Creazione o evoluzione.
/ Articolo di Dieter Zimmer 00, 12-11-2002
I giorni della creazione.
/ Articolo di Dieter Zimmer 01, 12-11-2002
La terra è il centro dell’universo?
/ Commento di Andre Aubert 00, 10-11-2003
L’interpretazione della Bibbia: un campo pericoloso?
/ Replica di Christian Bollmeyer 00, 14-12-2004
Tabella - La creazione - UNIVERSO e TERRA
Dio avrebbe potuto creare l’intero universo in un singolo istante?
/ Replica di Peter Buschauer 00, 26-01-2005
La ricerca di vita intelligente nell’universo.
Già sulla prima pagina della Bibbia possiamo leggere: "Nel
principio Dio creò i cieli e la terra"(Gen 1,1). Quindi è una questione
di creazione e non di evoluzione. Ciò esclude il caso in tutte le sue forme e
qualsiasi tipo di sviluppo senza l’esistenza di un Dio. In principio quindi
non fu il Big Bang ma il Dio eterno. Ci si chiede che cosa abbia
fatto bang. Dove non c’è nulla, nulla fa bang. Nulla viene dal nulla. Lo sanno
anche i bambini delle elementari. E se tutta la vita si è sviluppata da un
organismo unicellulare, allora ci si chiede da dove provenisse quest’organismo
unicellulare. Da una combinazione di diversi elementi chimici? E da dove
provenivano questi elementi? Dal Big Bang? Ma chi ha causato questo Big Bang?
Il caso? E chi ha provocato questo caso?
Possiamo girarla e rigirarla come vogliamo, ma senza un autore non può essere
successo nulla.
(Questo estratto, così come le citazioni seguenti, sono stati estrapolati
dall’articolo "Schöpfung oder Evolution" [Creazione o evoluzione] di Dieter
Zimmer, in "Philadelphia Kreuz und Reich", ["Philadelphia Croce e Regno"], no.
6/2002)
(Dieter Zimmer / https://www.philadelphia-verlag.com)
Innanzitutto, il summenzionato articolo individua distintamente
i punti deboli fondamentali della teoria dell’evoluzione e l’autore mostra anche
molto chiaramente la conseguenza del pensiero evoluzionista: senza Dio non c’è
creazione e, di conseguenza, non c’è neanche evoluzione - "nulla viene dal
nulla".
Egli inoltre fa riferimento al vecchio giochetto degli evoluzionisti che quando
si chiede loro come si sarebbero allora sviluppate le cose (dal latino evolutio =
sviluppo), si appellano sempre a uno stadio di sviluppo precedente, insieme al
caso e a lunghi periodi di tempo. In base allo stato attuale delle conoscenze
scientifiche, tuttavia, ciò ci riporterebbe indietro, nel migliore dei casi,
fino al Big Bang. Ma alla domanda relativa a cosa ci fosse prima del Big Bang e
di chi o cosa lo abbia causato, agli evoluzionisti si esauriscono gli argomenti.
Qui sbalordisce proprio il fatto che persino menti altamente istruite
attribuiscano al caso, alla "natura" e a lunghi periodi di tempo un’intelligenza
e una creatività che altrimenti non si sognerebbero di attribuire nemmeno ai
vincitori del Premio Nobel. Se di fronte a queste persone sostenessimo che un
computer, ad esempio un PC, "si sviluppa", affidando abbastanza a lungo al caso
un mucchio di fili di rame e un paio di chili di plastica, probabilmente
direbbero che non siamo in grado di intendere e di volere. Ma questo è proprio
quello essi stessi sostengono con la teoria dell’evoluzione.
(Vedi anche Discorso 81: "Disegno intelligente
(Intelligent Design) o evoluzione??")
Ma tutto questo riguarda innanzitutto la materia, a iniziare,
cioè, dal Bang Bang, passando per le galassie, le stelle, i pianeti, fino alla
vita vegetale e animale sulla nostra terra. Scienziati ed evoluzionisti
brancolano completamente nel buio quando viene chiesto loro come si è
"sviluppato" lo spazio cioè l’universo in cui questa materia innanzitutto è
potuta esistere e ha potuto espandersi e continua a farlo.
Riguardo all’origine di entrambi i fenomeni spazio e materia la Bibbia
fornisce la risposta giusta: è stato Dio a creare queste cose come "creatio
ex nihilo" (creazione dal nulla) senza stadi preliminari, senza l’azione
del caso e senza lunghi periodi di tempo. E analogamente all’essere umano che fa
ricorso alla pianificazione per realizzare progetti complessi e per garantirne
la stabilità dopo la realizzazione, allo stesso modo anche la creazione di Dio
si basa su di un piano. Ciò è riscontrabile non solo nei miracoli del macrocosmo
e nei miliardi di galassie, alcune delle quali attraversano lo spazio alla
velocità della luce. La formazione pianificata della creazione si riconosce
anche e soprattutto nel microcosmo, come, ad esempio, nel corpo umano e nelle
sue funzioni incredibilmente complesse, che la scienza in molte aree, come
quella del cervello, ancora oggi non riesce a spiegare in maniera del tutto
soddisfacente.
Ora, mentre le dichiarazioni dell’autore citate nell’estratto sono assolutamente
logiche e quindi difficilmente possono essere negate persino da persone con una
visione diversa, l’argomentazione successiva è discutibile da diversi punti di
vista.
Ecco cosa dice l’autore:
"Davvero a Dio servono milioni di anni per
realizzare qualcosa? Se apriamo la Bibbia alla prima pagina e possiamo essere
certi che anche ciò che leggiamo è la Parola infallibile e senza errori di Dio!
scopriamo che Dio ha creato il mondo in sei giorni. Questo fatto esclude
milioni di anni."
Innanzitutto, qui si postula che la Bibbia è la Parola di Dio
infallibile e senza errori. E qui bisogna esprimere delle riserve persino in
quanto credenti cristiani.
(Vedi anche Discorso 40: "Ci sono errori nella
Bibbia??")
Ma a ben vedere, non saranno molti i credenti cristiani a dover
essere convinti dall’autore che la teoria dell’evoluzione è sbagliata. Per il
credente cristiano è certo che Dio ha creato il mondo. Non deve essere convinto
di questo. Dunque, coloro a cui è rivolta questa argomentazione sono quelle
persone che pensano che l’evoluzione fornisca le risposte giuste. Cioè le
persone che ancora respingono la creazione.
E chi ha già discusso con gli evoluzionisti sa che, se si supportano le proprie
argomentazioni con riferimenti alla Bibbia in quanto infallibile Parola di Dio,
immediatamente essi chiariscono la loro visione delle cose sostenendo che le
scoperte della scienza sono più reali di quelle della Bibbia. E così la
discussione arriva a un punto in cui nessuno più ascolta l’altro.
