"Morto per i nostri peccati?" – Approcci cristologici da parte dei giovani di Friedhelm Kraft.
L’amore incondizionato di Dio e la morte come fine dell’esistenza umana.
L’esistenza eterna di ogni essere umano.
L’instaurazione del regno, che è stata rinviata.
Israele è senza Dio da duemila anni.
La pretesa della rappresentanza esclusiva del cristianesimo biblico.
È il momento degli "addii necessari"? – riflessioni
biblico – teologiche
Nel suo libro "Auf dem Weg zu einem glaubwürdigen Christentum" ["Sulla
via di un cristianesimo credibile"] il professore emerito di teologia
pratica di Berlino, Klaus Peter Jörns, crede che sia arrivato
il momento degli "addii necessari". Tra le idee che la teologia e la
chiesa dovrebbero abbandonare appartiene, a suo parere, anche il
discorso sulla morte espiatoria vicaria di Gesù Cristo. Così scrive
Jörns: "La teologia cristiana del sacrificio espiatorio è un
anacronismo, in vista della trasformazione storica delle idee di
sacrificio e di Dio". E poi ancora: "Il messaggio centrale di Gesù
sull’amore incondizionato di Dio contraddice un’interpretazione della
sua morte in quanto sacrificio espiatorio".
E anche i contemporanei laici in ciò non sono da meno. Questo domanda
il filosofo Herbert Schnädelbach in un saggio pubblicato su DIE ZEIT:
"Perché il Dio cristiano non può perdonare senza un agnello
sacrificale?", "Perché in tutte le chiese e nelle aule scolastiche
bavaresi è appeso un impiccato morente e non uno risorto?". La
"giustificazione" nel cristianesimo sarebbe degenerata in un " sanguinoso
commercio legale ". La crudeltà dell’esecuzione di Cristo ha fatto
scuola nelle "crudeltà in nome di Cristo", della chiesa e
dell’inquisizione.
La critica al concetto del sacrificio espiatorio è molto diffusa, non
solo nella chiesa ma anche negli spazi pubblici. Se mirasse a
un’immagine di Dio la cui gloria dipendesse dalla soddisfazione nel
senso di sacrificio, nessuno potrebbe dissentire. Ma rimane tuttavia da
chiedersi se una rappresentazione arcaica di espiazione
influenzi effettivamente l’immagine biblica di Dio. Per dirla in modo
diverso: in che modo il Nuovo Testamento presenta l’idea
scandalosa dell’espiazione? (…)
Religionspädagogisches Institut Loccum
[Istituto per l’educazione religiosa di Loccum]
Prima di tutto, dobbiamo chiarire il significato delle
definizioni utilizzate dall’autore del libro sopracitato, il professore di
teologia Hans Peter Jörn. L’"amore incondizionato di Dio" è un luogo
comune, che ci si aspetterebbe di trovare di più nei giornali scandalistiche in
un trattato teologico. Questo la dice lunga sulla competenza professionale
dell’autore.
Perlomeno, se vogliamo parlare del Dio cristiano della Bibbia, un "amore
incondizionato" – così come, a questo proposito, la definizione spesso
utilizzata di "amore infinito" – di Dio è una totale assurdità.
L’amore infinito e incondizionato di Dio.Se l’amore di Dio fosse infinito e incondizionato,
questo Dio dovrebbe rimettere a tutti gli esseri umani di tutti i tempi
(all’infinito!!) tutti i loro peccati senza rimorso né conversione
(incondizionatamente!!). Allora, non sarebbe più necessario alcun
sacrificio espiatorio – e Gesù Cristo non avrebbe dovuto morire sulla
croce. (Vedi anche discorso 30: "Perché
Gesù dovette morire sulla croce?") |
Ma nel suo libro: "Auf dem Weg zu einem glaubwürdigen
Christentum" ["Sulla via di un cristianesimo credibile"] non solamente la
definizione dell’"amore incondizionato di Dio" non è plausibile, ma anche
l’affermazione fatta a tal proposito: "Il messaggio centrale di Gesù sull’amore
incondizionato di Dio contraddice un’interpretazione della sua morte come
sacrificio espiatorio".
Questa affermazione, infatti, rivela una totale ignoranza, da un lato, del reale
sfondo biblico di questo fenomeno generale della morte umana e, dall’altro,
della morte di questo Gesù di Nazareth come sacrificio espiatorio per i peccati
di tutti gli esseri umani, in particolare.
Prima di entrare un po’ più nel dettaglio della morte del Messia ebraico, Gesù
di Nazareth, concludiamo qui questo chiarimento delle definizioni con il
significato biblico dell’evento della morte umana. Anche in questo caso, questo
teologo procede evidentemente dalla visione popolare secondo cui con la morte è
"tutto finito".
Non è difficile immaginare che la Bibbia veda le cose in modo diverso. Così come
quando ci si addormenta nel letto non finisce la propria vita, perché
normalmente ci si risveglia la mattina dopo, anche la vita non finisce dopo la
morte, perché lo spirito della persona cheé lascia il corpo fisico.
Ed è per questo che i materialisti hanno difficoltà di comprensione, perché non
hanno alcuna prova fisica – "tangibile" – dell’ulteriore esistenza di
quest’uomo. È più o meno lo stesso che successe al contadino che non volendo
credere che il suo denaro fosse effettivamente disponibile in banca, si fece
mostrare l’intera somma.
Quando il corpo muore – alla data di scadenza dell’"hardware", per così dire –
il "software", lo spirito, viene immagazzinato nel "cloud", per poi essere
riattivato in seguito con un nuovo hardware. Capire questo è ovviamente un po’
difficile per i caratteri semplici ed è per questo che ci sono sempre i profeti,
che diffondono con successo la loro favola, cioè che "dopo la morte è tutto
finito".
L’esistenza eterna di ogni essere umano.Ogni essere umano, che con la sua nascita corporale
abbandona, vivo, il sacco amniotico della madre, e che, dunque è "nato
d’acqua" (liquido amniotico, fluidità amniotica) (Giov 3:5), riceve da Dio
(Giov 4:24) uno spirito umano (1Cor 2:11) con l’esistenza eterna (Mat
25:46). Nella prima parte temporale e terrena di questa esistenza – nella
sua vita, l’essere umano ha la possibilità di scegliere in assoluta
libertà e senza alcuna costrizione con lo spirito datogli da Dio (Gen 2,7; 6,3) se donare
a questo Dio, il creatore di tutta la vita, la sua completa fiducia e
tutto il suo amore. Dio vivificherà i vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi. Röm 8,11 Se lo Spirito di colui che ha risuscitato
Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo Gesù dai morti
vivificherà anche i vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che
abita in voi. Röm 8,11; Nel momento della Risurrezione
(Rom 6:4-5), la "rinascita dallo spirito" (Mat 19:28;
1Piet 1:18; Giov 3:7), l’essere umano riceve nuovamente un corpo
(1Cor 15:43-44; Mat 22:30; Giov 3:8; Rom 8:10-11), simile a quello del figlio di Dio dopo la sua
risurrezione (Giov 20:26-27). Se c’è un corpo naturale, c’è anche un corpo spirituale. 1Cor 15,42 Così è pure della risurrezione dei
morti. Il corpo è seminato corruttibile e risuscita incorruttibile; 15,43
è seminato ignobile e risuscita glorioso; è seminato debole e risuscita potente;
15,44 è seminato corpo naturale e risuscita corpo spirituale. Se c’è un
corpo naturale, c’è anche un corpo spirituale. 15,45 Così anche sta
scritto: «Il primo uomo, Adamo, divenne anima vivente» (Gen 2,7);
l’ultimo Adamo è spirito vivificante. 15,46 Però, ciò che è
spirituale non viene prima; ma prima, ciò che è naturale, poi viene ciò che
è spirituale. 15,47 Il primo uomo, tratto dalla terra, è terrestre; il secondo
uomo è dal cielo. 15,48 Qual è il terrestre, tali sono anche i terrestri; e
quale è il celeste, tali saranno anche i celesti. 15,49 E come abbiamo portato
l’immagine del terrestre, così porteremo anche l’immagine del celeste.
1Cor 15,42-49; Con questo corpo, l’essere
umano starà poi durante il Giudizio Universale
al cospetto del Figlio di Dio, che, per incarico di Dio (Giov 5:22,
26-27), giudicherà ciascun essere umano secondo le azioni terrene e in
base alla scelta da lui compiuta in vita a favore o contro Dio (Rom 2:16). "Se voi mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il
Padre, ed Egli vi darà un altro consolatore, perché stia con voi per sempre, lo Spirito della
verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché
dimora con voi, e sarà in voi." Giov 14,15-17; Da questo punto di vista si è già espresso il noto evangelista e predicatore
Wilhelm Busch con i suoi ascoltatori: "Non c’è
bisogno di accogliere il messaggio che le sto dicendo. Può lasciare perdere di
convertirsi a Gesù. Ma abbia ben chiaro che in tal modo lei sceglie l’inferno! Lei ha
la totale libertà!! (Vedi anche discorso 22: "Esiste
l’immortalità dell’anima?") Per tutti coloro che vorrebbero averlo breve e
moderno: |
Ciò a cui di solito viene data poca attenzione nella letteratura
cristiana è il fatto biblico che Gesù Cristo (Christus = ebraico: maschiach,
Messia / l’Unto) ha evangelizzato solo nel territorio
di Israele all’inizio del suo ministero. E questo è anche perfettamente in linea
con la Scrittura, visto che egli era il Messia, promesso dai profeti, che Dio
avrebbe mandato al popolo d’Israele.
Così, quando Gesù inviò i suoi discepoli, ordinò loro di andare solo dalle
"pecore perdute della casa d’Israele" e di non evangelizzare nemmeno i
samaritani, figuriamoci le nazioni.
Non andate tra i pagani e non entrate in nessuna città dei Samaritani, ma andate piuttosto verso le pecore perdute della casa d’Israele.
Mat 10,5 Questi sono i dodici che Gesù mandò, dando
loro queste istruzioni: «Non andate tra i pagani e non entrate in
nessuna città dei Samaritani, 10,6 ma andate piuttosto verso le
pecore perdute della casa d’Israele. Mat 10, 5 – 6;
Lo conferma anche l’incontro del Signore con la donna cananea,
il cui testo – così come il sermone di Pietro in Atti 3:26 – non lascia dubbi su
questo fatto:
Ma egli rispose: «Io non sono stato mandato che alle pecore perdute della casa d’Israele».
Mat 15,21 Partito di là, Gesù si ritirò nel
territorio di Tiro e di Sidone. 15,22 Ed ecco una donna cananea di quei luoghi
venne fuori e si mise a gridare: «Abbi pietà di me, Signore, Figlio di Davide.
Mia figlia è gravemente tormentata da un demonio». 15,23 Ma egli non le rispose
parola. E i suoi discepoli si avvicinarono e lo pregavano dicendo: «Mandala via,
perché ci grida dietro». 15,24 Ma egli rispose: «Io non sono stato
mandato che alle pecore perdute della casa d’Israele». 15,25 Ella però
venne e gli si prostrò davanti, dicendo: «Signore, aiutami!» 15,26 Gesù rispose:
«Non è bene prendere il pane dei figli per buttarlo ai cagnolini». 15,27 Ma ella
disse: «Dici bene, Signore, eppure anche i cagnolini mangiano delle briciole che
cadono dalla tavola dei loro padroni».15, 28 Allora Gesù le disse: «Donna,
grande è la tua fede; ti sia fatto come vuoi». E da quel momento sua figlia fu
guarita. Mat 15,21 – 28;
Ciò che Gesù ha annunciato è stato il messaggio del "regno dei
cieli" , che era ormai imminente (Mat 4,17; Mar 1,15; Luc 10,9). Per gli ebrei
il segno della venuta del Messia era sempre stato l’instaurazione di questo
"regno".
