Diciotto argomentazioni per collocare il Rapimento prima della Grande Tribolazione. / Libro di René Pache 00, pag. 92 ss.
Argomentazione 1:La chiesa deve affrontare l’"ora della tentazione"?
Argomentazione 2: La Grande
Tribolazione è l’"ira dell’Agnello"?
Argomentazione 3: La Grande
Tribolazione è il "giudizio dalla casa di Dio"?
Argomentazione 4: I credenti sono
"salvati" prima della Grande Tribolazione?
Argomentazione 5: La chiesa degli
Ultimi Tempi sfugge alla Grande Tribolazione o siamo noi cristiani a farlo da
quasi 2000 anni?
Argomentazione 6: L’Anticristo
prima del Ritorno del Signore, cioè il Rapimento "subito dopo la tribolazione di
quei giorni" nella Grande Tribolazione!
Tabella – La Grande Tribolazione –
cronologia degli eventi.
Argomentazione 7: La battaglia di
Harmaghedon avviene alla fine della Grande Tribolazione?
Argomentazione 8: I credenti di
tutti i tempi partecipano alla Prima Resurrezione?
Argomentazione 9: La chiesa
giudicherà i martiri?
Argomentazione 10: Gli eletti
devono fuggire al Rapimento o devono resistere?
Argomentazione 11: Le profezie
relative a Israele seguono il loro corso prima o dopo la Grande Tribolazione?
Argomentazione 12: Nessuna delle
epistole parla dei dettagli della Grande Tribolazione?
Argomentazione 13: Le lettere
dell’Apocalisse sono collocate cronologicamente?
Argomentazione 14: I 24 anziani
dell’Apocalisse sono la chiesa?
Argomentazione 15: La donna in
cielo di Apocalisse 12 è la chiesa?
Argomentazione 16: La chiesa è la
"sposa dell’Agnello"
Argomentazione 17: Si può tornare
alla "fede" dopo il Ritorno visibile del Signore?
Argomentazione 18: Gli
"ambasciatori di Dio" vengono richiamati per sicurezza già prima della Grande
Tribolazione?
Tabella – Sequenza e durata degli eventi negli Ultimi Tempi.
Il primo e il secondo Anticristo Prima Parte, Discorso 86
‘Perché allora vi sarà una grande tribolazione, quale non v’è stata dal principio del mondo fino ad ora, né mai più vi sarà. Se quei giorni non fossero stati abbreviati nessuno scamperebbe; ma, a motivo degli eletti, quei giorni saranno abbreviati... Subito dopo la tribolazione di quei giorni, il sole si oscurerà, la luna non darà più il suo splendore, le stelle cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno scrollate. Allora apparirà nel cielo il segno del Figlio dell’uomo; e allora tutte le tribù della terra faranno cordoglio e vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nuvole del cielo con gran potenza e gloria. E manderà i suoi angeli con gran suono di tromba per riunire i suoi eletti dai quattro venti, da un capo all’altro dei cieli.’ Mat 24,21-22.29-31.
Dal nostro punto di vista, questi sono coloro che si convertono dopo il
Rapimento della chiesa durante il dominio dell’Anticristo. (…)
Sembra, tuttavia, che la chiesa sarà rapita prima della Grande Tribolazione.
Numerosi passaggi supportano questa ipotesi.
Estratto dal libro "Die Wiederkunft Christi" ("Le retour du Jésu‒Christ")
["il Ritorno di Gesù Cristo"] di René Pache, R. Brockhaus Verlag, Wuppertal.
In seguito, R. Pache presenta 18 argomentazioni che dovrebbero dimostrare la dottrina del Pre‒Rapimento(pretribolazionismo). Sulla base della nuova visione degli eventi degli Ultimi Tempi presentata nel Discorso 86 – in particolare la distinzione tra la Grande Tribolazione con il primo Anticristo, l’"uomo del peccato", come Paolo lo chiama in 2Tess 2,3, e il Giorno dell’ira di Dio, con il secondo, l’Anticristo demoniaco, descritto da Giovanni nell’Apocalisse come la "bestia che viene dal mare" – sarà qui verificata la plausibilità di questo ragionamento di R. Pache sulla base della Scrittura.
(Vedi anche la tabella seguente: "La Grande Tribolazione – cronologia degli eventi.")
