L’"azione spettrale a distanza" di Einstein è realtà
Le scienze naturali non conoscono un’evoluzione / Libro Prof. Dr. Dr. Dr. A.E. Wilder-Smith
Dov’è scritto nella Bibbia che l’essere umano è un essere spirituale? / Commento di MK, 00, 06-06-2023
Pontevedra (Spagna) – Sulla base di ipotesi statistiche, uno scienziato spagnolo ha calcolato la probabilità che un giorno l’umanità possa incontrare una civiltà aliena a noi ostile, in grado poi anche di attaccare il nostro pianeta.
Ciò o qualcosa di simile vuol dire, dunque, che gli scienziati del nostro tempo si aspettano
un’invasione di extraterrestri. È sorprendente, se non incredibile, che le persone che studiano la materia a volte da
decenni non riescano ancora a guardare oltre il loro orizzonte.
(Werner Heisenberg, fisico teorico,
fondatore della moderna fisica quantistica)
Quindi sul fondo del "bicchiere della scienza" troviamo Dio Ciò non dovrebbe indurci a pensare che qui –
in particolare nel "bicchiere" delle scienze naturali – non solo possiamo riconoscere l’esistenza di Dio, come dice
Werner Heisenberg sopra, ma possiamo anche imparare qualcosa sulla "sostanza" di Dio? I fondo tutto ciò che esiste deve
avere una sostanza, una natura.
Purtroppo questo è stato affidato alle scienze umanistiche, che a loro volta
hanno poca dimestichezza con la fisica. E così fino ad oggi questo campo di ricerca è rimasto nascosto all’umanità.
Eppure, proprio nella fisica del secolo scorso, era già successo un caso molto simile che aveva dato parecchio da
pensare.
Esattamente cento anni fa proprio lo stesso succitato Werner Heisenberg formulando la meccanica delle
matrici, aveva fondato la meccanica quantistica, sulla base della quale Max Planck sviluppò poi la sua teoria dei
quanti. Un esperimento portò alla scoperta della "correlazione quantistice (entanglement)", in cui due particelle
atomiche (qubit) possono "comunicare" tra loro a qualsiasi distanza.
Einstein non voleva credere che il nostro mondo fosse così strano come quello che prevedeva la meccanica
quantistica. M.A. Rowe del NIST (National Institute of Standards and Technology) di Boulder in Colorado, insieme ai suoi
colleghi, ora ha eliminato una delle ultime scappatoie ancora in uso dagli avversari della meccanica quantistica. A
differenza degli esperimenti precedenti, con le "particelle correlate" i fisici erano ora in grado di catturare in
pratica tutte le particelle e di registrarne le proprietà. Lo riferisce la rivista scientifica Nature.
La cosa
singolare delle particelle correlate è che si trovano in uno stato quantico comune. Ciò significa che le proprietà delle
due particelle dipendono le une dalle altre. Se una delle particelle cambia una sua proprietà, istantaneamente l’altra
farà altrettanto, indipendentemente dalla distanza tra le particelle?
Einstein non voleva accettare in
particolare questo ultimo punto. Nella sua teoria della relatività aveva dimostrato che nulla può muoversi più
velocemente della luce. Ma allora come è possibile che l’informazione sul cambiamento di stato di una particella
raggiunga istantaneamente l’altra? Ecco perché nel 1935 Einstein affermò che la meccanica quantistica era sbagliata o
almeno incompleta e definì il fenomeno della correlazione quantistica un’"azione spettrale a distanza"..
(Bild der Wissenschaft [Immagine della scienza])
Albert Einstein non ci voleva credere, nonostante avesse già svuotato da molto il "bicchiere della
scienza" e sapesse dell’esistenza di Dio come dimostra la sua celebre affermazione “Dio non gioca a dadi (con
l’universo)”. E come descrive il succitato articolo, nel frattempo sono state anche prodotte evidenze inequivocabili di
questo fenomeno.
Ad oggi la scienza non sa come le due particelle si scambino reciprocamente l’informazione, e in
fisica nulla è più come prima. E se Einstein credeva che nulla potesse muoversi più velocemente della luce, la fisica
crede che il Big Bang sia l’inizio di tutta l’esistenza.