Per quanto ora possiamo essere d’accordo con l’autore quando si dichiara contro
l’evoluzione della vita a partire da un organismo unicellulare, per onestà
intellettuale e per verità biblica dobbiamo, tuttavia, correggere le sue
dichiarazioni relative alla creazione dell’universo. Qui scrive:
Ora ci sono alcune persone molto furbe che ci dicono che con
la parola utilizzata per giorno in Gen 1 non si deve necessariamente intendere
un giorno di 24 ore. Potrebbe anche indicare un periodo di tempo più lungo. In
questi periodi di tempo gli evoluzionisti teistici poi ci infilano milioni di
anni.
A questo proposito facciamo riferimento ai dieci comandamenti. Qual è la
ragione per cui Dio ci ammonisce di ricordare di santificare le feste? Poiché
in sei giorni il Signore fece i cieli, la terra, i mari e tutto ciò che è in
essi, si riposò il settimo giorno. Perciò il Signore ha benedetto il giorno
del riposo e lo ha santificato’ (Es 20,11). E ora quanto tempo dovrebbe
lavorare una persona, sei giorni o sei periodi di tempo? Quanto tempo dovrebbe
riposare, un giorno o un periodo di tempo? Per favore Se Dio qui intende
giorni di 24 ore, allora intende giorni di 24 ore anche nel racconto della
creazione. La stessa parola non può significare una cosa in un passaggio e
un’altra cosa in un altro passaggio. Chi qui attribuisce arbitrarie divergenze
alla Scrittura, interpreta la Bibbia in modo troppo disinvolto.
Tra l’altro, i giorni si formano solo attraverso la rotazione della terra.
Quanto lentamente avrà ruotato all’inizio la terra intorno al proprio asse per
formare finalmente un giorno dopo milioni di anni? Quanto tempo avrebbero
potuto sopravvivere in simili condizioni le piante sul lato non esposto alla
luce del sole? Evoluzione? Certamente no!
(Questo estratto è stato estrapolato dall’articolo "Schöpfung oder Evolution"
[Creazione o evoluzione] di Dieter Zimmer, in "Philadelphia Croce e Regno",
Nr. 6/2002)
(Dieter Zimmer / https://www.philadelphia-verlag.com)
Questo argomento somiglia alla storia del bambino atteso alla
porta dai suoi amici per andare a giocare, mentre la madre gli ordina di
mangiare prima la minestra che era pronta in tavola. Il bambino, pensando di
essere furbo, disse che si sentiva male e che quindi non poteva mangiare la
minestra, pensando così di raggiungere prima i suoi amici là fuori. Ma con suo
grande sgomento sua madre lo prese e lo infilò nel letto dicendo: "Dato che sei
malato, oggi non esci proprio di casa".
Quindi era caduto dalla padella alla brace, e una cosa simile succede all’autore
con le sue argomentazioni. Quando afferma che Dio ha creato il mondo in giorni
di 24 ore, questa è la padella, dato che si tratta di un fatto che non è
dimostrato ma può essere solo accettato per fede. La brace poi è rappresentata dal
tentativo di recuperare poi questa lacuna spiegando che la creazione deve
essersi svolta in giorni di 24 ore perché la terra attraverso la sua rotazione
intrinseca espone l’intera sua superficie alla luce del sole una volta in 24 ore
formando così un giorno di 24 ore.
Infatti, se osserviamo la Bibbia in Gen 1 e ss., alla fine di ciascun giorno di
creazione leggiamo esattamente l’indicazione "fu sera, poi fu mattina":
Il primo giorno.
Gen 1,5 Dio chiamò la luce «giorno» e le tenebre
«notte». Fu sera, poi fu mattina: primo giorno. Gen 1, 5;
Il secondo giorno.
Gen 1,8 Dio chiamò la distesa «cielo». Fu
sera, poi fu mattina: secondo giorno. Gen 1, 8;
Il terzo giorno.
Gen 1,13 Fu sera, poi fu mattina: terzo
giorno. Gen 1,13;
In base alla visione del succitato autore, qui in Gen 1,13
devono essere trascorsi 3 giorni di 24 ore. E come giustamente argomenta, la
terra in questo periodo avrebbe dovuto fare tre giri intorno al proprio asse, in
modo da fare tre volte giorno sul lato rivolto al sole, e tre volte notte sul
lato della terra non rivolto al sole.
Ora è assolutamente sorprendente scoprire subito nei versetti successivi che in
questi primi tre giorni il sole non c’era affatto. Solo il quarto giorno Dio
fece le due grandi luci: la luce maggiore per presiedere al giorno - cioè il
sole - e la luce minore la luna - per presiedere alla notte.
Il quarto giorno: E Dio fece le due grandi luci.
Gen 1,14 Poi Dio disse: «Vi siano delle luci nella
distesa dei cieli per separare il giorno dalla notte; siano dei segni per le
stagioni, per i giorni e per gli anni; 1,15 facciano luce nella distesa dei
cieli per illuminare la terra». E così fu.
1,16 Dio fece le due grandi luci: la luce maggiore per presiedere al
giorno e la luce minore per presiedere alla notte; e fece pure le stelle.
1,17 Dio le mise nella distesa dei cieli per illuminare la terra, 1,18
per presiedere al giorno e alla notte e separare la luce dalle tenebre. Dio vide
che questo era buono. 1,19 Fu sera, poi fu mattina: quarto giorno.
Gen 1,14-19;
Ed è qui che l’autore ha bisogno di dare qualche
spiegazione. Come avrebbe potuto formarsi un giorno di 24 ore o comunque un
giorno sulla terra, se Dio ancora non aveva ancora creato il sole?
Qui bisogna certamente accettare la summenzionata dichiarazione in base alla
quale chi interpreta in modo diverso il "giorno" di Gen 1,1 e quello di
Es 20,11, "attribuisce arbitrarie divergenze" alla Scrittura e "interpreta la
Bibbia in modo troppo disinvolto", visto che l’identità di questi "giorni" può
essere confermata anche dalla Scrittura. Ma come è stato dimostrato prima non è
così. I "giorni" di Gen 1,1-13 non possono essere stati normali giorni di 24 ore
perché il sole ancora non era stato creato.
Di conseguenza, questo attributo
dell’"interpretazione superficiala della Bibbia" dovrebbe essere esteso anche a
coloro che vogliono credere nell’esistenza del giorno di 24 ore, quando in base
alla Scrittura ancora non poteva essercene stato uno perché il presupposto
fondamentale dell’esistenza stessa di un giorno per non parlare di un giorno
di 24 ore ancora non era stato creato: cioè il sole.
Ora il tentativo di "anticipare" di tre giorni la creazione degli astri ci
farebbe cadere di nuovo nella brace. Nell’interpretazione della Bibbia l’unica
libertà di movimento che abbiamo sempre è quello di verificare ciò che hanno
tradotto i traduttori e interpretato gli esegeti. Non è compito nostro quello di
"spostare" il testo originale - a meno che non sia la stessa Scrittura a
suggerirci esplicitamente di farlo.
