La dottrina della Riconciliazione Universale: Soluzione o inganno? / Replica di Ernst Panzer 06-08-2000
La dottrina della Riconciliazione Universale si basa fondamentalmente su un equivoco. / Libro di Ernst Panzer pag. 15 ss.
Che cosa viene riconciliato attraverso la croce: l’universo o gli esseri umani? / Articolo di Heinrich Langenberg 00, 02-02-2002
Come già dice il nome stesso, la dottrina della Riconciliazione
Universale è quella linea di pensiero secondo la quale alla fin fine in tutta la
creazione – nei cieli, sulla terra, e sotto terra (Fili 2,10) – nel nome di Gesù
si piegherà ogni ginocchio e si convertirà a Dio. Di conseguenza saranno salvate
tutte le creature, compreso Satana, che poi sarà sottomesso a Dio.
I
sostenitori di questa interpretazione si riferiscono, tra l’altro, ai seguenti
passaggi biblici sottolineando in particolare il fatto che quando in questi
testi si parla di "tutti", allora devono essere intesi proprio tutti, e quindi
nessuno, nemmeno lo stesso Satana, può essere escluso.
Tutti quelli che scendono nella polvere e non possono mantenersi in vita s’inchineranno davanti a lui.
Sal 22,28 Poiché al SIGNORE appartiene il
regno, egli domina sulle nazioni. 22,29 Tutti i potenti della terra mangeranno e
adoreranno; tutti quelli che scendono nella polvere e non possono
mantenersi in vita s’inchineranno davanti a lui. Sal 22,28-29;
Ogni ginocchio si piegherà davanti a me, ogni lingua mi presterà giuramento.
Isa 45,23 Per me stesso io l’ho giurato;
è uscita dalla mia bocca una parola di giustizia, e non sarà revocata: Ogni
ginocchio si piegherà davanti a me, ogni lingua mi presterà giuramento. 45,24
"Solo nel SIGNORE", si dirà «di me, "è la giustizia e la forza"». A lui verranno,
pieni di vergogna, quanti si erano adirati contro di lui. Isa 45,23-24;
«Come è vero che vivo», dice il Signore, «ogni ginocchio si piegherà davanti a me, e ogni lingua darà gloria a Dio».
Rom 14,11 infatti sta scritto:
«Come è vero che vivo», dice il Signore, «ogni ginocchio si piegherà davanti a
me, e ogni lingua darà gloria a Dio».
Rom 14,11;
Difatti, Dio ha posto ogni cosa sotto i suoi piedi.
1Cor 15,27 Difatti, Dio ha posto
ogni cosa sotto i suoi piedi; ma quando dice che ogni
cosa gli è sottoposta, è chiaro che colui che gli ha sottoposto ogni cosa ne è
eccettuato. 15,28 Quando ogni cosa gli sarà stata sottoposta, allora anche il
Figlio stesso sarà sottoposto a colui che gli ha sottoposto ogni cosa, affinché
Dio sia tutto in tutti. 1Cor 15,27-28;
Affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra, e sotto terra.
Filil 2,9 Perciò Dio lo ha sovranamente
innalzato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome, 2,10 affinché
nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra, e sotto terra.
Fili 2,9-10;
La dottrina della Riconciliazione Universale. Nel tentativo
di chiarire questa questione non si tratta di dimostrare chi ha ragione, ma
di scoprire la pura verità. Credo di aver già dato qualche indicazione di
verità rispondendo alla prima questione (Vedi Discorso 03: Il destino dei
dannati: eterno tormento o dissoluzione? N.d.A. FH). In breve: In tutta la
Bibbia non ce n’è traccia. La dottrina della Riconciliazione Universale è
un’invenzione di uomini devoti, che non riconosce la santità di Dio ed è per
lo più sostenuta da operatori del Regno di Dio che, stanchi di assistere
all’infruttuosità dei loro sforzi, così giustificano il fatto che i propri
sforzi non portano alcun frutto. Questa è la mia osservazione.