Sorprende davvero molto che scienziati intelligentissimi
e creativi, come Albert Einstein o il summenzionato fisico teorico Werner Heisenberg, non avessero compreso fin da
subito che c’è qualcos’altro al di là del "recinto" del nostro universo. Anzi, non solo c’è qualcos’altro, ma in verità
si tratta della cosa principale o ancora meglio della causa principale originale.
Ovviamente sono state prodotte
diverse teorie su ciò che potesse essere accaduto prima del Big Bang, ma queste riflessioni non andavano oltre i confini
della materia e dello spazio-tempo. Si cercava sempre la causa del Big Bang solo basandosi sulla materia senza
considerare che deve esserci anche un "giardiniere", cioè una forza che ha fatto tutto questo lavoro in questo
"giardino" universo.
Si è sempre rimasti nell’ambito del conosciuto e del collaudato, vale a dire nell’ambito del materiale.
Intanto
la fisica teorica aveva già fatto questa esperienza durante gli studi di meccanica quantistica: in seguito, la fisica
non fu più la stessa. Persino Albert Einstein si è fatto convincere dando anche un importante contributo allo studio dei
quanti.
Se gli scienziati avessero effettivamente preso sul serio questa ricerca della causa del Big Bang,
sarebbero inevitabilmente passati dalle scienze naturali alle scienze umane. A meno che non fossero stati cristiani. Non
un cristiano solo di nome, ma un cristiano biblico che legge anche la Bibbia. Non solo la domenica, come rituale
settimanale.
Ed effettivamente nella Bibbia troviamo la risposta a questa domanda. Il Figlio di Dio, nostro
Signore Gesù Cristo ce l’ha lasciato scritto: "Dio è Spirito" ci rivela nel Vangelo di Giovanni (4,24). E subito tutti
fanno immediatamente cenno di no. Da un lato, in gran parte degli ambienti scientifici non si vuole proprio sentire
parlare di Dio. E poi anche "Spirito". Cos’è "Spirito"?
è come voler spiegare i più avanzati concetti di
matematica a un muratore attempato. Ciò sarebbe comunque possibile, se l’anziano signore fosse effettivamente
interessato. Ma dove lo troviamo uno scienziato interessato a Dio?
Tuttavia, ci sono delle eccezioni. Negli anni
’70 ho avuto il privilegio di conoscere uno scienziato con tale interesse. Si tratta del professor A. E. Wilder Smith,
studioso di scienze naturali (chimica organica), americano di origine tedesca, che all’epoca faceva lezioni presso la TU
di Vienna. Non di chimica organica, ma parlava di "Dio nelle scienze naturali".
Naturalmente la teoria dell’evoluzione è una filosofia, una filosofia che promette qualcosa "in
cambio di niente" (cioè gratuitamente) – un principio popolare da sempre! Infatti, promette la formazione e la
creazione di ordine – e precisamente di macchine [biologiche] – dal disordine senza concezione e telenomia
[finalismo] – "senza niente in cambio". Promette la creazione spontanea dell’ordine della vita con energia non
finalizzata (cioè senza concezione) dal disordine della materia non vivente. Promette la creazione della macchina
biologica più complessa – perché la cellula biologica è una macchina metabolica incredibilmente complessa – senza
know-how o concezioni preesistenti. Nella storia delle scienze naturali sperimentali dove possiamo trovare un
postulato che enuncia la costruzione di una macchina di materia "grezza" senza concezione, know-how o informazioni –
solo sulla base dell’autorganizzazione? Il neodarwinismo postula la nascita, del più sofisticato sistema di codifica
di una macchina molto più complessa di qualsiasi altra macchina inventata dall’uomo, per caso e autorganizzazione.
Quale ingegnere informatico attribuisce lo sviluppo del codice e del contenuto del codice al caso? Chiaramente un
postulato simile verrebbe immediatamente respinto solo sulla base del buon senso in tutti gli altri campi delle
scienze naturali – ad eccezione della biologia neodarwiniana.
Prof. Dr. Dr. Dr. A. E. Wilder-Smith
Questo estratto è tratto dal libro "Die Naturwissenschaften kennen keine Evolution" ["Le scienze naturali non
conoscono l’evoluzione"] del naturalista e prof. A. E Wilder-Smith (1915-1995), Einigen, Svizzera (Schwabe & Co
Verlag, Basilea/Stoccarda 1978). Inoltre, il prof. Wilder-Smith ha insegnato presso l’Università di Londra,
l’Università di Ginevra, il Politecnico federale di Zurigo (ETH) e l’Università dell’Illinois, Chicago. è stato
consigliere con il grado di generale presso le forze americane della NATO relativamente al problema dell’abuso
di sostanze stupefacenti; è stato docente universitario presso diverse università di medicina negli Stati Uniti
e in Europa.