Prima di tutto, ecco un breve riassunto delle
osservazione contenute nel Discorso 86: dall’analisi lì effettuata, risulta
evidente che la Grande Tribolazione ha uno scenario completamente diverso da
quello comunemente accettato fino ad ora. La causa di questa errata valutazione
è la mancata distinzione dei due Anticristi e delle rispettive circostanze a
loro collegate. Un’altra conseguenza di ciò è la confusione tra la Grande
Tribolazione (primo Anticristo, "l’uomo del peccato", guerre civili in tutto il
mondo, catastrofi climatiche e carestie) e il Giorno del Signore e dell’ira di
Dio (secondo Anticristo, "la bestia che viene dal mare", dominio del mondo da
parte di forze demoniache). Questo Giorno dell’ira di Dio culmina nei Giudizi
delle coppe (Apoc 16,1-21), che si riversano sul secondo Anticristo demoniaco e
sui suoi adoratori, e termina con la battaglia di Harmaghedon (Apoc 19,11-21),
dove questo demone viene finalmente sconfitto e distrutto insieme al suo falso
profeta.
Quindi qui abbiamo a che fare evidentemente con due Anticristi, che sono
tuttavia identici:
o Una volta l’Anticristo in forma umana, l’"uomo
del peccato", come lo chiama Paolo. Egli è un tiranno terreno negli Ultimi Tempi
e ottiene il suo potere per mezzo di Satana. Egli compie segni e prodigi
bugiardi e fonda il suo dominio sull’inganno e sull’iniquità (2Tess 2,7-10). Il
Signore lo uccide al momento del suo Ritorno per il Rapimento dei fedeli con il
soffio della sua bocca, infliggendogli un colpo mortale con la spada affilata
che esce dalla sua bocca (Apoc 3,1-16).
o Satana poi risuscita dai morti questo uomo
ucciso in Apoc 13,1 e ora gli conferisce tutta la sua potenza e la sua forza,
dandogli persino il suo trono (Apoc 13,23). Questo demone eserciterà il dominio
assoluto sulla terra e farà uccidere tutti gli uomini che non
lo adorano (Apoc 13,15). Ora questo è il secondo Anticristo demoniaco, la bestia
che viene dal mare, come Giovanni lo descrive in Apoc 13,1 ss. Egli e gli
eserciti alleati dei re della terra (Apoc 19,19) saranno sconfitti nella
battaglia di Harmaghedon dal Figlio di Dio e dal suo esercito celeste (Apoc 19,14).
Mentre gli uomini che hanno combattuto per la bestia in questa battaglia
vengono uccisi con la spada che esce dalla bocca del Figlio di Dio (Apoc 19,21),
la bestia, l’Anticristo demoniaco, insieme al falso profeta vengono abbandonati
alla seconda morte e gettati vivi nello stagno di fuoco (Apoc 19,20).
Ai lettori che hanno iniziato qui con la lettura di questo
discorso, si raccomanda di leggere anche il Discorso 86 per una migliore
comprensione del contesto.
(Vedi anche discorso 86: "Il primo e il secondo Anticristot.")
Ecco ora le 18 argomentazioni di René Pache.
‘Siccome hai osservato la mia esortazione alla costanza, anch’io ti
preserverò dall’ora della tentazione che sta per venire sul mondo intero,
per mettere alla prova gli abitanti della terra.’ Apoc 3,10. Il testo greco
dice addirittura, ti preserverò dall’ora della tentazione, che, secondo il
linguaggio dell’Apocalisse, non può che essere la Grande Tribolazione.
Come si può vedere, l’intero malinteso parte proprio all’inizio
di questa discussione. L’"ora della tentazione" non è la Grande Tribolazione.
Secondo la Scrittura, la Grande Tribolazione è un’epoca di guerre mondiali,
siccità, carestie e terremoti, come si può vedere dai parallelismi di Mat 24 e
Apoc 6.
o Guerre civili mondiali
E a colui che lo cavalcava fu dato di togliere la pace dalla terra affinché gli uomini si uccidessero gli uni gli altri.
Apoc 6,3 Quando l’Agnello aprì il secondo sigillo,
udii la seconda creatura vivente che diceva: «Vieni». 6,4 E venne fuori un altro
cavallo, rosso; e a colui che lo cavalcava fu dato di togliere la pace
dalla terra affinché gli uomini si uccidessero gli uni gli altri,
e gli fu data una grande spada. Apoc 6,3-4;
Perché insorgerà nazione contro nazione e regno contro regno.
Mat 24,6 Voi udrete parlare di guerre e di rumori di guerre;
guardate di non turbarvi, infatti bisogna che questo avvenga, ma non sarà ancora la fine.
24,7 Perché insorgerà nazione contro nazione e regno contro regno;
ci saranno carestie e terremoti in vari luoghi; Mat 24,6-7; (Luca 21,9-11;
Mar 13,7-8)
o Siccità e carestie
«Una misura di frumento per un denaro e tre misure d’orzo per un denaro, ma non danneggiare né l’olio né il vino».
