Discorso 66 – L’amillennialismo: il regno millenario della pace è una finzione?




Israele è stato rinnegato e la comunità cristiana è il vero Israele? / Articolo di Charles D. Alexander 00, 18-04-2004

Il regno messianico sulla terra è un’eresia ebraica? / Articolo di Charles D. Alexander 01, 18-04-2004

Le tre dimensioni del governo di Dio.

Tabella – Il piano di salvezza di Dio e il suo impatto sulla creazione.

Il governo spirituale e invisibile di Dio.

Il governo celeste di Dio.

Le dieci vergini.

Il regno di Dio non sarà realizzato in maniera visibile sulla terra? / Articolo di Charles D. Alexander 02, 18-04-2004

Il governo terreno di Dio nel Millennio.

Riassunto

Il Millennio – il regno millenario della pace di Gesù Cristo.


Dale Tooley, il gestore neozelandese del sito web "Hasten The Light Ministries", dopo la sua visita su Immanuel.at, mi ha inviato l’articolo di Charles D. Alexander intitolato "Mosè o Cristo?" sull’amillennialismo, con l’invito di studiare questo argomento e prendere una posizione. Con il seguente discorso rispondo a questo invito.
(Dale Tooley daletooley@paradise.net.nz / https://www.hastenthelight.org.nz)


(I testi nella cornice nera sono citazioni dei visitatori di questo sito o di altri autori!)

(Israele è stato rinnegato e la comunità cristiana è il vero Israele? / Articolo di Charles D. Alexander 00, 18-04-2004 )

Chi vuole comprendere i profeti farebbe meglio a cominciare dalla Lettera di Paolo ai Galati, dove troverà che la chiesa dell’Antico e del Nuovo Testamento è una sola e la chiesa del Nuovo Testamento è il compimento di tutte le profezie, l’ultima fase dell’opera redentrice di Dio.

Egli scoprirà nell’epistola ai Galati chi è il vero Israele (Nota: ovvero la chiesa), a cui si rivolgono le promesse, e che non esiste nessun altro Israele e nessun ulteriore compimento di profezie. (…)

Paolo va oltre e dimostra, in base alla natura e alla storia della vera chiesa, che non ha avuto luogo alcuna interruzione tra la chiesa del Vecchio Testamento e la chiesa del Nuovo Testamento. La chiesa del Nuovo Testamento è il legittimo successore della chiesa del Vecchio Testamento. (…)

La conclusione di questo capitolo (Nota: Gal 3) è l’autorità della chiesa del Nuovo Testamento e la base del suo inconfutabile diritto di essere il legittimo successore di Abramo, il vero Israele, la vera circoncisione (non nella carne ma nello spirito), l’erede delle promesse e dei privilegi e delle speranze dell’Israele del Vecchio Testamento.

Di conseguenza – "Se siete di Cristo, siete dunque discendenza d’Abraamo, eredi secondo la promessa." (versetto 29). Questa meravigliosa frase annulla l’Antica Alleanza, abolisce la legge, il tempio e la circoncisione, pone fine alla missione dello stato ebraico, pone fine ai loro esclusivi diritti e privilegi, e fornisce la chiave per la comprensione della legge (Nota: Torah = i 5 libri di Mosè), delle opere bibliche (Nota: Salmi, Proverbi, ecc.), e dei Profeti dell’Antico Testamento.

(Questo è un estratto dall’articolo "Mosè o Cristo?" di Charles D. Alexander, presente sul sito web https://www.eschatology.org.nz di "Hasten The Light Ministries".)



L’opinione rappresentata qui sopra da C. Alexander contiene l’argomentazione tipica di una visione di fede cristiana, che si chiama "Amillennialismo" (a = forma greca di negazione: "nessun millennio") e – come già dice il nome – nega l’interpretazione biblicamente garantita di un regno millenario della pace di nostro Signore Gesù Cristo, come l’ultimo di tutti i regni terreni, alla fine dei tempi e prima della fine di questo mondo.

Come sarà dimostrato in seguito, questo rifiuto non si basa sulla mancanza di prove bibliche, ma solo e soltanto sul fatto, non si sa per quale ragione, che non si vuole riconoscere a Israele il futuro status di "capo delle nazioni", cioè di potenza mondiale, promesso dalla Scrittura.

Infatti così parla il SIGNORE: «Innalzate canti di gioia per Giacobbe, prorompete in grida, per il capo delle nazioni;

Ger 31,6 Infatti verrà il giorno in cui le guardie grideranno sul monte di Efraim: "Alzatevi, saliamo a Sion, al SIGNORE, nostro Dio"». 31,7 Infatti così parla il SIGNORE: «Innalzate canti di gioia per Giacobbe, prorompete in grida, per il capo delle nazioni; fate udire le vostre lodi, e dite: "SIGNORE, salva il tuo popolo, il residuo d’Israele!" 31,8 Ecco, io li riconduco dal paese del settentrione, e li raccolgo dalle estremità della terra; tra di loro sono il cieco e lo zoppo, la donna incinta e quella in doglie di parto: una gran moltitudine, che ritorna qua. 31,9 Vengono piangenti e imploranti; li guido, li conduco ai torrenti, per una via diritta dove non inciamperanno; perché sono diventato un padre per Israele, ed Efraim è il mio primogenito. Ger 31,6-9;

Avverrà, negli ultimi giorni, che il monte della casa del SIGNORE si ergerà sulla vetta dei monti, e sarà elevato al di sopra dei colli;

Isa 2,1 Parola che Isaia, figlio di Amots, ebbe in visione, riguardo a Giuda e a Gerusalemme. 2,2 Avverrà, negli ultimi giorni, che il monte della casa del SIGNORE si ergerà sulla vetta dei monti, e sarà elevato al di sopra dei colli; e tutte le nazioni affluiranno a esso. 2,3 Molti popoli vi accorreranno, e diranno: «Venite, saliamo al monte del SIGNORE, alla casa del Dio di Giacobbe; egli ci insegnerà le sue vie, e noi cammineremo per i suoi sentieri». Da Sion, infatti, uscirà la legge, e da Gerusalemme la parola del SIGNORE. 2,4 Egli giudicherà tra nazione e nazione e sarà l’arbitro fra molti popoli; ed essi trasformeranno le loro spade in vomeri d’aratro, e le loro lance, in falci; una nazione non alzerà più la spada contro un’altra, e non impareranno più la guerra. 2,5 Casa di Giacobbe, venite, e camminiamo alla luce del SIGNORE! Isa 2,1-5;


Ora, è sicuramente vero che Israele, rifiutando il suo Messia quasi duemila anni fa, ha già allora impedito questo governo del Figlio di Dio promesso dalla Scrittura, mandando così se stesso come popolo in disgrazia e in rovina e causando la dispersione e la persecuzione mondiale. Inoltre, è corretto dire che Israele da quel momento non ha più potuto chiedere il perdono dei suoi peccati.


A causa del rifiuto del loro Messia, quando venne da loro per stabilire il suo regno (Mat 11,13-14), tutte le promesse di Dio che erano state profetizzate loro in riferimento a questa situazione – compreso il perdono in un solo giorno di tutti i loro peccati – non poterono essere realizzate in quel momento.

«E rimuoverò l’iniquità di questo paese in un sol giorno.»

Zac 3,9 Ecco la pietra che ho posto davanti a Giosuè: su quest’unica pietra ci sono sette occhi; ecco, io inciderò la sua iscrizione», dice l’Eterno degli eserciti, «e rimuoverò l’iniquità di questo paese in un sol giorno. 3,10 In quel giorno», dice l’Eterno degli eserciti, «ognuno di voi inviterà il suo vicino sotto la sua vite e sotto il suo fico». Zac 3,9-10;


D’altra parte, come previsto dalla fede mosaica, il perdono convenzionale dei peccati per mezzo di un animale sacrificale, può essere effettuato in conformità al rito solo se a Gerusalemme ci sono un tempio e un altare sacrificale, sul quale questo animale viene offerto a Dio Onnipotente in segno di riconciliazione.

Dopo che entrambi furono distrutti dai soldati di Tito nell’anno 70, da quel momento non c’è stata più alcuna possibilità per gli Israeliti di riconciliarsi con il loro Dio – al di là di una conversione alla fede in Gesù Cristo e dell’accettazione del perdono dei peccati per grazia attraverso il sacrificio redentore del Signore.

Tuttavia, solo ignorando completamente i relativi passaggi biblici – presenti in gran numero – si può concludere che in questo modo Israele sarebbe stato respinto per sempre dal suo Dio e che ciò avrebbe aperto la strada per proclamare la comunità cristiana come il "vero" e unico Israele e per riferire ormai tutte le profezie e le promesse del Vecchio e Nuovo Testamento esclusivamente ad essa.