I profeti parlavano del fatto che il Messia sarebbe diventato il sovrano del
mondo e avrebbe governato il mondo intero come suo regno, di cui Israele sarebbe
stata la nazione leader sulla terra (ad esempio, Es 19,1-6; Num 24,1-9;
1Cro 17,7-14; Isa 60,1-22; Ger 31,7-9; ecc.).
Vedi anche Discorso 1111: "L’alleanza di Dio,
di Jacob Damkani.")
Come possiamo vedere, queste sono proprio quelle profezie a cui
si fa riferimento anche nel Nuovo Testamento (per esempio Ebr 4,2-5) in occasione
della promessa del Millennio, del Regno Millenario della pace del Figlio di Dio.
E da questo è anche evidente che se gli Israeliti avessero accettato il loro Messia
in quel momento – se, cioè, le profezie dell’Antico Testamento di Dio avessero
fatto il loro corso – allora il Millennio sarebbe già iniziato in quel momento.
(Vedi anche Capitolo 10: "Il
Millennio.")
Anche per questo motivo, Gesù è stato annunciato da Giovanni
Battista come colui "a cui si riferisce il profeta Isaia" (Isa 40:3).
Di lui parlò infatti il profeta Isaia quando disse: «Voce di uno che grida nel deserto: "Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri.
Mat 3,1 In quei giorni venne Giovanni il battista,
che predicava nel deserto della Giudea, e diceva: 3,2 «Ravvedetevi, perché il
regno dei cieli è vicino». 3,3 Di lui parlò infatti il profeta Isaia
quando disse: «Voce di uno che grida nel deserto: "Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri"». Mat 3,1 – 3;
Ed è per questo che Gesù in quel periodo agli Israeliti parlava
anche sempre del "regno dei cieli" (come si legge in Matteo e "regno di Dio" in
Marco e Luca). Era l’annuncio del cambiamento di paradigma dalla religione
mosaica al cristianesimo, dalla legge e dai profeti fino a Giovanni Battista, al
vangelo del regno di Dio che da questo momento in poi sarebbe stato annunciato.
La legge e i profeti (la religione mosaica) hanno durato fino a Giovanni;
Luca 16,16 La legge e i profeti hanno durato fino a
Giovanni; da quel tempo è annunciata la buona notizia del regno di Dio, e
ciascuno vi entra a forza. Luca 16,16;
Questo "Regno di Dio" sulla terra – cioè il "regno" profetizzato
dai profeti – in cui il Messia, l’Unto di Dio, sarebbe dovuto essere il sovrano
del mondo e il popolo di Dio di Israele il "capo delle nazioni" (Ger 31:7; 2Sam
22:44; Salmi 18:44), non divenne mai realtà.
Nell’annuncio del Regno di Dio da parte del Signore, dobbiamo
tener presente che tutte queste dichiarazioni, come la Risurrezione Universale,
la Rinascita, la Prima Risurrezione, il Ritorno del Signore, il Risveglio dai
Morti e il Rapimento ecc. non erano ancora accessibili agli Israeliti di quel
tempo, i quali, per questo motivo, erano estremamente scettici su tutte le
affermazioni al riguardo. Il Vangelo di Giovanni ci offre una relazione
particolarmente significativa in questo senso, che è veramente degna di essere
letta, e che va riportata qui nella sua interezza per rappresentare
realisticamente la situazione di allora:
Noi siamo discendenti d’Abraamo, e non siamo mai stati schiavi di nessuno.
Giov 8,31 Gesù allora disse a quei Giudei che
avevano creduto in lui: «Se perseverate nella mia parola, siete veramente miei
discepoli; 8,32 conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». 8,33 Essi gli
risposero: «Noi siamo discendenti d’Abraamo, e non siamo mai stati
schiavi di nessuno; come puoi tu dire: "Voi diverrete liberi"?» 8,34 Gesù
rispose loro: «In verità, in verità vi dico che chi commette il peccato
è schiavo del peccato. 8,35 Ora lo schiavo non dimora per sempre nella
casa: il figlio vi dimora per sempre. 8,36 Se dunque il Figlio vi farà liberi,
sarete veramente liberi. Giov 8,31 – 36;
Noi non siamo nati da fornicazione; abbiamo un solo Padre: Dio.
Giov 8,37 So che siete discendenti d’Abraamo; ma
cercate di uccidermi, perché la mia parola non penetra in voi. 8,38 Io dico quel
che ho visto presso il Padre mio; e voi pure fate le cose che avete udite dal
padre vostro». 8,39 Essi gli risposero: «Nostro padre è Abraamo». Gesù disse
loro: «Se foste figli di Abraamo, fareste le opere di Abraamo; 8,40 ma
ora cercate di uccidermi, perché vi ho detto la verità che ho udita da
Dio; Abraamo non fece così. 8,41 Voi fate le opere del padre vostro». Essi gli
dissero: «Noi non siamo nati da fornicazione; abbiamo un solo Padre:
Dio». 8,42 Gesù disse loro: «Se Dio fosse vostro Padre, mi
amereste, perché io sono proceduto e vengo da Dio; infatti io non sono
venuto da me, ma è lui che mi ha mandato. 8,43 Perché non comprendete il mio
parlare? Perché non potete dare ascolto alla mia parola. Giov 8,37 – 43;
Voi siete figli del diavolo, che è vostro padre, e volete fare i desideri del padre vostro.
Giov 8,44 Voi siete figli del diavolo, che
è vostro padre, e volete fare i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida
fin dal principio e non si è attenuto alla verità, perché non c’è verità in lui.
Quando dice il falso, parla di quel che è suo perché è bugiardo
e padre della menzogna. 8,45 A me, perché io dico la verità, voi non credete. 8,46 Chi
di voi mi convince di peccato? Se dico la verità, perché non mi credete? 8,47 Chi
è da Dio ascolta le parole di Dio. Per questo voi non le ascoltate; perché non
siete da Dio». 8,48 I Giudei gli risposero: «Non diciamo noi
con ragione che sei un Samaritano e che hai un demonio?» 8,49 Gesù
replicò: «Io non ho un demonio, ma onoro il Padre mio e voi mi disonorate.
8,50 Io non cerco la mia gloria; v’è uno che la cerca e che giudica. Giov 8,44 – 50;
In verità, in verità vi dico: prima che Abraamo fosse nato, io sono.
Giov 8,51 In verità, in verità vi dico che se uno
osserva la mia parola, non vedrà mai la morte». 8,52 I Giudei gli dissero: «Ora
sappiamo che tu hai un demonio. Abraamo e i profeti sono morti, e tu dici: "Se
uno osserva la mia parola, non gusterà mai la morte". 8,53 Sei tu forse
maggiore del padre nostro Abraamo il quale è morto? Anche i profeti sono morti;
chi pretendi di essere?» 8,54 Gesù rispose: «Se io glorifico me stesso,
la mia gloria è nulla; chi mi glorifica è il Padre mio, che voi dite: "È nostro
Dio!" 8,55 e non l’avete conosciuto; ma io lo conosco, e se dicessi di non
conoscerlo, sarei un bugiardo come voi; ma io lo conosco e osservo la sua
parola. 8,56 Abraamo, vostro padre, ha gioito nell’attesa di vedere il
mio giorno; e l’ha visto, e se n’è rallegrato». 8,57 I Giudei gli
dissero: «Tu non hai ancora cinquant’anni e hai visto Abraamo?» 8,58 Gesù disse
loro: «In verità, in verità vi dico: prima che Abraamo fosse nato, io sono». 8,59 Allora
essi presero delle pietre per tirargliele; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio.
Giov 8,51 – 59;
Da un punto di vista puramente oggettivo, si potrebbe certamente
avere un po’ di comprensione per questi Israeliti. Questi si sono detti: "A
questo punto potrebbe venire chiunque". Tuttavia, il Signore ha dimostrato,
attraverso i miracoli che ha compiuto, di non essere "chiunque". In realtà non
si trattava affatto di portare prove o testimoni. Anche se avesse compiuto
miracoli ancora più grandi e avesse potuto portare molti testimoni, essi non gli
avrebbero creduto. Non fu la mancanza di prove, ma la mancanza di fede che portò
gli Israeliti al loro falso giudizio. Fu la mancanza di fiducia nel proprio Dio,
la completa assenza dello Spirito Santo, che indurì i loro cuori e chiuse le
orecchie alle parole del Figlio di Dio.
Sopra, in Giov 8,40, il Signore ha accusato gli Ebrei di volerlo uccidere. Non
era solo il popolo a volerlo uccidere, ma anche e soprattutto il Sinedrio, i
capi religiosi di Israele temevano infatti di perdere il loro potere e si
consultarono così tra loro su come ucciderlo.
Perché quest’uomo fa molti segni miracolosi. Se lo lasciamo fare, tutti crederanno in lui.
Giov 11,47 I capi dei sacerdoti e i farisei,
quindi, riunirono il sinedrio e dicevano: «Che facciamo? Perché
quest’uomo fa molti segni miracolosi. 11,48 Se lo lasciamo
fare, tutti crederanno in lui; e i Romani verranno e ci distruggeranno
come città e come nazione». 11,49 Uno di loro, Caiafa, che era sommo sacerdote
quell’anno, disse loro: «Voi non capite nulla, 11,50 e non riflettete
come torni a vostro vantaggio che un uomo solo muoia per il popolo e non perisca
tutta la nazione». 11,51 Or egli non disse questo di suo; ma, siccome
era sommo sacerdote in quell’anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la
nazione; 11,52 e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire in uno i
figli di Dio dispersi. 11,53 Da quel giorno dunque deliberarono di farlo
morire. Giov 11,47 – 53;
Così era chiaro che gli Ebrei avevano respinto il Figlio di Dio
e rifiutato la salvezza del loro Dio. Il Signore ha descritto questa situazione
in modo particolarmente appropriato nella parabola del re che preparò il
banchetto nuziale per suo figlio.
Andate dunque ai crocicchi delle strade e chiamate alle nozze quanti troverete.
Mat 22,2 «Il regno dei cieli è
simile a un re, il quale fece le nozze di suo figlio. 22,3 Mandò i suoi servi a
chiamare gli invitati alle nozze; ma questi non vollero venire. 22,4 Mandò una
seconda volta altri servi, dicendo: "Dite agli invitati: Io ho preparato il mio
pranzo; i miei buoi e i miei animali ingrassati sono ammazzati; tutto è pronto;
venite alle nozze". 22,5 Ma quelli, non curandosene, se ne andarono, chi
al suo campo, chi al suo commercio; 22,6 altri poi, presero i
suoi servi, li maltrattarono e li uccisero.
22,7 Allora il re si adirò, mandò le sue truppe a sterminare quegli
omicidi e a bruciare la loro città. 22,8 Quindi disse ai suoi servi:
"Le nozze sono pronte, ma gli invitati non ne erano degni. 22,9 Andate
dunque ai crocicchi delle strade e chiamate alle nozze quanti troverete". 22,10 E
quei servi, usciti per le strade, radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi
e buoni; e la sala delle nozze fu piena di commensali. 22,11 Ora il re entrò per
vedere quelli che erano a tavola e notò là un uomo che non aveva l’abito di
nozze. 22,12 E gli disse: "Amico, come sei entrato qui senza avere un abito di
nozze?" E costui rimase con la bocca chiusa. 22,13 Allora il re disse ai
servitori: "Legatelo mani e piedi e gettatelo nelle tenebre di fuori. Lì sarà il
pianto e lo stridor dei denti". 22,14 Poiché molti sono i chiamati, ma pochi gli
eletti». Mat 22, 2 – 14;
Il re in questa parabola è Dio; suo figlio, al quale ha
preparato il banchetto nuziale, è il Figlio di Dio, Nostro Signore Gesù Cristo.