Apoc 6,3 Quando l’Agnello aprì il secondo sigillo,
udii la seconda creatura vivente che diceva: «Vieni». 6,4 E venne fuori un altro
cavallo, rosso; e a colui che lo cavalcava fu dato di togliere la pace
dalla terra affinché gli uomini si uccidessero gli uni gli altri, e gli
fu data una grande spada. 6,5 Quando l’Agnello aprì il terzo sigillo,
udii la terza creatura vivente che diceva: «Vieni». Guardai e vidi un cavallo nero;
e colui che lo cavalcava aveva una bilancia in mano. 5,6 E udii come una voce in
mezzo alle quattro creature viventi, che diceva: «Una misura di frumento
per un denaro e tre misure d’orzo per un denaro, ma non danneggiare né l’olio né il
vino». Apoc 6,5-6;
Ci saranno carestie e terremoti in vari luoghi.
Mat 24,7 Perché insorgerà
nazione contro nazione e regno contro regno; ci saranno carestie e terremoti
in vari luoghi; 24,8 ma tutto questo non sarà che principio di dolori.
Mat 24,7-8; (Luca 21,10-11; Mar 13,8)
o Miliardi di persone muoiono
Fu loro dato potere sulla quarta parte della terra, per uccidere con la spada, con la fame.
Apoc 6,7 Quando l’Agnello aprì il quarto sigillo, udii
a voce della quarta creatura vivente che diceva: «Vieni». 6,8 Guardai e vidi
un cavallo giallastro; e colui che lo cavalcava si chiamava Morte; e gli veniva
dietro l’Ades. Fu loro dato potere sulla quarta parte della terra, per uccidere con la spada,
con la fame, con la mortalità e con le belve della terra. Apoc 6,7-8;
E questi fedeli che sono morti nella prima parte della Grande Tribolazione nella "tribolazione di quei giorni" vengono poi visti in seguito anche da Giovanni in cielo, in Apoc 7,13-17:
Non avranno più fame e non avranno più sete, non li
colpirà più il sole né alcuna arsura;
Apoc 7,13 Poi uno degli anziani mi rivolse la
parola, dicendomi: «Chi sono queste persone vestite di bianco e da dove sono
venute?» 7,14 Io gli risposi: «Signor mio, tu lo sai». Ed egli mi disse: «Sono
quelli che vengono dalla grande tribolazione. Essi hanno lavato le loro
vesti, e le hanno imbiancate nel sangue dell’Agnello. 7,15 Perciò sono davanti
al trono di Dio e lo servono giorno e notte, nel suo tempio; e colui che siede
sul trono stenderà la sua tenda su di loro. 7,16 Non avranno più fame e non
avranno più sete, non li colpirà più il sole né alcuna arsura; 7,17 perché
l’Agnello che è in mezzo al trono li pascerà e li guiderà alle sorgenti delle
acque della vita; e Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi». Apoc 7,13-17;
Sono usciti da questa Grande Tribolazione sulla terra e ora,
dopo il loro Risveglio dai Morti e il Rapimento, sono davanti al trono di Dio, e
lo servono giorno e notte. E come dice il più anziano a Giovanni, essi ora "non
avranno più fame e non avranno più sete, non li colpirà più il sole né alcuna
arsura", cioè tutte le afflizioni che hanno avuto durante la loro vita terrena.
Conclusione:
La Grande Tribolazione non è l’ora della tentazione, ma un periodo di catastrofi
climatiche globali con carestie e siccità e guerre civili mondiali, in cui le
persone si massacrano a vicenda. L’"ora della tentazione", menzionata in
Apocalisse 3,10, è effettivamente qualcosa di molto diverso. È il tempo del
dominio dell’Anticristo demoniaco, il quale costringe la gente ad adorarlo con i
suoi poteri satanici e fa uccidere chiunque si rifiuti di farlo. Questa è l’ora
della grande tentazione nel Giorno del Signore e dell’ira di Dio, in cui molti
preferiranno rinnegare Dio piuttosto che essere uccisi.
(Vedi anche Discorso 05: "Il parallelismo
degli eventi in Mat 24 e Apoc 6 e 7.")
I giudizi della Tribolazione sono chiamati l’"ira dell’agnello". Apocalisse
6,16. Ma la chiesa non deve temere quest’ira. Non aspetta Gesù come suo
giudice, ma come suo sposo per celebrare con Lui le nozze dell’Agnello.
Apocalisse 19,7-9.