Di conseguenza, i rappresentanti dell’amillennialismo sostengono anche che le profezie dell’AT e del NT relative al Millennio, il regno millenario del Figlio di Dio sulla terra, in cui Israele come "capo delle nazioni" ricoprirà un posto straordinariamente importante, non saranno realizzate. Ciò evidentemente perché li priverebbe della loro presunta ragione d’essere il "vero Israele" – e poiché, di conseguenza, non si può permettere che questo accada, tale possibilità deve essere semplicemente esclusa.

Questa esclusione degli ebrei è in definitiva la ragione principale per cui questa denominazione rifiuta, anzi deve necessariamente rifiutare, il Millennio. Il termine "amillennialismo" secondo tale visione è quindi una conseguenza di un conflitto molto più profondo, cioè quello tra ebraismo e cristianesimo.

(Vedi anche Capitolo 09: "Il ritorno del residuo d’Israele e il resto delle nazioni.")


Ora, l’affermazione dell’autore citato sopra, secondo cui si potrebbe trovare la comprensione dei profeti dell’AT nella lettera di Paolo ai Galati, mostra ancora una volta molto chiaramente a cosa sono dovute tali opinioni e interpretazioni unilaterali. Se si vuole spiegare tutto l’AT a partire da un solo libro della Bibbia – anzi, da un solo capitolo di questo libro – il risultato naturalmente non può che essere una visione parziale molto limitata e settaria.

Per salvare qui l’obiettività, anche solo in maniera approssimativa, e per riconoscere l’effettivo insegnamento di Paolo, sarebbe necessario esaminare almeno altre sue epistole relative a questo argomento. Faremo anche questo, oltre a osservare brevemente alcuni estratti della lettera di Paolo ai Romani.

Anche tra i cristiani di Roma allora si levò l’opinione che Israele secondo la carne fosse caduto e fosse stato respinto e che ormai la nuova comunità cristiana avrebbe preso il posto di Israele nel piano di salvezza di Dio. E questo è ciò di cui Paolo parlava molto concretamente nella sua lettera:
Sono (i Israeliti) forse inciampati perché cadessero? No di certo!

Rom 11;11 Ora io dico: sono forse inciampati perché cadessero? No di certo! Ma a causa della loro caduta la salvezza è giunta agli stranieri per provocare la loro gelosia. 11;12 Ora, se la loro caduta è una ricchezza per il mondo e la loro diminuzione è una ricchezza per gli stranieri, quanto più lo sarà la loro piena partecipazione! Rom 11,11-12;

Se t’insuperbisci, sappi che non sei tu che porti la radice, ma è la radice che porta te.

Rom 11,15 Infatti, se il loro ripudio è stato la riconciliazione del mondo, che sarà la loro riammissione, se non un rivivere dai morti?11,16 Se la primizia è santa, anche la massa è santa; se la radice è santa, anche i rami sono santi. 11,17 Se alcuni rami sono stati troncati, mentre tu, che sei olivo selvatico, sei stato innestato al loro posto e sei diventato partecipe della radice e della linfa dell’olivo, 11,18 non insuperbirti contro i rami; ma, se t’insuperbisci, sappi che non sei tu che porti la radice, ma è la radice che porta te. 11,19 Allora tu dirai: «Sono stati troncati i rami perché fossi innestato io». 11,20 Bene: essi sono stati troncati per la loro incredulità e tu rimani stabile per la fede; non insuperbirti, ma temi. 11,21 Perché se Dio non ha risparmiato i rami naturali, non risparmierà neppure te. 11,22 Considera dunque la bontà e la severità di Dio: la severità verso quelli che sono caduti; ma verso di te la bontà di Dio, purché tu perseveri nella sua bontà; altrimenti, anche tu sarai reciso. Rom 11,15-22;


Qui Paolo rimprovera i romani e ricorda loro che sono solo "rami d’olivo selvatici" che sono stati innestati sull’"olivo" naturale, Israele. E li minaccia che anche loro potrebbero essere recisi, se non perseverano nella bontà di Dio e profetizza che anche Israele sarà nuovamente accolto.

E ora alcuni interpreti cercano di disinnescare la forza esplosiva di questo testo inequivocabile, sostenendo che queste affermazioni di Paolo sull’accettazione di Israele si riferiscano alla possibilità che gli ebrei si convertano al cristianesimo. Ma che questo non sia il caso, si riconosce nei versi seguenti, dove Paolo ancora una volta riprende il suo esempio dell’olivo e mostra ai Romani che Dio può anche innestare di nuovo i rami naturali dell’olivo - cioè l’Israele di fede mosaica.

Quanto più essi, che sono i rami naturali, saranno innestati nel loro proprio olivo.

Rom 11,23 Allo stesso modo anche quelli, se non perseverano nella loro incredulità, saranno innestati; perché Dio ha la potenza di innestarli di nuovo. 11,24 Infatti se tu sei stato tagliato dall’olivo selvatico per natura e sei stato contro natura innestato nell’olivo domestico, quanto più essi, che sono i rami naturali, saranno innestati nel loro proprio olivo. Rom 11,23-24;


E poi Paolo scrive di un mistero che vuole rivelare ai romani, affinché non siano presuntuosi:

Infatti, fratelli, non voglio che ignoriate questo mistero, affinché non siate presuntuosi.

Rom 11,25 Infatti, fratelli, non voglio che ignoriate questo mistero, affinché non siate presuntuosi: un indurimento si è prodotto in una parte d’Israele, finché non sia entrata la totalità degli stranieri; 11,26 e tutto Israele sarà salvato, così come è scritto (Isaia 59,20; Geremia 31,33): «Il liberatore verrà da Sion. 11,27 Egli allontanerà da Giacobbe l’empietà; e questo sarà il mio patto con loro, quando toglierò via i loro peccati». 11,28 Per quanto concerne il vangelo, essi sono nemici per causa vostra; ma per quanto concerne l’elezione, sono amati a causa dei loro padri; 11,29 perché i doni e la vocazione di Dio sono irrevocabili. 11,30 Come in passato voi siete stati disubbidienti a Dio, e ora avete ottenuto misericordia per la loro disubbidienza, 11,31 così anch’essi sono stati ora disubbidienti, affinché, per la misericordia a voi usata, ottengano anch’essi misericordia. 11,32 Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disubbidienza per far misericordia a tutti. Rom 11,25-32;

Quindi, qui non si tratta degli ebrei che si sono convertiti al cristianesimo, ma qui si tratta di "tutto Israele" – cioè tutta la casa credente d’Israele, come profetizza anche Ezechiele in Ez 37,11-14:

Quando aprirò le vostre tombe e tirerò fuori la casa d’Israele dalle vostre tombe, e voi tornerete in vita, o popolo mio!

Ez 37,11 Egli mi disse: «Figlio d’uomo, queste ossa sono tutta la casa d’Israele. Ecco, essi dicono: "Le nostre ossa sono secche, la nostra speranza è svanita, noi siamo perduti!"
37,12 Perciò, profetizza e di’ loro: Così parla il Signore, DIO: "Ecco, io aprirò le vostre tombe, vi tirerò fuori dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi ricondurrò nel paese d’Israele. 37,13 Voi conoscerete che io sono il SIGNORE, quando aprirò le vostre tombe e vi tirerò fuori dalle vostre tombe, o popolo mio! 37,14 E metterò in voi il mio Spirito, e voi tornerete in vita; vi porrò sul vostro suolo, e conoscerete che io, il SIGNORE, ho parlato e ho messo la cosa in atto", dice il SIGNORE». Ez 37,11-14;


Come base della sua argomentazione, Paolo cita sopra in Rom 11,26-27 l’Antico Testamento e precisamente il Salmo 53,7, da un lato, e poi Amos 9,14-15:

Quando Dio farà ritornare gli esuli del suo popolo, Giacobbe esulterà, Israele si rallegrerà.

Ps 53,6 Oh, chi darà da Sion la salvezza d’Israele? Quando Dio farà ritornare gli esuli del suo popolo, Giacobbe esulterà, Israele si rallegrerà. Ps 53,6;

Io libererò dall’esilio il mio popolo, Israele; Io li pianterò nella loro terra.

Amos 9,14 Io libererò dall’esilio il mio popolo, Israele; essi ricostruiranno le città desolate e le abiteranno; pia nteranno vigne e ne berranno il vino; coltiveranno giardini e ne mangeranno i frutti. 9,15 Io li pianterò nella loro terra e non saranno mai più sradicati alla erra che io ho dato loro», dice il SIGNORE, il tuo Dio. Amos 9,14-15;


Come molti altri passi biblici su questo argomento, anche questi testi si riferiscono a quel nuovo patto che Dio farà con Israele:

«iEcco, i giorni vengono», dice il SIGNORE, «in cui io farò un nuovo patto con la casa d’Israele e con la casa di Giuda.»

Ger 31,31 Ecco, i giorni vengono», dice il SIGNORE, «in cui io farò un nuovo patto con la casa d’Israele e con la casa di Giuda; 31,32 non come il patto che feci con i loro padri il giorno che li presi per mano per condurli fuori dal paese d’Egitto: patto che essi violarono, sebbene io fossi loro signore», dice il SIGNORE;
31,33 «ma questo è il patto che farò con la casa d’Israele, dopo quei giorni», dice il SIGNORE: «io metterò la mia legge nell’intimo loro, la scriverò sul loro cuore, e io sarò loro Dio, ed essi saranno mio popolo. Ger 31,31-33;

 Giorni vengono", dice il SIGNORE, "in cui io riporterò dall’esilio il mio popolo d’Israele e di Giuda".