L’ultima frase di Wider Smith qui sopra esprime tutta la finta ingenuità con cui gli scienziati possono
permettersi di affrontare la questione tra "creazione o evoluzione". La banalità e la non scientificità delle risposte
poi fornite "verrebbero immediatamente respinte solo sulla base del buon senso in tutti gli altri campi delle scienze
naturali".
Wilder-Smith sa che dietro la creazione c’è uno spirito diverso da quello della "natura". E cioè Dio
come essere spirituale nella sua dimensione celeste ed eternamente senza tempo. è la causa del Big Bang, ma non solo,
deve anche aver pianificato prima tutto ciò che ha poi creato nell’universo spazio-temporale materiale.
Il fatto
che tutto funzioni come interazione, nell’universo e soprattutto sul nostro pianeta, dovrebbe essere effettivamente noto
a ogni persona ragionevole, dall’astrofisico al biochimico, fino al neurologo.
In realtà, il fatto che non sia
così dimostra che non si tratta di una questione di intelligenza, ma di consapevole e intenzionale negazione: gli
scienziati semplicemente sono terrorizzati di perdere la propria posizione ai vertici della società, come “divinità
bianche”. è un sintomo che già una volta ha gettato il mondo nel caos.
Nel giudicare Gesù Cristo, anche il
Sinedrio ebraico, il sommo sacerdote Caifa e i suoi consiglieri, ebbero un timore simile e per liberarsi del Figlio di
Dio di Lui lo condannarono a morte sulla croce. Poiché non ci si può "sbarazzare" di Dio, semplicemente lo si nega.
Ma tornando all’argomento principale, studiando la Bibbia seriamente – e per decenni – si comprende che spirito non
è solo Dio. Nella sua dimensione celeste – dal punto di vista umano, una sorta di altro universo, eterno, quindi senza
tempo e possibilmente persino senza spazio e tempo – tutti gli abitanti sono esseri spirituali.
Ma anche – e qui
viene il bello – noi esseri umani siamo futuri esseri spirituali. La forma originale degli esseri viventi intelligenti è
di natura spirituale. E noi esseri umani siamo in una prima fase di questo sviluppo. Dio ha creato tutto questo universo
materiale, per così dire, come un "asilo nido" per i suoi futuri figli.
Cresciamo qui come creature fisiche e
biologiche, siamo legati per tutta la vita a questo pianeta "preparato" da Dio. Impariamo e comprendiamo – o anche no –
e alla morte il nostro spirito, si spera maturo, va in uno stato d’attesa nel Regno dei Morti. Qui rinasce come essere
spirituale in occasione della Risurrezione, la rinascita dallo Spirito.
Ciò che segue è una vita eterna come
essere spirituale immortale insieme a Dio nella Sua dimensione senza tempo. Ma solo per quei "bambini" che nella fase
prenatale sulla terra hanno permesso di farsi educare. Anche le altre persone avranno la vita eterna, ma in un luogo che
è meglio non conoscere.
Il risultato dei miei lunghissimi studi è riassunto nella seguente dichiarazione:
L’essere umano è nella sua vita di mammifero intelligente sulla terra in una
fase prenatale. La rinascita avviene dopo la sua morte fisica e la resurrezione dello spirito nella dimensione celeste
senza tempo, come essere spirituale immortale e senza sesso.
(Dio vuole che tutti gli uomini siano
salvati e vengano alla conoscenza della verità. 1Tim 2,3-4;)
(Dan 2:20-22)
(E da questo punto di vista dovremmo stare attenti a parlare male degli extraterrestri, perché
alla fine lo siamo anche noi!)
Qui di seguito, nei due riquadri che forse avete letto all’inizio di questo articolo, ho cercato di
spiegare un po’ più dettagliatamente questo argomento. Sono consapevole che ciò attirerà molte critiche nei miei
confronti. Posso solo garantire che nella mia esegesi mi sono attenuto scrupolosamente alla Bibbia e ho anche
documentato tutto con i relativi riferimenti biblici ai fini di verificarne la veridicità. Sono giunto a poche
conclusioni logicamente plausibili.