Come abbiamo visto sopra, i giudizi della tribolazione non sono ancora giudizi di Dio in senso stretto. Sono quelle catastrofi mondiali che ha generato l’uomo stesso a causa della sua avidità di potere e di profitto e per l’eccessivo sfruttamento del nostro pianeta. La lotta per le risorse rimaste poi porta ovviamente a quelle guerre civili in cui "insorgerà nazione contro (propria) nazione e regno contro (proprio) regno", e in cui "gli uomini si uccidono gli uni gli altri" (Apoc 6,4 sopra).
Il grande giorno dall’ira di Colui che siede sul trono e dell’Agnello
Apoc 6,16 E dicevano ai monti e alle rocce:
«Cadeteci addosso, nascondeteci dalla presenza di colui che siede sul trono e
dall’ira dell’Agnello; 6,17 perché è venuto il gran giorno della loro ira.
Chi può resistere?» Apoc 6,16-17;
Come si legge giustamente in Apoc 6,16-17, la chiesa non deve temere effettivamente
l’’"ira di Dio e dell’Agnello", perché è stata rapita
immediatamente prima (Mat 24:29-31). Ce lo assicura anche Paolo in 1Tess 5,9:
"Dio infatti non ci ha destinati a ira, ma ad ottenere salvezza per mezzo del
nostro Signore Gesù Cristo". Tuttavia, questo giorno dell’ira di Dio non è la
Grande Tribolazione, ma il tempo, anni più tardi, del dominio della bestia che
viene dal mare, l’Anticristo demoniaco, in cui con i Giudizi delle Coppe
l’effettivo giudizio dell’ira di Dio si riversa sull’umanità.
Sette coppe d’oro piene dell’ira di Dio, il quale vive nei secoli dei secoli.
Apoc 15,7 Una delle quattro creature viventi diede
ai sette angeli sette coppe d’oro piene dell’ira di Dio, il quale vive
nei secoli dei secoli. Apoc 15,7;
Conclusione:
La Grande Tribolazione, cioè l’apostasia, con il primo Anticristo (settimo re
del nord – Dan 11,40-41; 12,11-13; uomo del peccato – 2Tess 2,3; il cavaliere
sul cavallo bianco – Apoc 6,1-2) si estende per i primi 5 giudizi del sigillo.
Al 6º sigillo, in Apoc 6,12-17 (Mat 24,29-31), viene profetizzato l’oscuramento
dei corpi celesti e quindi il Ritorno del Signore con la risurrezione e il
Rapimento dei suoi fedeli. Solo dopo, in Apoc 6,16, sarà annunciato il giorno
dell’ira di Dio e dell’Agnello. Questo è il preludio al Giorno del Signore, che
ha il suo culmine nel dominio della bestia, l’Anticristo demoniaco, con
l’uccisione di tutte le persone che si rifiutano di adorarla. Il Rapimento
avviene, dunque, subito dopo la tribolazione di quei giorni nella Grande
Tribolazione (Mat 24,29) e solo dopo inizia il Giorno del Signore con l’ira di
Dio e dell’Agnello e i giudizi d’ira sulla terra.
(Vedi anche la tabella seguente: "La Grande
Tribolazione – cronologia degli eventi.")
Il giudizio deve iniziare dalla casa di Dio. 1Piet1Piet 4,174,17. Ma Dio comincia da
noi, affinché non siamo condannati con il resto del mondo.
Conclusione:
Questo è corretto. Dio certamente lascia che la chiesa affronti le catastrofi
della Grande Tribolazione, ma la rapisce prima che la Sua ira si riversi sulle
persone nel Giorno del Signore, durante il dominio della bestia. Perciò, questa
è effettivamente un’argomentazione a sostegno del Rapimento subito dopo la
tribolazione di quei giorni nella Grande Tribolazione, e non prima.
‘Ma quando queste cose cominceranno ad avvenire, rialzatevi, levate il capo,
perché la vostra liberazione si avvicina’ Luca 21,28. Come potremmo
cominciare a guardare in alto e a gioire in attesa della tribolazione? È
proprio da essa che dobbiamo essere preservati.
Qui si trascura ciò che è ovvio per ogni lettore obiettivo: il
Signore naturalmente non rivolge queste parole a noi, ai fedeli prima della
Tribolazione, ma le offre come incoraggiamento alla chiesa nella
Grande Tribolazione. Nel testo precedente, in Luca 21,9-11, abbiamo esattamente
la stessa affermazione del Signore di cui sopra in Mat 24,6-8:
Insorgerà nazione contro nazione e regno contro regno.