Ger 30,3 poiché ecco, i giorni vengono", dice il SIGNORE, "in cui io riporterò dall’esilio il mio popolo d’Israele e di Giuda", dice il SIGNORE, "e li ricondurrò nel paese che diedi ai loro padri, ed essi lo possederanno"». Ger 30,3;


D’altra parte, Paolo si riferisce alle dichiarazioni dell’AT sul perdono dei peccati, che Israele otterrà poi attraverso il suo Dio in quel tempo:

La dispersione di Israele era la sua punizione. In questo modo è stata espiata l’iniquità di Giacobbe.

Isa 27,6 In avvenire, Giacobbe metterà radice, Israele fiorirà e germoglierà, e copriranno di frutta la faccia del mondo. 27,7 Il SIGNORE ha colpito il suo popolo come ha colpito quelli che colpivano lui? L’ha forse ucciso come ha ucciso quelli che uccidevano lui? 27,8 Tu l’hai punito con misura mandandolo lontano, portandolo via con il tuo soffio impetuoso, in un giorno di vento orientale.

27,9 In questo modo è stata espiata l’iniquità di Giacobbe, e questo è il frutto della rimozione del suo peccato: egli ha ridotto tutte le pietre degli altari come pietre di calce frantumate, in modo che gli idoli di Astarte e le colonne solari non risorgeranno più. Isa 27, 6- 9;

Io toglierò via l’iniquità di questo paese in un solo giorno.

Zac 3,9 Infatti, guardate la pietra che io ho posta davanti a Giosuè; sopra un’unica pietra stanno sette occhi; ecco, io vi inciderò quello che deve esservi inciso", dice il SIGNORE degli eserciti, "e toglierò via l’iniquità di questo paese in un solo giorno. 3,10 In quel giorno", dice il SIGNORE degli eserciti, "voi vi inviterete gli uni gli altri sotto la vite e sotto il fico"». Zac 3, 9-10;


Ezechiele profetizza anche riguardo a questo giorno in cui il peccato d’Israele sarà cancellato da Dio, menzionando un dettaglio interessante:

Così parla il Signore, DIO: "Il giorno che io vi purificherò di tutte le vostre iniquità.

Ez 36,33 Così parla il Signore, DIO: "Il giorno che io vi purificherò di tutte le vostre iniquità, farò in modo che le città saranno abitate e le rovine saranno ricostruite; 34 la terra desolata sarà coltivata, invece d’essere una desolazione agli occhi di tutti i passanti. 36,35 Si dirà: ’Questa terra che era desolata, è diventata come il giardino d’Eden; e queste città che erano deserte, desolate, rovinate, sono fortificate e abitate’. 36,36 Le nazioni che saranno rimaste attorno a voi conosceranno che io, il SIGNORE, ho ricostruito i luoghi distrutti e ripiantato il luogo deserto. Io, il SIGNORE, parlo, e mando la cosa a effetto". Ez 36,33-36;


Quindi, come possiamo vedere, Paolo non sostiene affatto l’interpretazione secondo cui la chiesa sia "l’erede delle promesse e dei privilegi e delle speranze dell’Israele del Vecchio Testamento" e perciò il "vero Israele". Con un breve sguardo alla lettera ai Romani, l’autore avrebbe potuto constatare che per Paolo "la missione dello stato ebraico" non solo non è terminata, ma, al contrario, inizia solo quando sarà entrata la totalità delle nazioni. Allora tutto Israele sarà salvato e in un nuovo patto con il suo Dio svolgerà i suoi incarichi nel regno di pace del Messia (Rom 11,25-27). Allora tutte le promesse dell’AT riferite a Israele finalmente si realizzeranno. E precisamente con Israele e nessun altro, come dice Paolo sopra in Rom 11,29:

perché i doni e la vocazione di Dio sono irrevocabili.


Ciò che viene profetizzato a Israele si compirà con Israele, ciò che viene profetizzato alla chiesa si compirà con la chiesa.

Questo e anche i testi dell’Antico Testamento citati sopra a tal proposito mostrano l’insostenibilità delle affermazioni amillennialistiche e sono ormai la prova biblica inconfutabile che il popolo d’Israele sarà riunito nella sua terra per il Millennio. E precisamente alla fine dei giorni e per opera del loro Dio. Non nel 1948 e da parte dei sionisti di un Theodor Herzl! E come dice Ezechiele sopra in Ez 36,36, le nazioni conosceranno allora che Dio è il Signore. Se la fondazione dello stato d’Israele nel 1948 fosse stato questo raduno promesso da Dio, il mondo intero avrebbe già dovuto conoscere Dio, oltre a riconoscerne la sua esistenza. Ma come tutti sappiamo, siamo lontani da questo. Miliardi di persone continuano a negare il Dio della Bibbia o adorano idoli, e una gran parte, se non la stragrande maggioranza, del popolo d’Israele stesso è di fatto senza religione.

(Vedi anche Discorso 08: "Il raduno di Israele: già dal 1948 o non prima degli Ultimi Tempi?")


(I testi nella cornice nera sono citazioni dei visitatori di questo sito o di altri autori!)

(Il regno messianico sulla terra è un’eresia ebraica? / Articolo di Charles D. Alexander 01, 18-04-2004)

A volte i grandi uomini sono stati trascinati dalle pretese ebraiche di perenne privilegio e supremazia. – "Persino Barnaba fu trascinato dalla loro ipocrisia". (Gal 2:13) (…)

Ai giorni nostri, le stesse eresie ebraiche hanno quasi schiacciato la teologia delle chiese evangeliche e distrutto la predicazione efficace della Parola. L’errore ha assunto forme diverse al giorno d’oggi, ma scaturisce dalla stessa origine ebraica, la cui base fondamentale è che il privilegio e la supremazia degli ebrei siano perenni e che la chiesa del Nuovo Testamento sia, nel migliore dei casi, un accordo provvisorio delle misure preventive per tirare avanti fino a quando siano state raccolte in misura sufficiente le risorse di una divinità priva di un piano e quasi incapace e per imporre finalmente una soluzione ebraica al problema della redenzione.

Uno sguardo a qualsiasi scritto missionario per l’evangelizzazione ebraica lo mostra abbastanza chiaramente. Le dichiarazioni degli attuali leader ebraici sono citate diligentemente per giustificare 2.000 anni di infedeltà ebraica, e dovrebbero dimostrare che l’attesa ebraica di un regno messianico sulla terra, con la restaurazione del tempio, dei sacrifici e del sacerdozio, sia la vera interpretazione della profezia, e invece fu proprio perché Giovanni Battista e Cristo non proclamarono un tale regno sulla terra, fatto di gloria e privilegio terreni e visibili per gli ebrei che l’uno fu denunciato a Erode e l’altro fu crocifisso da Pilato.

(Questo è un estratto dall’articolo "Mosè o Cristo?" di Charles D. Alexander, presente sul sito web https://www.eschatology.org.nz di "Hasten The Light Ministries".)



Nel suddetto ulteriore estratto dall’articolo di C. Alexander, il piano di salvezza di Dio per ebrei e cristiani viene fatto derivare da un unico libro biblico – la lettera di Paolo ai Galati. Il regno messianico sulla terra – il Millennio – è descritto come "eresia ebraica" e Dio Onnipotente come una "divinità priva di un piano e quasi incompetente". La definizione "regno di Dio", che è molto importante in questo contesto e che Paolo menziona in Gal 5,21, non viene analizzata sulla base della Scrittura, né vengono esaminate le dichiarazioni bibliche dell’AT e del NT relative a questo argomento. Di conseguenza, al fine di soddisfare questo comandamento dell’esegesi biblica seria, verrà poi effettuata un’analisi un po’ più dettagliata con passi scritturali tratti da diversi libri biblici.

La definizione "regno di Dio" è usata nel NT in tutti e quattro i vangeli, nel libro degli Atti, così come in alcune lettere di Paolo e anche nell’Apocalisse. Il significato letterale è: "governo (greco: basileia) di Dio" e indica il potere esecutivo di Dio in questo regno. Solo l’evangelista Matteo utilizza per questa definizione anche l’espressione "regno dei cieli", ma che anche qui nel testo originale significa "governo dei cieli" e ha lo stesso contenuto semantico di "regno di Dio".

Molte chiese cristiane, tuttavia, si sono purtroppo appropriate di questo concetto di regno di Dio senza un esame più approfondito, e tra molti credenti non solo regna incertezza, ma semplicemente ignoranza sul significato e sul contenuto di questa definizione.