Ma dato che non è questo il caso,
naturalmente anche qui deve valere ciò che dice la Scrittura. Altrimenti gli
evoluzionisti potrebbero criticarci a ragione del fatto che, da un lato, per
giudicare i "giorni" ribadiamo l’autorità della Scrittura, ma dall’altro, per
quanto riguardo la creazione degli astri, ignoriamo le chiare dichiarazioni
della Bibbia anticipandole o posticipandole a nostro piacimento.
Quanto questa teoria che un giorno di creazione duri 24 ore sia tra l’altro poco
lungimirante è dimostrato anche dal fatto che ancora oggi non abbiamo affatto un
giorno di 24 ore ovunque e universalmente sulla terra. Ad esempio, i meteorologi
che svolgono le loro ricerche sul clima sulla Terra di Francesco Giuseppe
nell’Artico devono abituarsi a un giorno che dura sei mesi. E altrettanto lunga
è la notte.
Ora ci si può chiedere naturalmente perché in alcuni ambiti cristiani si enunci
e si sostenga ripetutamente l’assunto fallace per cui in base alla Scrittura i
giorni della creazione siano stati di 24 ore. Qui non è pensabile giustificare
l’incapacità di comprendere ciò che si legge, visto che chi esprime il proprio
parere a proposito di questo tema per giunta per iscritto deve essere di un
certo livello intellettuale.
Ma non è neanche plausibile pensare che queste persone non abbiano affatto letto
Gen 1,1-13, poiché si suppone che si tratti di credenti cristiani, che
conseguentemente sono consapevoli della loro responsabilità davanti a Dio e
all’umanità.
Infine, non resta che quella spiegazione che si può trovare continuamente anche
nei molti altri temi presentati dall’esegesi biblica (la sposa dell’Agnello, la
donna sul cielo, il momento del Rapimento solo per citarne alcuni). In pratica
si adottano più o meno in maniera non verificata quelle visioni e quelle
interpretazioni che anni, decenni e in parte anche secoli fa sono state messe al
mondo senza un’analisi dettagliata, e che da allora interpreti superficiali e
troppo disinvolti hanno continuato a copiare.
(Vedi anche Discorso 15: "Chi è la ‘sposa dell’Agnello’?")
(Vedi anche Discorso 16: "Il Rapimento avviene prima della Grande Tribolazione?")
(Vedi anche Excursus 10: "La donna sul cielo.")
Già ai tempi di Copernico, che aveva capito che la
terra ruotava introno al sole (concezione eliocentrica), si sosteneva la visione
opposta presumibilmente biblica in base alla quale la terra era fissa al
centro dell’universo e l’intero universo ruotava intorno alla terra (concezione
geocentrica). Il riformatore svizzero Giovanni Calvino (1509-1564)
allora sosteneva che la terra "in base alla dottrina della Bibbia non
avrebbe potuto muoversi", e Martin Lutero (1485-1546) diceva:
"Quel pazzo (Copernico) metterà sottosopra tutta la scienza dell’astronomia". E
furono proprio queste eminenti personalità ecclesiastiche che, appellandosi alla
dottrina biblica, impedirono a lungo a Copernico di pubblicare queste nuove
scoperte che neanche il succitato autore oggi si sognerebbe di mettere in
dubbio.
Se ora analizziamo seriamente il racconto della creazione della Bibbia, si
capisce che queste antiche interpretazioni sono davvero deludenti. Ordinando:
"Sia luce!" in Gen 1,3 Dio, l’Onnipotente, non ha creato il nostro piccolo sole,
bensì è stato proprio questo il momento del Big Bang, quando l’intero universo
fu immerso in un inimmaginabile bagliore di luce come di miliardi e miliardi di
soli, il momento in cui per la prima volta ci fu luce a illuminare l’oscurità
dello spazio cosmico.
Dio ha creato tutto in un supremo atto di creazione e, di conseguenza, ciò che
la scienza ha scoperto fino a oggi riguardo ai fatti più salienti della nascita
dell’universo (non riguardo alla finta evoluzione dell’essere umano!), non è
altro che la "firma" di Dio nella Sua Creazione. Quei teologi che insistono nel
voler vedere la Sacra Scrittura la Parola di Dio in contraddizione con
queste nuove conoscenze e pensano di doverla difendere dalla scienza, in realtà,
difendono soltanto la loro pigrizia intellettuale e loro riluttanza a
confrontarsi con queste scoperte e con il loro rapporto con le dichiarazioni
della Scrittura.
Se confidiamo nel fatto che la creazione è l’opera di Dio e che
la Bibbia è la Parola di Dio, non dobbiamo temere i risultati assolutamente seri
della ricerca scientifica. Qualsiasi cosa la scienza scopra non può essere altro
che ciò che Dio ha già creato in precedenza. E questo, di conseguenza, non può
essere in contraddizione con le dichiarazioni della Bibbia.
(Vedi anche Excursus 12: "La Creazione.")
grazie mille per il suo meraviglioso riassunto del piano di
dio e per il profondo rispetto e per la chiara padronanza delle sue parole.
riguardo allo sviluppo della terra e alla domanda se è il centro della
creazione di dio o meno, vorrei aggiungere quanto segue: stephen hawkins dice
che tutte le stelle e tutta la materia dell’universo si espandono
costantemente a causa della spinta prodotta dal big bang. ma se ora cerchiamo
il centro di quest’espansione, logicamente lì dove si suppone abbia avuto
luogo il big bang, si arriva all’idea che questa terra è il centro, poiché
tutte le stelle si allontanano costantemente da essa. stephen dice che questa
teoria è naturalmente difficile da confutare, dato che non possiamo effettuare
le misurazioni in nessun altro posto se non qui dove siamo. tuttavia, in base
alla sua teoria bisogna supporre che ciò valga in tutto l’universo. il centro,
dunque, è sempre lì dove si è mentre si effettuano le misurazioni. Ciò
corrisponderebbe anche alla promessa del padre a suo figlio - che, infatti, è
il principio e la fine - ecco, io sono con te tutti i giorni, fino alla fine
del mondo. e così anche la dichiarazione di David; se volassi all’estremità
del cielo, anche là saresti con me, e insieme a lui naturalmente anche il
principio e la fine. con la gioia per la verità di dio.
Andre Aubert andreaubertjc@hotmail.com
Sono completamente d’accordo con la Sua visione secondo la quale
l’universo notoriamente si espande (effetto Doppler) e quindi il punto di
partenza di questo movimento (Big Bang) teoricamente sarebbe potuto essere
ovunque. Tuttavia, per quanto ne so, questo fenomeno è limitato alle galassie,
che si allontanano tutte le une dalle altre. I sistemi stellari all’interno di
una galassia sono di norma stabili tra di loro nella loro posizione relativa.
Così anche il nostro sistema solare ha una posizione relativamente fissa
all’interno della nostra galassia, la Via Lattea, e si muove (nell’espansione)
solo insieme a quest’ultima rispetto ad altre galassie.