Luca 21,9 Quando sentirete parlare di
guerre e di sommosse, non siate spaventati; perché bisogna che queste
cose avvengano prima; ma la fine non verrà subito». 21,10 Allora disse loro: «Insorgerà
nazione contro nazione e regno contro regno; 21,11 vi saranno
grandi terremoti, e in vari luoghi pestilenze e carestie; vi saranno
fenomeni spaventosi e grandi segni dal cielo. Luca 21,9-11;
È la Grande Tribolazione con le sue guerre civili mondiali, le
rivolte, le carestie e le epidemie. E per i credenti che sopravvivono a questo
periodo fino alla sua fine, il Signore indica quegli eventi che segneranno la
fine del periodo di tribolazione. I corpi celesti saranno oscurati e le potenze
dei cieli saranno scrollate. E poi vedranno il Signore Gesù venire su una nuvola
per il Rapimento dei suoi fedeli.
E vi saranno dei segni nel sole, nella luna e nelle stelle.
Luca 21,25 »E vi saranno dei segni
nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli,
nello smarrimento al fragore del mare e dei flutti; 21,26 gli uomini verranno
meno dalla paura e dall’attesa delle cose che si abbatteranno sul mondo,
perché le potenze dei cieli saranno scrollate. 21,27 Allora vedranno
il Figlio dell’uomo venire su una nuvola con potenza e grande gloria.
Luca 21,25-27;
Naturalmente, sarebbe molto più facile, se Pache citasse questo
testo di Matteo, dove queste connessioni sono spiegate in modo molto più chiaro
e completo. Ma ovviamente i pretribolazionisti si oppongono alla versione di
Matteo, perché lì si legge chiaramente che il Signore verrà subito dopo la
Tribolazione di quei giorni – cioè dopo la fine di questa – per il Rapimento dei
suoi fedeli. E questo potrebbe causare dei conflitti ai sostenitori del pre‒Rapimento.
Quindi è meglio attenersi a Luca 21,25-27, dove questo avvenimento non è
descritto in modo così dettagliato.
Subito dopo la tribolazione di quei giorni, il sole si oscurerà, la luna non darà più il suo splendore.
Mat 24,29 Subito dopo la tribolazione di
quei giorni, il sole si oscurerà, la luna non darà più il suo splendore, le
stelle cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno scrollate.
24,30 Allora apparirà nel cielo il segno del Figlio dell’uomo; e allora tutte le
tribù della terra faranno cordoglio e vedranno il Figlio dell’uomo
venire sulle nuvole del cielo con gran potenza e gloria. Mat 24,29-30;
Questi, dunque, sono gli eventi ai quali i fedeli che
sopravvivono fino alla fine della tribolazione di quei giorni – non fino alla
fine della Grande Tribolazione, perché questa continua ancora con il Giorno del
Signore e dell’ira di Dio – devono prestare attenzione: i corpi celesti saranno
oscurati, le stelle cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno scrollate.
E poi vedranno il Signore venire sulle nuvole. Ed ecco che qui ora c’entra il
passo di Luca citato da R. Pache, dove il Signore dice loro:
Ora, quando queste cose cominceranno ad accadere, guardate in alto e alzate le vostre teste, perché la vostra redenzione è vicina.
Luca 21,28 Ora, quando queste cose
cominceranno ad accadere, guardate in alto e alzate le vostre teste, perché la
vostra redenzione è vicina. Luca 21,28;
E questa redenzione, che qui si avvicina, è il Ritorno del
Signore e il Rapimento dei fedeli sopravvissuti insieme ai morti che sono stati
risuscitati, come si può leggere a completamento in Matteo:
Mat 24,31 E manderà i suoi angeli con gran
suono di tromba per riunire i suoi eletti dai quattro venti, da un capo
all’altro dei cieli. Mat 24,31;
Ora questo è esattamente ciò che Paolo ha profetizzato in
sintesi nella sua prima lettera ai Corinzi:
Poi noi viventi, che saremo rimasti saremo rapiti assieme a loro sulle nuvole, per incontrare il Signore nell’aria; così saremo sempre col Signore.
1Tess 4,16 perché il Signore stesso con un potente
comando, con voce di arcangelo con la tromba di Dio discenderà dal cielo, e
quelli che sono morti in Cristo risusciteranno per primi; 4,17 poi noi
viventi, che saremo rimasti saremo rapiti assieme a loro sulle nuvole, per
incontrare il Signore nell’aria; così saremo sempre col Signore.
1Tess 4,16-17;
Conclusione:
Non solo qui il testo è estrapolato dal contesto, ma viene anche interpretato
contro ogni logica. Se dovessero "guardare in alto e alzare le loro teste,
perché la loro redenzione è vicina", significa che prima erano oppressi dalla
paura, tenevano le teste chine e imploravano la fine della loro tribolazione.