Buongiorno,
nel Suo articolo sugli "extraterrestri", da un lato dice, a sostegno delle Sue
dichiarazioni, di fare riferimento solo alla Bibbia ma dall’altro sostiene che "l’essere umano è un essere spirituale
nella sua fase prenatale". Da nessuna parte nella Bibbia ho trovato tale dichiarazione. La prego di indicarmi dove posso
trovare questo passaggio nella Bibbia, in cui si dice che l’essere umano è un essere spirituale.
M. K.
La ringrazio per aver visitato Immanuel.at e per la Sua domanda.
Naturalmente, lo anticipo
subito, non troverà tale passaggio nella Bibbia. Da nessuna parte nella Bibbia c’è scritto: "L’essere umano è un essere
spirituale nella sua fase prenatale". Ma se ha letto attentamente l’articolo, non l’ho scritto nemmeno lì. Ho scritto:
"Le poche conclusioni a cui sono giunto, erano convincenti dal punto di vista logico.
Ora so che la logica non è una facoltà che appartiene a tutti e quindi sarò felice di spiegarle i vari
passaggi.
Innanzitutto, la risposta più banale, che, tuttavia, per un cristiano biblico ha ancora più importanza
di quella logica.
Nostro Signore Gesù Cristo ci ha detto:
"Se dunque voi, che siete malvagi, sapete dare buoni doni ai vostri figli, quanto più il Padre vostro, che
è nei cieli, darà cose buone a quelli che gliele domandano! [Mat 7,11] "
und
"ma a tutti quelli che l’hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio, a quelli
cioè che credono nel suo nome,, [Giovr 1,12]"
Dunque, Dio in cielo è nostro Padre e noi siamo i suoi figli. E poi il Signore ci dice anche:
«Dio è Spirito; e quelli che l’adorano, bisogna che l’adorino in spirito e verità». [Giov 4,24]"
Ora, se Lei – che è un essere umano – può giustamente sostenere che i Suoi figli alla nascita sono
esseri umani come Lei, allora perché mai i figli di un padre che è un essere spirituale non dovrebbero essere esseri
spirituali dopo la loro (nuova) nascita?
Questa è la risposta più banale.
E ora la risposta si complica un
po’ perché presuppone la logica.
Dal Vangelo di Giovanni sappiamo che il Signore Gesù è apparso più volte ai
discepoli dopo la Sua Risurrezione. La prima di queste apparizioni ebbe luogo la sera del giorno della Sua Risurrezione
e Giovanni lo descrive nel modo seguente:
«La sera di quello stesso giorno, che era il primo della settimana, mentre le porte
del luogo dove si trovavano i discepoli erano chiuse per timore dei Giudei, Gesù venne e si presentò in
mezzo a loro, e disse: «Pace a voi!» [Giov 20,19]"
I discepoli si erano riuniti al piano superiore della casa e avevano chiuso le porte per timore che gli
ebrei venissero ad arrestarli. E all’improvviso Gesù si presentò in mezzo a loro. Da notare che le porte erano chiuse. E
ciò si ripete poi dopo otto giorni:
"Otto giorni dopo i suoi discepoli erano di nuovo in casa, e Tommaso era con loro. Gesù venne
a porte chiuse, e si presentò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!» [Giov 20,26]"
Anche qui Giovanni sottolinea in particolare che le porte erano chiuse quando il Signore improvvisamente
si presentò in mezzo a loro. Ora nel nostro universo spazio-temporale colui che riesce a passare attraverso le porte
chiuse è un essere spirituale, dal punto di vista umano. Il fatto che qui, alla Sua seconda apparizione, il Signore si
sia fatto toccare le mani e il fianco dai discepoli per dimostrare che non era uno spirito, ma un essere umano in carne
e ossa, non è una contraddizione.
Ma nel nostro universo tridimensionale carne e sangue non possono attraversare
le porte chiuse. In Giov 3,5 Gesù ci dice anche: "Se uno non è nato d’acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di
Dio" e qui Gesù era appena venuto dal regno di Dio, dal regno dei cieli, dopo la Sua Risurrezione. Allora deve essere
stato Spirito.