Se, da un punto di vista scientifico, volessimo far coincidere il punto di
partenza dell’espansione (Big Bang) con "casa nostra", dovremmo riferirlo
all’intera galassia e non potremmo limitarlo al nostro pianeta, come, invece,
propone Lei ("che questa terra è il centro").
Tuttavia, continuo a essere concorde con Lei, dato che anche per me la creazione
della terra ha avuto luogo prima e indipendentemente dallo sviluppo del nostro
sistema stellare (sistema solare). Qui seguo le dichiarazioni della Scrittura in
Gen 1,9-13 e 14-19, dove innanzitutto si parla della terra e solo dopo della
creazione del sole cioè del sistema solare. Il fatto che qui venga citata
anche la formazione della luna, porta a concludere che il nostro sistema solare con
il sole e i suoi pianeti sia nato dal punto di vista astrofisico in maniera
"naturale", così come anche altri sistemi, mentre la terra è stata creata da Dio
in un singolare atto di creazione.
(Vedi anche la tabella nel Excursus 12: "La Creazione – Universo e Terra.")
Da ciò si potrebbe altresì dedurre che il nostro sistema solare,
la nostra galassia e persino l’intero universo sono stati creati da Dio,
affinché poi questo pianeta terra potesse essere collocato in questo universo,
in questa galassia, in questo sistema solare, in questo punto preciso, affinché
lì e solo lì in tutto l’universo si potessero trovare, sia al di sopra che
intorno a questo pianeta terra, quelle condizioni (acqua, aria, ossigeno,
limitata escursione termica, ecc., ecc.), che garantissero la vita all’essere
umano e al suo ambiente.
Infatti, uno dei maggiori punti deboli della/e scienza/e è proprio il fatto che
il pianeta terra si trovi esattamente in questa specifica posizione. Da un lato,
si cerca di rigirare la frittata sostenendo che la vita qui sulla terra si
sarebbe sviluppata proprio grazie alle condizioni favorevoli alla vita. Ma a
causa dei molti "timidi" e infruttuosi tentativi di trovare su altri pianeti
esseri umani, creature viventi, anche solo forme di vita organica, organismi
unicellulari e poi anche acqua, aria, ossigeno, ecc., negli ambienti scientifici
si avverte una crescente perplessità intorno all’argomento.
Ora, mi sono approcciato al testo (Gen 1,1 / NdA) adottando un
metodo giuridico e ho supposto che ’terra’ significasse anche terra (nel senso
di pianeta), come mi dicono concordemente tutte e cinque le traduzioni
bibliche che ho avuto modo di consultare (purtroppo non ho quella di Buber).
Evidentemente la traduzione ’letterale’ di Buber dice qualcosa di più e rivela
anche molti più dettagli. Di fronte a questo scenario anche il punto di vista
sulla creazione del mondo e dei restanti corpi celesti descritto in Excursus
12 risulta notevolmente più plausibile. Almeno se si parte dal presupposto che
il racconto in Gen non inizia con la terra stessa, quanto piuttosto con
l’universo nella sua interezza. Nel testo della mia Bibbia (Scofield, rev.
Elberfelder) non ho trovato alcuna indicazione al riguardo. Ed ecco, di
conseguenza, anche la mia comprensibilmente precipitosa conclusione per cui un
’giorno’ significa un ’giorno’ nel senso di 24 ore. In ogni caso sono partito
dal testo biblico come base fidata, e su di esso ho basato le mie conclusioni.
Può essere che in questo modo mi siano sfuggite altre nozioni, ma questo è ciò
che presuppone l’interpretazione, e questo è un campo pericoloso perché per
esperienza si sa che si possono raggiungere risultati totalmente diversi. Di
qui la mia prudenza.
Christian Bollmeyer, Hamburg / bollmeyer@debitel.net
L’interpretazione della Bibbia è effettivamente un campo
pericoloso. Come abbiamo appena visto, già solo la parola ’terra’ richiede di
indicare specificamente se si intende il pianeta o semplicemente il campo
(suolo), con la polvere del quale Dio ha creato Adamo o forse proprio la
materia di cui sono fatti entrambi. Di conseguenza, proprio in passaggi biblici
così importanti come il racconto della creazione è necessario rimanere quanto
più fedeli al testo originario.
Ed è ciò che fanno in maniera davvero
particolare Martin Buber e Franz Rosenzweig (purtroppo morto prima di completare
i lavori) nella loro traduzione dall’ebraico arrivando persino a
creare appositamente nuove parole tedesche per riprodurre il più fedelmente
possibile il significato del testo originario ebraico.
La terra era informe e vuota, le tenebre coprivano la faccia dell’abisso.
Gen 1,1 Nel principio Dio creò i cieli e la terra.
1,2 La terra era informe e vuota, le tenebre coprivano la faccia dell’abisso e
lo Spirito di Dio aleggiava sulla superficie delle acque. Gen 1,1-2;
In questo modo, già dai primi versetti della Bibbia possiamo
riconoscere la differenza tra le traduzioni convenzionali (che da secoli quasi
mai sono state sottoposte a un’analisi epistemologica) e la traduzione di Martin Buber, mentre le nostre traduzioni bibliche di Gen 1,2 più o meno concordano nel
dire:
"La terra era informe e vuota"
questo "informe e vuota" dall’ebraico "tohuwabohu"
nella traduzione di Martin Buber è reso con:
"Die Erde aber war Irrsal und Wirrsal" (Chaos)
["Ma la terra era confusione e disordine" (caos)].
Uno sguardo superficiale probabilmente ignorerebbe ciò che
invece merita attenzione. L’osservatore attento, tuttavia, riconoscerà
velocemente che se effettivamente la terra era "confusione", difficilmente poteva
essere "informe" e se era in "disordine", non poteva assolutamente essere "vuota".
E mentre la versione convenzionale continua dicendo:
"le tenebre coprivano la faccia dell’abisso"
nella versione di Buber leggiamo:
"Finsternis über Urwirbels Antlitz"
["Le tenebre sulla faccia del vortice primordiale"].
Se l’espressione "faccia dell’abisso" ci appare ancora del tutto
familiare, il concetto "faccia del vortice primordiale" non ci sembra molto
comune. Così nell’esegesi di questo passaggio siamo costretti a riconsiderare in
maniera nuova il significato e le implicazioni non solo di quest’espressione, ma
dell’intero versetto e forse persino dell’intero paragrafo.
Anche la conclusione di questo versetto, la stessa da secoli:
"lo Spirito di Dio aleggiava sulla
superficie delle acque."
viene trasformata da Buber con nuove espressioni tedesche:
"Braus Gottes schwingend über dem Antlitz der Wasser."
["L’effervescenza di Dio vibrava sulla faccia delle acque"].