(Ernst Panzer / https://www.philadelphia-verlag.com)
Le summenzionate dichiarazioni di E. Panzer sono assolutamente
da condividere. Inoltre, nel suo libro troviamo una spiegazione molto
convincente:
A mio avviso, la dottrina della Riconciliazione Universale
si basa fondamentalmente su un equivoco. Certamente Dio vuole dare
aiuto a tutti gli esseri umani e vuole che tutti giungano alla conoscenza
della verità. Certamente Gesù con la sua sofferenza e la sua morte ha
acquisito la salvezza per tutti. Ma resta il fatto che ogni singolo essere
umano deve acquisire questa salvezza in piena autonomia e coscienza. Non può
e non deve essere costretto a farlo, poiché un amore forzato non sarebbe un
vero amore. Certamente Dio è onnipotente, ma qui in questo punto ogni
costrizione e ogni uso della forza sarebbe in totale contraddizione con la
natura di Dio. Noi esseri umani non dovremmo nemmeno comportarci come
se fossimo stati chiamati a salvare l’onore di Dio con questa dottrina. Lo
fa da solo. Il nostro compito è di creare la nostra beatitudine con timore
e tremore, cioè con l’uso di tutti i mezzi di grazia che ci sono stati
offerti.
(Su richiesta di E. Panzer, abbiamo estratto la sua
ulteriore interpretazione delle questioni qui discusse dal suo libro "Prophetie und Enthüllung",
["Profezia e rivelazione"], pubblicato dalla casa editrice Philadelphia.)
(Ernst Panzer / https://www.philadelphia-verlag.com)
A livello di contenuto non c’è nulla da aggiungere neanche a
queste parole. Infatti, poi a pag. 154 scrive anche: Ma questa è la conclusione
semplice della dottrina della Riconciliazione Universale: alla fine usciremo
nuovamente dall’inferno".
Per quanto questa affermazione sia giusta e
corretta, bisogna contrapporla alla visione dell’autore sulla dannazione eterna
– cioè che questa non esiste, ma che si tratta solo dell’"annientamento" degli
empi.
(Vedi anche Discorso 03: "Il destino dei dannati: eterno tormento o dissoluzione?").
Forse qui si arriva alla stessa conclusione: "Non si sarà
tormentati per sempre, ma di colpo finisce tutto"? Forse anche qui si sta
compiendo l’inutile tentativo di salvare l’onore di Dio?
A proposito
della stessa dottrina della Riconciliazione Universale andrebbe anche notato che
questa scuola di pensiero trova sempre più accesso nelle chiese evangelicali
degli stati di lingua tedesca. E non c’è dubbio che la teologia liberale sia già
penetrata in vasti ambienti delle chiese ufficiali. Ciò è dimostrato, non da
ultimo, anche dalla decisione di conferire la "benedizione" alle unioni
omosessuali e la nomina di un sovrintendente gay insieme al marito.
Così come essere adottati per mezzo di Cristo Gesù (Efes
1,5) fa parte del disegno benevolo della volontà di Dio, anche dimorare in
Cristo fa parte del disegno benevolo dell’intera pienezza di Dio. Il disegno
benevolo è la più intima santità della volontà Dio, e questa si realizza
attraverso i piani di gloria previsti per Cristo e per la comunità
cristiana. La realizzazione di questi piani di gloria nel corso della storia
della salvezza è illustrata da Paolo nella seguente frase: "... e di
riconciliare con sé tutte le cose per mezzo di lui ..." (Col 1,20).
