questo.
Si possono utilizzare altri passaggi a favore dell’alimentazione con carne di
maiale, ma non questo. Pietro non ha mai mangiato e neanche sfiorato quelle cose
che erano vietate; ogni volta venivano rispedite in cielo. Non le ha mai
mangiate. Aveva avuto il permesso di andare da Cornelio. Poteva andare nelle
case pagane; poiché la separazione di allora tra ebrei e pagani era così netta e
radicata fin nel profondo della società, che Pietro aveva bisogno di una visione
per sentirsi libero nello spirito di accettare l’invito che quest’uomo,
Cornelio, aveva spedito a Giaffa. Gli serviva questa visione per poter loro dire
ciò che sarebbe successo.
Ricordate ciò che successe quando è andato? È andato da Cornelio e tutti nella
casa sono stati salvati. Poi Pietro è ritornato dagli apostoli a Gerusalemme, i
quali lo rimproverano per questo. Erano davvero scioccati che i pagani si
convertissero al Messia di Israele. I pagani vengono al nostro Messia, al nostro
Re? Hanno vissuto lo choc più grande della loro vita. Perciò è un miracolo
ancora più grande quando voi venite al Dio di Israele, rispetto a quando lo
fanno gli ebrei. E ora dopo 2000 anni, un ebreo che viene a Yeshua è visto come
un alieno. Sei un ebreo e credi in Yeshua? 2000 anni fa era diverso, la domanda
allora era: sei un pagano e credi in Yeshua? Ecco come lo spirito del tempo
distorce le cose.
Non predichiamo il Vangelo agli ebrei, affinché diventino cristiani, luterani,
battisti o qualsiasi sia la vostra confessione d’origine. Dimenticatelo. Siete
più ebrei di quanto potrebbero esserlo i luterani o chiunque altro. È una
benedizione per me avere sorelle e fratelli come voi e sapere di avere una così
grande famiglia di tutte le lingue e nazioni. Vorrei tanto che gli israeliani lo
capissero. Io corro dagli israeliani che sono preoccupati e temono di perdere la
loro famiglia, di perdere i loro amici, di perdere il contatto con le persone,
poiché se si convertissero, la famiglia li considererebbe come degli alieni e li
allontanerebbe. Se solo sapessero ciò che Dio ha in serbo per loro.
Se solo capissero in quale casa entrerebbero, se venissero al Padre dei cieli e
della terra. Che famiglia! Poi essere in qualunque posto sulla faccia della
terra e sentirti a casa, quando ti unisci al corpo dei credenti. È straziante
ritrovarsi di fronte a israeliani che devono affrontare simili situazioni. Se
solo avessero questa rivelazione sulla famiglia di cui entrerebbero a far parte,
sarebbe fantastico. Gli ebrei hanno bisogno della rivelazione di ciò che Dio è
venuto a fare: rompere la barriera tra ebrei e non ebrei e crearsi una famiglia
da ogni tribù, lingua e nazione.
Capite che siamo in Israele e in questo paese abbiamo una società che segue due
correnti principali: la società religiosa e i tradizionalisti, che sono
maggiormente laici. Se ti stanno a cuore i religiosi e Dio ti chiama nella parte
religiosa della società, allora forse potresti prendere sempre più in
considerazione di accettare i loro riti e altre cose ed essere religioso con i
religiosi. Se osservo il corpo del Messia in Israele, riconosco che la maggior
parte delle persone che si convertono proviene da un contesto laico: gente dal
kibbutz, atei e persone laiche. Anche qui si tratta della stessa ragione che
leggiamo nelle Scritture, cioè che i religiosi hanno un atteggiamento talmente
presuntuoso, che rende loro difficile raggiungere la vera fede. Per i
presuntuosi è così difficile entrare nel regno.
Preferisco parlare con i religiosi quando sono per strada da solo, senza il
gruppo, perché altrimenti potrei mettervi tutti in pericolo. Quando sono da solo
me la cavo molto bene con loro. Quando sono per strada preferisco parlare con
una persona religiosa, poiché abbiamo molto in comune. Questa come minimo crede
in Dio e forse crede anche nelle Scritture. Di sicuro crede ai rabbini, molti di
loro credono più ai rabbini che nelle Scritture stessa. È così triste che
considerino superiori le parole dei rabbini rispetto a quelle dei profeti. È
incredibile ma vero. Per me è un piacere parlare con persone religiose.
Osservando il corpo del Messia in Israele, noto che sta crescendo, Dio sia
lodato. Se vado indietro di 20 anni, allora c’erano solo alcune centinaia di
credenti; tutti si conoscevano e c’erano solo alcune comunità cristiane nel
paese. Oggi ci sono circa 70 comunità, 7999 credenti e il numero continua a
crescere. A voi sembrerà una goccia nell’oceano, ma per noi si tratta di uno
sviluppo straordinario. Il corpo cresce. Ricordate che ai tempi del profeta Elia
solo 7000 persone non si inchinavano davanti a Baal e ad Aschera. Ai tempi di
Geremia solo una manciata di persone serviva fedelmente il Dio vivente. In tutta
la storia solo pochi sono stati veramente leali nei confronti del Signore, la
maggior parte della nazione è andata per i fatti propri.
