L’abominazione della desolazione nel luogo santo.
/ Commento di T. Tschirner 00, 30-07-2002.
Tabella – Sequenza e durata degli eventi negli Ultimi Tempi.
Il primo e il secondo Anticristo.
Il numero 666: un riferimento a un Anticristo umano e a uno demoniaco
/ Risposta di B. Blankenship 00, 12-09-2005.
Tabella – L’Anticristo, la "Regina" nella scacchiera del diavolo.
Il corso degli eventi negli Ultimi Tempi.
Persone penitenti durante l’ira di Dio?
/ Commento di MF 00, 29-10-2013.
Tabella – La Grande Tribolazione – cronologia degli eventi
Prima di tutto vorrei ringraziarvi per aver creato questa
pagina. Finora non ho ancora trovato un’altra pagina che si basi così
fedelmente sulla Bibbia e fornisca anche una spiegazione così ampia delle
profezie.
Ciononostante, alcune domande rimangono aperte (purtroppo è inevitabile).
Sarei interessato a sapere come fa a conciliare la sua visione della
sequenza cronologica degli eventi profetici con il fatto che la cosa
abominevole che causa la desolazione, in ordine di tempo debba apparire nel
luogo santo prima della Grande Tribolazione, secondo Matteo 24,15-21.
Apprezzerei molto una risposta!
(Thorsten Tschirner tschirner_t@web.de)
Ringrazio molto T. Tschirner per l’indicazione di cui sopra.
Egli indica un errore sorto in relazione all’interpretazione della Grande
Tribolazione e non ancora notato, fino a questo momento. Ecco questo passaggio
per aiutarvi nell’orientamento:
Quando avrete visto l’abominazione della desolazione posta nel luogo santo, allora vi sarà una tribolazione così grande, quale non vi fu mai.
Mat 24,15 »Quando dunque avrete visto
l’abominazione della desolazione predetta dal profeta Daniele, posta nel luogo
santo (chi legge intenda), 24,16 allora coloro che sono nella Giudea
fuggano ai monti. 24,17 Chi si trova sulla terrazza della casa, non scenda a
prendere qualcosa di casa sua; 24,18 e chi è nei campi, non torni indietro a
prendere il suo mantello. 24,19 Ma guai alle donne incinte e a quelle che
allatteranno in quei giorni! 24,20 E pregate che la vostra fuga non accada
d’inverno, né di sabato. 24,21 perché allora vi sarà una tribolazione così
grande, quale non vi fu mai dal principio del mondo fino ad ora né mai più vi
sarà. 24,22 E se quei giorni non fossero abbreviati, nessuna carne si
salverebbe; ma a motivo degli eletti quei giorni saranno abbreviati.
Mat 24,15-22;
All’inizio dei lavori su questo libro, questo periodo di tempo
nel capitolo 03 "La Grande Tribolazione" era stato interpretato come i sette
Giudizi delle Coppe. Solo più tardi, dopo che si era reso evidente un
parallelismo di Mat 24 e Apoc 6, ho associato il "principio dei
dolori" al giudizio del 2º e 3º sigillo e la tribolazione di quei giorni al giudizio del
4º e 5º sigillo. È stato però trascurato il trasferimento dell’importante passaggio tratto da
Mat 24,15-21.
In un nuovo tentativo di classificare queste dichiarazioni della Bibbia, ho classificato
il testo da Matteo 24,15-21 dopo il 5º sigillo nella tabella sottostante.
Secondo le dichiarazioni del Signore in Mt 24, la Grande Tribolazione sarebbe la
persecuzione dei cristiani. Tuttavia, gli altri eventi dell’Apocalisse mi sembrano
appartenere anche a questa Grande Tribolazione.
Sequenza e durata degli eventi negli Ultimi TempiUn tentativo di classificazione. |
Durata |
|
Sequenza di eventi (Riferimenti) |
Riferimenti |
Tempo |
La Grande Tribolazione (Dan 9:27) La tribolazione di quei giorni (Mat 24:29) L’inizio delle doglie di parto (Mat 24:6-8) 1º sigillo: Il primo, l’Anticristo umano (Apoc 6:1-2) |
Dan 9:27
|
}
|
L’effetto aggiuntivo che risulta da questa correzione è
il fatto che in questo modo per la prima volta sembra venga dato un riferimento
biblico all’identità del cavaliere sul cavallo bianco (Apoc 6,1-2). Ciò che fino
ad ora poteva essere spiegato solo con supposizioni e dove le opinioni degli
esegeti si dividevano tra Anticristo (che è anche l’opinione sostenuta qui, a
Immanuel.at) e Gesù Cristo, ora si aggiunge un riferimento piuttosto chiaro
all’Anticristo (il primo Anticristo) con l’indicazione dell’"abominazione della
desolazione nel luogo santo".
Guardai e vidi un cavallo bianco. Colui che lo cavalcava aveva un arco;
Apoc 6,1 Poi, quando l’Agnello aprì
uno dei sette sigilli, vidi e udii una delle quattro creature viventi, che
diceva con voce come di tuono: «Vieni». 6,2 Guardai e vidi un cavallo bianco.
Colui che lo cavalcava aveva un arco; e gli fu data una corona, ed egli venne
fuori da vincitore, e per vincere. Apoc 6, 1 – 2;
Nonostante l’interpretazione riguardante Gesù Cristo fosse discutibile sia per
il fatto che il Signore non poteva aprire il primo sigillo e contemporaneamente
mostrarsi come il cavaliere sul cavallo bianco, quanto per l’impossibilità che
un angelo potesse richiamare il Figlio di Dio con un imperativo, "Vieni"
(che è in realtà "Marcia"), essa, tuttavia, è stata ripetutamente
avanzata a causa della somiglianza con la dichiarazione di Apoc 19,11.
L’inserimento di Mat 24,15-21 proprio in questo punto – dopo del
5º sigillo – nell’interpretazione dell’Apocalisse si basa su un presupposto
parallelismo tra Mat 24 e Apoc 6 e 7 e implica un’interruzione della
settantesima settimana dopo circa tre anni e mezzo, in base alle dichiarazioni
di Apoc 13,3.12.14 e Dan 12,11-12.
La sua piaga mortale fu guarita; e tutta la terra, meravigliata, andò dietro alla bestia;
Apoc 13,1 Poi vidi salire dal mare una bestia
che aveva dieci corna e sette teste, sulle corna dieci diademi e sulle teste nomi
blasfemi. 13,2 La bestia che io vidi era simile a un leopardo, i suoi piedi erano
come quelli dell’orso e la bocca come quella del leone. Il dragone le diede
la sua potenza, il suo trono e una grande autorità.
13,3 E vidi una delle sue teste come ferita a morte; ma la sua piaga
mortale fu guarita; e tutta la terra, meravigliata, andò dietro alla bestia;
13,4 e adorarono il dragone perché aveva dato il potere alla bestia; e
adorarono la bestia dicendo: «Chi è simile alla bestia? e chi può
combattere contro di lei?» Apoc 13, 1 – 4;
Anche se si nascondessero al mio sguardo in fondo al mare, laggiù ordinerei al serpente di morderli;
Amos 9,3 Anche se si nascondessero in vetta al
Carmelo, io li scoverei lassù e li prenderei; anche se si nascondessero al mio
sguardo in fondo al mare, laggiù ordinerei al serpente
di morderli; Amos 9,3;
La bestia che aveva ricevuto la ferita della spada ed era tornata in vita.
Apoc 13,12 Essa esercitava tutto il
potere della prima bestia in sua presenza, e faceva sì che tutti gli abitanti
della terra adorassero la prima bestia la cui piaga mortale era stata guarita.
13,13 E operava grandi prodigi sino a far scendere fuoco dal cielo sulla terra
in presenza degli uomini. 13,14 E seduceva gli abitanti della terra con i
prodigi che le fu concesso di fare in presenza della bestia, dicendo agli
abitanti della terra di erigere un’immagine della bestia che aveva ricevuto
la ferita della spada ed era tornata in vita. Apoc 13,12-14;
Sopra, in Apoc 13,3.12 abbiamo l’indicazione che l’Anticristo –
la prima bestia (che viene dal mare) – aveva ricevuto una ferita mortale –
quindi era morto. E ora è risorta di nuovo "dal mare" grazie al potere magico di
Satana. Si tratta evidentemente di un’imitazione della resurrezione di Cristo
nella persona dell’Anticristo da parte del diavolo, che venne definito da Lutero
la "scimmia di Dio" (che scimmiotta Dio).
Ma dalla dichiarazione di cui sopra, in Apoc 13,3: "ma la sua piaga mortale fu
guarita; e tutta la terra, meravigliata, andò dietro alla bestia" si può trarre
un’altra importante conclusione: la persona che incarna questa "bestia" doveva
essere ben nota alle persone di tutto il mondo che vivevano in quel tempo.
Altrimenti non si sarebbe potuto dire che "tutta la terra" era rimasta
meravigliata dal fatto che la bestia si fosse svegliata di nuovo. Se le persone
non l’avessero conosciuta prima e se non avessero saputo che era stata uccisa,
non si sarebbero poi stupiti che fosse stata svegliata di nuovo.
E l’adulazione degli abitanti della terra nel versetto seguente in Apoc 13,4,
"Chi è simile alla bestia? e chi può combattere contro di lei?", addirittura
indica il fatto che tutti sapevano che qui poco prima aveva avuto luogo una
battaglia, in cui la bestia era stata uccisa, ma poiché ora è di nuovo in vita,
agli abitanti della terra adesso sembra essere invincibile.
L’intero contesto ci viene confermato anche in Apoc 17,8:
La bestia che tu hai visto era e non è più (1º Anticristo) e salirà dall’abisso e andrà in perdizione (2º Anticristo).
Apoc 17,8 La bestia che tu hai visto era e non è più
e salirà dall’abisso e andrà in perdizione; e gli abitanti della terra, i cui nomi non sono
scritti nel libro della vita fin dalla fondazione del mondo, si meraviglieranno vedendo la bestia che era, e non
è, quantunque essa sia. Apoc 17, 8;
Ma questo toglie anche il fondamento logico a tutte quelle
interpretazioni che in questa bestia venuta dal mare, cioè nell’Anticristo,
vogliono vedere il "Nero redivivus", il Napoleone risorto di nuovo o persino una
risurrezione di Hitler. A parte il fatto che la folla di gente degli Ultimi
Tempi difficilmente ricorderà queste figure, la bestia ha comunque vissuto prima
di essere stata svegliata di nuovo ed è stata uccisa da una spada. Quindi, se si
fosse trattato di qualcuno che secoli fa aveva già vissuto una volta, questo suo
svegliarsi di nuovo dovrebbe essere la sua terza vita. E questo è biblicamente
impossibile.
Ora il fatto che l’Anticristo fosse morto in precedenza solleva però, anche la
questione su come fosse morto. Dopo essere stato raffigurato come un "cavaliere
sul cavallo bianco" invincibile in Apoc 6,2, deve essere stata una forza
soprannaturale a mettere fine al suo primo periodo di esistenza. Ed ecco che
troviamo in Paolo, precisamente in 2Tess 2,7-11, un’indicazione molto concreta
che può far luce su questo scenario.
E allora sarà manifestato l’empio, che il Signore Gesù distruggerà con il soffio della sua bocca, e annienterà con l’apparizione della sua venuta.
2Tess 2,7 Infatti il mistero dell’empietà è già in
atto, soltanto c’è chi ora lo trattiene, finché sia tolto di mezzo. 2,8 E
allora sarà manifestato l’empio, che il Signore Gesù distruggerà con il soffio
della sua bocca, e annienterà con l’apparizione della sua venuta. 2,9 La
venuta di quell’empio avrà luogo, per l’azione efficace di Satana, con ogni
sorta di opere potenti, di segni e di prodigi bugiardi, 2,10 con ogni tipo
d’inganno e d’iniquità a danno di quelli che periscono perché non hanno aperto
il cuore all’amore della verità per essere salvati.
2,11 Perciò Dio manda loro una potenza d’errore perché credano alla menzogna;
2,12 affinché tutti quelli che non hanno creduto alla verità, ma si sono
compiaciuti nell’iniquità, siano giudicati. 2Tess 2,7-12;
Ora, chi conosce le dichiarazioni della Scrittura sugli Ultimi
Tempi probabilmente obietterà che gli eserciti dell’Anticristo saranno distrutti
dal Signore e dall’esercito del cielo nella battaglia di Harmagedon, e che
l’Anticristo sarà gettato vivo nello stagno di fuoco. E questo è assolutamente
vero. Tuttavia, dobbiamo distinguere tra i due periodi di attività
dell’Anticristo.
Nella prima metà egli viene fuori "da vincitore, e per vincere"
(Apoc 6,2), ma qui deve essere visto come un essere umano che ha
straordinari successi – come fu un tempo Alessandro Magno – ma che
ciononostante è soggetto a tutte le limitazioni umane e quindi anche alla morte.
Anche Paolo in 2Tess 2,3-4 lo descrive esplicitamente come
"uomo della malvagità/del peccato" e
"figlio della perdizione".
Quel giorno non verrà se prima non sia venuta l’apostasia e non sia stato manifestato l’uomo del peccato.
2Tess 2,1 Ora, fratelli, circa la venuta del
Signore nostro Gesù Cristo e il nostro incontro con lui, vi preghiamo
2,2 di non lasciarvi così presto sconvolgere la mente, né turbare sia da pretese
ispirazioni, sia da discorsi, sia da qualche lettera data come nostra,
come se il giorno del SIGNORE fosse già presente.
2,3 Nessuno vi inganni in alcun modo; poiché quel giorno non verrà se prima
non sia venuta l’apostasia e non sia stato manifestato l’uomo del peccato, il
figlio della perdizione, 2,4 l’avversario, colui che s’innalza
sopra tutto ciò che è chiamato Dio od oggetto di culto; fino al punto da
porsi a sedere nel tempio di Dio, mostrando se stesso e proclamandosi Dio.