In maniera significativa, di conseguenza, Buber non definisce la
sua opera una traduzione, bensì una "germanizzazione". Nella sua introduzione
Martin Buber affronta poi la problematica relativa alle prime traduzioni
dell’Antico Testamento:
"La scrittura originale, il significato e le parole
di quel tempo, sono oscurati da termini comuni, in parte teologici, in parte di
origine letteraria, e ciò che l’uomo di oggi legge quando apre ’il libro’ (la
Bibbia) è così dissimile dal ’ascoltare parlare’ (l’ebraico) scritto qui che
avremmo tutte le ragioni per preferire a tale apparente comprensione il rifiuto
scrollando le spalle che ’si non sa nulla a che fare con questa roba’. Ciò non vale solo quando si leggono le traduzioni, ma anche quando
si legge l’originale: gli stessi suoni ebraici hanno perso la loro immediatezza per
il
lettore, che non è più un ascoltatore, sono stati intervallati di un eloquenza teologico-letteraria
senza voce che li costringe a testimoniare un compromesso con le
spiritualità di due millenni, piuttosto che lo spirito a cui originariamente
hanno dato voce; la stessa Bibbia ebraica viene letta come una traduzione, una
brutta traduzione, una traduzione nella lingua concettuale, in una lingua
presuntamente conoscuto, che in verità è soltanto familiare. Al posto della
reverenziale familiarità delle parole con il loro senso e la loro sensualità si
è fatto largo un miscuglio di rispetto disinformato e familiarità indifferente."
Questo "rispetto disinformato", di cui parla qui Buber, è anche
uno dei grandi pericoli dell’interpretazione della Scrittura. Alcuni teologi
presentano continuamente la Bibbia come l’"infallibile Parola di Dio". Ma poi
analizzando criticamente la conoscenza e la comprensione della Scrittura di
queste persone, si capisce spesso che le stesse non hanno ancora riflettuto
abbastanza sui contenuti della Scrittura e sul loro vero significato, bensì, con
una sorta di riflesso pavloviano, hanno semplicemente ripreso le dichiarazioni
così come circolano da secoli.
Anche il noto esegeta Werner de Boor (autore del testo “Wuppertaler
Studienbibel”) affronta esattamente gli stessi problemi nella sua
interpretazione delle lettere di Paolo ai Filippesi e ai Colossesi:
"‘Leggere’ (la Bibbia) è quell’accostarsi sincero e
disinteressato a un passaggio che mi permette di registrare in modo fedele e
preciso ciò che quel passaggio dice veramente e di mettere da parte tutti i
soliti e cari ragionamenti personali, che subito si accalcano e si insinuano
nella comprensione del testo. Quale grande fatica, quale lotta coraggiosa è un
simile leggere’ autentico! Con quanta disinvoltura intere chiese e comunità
cristiane vedono le sezioni bibliche immediatamente ed esclusivamente alla luce
della loro familiare dogmaticità senza accorgersi più minimamente che qui la
stessa Scrittura dice e intende qualcosa di completamente diverso. Ma questo
vale anche per noi durante il nostro personale studio della Bibbia quanto ci
viene difficile questo leggere’ autentico! Siamo cresciuti con idee che ci sono
così familiari che le prendiamo senza alcun dubbio per corrette e bibliche’.
Abbiamo certi pensieri prediletti, forse strettamente legati a esperienze
spirituali decisive della nostra vita, che inavvertitamente ci formano e ci
dominano. Involontariamente leggiamo tutto questo nel nostro passaggio biblico
senza accorgerci che non stiamo più leggendo’ veramente, ma stiamo attaccando i
nostri sentimenti e pensieri personali alle parole della Bibbia. Glorifichiamo
la Sacra Scrittura, dichiariamo che sia l’unica regola e l’unico principio,
l’inconfutabile Parola di Dio; ma quando praticamente si tratta di leggere
veramente la Bibbia, balziamo velocemente via dal testo e sprofondiamo nei
nostri pensieri, così cari e familiari, mostrando scarso rispetto per la Parola
di Dio per assicurarsene con un lavoro minuzioso e attento: cosa c’è scritto lì per davvero?
Cosa dice il testo stesso? In alcune buone comunità cristiane è possibile aprire
la Bibbia su una pagina qualunque, ma ciò che effettivamente c’è scritto non
interessa affatto e non viene assolutamente compreso, piuttosto si parla
velocemente e nuovamente sempre delle stesse verità, che valgono in particolare
per queste comunità. Perciò restiamo poveri e spesso cresciamo anche male nella
fede e ci
facciamo sfuggire tutta la profonda ricchezza che è in serbo per noi nella
Parola di Dio."
Forse ora, di conseguenza, possiamo relativizzare un po’ la
dichiarazione nella succitata replica "In ogni caso sono partito dal testo
biblico come base fidata, e su di esso ho basato le mie conclusioni". Per quanto
riguarda l’interpretazione dei "giorni" in Gen 1,1, menzionata anche lì, forse
mi piacerebbe ricorrere ancora una volta al background giuridico del mio amico
Christian Bollmeyer: come è stato ampiamente dimostrato all’inizio di questo
Discorso e soprattutto in Excursus 12 alla
luce dei corrispondenti passaggi biblici, Dio, l’Onnipotente, ha creato il sole
solo il quarto giorno. In base alla Scrittura, nei primi tre giorni di creazione
esisteva la terra ma non il sole. Ma poiché è proprio il sole la base di un giorno
di 24 ore, in nessun caso i primi tre giorni di creazione potevano essere giorni
di 24 ore. Si può fare il confronto con la seguente questione di tipo giuridico:
una persona che non ha (ancora) commesso alcun omicidio, può essere designata
come un assassino?
L’osservazione conclusiva di Christian Bollmeyer "... ma questo è ciò che
presuppone l’interpretazione, e questo è un campo pericoloso perché per
esperienza si sa che si possono raggiungere risultati totalmente diversi. Di qui
la mia prudenza", ora si spiega anche alla luce delle summenzionate
dichiarazioni di Werner de Boor. Appena apriamo la Bibbia e iniziamo a leggere,
ci troviamo già pienamente nello stato di interpretazione. È quasi impossibile
leggere persino una riga della Scrittura senza sprofondare mentalmente e in gran
parte inconsapevolmente "nei nostri pensieri, così cari e familiari", i quali
poi spesso ci impediscono di riconoscere il contesto reale del passaggio letto
e, anzi, richiamano alla mente quelle vecchie e consuete idee "che ci sono così
familiari che le prendiamo senza alcun dubbio per corrette e bibliche’".
Che questo venga fatto consapevolmente o inconsapevolmente, ciò però significa
che anche solo leggendo la Scrittura siamo sempre e obbligatoriamente coinvolti
nell’interpretazione. Di conseguenza, fondamentalmente non dovremmo guardarci
dall’interpretazione, ma dovremmo impegnarci a essere aperti, critici e precisi
per ricercare il vero significato del testo scritto e riconoscere nuove
connessioni. Così facendo incontreremo anche sfiducia e persino rifiuto ed
emarginazione da parte di molte comunità cristiane. Dopo tutto la cosa
importante dell’esegesi biblica non è custodire dei dogmi a caso e conservare
gli errori, ma, al contrario, attraverso analisi meticolose e precise, fondate
sulla Bibbia, documentare e rettificare modi di vedere vecchi e incrostati ma
soprattutto errati, plasmati da secoli di superficialità e ambizioni personali
di singoli traduttori o interpreti della Bibbia.