Ci avviciniamo alle persone secolari. Essi sono stufi degli ultraortodossi, che
non prestano servizio nell’esercito, nonostante l’obbligo di tre anni per tutti
gli uomini e due per le donne; non pagano le tasse; ricevono molto denaro dalle
casse dello stato, spesso ricattando politicamente la coalizione. È così che
funziona il governo israeliano. In altre parole: dateci ciò che chiediamo,
altrimenti usciamo dalla coalizione. E se uscissero dalla coalizione, il governo
crollerebbe. Qui abbiamo due partiti principali: il likud, l’ala destra, e il
partito laburista, l’ala sinistra. La Knesset è composta da 120 seggi, dal
governo di Israele e da più o meno 15 partiti. Il partito laburista, quando
vince, non è in grado di formare un governo senza una coalizione con gli altri
partiti. Neanche i partiti dell’ala destra, quando vincono, riescono a formare
un governo senza coalizzarsi con altri partiti. Chiunque vinca, ha sempre un
disperato bisogno dei partiti religiosi per formare una coalizione. Così, questi
partiti religiosi mantengono [...?]
Diamo uno sguardo a Romani 11.
[Nota del traduttore: qui nel documento originale manca il testo successivo]
Viviamo in un paese in cui le persone, quando sentono la parola
"Gesù", pensano a un tipo con i capelli biondi e gli occhi azzurri.
Quando Yeshua era sulla terra, nessuno lo chiamava Gesù. Lo chiamavano Yeshua.
La parola Gesù deriva dal greco. Hanno preso la parola greca e hanno sostituito quella ebraica.
Ma Yeshua si è sentito chiamare Yeshua durante tutta la Sua vita. Ha sentito il Suo vero
nome Yeshua. Gli si rende giustizia, solo se lo si chiama con questo nome,
Yeshua. Se si comprende la radice di questa parola, si capisce quanto sia
potente questa parola. Cosa significa la parola Yeshua? Redenzione. Gesù in
inglese significa redenzione? È la parola Yeshua che in ebraico significa
redenzione. Yeshua in ebraico significa redenzione. Dovremmo chiamarlo di più
con il Suo nome Yeshua, soprattutto quando gli rendiamo testimonianza, lo
annunciamo, e parliamo di Lui alle persone in Israele.
A volte, quando parli di Yeshua, le persone possono pensare che tu stia parlando
di Giosuè, figlio di Nun, servo di Mosè, che successivamente ha condotto il
popolo di Israele nella Terra Promessa. In Israele le persone chiamano Yeshua
Yeshu. Eliminano l’ultima lettera del Suo nome, la lettera ain. In ebraico ain
significa ‘occhio’. Eliminano la lettera ain e lo chiamano Yeshu. Da quando
hanno eliminato la lettera ain, occhio, hanno occhi e non vedono.
Adesso siamo
effettivamente sul punto di inserire nuovamente l’ultima lettera del Suo nome. Yeshu è una maledizione – Yimach Shmo Vezicro, che significa: possano il Suo
nome e la Sua memoria essere cancellati. Possa il Suo nome essere cancellato
dalla nostra memoria. È una maledizione terribile. La maggior parte degli
israeliani lo sa quando lo chiama Yeshu. E lo sa perché Lo ritiene responsabile
delle tragedie che si sono susseguite nella nostra storia ad opera dei crociati,
degli inquisitori, del Medioevo. Ricordate, che nel Medioevo potevano mettere
l’intera comunità ebraica in una sinagoga e accusarla dell’uccisione di alcuni
bambini non ebrei e di aver bevuto il loro sangue in occasione della Pesach
(Pasqua ebraica).
Potevano prendere l’intera comunità ebraica e metterla in una
sinagoga e poi dar fuoco alla sinagoga. Questa è storia. È successo ovunque in
Europa. Ogni bambino in Israele lo apprende nelle lezioni di storia. Durante la
nostra infanzia qui a scuola impariamo che questo è il cristianesimo, che Gesù è
questo. Quando incontri le persone per strada, è questo quello che pensano di
Lui. Ecco perché si augurano e sperano che il Suo nome possa essere cancellato.
A causa Sua abbiamo dovuto sopportare tutte le tragedie nella nostra storia. In
realtà non possiamo giudicarli per questo odio e questa rabbia.
Diamo uno sguardo a Deuteronomio, capitolo 13:1-11. Forse vi aiuterà a capire
perché le persone sentono ciò che sentono. "Quando sorgerà in mezzo a te un
profeta o un sognatore che ti annuncia un segno o un prodigio, e il segno o il
prodigio di cui ti avrà parlato si compie, ed egli ti dice: «Andiamo dietro a
dèi stranieri, che tu non hai mai conosciuto, e serviamoli», tu non darai retta
alle parole di quel profeta o di quel sognatore, perché il SIGNORE, il vostro
Dio, vi mette alla prova per sapere se amate il SIGNORE, il vostro Dio, con
tutto il vostro cuore e con tutta l’anima vostra.