2Tess 2,1-4;
Nella seconda metà della sua esistenza, sale dal mare/abisso
come una "bestia che aveva dieci corna e sette teste" (Apoc 13,1). E a quanto
pare è Satana, che qui copia la resurrezione di Gesù Cristo riportando questa
persona morta in vita e presentandola al mondo come il falso Messia. Poi gli dà
anche "la sua potenza, il suo trono e una grande autorità". (Apoc 13,2).
È proprio quest’ultima affermazione a far nascere una supposizione: Poiché non
si può supporre che Satana affiderebbe tutta la sua autorità e la sua potenza,
perfino il suo trono, a un altro essere – perché così egli stesso correrebbe il
pericolo di essere da questi eliminato – si può concludere che questa
"consegna" è piuttosto una "acquisizione". Cioè, Satana,
come essere spirituale, s’impossessa di questo essere umano richiamato in vita
e così ha di nuovo tutto sotto controllo.
E anche qui Satana sta copiando le azioni di Dio. Anche nello Spirito di Gesù
Cristo fu Dio che parlò agli israeliti.
Le parole che io vi dico, non le dico di mio; ma il Padre che dimora in me, fa le opere sue.
Giov 14,8 Filippo gli disse: «Signore, mostraci il
Padre e ci basta». 14,9 Gesù gli disse: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi
hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre; come mai tu dici:
"Mostraci il Padre"? 14,10 Non credi tu che io sono nel Padre e che il
Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico di mio; ma il Padre che
dimora in me, fa le opere sue. 14,11 Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me;
se no, credete a causa di quelle opere stesse. Giov 14,8-11;
Ma in ogni caso, in questa seconda fase l’Anticristo non è più
puramente umano. Ciò è provato anche dai segni e dai prodigi che opera e,
infine, dal fatto che non viene ucciso nella battaglia di Harmagedon ma gettato
vivo nello stagno di fuoco insieme al falso profeta (Apoc 19,20), proprio come
Satana alla fine del mondo (Apoc 20,10).
Poiché questa interpretazione è probabilmente il primo tentativo al mondo di
definire il dominio dell’Anticristo in due fasi cronologiche ben distinte, sarà
data qui una prova biblicamente fondata dell’alta probabilità di questa
interpretazione. Soprattutto l’affermazione di Apoc 19,20 secondo cui
l’Anticristo sarà gettato vivo nello stagno di fuoco, porta a
tutta una serie di conclusioni logiche, che addirittura dimostrano, che qui
abbiamo a che fare con due diverse forme di esistenza dell’Anticristo e, di
conseguenza, anche con due fasi del dominio dell’Anticristo.
In Apoc 20,14 troviamo anche una testimonianza relativa allo stagno di fuoco:
Questa è la morte seconda, cioè lo stagno di fuoco.
Apoc 20,13 Il mare restituì i morti che erano in esso;
la morte e l’Ades restituirono i loro morti; ed essi furono giudicati,
ciascuno secondo le sue opere. 20,14 Poi la morte e l’Ades furono gettati nello
stagno di fuoco. Questa è la morte seconda, cioè lo stagno di fuoco.
20,15 E se qualcuno non fu trovato scritto nel libro della vita, fu gettato
nello stagno di fuoco. Apoc 20,13-15;
Qui ci troviamo di fronte alla Risurrezione Universale e al
Giudizio Universale alla fine del mondo. Tutti i morti risorgeranno e saranno
giudicati nel Giudizio. Coloro che non si trovano scritti nel libro della vita
saranno gettati nello stagno di fuoco. E poi in Apoc 20,14 si dice: "questa è la
morte seconda". Ora da questo si può dedurre che solo le persone che sono stati
resuscitati dai morti (e gli esseri spirituali come Satana e l’Anticristo), che
hanno tutti una vita eterna, possono essere vittime di questa seconda morte,
dello stagno di fuoco. L’essere umano normale può morire solo la "prima" morte
prima del Giudizio Universale.
(Vedi anche Capitolo 12: "La
Risurrezione.")
Ma questo significa che quando l’Anticristo viene gettato nello
stagno di fuoco in Apoc 19,20, può trattarsi anche qui solo di una persona
risorta dai morti e che qui subisce la seconda morte. Le dichiarazioni di
Apoc 13,3.12.14 di cui sopra provano che ciò è confermato anche dalla Scrittura.
Quindi in base a questi testi questa bestia – l’Anticristo – ha ricevuto una
ferita mortale da una spada, ma è stata svegliata di nuovo dai morti da Satana e
guarita dalla sua ferita mortale. Ma da questo è possibile dedurre proprio il
fatto che questo Anticristo deve essere vissuto già prima. E precisamente come
un normale essere umano. E che come tale è stato ucciso da una spada.
Ed esattamente lo stesso contesto è stato riscontrato sopra in 2Tess 2,8 dove
Paolo scrive: "E allora sarà manifestato l’empio, che il Signore Gesù
distruggerà con il soffio della sua bocca (una "spada affilata" che
usciva dalla sua bocca / Apoc 19:15), e annienterà con l’apparizione della sua
venuta".
(Vedi anche discorso 86 – Morte e risurrezione
dell’Anticristo: "Il primo e il secondo
Anticristo.".)
E, infine, un altro visitatore di Immanuel.at – questa volta
dagli Stati Uniti – ha trovato un suggerimento interessante per questo
argomento. È anche l’autore dell’articolo "Un Mistero
– Babilonia la Grande", apparso su Immanuel.at nel Discorso 77
come commento di un visitatore. Recentemente ha portato alla mia attenzione le
interessanti questioni che seguono::
Continuando a lavorare sulla Scrittura/dizionari in lingua
greca in modo analitico, ho trovato qualcosa che forse le potrebbe
interessare. Con questo vorrei richiamare la sua comprovata conoscenza della
Bibbia e la sua attenzione sulla seguente domanda: il passo
dell’Apocalisse 13,18 può essere tradotto come segue?
Testo greco con numeri b:
wde <5602> h <3588> sofia <4678> estin <2076> (5748). o <3588> ecwn
<2192> (5723) ton <3588> noun <3563> yhfisatw <5585> (5657) ton <3588>
ariqmon <706> tou <3588> qhriou <2342> ariqmoV <706>
gar <1063> anqrwpou <444> estin <2076>
(5748); kai <2532> o <3588> ariqmoV <706> autou <846> cxV <5516>.
Proposta di traduzione:
"Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza, calcoli il numero della bestia!
Infatti (cioè – perché)
è (consiste nel) numero d’uomo;
e il suo (della bestia) numero è seicentosessantasei."
"Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza, calcoli il numero della bestia!
Perché consiste nel numero d’uomo,
e il suo (della bestia) numero è 666. (…)"
Inoltre, Luca in 12:15 usa la stessa parola nel suo significato figurativo di
‘consiste’ per la parola greca e il suo tempo verbale:
– estin:
"Poi disse loro: «Fate attenzione e guardatevi dall’avarizia, perché la
vita di uno non consiste nell’abbondanza
delle cose che possiede."
È quindi ovvio che uno dei motivi per il conteggio (calcolo) del numero
della bestia è il fatto che esso contiene – come parte integrante e
incorporato in esso – il numero di un essere umano. Pertanto, il "risultato
complessivo del numero 666" della Bestia comprende sia il numero della
Bestia che il numero dell’Anticristo umano – e i due diventano uno.
Ci pensi e mi faccia sapere cosa ne pensa.
Barney Blankenship word@shalach.org
/ www.shalach.org/
Grazie Barney per la tua eccellente analisi. Per una migliore
comprensione ecco allora questo passaggio biblico accompagnato dal suo contesto:
Chi ha intelligenza, calcoli il numero della bestia, perché è un numero d’uomo; e il suo numero è seicentosessantasei.
Apoc 13,16 Inoltre obbligò tutti, piccoli e grandi,
ricchi e poveri, liberi e schiavi, a farsi mettere un marchio sulla mano destra
o sulla fronte. 13,17 Nessuno poteva comprare o vendere se non portava il
marchio, cioè il nome della bestia o il numero che corrisponde al suo
nome. 13,18 Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza, calcoli
il numero della bestia, perché è un numero d’uomo; e il suo numero è
seicentosessantasei. Apoc 13,16-18;
Questo numero 666 è menzionato sopra, in Apoc 13,17, come "il
numero che corrisponde al suo (della bestia) nome" e il lettore della
Bibbia è quindi invitato a calcolare questo numero. Questo "calcolare" (psäphizein)
era allora un terminus technicus per la conversione di un nome o di un termine
nel suo valore numerico, o anche viceversa, la conversione di un valore numerico
dichiarato nel nome o termine equivalente. Nelle lingue antiche, come l’ebraico,
il greco o il latino, le lettere fungevano anche da numeri. Un nome composto da
sette lettere, per esempio, poteva essere inteso anche come un numero con sette
cifre. La somma incrociata di queste sette cifre sarebbe allora il valore
numerico del nome. Data la predilezione della gente per gli indovinelli
nell’antichità, questo modo di crittografia, noto come "gematria", ha goduto di
un periodo di fioritura, ed è rimasto di moda per secoli.
Ma se si conosceva solo una somma incrociata senza sapere il numero di lettere o
qualsiasi altro dettaglio, ad esempio se si doveva usare l’alfabeto ebraico,
greco o latino, non si aveva alcuna possibilità di soluzione. Pertanto, un
indovinello gematrico significativo doveva avere un indizio aggiuntivo. Solo le
persone che conoscevano questo indizio erano in grado di "calcolare"
(decodificare) questo numero dopo alcuni tentativi e di trovare il nome o il
termine nascosto in esso. Indovinare il numero stesso, senza un ulteriore
indizio concreto, sarebbe del tutto inutile.
Ma una parte di tale indizio ci è data dal testo di cui sopra in Apoc 13,18 con
l’affermazione: il numero del nome della bestia "è un numero d’uomo". Da questo
si possono trarre due conclusioni:
1. Questa bestia non è ovviamente un essere umano, altrimenti
non ci sarebbe stato bisogno di questa distinzione particolare. La conferma che
questa bestia non è un uomo normale ma un demone, un essere spirituale, si vede
anche nel fatto che Satana gli dà il suo potere, la sua autorità e il suo trono
e lo ha risorto dall’abisso.
2. Ma dall’altra parte, con l’indicazione che questo nome e
il suo numero è anche "il numero d’uomo", si fornisce la prova che c’è o c’era
un uomo che aveva anche questo stesso nome con lo stesso numero gematrico.
Come possiamo vedere, Barney Blankenship ha contribuito con la
sua scoperta ad una migliore comprensione di due testi biblici. Se si tiene
conto dell’argomentazione di cui sopra sui due periodi di dominio
dell’Anticristo, con prima l’Anticristo umano e poi, dopo un’interruzione,
l’Anticristo demoniaco, B. Blankenship ha dimostrato una volta che il numero
della bestia, che Satana fa risalire dall’abisso come demone in Apoc 13, è allo
stesso tempo anche il numero che questo demone aveva come Anticristo umano prima
della sua morte per mano del Signore. Con questo si può anche supporre che
entrambi gli esseri viventi, l’essere umano e il demone, anche se su piani di
esistenza diversi, sono tuttavia identici nella loro origine.
Ma allo stesso tempo il mistero del numero 666 è leggermente svelato. I calcoli
su di esso si fanno già da secoli (in greco per esempio "Lateinos" contiene
questo numero, in ebraico "Neron Kaisar", o le parole di Gios 13,22 "l’indovino
Balaam, figlio di Beor" ecc. ecc.) E non c’è nulla di discutibile in questo,
dopo tutto, il testo ci chiede di calcolare. Ma qui, a Immanuel.at, questa
questione non è stata trattata finora in tutti questi anni perché è ovvio che
abbiamo ancora troppo poche prove concrete per proporre una soluzione
plausibile.
Ma con il suggerimento di B. Blankenship si può ora concludere che questo numero
del nome della bestia 666, composto da 600, 60 e 6, che è espresso da tre
lettere dell’alfabeto greco (chi, xi e zeta), segna il nome dell’uomo che appare
come Anticristo in Apoc 6,2 (cavallo bianco). Questo Anticristo in forma umana
viene ucciso alla fine del suo regno dal Signore alla sua Seconda Venuta per il
Rapimento (Mat 24,29-31; Apoc 6,12-14) (2Tess 2,8; Apoc 13,3). Alcuni anni dopo,
però, viene svegliato di nuovo da Satana come demone dall’abisso (Apoc 13) e
dopo il suo regno sulla terra viene gettato vivo nello stagno di fuoco insieme
al falso profeta nella battaglia di Harmagedon.
Da questo si potrebbe ora concludere che la malvagità del precedente Anticristo
umano, che ha causato la Grande Tribolazione con la morte di un quarto
dell’umanità – cioè almeno circa 2 miliardi di persone in questo tempo futuro –
sarà sicuramente ancora ricordata dalle persone che vivono in quel tempo, quando
il demone Anticristo apparirà come presunto "vero Cristo" e proclamerà il suo
Signore, Satana, come il vero Dio Padre e si lascerà adorare con lui
(Apoc 13,4). Presenterà il vero Figlio di Dio di Nazareth come un impostore (Gio 2,22)
e così negherà anche l’unico e onnipotente Dio, Padre del Signore Gesù.
Ora, per evidenziare la pericolosità di questo essere satanico, che non
governerà con violenza e brutalità come l’Anticristo umano, ma sedurrà gli
uomini con menzogne e segni e prodigi bugiardi, e per non lasciare dubbi agli
iniziati su chi sia la persona in questione, il numero del suo nome è rivelato
nell’Apocalisse come il numero della sua identità umana – cioè dell’Anticristo
umano ("un numero d’uomo"). – Ma come si può facilmente constatare, non è
possibile né necessario calcolare in anticipo questo nome nel suo significato
concreto. Solo le persone degli Ultimi Tempi saranno in grado di applicare
correttamente il suggerimento dato in Apoc 13,18.