Infine, ancora tre riflessioni a proposito del tema qui trattato del racconto
della creazione:
1. Se nel racconto in Gen 1,1 Dio ci comunica ogni singolo
passo del processo di creazione, dalla creazione della terra, degli astri, delle
piante, degli animali, fino alla creazione dell’essere umano, perché allora in
questo racconto non dovrebbe essere compresa proprio la creazione dell’universo
e soprattutto il primissimo atto di questa creazione di Dio, la creazione dello
spazio e della materia?
2. Se non si vuole considerare il primo giorno della
creazione in Gen 1,1 come il racconto della creazione dell’universo, allora
l’ordine di Dio in Gen 1,3 "Sia luce!" non si riferirebbe alla primissima volta
in cui ci fu luce nell’universo e al riempimento dello spazio con un bagliore
come di miliardi e miliardi di soli, ma sarebbe la luce del nostro, a confronto,
minuscolo, sole, la cui creazione, in ogni caso, sarebbe poi raccontata una
seconda volta in Gen 1,16.
3. Secondo le Scritture, questo racconto della creazione fu dato a Mosè da Dio sul monte Horeb/Sinai. Come avrebbe potuto Dio spiegare a Mosè e agli israeliti che ha creato l’universo e ha dato inizio al Big Bang? Non c’era altro modo che comunicarlo al popolo con parole semplici e familiari.
La creazione dell’universo (cieli)Gen 1,1 Nel principio Dio creò i cieli e la
terra. |
La creazione della terra1,6 Poi Dio disse: «Vi sia una distesa |
Come ho già detto, ho fatto alcune riflessioni sull’Excursus
"La Creazione". Spero che Lei capisca ciò che voglio esprimere.
Se ho capito bene, in questo Excursus Lei parte dall’idea che Dio ha creato lo
spazio e la materia primordiale e ha fatto poi esplodere quest’ultima, e
attraverso questo cosiddetto Big Bang ha messo in moto l’evoluzione, creando
così nel corso di miliardi di anni l’universo così com’è oggi.
Non sono assolutamente un esperto in ambito scientifico, ma temo che la teoria
scientifica dell’origine dell’universo sia la conseguenza logica di
osservazioni, misurazioni e calcoli estremamente accurati, per dirla in
maniera semplice.
Supponendo ora che la teoria scientifica dell’origine dell’universo sia
corretta, allora Dio avrebbe potuto creare l’intero universo insieme alla
terra, così com’è oggi, in un singolo istante, senza che nulla cambiasse negli
odierni fatti scientifici.
Allo stesso modo è anche possibile che a Dio in questi sei giorni di creazione
(a prescindere dalla loro durata) non siano serviti miliardi di anni, ma che
abbia soltanto parlato, ed ecco fatto. (Credo che se parla Dio, allora
semplicemente le cose succederanno, senza bisogno di doverle prima
sviluppare). Anche questo non cambierebbe nulla nelle osservazioni, nelle
misurazioni, nei calcoli, e persino nei risultati della scienza moderna.
Ciò che mi disturba della scienza è che anche di fronte ai cosiddetti fatti
che obbligano a riconoscere l’esistenza di un Dio Creatore (ad esempio,
l’esplosione della materia primordiale), ciononostante si continui a negarne
l’esistenza. I principi fondamentali della scienza moderna escludono Dio e, di
conseguenza, secondo la mia opinione, la scienza si fonda su principi errati.
Per quanto riguarda i fatti scientifici relativi all’origine dell’universo
(evoluzione), mi chiedo che differenza c’è con una teoria. E poiché la scienza
sostiene fondamentalmente che non esiste alcun Dio Creatore come quello
rappresentato nella Bibbia, e che sta passando o in parte è già passata a
credere piuttosto all’esistenza di una forza intelligente che agisce secondo
determinate leggi cosmiche e che ci condurrà verso la perfezione, se adottiamo
le tecniche giuste (una sorta di ideologia New Age), mi viene difficile
immaginare che le teorie scientifiche si possano conciliare con il racconto
biblico della creazione. La Bibbia, la Parola di Dio, è l’unica cosa in cui
possiamo confidare quando si tratta della verità.
Se la scienza prendesse così seriamente i fatti della Bibbia come fa con le
sue osservazioni e misurazioni, e se tenesse in considerazione i fatti biblici
nei suoi calcoli e nei tentativi di dare spiegazioni (il che non vale solo per
l’origine dell’universo, ma si estende a tutti i campi), a questo mondo non
rimarrebbe più altro da fare che onorare con stupore il nostro Creatore, così
come merita.
A proposito dell’argomento "luce", mi viene in mente Apoc 21,23. Gli
scienziati di questo mondo possiedono fatti sufficienti per riconoscere Dio,
eppure solo in pochi traggono le giuste conclusioni e decidono di condurre una
vita sotto la guida di nostro Signore Gesù Cristo. Gesù Cristo disse: Nessuno
può venire a me, se non lo attira il Padre’. Poi mi viene in mente anche il
versetto: La parola della Croce è follia per quelli che vanno in perdizione,
ma per noi è la potenza di Dio’.
Le sarei grato se volesse commentare
Peter Buschauer Buschauer Peter,Annette,Susanna / https://members.vol.at/buschauermusik/Index.html)
Per rendere un po’ più interattivo questo Discorso, le singole
dichiarazioni del visitatore (in cornice nera) saranno commentate separatamente.
"Se ho capito bene, in questo Excursus Lei parte dall’idea che
Dio ha creato lo spazio e la materia primordiale"
Questo non è solo il mio pensiero, ma è un fatto, una conditio
sine qua non dell’intera creazione. Senza spazio e senza materia non
esisterebbe l’universo, né il sole, né la terra, ecc. Più o meno è come dire
"Lei parte dall’idea che Dio ha creato Adamo". Non ci sono dubbi qui, o no?
"e ha fatto poi esplodere quest’ultima, e attraverso questo
cosiddetto Big Bang ha messo in moto l’evoluzione, creando così nel corso di
miliardi di anni l’universo così com’è oggi.
Non sono assolutamente un esperto in ambito scientifico, ma temo che la teoria
scientifica dell’origine dell’universo sia la conseguenza logica di
osservazioni, misurazioni e calcoli estremamente accurati, per dirla in
maniera semplice."