Inoltre, anche negli ambienti teologici esistono, comunque, alcune incertezze, che sono principalmente dovute alla traduzione un po’ fuorviante di "regno" di Dio. Ciò richiama alla mente – più inconsciamente che consciamente – un "territorio", una "regione", che poi costringe immediatamente il successivo ragionamento a fissarsi su una determinata idea.



Le tre dimensioni del governo di Dio.

Se ora prendiamo la definizione originale di "governo" di Dio, riconosciamo molto meglio la dimensione completamente diversa di questa affermazione. E con ciò, anche le tre ‘dimensioni’ del regno di Dio possono essere spiegate meglio. Il regno – cioè il governo – di Dio è sempre lì, dove Dio ha il dominio.

-  Nella sua prima fase spirituale, nello spirito dell’uomo "dentro di voi", come dice anche il Signore.

-  Nella sua seconda fase materiale e terrena, nel Millennio, il regno millenario della pace di nostro Signore Gesù Cristo sulla terra. Poiché Cristo riceverà il suo potere e la sua gloria dal Padre, anche questo sarà un governo di Dio.

-  Nella sua terza e ultima fase, nella Nuova Creazione nell’eternità, quando il Figlio consegnerà il dominio al Padre e Dio sarà tutto in tutti.


Nella sua prima lettera ai Corinzi, Paolo delinea queste tre fasi in modo abbastanza preciso:

Poi verrà la fine, quando consegnerà il regno nelle mani di Dio Padre.

1Cor 15,22 Poiché, come tutti muoiono in Adamo, così anche in Cristo saranno tutti vivificati; 15,23 ma ciascuno al suo turno: Cristo, la primizia; poi quelli che sono di Cristo, alla sua venuta; 15,24 poi verrà la fine, quando consegnerà il regno nelle mani di Dio Padre, dopo che avrà ridotto al nulla ogni principato, ogni potestà e ogni potenza. 15,25 Poiché bisogna ch’egli regni finché abbia messo tutti i suoi nemici sotto i suoi piedi.

15,26 L’ultimo nemico che sarà distrutto sarà la morte. 15,27 Difatti, Dio ha posto ogni cosa sotto i suoi piedi; ma quando dice che ogni cosa gli è sottoposta, è chiaro che colui che gli ha sottoposto ogni cosa, ne è eccettuato. 15,28 Quando ogni cosa gli sarà stata sottoposta, allora anche il Figlio stesso sarà sottoposto a colui che gli ha sottoposto ogni cosa, affinché Dio sia tutto in tutti. 1Cor 15,22-28;


Paolo qui parla del fatto, che in Cristo saranno tutti vivificati – cioè risorti. Come primizia, Cristo stesso è risorto dopo la sua crocifissione ed è salito al Padre in cielo. Poi, alla sua venuta – cioè al Ritorno del Signore – coloro che appartengono a Cristo risorgeranno. Questo si riferisce al Risveglio dai Morti in Cristo e al loro Rapimento (1Cor 15,50-53; Mat 24,29-31) insieme ai credenti in vita dopo la prima fase della Grande Tribolazione. Fino a questo momento, Dio regna solo nello spirito dei credenti. Questa è la prima fase – quella spirituale – del governo di Dio.

(Vedi anche Capitolo 062: "Il Ritorno del Signore – 2ª Parte: Il Rapimento.".)


"Poi verrà la fine, quando consegnerà il regno nelle mani di Dio Padre, dopo che avrà ridotto al nulla ogni principato, ogni potestà e ogni potenza". Per "fine" si intende, ovviamente, la Fine del Mondo. Prima, però, questo "regno", che sarà poi consegnato alla fine, viene stabilito come il regno millenario della pace del Figlio di Dio sulla terra (Apoc 20,4-5). Dio regna in Gesù Cristo su tutto il mondo. Non ci saranno guerre e ogni dominio umano e ogni violenza sarà abolita. Questo è il secondo governo di Dio – quello terreno.

(Vedi anche Capitolo 10: "Il Millennio".)


Alla fine di questi mille anni – e quindi alla fine del mondo – dopo la Risurrezione e il Giudizio Universale (Apoc 20,11-15), il primo cielo e la prima terra scompariranno e Dio creerà una nuova terra e un nuovo cielo – la Nuova Creazione (Apoc 21,1). E a questo punto il Figlio consegnerà a Dio e Padre il precedente regno terreno, in cui ha spazzato via ogni violenza e ogni dominio umani, come dice Paolo sopra, in 1Cor 15,28: "allora anche il Figlio stesso sarà sottoposto a colui che gli ha sottoposto ogni cosa, affinché Dio sia tutto in tutti". Questo è, dunque, il terzo stato del governo di Dio, quello celeste ed eterno.


Il piano di salvezza di Dio e il suo impatto sulla creazione.(FORMATO LARGO)


Tre fasi e
dieci epoche


Il giorno della salvezza e
il tempo della grazia


Il giorno della vendetta e
l’anno misericordioso del Signore


La Fine del Mondo e
la Nuova Creazione

Le battaglie

La Guerra in cielo
Apoc 12:7
La Battaglia di Harmaghedon
Apoc 19:11-19
L’Ultima Guerra
Apoc 20:7-10

I vincitori

Michele e i suoi angeli vinceranno
Satana e i suoi angeli
Apoc 12:8
Gesù Cristo e il suo esercito
vinceranno Satana e l’Anticristo
Apoc 19:20-21
Dio e l’esercito celeste
vinceranno Satana e l suoi eserciti
Apoc 20:9

Lo sconfitto

Satana e i suoi angeli furono gettato dal cielo
sulla terra
Apoc 12:9; Luca 10,18
Satana sarà gettato  nell’abisso

Apoc 20:1-3
Satana sarà gettato nello stagno di
fuoco
Apoc 20:10

Le Risurrezioni

Il Risveglio dei santi alla morte del
Signore
Mat 27:52-53
La Prima Risurrezione dei martiri

Apoc 20:4-6
La Risurrezione Universale

Apoc 20:11-15

I giudizi

Il giudizio: il principe di questo
mondo è stato cacciato fuori
Giov 12:31
Il giudizio delle paghe
alla Prima Resurrezione dei martiri
Apoc 20:4
Il Giudizio Universale -
la messe della terra è matura
Apoc 20:12-13

Il Giorno di Dio

Il giorno della misericordia di Dio
egli diviene uomo nel suo Figlio
Luca 2:11
Il Giorno dell’ira di Dio -
piaghe, terremoti e fuoco
Apoc 8:1-13, 9:1-21
Il giorno del giudizio rivelarsi con
fuoco
2Piet 3:7

Dio crea tutto di nuovo

Il peccato è vinto. Tutto è compiuto

Giov 19:30
La Trasformazione di Cielo e
Terra.
Apoc 16:17-20
Il primo cielo e la prima terra sono
passati
Apoc 20:11

La nuova vita

Il Vangelo: La verità è la salvezza
del mondo
2Tess 2:10
Il cielo e la terra rinnovati

Ebr 12:26-27
La creazione del nuovo cielo e della
nuova terra
Apoc 21:1

Dio è con loro


Il regno dello Spirito Santo :
Il tempo della grazia: Dio abita nello
spirito dei fedeli
1Cor 3:16
Il regno del Figlio:
Il tempo della pace: Dio abita
presso gli uomini nel suo tempio
Apoc 20:6
Il regno del Padre:
Il tempo eterno: Gli uomini abitano
presso di Dio. Senza più tempio
Apoc 21:22

Lo Spirito di Dio


Dio dà lo Spirito Santo a quelli che
lo pregano
Luca 11:13
Dio spanderà il suo Spirito sopra i
sui servi e sopra le sue serve
Atti 2:17-18
Lo Spirito di Dio abita  in tutti loro

Apoc 21:3


(Vedi anche Capitolo 11: "La fine del mondo.")

(Vedi anche Capitolo 12: "La Risurrezione.")

(Vedi anche Capitolo 13: "Il Giudizio Universale.")

(Vedi anche Capitolo 14. "La Nuova Creazione.")

(Vedi anche Discorso 94: "Il Regno di Dio e i suoi eredi.")


Ma questo dimostra che i due punti di vista opposti riguardo al regno di Dio,

-  da un lato, quello degli amillennialisti, che pensano che il regno di Dio sia da intendersi solo ed esclusivamente come dimensione spirituale e in nessun caso come regno terreno, e 

-  dall’altro lato l’autocoscienza di molte chiese e congregazioni, che riferiscono il "regno di Dio" a se stessi stabilendo così una connessione falsa e, per di più, esclusivamente terrena.


rappresentano punti di vista estremi e non reggono ad un esame più attento attraverso la Scrittura. Come è stato spiegato sopra, il regno di Dio ha sia una dimensione spirituale, sia una dimensione terrena-materiale, sia una celeste. Tuttavia, mentre le chiese, negando tutte le dichiarazioni bibliche su questo argomento, vogliono evidentemente solo tutelare il loro significato e la loro sfera di influenza, gli amillennialisti, con la loro visione, contemplano almeno la dimensione spirituale e quella celeste. Il fatto che non possano accettare il governo di Dio sulla terra nel Millennio è comprensibile, dato che rifiutando gli ebrei come popolo di Dio, di tutte le promesse della Scrittura, che vengono profetizzate proprio al popolo d’Israele nel Millennio, non sanno naturalmente cosa farsene.