I servi, che il re ha mandato per chiamare gli invitati alle nozze, sono i
profeti di Israele dell’Antico Testamento. Avevano ripetutamente chiamato il
popolo d’Israele a pentirsi davanti al loro Dio. Gli ospiti invitati sono il
popolo di Dio di Israele.
Questi invitati al matrimonio non avevano però alcun interesse, e continuarono i
loro affari perversi. Per di più, presero i servi e li uccisero, similmente ai
molti profeti che erano stati maltrattati e uccisi dai re e dai governanti di
Israele nel corso dei secoli – proprio come Giovanni Battista e il Signore Gesù
stesso.
Quando il re vide che gli invitati non erano degni, fece incendiare la loro
città (Gerusalemme "rasa al suolo" da Tito nel 70 d.C.) e fece uccidere questi
assassini. Poi il re mandò di nuovo dei servi (apostoli e predicatori del
vangelo di Gesù Cristo), che avrebbero dovuto invitare tutte le persone disposte
a venire (provenienti da tutte le nazioni e anche dai Giudei). Questa è dunque
la situazione che si presenta dopo che il Signore venne rifiutato dagli Ebrei e
crocifisso dai romani. Da quel momento e fino alla fine, Dio manda i suoi
servitori – questa volta cristiani – per invitare tutti , sia i buoni che i
cattivi.
Così Israele, per la sua ostinazione, ha perso la sua posizione di unico popolo
eletto. Se prima l’appartenenza a una delle dodici tribù di Israele era il
requisito per l%#8217;elezione, da questo momento i criteri sono cambiati. Non è più
l’appartenenza fisica ad un popolo ad essere determinante, ma piuttosto la
disponibilità interiore e spirituale ad accettare la fede in questo Dio (essere
vestito in abito nuziale) – indipendentemente dalla razza, dal colore della
pelle, dall’origine o dalla posizione.
Paolo, quando era prigioniero a Roma, si trova in una situazione molto simile,
quando aveva chiamato a sé gli Ebrei e aveva annunciato loro il messaggio di
salvezza. Una parte di loro lo ascoltò, un’altra parte lo respinse. E anche
Paolo realizzò che gli Ebrei avevano indurito i loro cuori e annunciò loro nello
Spirito Santo che la salvezza era stata tolta loro e destinata alle Nazioni.
Sappiate dunque che questa salvezza di Dio è rivolta alle nazioni; ed esse presteranno ascolto.
Atti 28,25 Essendo in discordia tra di loro, se ne
andarono, mentre Paolo pronunciava quest’unica sentenza: «Ben parlò lo
Spirito Santo quando per mezzo del profeta Isaia disse ai vostri padri:
28,26 "Va’ da questo popolo e di’: ’Voi udrete con i vostri orecchi e
non comprenderete; guarderete con i vostri occhi, e non vedrete; 28,27
perché il cuore di questo popolo si è fatto insensibile, sono divenuti duri
d’orecchi, e hanno chiuso gli occhi, affinché non vedano con gli occhi e non
odano con gli orecchi, non comprendano con il cuore, non si convertano, e io non
li guarisca’". 28,28 Sappiate dunque che questa salvezza di Dio è
rivolta alle nazioni; ed esse presteranno ascolto». Atti 28,25 – 28;
Ma poiché la respingete e non vi ritenete degni della vita eterna, ecco, ci rivolgiamo agli stranieri.
Atti 13,46 Ma Paolo e Barnaba dissero con
franchezza: «Era necessario che a voi per primi si annunciasse la Parola
di Dio; ma poiché la respingete e non vi ritenete degni della vita eterna, ecco,
ci rivolgiamo agli stranieri. Atti 13,46;
Il regno di Dio è quindi destinato alle nazioni e non più a
Israele. Anche il Signore non si è più accontentato delle parabole, ma ha
mostrato agli Israeliti l’amara conseguenza della loro incredulità:
il regno di Dio vi sarà tolto, e sarà dato a gente che ne faccia i frutti.
Mat 21,43 Perciò vi dico che il regno di
Dio vi sarà tolto, e sarà dato a gente che ne faccia i frutti. 44 Chi
cadrà su questa pietra sarà sfracellato; ed essa stritolerà colui sul quale
cadrà». 21,45 I capi dei sacerdoti e i farisei, udite le sue parabole,
capirono che parlava di loro; 21,46 e cercavano di prenderlo, ma ebbero
paura della folla, che lo riteneva un profeta. Mat 21,43 – 46;
Ma i farisei e i dottori della legge, non facendosi battezzare da lui, hanno respinto la volontà di Dio per loro.
Luca 7,28 Io vi dico: fra i nati di donna nessuno è
più grande di Giovanni; però, il più piccolo nel regno di Dio è più grande di
lui. 7,29 Tutto il popolo che lo ha udito, anche i pubblicani, hanno riconosciuto
la giustizia di Dio, facendosi battezzare del battesimo di Giovanni; 7,30
ma i farisei e i dottori della legge, non facendosi battezzare da lui, hanno respinto
la volontà di Dio per loro. Luca 7,28 – 30;
Quando vedrete Abraamo, Isacco, Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio e voi ne sarete buttati fuori.
Luca 13,24 «Sforzatevi di entrare per la porta
stretta, perché io vi dico che molti cercheranno di entrare e non potranno. 13,25 Quando
il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, stando di fuori,
comincerete a bussare alla porta, dicendo: "Signore, aprici". Ed egli vi
risponderà: "Io non so da dove venite". 13,26 Allora comincerete a dire: "Noi
abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza, e tu hai insegnato nelle nostre
piazze!" 13,27 Ed egli dirà: "Io vi dico che non so da dove venite.
Allontanatevi da me, voi tutti, malfattori". 13,28 Là ci sarà pianto e stridor
di denti, quando vedrete Abraamo, Isacco, Giacobbe e tutti i profeti nel
regno di Dio e voi ne sarete buttati fuori. 13,29 E ne verranno da
oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno, e staranno a tavola
nel regno di Dio. 13,30 Ecco, vi sono degli ultimi che saranno primi e
dei primi che saranno ultimi». Luca 13,24 – 30;
Infine, in questo testo si conferma ancora una volta che il
Regno di Dio e il Regno Millenario sono due periodi completamente separati in
termini di tempo e di contenuto. Quando sopra si dice, in Luca 13,28, "Là ci
sarà pianto e stridore di denti quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti
i profeti nel Regno di Dio", riconosciamo attraverso il "pianto e stridore di
denti" che questa affermazione si riferisce al momento successivo al Giudizio
Universale e quindi alla Nuova Creazione nell’eternità. Se poi ciò viene
menzionato insieme al Regno di Dio in termini di tempo, non può più trattarsi
del Millennio. Qui si vede chiaramente che il Regno Millenario della Pace è
l’ultima tappa dell’epoca presente, mentre il Regno di Dio si riferisce all’età
futura, all’eternità (Mat 12,32; Luca 18,30; Efes 1,21).
Anche nella parabola del Signore riportata qui sotto e relativa ai due figli che
dovevano lavorare nella vigna in Mat 21,28 – 32, possiamo riconoscere Israele e le
nazioni pagane. Nell’antichità i pagani si erano creati molti idoli e falsi dei
(Egiziani, Assiri, Babilonesi, Persiani, Greci, Romani) e non volevano credere
in un solo Dio. Loro in questa parabola rappresentano il primo figlio, che
all’inizio non voleva andare in vigna. Israele, invece, era pronto in quel
momento a seguire questo Dio. Poi, però, quando il Messia si rivolse a loro per
mettere alla prova la loro fede, lo rifiutarono e lo respinsero. Gli Israeliti
sono come il secondo figlio che ha detto: "Sì, Signore; ma non andò".
Io vi dico in verità: I pubblicani e le prostitute entrano prima di voi nel regno di Dio.gno di Dio.
Mat 21,28 «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si
avvicinò al primo e gli disse: "Figliolo, va’ a lavorare nella vigna oggi". 21,29 Ed
egli rispose: "Vado, signore"; ma non vi andò. 21,30 Il padre si avvicinò al
secondo e gli disse la stessa cosa. Egli rispose: "Non ne ho voglia"; ma poi,
pentitosi, vi andò. 21,31 Quale dei due fece la volontà del padre?» Essi gli
dissero: «L’ultimo». E Gesù a loro: «Io vi dico in verità: I pubblicani e le
prostitute entrano prima di voi nel regno di Dio. 21,32 Poiché Giovanni è venuto
a voi per la via della giustizia, e voi non gli avete creduto; ma i pubblicani e
le prostitute gli hanno creduto; e voi, che avete visto questo, non vi siete
pentiti neppure dopo per credere a lui. Mat 21,28 – 32;
Molte tra le nazioni pagane, invece, alle quali da questo
momento in poi viene annunciata la buona novella, l’accettano e si convertono
all’unico e solo Dio. Questi sono gli ultimi menzionati dal Signore nella
parabola citata prima, in Luca’13,30, che hanno accettato la fede e che saranno
risuscitati per primi al momento del Rapimento e andranno in cielo. Gli
Israeliti, invece, che sono stati i primi, risorgeranno per ultimi solo alla
Fine Del Mondo, con la rinascita nella Risurrezione Universale.
Israele alla luce della Bibbia.Secondo l’Antico TestamentoDio non ha più alcuna compassione per la casa d’Israele (Os 1:6). Loro non sono più il suo popolo (Os 1:9). Il Signore salverà solo la casa di Giuda. Non con la guerra, però, ma con il suo Spirito (Os 1:7). Soltanto nel Millennio, quando il Figlio di Dio avrà assunto il suo dominio millenario sulla terra (Os 2:1,20; Ez 34:25; Isa 2:4), il Signore li riconoscerà di nuovo come il suo popolo (Os 2:25; Ger 31:27 – 28).Secondo il Nuovo TestamentoÈ la volontà di Dio che noi prestiamo ascolto a suo Figlio (Mat 17:5). Questo Figlio di Dio ci ha detto che ogni essere umano che lo rifiuta, rifiuta anche Dio (1Gio 2:23; Luca 10:16; Giov 5:22-23, 15:23). Il popolo d’Israele di oggi nega il Figlio di Dio e lo offende come truffatore e bestemmiatore. Attraverso questa negazione del Figlio, Israele ha rifiutato anche il Padre ed è dunque un popolo senza – Dio (Giov 8:24).Gli "amici di Israele" nelle comunità cristiane vendono dunque il loro diritto di primogenitura come discepoli di Cristo contro il piatto di lenticchie di un complice di atei truffatori. – Per Israele non vi è alcuna conversione spirituale al loro Dio, né alcun ritorno nel loro paese voluto da Dio, a meno che essi non si convertano a Gesù Cristo!! (Mat 23:38-39; Gal 5:4). |
Quando Gesù annunciò questo vangelo del "regno" sulla terra,
Satana sedusse un terzo degli angeli di Dio in cielo per combattere con lui per
la supremazia in cielo contro i restanti angeli sotto la guida dell’arcangelo
Michele. Satana perse questa battaglia e fu cacciato via dal cielo sulla terra
con i suoi angeli (Apoc 12:7-9).
Questo fatto biblico ci viene tramandato in diversi passi biblici: Luca 10:17-18; Apoc 12:12;
Apoc 12:3-4; Giov 12:28-31; Giov 14:28-31; Giov 16:7-11. E anche la circostanza che in quel
tempo migliaia di persone erano possedute dai demoni, poiché questi angeli caduti, cacciati
via così improvvisamente dal cielo, si rifugiarono nello spirito degli uomini, ci viene
descritto dalla Bibbia, per esempio in Luca 8:30 (una legione romana aveva circa 6000
uomini a quel tempo).
Da allora, aspettano il loro tempo donato da Dio
(John Glenn: "myriads of
stars"
/ versione italiana)
e quando colui che "lo trattiene" – lo Spirito Santo (Giov 16:7) – è stato
"tolto di mezzo" (2Tess 2:7-9), loro hanno di nuovo campo libero, come duemila anni
fa.