Come si può pensare che queste parole d’incoraggiamento del Signore vengano
dette prima della tribolazione a una chiesa, che vive nel benessere e in
sicurezza, senza essere esposta ad alcun tormento e che per giunta ora aspetta
con gioia il suo Rapimento?
‘Vegliate dunque, pregando in ogni momento, affinché siate in grado di
scampare a tutte queste cose che stanno per venire, e di comparire davanti
al Figlio dell’uomo.’ Luca 21,36. Vegliando e pregando si può quindi sfuggire
a tutto ciò che sta per accadere.
Vegliate dunque, pregando in ogni tempo, affinché siate ritenuti degni di scampare a tutte queste cose che stanno per accadere.
Luca 21,34 «Or fate attenzione che talora i
vostri cuori non siano aggravati da gozzoviglie, da ubriachezza e dalle
preoccupazioni di questa vita, e che quel giorno vi piombi addosso
all’improvviso. 21,35 Perché verrà come un laccio su tutti quelli che abitano
sulla faccia di tutta la terra. 21,36 Vegliate dunque, pregando in ogni
tempo, affinché siate ritenuti degni di scampare a tutte queste cose che stanno
per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo». Luca 21,34-36;
Tutti i cristiani biblici vegliano da quasi duemila anni, affinché i loro cuori non siano appesantiti da questo mondo e pregano il Signore, affinché possano sfuggire a questi giudizi degli Ultimi Tempi. E sembra che fino ad oggi il Signore abbia esaudito queste preghiere e abbia continuamente rinviato questo tempo di tribolazione. E così oggi anche noi abbiamo la speranza di poter morire con una morte normale, senza altre persecuzioni e torture, e di poter sfuggire a tutto ciò che dovrà accadere, affinché possiamo stare davanti al Signore dopo il nostro Risveglio dai Morti e il Rapimento, subito dopo la tribolazione di quei giorni nella Grande Tribolazione.
Vegliate e pregate, affinché non cadiate in tentazione.
Mat 26,41 Vegliate e pregate, affinché non
cadiate in tentazione; lo spirito è pronto, ma la carne è debole». Mat 26,41;
Conclusione:
Contrariamente alla precedente Argomentazione 4,
basata su Luca 21,28, il Signore dice queste parole qui in Luc 21,36 non ai
credenti nella Grande Tribolazione, ma ai cristiani di tutte le nazioni e di
tutti i tempi da quasi duemila anni. Infatti, la sua esortazione a "pregare in
ogni tempo" non si riferisce a una situazione o a un evento in particolare, ma
alla vita di ognuno di noi. E la promessa, "affinché siate ritenuti degni di
scampare a tutte queste cose che stanno per accadere e di comparire davanti al
Figlio dell’uomo", indica la grazia del Signore, nel permetterci di vivere e
morire prima che queste afflizioni degli Ultimi Tempi abbiano luogo, affinché
possiamo stare davanti al Signore dopo il nostro Risveglio dai Morti e il
Rapimento, subito dopo la tribolazione di quei giorni nella Grande Tribolazione.
Secondo Paolo la manifestazione dell’Anticristo precede il Ritorno del
Signore: "Ora voi sapete ciò che lo trattiene (l’Anticristo) affinché sia
manifestato a suo tempo (l’Anticristo). Infatti, il mistero dell’empietà è
già in atto, soltanto c’è chi ora lo trattiene, finché sia tolto di mezzo. E
allora sarà manifestato l’empio, che il Signore Gesù distruggerà con il
soffio della sua bocca, e annienterà con l’apparizione della sua venuta."
2Tess 2,6-8. Spesso ci si è chiesti chi fosse "chi ora lo trattiene", la cui
scomparsa dovrebbe rendere possibile la manifestazione dell’Anticristo.
L’interpretazione che segue ci sembra la più adeguata: la chiesa è il tempio
dello Spirito Santo. 1Cor 3,16; Efes 2,21-22. Una volta rapita, lo Spirito
Santo non avrà più dimora sulla terra, né dovrà più affrontare la marea di
tentazioni. Allora si scatenerà l’empietà e "l’uomo del peccato" sarà
apparentemente padrone della situazione per un breve periodo di tempo. Se
abbiamo compreso bene, il Signore si ritirerà dall’umanità rinnegata
all’inizio della Grande Tribolazione. D’altra parte, i cristiani sono il
sale della terra. Mat 5,13. Non sorprende, quindi, se il loro Rapimento
accelerasse la disgregazione del mondo. Non dimentichiamo che lo Spirito
Santo sarà ancora all’opera in coloro che sono di buona volontà anche dopo
il Rapimento della chiesa. Durante la Grande Tribolazione sarà riversato su
Israele, affinché lo conduca alla conversione. Zac 12,10; Ez 39,29;
Isa 59,20-21. Sappiamo anche che nello stesso momento sarà salvata una folla
immensa proveniente da tutte le nazioni. Apoc 7,9.14. Poiché la fede in
Cristo è impossibile senza l’aiuto dello Spirito Santo, questi deve
continuare la sua opera sulla terra, almeno in parte.