Questo versetto dipende da quello che lo precede, quindi: Tutta la pienezza
di Dio si esprime nel disegno benevolo di riconciliare con sé tutte le cose
per mezzo di lui. "Questo versetto è una tortura per gli esegeti, e a loro
volta continuano a torturarlo" (Devenant). Con fede semplice osserviamo la
Parola infallibile, anche quando stravolge opinioni radicate nella
tradizione. In ogni caso, la Parola di Dio ha un effetto liberatorio e dà
gioia, se la cogliamo in tutta la sua profondità e ci orientiamo in base a
essa. La dottrina della Riconciliazione Universale non è un’invenzione
umana, ma è squisitamente paolina ed è, per così dire, il coronamento della
sua predicazione cristologica. Essa occupa una posizione parallela alla
dottrina secondo la quale tutte le cose di Dio sono state realizzate in
Cristo ed è conseguenza del fatto che tutte le cose sono state create per
mezzo di Lui e in vista di Lui (v. 16). Se tutte le cose sono state create
per mezzo di Lui e in vista di Lui, allora è necessario che tutte le cose
create e sconvolte dal peccato vengano riconciliate in Lui. Sono le stesse
cose del versetto 16, tutte le cose che sono nei cieli e sulla terra. Qui è
da notare l’ordine inverso. La terra è nominata prima dei cieli proprio
perché l’opera della Riconciliazione Universale ha inizio dalla terra. Si
va, per così dire, dal basso verso l’alto. Con ciò Paolo vuol dirci che
persino ciò che si trova nei cieli ha bisogno della riconciliazione. In
relazione alla falsa dottrina apparsa a Colosse, qui si trova un atto di
accusa nei confronti di coloro che speravano di raggiungere una più alta
forma di santificazione comunicando con il mondo angelico. In che modo tutte
le cose create nei cieli necessitano della Riconciliazione non viene
ulteriormente approfondito.
(L’estratto è stato estrapolato
dall’articolo di H. Langenberg "Die Versöhnung des Alls in Christus hinein"
["La Riconciliazione dell’universo in Cristo"] su https://www.come2god.de/langenbergallversoehnung.html.)
(Heinrich Langenberg info@come2god.de )
Per una migliore comprensione, ecco il passaggio biblico
summenzionato dall’autore nella versione Nuova Riveduta.
Poiché al Padre piacque di far abitare in lui tutta la
pienezza e di riconciliare con sé tutte le cose per mezzo di lui.
Col 1,16 poiché in lui sono state create
tutte le cose che sono nei cieli e sulla terra, le visibili e le invisibili:
troni, signorie, principati, potestà; tutte le cose sono state create per mezzo
di lui e in vista di lui. 1,17 Egli è prima di ogni cosa e tutte le cose
sussistono in lui. 1,18 Egli è il capo del corpo, cioè della chiesa; egli che è
il principio, il primogenito dai morti, affinché in ogni cosa abbia il primato.
1,19 Poiché al Padre piacque di far abitare in lui tutta la pienezza
1,20 e di riconciliare con sé tutte le cose per mezzo di lui,
avendo fatto la pace mediante il sangue della sua croce; per mezzo di lui, dico,
tanto le cose che sono sulla terra, quanto quelle che sono nei cieli., Col 1,16-20;
Innanzitutto, in Col 1,16-20 non si parla affatto di "universo",
ma di "tutte le cose". Qui c’è scritto: "di riconciliare con sé tutte le
cose per mezzo di lui". La parola greca "panta"
/ "tutto" si trova in tutto il Nuovo Testamento. Cioè ovunque si parli di
"tutte le cose". Come nel passaggio immediatamente seguente, in Col 2,22,
dove Paolo esorta i Colossesi a non sottoporsi ai precetti di fedeli ipocriti in questioni
di cibo e bevande:
Tutte cose che periscono con l’uso.
Col 2,20 Se dunque siete morti con Cristo
agli elementi del mondo, perché vi sottoponete a dei precetti come se viveste
nel mondo, quali: 2,21 «Non toccare, non assaggiare, non maneggiare»,
2,22 tutte cose che periscono con l’uso, secondo i comandamenti
e le dottrine degli uomini? 2,23 Queste cose hanno sì qualche apparenza di
sapienza nella religiosità volontariamente scelta, nella falsa umiltà e nel
trattamento duro del corpo, ma non hanno alcun valore contro le intemperanze
carnali. Col 2,20-23;
Qui certamente non si tratta dell’"universo" che deve "perire
con l’uso". Oppure come si dice più avanti in Col 3,8:
Ora invece deponete anche voi tutte queste cose: ira, collera, malignità, calunnia; e non vi escano di bocca parole oscene
Col 3;8 Ora invece deponete
anche voi tutte queste cose: ira, collera, malignità, calunnia; e non vi escano
di bocca parole oscene. 3;9 Non mentite gli uni agli altri, perché vi
siete spogliati dell’uomo vecchio con le sue opere 3;10 e vi siete rivestiti del
nuovo, che si va rinnovando in conoscenza a immagine di colui che l’ha creato.