Vedi anche Discorso128: "I
veri extraterrestri che dominano il nostro mondo.")
Anche se a quel tempo i demoni potevano essere scacciati dallo
spirito del popolo da Gesù e dai discepoli, un racconto presente in Luca ci mostra che
Dio aveva già deciso di consegnare il mondo non a suo Figlio, ma al diavolo. La
ragione di ciò potrebbe essere stata la stessa che ha permesso a Satana di
sedurre già i primi uomini nel Giardino dell’Eden. Dio ha messo alla prova gli
uomini attraverso Satana, per vedere a quale parola credessero di più: quella di
Dio o quella di Satana.
Quando poi Gesù digiunò nel deserto per 40 giorni, all’inizio del suo ministero,
Satana cercò di sedure anche lui offrendogli il dominio su tutti i regni di
questo mondo.
Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni; perché essa mi è stata data, e la do a chi voglio.
Luca 4,5 Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò
in un attimo tutti i regni del mondo e gli disse: 4,6 «Ti
darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni; perché essa mi è stata
data, e la do a chi voglio. 4,7 Se dunque tu ti prostri ad
adorarmi, sarà tutta tua». 4,8 Gesù gli rispose: «Sta scritto: "Adora
il Signore, il tuo Dio, e a lui solo rendi il tuo culto"». Luca 4,5-8;
E attraverso l’affermazione: "perché essa mi è stata data" e il
fatto che Gesù qui – a questo proposito e a differenza delle altre tentazioni di
Satana – non ha avanzato alcuna argomentazione contraria, possiamo vedere che
Dio aveva effettivamente consegnato questo potere al diavolo e che il diavolo è
quindi libero di darlo a chi vuole.
Ovviamente il diavolo qui aveva adocchiato prima di tutto quelle persone che,
attraverso il potere e l’influenza sono sottomesse alla sua volontà come i
successivi imperatori e le case reali, i papi cattolici e in seguito,
naturalmente, i politici e i magnati della finanza. Ma il diavolo ci ha voluto
provare anche con il Figlio di Dio e, come previsto, ha fallito.
Ciò che l’umanità ha poi vissuto nei duemila anni successivi fino ai giorni
nostri è stato quindi un periodo tutt’altro che tranquillo. Con le guerre –
dall’impero romano fino alla seconda guerra mondiale e oltre, fino a quando gli
esseri umani governeranno questo mondo –e i crimini: le persecuzioni dei
cristiani (dall’impero romano all’inquisizione della Chiesa cattolica!), le
persecuzioni degli ebrei (i pogrom dal medioevo fino all’olocausto dei tempi
moderni), ecc., abbiamo la prova che non era Dio ma il Diavolo ad aver avuto e
ad avere ancora il dominio del mondo.
A quel tempo, duemila anni fa, gli ebrei non sapevano in cosa stavano andando a
finire condannando questo Gesù di Nazareth.
A quel tempo, duemila anni fa, gli ebrei non sapevano a cosa andassero incontro
con la condanna di questo Gesù di Nazareth. Una parte del clero ebraico, il
Sinedrio, probabilmente temeva per il proprio potere e la propria influenza in
quanto clero dominante, se ora il Messia avesse preso il dominio. Gli altri
erano incerti – come Nicodemo e Giuseppe d’Arimatea – e così la maggioranza
acconsentì quando il sommo sacerdote Caifa disse: "è reo di morte".
Sulla crocifissione e la morte di Gesù stesso ci sono alcuni trattati su
Immanuel.at, nello specifico anche nel Discorso 87: "La Sindone di Torino",
quindi qui faremo un salto di circa 40 anni arrivando alla distruzione del
tempio erodiano da parte di Tito e delle sue truppe romane.
Il 1° luglio 69 d.C. Tito, figlio dell’allora imperatore romano
Vespasiano, fu inviato a Gerusalemme come comandante in capo dell’esercito per
porre fine alla guerra ebraica, dove nell’aprile del 70 d.C. fece marciare un
esercito di quattro legioni e numerose truppe ausiliarie di re alleati (Giuseppe
Flavio, Bell, 5,40 – 6,120). Tito fece assediare la città e la fece accerchiare da
un’alta muraglia (Giuseppe Flavio, Bell, 5,130 – 135.491 – 511; Tacito, Hist.
5,1.10 – 14).
All’inizio di settembre del 70, Gerusalemme fu poi conquistata in seguito alla
carestia e a un bagno di sangue, che Tito cercò invano di evitare(!). Il tempio,
in cui si erano rifugiati 6000 ebrei in virtù di un oracolo profetico che
preannunciava la salvezza finale del santuario (Giuseppe Flavio, Bell 6.285
ss.), fu distrutto da un incendio (Bell 6,220 – 270).
Secondo Giuseppe Flavio, si dice che Tito fino alla fine abbia tentato invano di
evitare la distruzione del tempio (Bell, 6,241,266). In questo modo Tito voleva
essere sollevato dal senso di colpa personale per la sventura degli ebrei. Ma
con furia cieca i soldati avevano disobbedito al suo ordine (Bell, 6,254 – 259).
La città fu rasa al suolo. Solo le torri della cittadella
furono risparmiate e rinforzate, affinché vi stazionasse l’esercito.
Se consideriamo i suddetti resoconti degli storici, non è certo stata la potenza
terrena – cioè il comandante romano Tito – a voler distruggere il tempio. Al
contrario, come scrive Giuseppe Flavio, Tito diede alle sue truppe proprio
l’ordine di non distruggere il tempio. Tuttavia, tutta questa guerra non è stata
decisa a livello terreno.
Era stato Dio Onnipotente a decidere che sia la città che il tempio dovessero
essere distrutti. Forse per la prima volta in vita sua Tito sperimentò così il
rifiuto dei legionari romani di eseguire un ordine del loro comandante prendendo
d’assalto il tempio e bruciandolo.
Ora dobbiamo chiederci obiettivamente se questa affermazione, che la distruzione
di Gerusalemme e del tempio era la volontà di Dio, è confermata anche nella
Bibbia. E qui, in Luca 19,41-44, abbiamo per la prima volta il lamento del
Figlio di Dio riguardante Gerusalemme:
Non lasceranno in te pietra su pietra, perché tu non hai conosciuto il tempo nel quale sei stata visitata.
Luca 19,41 Quando fu vicino, vedendo la città,
pianse su di essa, dicendo: 19,42 «Oh se tu sapessi, almeno oggi, ciò
che occorre per la tua pace! Ma ora è nascosto ai tuoi occhi. 19,43 Poiché
verranno su di te dei giorni nei quali i tuoi nemici ti faranno attorno delle
trincee, ti accerchieranno e ti stringeranno da ogni parte; 19,44 abbatteranno
te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra,
perché tu non hai conosciuto il tempo nel quale sei stata visitata». Luca 19,41-44;
Qui il Signore in Luca 9,43 non solo ha profetizzato le
"trincee", cioè l’alta muraglia che Tito fece costruire per assediare
Gerusalemme, ma ha anche fatto notare che gli assedianti della città non
lasceranno una pietra su un’altra, cosa che lo storico Giuseppe Flavio ha
confermato poi anche con le parole: "la città fu rasa al suolo" (vedi sopra).
In riferimento al tempio in Mat 24,1-2 troviamo poi la profezia della sua
distruzione nella risposta del Signore alle parole di ammirazione dei discepoli
sulla gloria del tempio:
Non sarà lasciata qui pietra su pietra che non sia diroccata.
Mat 24,1 Mentre Gesù usciva dal tempio e se ne
andava, i suoi discepoli gli si avvicinarono per fargli osservare gli edifici
del tempio. 24,2 Ma egli rispose loro: «Vedete tutte queste cose? Io vi
dico in verità: Non sarà lasciata qui pietra su pietra che non sia diroccata».
Mat 24, 1 – 2;
Queste sono solo le profezie di quegli eventi che si
verificarono effettivamente circa 40 anni dopo. Ma con questo non sappiamo
ancora perché Dio abbia deciso la distruzione di questa città e del tempio.
Osservando attentamente un’altra affermazione del Signore, a prima vista poco
significativa, riconosciamo delle connessioni piuttosto inaspettate.
In Giov 8,24, il Signore disse ai farisei che lo accusavano di avere solo se
stesso come testimone della sua affermazione di essere il Figlio di Dio, ma la
legge ebraica richiedeva almeno due testimoni e quindi la sua testimonianza non
è vera:
Se non credete che io sono (il Messia), morirete nei vostri peccati.
Giov 8,21 Egli dunque disse loro di nuovo: «Io me ne vado
e voi mi cercherete e morirete nel vostro peccato; dove vado io, voi non potete
venire». 8,22 Perciò i Giudei dicevano: «S’ucciderà forse, poiché dice: "Dove
vado io, voi non potete venire"?» 8,23 Egli diceva loro: «Voi siete di quaggiù;
io sono di lassù; voi siete di questo mondo; io non sono di questo mondo. 8,24 Perciò
vi ho detto che morirete nei vostri peccati; perché se non credete che io sono
(il Messia), morirete nei vostri peccati». Giov 8,21 – 24;
Nel testo biblico menzionato sopra, sia in Giov 8,21 che in
Giov 8,24, il Signore fa riferimento alla profezia : "morirete nei vostri
peccati". Per i farisei a cui lo disse, fu proprio questa stessa affermazione
un’ulteriore prova che questo Gesù di Nazareth stava diffondendo solo menzogne e
non conosceva i comandamenti mosaici.
Dopotutto, avevano ancora le cerimonie sacrificali prescritte dalla Legge (la
Torah) per il sacrificio del peccato e quello della colpa, i quali potevano
liberarli dai loro peccati. E in più, avevano il "tamid", il sacrificio
quotidiano e costante nel tempio, attraverso il quale Dio concede loro il
perdono permanente dei peccati perdonabili.
Né i farisei di allora né la maggior parte degli esegeti di oggi hanno
riconosciuto la terribile serietà che sta alla base di queste poche parole. È
proprio qui che abbiamo la chiave per comprendere l’azione di Dio sul suo popolo
d’Israele.
Basta un esame superficiale per comprendere che naturalmente non era il Signore
ad essere inconsapevole, ma che, in verità, i farisei non avevano la minima idea
che 40 anni dopo non sarebbero esistiti né il tempio né l’altare per i sacerdoti
quindi non sarebbe più stato possibile eseguire le previste offerte sacrificali
sull’altare sacrificale nel tempio.
La conseguenza di ciò fu che dalla distruzione del tempio e dell’altare
sacrificale – e fino ad oggi (!) – tutti gli israeliti non hanno avuto alcuna
possibilità di remissione dei peccati e sono morti nei loro peccati come il
Signore aveva profetizzato. E sia secondo la dottrina di Mosè che secondo quella
cristiana tutta questa moltitudine di persone è perduta e trascorrerà l’eternità
nella dannazione.
Se poi andiamo più in profondità nella nostra riflessione, riconosciamo un
retroscena ancora più serio. Mentre molti israeliti al tempo di Gesù con il loro
rifiuto del Nazareno ritenevano di essere completamente in linea con la legge
mosaica e con i comandamenti del loro Dio, in realtà avevano abbandonato proprio
questa strada. Il Sinedrio ebraico, sotto la guida del suo sommo sacerdote Caifa,
aveva condannato Gesù perché aveva confermato loro di essere il Figlio di Dio:
Allora il sommo sacerdote stracciò le sue vesti, dicendo: Egli ha bestemmiato; Egli è reo di morte!