Questo è corretto. La teoria del Big Bang è stata sviluppata,
tra gli altri, da George Gamow, il quale nel 1949 aveva previsto
l’esistenza della radiazione cosmica di fondo (la radiazione residua ancora
presente nell’universo e prodotta da questa violenta esplosione). I due
radioastronomi americani Penzias e Wilson scoprirono questa
radiazione cosmica di fondo nel 1965, più o meno per caso, mentre calibravano
un’antenna a microonde con la quale volevano ricercare fonti astronomiche che
generassero una radiointerferenza. Per questa scoperta vinsero il Premio Nobel
per la fisica nel 1978.
Si osservi, a tal proposito, anche la relazione dell’Università di Karlsruhe
"Die Grundlagen der Urknalltheorie", ["I fondamenti della teoria del Big Bang"]
(https://fam-pape.de/raw/ralph/studium/urknalltheorie/)
"Supponendo ora che la teoria dell’origine dell’universo sia
corretta, Dio avrebbe potuto creare l’intero universo insieme alla terra, così
com’è oggi, in un singolo istante, senza che nulla cambiasse negli odierni
fatti scientifici."
Naturalmente! Sicuramente avrebbe potuto. Ma l’ha fatto? A tal
proposito, Le suggerisco un piccolo parallelo: quando il Signore Gesù fece la
moltiplicazione dei pani e dei pesci per saziare 5000 affamati (Mar 6,30-45),
avrebbe potuto fare in modo, attraverso lo Spirito Santo, che questi 5000
affamati fossero saziati tutti in un istante. L’ha fatto? No, non l’ha fatto.
Invece, prese i cinque pani e i due pesci a disposizione e continuò a
distribuirli alle persone, finché tutti furono sazi, e rimasero ancora 12 ceste
di pane e pesci. La Bibbia ci mostra che nella Sua Creazione Dio agisce anche
sempre con la Sua Creazione, e osserva anche le leggi della natura che Egli
stesso ha stabilito. Anche Adamo non è stato "creato per magia" da Dio, ma dalla
materia già presente (polvere del suolo).
"Allo stesso modo è anche possibile che a Dio in questi sei
giorni della creazione (a prescindere dalla loro durata) non siano serviti
miliardi di anni, ma che abbia soltanto parlato, ed ecco fatto. (Credo che se
parla Dio, allora semplicemente le cose succederanno, senza bisogno di doverle
prima sviluppare)"
Sì, certamente. Ma allo stesso modo è anche possibile che a Dio
siano serviti miliardi di anni che a confronto con l’eternità di Dio
equivalgono a un istante per far sviluppare la Sua stessa Creazione in base al
Suo piano.
Dio ha anche creato Adamo, che perciò esistette. Ma ciò non vuol dire che da
allora l’essere umano non abbia subito alcuno sviluppo. Le cose succederanno
quando Dio vuole che succedano e non quando pensiamo che devono succedere.
"Anche questo non cambierebbe nulla nelle osservazioni, nelle
misurazioni, nei calcoli e persino nei risultati della scienza moderna."
Questo è assolutamente corretto.
"Ciò che mi disturba della scienza è che anche di fronte ai
cosiddetti fatti che obbligano a riconoscere l’esistenza di un Dio Creatore
(ad esempio, l’esplosione della materia primordiale), ciononostante si
continui a negarne l’esistenza. I principi fondamentali della scienza moderna
escludono Dio e, di conseguenza, secondo la mia opinione, la scienza si fonda
su principi errati."
Anche qui sono completamente d’accordo con Lei. La prego di non
confondere il mio summenzionato punto di vista con una difesa della scienza!
Condivido completamente i Suoi dubbi (anche quelli espressi qui sotto) e
sostengo l’idea che proprio gli scienziati si trovino in una posizione
privilegiata per riconoscere che il Dio Creatore esiste. Purtroppo la loro
arroganza umana e stoltezza spirituale impedisce loro di riconoscere
(accettare?) Dio come Creatore.
Di conseguenza, qui non sostengo un punto di vista scientifico, bensì un
pragmatismo biblico. Ecco un banale esempio per capire meglio: la Scrittura ci
dice che "Dio creò l’uomo" (Gen 1,27). La medicina ha dimostrato che l’essere
umano ha un cervello, due polmoni, un cuore, ecc., ecc. Si tratta di fatti
assodati e, di conseguenza, possiamo concludere che Dio ha creato l’essere umano
con un cervello, due polmoni, un cuore (l’organo per eccellenza!) ecc., ecc., -
cose che non avremmo saputo dalla Scrittura. È esattamente questo l’unico
approccio che seguo.
"Per quanto riguarda i fatti scientifici relativi all’origine
dell’universo (evoluzione), mi chiedo che differenza c’è con una teoria. E
poiché la scienza fondamentalmente sostiene che non esiste alcun Dio Creatore
come quello rappresentato nella Bibbia, che sta passando o in parte è già
passata a credere piuttosto all’esistenza di una forza intelligente che agisce
secondo determinate leggi cosmiche e che ci condurrà verso la perfezione, se
adottiamo le tecniche giuste (una sorta di ideologia New Age), mi viene
difficile immaginare che le teorie scientifiche si possano conciliare con il
racconto biblico della creazione."
Questo viene difficile immaginarlo anche a me. Penso che la
scienza sia già talmente lontana dalla conoscenza di Dio che non ritornerà mai
più su quest’argomento. Ma non è questo che mi preoccupa. Non voglio conciliare
le teorie scientifiche con il racconto della creazione, ma voglio comprendere e
spiegare il racconto della creazione alla luce delle scoperte serie disponibili.
Purtroppo questa ricerca scientifica viene praticata nella maggior parte da
persone che negano l’esistenza di Dio. Tuttavia, proprio queste persone non
riescono a negare la realtà (ovviamente non pensano a Dio) e così nei loro
risultati, quelli da prendere sul serio, possiamo riconoscere la "firma" di Dio
nella creazione.
Un altro breve esempio del fatto che i risultati scientifici seri sono destinati
a confermare semplicemente la verità della Bibbia è dato dall’età massima
dell’essere umano, il cosiddetto "limite di Hayflick". Qui abbiamo a che fare
con i cromosomi e la loro moltiplicazione. I cromosomi sono strutture lunghe e
fusiformi fatte di DNA. Il loro meccanismo di moltiplicazione comporta a ogni
divisione la perdita di un pezzetto delle loro estremità, i cosiddetti telomeri.
La loro lunghezza complessiva determina quindi l’età massima che l’essere umano
può raggiungere. E questo limite biologico massimo di 120 anni è stato
dimostrato sperimentalmente circa 30 anni fa da Leonard Hayflick, professore di
anatomia dell’Università della California di San Francisco, che così scoprì ciò
che Dio, l’Onnipotente, aveva deciso in Gen 6,3 dopo il Diluvio Universale:
«Lo Spirito mio non contenderà per sempre con l’uomo, i suoi giorni saranno quindi centovent’anni».
Gen 6,3 E l’Eterno disse: «Lo Spirito mio non contenderà per sempre con l’uomo, perché nel suo traviamento egli non è che carne; i suoi giorni saranno quindi centovent’anni». Gen 6, 3;
(Vedi anche Excursus 08: "La prima e la seconda morte.")