La conseguenza di questa affermazione di Apoc 13,18: "… il numero
della bestia... è un numero d’uomo…" e la sintesi
dei passi biblici citati sopra, può ora essere logicamente tracciata con il
seguente ordine cronologicamente invertito degli eventi:
– l’Anticristo viene gettato nello stagno di fuoco
(Apoc 19,20)
– lo stagno di fuoco è la seconda morte (Apoc 20,14)
– solo coloro che sono risorti dai morti possono essere
consegnati alla seconda morte (Apoc 20,13-14)
– quindi questo Anticristo deve essere risorto dai morti (Apoc 19,20)
– essendo risorto dai morti, prima deve essere morto
(Apoc 13,12)
– se era morto, doveva essere stato ucciso prima
(Apoc 13,3; 2Tess 2,8)
– e se è stato ucciso, deve aver vissuto prima come uomo
(mortale) (2Tess 2,3).
Così, a quanto pare, alla fine del suo primo periodo di
attività, con la venuta del Signore per il Rapimento e mediante il soffio della
sua bocca (Isa 49,2; Apoc 1,16; 19,15; 19,21), viene posta una fine temporanea
all’Anticristo in forma umana, e il suo regno viene interrotto, e con esso la
settantesima settimana. Troviamo anche una interruzione simile tra la 69ma e la
70ma settimana. Sono quasi duemila anni – almeno fino ad oggi – che separano
queste due settimane.
Dopo che l’Anticristo è stato ucciso alla fine della prima metà della 70ma
settimana, la seconda metà inizia dopo le prime sei trombe e i 1260 giorni in
cui, secondo Apoc 11,3, i due testimoni di Dio profetizzeranno. Poi l’Anticristo
si sveglierà di nuovo come bestia che viene dal mare, secondo Apoc 13,1.3.12.14,
come figura demoniaca, ucciderà i due testimoni alla sua riapparizione secondo
Apoc 11,7 e 13,7 e assumerà allora la piena autorità. Il fatto che questi due
testimoni siano uccisi al momento dell’apparizione della bestia che viene dal
mare sembra essere un’ulteriore indicazione che in precedenza, prima che essi
iniziassero a profetizzare, l’Anticristo non era attivo.
DA DOVE |
C H I |
C O M E |
C H E C O S A |
D O V E |
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In cielo |
dragone serpente |
grande, rosso |
sette teste |
dieci corna |
Apoc 12:3-4; |
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Diavolo, Satana |
coda trascinava 1/3 delle
stelle |
con sette teste |
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Dal mare |
bestia |
< – – |
simile a un leone |
Dan 7:4; |
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ali di aquila |
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le furono strappate le ali |
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fu fatta stare ritta sui due
piedi |
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come un uomo con un cuore
d’uomo |
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Dal mare |
bestia |
< – – |
simile ad un orso |
Dan 7:5; |
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si alzava su di un lato |
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e aveva tre costole in bocca |
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"Levati, mangia molta
carne" |
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Dal mare |
bestia |
< – – |
simile a un leopardo |
Dan 7:6; |
|||||||||||||||
quattro ali di uccello |
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aveva quattro teste |
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le fu dato il dominio |
|||||||||||||||||||
Dal mare |
bestia |
spaventevole, terribile e |
< – |
aveva dieci corna |
Dan 7:7-25; |
||||||||||||||
traordinariamente forte |
piccolo corno tre corna divelte |
||||||||||||||||||
essa aveva grandi denti di ferro |
occhi simili a occhi di uomo |
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divorava, stritolava e calpestava |
bocca proferiva grandi cose |
– > |
|||||||||||||||||
diversa da tutte le bestie precedenti |
bestemmia contro Dio |
– > |
|||||||||||||||||
vincerà i santi |
– > |
||||||||||||||||||
regna sui popoli 3 tempi e 1/2 |
– > |
||||||||||||||||||
Dal mare |
bestia |
– – > |
simile a un leopardo |
– – > |
dieci corna con dieci diademi |
sette teste con |
Apoc 13:1-8; |
||||||||||||
– > |
piedi erano come quelli
dell’orso |
potestà di operare per 42 mesi |
< – |
nomi di bestemmia |
|||||||||||||||
– – > |
la sua bocca come quella del
leone |
vincerà i santi |
< – |
||||||||||||||||
V |
– – > |
potenza, trono e l’autorità
del dragone |
bestemmia contro Dio |
< – |
|||||||||||||||
la bocca proferiva cose grandi |
< – |
||||||||||||||||||
V |
V |
||||||||||||||||||
Nel deserto |
bestia (Satana) |
di colore scarlatto piena di
nomi di bestemmia, la Babilonia la grande sedeva sopra. La bestia era e non è più e salirà dall’abisso e andrà in perdizione, è anch’essa un ottavo re viene dai sette. |
sette teste sono sette monti / re, cinque sono caduti uno è, l’altro non è ancora venuto quando verrà dovrà durare poco La bestia viene da essi. |
dieci corna dieci re riceveranno potestà per un’ora insieme alla bestia e daranno la potenza ed autorità alla bestia. E combatteranno contro l’Agnello e l’Agnello li vincerà Essi bruceranno la meretrice col fuoco |
Apoc 17:3-16; |
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__________ |
__ |
_____ |
__ |
__ |
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___ |
_____________________________ |
___ |
_________________________ |
___ |
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____________________ |
________________ |
________________ |
____________ |
Poiché questa visione alterata della questione richiede alcune ulteriori
correzioni, vorremmo qui dare un resoconto più dettagliato del nuovo approccio.
Fondamentalmente dobbiamo assumere che sia le affermazioni di
Matteo nel capitolo 24, così come quelle di Apocalisse nei capitoli 6 e 7, sono
dello stesso autore, cioè di nostro Signore Gesù Cristo. La prova biblica di ciò
deriva, da un lato, da Mat 24,4: "Gesù rispose loro", dove abbiamo la conferma
che le affermazioni che seguono sono state espresse da Gesù Cristo stesso e,
dall’altro, da Apoc 1,1: "Rivelazione di Gesù Cristo", secondo cui tutto il
contenuto del libro dell’"Apocalisse di Giovanni" proviene dal Signore.
Ora, nell’interpretazione dell’Apocalisse, a causa della circostanza
effettivamente molto complessa, si sottolinea sempre che gli eventi qui
descritti non debbano intendersi come cronologicamente consecutivi. A tal
proposito, si parla sempre di "spostamenti testuali", senza nemmeno accennare in
quale direzione questi debbano andare. Questa è, infine, una delle ragioni
principali per cui quest’ultimo libro della Bibbia, che contiene
indiscutibilmente le informazioni più complete sugli eventi degli Ultimi Tempi,
fino ad oggi non abbia ancora potuto trovare qualcosa che si avvicini ad
un’interpretazione omogenea. In effetti, sembra che ci siano passaggi in ordine
cronologico, così come sezioni che si riferiscono a eventi precedenti o
successivi.
(Vedi anche Tabella 11: "Cronologia
dell’Apocalisse di Giovanni.")
Ben diverso è ora il discorso del Signore degli Ultimi Tempi in
Matteo 24. Qui si è ampiamente d’accordo sul fatto che la presentazione degli
eventi degli Ultimi Tempi sia da intendersi in ordine cronologico. Di
conseguenza, un parallelismo tra questi due testi deve inevitabilmente portare
anche a una cronologia certa dell’Apocalisse – almeno in questa sezione del
testo.
(Vedi anche Discorso 05: "Il parallelismo
degli eventi in Mat 24 e Apoc 6 e 7.".)
Il punto di partenza per la dimostrazione di un tale
parallelismo sono i passi biblici di Mat 24,29 e Apoc 6,12-14. Qui, in entrambi
i testi, si parla della "grande oscurità", con l’oscuramento del sole e della
luna, la caduta delle stelle e lo scuotimento delle potenze del cielo.
Il sole si oscurerà, la luna non darà più il suo splendore, le stelle cadranno dal cielo.
Mat 24,29 Subito dopo la tribolazione di quei giorni,
il sole si oscurerà, la luna non darà più il suo splendore, le stelle cadranno dal
cielo e le potenze dei cieli saranno scrollate. Mat 24,29;
Il sole divenne nero come un sacco di crine, e la luna divenne come sangue; e le stelle del cielo caddero sulla terra.
Apoc 6,12 Poi vidi quando egli aperse il sesto sigillo;
ed ecco, si fece un grande terremoto, e il sole divenne nero come un sacco di crine,
e la luna divenne come sangue; 6,13 e le stelle del cielo caddero sulla terra,
come quando il fico scosso da un gran vento lascia cadere i suoi fichi acerbi.
6,14 Quindi il cielo si ritirò come una pergamena che si arrotola,
ed ogni montagna ed isola fu smossa dal suo luogo. Apoc 6,12-14;
Nonostante ora anche i dettagli differiscano un po’ nella
formulazione – in Matteo il sole si "oscurerà" e la luna "non darà più il suo
splendore", mentre nell’Apocalisse il sole diventerà "nero come un sacco di
crine" e la luna "come sangue" – non si può certo vedere qui una contraddizione.
Ora, nonostante del sole e della luna si trovino frequentemente nell’AT, la
"caduta delle stelle" è unica. In entrambi i testi si afferma che le stelle del
cielo cadranno (dal cielo sulla terra). A parte la circostanza rara che un
evento così insolito venga descritto in modo identico solo in questi due
passaggi – e da nessun’altra parte nella Bibbia – anche le dichiarazioni sul
contesto mostrano una concordanza innegabile sia prima che dopo (la "stabilità"
del cielo viene scossa).
E ora all’inizio di questo testo di Matteo – citato sopra in Mat 24,29 –
troviamo l’indicazione concreta del fatto che questa grande oscurità avrà luogo
"subito dopo la tribolazione di quei giorni". Qui si fa un evidente riferimento
al testo precedente in Mat 24,21-22, dove il Signore parla anche di una
tribolazione – cioè della Grande Tribolazione.
Perché allora vi sarà una grande tribolazione, quale non v’è stata dal principio del mondo fino ad ora.
Mat 24,21 perché allora vi sarà una grande
tribolazione, quale non v’è stata dal principio del mondo fino ad ora, né mai
più vi sarà. 24,22 Se quei giorni non fossero stati abbreviati, nessuno
scamperebbe; ma, a motivo degli eletti, quei giorni saranno abbreviati.
Mat 24,21-22;
Non c’è dubbio che in Mat 24,29 e in Apoc 6,12-14 si intenda la "Grande Tribolazione". Tuttavia,
se si tiene a mente le affermazioni successive nell'Apocalisse, ci si rende conto che qui, in Mat 24,29, il Signore ha
deliberatamente fatto la restrizione "dopo la tribolazione di quei giorni" (sigilli 1-5). L’evento delle tenebre
sulla terra qui annunciato non è – anzi non può essere – dopo la Grande Tribolazione, perché ciò che viene profetizzato nell’Apocalisse dopo è molto più grave degli eventi precedenti.
Questo significa, però, che la Grande Tribolazione non può essere ancora finita con le grandi tenebre! Purtroppo, 30 anni fa anch’io non ho tenuto conto di questo collegamento e, come molti altri miei colleghi, ho interpretato la Seconda Venuta del Signore e il
Rapimento DOPO la Grande Tribolazione. Ma non è così. Il Signore viene NELLA (durante) la Grande
Tribolazione, "subito dopo la tribolazione di quei giorni" e solo dopo, dopo il Giorno del Signore e i giudizi di Dio,
arriva la fine della Grande Tribolazione.
Subito dopo la tribolazione di quei giorni, quindi, apparirà l’oscuramento dei corpi celesti. E qui dobbiamo anche prestare maggiore attenzione a questo "subito". Se abbiamo un parallelo con Mat 24,29 in Apoc 6,12-14, allora dobbiamo anche trovare questa Grande Tribolazione nell’Apocalisse immediatamente prima di questo testo in Apoc 6,12-14 – cioè Apoc 6,11 e prima.
Ma ora in Apoc 6,9-11 troviamo l’apertura del 5º sigillo e, grazie alle anime
dei martiri sotto l’altare, abbiamo uno "scorcio" del cielo che, nella nostra
ricerca degli eventi terreni della Grande Tribolazione, possiamo per ora
trascurare.
Spingendoci più in avanti nel contesto, in Apoc 6,2-8, però, si parla
dell’apertura dei sigilli dal 2º al 4º e dei loro rispettivi effetti sulla
terra. Qui abbiamo effettivamente uno scenario catastrofico come non si è mai
visto nella Scrittura. Sembra importante notare che qui abbiamo a che fare con
profezie che realmente si riferiscono a tutta la terra e non solo a singole
parti di essa.
Se analizziamo più da vicino questi tre Giudizi dei Sigilli 2-4, riconosciamo
nuovamente un parallelo con Mat 24. In Mat 24,6-7, per questo tempo il Signore
profetizza guerre, in cui nazione insorge contro nazione. Nel secondo Giudizio
dei Sigilli, in Apoc 6,3-4, troviamo un’affermazione analoga: "fu dato di
togliere la pace dalla terra affinché gli uomini si uccidessero gli uni gli
altri".
Voi udrete parlare di guerre e di rumori di guerre;
Mat 24,6 Voi udrete parlare di guerre e di
rumori di guerre; guardate di non turbarvi, infatti bisogna che questo
avvenga, ma non sarà ancora la fine. Mat 24,6;
Insorgerà nazione contro nazione e regno contro regno.
Mat 24,7 Perché insorgerà nazione contro nazione
e regno contro regno; ci saranno carestie e terremoti in vari luoghi. Mat 24,7;
A colui che lo cavalcava fu dato di togliere la pace dalla terra affinché gli uomini si uccidessero gli uni gli altri.