Mat 26,63 Ma Gesù taceva. E il sommo sacerdote
replicò dicendo: «Io ti scongiuro per il Dio vivente di dirci se sei il
Cristo (Messia), il Figlio di Dio». 26,64 Gesù
gli disse: «Tu l’hai detto! Anzi io vi dico che in avvenire voi vedrete
il Figlio dell’uomo sedere alla destra della Potenza, e venire sulle nuvole del
cielo». 26,65 Allora il sommo sacerdote stracciò le sue vesti, dicendo:
«Egli ha bestemmiato; quale bisogno abbiamo più di testimoni? Ecco, ora avete
udito la sua bestemmia. 26,66 Che ve ne pare?». Ed essi, rispondendo,
dissero: «Egli è reo di morte!». Mat 26,63 – 66;
Lo avevano giudicato reo di morte perché diceva di essere il
Figlio di Dio. Tuttavia, al Sinedrio – la guida religiosa di Israele – in base
alle leggi della potenza occupante romana non era permesso di eseguire pene di
morte, ma doveva trasferire questi casi alla giurisdizione romana.
Per i romani, tuttavia, le dispute interne degli ebrei sulla loro religione non
costituivano il presupposto di una pena e ancor meno di una pena di morte.
Pertanto, il Sinedrio ebraico diffuse l’accusa che questo Gesù avesse detto di
essere il Re dei Giudei (Giov 18:33-35). In questo modo la giurisdizione romana
trasferiva la fattispecie di reato di sovversione e attacco all’autorità
dell’imperatore di Roma, per il quale, in base al diritto romano, era prevista
la morte in croce (Giov 19:12).
Ma negando questo Gesù come loro Messia, con la sua condanna a morte e con la
sua consegna ai romani per la crocefissione, i Giudei avevano anche rinnegato –
e perduto il loro Dio.
Chiunque nega il Figlio, non ha neanche il Padre; chi riconosce il Figlio, ha anche il Padre.
1Gio 2,22 Chi è il mendace, se non colui che nega
che Gesù è il Cristo? Costui è l’anticristo, che nega il Padre e il Figlio.
2,23 Chiunque nega il Figlio, non ha neanche il Padre; chi riconosce il Figlio,
ha anche il Padre. 2,24 Quanto a voi dunque, dimori in voi ciò che avete udito
dal principio; se ciò che avete udito dal principio dimora in voi, anche voi
dimorerete nel Figlio e nel Padre. 1Gio 2,22 – 24;
Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.
Giov 14,6 Gesù gli disse: «Io sono la via, la
verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Giov 14,6;
Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato.
Giov 5,22 Poiché il Padre non giudica nessuno, ma
ha dato tutto il giudizio al Figlio, 23 affinché tutti onorino il Figlio come
onorano il Padre; chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha
mandato. Giov 5,22 – 23;
Chi ha il Figlio, ha la vita; chi non ha il Figlio di Dio, non ha la vita.
1Gio 5,10 Chi crede nel Figlio di Dio ha questa
testimonianza in sé; chi non crede a Dio, lo ha fatto bugiardo, perché non ha
creduto alla testimonianza che Dio ha reso circa suo Figlio. 5,11 E la
testimonianza è questa: Dio ci ha dato la vita eterna, e questa vita è
nel suo Figlio. 5,12 Chi ha il Figlio, ha la vita; chi non ha
il Figlio di Dio, non ha la vita. 1Gio 5,10 – 12;
Insieme ad altre indicazioni bibliche, anche le profezie di cui
sopra costituiscono una prova del fatto che da questo momento in poi Israele ha
perso ogni legame con il suo Dio ed è perciò “ateo”, cioè “senzaDio”, in
entrambi i sensi.
Hanno abbandonato l’Eterno, hanno disprezzato il Santo d’Israele.
Isa 1,2 Udite, o cieli, e ascolta, o terra, perché
l’Eterno ha parlato: «Ho allevato dei figli e li ho fatti crescere, ma
essi si sono ribellati contro di me. 1,3 Il bue riconosce il suo proprietario e
l’asino la mangiatoia del suo padrone, ma Israele non ha conoscenza e il mio
popolo non ha intendimento». 1,4 Guai, nazione peccatrice,
popolo carico di iniquità, razza di malfattori, figli che operano perversamente!
Hanno abbandonato l’Eterno, hanno disprezzato il Santo d’Israele, si
sono sviati e voltati indietro. 1,5 Perché volete essere ulteriormente
colpiti? Vi ribellereste ancor di più. Tutto il capo è malato, tutto il
cuore langue. Isa 1,2 – 5;
E qui vediamo ora il motivo per cui Dio fece distruggere la
città e il tempio di Gerusalemme dai Romani: dopo l’uccisione di suo figlio
sulla croce, Dio ha abbandonato il tempio, la città e il popolo d’Israele. Nel
seguente racconto tratto da Mat 27,45-51, relativo alla morte di Gesù in croce,
troviamo due riferimenti concreti a questo proposito.
Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Ed ecco, il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo.
Mat 27,45 Dall’ora sesta fino all’ora nona si
fecero tenebre su tutto il paese. 27,46 Verso l’ora nona, Gesù gridò con
gran voce dicendo: «Elì, Elì, lammà sabactanì?». Cioè: «Dio mio, Dio
mio, perché mi hai abbandonato?». 27,47 E alcuni fra i presenti,
udito questo, dicevano: «Costui chiama Elia». 27,48 E in
quell’istante uno di loro corse, prese una spugna, l’inzuppò d’aceto e,
infilatala in cima ad una canna, gli diede da bere. 27,49 Ma gli altri
dicevano: «Lascia, vediamo se viene Elia a salvarlo». 27,50 E Gesù, avendo
di nuovo gridato con gran voce, rese lo spirito. 27,51 Ed ecco, il
velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo; la terra tremò e
le rocce si spaccarono; Mat 27,4551;
Von Daniel Ventura – Eigenes Werk,
CC BY-SA 4.0, Link
Le ultime parole del Signore sulla croce furono: "Dio mio, Dio
mio, perché mi hai abbandonato?". Si tratta di quel momento in cui il peccato
del mondo intero fu fatto ricadere sul Figlio di Dio e lo Spirito Santo del
Padre dovette lasciare il Figlio perché non poteva rimanere in un corpo con un
peccato non perdonato.
Da un lato, questo era l’evento per la cui realizzazione il Figlio di Dio era
venuto nel mondo: offrire il sacrificio vicario gradito a Dio per i peccati di
tutti gli esseri umani.
Ma, d’altra parte, questo grido di morte era una profezia per gli ebrei, che da
questo momento in poi si trovarono esattamente in questa situazione. Come il
loro Messia aveva profetizzato loro: "se non credete che io sono, morirete nei
vostri peccati" (Giov 8,24), non avevano più la remissione dei loro peccati,
perché Dio li aveva abbandonati.
E anche il fatto che il velo del tempio, altrimenti sempre tenuto chiuso, sia
stato strappato in due dall’alto verso il basso, ha il suo significato, se si sa
che questo velo separava le due stanze – quella del Santo, il vestibolo, e
quella del Santo dei Santi in cui dimorava Dio (Es 26,33). Questa era la prova
che Dio aveva lasciato il tempio e che il popolo d’Israele, diventato
l’assassino di suo Figlio, era ormai senza Dio.
E anche questo era stato profetizzato loro dal Signore quando era ancora in
vita:
Ecco, la vostra casa vi è lasciata deserta, finché non
direte: "Benedetto colui che viene nel nome del Signore!"
Mat 23,32 Voi superate la misura dei vostri
padri! 23,33 Serpenti, razza di vipere! Come sfuggirete al
giudizio della Geenna? 23,34 Perciò, ecco io vi mando dei profeti, dei
savi e degli scribi; di loro ne ucciderete e crocifiggerete alcuni, altri ne
flagellerete nelle vostre sinagoghe e li perseguiterete di città in città, 23,35 affinché
ricada su di voi tutto il sangue giusto sparso sulla terra, dal sangue del
giusto Abele, fino al sangue di Zaccaria, figlio di Barachia, che uccideste fra
il tempio e l’altare.
23,36 In verità vi dico che tutte queste cose ricadranno su questa
generazione. 23,37 Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e
lapidi coloro che ti sono mandati! Quante volte ho voluto raccogliere i tuoi
figli come la gallina raccoglie i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete
voluto! 23,38 Ecco, la vostra casa vi è lasciata deserta. 23,39 Poiché
io vi dico, che da ora in avanti non mi vedrete più, finché non direte:
"Benedetto colui che viene nel nome del Signore!"». Mat 23,32 – 39;
Qui sopra, in Mt 23,38, il Signore dice agli Israeliti: "Ecco,
la vostra casa sta per esservi lasciata deserta". Questo è originariamente un
detto di Davide (Sal 69,25: «Sia desolata la loro dimora, nessuno abiti le loro
tende»), che Pietro cita anche in Atti 1,20, nel suo discorso sull’elezione di
un nuovo dodicesimo apostolo al posto del traditore Giuda Iscariota, insieme a un
altro detto di Davide, da Sal 109,8: « … un altro prenda il suo posto».
è significativo che questi due detti di Davide si applicano non solo al
traditore Giuda Iscariota, ma anche al tradimento del popolo d’Israele contro il
suo Messia. La loro casa sarà lasciata desolata – Dio ha sciolto l’alleanza con
Israele – e il loro ufficio – il governo del regno di Dio sulla terra, il
Millennio – sarà dato a gente che ne faccia i frutti (Mat 21,43).
Da un punto di vista biblico, dunque, il popolo d’Israele – dopo
il suo rifiuto del Messia e a seguito della distruzione del tempio e quindi
dell’altare sacrificale a Gerusalemme, nel periodo tra la morte e la
risurrezione del Signore fino al suo Ritorno per assumere il suo governo nel
Regno Millenario della Pace – non ha più la possibilità di avere un’interazione
con il suo Dio, né attraverso la preghiera né attraverso le offerte.
Paolo lo vide molto chiaramente nello Spirito Santo quando scrisse ai Galati:
"Ora noi, fratelli, alla maniera di Isacco, siamo figli della promessa".
Così i credenti in Cristo sono i figli della donna libera e della promessa, mentre Israele,
che è figlio della schiava,, di coloro che sono vincolati dalla legge, non erediterà con
i figli della donna libera.
Ora noi, fratelli, alla maniera di Isacco, siamo figli della promessa.
Gal 4,26 Invece la Gerusalemme di sopra è
libera ed è la madre di noi tutti. 4,27 Infatti sta scritto:
«Rallegrati, o sterile che non partorisci! Prorompi e grida, tu che non senti
doglie di parto, perché i figli dell’abbandonata saranno più numerosi di
quelli di colei che aveva marito». 4,28 Ora noi, fratelli, alla maniera di
Isacco, siamo figli della promessa. 4,29 E come allora colui che era
nato secondo la carne perseguitava quello che era nato secondo lo Spirito, così
succede anche ora. 4,30 Ma che dice la Scrittura? «Caccia via la schiava e suo
figlio; perché il figlio della schiava non sarà erede con il figlio
della donna libera». 4,31 Perciò, fratelli, noi non siamo figli
della schiava, ma della donna libera. Gal 4,26-31;
Quindi non hanno neanche la remissione dei peccati, a meno che non si convertano
a Gesù Cristo – diventando in questo modo cristiani. Come possiamo vedere, da
questo momento in poi gli Israeliti sono un popolo senza Dio. Sono passati
dall’essere "grano" all’essere erbaccia – per esprimerlo in modo comprensibile
anche nella lingua dei calvinisti.
Ma Dio, con la sua misericordia, ha dato anche a loro la possibilità che ha
offerto a tutti gli uomini di questo mondo: la fede in suo Figlio. Questa è la
"buona notizia", l’euangelion: non c’è uomo al mondo escluso da questa offerta
di Dio. Credete in Gesù Cristo come vostro Redentore e sarete salvati.
Il regno di Dio vi sarà tolto e sarà dato a una gente che lo farà fruttificare.