"La Bibbia, la Parola di Dio, è l’unica cosa in cui possiamo
confidare quando si tratta della verità."
Ho iniziato a studiare la Scrittura 37 anni fa e Le garantisco
che sono abbastanza familiare con la Bibbia. Ma dobbiamo fare molta attenzione alle
generalizzazioni. La Scrittura, ad esempio, non ci dice nulla degli aerei a
reazione. Significa che gli aerei a reazione non esistono? Vede, qui è
necessario coinvolgere la realtà nel nostro studio della Scrittura e stabilire
una connessione con essa. Ora, ovviamente, non necessariamente con riferimento
agli aerei a reazione, ma puramente come principio.
"Se la scienza prendesse così seriamente i fatti della Bibbia
come fa con le sue osservazioni e misurazioni, e se tenesse in considerazione
i fatti biblici nei suoi calcoli e nei tentativi di dare spiegazioni (il che
non vale solo per l’origine dell’universo, ma si estende a tutti i campi), a
questo mondo non rimarrebbe più altro da fare che onorare con stupore il
nostro Creatore, così come merita."
Esattamente ciò che penso anche io. Ma cosa ci impedisce in
realtà di prendere le scoperte scientifiche serie che la scienza dimostra con
calcoli e spiegazioni e conciliarle con i fatti biblici, offrendo a tutti coloro
che vogliono comprendere e credere la possibilità di glorificare il nostro
Creatore?
""A proposito dell’argomento "luce", mi viene in mente
Apoc 21,23."
Apoc 21,23 La città non ha bisogno di sole, né di
luna che la illumini, perché la gloria di Dio la illumina, e l’Agnello è la
sua lampada. Apoc 21,23;
Sì, Dio è luce, ed è stata emanata da lui la luce in questo
universo all’inizio della creazione e, dopo tutto, non potrebbe essere
altrimenti. La luce è energia, e l’energia notoriamente non può essere né creata
né distrutta, ma può essere solo trasformata. Ogni energia o "produzione",
realizzata dall’essere umano, è solo una trasformazione di energia (ad esempio,
dall’energia eolica, solare, idrica, atomica, ecc., in elettricità).
Di conseguenza, anche la luce presente nell’universo ha un’esistenza eterna e
può solo provenire da Dio, l’Eterno. Con il Suo ordine "Sia luce!" in Gen 1,3,
Dio, l’Onnipotente non ha creato il nostro piccolo sole, ma questo fu
esattamente il momento del Big Bang, quando l’intero universo fu immerso in un
inimmaginabile bagliore di luce come di miliardi e miliardi di soli, il momento
in cui per la prima volta ci fu luce a illuminare l’oscurità dell’spazio
cosmico.
Tuttavia, questa creazione passerà.
La terra e il cielo fuggirono dalla sua presenza e non ci fu più posto per loro.
Apoc 20,11 Poi vidi un grande trono bianco e colui
che vi sedeva sopra. La terra e il cielo fuggirono dalla sua presenza e non
ci fu più posto per loro. Apoc 20,11;
E Dio creerà una nuova terra e un nuovo cielo (in un nuovo
universo?).
Poi vidi un nuovo cielo e una nuova terra.
Apoc 21,1 Poi vidi un nuovo cielo e una nuova
terra, poiché il primo cielo e la prima terra erano scomparsi, e il mare non
c’era più. Apoc 21,1;
Ma prima, analogamente al Diluvio Universale, Dio trasformerà il
cielo e la terra una seconda volta per preparare la terra, profanata e devastata
dagli esseri umani, per il Regno Millenario di Pace di Suo Figlio, il nostro
Signore Gesù Cristo e Messia degli ebrei.
La terra è profanata dai suoi abitanti, perché essi hanno rotto il patto eterno.
Isa 24,3 La terra sarà del tutto vuotata,
sarà del tutto abbandonata al saccheggio, poiché il SIGNORE ha pronunciato questa
parola. 24,4 La terra è in lutto, è spossata, il mondo langue, è spossato,
gli altolocati fra il popolo della terra languono. 24,5 La terra è profanata
dai suoi abitanti, perché essi hanno trasgredito le leggi, hanno violato il
comandamento, hanno rotto il patto eterno. 24,6 Perciò una maledizione ha
divorato la terra e i suoi abitanti ne portano la pena; perciò gli abitanti della
terra sono consumati e poca è la gente che ne è rimasta. Isa 24,3-6;
Ancora una volta farò tremare non solo la terra, ma anche il cielo.
Ebr 12,26 la cui voce scosse allora la
terra e che adesso ha fatto questa promessa (Agg 2:6): «Ancora una
volta farò tremare non solo la terra, ma anche il cielo». 12,27 Or
questo «ancora una volta» sta a indicare la rimozione delle cose scosse come di
cose fatte perché sussistano quelle che non sono scosse. Ebr 12,26-27;
(Vedi anche Capitolo 08: "La
trasformazione del cielo e della terra.")
"Gli scienziati di questo mondo possiedono fatti sufficienti
per riconoscere Dio, eppure solo in pochi traggono le giuste conclusioni e
decidono di condurre una vita sotto la guida di nostro Signore Gesù Cristo.
Gesù Cristo disse: Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre’. Poi
mi viene in mente anche il versetto: La parola della Croce è follia per
quelli che vanno in perdizione, ma per noi è la potenza di Dio’."
La ricerca di vita intelligente nell’universo.Da decenni, l’umanità tenta di perlustrare il cosmo alla
ricerca di vita intelligente con un enorme dispendio finanziario,
materiale e scientifico. per qualunque cristiano biblico e conoscitore
della bibbia, però, si tratta di denaro gettato al vento, con il quale si
potrebbero piuttosto aiutare i poveri di questo mondo. |
Dio esiste?Di recente ho visto un documentario di e con Stephen Hawking,
cosmologo e fisico teorico, sull’"Origine dell’universo dal punto di vista
scientifico". Come esempio illustrativo per la sua deduzione, che non esiste alcun Dio,
egli fece marciare un lavoratore con la pala attraverso la steppa e poi gli fece scavare un
buco grande quanto un uomo. (Si veda il video di e con Stephen Hawking "Der
Ursprung des Universums aus wissenschaftlicher Sicht" [L’origine dell’Universo
dal punto di vista scientifico]). Anche l’idea di alcuni scienziati, che il Big Bang sia avvenuto
attraverso la collisione di altri due universi, sposta solo il problema. Si possono
prendere tanti universi quanti si vuole, ma rimane sempre la domanda su chi ha creato
il primo di tutti gli universi. Tuttavia, io sono abbastanza fiducioso che nei prossimi cento
anni riceveremo la risposta definitiva a questa domanda, che mostrerà che Dio
esiste. (Vedi anche discorso 122: "Ancora
224 anni fino al Millennio") |