Apoc 6,3 Quando l’Agnello aprì il secondo sigillo,
udii la seconda creatura vivente che diceva: «Vieni». 6,4 E venne fuori un altro
cavallo, rosso; e a colui che lo cavalcava fu dato di togliere la pace dalla
terra affinché gli uomini si uccidessero gli uni gli altri, e gli fu data
una grande spada. Apoc 6,3-4;
Ma in Mat 24,7 abbiamo anche un riferimento alle "carestie", che
ancora una volta è in analogia con Apoc 6,5-6, con il riferimento alla scarsità
di cibo. L’affermazione che frumento e orzo scarseggiano (da cui deriva il
prezzo elevato), ma che olio e vino sono stati risparmiati, potrebbe essere un
riferimento a una siccità catastrofica, laddove l’esperienza insegna che la
siccità danneggia molto più rapidamente il grano rispetto agli ulivi e alle
viti.
Ci saranno carestie e terremoti in vari luoghi.
Mat 24,7 Perché insorgerà nazione contro nazione e
regno contro regno; ci saranno carestie e terremoti in vari luogh. Mat 24,7;
Una misura di frumento per un denaro e tre misure d’orzo per un denaro, ma non danneggiare né l’olio né il vino.
Apoc 6,5 Quando l’Agnello aprì il terzo sigillo,
udii la terza creatura vivente che diceva: «Vieni». Guardai e vidi un cavallo nero;
e colui che lo cavalcava aveva una bilancia in mano. 5,6 E udii come una voce in
mezzo alle quattro creature viventi, che diceva: «Una misura di frumento per
un denaro e tre misure d’orzo per un denaro, ma non danneggiare né l’olio né il
vino». Apoc 6,5-6;
Tuttavia, come spiega ora il Signore nel seguente versetto di
Matteo, tutte queste catastrofi non costituiscono affatto questa Grande
Tribolazione, ma solo il "principio di dolori".
Ma tutto questo non sarà che principio di dolori.
Mat 24,8 ma tutto questo non sarà che principio di
dolori. Mat 24, 8; (Luca 21,11; Mar 13,8)
Anche i versetti seguenti parlano di una tribolazione per i
credenti, ma non ancora della Grande
Desolazione/Tribolazione..
Allora vi abbandoneranno all’oppressione e vi uccideranno e sarete odiati da tutte le genti a motivo del mio nome.
Mat 24,9 Allora vi abbandoneranno all’oppressione e vi uccideranno e sarete odiati da tutte le genti a motivo del mio nome. 24,10 Allora molti si svieranno, si tradiranno e si odieranno a vicenda. 24,11 Molti falsi profeti sorgeranno e sedurranno molti. 24,12 Poiché l’iniquit à aumenterà, l’amore dei più si raffredderà. 24,13 Ma chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato. 24,14 E questo vangelo de l regno sarà predicato in tutto il
mondo, affinché ne sia resa testimonianza a tutte le genti; allora verrà la fine. Mat 24,9-14;
È solo con "l’abominazione della desolazione nel luogo santo",
in Mat 24,15, che sembra essere arrivato il momento in cui ha inizio la più
grande catastrofe del mondo che l’uomo abbia mai visto.
Quando dunque vedrete l’abominazione della desolazione, della quale ha parlato il profeta Daniele, posta in luogo santo.
Mat 24,15 Quando dunque vedrete
l’abominazione della desolazione, della quale ha parlato il profeta Daniele,
posta in luogo santo (chi legge faccia attenzione!), 24,16 allora
quelli che saranno nella Giudea, fuggano ai monti; 24,17 chi sarà sulla terrazza
non scenda per prendere quello che è in casa sua; 24,18 e chi sarà nel campo non
torni indietro a prendere la sua veste. 24,19 Guai alle donne che saranno
incinte e a quelle che allatteranno in quei giorni! 24,20 Pregate che la vostra
fuga non avvenga d’inverno né di sabato; Mat 24,15-20;
"Quelli che saranno nella Giudea" – cioè nell’area tra Ramallah
e la parte a sud di Gerusalemme, in quello che è l’odierno Israele – sono
esortati a fuggire immediatamente e senza fermarsi sui monti. E in seguito si dice, in Mat 24,21-22:
Perché allora vi sarà una grande tribolazione, quale non v’è stata dal principio del mondo fino ad ora.
Mat 24,21 perché allora vi sarà una grande
tribolazione, quale non v’è stata dal principio del mondo fino ad ora, né mai
più vi sarà. 24,22 Se quei giorni non fossero stati abbreviati, nessuno
scamperebbe; ma, a motivo degli eletti, quei giorni saranno abbreviati.
Mat 24,21-22;
Così qui, in Matteo, troviamo questa Grande
Desolazione/Tribolazione. Nella nostra analisi dell’Apocalisse, siamo, dunque,
arrivati fino al 3º sigillo, in Apoc 6,6. Quindi, se si vuole confermare il
parallelismo tra questi due testi, il seguente testo dell’Apocalisse – cioè
Apoc 6,7-8 – deve contenere il riferimento alla Grande Tribolazione
nell’Apocalisse che stavamo cercando.
E qui abbiamo davvero la profezia di un evento incredibile. È l’annuncio di
guerre mondiali, carestie e altri pericoli mortali che causeranno la morte di
quasi due miliardi di persone – un quarto della popolazione mondiale stimata nel
2025.
La quarta parte della terra, uccisa con la spada, con la fame, con la mortalità (a causa di malattia/epidemie) e con le belve della terra.
Apoc 6,7 Quando l’Agnello aprì il quarto sigillo,
udii la voce della quarta creatura vivente che diceva: «Vieni». 6,8 Guardai e
vidi un cavallo giallastro; e colui che lo cavalcava si chiamava Morte; e
gli veniva dietro l’Ades. Fu loro dato potere sulla quarta parte della terra,
per uccidere con la spada, con la fame, con la mortalità (a causa di
malattia/epidemie) e con le belve della terra. Apoc 6,7-8;
Quindi, questa è davvero una catastrofe che prima d’ora non era
mai accaduta sulla terra di tali proporzioni e "non v’è stata dal principio del
mondo". L’ipotesi che si possa trattare della Grande Tribolazione predetta dal
Signore in Mat 24,21, di conseguenza è abbastanza convincente. Ma se ora siamo
stati in grado – in maniera per così dire "retrospettiva" – di dimostrare un
parallelismo tra Mat 24 e Apoc 6 partendo dall’oscuramento dei corpi celesti
rispettivamente in Mat 24,29 e Apoc 6,12-17, tale analogia degli eventi deve
essere riscontrata anche procedendo avanti nel tempo.
Nell’Apocalisse, il testo poi continua nel capitolo 7. Lì, in Apoc 7,1-8 si
racconta dei 144.000 israeliti segnati con il sigillo – 12.000 provenienti da
ciascuna delle dodici tribù. L’affermazione all’inizio di questa sezione, in
Apoc 7,3, "Non danneggiate la terra, né il mare, né gli alberi, finché non
abbiamo segnato sulla fronte, con il sigillo, i servi del nostro Dio", si
riferisce ovviamente ai successivi Giudizi delle Trombe 1 e 2 (Apoc 8,7-8), che,
infatti, danneggiano la terra, gli alberi e il mare. E anche il testo di
Apoc 9,4, dove sono menzionate le persone senza il sigillo, mostra – al
contrario – che questo evento qui è presentato in maniera senz’altro corretta da
un punto di vista cronologico, ma non è citato nel discorso degli Ultimi Tempi
del Signore, in Mat 24.
Così ora arriviamo ad Apoc 7,9-17 e alla folla immensa nel cielo. Questa è una
folla incalcolabile "proveniente da tutte le nazioni, tribù, popoli e lingue".
Si tratta , cioè, di persone da tutte le parti del mondo, che si trovano qui in
cielo davanti al trono di Dio.
Una folla immensa che nessuno poteva contare, proveniente da tutte le nazioni, tribù, popoli e lingue.
Apoc 7,9 Dopo queste cose guardai e vidi
una folla immensa che nessuno poteva contare, proveniente da tutte le nazioni,
tribù, popoli e lingue, che stava in piedi davanti al trono e davanti
all’Agnello, vestiti di bianche vesti e con delle palme in mano.
7,10 E gridavano a gran voce, dicendo: «La salvezza appartiene al nostro Dio che
siede sul trono, e all’Agnello». 7,11 E tutti gli angeli erano in piedi intorno
al trono, agli anziani e alle quattro creature viventi; essi si prostrarono con
la faccia a terra davanti al trono e adorarono Dio, dicendo: 7,12 «Amen! Al
nostro Dio la lode, la gloria, la sapienza, il ringraziamento, l’onore, la
potenza e la forza, nei secoli dei secoli! Amen». Apoc 7, 9-12;
Indossano vesti bianche, questo significa che sono fedeli a cui
sono stati perdonati i loro peccati attraverso la loro fede in Gesù Cristo e ora
sono in piedi, puri, davanti al trono. E successivamente in Apoc 7,14 si trova
ora una dichiarazione – questa volta nell’Apocalisse – che dà un’indicazione
della Grande Tribolazione/Desolazione. Lì si dice:
Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione. Essi hanno lavato le loro vesti, e le hanno imbiancate nel sangue dell’Agnello.
Apoc 7,13 Poi uno degli anziani mi rivolse la
parola, dicendomi: «Chi sono queste persone vestite di bianco e da dove sono
venute?» 7,14 Io gli risposi: «Signor mio, tu lo sai». Ed egli mi disse: «Sono
quelli che vengono dalla grande tribolazione. Essi hanno lavato le loro vesti, e
le hanno imbiancate nel sangue dell’Agnello. 7,15 Perciò sono davanti al
trono di Dio e lo servono giorno e notte, nel suo tempio;; e colui che siede
sul trono stenderà la sua tenda su di loro. Apoc 7,13-15;
L’affermazione: "Sono quelli che vengono dalla grande
tribolazione" permette di trarre ora – nel quadro di una sequenza cronologica –
due conclusioni molto concrete.
1. la grande Desolazione/Tribolazione deve essere avvenuta
prima e deve essere già conclusa in questo momento, altrimenti la folla di
coloro che escono da essa non sarebbe al completo;
2. anche il Rapimento deve aver già avuto luogo, altrimenti
non potrebbero essere già tutti in cielo.
Così questi credenti, provenienti da tutte le nazioni del mondo,
sono usciti dalla Grande Tribolazione. Ciò dimostra, ancora una volta, che la
Grande Tribolazione sarà un evento mondiale e non locale. E ora questa è
esattamente l’interpretazione qui presentata, secondo la quale la Grande
Tribolazione rappresenta gli eventi mondiali profetizzati nel 4º sigillo,
Apoc 6,7-8, con guerre, siccità, carestie, ecc.
Anche i seguenti versetti di Apoc 7,16-17 si inseriscono in questo contesto
senza problemi.
Non avranno più fame e non avranno più sete, non li colpirà più il sole né alcuna arsura;
Apoc 7,16 Non avranno più fame e non
avranno più sete, non li colpirà più il sole né alcuna arsura; 7,17
perché l’Agnello che è in mezzo al trono li pascerà e li guiderà alle sorgenti
delle acque della vita; e Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi». Apoc 7,16-17;
Se ora torniamo a Matteo, al nostro punto di partenza,
all’oscuramento dei corpi celesti in Mat 24,29, troviamo nel verso seguente,
Mat 24,30, la "venuta del Figlio dell’uomo" – cioè il Ritorno del Signore
(secondo questa interpretazione).
Vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nuvole del cielo con potenza e grande gloria.
Mat 24,30 E allora apparirà nel cielo il segno
del Figlio dell’uomo; e tutte le nazioni della terra faranno cordoglio e
vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nuvole del cielo con potenza e
grande gloria. Mat 24,30;
Che qui si tratti realmente dell’evento del Ritorno del Signore
– cioè della prima apparizione del Signore dopo la sua ascensione – è confermato
dalla sua dichiarazione in Mat 26,64::
Voi vedrete il Figlio dell’uomo sedere alla destra della Potenza, e venire sulle nuvole del cielo.
Mat 26,64 Gesù gli disse: »Tu l’hai detto! Anzi io vi
dico che in avvenire voi vedrete il Figlio dell’uomo sedere alla destra della Potenza,
e venire sulle nuvole del cielo«. Mat 26,64;
Per questo evento il Signore qui annuncia esattamente ciò che ha
profetizzato ai discepoli anche sopra: al suo ritorno verrà "sulle nuvole del
cielo".
L’inizio di questo versetto di cui sopra, Mat 24,30, "E allora..." conferma che
il Signore verrà solo dopo l’oscuramento dei corpi celesti (Mat 24,29 /
Apoc 6,12-14). E come dice il versetto successivo, Mat 24,31, quando verrà egli
manderà i suoi angeli e raccoglierà i suoi eletti "da una estremità dei cieli
all’altra".
Ed egli manderà i suoi angeli con un potente suono di tromba, ed essi raccoglieranno i suoi eletti dai quattro venti, da una estremità dei cieli all’altra.
Mat 24,31 Ed egli manderà i suoi angeli con un potente
suono di tromba, ed essi raccoglieranno i suoi eletti dai quattro venti,
da una estremità dei cieli all’altra. Mat 24,31;
L’interpretazione di questo testo è controversa tra gli esegeti.
Mentre alcuni – e anche la presente interpretazione è una di questi – sono
dell’opinione che qui si tratti del Rapimento, come ci spiega Paolo qui sotto in
1Tess 4,15-17 e 1Cor 15,50-53, altri pensano che qui debba trattarsi di un altro
"raccoglimento" – forse quello degli israeliti.
il Signore stesso con la tromba di Dio discenderà dal cielo e noi saremo rapiti, per incontrare il Signore nell’aria.