Mat 21,42 Gesù disse loro: «Non avete mai letto
nelle Scritture: "La pietra che gli edificatori hanno rigettata è divenuta la
testata d’angolo. Questa è opera del Signore, ed è meravigliosa agli occhi
nostri"? 21,43 Perciò io vi dico che il regno di Dio vi sarà tolto e
sarà dato a una gente che lo farà fruttificare. 21,44 E chi cadrà su
questa pietra sarà sfracellato; e colui sul quale essa cadrà sarà stritolato».
Mat 21,42 – 44;
I figli del regno saranno gettati nelle tenebre di fuori.
Mat 8,11 Or io vi dico, che molti verranno
da levante e da ponente e sederanno a tavola con Abraamo, con Isacco e con
Giacobbe, nel regno dei cieli. 8,12 Ma i figli del regno
saranno gettati nelle tenebre di fuori. Lì sarà il pianto e lo stridor
di denti». Mat 8,11 – 12;
Vi sono alcuni fra gli ultimi che saranno i primi, e alcuni fra i primi che saranno gli ultimi».
Luca 13,25 Una volta che il padrone di casa si è
alzato ed ha chiuso la porta, voi allora, stando di fuori,
comincerete a bussare alla porta dicendo: "Signore, Signore, aprici". Ma egli,
rispondendo, vi dirà: "Io non so da dove venite". 13,26 Allora comincerete a
dire: "Noi abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza, e tu hai insegnato nelle
nostre piazze". 13,27 Ma egli dirà: "Io vi dico che non so da dove
venite; via da me voi tutti operatori d’iniquità". 13,28 Lì sarà pianto
e stridor di denti, quando vedrete Abraamo, Isacco, Giacobbe e tutti
i profeti nel regno di Dio, mentre voi ne sarete cacciati fuori.
13,29 Ne verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno, e
sederanno a tavola nel regno di Dio. 13,30 Ed ecco, vi sono
alcuni fra gli ultimi che saranno i primi, e alcuni fra i primi che saranno
gli ultimi». Luca 13,25 – 30;
Mat 19,29 E chiunque ha lasciato casa, fratelli,
sorelle, padre, madre, moglie, figli o campi per amore del mio nome, ne
riceverà il centuplo ed erediterà la vita eterna. 19,30 Ma molti primi saranno
ultimi e molti ultimi saranno primi». Mat 19,29 – 30;
E non c’è nemmeno un limite di tempo. Questo vangelo, la buona
notizia della salvezza per grazia, fu annunciato dopo la morte del Figlio di Dio
persino a coloro che erano morti fino a quel momento. Dopotutto, non potevano
sapere nulla di questo sacrilegio degli Israeliti e del conseguente cambiamento
di paradigma nella religione mosaica che ne è derivato, dal momento che erano
morti prima. Nel regno dei morti il Signore, dopo la sua morte, risuscitò gli
spiriti dei defunti per un breve periodo (3 giorni) e offrì anche a loro questa
scelta.
Era pure disceso nelle parti più basse della terra.
Efes 4,8 Per la qual cosa la Scrittura dice:
«Essendo salito in alto, egli ha condotto prigioniera la prigionia e ha dato dei
doni agli uomini». 4,9 Or questo: «È salito» che cosa vuol dire se non che prima
era pure disceso nelle parti più basse della terra? 4,10 Colui
che è disceso è lo stesso che è anche salito al di sopra di tutti i cieli, per
riempire tutte le cose. Efes 4, 8 – 10;
È stato predicato l’evangelo anche ai morti.
1Piet 4,6 Per questo infatti è stato
predicato l’evangelo anche ai morti, affinché fossero giudicati nella
carne secondo gli uomini, ma vivessero nello spirito secondo Dio. 1Piet 4, 6;
Il Cristo risuscitasse dai morti il terzo giorno.
Luca 24,45 Allora aprì loro la mente, perché
comprendessero le Scritture, 24,46 e disse loro: «Così sta scritto, e così era
necessario che il Cristo soffrisse e risuscitasse dai morti il terzo
giorno. Luca 24,45 – 46;
Ma come sembra oggi, tutto questo – almeno per quanto riguarda
gli Israeliti viventi – è stato un vano sforzo d’amore. Tutt’ora si rifiutano di
credere in questo Gesù come loro Messia e Figlio di Dio, e da duemila anni lo
considerano un impostore e un blasfemo. E così, da duemila anni non ricevono più
perdono per i loro peccati e di conseguenza sono morti nei loro peccati.
A meno che non siano giunti a credere in nostro Signore Gesù Cristo, saranno da
lui condannati nel Giudizio Universale e andranno in perdizione. E questo vale
nella stessa misura per tutti i futuri ebrei che ancora nasceranno fino
all’inizio del Millennio, il Regno Millenario della Pace del Figlio di Dio.
Con la morte di suo figlio sulla croce (nel 32 d.C. circa), Dio ha lasciato il
tempio di Gerusalemme – e con esso il popolo d’Israele – ha fatto distruggere la
città e il tempio dai Romani (70 d.C.) e infine ha fatto scacciare gli Israeliti
dal loro paese nella diaspora (nel 132 d.C.).
Il movimento sionista fondato da Theodor Herzl poi, dopo la seconda guerra
mondiale (1948), istituì lo Stato di Israele e in circostanze difficilissime
portò in Palestina una parte degli ebrei di tutto il mondo. Questa immigrazione,
chiamata dagli ebrei "Aliyah"1),
viene ancora oggi venduta al mondo dai sionisti come il "ritorno del popolo
di Dio nel suo paese" profetizzato nella Scrittura.
E dopo che i Giudei, duemila anni fa, avevano fatto crocifiggere dai Romani come
impostore e blasfemo il loro vero Messia, Gesù di Nazareth , ancora oggi
aspettano l’"Unto". E il diavolo, che governa questo mondo, presto presenterà
loro un "Messia". Un falso Messia, cioè l’Anticristo profetizzato nella
Scrittura.
Egli poi dirà di essere il "vero" Messia, chiamerà il vero Messia, Gesù di
Nazareth, bugiardo e ingannatore, e sarà così accolto con gioia e ammirazione
dagli ebrei. E anche se difficilmente potrà presentarsi come Gesù "il
ritornato", con ogni probabilità sarà accettato anche dalla chiesa cattolica.
E nonostante la stragrande maggioranza dell’attuale popolazione di Israele sia
di fatto atea, i pochi ebrei di fede mosaica rimasti ricostruiranno il tempio
negli Ultimi Tempi. Ma la maledizione dell’empietà rimarrà sul popolo d’Israele,
finché non tornerà colui che hanno trafitto e faranno cordoglio per lui.
Ecco, egli viene con le nuvole e ogni occhio lo vedrà, anche quelli che lo hanno trafitto; e tutte le tribù della terra faranno cordoglio per lui.
Apoc 1,4 Giovanni, alle sette chiese che sono
nell’Asia: grazia a voi e pace da colui che è, che era e che ha da
venire, e dai sette spiriti che sono davanti al suo trono, 1,5 e da Gesù
Cristo, il testimone fedele, il primogenito dai morti e il Principe dei re della
terra. A lui, che ci ha amati, ci ha lavati dai nostri peccati nel suo
sangue, 1,6 e ci ha fatti re e sacerdoti per Dio e Padre suo, a lui sia
la gloria e il dominio nei secoli dei secoli. Amen. 1,7 Ecco, egli
viene con le nuvole e ogni occhio lo vedrà, anche quelli che lo hanno trafitto;
e tutte le tribù della terra faranno cordoglio per lui. Sì, amen.
1,8 «Io sono l’Alfa e l’Omega, il principio e la fine», dice il Signore «che è,
che era e che ha da venire, l’Onnipotente». Apoc 1, 4 – 8;
Guarderanno a me, a colui che hanno trafitto; faranno quindi cordoglio per lui, come si fa cordoglio per un figlio unico.
Zac 12,10 «Riverserò sulla casa di Davide e
sugli abitanti di Gerusalemme lo Spirito di grazia e di supplicazione;
ed essi guarderanno a me, a colui che hanno trafitto; faranno quindi
cordoglio per lui, come si fa cordoglio per un figlio unico, e saranno
grandemente addolorati per lui, come si è grandemente addolorati per un
primogenito. 12,11 In quel giorno ci sarà un grande cordoglio in Gerusalemme,
simile al cordoglio di Hadad – rimmon nella valle di Meghiddo. Zac 12,10 – 11;
E il paese farà cordoglio tutte le famiglie rimaste della casa di Davide.
Zac 12,12 E il paese farà cordoglio, ogni
famiglia da sé: la famiglia della casa di Davide da sé, e le loro mogli
da sé; la famiglia della casa di Nathan da sé, e le loro mogli da sé; 12,13 la
famiglia della casa di Levi da sé, e le loro mogli da sé; la famiglia di Scimei
da sé, e le loro mogli da sé; 12,14 tutte le famiglie rimaste
ognuna da sé, e le loro mogli da sé». Zac 12,12 – 14;
Questo è dunque l’inizio del Regno Millenario della Pace del
Figlio di Dio sulla terra. Gli Israeliti che rimarranno in seguito alle
catastrofi degli Ultimi Tempi si convertiranno a Gesù, il loro Messia, e anche
molti uomini dei popoli pagani diranno: "Noi vogliamo venire con voi perché
abbiamo udito che Dio è con voi".
In quei giorni dieci uomini afferreranno un Giudeo e diranno: "Noi vogliamo venire con voi perché abbiamo udito che DIO è con voi
Zac 8,20 Così dice l’Eterno degli eserciti:
«Verranno ancora popoli e abitanti di molte città; 8,21 gli abitanti di una
città andranno da quelli dell’altra, dicendo: "Andiamo subito a
supplicare la faccia dell’Eterno e a cercare l’Eterno degli eserciti. Ci
andrò anch’io". 8,22 Sì, molti popoli e nazioni potenti verranno a cercare
l’Eterno degli eserciti a Gerusalemme e a supplicare la faccia dell’Eterno».
8,23 Così dice l’Eterno degli eserciti: «In quei giorni dieci uomini di tutte le
lingue delle nazioni afferreranno un Giudeo per il lembo della veste e diranno:
"Noi vogliamo venire con voi perché abbiamo udito che DIO è
con voi"». Zac 8,20 – 23;
Insieme ricostruiranno il tempio, distrutto ancora una volta –
una terza volta – durante la trasformazione del cielo e della terra e le
catastrofi degli Ultimi Tempi, e Dio istaurerà di nuovo la sua dimora nel Santo
dei Santi del tempio.
Anche quelli che sono lontani verranno per aiutare a costruire il tempio dell’Eterno.
Zac 6,15 Anche quelli che sono lontani
verranno per aiutare a costruire il tempio dell’Eterno; allora riconoscerete
che l’Eterno degli eserciti mi ha mandato a voi. Questo avverrà se obbedirete
diligentemente alla voce dell’Eterno, il vostro DIO». Zac 6,15;
La gloria di questa casa sarà più grande di quella della casa precedente.
Agg 2,6 Così infatti parla il SIGNORE degli
eserciti: "Ancora una volta, fra poco, io farò tremare i cieli e la
terra, il mare e l’asciutto; 2,7 farò tremare tutte le nazioni, le cose
più preziose di tutte le nazioni affluiranno e io riempirò di gloria questa
casa", dice il SIGNORE degli eserciti. 2,8 "Mio è l’argento e mio è l’oro", dice
il SIGNORE degli eserciti. 2,9 "La gloria di questa casa sarà più grande
di quella della casa precedente", dice il SIGNORE degli eserciti. "In
questo luogo io darò la pace", dice il SIGNORE degli eserciti». Agg 2,6 – 9;
(Vedi anche Capitolo 08: "La
trasformazione del cielo e della terra.")
In questo momento, all’inizio del Millennio, tutti i cristiani
saranno già stati risvegliati dai morti, al momento del Rapimento e rapiti in
cielo insieme al Signore, così sulla terra resteranno solo più uomini senza Dio.