(Vedi anche la tabella alla fine del documento: "Il piano trifase di Dio.")


Dopo questa analisi del concetto di "governo di Dio", ci occuperemo adesso in maniera più dettagliata delle singole fasi del governo di Dio.



Il governo spirituale e invisibile di Dio.

Consideriamo ora, prima di tutto, in che modo il Signore Gesù Cristo ha descritto questo regno dei cieli/regno di Dio:

Il regno dei cieli è simile a un granello di senape che un uomo prende e semina nel suo campo.

Mat 13,31 Egli propose loro un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape che un uomo prende e semina nel suo campo. 13,32 Esso è il più piccolo di tutti i semi; ma, quand’è cresciuto, è maggiore degli ortaggi e diventa un albero; tanto che gli uccelli del cielo vengono a ripararsi tra i suoi rami». Mat 13,31-32;

Il regno dei cieli è simile al lievito che una donna prende e nasconde in tre misure di farina.

Mt 13,33 Disse loro un’altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito che una donna prende e nasconde in tre misure di farina, finché la pasta sia tutta lievitata».

13,34 Tutte queste cose disse Gesù in parabole alle folle e senza parabole non diceva loro nulla, 13,35 affinché si adempisse quello che era stato detto per mezzo del profeta: «Aprirò in parabole la mia bocca; proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo» Mat 13,33-35;


In entrambe le parabole di cui sopra riconosciamo lo stesso principio: il regno di Dio non è un evento che si manifesta improvvisamente a una persona – o all’umanità. Ha chiaramente la caratteristica di diffondersi lentamente ma costantemente nel mondo – tra le persone che si avvicinano alla fede. Questo è confermato anche dalla parabola seguente, dove per la prima volta viene espressa l’esistenza di un evidente "fattore di disturbo" in questo contesto:

Il regno dei cieli è simile a un granello di senape che un uomo prende e semina nel suo campo.

Mat 13,24 Egli propose loro un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che aveva seminato buon seme nel suo campo. 13,25 Ma mentre gli uomini dormivano, venne il suo nemico e seminò le zizzanie in mezzo al grano e se ne andò. 13,26 Quando l’erba germogliò ed ebbe fatto frutto, allora apparvero anche le zizzanie. 13,27 E i servi del padrone di casa vennero a dirgli: "Signore, non avevi seminato buon seme nel tuo campo? Come mai, dunque, c’è della zizzania?"

13,28 Egli disse loro: "Un nemico ha fatto questo". I servi gli dissero: "Vuoi che andiamo a coglierla?" 13,29 Ma egli rispose: "No, affinché, cogliendo le zizzanie, non sradichiate insieme con esse il grano. 13,30 Lasciate che tutti e due crescano insieme fino alla mietitura; e, al tempo della mietitura, dirò ai mietitori: "Cogliete prima le zizzanie, e legatele in fasci per bruciarle; ma il grano, raccoglietelo nel mio granaio". Mat 13,24-30;


Per noi oggi sembra incredibile che i discepoli stessi non abbiano compreso appieno il significato di questa parabola. Ma dobbiamo considerare che noi possiamo osservare quasi duemila anni di interpretazione della Bibbia e, di conseguenza, abbiamo familiarità con molte metafore che erano completamente nuove e sconosciute ai discepoli di allora.

 I suoi discepoli gli si accostarono, dicendo: «Spiegaci la parabola delle zizzanie nel campo».

Mat 13,36 Allora Gesù, licenziate le folle, se ne ritornò a casa e i suoi discepoli gli si accostarono, dicendo: «Spiegaci la parabola delle zizzanie nel campo».

13,37 Ed egli, rispondendo disse loro: »Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. 13,38 Il campo è il mondo, il buon seme sono i figli del regno, e la zizzania sono i figli del maligno, 13,39 e il nemico che l’ha seminata è il diavolo, mentre la mietitura è la fine del mondo, e i mietitori sono gli angeli.

13,40 Come dunque si raccoglie la zizzania e si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. 13,41 Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, ed essi raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e gli operatori d’iniquità, 13,42 e li getteranno nella fornace del fuoco. Lì sarà pianto e stridor di denti.

13,43 Allora i giusti risplenderanno come Il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi da udire, oda!«. Mat 13,36-43;


Così anche qui abbiamo lo stesso principio descritto sopra: il "seme" viene seminato e lasciato crescere indisturbato. E ancora: nemmeno la zizzania, che ha messo radici anche tra il seme buono, viene estirpata. Tutto cresce del tutto liberamente fino al momento della mietitura, la Fine del Mondo. Allora – e solo allora – arriverà il momento in cui tutto il campo viene "mietuto", cioè raccolto, e il grano viene separato dalle erbacce.

Abbastanza simile è la parabola della rete da pesca:

Il regno dei cieli è pure simile ad una rete gettata in mare, che raccoglie ogni sorta di cose.

Mat 13,47Il regno dei cieli è pure simile ad una rete gettata in mare, che raccoglie ogni sorta di cose. 13,48 Quando è piena, i pescatori la tirano a riva e, postisi a sedere, raccolgono ciò che è buono nelle ceste, mentre gettano via quello non buono.

13,49 Cosí avverrà alla fine del mondo, gli angeli verranno e separeranno i malvagi dai giusti 13,50 e li getteranno nella fornace del fuoco. Lí sarà pianto e stridor di denti. 13,51 Gesù disse loro: »Avete capito tutte queste cose?«. Essi gli dissero: »Sì Signore«.

3,52 Ed egli disse loro: »Perciò ogni scriba, ammaestrato per il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che trae fuori dal suo tesoro cose nuove e vecchie«. Mat 13,47-52;


Anche qui, c’è il "raccolto" dopo che la rete viene tirata su. E viene anche descritta la separazione del pesce buono dal pesce non buono. Un ulteriore aspetto, che sembra essere molto importante soprattutto per la nostra analisi qui, è la menzione del momento di questo "raccolto". Sia nella parabola della zizzania nel campo, che in quella della rete da pesca, qui sopra, è espressamente indicato che il raccolto avverrà "alla Fine del Mondo" (Nuova Riveduta). E, inoltre, il Signore spiega qui in maniera molto concreta, che in quel momento gli angeli verranno e separeranno i malvagi – cioè la zizzania o il pesce non buono – dai giusti.

IA differenza di quanto detto qui sopra, al Ritorno del Signore per il Rapimento, al sesto sigillo, prima del Giorno dell’Ira di Dio e ancora prima del Millennio, gli angeli non riuniranno i malvagi tra i giusti, ma il contrario, gli eletti tra i non credenti, e li rapiranno per condurli al Signore nell’aria, come il Signore promette in Mat 24,30-31:

E manderà i suoi angeli con gran suono di tromba per riunire i suoi eletti dai quattro vent.

Mat 24,30 Allora apparirà nel cielo il segno del Figlio dell’uomo; e allora tutte le tribù della terra faranno cordoglio e vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nuvole del cielo con gran potenza e gloria.

24,31 E manderà i suoi angeli con gran suono di tromba per riunire i suoi eletti dai quattro venti, da un capo all’altro dei cieli. Mat 24,30-31;


Noi oggi, che viviamo nel tempo della grazia – cioè dalla risurrezione del Signore fino al suo Ritorno – possiamo essere salvati attraverso la fede in Gesù Cristo. Una volta che il Signore sarà venuto "sulle nuvole del cielo con gran potenza e gloria" e tutti gli uomini lo avranno visto, il tempo della grazia, il tempo della salvezza per fede sarà terminato. Allora non ci sarà più fede, ma piuttosto la visione del Figlio di Dio, e le uniche alternative saranno: onorare questo Dio o soccombere.

(Vedi anche Discorso 49: "Gli eletti in Mat 24,31: la comunità cristiana degli Ultimi Tempi o Israeliti?.")

(Vedi anche Discorso 65: "I due nel campo in Mat 24,40: chi sarà preso, chi lasciato?" )



Il governo celeste di Dio.

La seguente affermazione del Signore, tuttavia, non è più una parabola.

Venite, voi, i benedetti del Padre mio; ereditate il regno che v’è stato preparato fin dalla fondazione del mondo.

Mat 25,31 »Ora, quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti gli angeli, allora si siederà sul trono della sua gloria. 25,32 E tutte le genti saranno radunate davanti a lui; ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri. 25,33 E metterà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra.

25,34 Allora il re dirà a quelli della sua destra: "Venite, voi, i benedetti del Padre mio; ereditate il regno che v’è stato preparato fin dalla fondazione del mondo. Mat 25,31-34;


Da un punto di vista cronologico, anche in questo testo ci troviamo al momento del Giudizio Universale, dopo la Risurrezione Universale alla fine del mondo. Le "genti" di cui il Signore parla qui sono i morti e poi risorti – giusti e malvagi – che, infatti, vengono da tutto il mondo, da tutte le nazioni. Dunque, si tratta di quell’evento, a cui ci siamo sempre riferiti nelle parabole del "raccolto".