La suddetta affermazione di R. Pache: "Secondo Paolo la
manifestazione dell’Anticristo precede il Ritorno del Signore" – cioè
il Ritorno del Signore e il Rapimento (avvengono) dopo la
manifestazione dell’Anticristo e subito dopo la tribolazione di
quei giorni nella Grande Tribolazione – è del tutto corretta e corrisponde
esattamente al testo di 2Tess 2,3. Ma questo è evidentemente in contraddizione
con la sua stessa interpretazione del Ritorno del Signore e del Rapimento
collocati prima della Grande Tribolazione. Tentare poi di cambiare argomento in
una discussione su "chi" o "cosa" lo trattiene non può stravolgere il
significato di queste parole di Paolo. Ciò si nota guardando il contesto di
questo passaggio, che R. Pache purtroppo non cita sopra, sebbene proprio qui
avrebbe potuto riconoscere la vera sequenza degli eventi.
Quel giorno non verrà se prima non sia venuta l’apostasia e non sia stato manifestato l’uomo del peccato, il figlio della perdizione.
2Tess 2,1 Ora, fratelli, circa la venuta del
Signore nostro Gesù Cristo e il nostro incontro con lui, vi preghiamo 2,2 di
non lasciarvi così presto sconvolgere la mente, né turbare sia da pretese
ispirazioni, sia da discorsi, sia da qualche lettera data come nostra, come se
il giorno del SIGNORE fosse già presente. 2,3 Nessuno vi inganni in
alcun modo; poiché quel giorno non verrà se prima non sia venuta l’apostasia e
non sia stato manifestato l’uomo del peccato, il figlio della perdizione,
2,4 l’avversario, colui che s’innalza sopra tutto ciò che è chiamato Dio od
oggetto di culto; fino al punto da porsi a sedere nel tempio di Dio, mostrando
se stesso e proclamandosi Dio. 2,5 Non vi ricordate che quand’ero ancora con voi
vi dicevo queste cose? 2Tess 2,1-5;
Paolo scrive qui, in 2Tess 2,1 "circa la venuta del Signore
nostro Gesù Cristo e il nostro incontro con lui", con cui indubbiamente intende
il ritorno del Signore per il Rapimento dei Suoi. E poi dice concretamente nel
versetto 3: "quel giorno non verrà se prima non sia venuta l’apostasia e non sia
stato manifestato l’uomo del peccato, il figlio della perdizione". E anche qui
non c’è dubbio che per apostasia si intenda la Grande Tribolazione e per l’uomo
del peccato si intenda il primo Anticristo. Questo significa, quindi, che il
Ritorno del Signore e il Rapimento della chiesa avverranno subito dopo la
tribolazione di quei giorni nella Grande Tribolazione.
E questo è esattamente ciò che viene ulteriormente confermato dal contesto del
passo di 2Tess 2,6-10 citato da R. Pache:
L’empio, che il Signore Gesù distruggerà con il soffio della sua bocca, e annienterà con l’apparizione della sua venuta.
2Tess 2,6 Ora voi sapete ciò che lo trattiene
affinché sia manifestato a suo tempo. 2,7 Infatti il mistero dell’empietà è già
in atto, soltanto c’è chi ora lo trattiene, finché sia tolto di mezzo. 2,8
E allora sarà manifestato l’empio, che il Signore Gesù distruggerà con
il soffio della sua bocca, e annienterà con l’apparizione della sua venuta.
2,9 La venuta di quell’empio avrà luogo, per l’azione efficace di
Satana, con ogni sorta di opere potenti, di segni e di prodigi bugiardi, 2,10
con ogni tipo d’inganno e d’iniquità a danno di quelli che periscono perché non
hanno aperto il cuore all’amore della verità per essere salvati. 2Tess 2,6-10;
Quindi, se il Signore Gesù con la sua venuta per il nostro
incontro con lui (…), distruggerà l’uomo del peccato, il primo Anticristo,
"con il soffio della sua bocca", questo Anticristo deve aver vissuto sulla terra
in precedenza e deve aver governato nella Grande Tribolazione.