Ma dopo che Dio nella sua ira avrà mostrato la sua potenza e la sua forza nelle
catastrofi degli Ultimi Tempi, molti dei senza Dio di Israele e del mondo intero
riconosceranno ora anche il loro errore fatale e si convertiranno a lui e a suo
Figlio Gesù Cristo, l’attuale sovrano del mondo.
Tuttavia, non tutti gli uomini si convertiranno a Dio nel Millennio. Dopo che
Satana sarà di nuovo liberato per un breve periodo alla fine del Millennio per
mettere alla prova gli uomini anche durante gli Ultimi Tempi, moltissimi si
lasceranno di nuovo sedurre da lui al punto che poi, quando avrà luogo l’Ultima
Guerra con Satana, gli uomini lo seguiranno "come la sabbia del mare" e saranno
annientati insieme al diavolo in questa guerra.
Satana uscirà per sedurre le nazioni che sono ai quattro angoli della terra, Gog e Magog, per radunarle alla battaglia.
Apoc 20,7 Quando i mille anni saranno
trascorsi, Satana sarà sciolto dalla sua prigione 20,8 e uscirà
per sedurre le nazioni che sono ai quattro angoli della terra, Gog e Magog, per
radunarle alla battaglia: il loro numero è come la sabbia del mare. 20,9 E
salirono sulla superficie della terra e assediarono il campo dei santi e la
città diletta; ma un fuoco dal cielo discese e le divorò. 20,10 E il diavolo che
le aveva sedotte fu gettato nello stagno di fuoco e di zolfo, dove sono anche la
bestia e il falso profeta; e saranno tormentati giorno e notte, nei secoli dei
secoli. Apoc 20, 7 – 10;
(Vedi anche Capitolo 11: "La
fine del mondo.")
Come possiamo vedere qui, non c’e costrizioni nel Millennio,
piutosto lì le persone possono decidere liberamente se vogliono ascoltare Dio o
Satana. Questo viene sempre interpretato male in alcune denominazioni. Come
nell’Islam ai kamikaze viene promesso un posto in paradiso e 72 vergini, così i
testimoni di Geova insegnano, per esempio, che nel Millennio ci sarebbero solo
credenti – ovviamente di testimoni di Geova. Basta studiare la Bibbia con
attenzione per accorgersi che si tratta di falsi insegnamenti.
Come già spiegato nel Discorso 131, la fede cristiana non
è una religione. "Religione" deriva dalla parola latina "religio" e ha diversi
significati. Secondo Cicerone il termine "religione" significa: "l’osservanza
scrupolosa di regole tramandate". E qui abbiamo il significato più profondo di
una religione, e quindi di tutte le religioni del mondo: un rito concepito e
osservato dall’uomo, cioè l’uomo deve agire (ad esempio, facendo sacrifici o
compiendo determinate azioni) e in cambio si aspetta un privilegio di qualche tipo.
La fede cristiana è proprio il contrario: Dio stesso interviene (1Gio 4:10) e
manda suo Figlio, che secondo la volontà del Padre (Luca 22:42) è va incontro alla norte
come sacrificio per i peccati degli uomini (Gal 1:4). L’uomo deve solo accettare
questo sacrificio nello Spirito come se fosse stato offerto per i propri peccati
e invocarlo davanti al Padre nella preghiera. In questo modo egli è liberato dal
peccato e può stare di nuovo davanti a Dio come uomo giusto e pregare per lo
Spirito Santo (Luca 11:13).
(Vedi anche Discorso 51: "Il
ricevimento dello Spirito Santo – come si verifica?")
Secondo la fede biblico – cristiana c’è un solo Dio. E quindi può
esserci una sola religione. Questa religione era la religione abramo‒mosaica.
Sia Abramo che Mosè avevano un contatto diretto con questo uno e unico Dio. Di
conseguenza, tutte le altre religioni di questo mondo sono invenzioni umane e
non hanno alcun significato.
La religione abramo – mosaica era una religione destinata esclusivamente al popolo
d’Israele e a tutti quei non Israeliti che volevano convertirsi alla fede
mosaica, osservarne i comandamenti e farsi circoncidere. Tutte le altre
religioni di questo mondo hanno più o meno adottato questo sistema di regole e
comandamenti, ma senza conoscerne i contenuti spirituali e soprattutto senza
conoscerne lo sviluppo più recente.
E questo vale anche per gli ebrei. Essi conoscono certamente questo recente
sviluppo della loro fede mosaica, la "Nuova Alleanza", ma si sono fatalmente
rifiutati di accettarla. In questo modo hanno rotto la loro Vecchia Alleanza con
Dio. Perciò Dio ha sciolto questa alleanza e li ha abbandonati duemila anni fa
(Luca 16:16; Mat 27:50-51). Ma come spesso accade, gli ebrei pensano di poter
semplicemente ignorare il fatto che il loro Dio li abbia abbandonati e
continuare come se nulla fosse accaduto.
Questa era la loro tattica già tremila anni fa, quando Mosè era con Dio sul
monte Oreb e loro pensavano che non sarebbe più tornato. Lo ignorarono, si
costruirono un vitello d’oro e semplicemente lo adorarono.
E così è anche oggi. La Bibbia profetizza che il popolo di Israele sarà di nuovo
riunito dal suo Dio da tutto il mondo, ovunque Dio lo abbia disperso dopo che
gli israeliti avevano rotto l’alleanza con lui (diaspora). Ma, secondo gli
ebrei, ci sarebbe voluto troppo tempo. Così si sono riuniti sotto la guida di
Theodor Herzl e dei suoi sionisti e hanno rioccupato il paese d’Israele con
attentati e omicidi, senza che Dio abbia mai chiesto loro di farlo e, tanto
meno, li abbia condotti a farlo, come dice la Bibbia (Os 1:7).
E così nel 1948 nasce lo Stato di Israele, il nuovo "vitello d’oro" degli ebrei.
Se ci fosse bisogno di un’altra prova del fatto che Dio abbia abbandonato
Israele, questa sarebbe la prova migliore. Ma è anche la prova che Dio ha
sciolto l’alleanza con Israele e di conseguenza anche la religione mosaica, che
si basa su questa alleanza, non è più valida. Qui, naturalmente, sarebbe giusto
chiedersi se una dichiarazione così grave sia effettivamente sostenuta dalla
Bibbia. Questo è proprio ciò che deve essere dimostrato in seguito.
Come già spiegato sopra, Dio mandò suo Figlio prima alle "pecore perdute della
casa d’Israele", affinché egli, in quanto loro Messia, compisse le profezie e
stabilisse il "regno", il Regno Millenario della Pace. Ma gli ebrei lo
respinsero e lo condannarono a morte sulla croce. Se gli ebrei lo avessero
accettato, la storia del mondo avrebbe avuto un corso completamente diverso.
Ma non lo accettarono (Giov 5:43) cambiando così completamente il loro destino e
il corso di questo mondo. Uno di questi cambiamenti è stata la decisione di Dio
di abbandonare il tempio in Israele e il popolo d’Israele (Mat 27:50-51) e di
sciogliere la Vecchia Alleanza (Ebr 8:7-9). Ma non sarebbe il nostro onnipotente
e misericordioso Dio e Padre nei cieli, se con questa giusta decisione non
avesse creato anche una possibilità di salvezza.
Non solo la salvezza degli ebrei, questa volta, ma la salvezza di tutti gli
esseri umani. Il problema di fondo di ogni persona era ed è l’incapacità di
osservare i comandamenti di Dio nella loro totalità. Attraverso la fede debole
(Luca 17:6) cediamo continuamente alle tentazioni di Satana. Ma l’inosservanza
dei comandamenti di Dio è peccato e il peccato è punito con la morte (Rom 6:23).
(Vedi anche Excursus 08: "La
prima e la seconda morte.")
Anche se questa non è la prima morte, quella fisica, ma la
cosiddetta "seconda morte" (Apoc 21:8), cioè la condanna alla dannazione eterna
al momento del Giudizio Universale. E qui, per non dover condannare tutti gli
esseri umani in una volta sola, nella vecchia religione mosaica Dio ha ordinato
al posto della morte dell’essere umano peccatore, la morte vicaria di animali,
come, ad esempio, il sacrificio di agnelli innocenti di un anno (agnello
sacrificale) per espiare il peccato degli esseri umani.
Ma quando i Giudei respinsero suo Figlio, Dio compì la profezia che dice:
Ecco, io ho posto come fondamento in Sion una pietra, una pietra provata, una pietra angolare preziosa, un fondamento solido.
Isa 28,16 Perciò così parla il Signore, DIO: «Ecco,
io ho posto come fondamento in Sion una pietra, una pietra provata, una pietra
angolare preziosa, un fondamento solido; chi confiderà in essa non avrà fretta
di fuggire. Isa 28,16;
La pietra che i costruttori avevano disprezzata è divenuta la pietra angolare.
Salmi 118,22 La pietra che i costruttori
avevano disprezzata è divenuta la pietra angolare. 118,23 Questa è
opera del SIGNORE, è cosa meravigliosa agli occhi nostri. Salmi 118,22 – 23;
I costruttori, gli scribi ebrei e la congregazione religiosa
della fede mosaica rifiutarono la pietra, il loro Messia, e così Dio ne fece la
pietra angolare, cioè quella pietra delle fondamenta che sorregge e tiene
insieme l’intero edificio. E sebbene gli scribi ebrei conoscessero benissimo la
Torah e tutte le scritture, evidentemente non avevano compreso il significato di
questa profezia (Mat 5:17).
Così si è arrivati a questo cambiamento di paradigma nella fede nell’uno e unico
Dio. La vecchia fede mosaica era stata abolita, non era più in grado di
perdonare i peccati. E anche questo disse loro nostro Signore Gesù Cristo, ma
ormai non lo volevano più capire:
Se non credete che io sono (il Messia), morirete nei vostri peccati.
Giov 8,21 Egli dunque disse loro di nuovo: «Io me
ne vado e voi mi cercherete e morirete nel vostro peccato; dove
vado io, voi non potete venire». 8,22 Perciò i Giudei dicevano: «S’ucciderà
forse, poiché dice: "Dove vado io, voi non potete venire"?» 8,23 Egli diceva
loro: «Voi siete di quaggiù; io sono di lassù; voi siete di questo mondo; io non
sono di questo mondo. 8,24 Perciò vi ho detto che morirete nei vostri peccati;
perché se non credete che io sono (il Messia), morirete nei vostri peccati».
Giov 8,21 – 24;
Chiunque muoia nei suoi peccati – cioè senza remissione dei
peccati – al momento del Giudizio Universale sarà condannato alla dannazione
eterna. Ed è proprio questo il destino di tutti i Giudei, dei figli del regno,
ai quali è stato tolto il regno e dato a un altro popolo che ne farà i frutti.
Ma i figli del regno saranno gettati nelle tenebre di fuori. Là ci sarà pianto e stridor di denti.
Mat 8,11 E io vi dico che molti verranno da
Oriente e da Occidente e si metteranno a tavola con Abraamo, Isacco e Giacobbe
nel regno dei cieli, 8,12 ma i figli del regno saranno gettati nelle
tenebre di fuori. Là ci sarà pianto e stridor di denti». Mat 8,11 – 12;
Il regno di Dio vi sarà tolto, e sarà dato a gente che ne faccia i
frutti.
|
Come si vede, gli ebrei si trovano tra due fuochi:
secondo la fede mosaica dell’Antica Alleanza non possono più essere perdonati
per i loro peccati. Non solo perché questa alleanza è stata sciolta da Dio, ma
anche perché i sacrifici potevano essere eseguiti solamente sull’altare
dell’olocausto nel tempio di Gerusalemme – e solo lì! (Deut 12:13-14; 2Cr 7:19-21). Ma sia
questo tempio sia l’altare dell’olocausto sono stati distrutti duemila anni fa
(Luca 21,5-6).