Più avanti in questo discorso degli Ultimi Tempi del Signore si parla anche molto concretamente dei giusti che erediteranno la vita eterna e dei maledetti che andranno nel fuoco eterno.

Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno!

Mat 25,41 Allora dirà anche a quelli della sua sinistra: "Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli! Mat 25,41;

Questi se ne andranno a punizione eterna; ma i giusti a vita eterna».

Mat 25,46 Questi se ne andranno a punizione eterna; ma i giusti a vita eterna». Mat 25,46;


Dai passi biblici citati finora, possiamo constatare quanto segue:

-  Gesù Cristo ha seminato il buon seme del regno di Dio tra l’umanità nel campo del mondo.

-  Il diavolo ha sparso nel mezzo il suo seme dell’infedeltà e della malvagità. 

-  Dio lascia che entrambi crescano indisturbati tra l’umanità fino al raccolto, cioè fino alla Fine del Mondo.

-  Mentre al Ritorno del Signore prima del Millennio i morti in Cristo saranno rapiti insieme ai credenti in vita, tutti gli altri morti – giusti e malvagi – rimarranno nel regno dei morti fino alla fine di questo mondo.

-  Allora verrà il Figlio di Dio con i suoi angeli e separerà i giusti dai malvagi.

-  Gli uni erediteranno la vita eterna nel regno celeste di Dio, mentre gli altri saranno gettati nel fuoco eterno.n.


Da questa sequenza si può vedere che sebbene tutto, dalla "semina" al "raccolto", sia spiegato con il termine "regno di Dio", l’effettivo e reale regno di Dio, il "granaio", non è di natura materiale. Per il momento per noi umani è una categoria spirituale, paragonabile per esempio alla decisione di un o una giovane di praticare sport agonistico. Naturalmente serve una certa forma fisica. Tuttavia, per ottenere capacità fisiche da gara attraverso un allenamento duro e costante, è necessaria prima una decisione a livello mentale. Deve cambiare mentalità e impegnarsi completamente nell’obiettivo scelto. Deve trascurare la maggior parte degli altri bisogni, affinché attraverso la disciplina e il duro lavoro possa finalmente diventare un campione.

Vediamo che anche qui il successo visibile è preceduto da una fase di decisione mentale, si potrebbe anche dire di lotta spirituale. E proprio come nello sport ci sono troppo spesso persone che alla fine non riescono a sostenere la disciplina e non vogliono più fare i sacrifici necessari, anche nella fede ci sono persone che hanno iniziato, ma poi si sono tirate indietro con scarso entusiasmo. Il Signore ci avverte anche di questo in Luc 14,28-30:

Quest’uomo ha cominciato a costruire e non ha potuto terminare.

Luca 14,28 Chi di voi, infatti, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolare la spesa per vedere se ha abbastanza per poterla finire? 14,29 Perché non succeda che, quando ne abbia posto le fondamenta e non la possa finire, tutti quelli che la vedranno comincino a beffarsi di lui, dicendo: 14,30 "Quest’uomo ha cominciato a costruire e non ha potuto terminare". Luca 14,28-30;


Che ora, nella parabola della mietitura di cui sopra, la zizzania venga bruciata senza arrivare nel granaio, è comprensibile. Meno ovvio, tuttavia, è il fatto che, naturalmente, anche tra i semi buoni non tutti portano il loro frutto, come mostra la parabola successiva:

Un’altra cadde nella buona terra e portò frutto, dando il cento, il sessanta, il trenta per uno.

Mat 13,1 In quel giorno Gesù, uscito di casa, si mise a sedere presso il mare; 13,2 e una grande folla si radunò intorno a lui; cosicché egli, salito su una barca, vi sedette; e tutta la folla stava sulla riva.

13,3 Egli insegnò loro molte cose in parabole, dicendo: «Il seminatore uscì a seminare. 13,4 Mentre seminava, una parte del seme cadde lungo la strada; gli uccelli vennero e la mangiarono.

13,5 Un’altra cadde in luoghi rocciosi dove non aveva molta terra; e subito spuntò, perché non aveva terreno profondo; 13,6 ma, levatosi il sole, fu bruciata; e, non avendo radice, inaridì.

13,7 Un’altra cadde tra le spine; e le spine crebbero e la soffocarono.

13,8 Un’altra cadde nella buona terra e portò frutto, dando il cento, il sessanta, il trenta per uno.

13,9 Chi ha orecchi oda». Mat 13,1-9;

(Vedi anche Excursus 01: "L’interpretazione delle scritture profetiche." [non ancora disponibile in Italiano, leggi in tedesco / leggi in inglese])



Le dieci vergini.

Anche nella ben nota parabola successiva delle dieci vergini non si parla più dei miscredenti e dei senza Dio. Tutte e dieci sono invitate al matrimonio, quindi tutte e dieci devono essere credenti.

Allora il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini.

Mat 25,1 «Allora il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini le quali, prese le loro lampade, uscirono a incontrare lo sposo.

25,2 Cinque di loro erano stolte e cinque avvedute; 25,3 le stolte, nel prendere le loro lampade, non avevano preso con sé dell’olio; 25,4 mentre le avvedute, insieme con le loro lampade, avevano preso dell’olio nei vasi. 25,5 Siccome lo sposo tardava, tutte divennero assonnate e si addormentarono.

25,6 Verso mezzanotte si levò un grido: "Ecco lo sposo, uscitegli incontro!" 25,7 Allora tutte quelle vergini si svegliarono e prepararono le loro lampade. 25,8 E le stolte dissero alle avvedute: "Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono". 25,9 Ma le avvedute risposero: "No, perché non basterebbe per noi e per voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene!" 25,10 Ma, mentre quelle andavano a comprarne, arrivò lo sposo; e quelle che erano pronte entrarono con lui nella sala delle nozze, e la porta fu chiusa.

25,11 Più tardi vennero anche le altre vergini, dicendo: "Signore, Signore, aprici!" 25,12 Ma egli rispose: "Io vi dico in verità: Non vi conosco".

25,13 Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora. Mat 25,1-13;


Anche questo testo esprime molto chiaramente che con "regno di Dio" qui non si intende ancora né un luogo geografico né uno stato finale, ma lo sviluppo di una certa disposizione spirituale tra l’umanità. Queste cinque vergini stolte non hanno pensato al fatto che probabilmente avrebbero dovuto aspettare più a lungo e che, di conseguenza, era necessario che le loro lampade fossero piene d’olio, né hanno pensato di portare con sé un vaso di olio di riserva per essere preparate a tale eventualità.

Naturalmente queste sono tutte metafore,. Ma ciò che in realtà questa parabola vuole dirci, è che queste cinque vergini stolte non avevano alcun interesse reale e profondo di partecipare alle nozze dello sposo. Questa è la loro vera colpa. Non si erano affatto preparate. Avevano semplicemente preso le lampade così com’erano – senza nemmeno controllare quanto olio contenessero, figuriamoci poi se ne procuravano una scorta. Conosciamo simili situazioni per esperienza quotidiana: quando qualcuno fa o deve fare qualcosa che in realtà non vuole fare, allora si verificano sempre degli errori.

Qualcosa di simile accade nell’esperienza di fede. Così come le vergini stolte si distinguono per la loro mancanza di precauzione, che le porta ad avere troppo poco olio nelle loro lampade rendendole così inadatte a svolgere il loro compito, i cristiani moderati, a causa della loro superficialità, sono soggetti a una valutazione del tutto errata della loro posizione spirituale. E sebbene sia difficile anche giudicare per gli estranei, alla fine – quando giungerà il Signore – la verità verrà indubbiamente alla luce.

Ma proprio per tali fratelli e sorelle c’è una possibilità, che certamente è contenuta nella parabola di cui sopra, ma che non è esplicitata. Se immaginiamo che proprio all’inizio, all’arrivo delle vergini, qualcuno fosse andato a dire a queste stolte di considerare che avevano troppo poco olio nelle loro lampade, allora sarebbe pensabile che alcune di loro sarebbero corse di fretta alla bottega più vicina per procurarsi abbastanza olio per la loro lampada. E con questo avrebbero salvato la loro vita – in ritardo ma appena in tempo – e sarebbero potute entrare nel regno di Dio.

Ora, per evitare qualsiasi malinteso: l’olio nella parabola di cui sopra non simboleggia né i risultati ottenuti né le buone azioni né indica determinate capacità o talenti. Questo olio non si trova neanche in qualche evento cristiano, né in chiese o congregazioni, né presso certi predicatori o evangelisti. Non lo troviamo là fuori. È dentro di noi, come ci dice il Signore qui sotto in Luca 17,21. Quando vogliamo controllare il nostro "livello dell’olio", la cosa migliore da fare è andare nella nostra stanza, chiudere la porta dietro di noi e parlare con il nostro Dio attraverso lo Spirito. Gli esponiamo i nostri pensieri, le nostre preoccupazioni e i nostri bisogni, e chiediamo il Suo aiuto e la giusta conoscenza del nostro stato di fede. E il Signore ci risponderà nel tempo che segue e ci farà sapere se siamo sulla retta via o se dobbiamo ancora cambiare qualcosa nella nostra vita.