1Tess 4,15 Ora vi diciamo questo per
parola del Signore: noi viventi, che saremo rimasti fino alla venuta del
Signore, non precederemo coloro che si sono addormentati 4,16 perché il
Signore stesso con un potente comando, con voce di arcangelo con la tromba di
Dio discenderà dal cielo, e quelli che sono morti in Cristo risusciteranno
per primi; 4,17 poi noi viventi, che saremo rimasti saremo rapiti
assieme a loro sulle nuvole, per incontrare il Signore nell’aria; cosí
saremo sempre col Signore. 1Tess 4,15-17;
Al suono dell’ultima tromba i morti risusciteranno incorruttibili, e noi saremo trasformati.
1Cor 15,50 Ora io dico questo, fratelli, che carne
e sangue non possono ereditare il regno di Dio; né i corpi che si decompongono
possono ereditare l’incorruttibilità. 15,51 Ecco, io vi dico un mistero: non
tutti morremo, ma tutti saremo trasformati, 15,52 in un momento, in un batter
d’occhio, al suono dell’ultima tromba. Perché la tromba squillerà, e i
morti risusciteranno incorruttibili, e noi saremo trasformati. 1Cor 15,50-52;
Se confrontiamo i testi, troviamo il riferimento alla venuta del
Signore sia in Mat 24,30, che in 1Tess 4,16. Anche le nuvole sono menzionate in
entrambi i testi: in Mat 24,30 il Signore viene sulle nuvole e in 1Tess 4,16 i
credenti sono rapiti sulle nuvole per incontrare il Signore.
Il "raccoglimento" degli eletti in Mat 24,31 non ha una controparte esplicita in
entrambi i testi di Paolo, tuttavia, è una necessità logica che i fedeli – che
sono sparsi in tutto il mondo – devono essere riuniti in qualche modo al momento
del Rapimento, per giungere insieme al cospetto del Signore che, come viene
detto, attende "nell’aria" (una rappresentazione un po’ più concreta si trova
poi più sotto). A quanto pare, per il momento non c’è alcuna ragione per non
vedere qui, in Mat 24,30-31, la venuta del Signore per il Rapimento.
Per quanto riguarda il periodo di tempo che intercorre tra l’istituzione
dell’abominio nel luogo sacro e la venuta del Signore, troviamo ancora due
riferimenti nell’AT:
Ora, dal tempo in cui sarà abolito il sacrificio quotidiano e sarà eretto l’abominio della desolazione, ci saranno 1290 o 1335 giorni.
Dan 12,11 Ora, dal tempo in cui sarà
abolito il sacrificio quotidiano e sarà eretto l’abominio della desolazione, ci
saranno milleduecentonovanta giorni. 12,12 Beato chi aspetterà con pazienza
e giungerà a milletrecentotrentacinque giorni. 12,13 Tu, va’ pure alla tua fine
e riposa: ti alzerai per la tua sorte alla fine dei giorni». Dan 12,11-13;
Secondo l’affermazione di Dan 12,11-12 dal momento
dell’istituzione dell’abominio nel luogo santo – all’inizio della Grande
Tribolazione secondo Mat 24,15.21 – ci vorranno ancora 1290 o 1335 giorni. Con
ciò si potrebbe intendere il tempo fino al Ritorno del Signore e alla salvezza
dei fedeli e allo stesso tempo la durata della Grande Tribolazione.
Tuttavia, un problema che si presenta da anni è l’affermazione in 1Cor 15,52,
secondo la quale il Rapimento avrà luogo al suono dell’"ultima
tromba". Poiché nell’Apocalisse, al di là dei sette Giudizi delle
Trombe, non ci sono altri squilli di tromba, all’ultimo dei quali associare
questo evento, il Rapimento è stato per lo più associato alla settima tromba in
Apoc 11,15-19 – e finora anche qui su Immanuel.at.
E qui ora il problema diventa evidente: se la venuta del Signore, secondo
Mat 24,29-31, dovrebbe avvenire nell’Apocalisse dopo il sesto sigillo
(Apoc 6,12-17) e il Rapimento, secondo 1Cor 15,52, non prima della settima
tromba, troviamo nel frattempo i sei Giudizi delle Trombe e un lasso di tempo di
circa tre anni (secondo Apoc 9,5. 10), il che non sembra molto realistico,
perché secondo 1Tess 4,16-17 entrambi – il Ritorno del Signore e il Rapimento –
sono presentati in immediata successione. Ma poiché le affermazioni di entrambi
i testi devono essere corrette – sono state date dal Signore a Paolo così come a
Giovanni – qui non può che trattarsi di un errore di interpretazione.
Se ora esaminiamo di nuovo Mat 24,31, anche qui si parla di "suono di tromba".
Gli angeli sono mandati dal Signore a raccogliere gli eletti con "gran suono di
tromba". Di conseguenza, si potrebbe pensare che qui non si tratti di un solo
squillo di tromba, ma che siano diversi e che proprio l’ultimo squillo segni la
fine del raccoglimento e del Rapimento.
Questo stesso Rapimento è descritto in modo relativamente conciso in Mat 24,31.
Lì si dice:
E manderà i suoi angeli con gran suono di tromba per riunire i suoi eletti dai quattro venti, da un capo all’altro dei cieli.
Mat 24,29 Subito dopo la tribolazione di quei giorni,
il sole si oscurerà, la luna non darà più il suo splendore, le stelle
cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno scrollate. 24,30
Allora apparirà nel cielo il segno del Figlio dell’uomo; e allora tutte le tribù
della terra faranno cordoglio e vedranno il Figlio dell’uomo venire
sulle nuvole del cielo con gran potenza e gloria 24,31 E
manderà i suoi angeli con gran suono di tromba per riunire i suoi eletti dai
quattro venti, da un capo all’altro dei cieli. Mat 24,29-31;
Il passaggio parallelo in Luca fornisce un ulteriore
suggerimento, che spiega anche abbastanza chiaramente la domanda posta prima, se
questi eletti qui sopra in Mat 24,31 siano cristiani o israeliti.
Quando queste cose cominceranno ad accadere, alzate le vostre teste, perché la vostra redenzione è vicina.
Luca 21,25 «E vi saranno dei segni nel sole,
nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli, nello smarrimento
al fragore del mare e dei flutti; 21,26 gli uomini verranno meno dalla paura e
dall’attesa delle cose che si abbatteranno sul mondo, perché le potenze dei cieli
saranno scrollate. 21,27 Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una
nuvola con potenza e grande gloria. 21,28 Ora, quando queste cose cominceranno
ad accadere, guardate in alto e alzate le vostre teste, perché la vostra redenzione
è vicina». Luca 21,25-28;
Quando queste cose cominceranno ad accadere, "guardate in alto e
alzate le vostre teste, perché la vostra redenzione è vicina". Qui il Signore si
sta rivolgendo ai credenti cristiani degli Ultimi Tempi, promettendo loro una
rapida liberazione dalla tribolazione e dalla persecuzione quando verrà per il
Rapimento dopo questi eventi.
DCosì il Signore verrà sulle nuvole del cielo con gran potenza e gloria e tutti
gli uomini lo vedranno. Poi manderà i suoi angeli ed essi raccoglieranno i
credenti ancora in vita in tutto il mondo e questi – insieme ai credenti morti
risvegliati – saranno rapiti per incontrare il Signore nell’aria.
(Vedi anche Capitolo 062: "Il
Rapimento".)
Mentre Matteo non fa alcuna dichiarazione sull’ulteriore
svolgimento del Rapimento, in Luca troviamo una descrizione un po’ più
dettagliata di questo evento da parte del Signore.
Chi cercherà di salvare la sua vita, la perderà; ma chi la perderà, la preserverà.
Luca 17,30 Lo stesso avverrà nel giorno in cui il
Figlio dell’uomo sarà manifestato. 17,31 In quel giorno, chi sarà sulla terrazza
e avrà le sue cose in casa, non scenda a prenderle; così pure chi sarà nei campi
non torni indietro. 17,32 Ricordatevi della moglie di Lot. 17,33 Chi
cercherà di salvare la sua vita, la perderà; ma chi la perderà, la preserverà.
17,34 Io vi dico: in quella notte, due saranno in un letto; l’uno sarà preso, e
l’altro lasciato. 17,35 Due donne macineranno assieme; l’una sarà presa e
l’altra lasciata. Luca 17,30-35;
Sebbene questo testo ricordi molto Mat 24,15-20, dove coloro che
sono in Giudea vengono esortati a fuggire sui monti quando vedranno – appena
prima della Grande Tribolazione – l’abominazione della desolazione nel luogo
sacro, questi due passaggi biblici si riferiscono a eventi completamente
diversi.
(Vedi anche Tabella 05: "Sinossi
dei discorsi del Signore sugli Ultimi Tempi.")
Anche Luca cita l’esortazione a fuggire nell’ambito del discorso
del Signore degli Ultimi Tempi in Luca 21,20-23. In più, in relazione alle
dichiarazioni del Signore sulla sua venuta e sul Rapimento dei fedeli in
Luca 17,20-37, però, abbiamo questo passaggio di Luca 17,30-35, citato sopra.
E qui il Signore intende due cose: da un lato, in questi minuti decisivi del
Rapimento i fedeli non devono guardarsi indietro – anche e soprattutto non
mentalmente – e nemmeno cercare di raccogliere rapidamente i loro averi. Nel
luogo in cui ora stanno andando, non potranno portare con sé i beni terreni e
non ne avranno neanche più bisogno.
Dall’altro lato, questi credenti in questo momento dovrebbero rimanere fermi
esattamente dove sono. Sulla terrazza, in casa, a letto o nei campi. Là dove
sono ora, gli angeli del Signore li prenderanno, li trasformeranno, cioè li
"rivestiranno", come dice anche Paolo in 2Cor 5,4, e li porteranno via con sé
per incontrare il Signore nelle nuvole.
Questo "rivestire" avverrà "in un momento, in un batter d’occhio" e in ciò
"questo mortale rivesta immortalità", scrive Paolo più sopra, in 1Cor 15,52-53.
Ma ciò significa che in questo momento questi credenti moriranno fisicamente.
Probabilmente non cadranno morti a terra, ma attraverseranno questa fase di
morte biologica – seppure in un momento, ma succederà – e in seguito si
ritroveranno con un corpo spirituale immortale.
Tuttavia, chi fugge da questa morte e cerca di salvare la sua vita terrena,
comunque perderà il suo corpo biologico e non potrà mantenere il corpo
spirituale e, di conseguenza, sarà morto fisicamente a tutti gli effetti. E
questo è esattamente ciò di cui il Signore ci avverte in Luca 17,33, quando
dice: "Chi cercherà di salvare la sua vita, la perderà; ma chi la perderà, la
preserverà".
Vediamo, dunque, che anche per i cristiani ’ come per gli ebrei – c’è un 1raccoglimento al momento del Ritorno del Signore. Tuttavia, mentre il rimanente
degli ebrei sarà raccolto vivo e andrà con i loro fratelli risorti dalla "casa
d’Israele" (Ger 30: 8-9) in Israele per vivere nel regno millenario del loro
Messia, nostro Signore Gesù Cristo, il raccoglimento dei cristiani è per vivere
con il Signore in cielo.o.
(Vedi anche Discorso 38: "Cosa
attende i cristiani e i giudei al Ritorno del Signore?")
Nell’Apocalisse arriviamo prima al settimo sigillo e poi ai
sette angeli con le sette trombe. E anche qui vediamo che la sequenza degli
eventi è da intendersi totalmente in senso cronologico. Nei primi due Giudizi
delle Trombe abbiamo il danneggiamento della "terra, del mare e degli alberi",
già annunciato prima, con l’apposizione del sigillo ai 144.000 in Apoc 7,3, e
nel 5o Giudizio della Tromba in Apoc 9,4 è espressamente indicato di danneggiare
solo "gli uomini che non avessero il sigillo di Dio sulla fronte". Questo
significa, al contrario, che in questo momento i 144.000 che hanno ricevuto il
sigillo sono ancora sulla terra.
Ma dietro questo testo c’è un altro aspetto importante. Questa quinta tromba in
Apoc 9,3-6, porta una piaga che non uccide gli uomini, ma li tormenterà così
tanto che cercheranno invano la morte. Questa è la meritata punizione per gli
impenitenti e i blasfemi (Apoc 9,21; 16,9.11), ma non è pensabile che il Signore
possa esporre anche i fedeli a tale punizione. Ma ciò ha di nuovo come
conseguenza, il fatto che in questo momento non ci saranno più cristiani
credenti sulla terra e che il Rapimento deve essere già avvenuto prima.
Questa interpretazione è confermata anche dalla descrizione della successiva
tromba, la sesta, che porterà tre piaghe sulla terra. In Apoc 9,18 leggiamo che
un terzo degli uomini fu ucciso da queste tre piaghe della sesta tromba. Ciò
significa che un terzo della popolazione mondiale è stata sterminata da queste
catastrofi. E poi nel versetto Apoc 9,20 troviamo l’affermazione: "il resto
degli uomini che non furono uccisi da questi flagelli, non si ravvidero dalle
opere delle loro mani".
Un terzo dell’umanità, dunque, è stato ucciso e tra i restanti non è più rimasto
un solo credente, perché questo si sarebbe già pentito. Questo ci mostra anche
che in questo momento non è possibile trovare cristiani credenti sulla terra, e
ciò conferma l’opinione che il Rapimento ha già avuto luogo molto tempo prima,
cioè al 6º sigillo, dopo la Grande Tribolazione (4º sigillo) e che con il 7º
sigillo è iniziato il Giorno del Signore, il Giorno dell’Ira di Dio.
Dopo la sesta tromba troviamo poi il riferimento ai due testimoni di Dio. A
causa della somiglianza tra le affermazioni in Apoc 11,6: "hanno pure il potere
di mutare l’acqua in sangue e di percuotere la terra con qualsiasi flagello,
quante volte vorranno" e quelle dei primi due Giudizi delle Trombe in
Apoc 8,7-8, finora in questa interpretazione, l’opera dei 2 testimoni
profetizzata per 1260 giorni in Apoc 11,3 era stata interpretata come i primi
sei Giudizi delle Trombe.