D’altra parte, la remissione dei peccati nella Nuova Alleanza della fede
cristiana può essere ottenuta solo con la fede nel sacrificio vicario e
redentore del Figlio di Dio sulla croce per i peccati di tutti gli esseri umani.
Ed è ciò che gli ebrei rifiutano.
Perciò il Signore disse loro, nel passo riportato sopra (Giov 8,24): "se non
credete che io sono (il Messia), morirete nei vostri peccati". E chi dovrà
morire nei suoi peccati non avrà il perdono dei sui peccati e sarà condannato
alla dannazione eterna al momento del Giudizio Universale.
Tuttavia, sarebbe ora un errore – in cui cadono purtroppo alcune denominazioni
cristiane – pensare che con questo la fede mosaica ed Israele siano rifiutati da
Dio per tutta l’eternità. Questa empietà del popolo d’Israele si estende dalla
morte del Figlio di Dio, cioè da quando il Padre ha lasciato il tempio, fino
all’inizio del Millennio, quando la rimanente parte degli Israeliti si
convertirà di nuovo al loro Dio e a suo Figlio Gesù Cristo (il Messia).
Così, chiunque conosca la Bibbia sa che il cristianesimo è solo un "inserimento"
nella storia di Dio con Israele. Nel Millennio, il resto di Israele si
convertirà a Gesù Cristo, Dio risusciterà il loro re Davide (Ger 30,8-9) e
Israele diventerà il "capo delle nazioni" (Ger 31,6-8) nei mille anni del Regno
della Pace del Figlio di Dio.
(Vedi anche Discorso 121: "Il
cristianesimo: un inserimento nella storia di Dio con Israele.")
Per questo, il nostro Signore Gesù Cristo ha detto anche:
Non pensate che io sia venuto per abolire la legge o i profeti; io sono venuto non per abolire ma per portare a compimento.
Mat 5,17 «Non pensate che io sia venuto
per abolire la legge o i profeti; io sono venuto non per abolire ma per portare
a compimento. 5,18 Poiché in verità vi dico: finché non siano passati
il cielo e la terra, neppure un iota o un apice della legge passerà senza che
tutto sia adempiuto. 5,19 Chi dunque avrà violato uno di questi minimi
comandamenti e avrà così insegnato agli uomini, sarà chiamato minimo nel regno
dei cieli; ma chi li avrà messi in pratica e insegnati sarà chiamato grande nel
regno dei cieli. 5,20 Poiché io vi dico che se la vostra giustizia non supera
quella degli scribi e dei farisei, non entrerete affatto nel regno dei cieli.
Mat 5,17 – 20;
(Vedi anche Discorso 131: "L’ebraismo
e la sua visione di Gesù il Cristo (ebraico: maschiach, Messia / l’Unto).")
Per il cristianesimo valgono esattamente gli stessi comandamenti
e le stesse leggi della fede mosaica! Questo è ciò che il Signore dice qui. Il
prezzo del peccato – cioè l’inosservanza non espiata e non perdonata dei
comandamenti e delle leggi – è ancora una volta la (seconda) morte. Ciò che è
cambiato è la natura dell’espiazione e del perdono.
Mentre nella fede mosaica era un animale (agnello sacrificale) che doveva
sacrificare la sua vita al posto dell’uomo, nella fede cristiana è il Figlio di
Dio stesso che ha dato la sua vita per i peccatori. Se gli ebrei avevano molte
leggi sacrificali per i peccati e le offese più varie, nel cristianesimo il solo
sacrificio del Figlio di Dio vale per tutti i peccatori e per tutti i peccati
che sono menzionati nella legge.
Questa è la Nuova Alleanza, questo è il cristianesimo. Mentre nella Vecchia
Alleanza il segno di appartenenza era la circoncisione, nella Nuova Alleanza è
la fede. La fede in Gesù Cristo e il suo sacrificio vicario sulla croce per i
peccati del mondo intero. Chi vuole accettarlo ha il perdono dei peccati e si
salva. Chi non vuole accettarlo, attira l’ira di Dio e va incontro alla
dannazione.
Un’altra differenza rispetto alla religione mosaica è – come già detto – che la
fede cristiana non è una religione. È una relazione, un rapporto o una
connessione con Dio in quanto nostro Padre nei cieli, quella dimensione senza
spazio e senza tempo in cui vivono Dio e i suoi angeli. Ecco perché anche il
Figlio di Dio ci ha detto:
Non chiamate nessuno sulla terra vostro padre, perché uno solo è il Padre vostro, quello che è nei cieli.
Mat 23,9 Non chiamate nessuno sulla terra vostro
padre, perché uno solo è il Padre vostro, quello che è nei cieli.
Mat 23,9;
Quindi non dobbiamo chiamare nessuno sulla terra come Padre
nostro, perché il Padre nostro è nei cieli. – Ma con ciò è anche chiaro che
tutti i papi cattolici che spudoratamente si lasciano chiamare "Santo Padre" –
un termine che nostro Signore Gesù Cristo ha usato esclusivamente nella
preghiera per Dio (Giov 17,11) – andranno all’inferno solo per questo motivo.
Così, i membri della Nuova Alleanza si riconoscono dal fatto che credono in Gesù
Cristo. Sono figli – figli e figlie – del Dio vivente, che è il loro Padre in
cielo. E questa relazione, questa connessione è di natura spirituale. Come ci
dice anche il Signore:
Dio è Spirito; e quelli che l’adorano, bisogna che l’adorino in spirito e verità.
Giov 4,23 Ma l’ora viene, anzi è già venuta,
che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; poiché il Padre cerca
tali adoratori. 4,24 Dio è Spirito; e quelli che l’adorano, bisogna che
l’adorino in spirito e verità». Giov 4,23 – 24;
Nella fede cristiana quindi non c’è rito, non c’è liturgia, non
c’è "messa", non ci sono sacerdoti, vescovi, papi, ecc. E il cristianesimo
biblico non conosce neanche "case di Dio", come le chiese, le moschee o i templi
delle religioni. Perché l’uno e unico Dio ci ha detto:
"Il cielo è il mio trono, e la terra lo sgabello dei miei piedi. Quale casa mi costruirete."
Atti 7,48 L’Altissimo però non abita in
edifici fatti da mano d’uomo, come dice il profeta: 7,49 "Il
cielo è il mio trono, e la terra lo sgabello dei miei piedi. Quale casa mi
costruirete, dice il Signore, o quale sarà il luogo del mio riposo? 7,50 Non
ha la mia mano creato tutte queste cose?" Atti 7,48-50;
E Paolo ci scrive nella prima lettera ai Corinzi:
Non sapete che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?
1Cor 3,16 Non sapete che siete il tempio di
Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? 3,17 Se uno guasta il tempio
di Dio, Dio guasterà lui; poiché il tempio di Dio è santo; e questo tempio siete
voi. 1Cor 3,16-17;
E infine il Figlio di Dio stesso ci spiega in che modo questo
deve essere compreso:
Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio l’amerà, e noi verremo da lui e dimoreremo presso di lui.
Giov 14,22 Giuda (non l’Iscariota) gli domandò:
«Signore, come mai ti manifesterai a noi e non al mondo?» 14,23 Gesù gli
rispose: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio
l’amerà, e noi verremo da lui e dimoreremo presso di lui. 14,24 Chi non
mi ama non osserva le mie parole; e la parola che voi udite non è mia, ma è del
Padre che mi ha mandato.
14,25 Vi ho detto queste cose, stando ancora con voi; 14,26 ma il
Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà
ogni cosa e vi ricorderà tutto quello che vi ho detto. Giov 14,22-26;
Così, per mezzo dello Spirito Santo in noi, anche il Padre e il
Figlio dimoreranno in noi. E quindi noi (il nostro Spirito) siamo il tempio di
Dio. Tutte queste altre invenzioni umane nelle religioni servono solo a
impressionare il mondo materiale degli uomini, a vantarsi gli uni con gli altri.
Tutto questo è un orrore per il Dio invisibile, che è spirito.
Religione è quando l’uomo cerca di raggiungere Dio. Nel cristianesimo biblico,
Dio viene all’uomo. Dio è il nostro Santo Padre nei cieli e quindi attraverso lo
Spirito Santo c’è in noi una relazione, un rapporto diretto e spirituale con
l’uno e unico Dio.
Quando una persona è senza peccato – cioè deve prima pregare e chiedere il
perdono dei suoi peccati nel nome del sacrificio redentore del Signore Gesù – ed
è pronta a onorare la verità, allora entra in una stanza per non essere
disturbata, chiude la porta, si siede e comincia a parlare nello Spirito con il
proprio Padre che è nei cieli.
Ma tu, quando preghi, entra nella tua cameretta e, chiusa la porta, rivolgi la preghiera al Padre tuo che è nel segreto.
Mat 6,5 «Quando pregate, non siate come gli
ipocriti; poiché essi amano pregare stando in piedi nelle sinagoghe e agli
angoli delle piazze (o al "Muro del pianto"!/FH) per essere visti dagli
uomini. Io vi dico in verità che questo è il premio che ne hanno. 6,6 Ma
tu, quando preghi, entra nella tua cameretta e, chiusa la porta, rivolgi la
preghiera al Padre tuo che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel
segreto, te ne darà la ricompensa. 6,7 Nel pregare non usate troppe parole come
fanno i pagani, i quali pensano di essere esauditi per il gran numero delle loro
parole. 6,8 Non fate dunque come loro, poiché il Padre vostro sa le cose
di cui avete bisogno, prima che gliele chiediate. Mat 6, 5- 8;
Così, la vedeva anche Gottfried Daniel Pomacher, un
predicatore revivalista dal Wuppertal quando disse:
Il cristianesimo non consiste nelle parole, ma
nella potenza dello Spirito Santo nei credenti. Non quelli che suscitano
apertamente ammirazione nei loro ascoltatori nelle preghiere con le invocazioni
"Signore, Signore", ma quelli che a casa, nella loro stanzetta silenziosa e
senza un solo ascoltatore, rivolgono le loro preghiere al Signore sono i veri
pilastri della comunità.
Questo è l’unico modo in cui ogni persona può parlare (pregare)
con Dio e può farsi anche ascoltare da lui. Tutte le altre "preghiere" – a
chiunque siano rivolte – cadono nel vuoto e non arrivano a Dio. Perciò il
cristianesimo non è una religione, ma una relazione. Un rapporto o un legame
dell’uomo con il Padre nei cieli, il Dio Onnipotente, e con suo Figlio Gesù
Cristo.
E come ormai si intuisce facilmente, la chiesa cattolica, che generalmente è
vista nel mondo come la rappresentante del cristianesimo, non è una chiesa
cristiana. La fede cristiana biblica non si basa né sulle regole, né sul rito o
sulla liturgia. La vera fede cristiana non conosce né sacerdoti, né vescovi, né
cardinali, né papi. La vera fede cristiana è un rapporto con Dio come nostro
Padre celeste e con Gesù Cristo, suo Figlio, come nostro Salvatore.
La pretesa della rappresentanza esclusiva del cristianesimo biblico.Dio è raggiungibile da ogni singola persona che lo desidera. |
1)
Il termine aliyah (ֽֽebraico עֲלִיָּה ʿalijjah, tedesco ’Aufstieg’, italiano
’ascesa’, plurale ʿalijjot) proviene dalla Bibbia e nel giudaismo indica – sin
dall’esilio babilonese (586 – 539 a.C.) – il ritorno degli ebrei come individui o
gruppi a Eretz, Israele. I partecipanti ad un’aliyah sono chiamati Olim in
ebraico (al singolare: fem. Olah, masc. Oleh). Dall’emergere del sionismo
politico nel XIX secolo, il termine in generale significa "immigrazione ebraica"
in Palestina e, dal 1948, in Israele. (WIKIPEDIA))