Col 3,8-10;
E troviamo la stessa espressione "tutte queste cose" anche in
Col 3,11; 3,17; 4,7; 4.9; e in tutto il Nuovo Testamento.
E quando nel
summenzionato passaggio, in Col 1,16-20, si dice "riconciliare con sé tutte
le cose per mezzo di lui", non ci si riferisce quindi all’"universo",
in quanto destinatario della Riconciliazione – galassie, stelle e pianeti non
hanno bisogno della Riconciliazione – ma a tutti gli esseri umani.
E
anche ciò è espresso molto chiaramente da Paolo nella sua seconda Lettera ai
Corinzi:
Come se Dio esortasse per mezzo nostro; vi supplichiamo nel nome di Cristo: siate riconciliati con Dio:
2Cor 5,18 E tutto questo viene
da Dio che ci ha riconciliati con sé per mezzo di Cristo e ci ha affidato il
ministero della riconciliazione. 5,19 Infatti Dio era in Cristo nel
riconciliare con sé il mondo, non imputando agli uomini le loro colpe, e ha
messo in noi la parola della riconciliazione.
5,20 Noi dunque facciamo da ambasciatori per Cristo, come se Dio
esortasse per mezzo nostro; vi supplichiamo nel nome di Cristo: siate
riconciliati con Dio.
5,21 Colui che non ha conosciuto peccato, egli lo ha fatto diventare peccato per
noi, affinché noi diventassimo giustizia di Dio in lui.
2Cor 5,18-21;
Vediamo che Paolo ha parlato anche ai Corinzi di questa offerta
di Dio all’umanità, della Riconciliazione per mezzo del sacrificio di Suo
Figlio. E in questo passaggio ora riconosciamo molto chiaramente che
l’interpretazione di "panta", cioè "tutto" nel senso di "universo", non è
affatto il vero punto debole della Riconciliazione Universale. Questo è, per
così dire, solo il tentativo di dare un nome al "bambino".
Il vero errore nella dottrina della Riconciliazione Universale è il fatto che qui si presuppone
che la riconciliazione dell’essere umano con Dio si basi su un automatismo, che
non è confermato dalla Scrittura ed è contraddetto chiaramente anche da Paolo
nel summenzionato 2Cor 5,20.
Qui scrive ai Corinzi che "Dio era in Cristo
nel riconciliare con sé il mondo, non imputando agli uomini le loro colpe e ci
ha affidato il ministero della riconciliazione". E poi li ammonisce severamente:
"vi supplichiamo nel nome di Cristo: Siate riconciliati con Dio!"
E ora è
questo il punto cruciale – che è stato già summenzionato anche da Ernst Panzer:
Il sacrificio, che il Signore Gesù ha offerto per noi esseri umani sulla croce,
ci rivela la grazia di Dio, che non ci imputa le nostre colpe. Questo, dunque, è
un dono di Dio per l’umanità peccatrice. Ma così come un dono deve prima essere
accettato, affinché si possa stabilire una connessione tra donatore e ricevente,
così anche questa offerta di Dio deve prima essere accettata da ogni singolo
individuo, affinché si manifesti questo effetto della Riconciliazione tra
quest’individuo e Dio.
Ma nessuno può accettare questa offerta di Dio
senza accettare contemporaneamente come il suo Signore e Liberatore, cioè come
il suo Salvatore il Figlio di Dio, che solo con il Suo sacrificio ha reso
possibile questa Riconciliazione di ogni individuo con Dio.
E quando
l’autore nel suo articolo continua a dire:
"Di conseguenza è un’oziosa speculazione chiedersi
chi sarà coinvolto nella Riconciliazione Universale e se anche Satana sarà
salvato con i suoi angeli malvagi. Con il giudizio di fuoco nei confronti di
Satana e dei suoi seguaci si intende la Riconciliazione del sistema universale,
tanto quanto con il rifiuto degli ebrei si intende la riconciliazione del
cosmo."