Uno sguardo più attento al testo, tuttavia, mostra che in Apoc 7,1 e 3, come già
menzionato sopra, viene fornita una prova dell’ordine cronologico degli eventi,
in quanto qui, da Apoc 8,7 in poi, si fa già riferimento ai successivi Giudizi
delle Trombe sulla terra e sul mare.
I quattro angeli ai quali era stato concesso di danneggiare la terra e il mare.
Apoc 7,1 Dopo questo, vidi quattro angeli
che stavano in piedi ai quattro angoli della terra, e trattenevano i quattro
venti della terra perché non soffiassero sulla terra, né sopra il mare, né sugli
alberi.
7,2 Poi vidi un altro angelo che saliva dal sol levante, il quale aveva
il sigillo del Dio vivente; e gridò a gran voce ai quattro angeli ai
quali era stato concesso di danneggiare la terra e il mare, dicendo:
7,3 «Non danneggiate la terra, né il mare, né gli alberi, finché non abbiamo
segnato sulla fronte, con il sigillo, i servi del nostro Dio». Apoc 7,1-3;
Ma dall’altro lato, in Apoc 7,3 abbiamo anche l’affermazione che
sono i quattro angeli "ai quali era stato concesso di danneggiare la terra e il
mare".
Da ciò deriva che i Giudizi delle Trombe vengono scatenati da 4 angeli e, di
conseguenza, gli autori non possono essere i due testimoni di Dio. Con ciò,
però, anche il periodo della profezia di questi due testimoni, che è
accompagnato da una siccità mondiale di 3 anni e mezzo e da varie piaghe, è da
considerarsi un evento indipendente. Solo dopo questi 1260 giorni apparirà la
bestia dal mare, ucciderà i due testimoni e inizierà il suo periodo di attività
di 42 mesi – ovvero 3 anni e mezzo.
La prova che questo periodo di siccità che i due testimoni causeranno durante il
periodo della loro profezia trattenendo la pioggia, avrà realmente effetti a
livello mondiale e non sarà limitato a Israele, si evince dalla dichiarazione di
Apoc 11,9-10.
Perché questi due profeti erano il tormento degli abitanti della terra.
Apoc 11,9 Gli uomini dei vari popoli e
tribù e lingue e nazioni vedranno i loro cadaveri per tre giorni e
mezzo e non lasceranno che siano posti in sepolcri. 11,10 Gli abitanti
della terra si rallegreranno di loro e faranno festa e si manderanno regali gli
uni agli altri, perché questi due profeti erano il tormento degli abitanti della
terra. Apoc 11, 9-10;
Da una parte qui si afferma che "gli uomini dei vari popoli e
tribù e lingue e nazioni" – cioè tutto il mondo – si rallegreranno per la morte
dei due profeti – proprio perché tutto il mondo ne ha sofferto – e dall’altra si
dice: "perché questi due profeti erano il tormento degli abitanti della terra",
con cui si deve chiaramente intendere ancora un evento mondiale.
Quindi dobbiamo supporre che questi 1260 giorni dei due testimoni di Dio siano
da collocare come un evento a sé stante dopo i 6 Giudizi delle Trombe.
Poi arriva la settima tromba e con essa una svolta nello svolgimento. Lì si
dice:
I regni del mondo sono divenuti il regno del Signor nostro e del suo Cristo.
Apoc 11,15 Poi il
settimo angelo suonò la tromba e si fecero grandi voci nel cielo che
dicevano: »I regni del mondo sono divenuti il regno del Signor nostro e del
suo Cristo, ed egli regnerà nei secoli dei secoli«. Apoc 11,15;
Così l’Onnipotente e il nostro Signore Gesù Cristo hanno assunto
la guida del regno. E subito dopo viene annunciato il giudizio dei morti.
È giunta la tua ira ed è arrivato il tempo di giudicare i morti e di dare il premio ai tuoi servi.
11,18 Le nazioni si erano adirate, ma è giunta la tua
ira ed è arrivato il tempo di giudicare i morti e di dare il
premio ai tuoi servi, ai profeti, ai santi e a coloro che temono il tuo nome,
piccoli e grandi, e di distruggere quelli che distruggono la terra«. Apoc 11,18;
L’ira di Dio ora si riversa sugli uomini. Egli distruggerà
coloro che distruggono la terra. E se guardiamo più da vicino ai Giudizi dei
Sigilli e delle Trombe finora presentati, possiamo vedere che i Giudizi dei
Sigilli con le loro guerre mondiali, le catastrofi climatiche con scarsità di
cibo e carestie ecc. indicano piuttosto delle piaghe che sono state causate
dall’umanità stessa – "che distruggono la terra". Anche i Giudizi delle Trombe
potrebbero essere causati dalla contaminazione chimica, biologica e nucleare
della superficie terrestre. Se questa interpretazione fosse corretta,
dimostrerebbe che l’uomo non è in grado di contaminare totalmente la terra. È
sempre solo un terzo della terra che viene colpito.
Completamente diversa è la situazione con i successivi Giudizi delle Coppe. Qui
si ha l’impressione che gradualmente e intenzionalmente tutte le basi
dell’esistenza degli uomini vengano distrutte da qualcosa al di là della sfera
di influenza umana. Con la seconda Coppa, muoiono tutti
gli esseri viventi nel mare, con la terza Coppa tutti
i ruscelli e le fonti d’acqua si trasformano in sangue, ecc.
Con l’affermazione di cui sopra, in Apoc 11,18: "è arrivato il tempo di
giudicare i morti e di dare il premio ai tuoi servi", ovviamente non si parla
del giudizio ultimo, ma del giudizio in Apoc 20,4, prima della Prima
Risurrezione, conosciuto anche come il "Giudizio di Premio". Anche questo è,
dunque, solo una anticipazione di un evento che si verificherà in seguito.
Il successivo capitolo 12 dell’Apocalisse parla della "donna" e del dragone.
Questa "donna" qui rappresenta il popolo d’Israele, che ha fatto nascere il
Messia, il Figlio di Dio e nostro Signore Gesù Cristo, nonostante la grande
opposizione del dragone, cioè Satana. Secondo questa interpretazione, con la
fuga della donna nel deserto in Apoc 12,6 si intende la cacciata da Israele dopo
la distruzione di Gerusalemme da parte di Tito, nell’anno 70. La seconda fuga
della donna, in Apoc 12,14, non è la descrizione ripetuta di questo evento, ma
una nuova dispersione di Israele negli Ultimi Tempi.
(Vedi anche Excursus 10: "La
donna sul cielo".)
A favore di questa interpretazione sono soprattutto i seguenti
passi biblici:
Gerusalemme sarà calpestata dai popoli, finché i tempi delle nazioni siano compiuti.
Luca 21,22 Perché quelli sono giorni di vendetta,
affinché si adempia tutto quello che è stato scritto. 21,23 Guai alle donne che
saranno incinte, e a quelle che allatteranno in quei giorni! Perché vi sarà
grande calamità nel paese e ira su questo popolo. 21,24 Cadranno sotto il taglio
della spada, e saranno condotti prigionieri fra tutti i popoli; e
Gerusalemme sarà calpestata dai popoli, finché i tempi delle nazioni siano
compiuti. 21,25 Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle
stelle; sulla terra, angoscia delle nazioni, spaventate dal rimbombo del mare e
delle onde; 21,26 gli uomini verranno meno per la paurosa attesa di
quello che starà per accadere al mondo; poiché le potenze dei cieli saranno
scrollate. 21,27 Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nuvole
con potenza e gloria grande. 21,28 Ma quando queste cose cominceranno ad
avvenire, rialzatevi, levate il capo, perché la vostra liberazione si avvicina».
Luca 21,22-28;
La conclusione di cui sopra, riguardante questo brano di
Luc 21,22-24, è purtroppo sbagliata. Questo errore è stato scoperto dalla mia
traduttrice italiana, che ha confrontato questo passo biblico tedesco,
estrapolato dalla Bibbia di Lutero, con la sua versione italiana e ha trovato
che lì in Luc 21,23 non si parla di "grande calamità sulla terra",
ma di "grande calamità nel paese".
Ora si tratta del vecchio problema legato alla parola greca
"gh = ge" che può significare sia
"terra" che "paese". Lutero ha tradotto erroneamente questo
termine con "terra" e io l’ho seguito nell’interpretazione. Ma in realtà qui
deve essere tradotto con "paese" – cioè il paese di Israele.
È piuttosto sorprendente che in questo testo biblico, tra le profezie annunciate
in due versetti consecutivi, cioè Luc 21,24 e 25, passi un periodo di tempo di
oltre duemila anni. La profezia in Luc 21,22-24 riguarda l’espulsione degli
ebrei dal loro paese nella diaspora, dopo la terza guerra ebraica (rivolta di
Bar-Kochba) nel 135 d.C.
I versetti 25-28, tuttavia, sono una profezia del Ritorno del Signore, con il
presagio dell’oscuramento del sole e della luna e l’apparizione del Figlio di
Dio su una nuvola, come viene descritto anche in Mat 24,29 ss. e Mar 13,24 ss. E
nel mezzo ci sono più di duemila anni, almeno fino ai giorni nostri.
Tuttavia, l’aiuto che questo testo può dare a sostegno del nostro argomento è la
dichiarazione di Luca 21,24: "Cadranno sotto il taglio della spada, e saranno
condotti prigionieri fra tutti i popoli; e Gerusalemme sarà calpestata
dai popoli, finché i tempi delle nazioni siano compiuti". Cioè, dopo
l’espulsione degli ebrei nella diaspora, nel 135, nessun ebreo abiterà a
Gerusalemme "finché i tempi delle nazioni siano compiuti".
Ora, questa frase "finché i tempi delle nazioni siano compiuti" è solitamente
interpretata come "finché l’ultimo pagano si sia convertito alla fede
cristiana". E se ci fermiamo a questa, dobbiamo constatare che, da questo punto
di vista, evidentemente anche tutte le persone che oggi vivono a Gerusalemme non
sono ebrei.
Sorprendentemente, nell’Apocalisse troviamo anche un parallelismo con questa
affermazione, dove si parla di nuovo di Gerusalemme e si dice un’altra volta che
le nazioni calpesteranno questa città.
Le nazioni calpesteranno la città santa per quarantadue mesi.
Apoc 11,1 Poi mi fu data una canna simile a
una verga; e mi fu detto: «Àlzati e misura il tempio di Dio e l’altare e conta
quelli che vi adorano; 11,2 ma il cortile esterno del tempio, lascialo da parte,
e non lo misurare, perché è stato dato alle nazioni, le quali calpesteranno
la città santa per quarantadue mesi.. Apoc 11, 1 – 2;
Nonostante il nome Gerusalemme qui non sia esplicitamente
menzionato, questa profezia si riferisce certamente a Gerusalemme. Ciò è
indicato dalla denominazione "città santa", dal fatto che il tempio di Dio si
trova in essa e che in Apoc 11,8 – dove tra l’altro i due testimoni vengono
uccisi – questa città è definita come quella dove il Signore fu crocifisso.
Poi si dice che le nazioni calpesteranno la città santa per quarantadue mesi.
Questo periodo di tempo può essere interpretato con una certa sicurezza come il
secondo periodo di dominio dell’Anticristo. E l’espressione "alle nazioni, le
quali calpesteranno la città santa" corrisponde esattamente alla descrizione che
troviamo anche più sopra, in Luca 21,24.
(Vedi anche Capitolo 02: "La
conquista e la dispersione di Gerusalemme.")
Nel successivo capitolo 13 dell’Apocalisse viene poi
profetizzata la riapparizione dell’Anticristo – la bestia che viene dal mare.
Come è già stato spiegato all’inizio di questo discorso, in questa
interpretazione il cavaliere sul cavallo bianco del primo sigillo in Apoc 6,1-2
è inteso come l’Anticristo, il quale agirà lì, nella prima metà della
settantesima settimana. Qui ora si profila l’inizio della seconda metà del
dominio assoluto dell’Anticristo della durata di 42 mesi.
Ma questo momento è allo stesso tempo anche la fine dei due testimoni di Dio.
Già in occasione del loro annuncio in Apocalisse 11,3-11 è stato sottolineato
che al termine della loro testimonianza saranno uccisi dalla bestia che sale
dall’abisso:
La bestia che sale dall’abisso farà guerra contro di loro, li vincerà e li ucciderà.
Apoc 11,7 E quando avranno terminato la loro
testimonianza, la bestia che sale dall’abisso farà guerra contro di loro, li
vincerà e li ucciderà. Apoc 11,7;
E anche qui, nella profezia della riapparizione dell’Anticristo,
si fa riferimento a questa circostanza:
Le fu pure dato di far guerra ai santi e di vincerli.
Apoc 13,7 Le fu pure dato di far guerra ai santi
e di vincerli, di avere autorità sopra ogni tribù, popolo, lingua e nazione.
Apoc 13,7;
Con questo ora, sono stati presentati e giustificati tutti i
punti di questa nuova interpretazione alternativa. Il successivo corso degli
eventi corrisponde invariato alla vecchia interpretazione.
Se le cose si fossero svolte davvero in questo modo, allora la 70o settimana –
separata in due periodi di 3 anni e mezzo – forma rispettivamente l’inizio e la
fine degli eventi degli Ultimi Tempi. E questa sarebbe anche una spiegazione
plausibile per il fatto che qui le indicazioni temporali sono espresse in mezze
settimane.
Naturalmente, questo non prova ancora chiaramente che gli eventi degli Ultimi
Tempi, come sono rappresentati nell’Apocalisse di Giovanni, avranno luogo in
modo sequenziale – cioè, uno dopo l’altro. Ma si potrebbe comunque supporre che
tutti gli eventi di questo lasso di tempo prima del Millennio, si svolgeranno in
blocco, cioè senza interruzione da parte di altri eventi.