Così, nella sfera della vita umana, il regno di Dio può essere paragonato a un atteggiamento spirituale. E come abbiamo visto sopra con le dieci vergini, non è facile distinguere chi ha l’atteggiamento giusto. Al loro arrivo, nessuno sarebbe stato in grado di dire chi di loro avesse risposto all’invito per convinzione e chi no.

E questo è esattamente ciò che il Signore disse ai farisei quando gli chiesero quando sarebbe venuto il regno di Dio.

Il regno di Dio non viene in modo da attirare gli sguardi.

Luca 17,20 Interrogato poi dai farisei sul quando verrebbe il regno di Dio, rispose loro: «Il regno di Dio non viene in modo da attirare gli sguardi; né si dirà: 17,21 "Eccolo qui", o "eccolo là"; perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi». Luca 17,20-21;


Il regno – il governo – di Dio, dunque, è in mezzo a noi. Alcuni (ad esempio Jubiläumsbibel, [Bibbia del Giubileo], King James [Re Giacomo], Nuova Diodati) traducono questo passaggio anche con "dentro di voi", che sottolinea la dimensione spirituale di questo governo di Dio. Ma anche se riferiamo questa indicazione direttamente alla persona di Gesù, che a quel tempo era effettivamente "in mezzo" a loro, l’aspetto spirituale di questa affermazione rimane pienamente intatto, poiché allora il Signore, infatti, non aveva stabilito il suo regno, ma attraverso la sua morte sulla croce era iniziato il tempo della grazia e della salvezza per fede.

Ed è questa fede che è "dentro" di noi. Ma è anche attraverso di essa che Gesù Cristo può effettivamente essere "in mezzo" a noi, come ci dice il Signore in Mat 18,19-20:

Poiché dove due o tre sono riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro.

Mat 18,19 E in verità vi dico anche: se due di voi sulla terra si accordano a domandare una cosa qualsiasi, quella sarà loro concessa dal Padre mio che è nei cieli. 18,20 Poiché dove due o tre sono riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro». Mat 18,19-20;


(I testi nella cornice nera sono citazioni dei visitatori di questo sito o di altri autori!)

((Il regno di Dio non sarà realizzato in maniera visibile sulla terra? / Articolo di Charles D. Alexander 02, 18-04-2004

Ipotizziamo che il martirio di Giovanni e la crocifissione del Salvatore siano per sempre la risposta definitiva a questa interpretazione della profezia che fa cadere la chiesa, mette al bando il vangelo e introduce per "Israele secondo la carne" un regno terreno e una comunità nazionale che è falsamente considerata come il regno dei cieli.

Il fatto che alcuni (ma non tutti) teologi riformati ed esegeti del passato abbiano parzialmente sottaciuto questo errore non può essere valutato, perché, da un punto di vista umano, sono tutti vissuti prima di questa posizione dispensazionalista della profezia, che ha trasformato un errore in un’eresia.

Questo lusso oggi non ce lo possiamo permettere. Questa teoria ha iniziato a diventare funesta e distruttiva a causa della sua espansione in una successione di "epoche"(nota: "dispensazioni"), alle quali appartengono certe parti ben definite della Scrittura, che si uniscono per escludere "la chiesa" dalla Parola divina fino a ridurla a una piccola frazione di essa. La teoria ebraica è predominante. Sono state inventate una moltitudine di "seconde venute" e "ultimi giudizi". L’abolizione del vangelo è stata proclamata con grande entusiasmo, perché la base del premillenarismo (nota: dottrina del regno millenario) è che un altro vangelo, chiamato "il vangelo del regno", prenderà il posto del vangelo della grazia quando "la chiesa" sarà al sicuro, fuori dai piedi.

Questa distorsione della Sacra Scrittura, ora così distruttivamente predominante, è la ragione essenziale di tutti i "culti" moderni che negli ultimi 150 anni si sono sviluppati dall’evangelicalismo e che annunciano tutti un "vangelo diverso", che è senza eccezione una vera dottrina delle "opere", poi presentata negli ambienti ortodossi con il nome altisonante di "vangelo del regno".

Questo termine, ricorre nel Nuovo Testamento naturalmente in senso molto buono, ma non è in alcun modo separabile dal "regno" del vangelo, che non è né qui né là, né a Gerusalemme, né in Samaria, né a Roma, ma "in mezzo a voi" Luca 17:20-21). Il "vangelo del regno" descritto dai nostri premillenaristi ricorda molto quello proclamato dalla setta nota come Testimoni di Geova.

L’inconseguenza dei teologi del passato (ma per il resto ortodossi), che seguivano la fantasia millenaristica, è confermata dai nostri attuali dispensazionisti, i quali, indignati, rimuovono dai titoli dei capitoli della versione autorizzata della Bibbia tutti i riferimenti alla "chiesa" presenti nei titoli dei profeti dell’AT.

(Questo è un estratto dall’articolo "Mosè o Cristo?" di Charles D. Alexander, presente sul sito web https://www.eschatology.org.nz di "Hasten The Light Ministries".)



L’autore di cui sopra, quindi, sostiene che:

"… la base del premillenarismo è che un altro vangelo, chiamato "il vangelo del regno", prenderà il posto del vangelo della grazia".

Ed è chiaramente dell’opinione, che questo "vangelo del regno" è un vangelo falso e non conforme alla Scrittura, e accusa tutti coloro che predicano questo vangelo di "distorsione della Sacra Scrittura". Diamo quindi un’occhiata a ciò che la Bibbia dice del vangelo del regno:

Gesù andava attorno per tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe e predicando il vangelo del regno.

Mat 4,23 Gesù andava attorno per tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe e predicando il vangelo del regno, guarendo ogni malattia e ogni infermità tra il popolo. Mat 4,23;

Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, predicando il vangelo del regno.

Mat 9,35 Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, predicando il vangelo del regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Mat 9,35;

Questo vangelo del regno sarà predicato in tutto il mondo.

Mat 24,14 E questo vangelo del regno sarà predicato in tutto il mondo, affinché ne sia resa testimonianza a tutte le genti; allora verrà la fine. Mat 24,14;

Ma quando ebbero creduto a Filippo che portava loro il lieto messaggio del regno di Dio.

Atti 8,12 Ma quando ebbero creduto a Filippo che portava loro il lieto messaggio del regno di Dio e il nome di Gesù Cristo, furono battezzati, uomini e donne. Atti 8,12;


Queste prove bibliche non hanno certo bisogno di ulteriori commenti, tuttavia, ci si chiede come proprio quegli interpreti, che qui si attengono alla Bibbia proclamando, come nostro Signore Gesù Cristo, il vangelo del regno, possano essere accusati dagli amillennialisti di "distorsione della Scrittura".

Nell’Antico Testamento i riferimenti al governo di Dio sulla terra, il regno millenario della pace di nostro Signore Gesù Cristo, sono così numerosi e questa profezia è così ben documentata come forse nessun’altra promessa della Bibbia. (un’analisi più dettagliata si trova nel capitolo 10: Il Millennio.) Questa sembra essere anche la ragione per cui l’autore di cui sopra eviti l’Antico Testamento e voglia qui riferirsi esclusivamente al Nuovo Testamento. Ma anche nel Nuovo Testamento ci sono prove inconfutabili della realtà di questo governo millenario di Dio sulla terra.

(Vedi anche Kapitel 10: "Il Millennio".)




Il governo terreno di Dio nel Millennio.

Le ulteriori affermazioni nell’articolo di cui sopra, secondo cui Cristo

"non proclamò un tale regno di gloria e privilegio terreni e visibili per gli ebrei sulla terra"

e

"la chiesa del Nuovo Testamento è il compimento di tutte le profezie, l’ultima fase dell’opera redentrice di Dio"

non solo sono confutate dalle dichiarazioni del Signore più sopra in Mat 4,23; 9,35 e 24,14, ma sono anche in palese contraddizione con la sua dichiarazione in Mat 5,17-18:

Non pensate che io sia venuto per abolire la legge o i profeti; io sono venuto non per abolire ma per portare a compimento.