Allora qui è necessario dissentire con assoluta fermezza. Qui il
fatto che Satana e i suoi angeli malvagi saranno salvati senza il loro
intervento non è una speculazione, ma è semplicemente la conseguenza derivante
dalla dottrina della Riconciliazione Universale da lui sostenuta. Se una simile
Riconciliazione Universale esistesse davvero, allora effettivamente tutta la
creazione dovrebbe essere riconciliata con Dio. Senza eccezione alcuna!
E
come si può vedere, questa conseguenza è confermata anche dall’autore. In base
alle sue summenzionate dichiarazioni è "il giudizio di fuoco nei confronti di
Satana e dei suoi seguaci" a causare questa Riconciliazione. Questo è
paragonabile al "purgatorio" della Chiesa cattolica, dove i peccatori
presumibilmente non sono salvati dal sacrificio di redenzione di Cristo, ma dai
propri sforzi – vale a dire con il tormento sopportato nel purgatorio.
Ma
in base alle dichiarazioni della Scrittura, invece, può essere salvato solo chi
accetta la grazia di Dio nel sacrificio sulla croce di nostro Signore Gesù
Cristo per la redenzione dei peccati del mondo intero, e che così è giustificato
dal sangue di Cristo.
Tanto più dunque, essendo ora giustificati per il suo sangue, saremo per mezzo di lui salvati dall’ira.
Rom 5,8 Dio invece mostra la grandezza
del proprio amore per noi in questo: che, mentre eravamo ancora peccatori,
Cristo è morto per noi. 5,9 Tanto più dunque, essendo ora giustificati
per il suo sangue, saremo per mezzo di lui salvati dall’ira.
5,10 Se infatti, mentre eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio
mediante la morte del Figlio suo, tanto più ora, che siamo riconciliati, saremo
salvati mediante la sua vita. 5,11 Non solo, ma ci gloriamo anche in Dio per
mezzo del nostro Signore Gesù Cristo, mediante il quale abbiamo ora ottenuto la
riconciliazione. Rom 5,8-11;
Affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna.
Giov 3,16 Perché Dio ha tanto
amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque
crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna. Giov 3,16;
Non c’è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù.
Rom 8,1 Non c’è dunque più
nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù, 8,2 perché la
legge dello Spirito della vita in Cristo Gesù mi ha liberato dalla legge del
peccato e della morte.
8,3 Infatti, ciò che era impossibile alla legge, perché la carne la rendeva
impotente, Dio lo ha fatto; mandando il proprio Figlio in carne simile a
carne di peccato e, a motivo del peccato, ha condannato il peccato nella carne,
8,4 affinché il comandamento della legge fosse adempiuto in noi,
che camminiamo non secondo la carne, ma secondo lo Spirito. Rom 8,1-4;
(Vedi anche Discorso 30: " Perché
Gesù dovette morire sulla croce?").
Quindi non sono i nostri sforzi o qualsiasi "atto di sopportazione"
che ci permettono di ottenere la vita eterna. L’unica possibilità
in tutto il sistema universale – visto che già stiamo parlando di "universo"
– di salvezza dell’umanità è credere che Gesù Cristo, il Figlio di Dio,
si è fatto uomo e sulla croce del Golgota ha offerto il sacrificio gradito a Dio per la
redenzione di tutti i nostri peccati. Questa è la nostra fede, questa è la
nostra salvezza. Chi non ci crede o non vuole crederci – e sulla terra ce ne
sono stati e ancora ce ne sono a miliardi – non può essere salvato. Egli è
perduto e l’ira di Dio rimane su di lui.
«Chi invece rifiuta di credere al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui»
Giov 3,36 «Chi crede nel Figlio ha vita
eterna, chi invece rifiuta di credere al Figlio non vedrà la vita, ma
l’ira di Dio rimane su di lui». Giov 3,36;
Chi mi respinge e non accoglie le mie parole, ha chi lo giudica; la parola che ho annunziata sarà quella che lo giudicherà nell’ultimo giorno.
Giov 12,46 Io sono venuto come
luce per il mondo, affinché chiunque crede in me non resti nelle tenebre. 12,47
E se uno ode le mie parole e non crede, io non lo giudico; perché io non sono
venuto a giudicare il mondo, ma a salvare il mondo. 12,48 Chi mi
respinge e non accoglie le mie parole, ha chi lo giudica; la parola che ho
annunziata sarà quella che lo giudicherà nell’ultimo giorno.