Buongiorno Signor Horak,
la Sua interpretazione dell’Apocalisse è di gran lunga la migliore. Tutto è
supportato da passaggi biblici. Grazie mille per il Suo lavoro!
Nel discorso 48 Lei scrive quanto segue:
"E poi nel versetto Apoc 9,20 troviamo l’affermazione: "il resto degli
uomini che non furono uccisi da questi flagelli, non si ravvidero dalle
opere delle loro mani"".
Secondo questo passo, un terzo dell’umanità è stato ucciso e tra i restanti
non è più rimasto un solo credente, perché questo si sarebbe già pentito.
Questo ci mostra anche che in questo momento non si possono trovare più
cristiani credenti sulla terra, e ciò conferma l’opinione che il Rapimento
ha già avuto luogo molto tempo prima, cioè al 6º sigillo, dopo la Grande
Tribolazione (4º sigillo) e che con il 7º sigillo è iniziato il Giorno del
Signore, il Giorno dell’Ira di Dio.
Questo è, dopo tutto, il tempo dell’Ira di Dio, ovvero dopo il Rapimento. In
questo tempo, dunque, secondo Apoc 9,20, non ci sono più persone penitenti.
Questo, però, è anche il tempo dell’Anticristo spirituale o diabolico. In
questo tempo tutti devono adorare l’immagine dell’Anticristo. A quanto pare,
ci saranno poi anche delle persone che non lo faranno e che quindi moriranno
come martiri. Ma questa è una contraddizione, poiché non ci sono più persone
penitenti.
Qui ho sicuramente frainteso qualcosa. Forse bisognerebbe adorare già il
primo Anticristo?!
Cordiali saluti dalla Svizzera
(MF)
Grazie per aver visitato Immanuel.at e per le Sue gentili
parole.
Ho inserito la prima parte della mia risposta qui sotto – fino alla voce
"interpretazione" – solo per potermi orientare, al fine di riprendere il filo,
per così dire, e familiarizzare di nuovo con il contesto. Avevo intenzione di
cancellare questa parte, dato che posso darle una risposta sintetica.
Ma forse può essere interessante per Lei seguire la mia ricerca e dare
personalmente un’occhiata più da vicino anche al contesto – la tabella 14 alla
fine del documento è una risorsa utile a questo proposito! – Così ho lasciato
tutto com’è.
L’abominazione della desolazione si trova al 4º sigillo nel luogo santo
(Mat 24:15-18). Con il 4º sigillo inizia la Grande Tribolazione, con il primo
Anticristo umano come tiranno (anche 5º sigillo). Al 6º sigillo c’è il Ritorno
del Signore e il Rapimento dei fedeli in Cristo (dei morti e dei viventi
1Tess 4:15-17). Al Ritorno del Signore per il Rapimento, Egli ucciderà questo primo
Anticristo (2Tess 2:1-8; Apoc 13:1-3 – una delle teste di questo secondo
anticristo che era "come ferita a morte").
Dopo il sesto sigillo, i 144.000 israeliti provenienti da tutte le 12 tribù
d’Israele vengono segnati con il sigillo sulla terra (Apoc 7:3-8) e a questo
punto i cristiani rapiti dalla Grande Tribolazione sono già in cielo davanti al
trono di Dio (Apoc 7:9-17).
L’attività dei due testimoni di Dio è poi annunciata in Apoc 11:3-6.
In Apoc 11:7 si profetizza che alla fine della loro testimonianza
saranno uccisi dalla bestia che sale dall’abisso (mare), ovvero dal secondo
Anticristo demoniaco, come lo vediamo a Immanuel.at. Questo sembra compiersi in
Apoc 13:7.
L’Anticristo demoniaco, la "bestia che viene dal mare", svegliato di nuovo da
Satana, fa la sua prima apparizione dopo la settima tromba in Apoc 13. Questo
demone governa il mondo (Apoc 13,1-18) insieme alla bestia che sale dalla terra
(il falso profeta, il plagio satanico del profeta biblico Elia, Apoc 13,11). Si
veda l’ammonimento in Apoc 14:9-13!!!
Ma dopo la settima Tromba (prima dei Giudizi delle Coppe, cioè prima del
giudizio profetizzato in Apoc 14:14-20), in Apoc 15:2-4, le vittime del dominio
dell’Anticristo, di questo secondo Anticristo demoniaco, sono già in cielo!
Di conseguenza, possiamo supporre che solo dopo le Trombe, nel giudizio con le
sette Coppe dell’Ira di Dio – cioè da Apoc 16 in poi – non ci saranno più
(potenziali) credenti sulla terra.
Quindi la sua argomentazione, che sarebbe una contraddizione se ad un certo
punto non ci fossero più persone penitenti sulla terra e successivamente si
continuasse, tuttavia, a parlare di esseri umani credenti, non regge del tutto.
Se un momento prima che lei diventasse credente, avessi sostenuto che lei fosse
un miscredente, sarebbe stato corretto. Solo ora che è credente sarebbe una
contraddizione. E sembra essere così anche nel nostro caso qui nell’Apocalisse.
Nella sua argomentazione Lei fa giustamente riferimento ad Apoc 13,15:
L’immagine della bestia fa uccidere tutti quelli che non adorassero l’immagine della bestia.
Apoc 13,13,15 Le fu concesso di dare uno spirito
all’immagine della bestia affinché l’immagine potesse parlare e far uccidere
tutti quelli che non adorassero l’immagine della bestia. Apoc 13,15;
Nonostante la conclusione, che tutti coloro che saranno uccisi
saranno necessariamente credenti in Dio, non sia direttamente confermata dal
testo, è almeno lecito concludere che – a parte i malati di mente, i potenziali
suicidi o le persone con un carattere patologicamente testardo – ci sarà anche
una grande parte di persone timorate di Dio che rifiutano questo invito ad
adorare gli idoli. (Vorrei che tutti i cattolici che adorano l’idolo cattolico
"Maria" e i "santi" morti [culto dei morti] per una volta riflettessero su
questo passaggio biblico).
La seconda argomentazione rilevante è il fatto biblico che a questo punto – nel
regno del demoniaco Anticristo – non ci saranno neanche più cristiani biblici
sulla terra, perché sono stati tutti rapiti al ritorno del Signore.
Ma qui dobbiamo ricordare l’affermazione di nostro Signore Gesù Cristo, che in
Giov 10,16 parla di due greggi, intendendo l’originario "gregge"
di Israele (di questo ovile) e l’altro gregge, la chiesa (non di questo ovile).
Ho anche altre pecore, che non sono di quest’ovile; anche quelle devo raccogliere.
Giov 10,14 Io sono il buon pastore, e conosco le mie,
e le mie conoscono me, 10,15 come il Padre mi conosce e io conosco il Padre,
e do la mia vita per le pecore. 10,16 Ho anche altre pecore, che non sono di quest’ovile;
anche quelle devo raccogliere ed esse ascolteranno la mia voce, e vi sarà un solo gregge,
un solo pastore. Giov 10,14-16;
Di conseguenza, nell’esegesi della Bibbia, oltre al futuro di
noi cristiani, dobbiamo sempre considerare il destino del popolo d’Israele. E in
questo contesto c’è una connessione piuttosto interessante tra l’Antico e il
Nuovo Testamento, che potrebbe giocare un ruolo determinante nella questione che
stiamo considerando.
Il profeta Malachia profetizzò al popolo di Israele che Dio avrebbe mandato il
profeta Elia prima che venisse il terribile Giorno del SIGNORE:
Ecco, io vi mando il profeta Elia, prima che venga il giorno del SIGNORE, giorno grande e terribile.
Mal 4,4 «Ricordatevi della legge di Mosè, mio
servo, al quale io diedi sull’Oreb, leggi e precetti, per tutto Israele. 4,5
Ecco, io vi mando il profeta Elia, prima che venga il giorno del
SIGNORE, giorno grande e terribile. 4,6 Egli volgerà il cuore dei padri
verso i figli, e il cuore dei figli verso i padri, perché io non debba venire a
colpire il paese di sterminio». che c’è fra il giusto e l’empio, fra colui che
serve Dio e colui che non lo serve. Mal 4,4-6;
Questo è esattamente ciò che i discepoli avevano chiesto al
Signore Gesù:
«Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elia?»
Mat 17,10 E i discepoli gli domandarono:
«Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elia?»
17,11 Egli rispose: «Certo, Elia deve venire e ristabilire ogni cosa. 17,12
Ma io vi dico: Elia è già venuto e non l’hanno riconosciuto;
anzi, gli hanno fatto tutto quello che hanno voluto; così anche il Figlio
dell’uomo deve soffrire da parte loro». 17,13 Allora i discepoli capirono che
egli aveva parlato loro di Giovanni il battista. Mat 17,10-13;
E questo è esattamente ciò che fu profetizzato a Zaccaria, il
padre di Giovanni il Battista, in riferimento a suo figlio:
Andrà davanti a lui con lo spirito e la potenza di Elia.
Luca 1,16 convertirà molti dei figli d’Israele
al Signore, loro Dio; 1,17 andrà davanti a lui con lo spirito e la
potenza di Elia, per volgere i cuori dei padri ai figli e i ribelli
alla saggezza dei giusti, per preparare al Signore un popolo ben disposto».
Luca 1,16-17;
E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo.
Luca 1,76 E tu, bambino, sarai chiamato
profeta dell’Altissimo, perché andrai davanti al Signore per preparare
le sue vie, 1,77 per dare al suo popolo conoscenza della salvezza mediante il
perdono dei loro peccati, 1,78 grazie ai sentimenti di misericordia del nostro
Dio; per i quali l’Aurora dall’alto ci visiterà 1,79 per risplendere su
quelli che giacciono in tenebre e in ombra di morte, per guidare i nostri passi
verso la via della pace». 1,80 Or il bambino cresceva e si fortificava
nello spirito; e stette nei deserti fino al giorno in cui doveva manifestarsi a
Israele. Luca 1,76-80;
Giovanni il Battista, dunque, era venuto nello spirito e nella potenza di Elia, e con la sua testimonianza avrebbe dovuto compiere la profezia di Malachia e convertire il popolo d’Israele. Ma gli ebrei non hanno voluto accettarlo, così come non hanno voluto accettare lo stesso Signore Gesù.
Mat 11,14 Se lo volete accettare, egli è
l’Elia che doveva venire.
Nonostante ciò, tuttavia, la nostra attenzione deve essere
indirizzata sulla dichiarazione del Signore di cui sopra, in Mat 17,11, dove fa
sapere con chiarezza che era a conoscenza di questa condotta degli ebrei quando
disse "Certo, Elia deve venire e ristabilire ogni cosa".
Giovanni il Battista venne nella potenza/spirito di Elia, ma dopo che fu
respinto e persino ucciso in Israele, questa profezia non poté essere pienamente
realizzata attraverso di lui e quindi è ancora in attesa del suo compimento. E
questo è esattamente ciò che il Signore intendeva quando disse: "Elia è già
venuto". Ciò che non aveva detto: ma non sarà più Giovanni il Battista.
Questo per quanto riguarda i fatti biblici. Quello che segue è una
Il profeta Malachia dice in Mal 3,23: "Ecco, io vi mando il
profeta Elia, prima che venga il giorno del SIGNORE, giorno grande e terribile".
Nell’esegesi dell’Apocalisse – a partire da Apoc 8 – ci troviamo in questo
Giorno del SIGNORE che si estende fino ad Apoc 20 (battaglia di Harmagedon). Il
tempo dell’Ira di Dio è una parte del Giorno del SIGNORE e inizia con i Giudizi
delle Coppe (Apoc 16,1).
E ora questi Giudizi delle Coppe sono probabilmente la cosa più terrificante di
tutta l’Apocalisse. L’umanità senza Dio è poi governata dall’Anticristo
demoniaco e contemporaneamente Dio nella sua ira riversa sull’umanità i giudizi
più spaventosi con queste "Sette Coppe dell’Ira di Dio".
(Vedi anche Capitolo 05: "Il
Giorno del SIGNORE.")
Ma Malachia parla di "prima" che venga questo terribile Giorno
del SIGNORE (o parte di esso). E qui, il tempo prima di Apoc 13,7
corrisponderebbe perfettamente all’opera dei due testimoni. Di conseguenza, uno
dei due testimoni potrebbe essere Elia. Questo potrebbe spiegare anche il fatto
che nel regno dell’Anticristo demoniaco svegliato di nuovo, durante il periodo
di attività dei due testimoni di Dio e quindi prima dei Giudizi delle Coppe, ci
saranno ancora persone – in questo caso ebrei – che si convertono al vero Dio e
si rifiuteranno di adorare l’immagine dell’Anticristo.
Anche la ben nota profezia in Apoc 13,18 sul "numero della bestia" sarebbe
allora un ammonimento e una rivelazione unicamente per gli ebrei, affinché essi
poi, all’apparizione dell’Anticristo demoniaco svegliato di nuovo, che si
presenta come il " vero" Cristo (Messia, Unto), ricordino chi sia questo
realmente – cioè il tiranno di allora (Dan 11,31-45), il primo Anticristo, che
li ha già ingannati una volta quando era ancora umano.
Questa circostanza, unita al fatto che gli ebrei sono arrivati a credere nel
vero Dio attraverso la testimonianza dei due testimoni, potrebbe essere il
motivo per cui poi si rifiutano di adorare l’immagine dell’idolo.
(Vedi anche Tabella 04: "La
Rivelazione dal Libro della Verità.")
Infine, non dobbiamo dimenticare che secondo la Bibbia il
secondo Anticristo sarà un ebreo (Giov 5,43). Fingerà di essere il vero "Messia"
e affermerà di essere Dio. Come gli ebrei fino ad oggi, chiamerà Gesù di
Nazareth ingannatore e bestemmiatore. E proprio gli ebrei – ma anche gran parte
del mondo pseudocristiano – lo accetteranno con gioia come il tanto atteso
"Messia" – o il "Signore ritornato".