Seguirete il SIGNORE, il
vostro Dio, lo temerete, osserverete i suoi comandamenti, ubbidirete alla sua
voce, lo servirete e vi terrete stretti a lui. Quel profeta o quel sognatore
sarà messo a morte, perché avrà predicato l’apostasia dal SIGNORE Dio vostro che
vi ha fatti uscire dal paese d’Egitto e vi ha liberati dalla casa di schiavitù,
per spingerti fuori dalla via per la quale il SIGNORE, il tuo Dio, ti ha
ordinato di camminare. Così toglierai il male di mezzo a te.
Se tuo fratello,
figlio di tua madre, o tuo figlio o tua figlia o tua moglie, che riposa sul tuo
seno, o l’amico, che è come un altro te stesso, vorranno ingannarti in segreto,
dicendo: «Andiamo, serviamo altri dèi», quelli che né tu né i tuoi padri avete
mai conosciuto, dèi adorati dai popoli che vi circondano, vicini a te o da te
lontani, da un’estremità all’altra della terra, tu non acconsentirai, non gli
darai retta; l’occhio tuo non abbia pietà per lui; non risparmiarlo, non
giustificarlo; anzi uccidilo senz’altro; la tua mano sia la prima a levarsi su
di lui, per metterlo a morte; poi venga la mano di tutto il popolo; lapidalo e
muoia, perché ha cercato di spingerti lontano dal SIGNORE tuo Dio, che vi ha
fatti uscire dal paese d’Egitto, dalla casa di schiavitù. E tutto Israele lo
udrà e temerà, e non commetterà più una simile azione malvagia in mezzo a te."
Quando le persone leggono questo passaggio, soprattutto le persone religiose
pensano, nonostante Yeshua ha compiuto segni e prodigi e tutte le Sue
meravigliose opere ‘pensano unicamente che Egli sia venuto solo per ingannarci e
spingerci all’apostasia dal Dio d’Israele e all’adorazione di dèi stranieri.
Pensano che sia venuto a portarci le statue di pietra, di legno e d’argilla, i
medaglioni e i quadri in vetro che si vedono nelle chiese. Tutto ciò a cui
riescono a pensare è che Yeshua sia venuto per indurre il popolo di Israele ad
adorare altri dèi. Quando Israele osserva la Chiesa odierna, soprattutto la
Chiesa cattolica, che arriva e si inchina davanti alla croce, facendosi la croce
sul proprio cuore, che va avanti e si inchina davanti alle statue, Israele pensa
che questa sia adorazione di idoli e di statue, fatti da mani umane.
Quando
leggono questo passo, pensano che questo sia esattamente ciò che ha fatto Gesù.
Yeshua è venuto per indurci all’apostasia dal Dio di Israele, il quale ci ha
condotti fuori dall’Egitto, mentre Yeshua ci ha portato altri dèi, fatti da mani
umane, statue, croci di legno. E sapete qual è la pena prevista dalla legge?
Prendi la persona che fa queste cose e la lapidi a morte. Questo è letteralmente
ciò a cui pensano. Pensano che veniamo a presentare loro Yeshua, il traditore
del Dio di Israele, che ha introdotto dèi stranieri in Israele e che doveva
essere ucciso. Grazie a Dio, viviamo in uno stato democratico e oggi non possono
più farlo.
Ma potrebbero venire giorni, in cui potrebbero farlo davvero; questo paese si
muove velocemente in quella direzione dove già si trovano Teheran e l’Iran. I
partiti religiosi guadagno sempre più potere e spazio nel parlamento israeliano.
Ad ogni elezione guadagno più seggi ed esercitano una grande influenza sul
governo israeliano. Tutto ciò è da ricondurre alla fame e alla sete che esistono
nel cuore di questa nazione. Dove vanno le persone? Vanno verso la religione.
Qui si tengono numerosi seminari religiosi a cui partecipano le persone laiche.
La predicazione di questi rabbini incute loro assoluta paura, che li induce a
pentirsi e a preferire di aderire alla legge di Mosè.
Nelle strade è sempre più
dura. Alcune persone possono diventare molto violente. Le persone religiose
hanno almeno sette stazioni radio, dove parlano sempre di noi. Il mio nome viene
diffuso per radio. Il loro sistema funziona così, quando ci incontriamo in
spiaggia o al mercato, basta che ci veda anche solo un religioso, che questi
chiama la stazione radio e questa lo comunica ai suoi ascoltatori. In men che
non si dica circa 20-30 religiosi da ogni direzione si precipitano ad
attaccarti. Capisci che rete hanno creato in questo paese? Ma il Signore è al di
sopra di tutto questo.
L’inganno pseudo‒cristiano ai danni degli Israeliti. – 1ª parte – Discorso 111
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I cristiani difendono il Vangelo dagli "amici di Israele". – 3ª parte – Discorso 1113
La dottrina degli ebrei messianici – l’analisi – 4ª parte – Discorso 1114
La Lega Antidiffamazione Ebraica riscrive il Nuovo Testamento.. – Discorso 1014
La Nuova Alleanza di Dio con tutti gli esseri umani. – Discorso 103