Mat 5,17 «Non pensate che io sia venuto per abolire la legge o i profeti; io sono venuto non per abolire ma per portare a compimento. 5,18 Poiché in verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, neppure un iota o un apice della legge passerà senza che tutto sia adempiuto. Mat 5,17-18;


Tutte le promesse dell’AT che sono state fatte al popolo ebraico dal loro e dal nostro Dio si realizzeranno senza eccezioni. Chi non lo vuole accettare, non ha ancora capito il piano di salvezza di Dio – sia per la chiesa che per Israele. La chiesa del Nuovo Testamento realizzerà la sua salvezza nel Risveglio dai Morti e nel Rapimento al Ritorno del Signore. Il popolo di Dio di Israele, tuttavia, riprenderà il suo cammino di salvezza nel regno millenario della pace del Figlio di Dio qui sulla terra e sotto la guida di questo loro Messia diventerà poi la nazione leader sulla terra. L’evidente paura degli amillennialisti che la chiesa nel Millennio sarebbe in balia delle rivendicazioni di potere di Israele, è, perciò, del tutto irrilevante, perché in quel momento la chiesa – come testimoniano molti passi della Bibbia – non sarà più sulla terra, ma sarà rapita e si troverà in cielo.

(Vedi anche Diskorso 38: "Cosa possono aspettarsi cristiani ed ebrei dal Ritorno del Signore?"[non ancora disponibile in Italiano, leggi in tedesco / leggi in inglese])

Per dimostrare ora che abbiamo riferimenti assolutamente inequivocabili sul regno millenario del Signore Gesù anche nel Nuovo Testamento, citiamo qui Apoc 20,1-7:

Egli afferrò il dragone, il serpente antico, cioè il diavolo, Satana, lo legò per mille anni.

Apoc 20,1 Poi vidi scendere dal cielo un angelo con la chiave dell’abisso e una grande catena in mano. 20,2 Egli afferrò il dragone, il serpente antico, cioè il diavolo, Satana, lo legò per mille anni, 20,3 e lo gettò nell’abisso che chiuse e sigillò sopra di lui perché non seducesse più le nazioni finché fossero compiuti i mille anni; dopo i quali dovrà essere sciolto per un po’ di tempo. Apoc 20, 1- 3;

Saranno sacerdoti di Dio e di Cristo e regneranno con lui quei mille anni.

Apoc 20,4 Poi vidi dei troni. A quelli che vi si misero seduti fu dato di giudicare. E vidi le anime di quelli che erano stati decapitati per la testimonianza di Gesù e per la parola di Dio, e di quelli che non avevano adorato la bestia né la sua immagine e non avevano ricevuto il suo marchio sulla loro fronte e sulla loro mano. Essi tornarono in vita e regnarono con Cristo per mille anni.

20,5 Gli altri morti non tornarono in vita prima che i mille anni fossero trascorsi. Questa è la prima risurrezione.20, 6 Beato e santo è colui che partecipa alla prima risurrezione. Su di loro non ha potere la morte seconda, ma saranno sacerdoti di Dio e di Cristo e regneranno con lui quei mille anni. Apoc 20, 4- 6;

Satana e uscirà per sedurre le nazioni che sono ai quattro angoli della terra.

Apoc 20,7 Quando i mille anni saranno trascorsi, Satana sarà sciolto dalla sua prigione 20,8 e uscirà per sedurre le nazioni che sono ai quattro angoli della terra, Gog e Magog, per radunarle alla battaglia: il loro numero è come la sabbia del mare. 20,9 E salirono sulla superficie della terra e assediarono il campo dei santi e la città diletta; ma un fuoco dal cielo discese e le divorò. Apoc 20,7-9;


Come si dovrebbero interpretare allora questi 1000 anni secondo gli amillennialisti? Quando qui si dice:

-  " lo legò Satana per mille anni …"

-  " … perché non seducesse più le nazioni finché fossero compiuti i mille anni …"

-  " … regneranno con Cristo quei mille anni …"

-  " … saranno sacerdoti di Dio e di Cristo e regneranno con lui quei mille anni."

-  " … Gli altri morti non tornarono in vita prima che i mille anni fossero trascorsi …"

-  " … Quando i mille anni saranno trascorsi, Satana sarà sciolto dalla sua prigione …"


e poi si indica esplicitamente in Apoc 20,8 che tutto questo accadrà "sulla terra", come fanno gli amillennialisti semplicemente a ignorare tutto questo?

Anche negli Atti Pietro indica esplicitamente nel suo secondo discorso che Dio ci manderà il predestinato Gesù Cristo, che il cielo deve tenere accolto, fino ai tempi della restaurazione di tutte le cose.

Gesù che il cielo deve tenere accolto fino ai tempi della restaurazione di tutte le cose.

Atti 3,19 Ravvedetevi dunque e convertitevi, perché i vostri peccati siano cancellati 3,20 e affinché vengano dalla presenza del Signore dei tempi di ristoro e che egli mandi il Cristo che vi è stato predestinato, cioè Gesù, 3,21 che il cielo deve tenere accolto fino ai tempi della restaurazione di tutte le cose; di cui Dio ha parlato fin dall’antichità per bocca dei suoi santi profeti. Atti 3,19-21;


Ma anche nei Vangeli ci sono prove del regno di Dio sulla terra. Nel Vangelo di Matteo il Signore Gesù nella preghiera più importante che ci ha lasciato – il Padre Nostro – ci esorta a pregare, tra le altre cose, come segue:

Sia fatta la tua volontà, come in cielo, anche in terra.

Mat 6,9 Voi dunque pregate così: "Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; 6,10 venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo, anche in terra. Mat 6, 9-10;


Per i cristiani biblici queste parole sono prima di tutto una prova del fatto che Dio è in cielo. Ora il cielo è una dimensione completamente diversa – non è la terra. Poi viene il comandamento di santificare il nome di Dio e in seguito la preghiera:

"venga il tuo regno".


Il Signore Gesù ci esorta, dunque, a pregare il Padre, affinché venga il suo regno. Ma dove? In cielo? Questo non può essere, dato che lì regna già Dio, come dice il versetto precedente. Si tratta della preghiera, affinché il regno di Dio possa prendere posto sulla terra. Ed è proprio questo ciò che conferma la prossima preghiera, che fa così:

"sia fatta la tua volontà, come in cielo, anche in terra!"


Questa è ancora una volta la conferma che il Padre regna in cielo, perché lì è fatta la sua volontà. Ma poi con le parole "come in cielo, così in terra" viene ripetuta di nuovo la preghiera, affinché il regno di Dio venga in terra e con ciò che anche la volontà di Dio non sia fatta solo in cielo ma anche in terra.

Ora, chiunque qui sia convinto che il regno di Dio sia già cominciato sulla terra e che Dio l’Onnipotente abbia assunto il governo di questo mondo, o soffre di una perdita totale della realtà o sta pregando un Dio diverso. Non Dio, ma il diavolo – nonostante sia già stato giudicato e cacciato dal cielo – governa ancora questo mondo. Dalla morte del Signore e fino agli Ultimi Tempi egli è "il principe di questo mondo", come il Signore conferma in Giov – 14,30:

Io non parlerò più con voi per molto, perché viene il principe di questo mondo.

Giov 14,30 Io non parlerò più con voi per molto, perché viene il principe di questo mondo. Egli non può nulla contro di me; Giov – 14,30;


E così, senza alcun dubbio, possiamo riconoscere anche nel Nuovo Testamento che il regno di Dio, il regno millenario della pace di nostro Signore Gesù Cristo con il popolo di Dio di Israele sulla terra, è conforme alla Scrittura, reale e chiaramente una profezia per il futuro.



Riassunto


Lasciando da parte le parole di odio dell’autore verso tutti coloro che prendono sul serio le profezie bibliche relative al millennio, rimangono le seguenti affermazioni sostanziali:

-  la chiesa è presumibilmente l’unico successore del popolo di Dio dell’Antico Testamento

-  è presumibilmente l’erede di tutte le promesse, i privilegi e le speranze di Israele

-  è presumibilmente il vero Israele – non esiste un altro Israele

-  presumibilmente tutte le promesse erano rivolte a lei ed è la realizzazione di tutte le profezie

-  tutte le profezie dell’Antico Testamento sono, di conseguenza, presumibilmente senza senso

-  presumibilmente non si realizzeranno ulteriori profezie

-  di conseguenza, anche un regno millenario della pace è presumibilmente una finzione.



Ma come si è potuto dimostrare nell’analisi di cui sopra, basata sulla Scrittura, questa visione – anche e soprattutto in riferimento al Millennio – è del tutto inesatta, e l’autore, di conseguenza, non potrebbe nemmeno più pregare la Preghiera del Signore – il Padre Nostro – perché, contrariamente alla sua stessa convinzione, così facendo chiederebbe a Dio la venuta di questo regno del Millennio.

Ma in particolare l’esclusione, completamente non biblica, del popolo d’Israele dal piano di salvezza di Dio non solo fa pensare a un’aberrazione teologica, ma soprattutto solleva la questione, se l’amillennialismo non possa essere anche una forma sublimata di antisemitismo.

Secondo la promessa del Signore, infine, in Mat – 5,17: "Non pensate che io sia venuto per abolire la legge o i profeti; io sono venuto non per abolire ma per portare a compimento", alla domanda citata all’inizio nel titolo dell’articolo di C. Alexander si può rispondere solo con la constatazione che il futuro del mondo voluto da Dio non si chiama "Mosè o Cristo?", ma

Mosè e Cristo!