Di conseguenza, il fatto che qui fosse in carne e ossa dimostra solamente che Gesù si era
materializzato un’altra volta dopo la Sua apparizione in mezzo ai discepoli ed evidentemente questa è anche una capacità
degli esseri nati dallo Spirito. Ciò per quanto concerne le apparizioni del Signore.
Ma questo cosa c’entra con
noi esseri umani, perché dobbiamo essere anche esseri spirituali? A tal proposito, nella sua prima lettera ai Corinzi
Paolo scrive:
1Cor 15,22 Poiché, come tutti muoiono in Adamo, così anche in
Cristo saranno tutti vivificati; 1Cor 15,22;
Il summenzionato versetto 15,22 descrive innanzitutto la Risurrezione semplicemente come evento: il
fatto che il Figlio di Dio sia risorto dopo la Sua morte, è la prova biblica e la garanzia che anche noi esseri umani
risorgeremo dopo la nostra morte. E poi nel versetto 15,23 Paolo chiama il Signore "primizia". E qui sorge la domanda:
Primizia di che?
Primizia di tutta l’umanità!! Qui Paolo scrive anche esplicitamente
tutti riferendosi a tutta l’umanità:
"Poiché, come tutti muoiono in Adamo, così anche in Cristo saranno tutti (di nuovo)
vivificati". Ma questo parallelismo non si riferisce solo alla Risurrezione in quanto tale. Qui Paolo chiamando il
Signore "primizia", intende dire che noi esseri umani seguiremo esattamente il medesimo percorso – fino alla fine. E
così alla fine anche noi, come Lui, saremo con il Padre.
E qui Paolo scrive ancora:
1Cor 15,23 ma ciascuno al suo turno: Cristo, la primizia; poi quelli che sono di
Cristo, alla sua venuta; 15,24 poi verrà la fine, quando consegnerà il regno nelle mani di Dio Padre, dopo che avrà
ridotto al nulla ogni principato, ogni potestà e ogni potenza. 1Cor 15,23-24;
Dunque, la Risurrezione segue questo ordine:
1. Cristo come primizia;
2. Poi quelli che appartengono a Cristo (cioè quelli che sono morti ["risveglio"] e
quelli che sono ancora vivi ["trasformazione", 1Cor 15:51] alla seconda venuta del Signore, nel Rapimento);
Qui Paolo non fa menzione della prossima Risurrezione, che, tuttavia, viene descritta in altri passaggi. Per
completezza, la riportiamo anche qui:
3. La Risurrezione dei martiri (giudizio di
ricompensa). E per ultima, la
4. la Risurrezione Universale (15,24: la fine quando consegnerà il regno a Dio e
Padre, alla fine del mondo per il Giudizio Universale).
Secondo le dichiarazioni di Paolo, dunque, dopo la nostra morte faremo la stessa strada percorsa da
nostro Signore, Gesù Cristo. Ciò vuol dire che alla fine anche noi saremo in grado di attraversare le porte chiuse. Ed è
esattamente la risposta che il Signore fornisce all’ebreo Nicodemo – scriba e membro del Sinedrio – che gli aveva
chiesto come poteva rinascere un uomo già vecchio:
Giov 3,3 Gesù gli rispose: «In verità, in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo non può vedere il regno di Dio». 3,4 Nicodemo gli disse: «Come può un uomo nascere quando è già vecchio? Può egli entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e nascere?» 3,5 Gesù rispose: «In verità, in verità ti dico che se uno non è nato d’acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio. 3,6 Quello che è nato dalla carne, è carne; e quello che è nato dallo Spirito, è spirito. 3,7 Non ti meravigliare se ti ho detto: "Bisogna che nasciate di nuovo". 3,8 Il vento soffia dove vuole, e tu ne odi il rumore, ma non sai né da dove viene né dove va; così è di chiunque è nato dallo Spirito». Giov 3,3- 8;
Nella summenzionata dichiarazione in Giov 3,5 "se uno non è nato d’acqua e di Spirito (rinato),
non può entrare nel regno di Dio", con ’nato d’acqua’ (liquido amniotico) il Signore si riferisce innanzitutto alla
nascita biologica, fisica di un essere umano. D’altra parte, con "nato dallo Spirito" si riferisce alla nascita
(spirituale) come essere spirituale dell’essere umano defunto nella Risurrezione.
E subito in Giov 3,8 il Signore
offre anche un esempio di come riconoscere una persona rinata::
«Il vento soffia dove vuole, e tu ne odi il rumore, ma non sai
né da dove viene né dove va; così è di chiunque
è nato dallo Spirito».