Vista in questa luce, la prova dei cristiani sarebbe la Grande Tribolazione con
il regno dell’Anticristo umano, dell’uomo del peccato (2Tess 2,3-8), che sarà
ucciso da nostro Signore Gesù Cristo alla Sua venuta per il Rapimento.
La prova degli ebrei, d’altra parte, sarebbe poi in seguito, nel Giorno del
Signore, il dominio proprio di questo uomo del peccato, ucciso e svegliato di
nuovo come demone da Satana, che poi sarà sconfitto insieme al falso profeta
nella battaglia di Harmagedon e andrà alla dannazione.
Ma dall’ira di Dio, con le sette coppe dell’ira di Dio (che porta ripetutamente
alla confusione con la Grande Tribolazione), i cristiani saranno risparmiati (1Tess 5,9; 2Piet 2,9; Apoc 3,10) ma non gli ebrei.
(Vedi anche Discorso 61: "La
Grande Tribolazione è identica al Giorno del Signore e dell’Ira di Dio?")
Come può vedere, un’interpretazione di questi passaggi biblici
non è affatto facile e nemmeno del tutto certa.
Non è del tutto certa perché ci sono alcune ragioni che fanno supporre, che i
due testimoni e il ricorrente profeta Elia non possano essere identici. Se così
fosse, i due testimoni avrebbero svolto la loro missione ed Elia sarebbe apparso
all’inizio del Millennio, dopo il raccoglimento di Israele da parte del suo Dio.
Tuttavia, questo non cambierebbe l’affermazione centrale dell’interpretazione di
cui sopra.
La Sua preoccupazione alla fine della Sua e-mail:
"Questo è, dopo tutto, il tempo dell’Ira di Dio,
ovvero dopo il Rapimento. In questo tempo, dunque, secondo Apoc 9,20, non
ci sono più penitenti. Questo, però, è anche il tempo dell’Anticristo spirituale
o diabolico. In questo tempo tutti devono adorare l’immagine dell’Anticristo.
A quanto pare, ci saranno poi anche delle persone che non lo faranno e che quindi
moriranno come martiri.
Ma questa è una contraddizione, poiché non ci sono più
penitenti. Qui ho sicuramente frainteso qualcosa.
Forse bisognerebbe adorare già il primo Anticristo?!"
è infondata. Lei non ha frainteso nulla, ha solo sbagliato
l’ordine cronologico. In Apoc 9,20 non si parla ancora dell’Anticristo demoniaco
svegliato di nuovo. È il tempo dopo la morte del primo, l’anticristo umano, il
"l’empio" come lo chiama Paolo.
Questo fuorilegge, "la cui venuta di cui avrà luogo, per l’azione efficace di
Satana, con ogni sorta di opere potenti, di segni e di prodigi bugiardi, 10 con
ogni tipo d’inganno e d’iniquità a danno di quelli che periscono perché non
hanno aperto il cuore all’amore della verità per essere salvati (come ‘Qanon’);."
(2Tess 2,8-10) era ovviamente l’"Anticristo" per le nazioni, per i Gentili il cui
tempo adesso, dopo l’uccisione del primo Anticristo e il rapimento della chiesa
– come Lei giustamente scrive – è finita.
Ma in questo tempo, subito dopo, in Apoc 9,20, al tempo dei giudizi delle trombe
– qui la sesta tromba – nessuno deve adorare un’immagine. È anche il tempo dei
due testimoni, annunciati in Apoc 11,3-7, la cui attività di profetizzazione e
testimonianza dura fino ad Apoc 13,7 dove, nonostante le loro elevate capacità e
potenze, vengono poi uccisi dal secondo Anticristo demoniaco, che qui fa la sua
prima apparizione sulla scena.
Questi due testimoni di Dio attraverso la loro testimonianza e il grande
terremoto di Gerusalemme verificatosi alla loro risurrezione, hanno saputo
convertire al loro Dio il cuore dei molti Israeliti rimasti in vita – ma
certamente non di tutti (Apoc 11,10).
E questi israeliti convertiti al loro Dio (Apoc 11,13) sono poi anche quelli che
si rifiuteranno di adorare la sua immagine e moriranno come martiri nel regno
del secondo Anticristo demoniaco che sta per iniziare adesso (Apoc 13,7).
La sua ultima domanda, poi, se forse bisognerebbe adorare già il primo
Anticristo, trova risposta anche in base alla logica delle affermazioni
bibliche. Secondo le Scritture, il primo Anticristo è "un uomo di peccato,
figlio di perdizione" (2Tess 2,3). E viene in quel momento in cui la chiesa
cristiana è ancora in fase di prova prima del rapimento.
È il secondo Anticristo che viene come ebreo (Giov 5,43), che si presenterà agli
israeliti e al mondo come il "Messia" e che descriverà il vero Messia, il nostro
Signore Gesù Cristo, come un ingannatore e un bestemmiatore. È il "figlio di
Satana" e un tiranno che guida Israele al dominio del mondo attraverso falsi
miracoli, inganni e menzogne.
E questo è esattamente quel Messia che Israele si aspetta da circa 2600 anni
secondo le dichiarazioni dei profeti: un sovrano di origine ebraica (un Messia
non ebreo non sarebbe mai accettato in Israele) che rappresenti la religione
mosaica – ne farà la religione di stato ’ e che farà di Israele finalmente una
potenza mondiale – al "capo delle nazioni" (Ger 31,7).
Questo fu anche il motivo per cui gli ebrei rifiutarono Gesù di Nazareth, perché
non fece nulla per liberare Israele dai romani e poi perché non si oppose
nemmeno alla sua crocefissione.
Ciò che Israele a quel tempo – e fino ad oggi – nel suo carattere bellicoso, non
ha mai voluto ammettere è il fatto che Dio – anche attraverso i suoi profeti –
ha promesso di radunare il suo popolo non con la guerra e la violenza (Os 1,7),
ma con la potenza del suo Spirito Santo e di riportarlo nella loro terra (Ez
20,40-44) e allora – solo allora! – innalzerà Israele a potenza mondiale. Ma
tutto questo – come confermato anche dai profeti – solo nel Millennio, nel regno
millenario delle pace del Figlio di Dio sulla terra, quando il popolo di Israele
sarà raccolto e convertito da Dio nella sua terra.
Anche la parabola del Signore del "buon pastore" (Giov 10,7-10) si inserisce in
questo contesto: il Signore è "la porta dell’ovile", egli viene dal cielo, dove
le "pecore" possono dirigersi liberamente al momento del Rapimento. Satana è il
ladro, viene dall’abisso per "rubare, ammazzare e distruggere".
Il secondo Anticristo, dunque, è un morto svegliato di nuovo, un demone (essere
spirituale), e Satana gli dà tutta la sua potenza, il suo trono e una grande
autorità (Apoc 13,1-3). Come Satana, l’Anticristo demoniaco ha persino la
capacità di entrare nello spirito delle persone consenzienti e di controllarle
secondo la sua volontà. Come possiamo vedere, si tratta di una dimensione del
tutto diversa, una dimensione spirituale del dominio sull’umanità.
Una spiegazione più dettagliata dei due Anticristi si trova nell’articolo più
sopra Il primo e il secondo Anticristo, ma
anche nel Discorso 86.
(Vedi anche Discorso 86: "Il
primo e il secondo Anticristo.")
Il principio delle doglie di parto: La tribolazione di quei giorni - 1º sigillo: l'uomo del peccato / 6º sigillo: il ritorno del Signore, rapimento | |||||||
< 1º sigillo > (Apoc 6:1-2;) cavallo bianco, cavaliere: aveva un arco, gli fu data una corona, uscì come vincitore e per vincere |
< 2º sigillo > (Apoc 6:3-;4) cavallo rosso, che toglie la pace della terra, affinché gli uomini si uccidessero e gli fu data una grande spada |
< 3º sigillo > (Apoc 6:5-6;) cavallo nero, una bilancia in mano, frumento e orzo costoso, non danneggia né l'olio né il vino |
< 4º sigillo > (Apoc 6:7-8;) cavallo giallastro, la Morte dietro era l'Ades, potestà su1/4 della terra, morte con spada, fame e fiere |
< 5º sigillo > (Apoc 6:9-11;) sotto l'altare alle anime dei martiri si fa giustizia, fu data veste bianca, riposeranno finché sono uccisi i fratelli |
< 6º sigillo > (Apoc 6:12-17;) grande terremoto, il sole nero, la luna come sangue, le stelle caddero, il cielo si ritirò, montagne e sole smosse |
6a sig |
< 7º sigillo > (Apoc 8:1-6;) silenzio nel cielo per ca. mezz'ora, profumi all'altare, 7 angeli che avevano 7 trombe, voci, tuoni, lampi |
Il giorno del SIGNORE: Le due testimoni di Dio profetizzeranno 1260 giorni con vestiti di sacco. (?) | |||||||
< 1ª tromba> (Apoc 8:7;) grandine fuoco e sangue 1/3 della terra fu arsa 1/3 degli alberi furono bruciati ogni erba verde fu arsa |
< 2ª tromba > (Apoc 8:8-9;) gran montagna nel mare 1/3 del mare sangue 1/3 creature nel mare morì 1/3 delle navi perì |
< 3ª tromba > (Apoc 8:10-11;) stella dal cielo una torcia 1/3 dei fiumi assenzio 1/3 delle acque assenzio e molti uomini morirono |
< 4ª tromba > (Apoc 8:12-13;) il sole, la luna, le stelle, 1/3 parte si oscura 1/3 parte del giorno e la 1/3 parte della notte, buio |
< 5ª tromba/ 1º guaio > (Apoc 9:1-12;) stella dell'abisso dal cielo il sole oscurato dal fumo locuste nuocciono uomini senza sigillo di Dio 5 mesi |
< 6ª tromba/ 2º guaio > (Apoc 9:13-21;) gli angeli sul fiume Eufrate fuoco e fumo e zolfo 1/3 degli uomini uccisi il resto non si ravvidero |
6a trb |
< 7ª tromba/ 3º guaio > (Apoc 11:15-19;) Il regno del mondo è di Dio l'ira dee Dio è giunta, e il tempo di giudicare i morti terremoto voci, tuoni, lampi |
Il giorno dell'ira di Dio: Il dominio dell'Anticristo demoniaco / il morto dei 2 testimoni / le nazioni calpesteranno Gerusalemme | < 7ª tromba > | ||||||
< 1ª coppa> (Apoc 16:1-2;) sulla terra: un'ulcera maligna agli uomini che avevano il marchio della bestia |
< 2ª coppa > (Apoc 16:3;) nel mare: sangue come di morto ogni essere vivente che si trovava nel mare morì |
< 3ª coppa > (Apoc 16:4-7;) nei fiumi e nelle fonti acque diventarono sangue. hanno sparso sangue dei pro- feti fu dato loro a bere sangue |
< 4ª coppa > (Apoc 16:8-9;) sul sole: bruciato sugli uomini, che bestemmiarono il nome di Dio e non si ravvidero |
< 5ª coppa > (Apoc 16:10-11;) sul trono della bestia: il regno divenne tenebroso gli uomini avevano dolore ma non si ravvidero |
< 6ª coppa > (Apoc 16:12;) sul gran fiume Eufrate: e l'acqua ne fu prosciugata affinché fosse preparata la via ai re dal levante. |
6a cop |
< 7ª coppa > (Apoc 16:17-21;) nell'aria: voci, tuoni, lampi terremoto così grande come mai, isole e monti non furono trovati |
============================================================================================================================= |
==== |
7a cop =================== |
|||||
L'Anticristo risvegliato: morto dei due testimoni | |||||||
6a sigillo Dopo il 6º sigillo (Apoc 7:1-17;) Non danneggiate la terra, il mare, gli alberi, finché i 144.000 sono segnati in fronte. Quelli della gran tribolazione hanno vesti bianche davanti al trono l'Agnello li guiderà alle acque della vita, e Dio asciugherà ogni lacrima |
6a tromba Dopo la 6ª tromba (Apoc 10:1-11; 11:1-14;) Un altro angelo potente in una nuvola: con 7. tromba si compie il mistero di Dio non ci sarà più indugio. Giovanni divora il libretto. La bestia ucciderà i due testimoni. Gran terremoto la decima parte di Gerusalemme cadde |
7a tromba dopo la 7ª tromba (Apoc 12:1-18;) (Apoc 13:1-18;) (Apoc 14:1-20;) (Apoc 15:1-8;) La donna e il dragone. Satana e i suoi angeli furono gettato sulla terra. Alla bestia dal mare le fu dato di far guerra ai santi e di vincerli. L'Anticristo e il falso profeta: il regno delle due bestie. l'Agnello che stava in piedi sul monte Sion, e i sui 144.000 segnati 3 angeli: l'evangelo, giudizio, caduta di Babilonia, i morti che muoiono nel Signore. L'inizio del giudizio: il Figlio d'uomo miete la terra I vincitori sulla bestia, sua immagine e sul suo nome cantavano il cantico di Mosè I sette angeli con le sette coppe dell'ira di Dio Nessuno poteva entrare nel tempio finché fossero compiute le sette piaghe. |
6a coppa Dopo la 6ª coppa (Apoc 16:13-16;) Satana, Anticristo e falso profeta mandano tre spiriti immondi simili a rane perché sono spiriti di demoni che fanno dei segni e si recano dai re di tutto il mondo per radunarli per la battaglia del gran giorno dell'Iddio a Harmaghedon |
7a coppa
Dopo la 7ª coppa (Apoc 17:1-18; 18:1-24;) La caduta di Babilonia (Apoc 19:1-21; 20:1-15;) Battaglia di Harmaghedon Anticristo profeta stagno
Giudizio, 1 Risurrezione
Satana nell'abisso. Ultima Guerra Giudizio Universale (Apoc 21:1-27; 22:1-21;) La Nuova Creazione |