Giov 12,46-48;
Come dice il Signore qui, la Sua Parola, che ha annunziato,
giudicherà queste persone nell’ultimo giorno. Questo giudizio dell’ultimo giorno
è il Giudizio Universale dopo la Risurrezione Universale di tutti gli esseri
umani.
Il giorno del giudizio e della perdizione degli empi.
2Piet 3,7 mentre i cieli e la terra
attuali sono conservati dalla medesima parola, riservati al fuoco per il
giorno del giudizio e della perdizione degli empi. 2Piet 3,7;
Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli!
Mat 25,41 Allora dirà anche a quelli
della sua sinistra: "Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno,
preparato per il diavolo e per i suoi angeli! Mat 25,41;
Questi individui perduti ed empi sono destinati alla dannazione.
E a dimostrazione del fatto che questa dannazione non è una sorta di "luogo di
purificazione" (purgatorio) e che non dura per un "periodo lungo, che comunque
ha un termine" (Riconciliazione Universale), il Signore qui – come in molti
altri passaggi del Nuovo Testamento – parla espressamente di fuoco "eterno",
cioè un fuoco infinito. Ma come possiamo leggere nel summenzionato versetto,
questo fuoco eterno è preparato non solo per i perduti e gli empi, ma anche e
soprattutto per il diavolo e i suoi angeli.
(Vedi anche Capitolo 13: "Il Giudizio Universale.")
Ora tutti i tentativi di interpretare questa dannazione come un
evento limitato nel tempo – alcuni parlano di qualche migliaio di anni –
falliscono per un semplice dato di fatto: In occasione della Risurrezione
Universale tutti gli esseri umani risorgeranno con un corpo di risurrezione
immortale. E precisamente tutti gli esseri umani che abbiano
mai vissuto. Non solo i credenti cristiani!
(Vedi anche Capitolo 12: "La Risurrezione.")
Questo è anche il presupposto da cui partono anche i sostenitori
della dottrina della Riconciliazione Universale, i quali credono che dopo questo
lunghissimo periodo di dannazione anche i perduti e gli empi, e persino Satana
con i suoi angeli, si convertiranno a Dio.
Ma ora nel passaggio seguente,
in Mat 25,46, il Signore dice che dopo il Giudizio Universale i giusti se
andranno a vita eterna e gli empi a punizione
eterna.
Mat 25,46 «Questi se ne andranno a
punizione eterna; ma i giusti a vita eterna».
Mat 25,46;
Se, dunque, in base a questa affermazione, la vita dei giusti
sarà eterna, allora anche la dannazione degli empi deve essere eterna e non può
essere limitata nel tempo. A maggior ragione dove nel testo originale si
utilizza la stessa parola greca "aionios"=eterno. Tra l’altro, come
sostantivo "aionos"= eternità – si utilizza anche per indicare
l’esistenza di Dio, come possiamo leggere qui nel seguente passaggio (Apoc
4,9-11).
Onore e grazie a colui che siede sul trono, a colui che vive nei secoli dei secoli.
Apoc 4,9 E ogni volta che gli esseri viventi
rendono gloria, onore e grazie a colui che siede sul trono, a colui che
vive nei secoli dei secoli, 4,10 i ventiquattro anziani
si prostrano davanti a colui che siede sul trono e adorano colui che vive
nei secoli dei secoli, e gettano le loro corone davanti al trono, dicendo:
4,11 «Degno sei, o Signore, di ricevere la gloria, l’onore e la potenza,
perché tu hai creato tutte le cose, e per tua volontà esistono e sono state create».
Apoc 4, 9-11;
Dunque, chi non riesce a concepire l’esistenza di Dio come
limitata nel tempo e la vita eterna dei giusti come un evento temporaneo, deve
considerare anche la dannazione degli empi come eterna e senza fine e in nessun
caso come un "lungo periodo ma che ha un termine", e, di conseguenza, giudicherà
la dottrina della Riconciliazione Universale per ciò che è: un tentativo –
simile a quello della Chiesa cattolica con il purgatorio – di offrire una via
d’uscita dove Dio non l’ha prevista.