Così l’essere umano rinato è come il vento: si sente il suo “rumore”, ma non si vede e non si sa né da
dove viene né dove va. – L’essere umano rinato dallo Spirito nella Risurrezione, perciò, è un essere spirituale
invisibile. E ancora prima in Giov 3,3 Gesù indica i requisiti, affinché un essere umano possa entrare nel Regno dei
Cieli, cioè nel Regno di Dio:
"se uno non è nato di nuovo/dall’alto (rinato) non può vedere il regno di Dio»."
Di conseguenza, è evidente che sono necessarie entrambe, sia la nascita biologica, dalla carne, quella "dall’acqua" (senza la quale l’essere umano non esisterebbe nemmeno), ma poi dopo la morte è anche necessaria la rinascita "dallo Spirito" nella Risurrezione. Allora – e solo allora – si completerà la metamorfosi dell’essere umano.
E poi la dichiarazione del Signore in Giov 3,6 conferma la posizione qui sostenuta da Immanuel.at:
"Quello che è nato dalla carne, è carne; e quello che è nato dallo Spirito, è
spirito. "
Anche Paolo, nella sua prima lettera ai Corinzi, descrive le differenze tra i corpi nati dalla carne e quelli nati dallo Spirito:
Ora io dico questo, fratelli, che carne e sangue non possono ereditare il regno di Dio; né i corpi che si decompongono possono ereditare l’incorruttibilità.
1Cor 15,35 Ma qualcuno dirà: «Come risuscitano i morti? E con quale corpo ritornano?» 15,36 Insensato, quello che tu semini non è vivificato se prima non muore; 15,37 e quanto a ciò che tu semini, non semini il corpo che deve nascere, ma un granello nudo, di frumento per esempio, o di qualche altro seme; 15,38 e Dio gli dà un corpo come lo ha stabilito; a ogni seme, il proprio corpo. 15,39 Non ogni carne è uguale; ma altra è la carne degli uomini, altra la carne delle bestie, altra quella degli uccelli, altra quella dei pesci. 15,40 Ci sono anche dei corpi celesti e dei corpi terrestri; ma altro è lo splendore dei celesti, e altro quello dei terrestri. 15,41 Altro è lo splendore del sole, altro lo splendore della luna e altro lo splendore delle stelle; perché un astro è differente dall’altro in splendore.
15,42 Così è pure della risurrezione dei morti. Il corpo è seminato corruttibile e risuscita incorruttibile; 43 è seminato ignobile e risuscita glorioso; è seminato debole e risuscita potente; 44 è seminato corpo naturale e risuscita corpo spirituale. Se c’è un corpo naturale, c’è anche un corpo spirituale.
15,45 Così anche sta scritto: «Il primo uomo, Adamo, divenne anima vivente»; l’ultimo Adamo è spirito vivificante. 15,46 Però ciò che è spirituale non viene prima; ma prima, ciò che è naturale, poi viene ciò che è spirituale. 15,47 Il primo uomo, tratto dalla terra, è terrestre; il secondo uomo è dal cielo. 15,48 Qual è il terrestre, tali sono anche i terrestri; e quale è il celeste, tali saranno anche i celesti.
15,49 E come abbiamo portato l’immagine del terrestre, così porteremo anche l’immagine del celeste. 15,50 Ora io
dico questo, fratelli, che carne e sangue non possono ereditare il regno di Dio; né i corpi che si decompongono possono
ereditare l’incorruttibilità. 1Cor 15,35-50;
Seguendo strettamente la logica, tutto questo mi ha portato a concludere che l’essere umano in questo
stato di rinato – dopo la morte e la Risurrezione – è necessariamente un essere spirituale. E questa è anche la mia
risposta alla Sua domanda:
"La prego di indicarmi dove posso trovare questo passaggio nella Bibbia, in cui si dice che
l’essere umano è un essere spirituale?"
(Questa dichiarazione del Signore dovrebbero rivederla anche quei fratelli, quelle sorelle e quei
commentatori della Bibbia, che seguono la dottrina, in base alla quale i fratelli e le sorelle in Cristo possono
rinascere [possono essere rinati] anche in vita – nella carne)
Sperando che ora possa seguire la mia logica, Le
porgo cordiali saluti.
Friedrich Horak