Ora Paolo scrive sopra, in 2Tess 2,6: "Ora voi sapete ciò che lo trattiene
affinché sia manifestato a suo tempo", e qui si riferisce evidentemente alla sua
visita a Tessalonica, di cui parla anche nel versetto 2,5. Come interprete di
questi passaggi, ci si sarebbe augurati che Paolo avesse ripetuto ancora una
volta per iscritto nella sua lettera le sue dichiarazioni verbali fatte durante
la sua visita, esprimendo concretamente ciò che intendeva dire in questa frase
con "ciò che lo trattiene" e nella frase successiva con "chi ora lo
trattiene". Ma purtroppo non l’ha fatto e quindi dobbiamo cercare di interpretare
i versetti 2Tess 2,6 e 2,7, che nel testo originale greco sono formulati in maniera
abbastanza complessa.
Qui, tuttavia, non intendiamo riesaminare le ben note interpretazioni che si
riferiscono alla chiesa (cosa) e allo Spirito Santo (chi), o all’ordine dello
stato romano (cosa) e all’imperatore romano (chi), ma piuttosto cercare di
trovare anche qui una risposta nella Scrittura stessa. In 2Tess 2,8 Paolo
descrive l’Anticristo come "uomo del peccato" e il suo dominio come "mistero
dell’empietà". Ma il Signore parla di questo tempo di apostasia e di oppressione
anche nel suo discorso degli Ultimi Tempi (Mat 24, 9-13):
Poiché l’iniquità aumenterà, l’amore dei più si raffredderà.
Mat 24,9 Allora vi abbandoneranno all’oppressione e
vi uccideranno e sarete odiati da tutte le genti a motivo del mio nome. 24,10
Allora molti si svieranno, si tradiranno e si odieranno a vicenda. 24,11 Molti
falsi profeti sorgeranno e sedurranno molti. 24,12 Poiché l’iniquità
aumenterà, l’amore dei più si raffredderà. 24,13 Ma chi avrà
perseverato sino alla fine sarà salvato. Mat 24,9-13;
Il Signore parla qui della Grande Tribolazione (vedi anche Mat 24,21),
cioè dell’apostasia, che anche Paolo cita in 2Tess 2,3. Ed entrambi
parlano dell’"empietà", con la stessa parola greca anomia. E ora Paolo dice che
il mistero dell’empietà sarà rivelato con l’Anticristo e il Signore Gesù
profetizza che in questo tempo l’iniquità aumenterà, e perciò l’amore dei più si
raffredderà. Ora, come è già stato dimostrato nella prima parte di questo
discorso, questo primo Anticristo, quest’uomo del peccato, non è un ebreo, ma un
tiranno pagano. Di conseguenza anche qui con "empietà" non si intende (solo) il
disprezzo della legge mosaica dell’Antico Testamento, cioè della Torah, ma
piuttosto l’ingiustizia in senso lato.
Quindi qui si tratta principalmente di ingiustizia terrena, come frode,
corruzione, menzogna, errate sentenze dei tribunali, estorsione, furto, rapina,
ecc. ecc. E questo non avviene solo in ambito criminale, ma ai vertici della
politica, della società e dell’economia. Si prende quello che c’è da prendere,
senza alcuna considerazione o scrupolo. Come scrive Paolo, questa empietà
cominciava già allora a manifestarsi, ed è fin troppo comprensibile, se anche il
Signore profetizza che l’amore dei più si raffredderà a causa dell’aumentare
dell’iniquità nella Grande Tribolazione. E se ora guardiamo alla nostra
situazione odierna, possiamo vedere che questa tendenza è già diffusa su scala
mondiale. Soprattutto negli stati del terzo mondo, ma sempre più anche nelle
nazioni industrializzate, dove corruzione – anche e soprattutto i giudici
– , frode e ogni tipo di crimine sono in continuo aumento. E questo fa sì
che le persone abbiano sempre più riserve l’una nei confronti dell’altra, così
che in questo modo l’amore reciproco della maggior parte delle persone si
raffredda e muore.
Se, quindi, nella dichiarazione di Paolo alla ricerca di quel mistero che
trattiene l’empietà, teniamo conto anche della profezia del Signore in cui dice
che l’amore degli uomini si raffredderà, perché l’iniquità aumenterà negli
Ultimi Tempi, allora potremmo supporre, al contrario, che è stato ovviamente
l’amore a tenere a freno questa empietà da quasi duemila anni. Ma ora, con il
progressivo crollo globale di tutte le barriere naturali e dei freni inibitori a
tutti i livelli della società umana, si sta spianando la strada all’ingiustizia,
all’empietà e quindi all’uomo del peccato, cioè al primo Anticristo.
Ora, per quanto riguarda il testo tratto da 2Tess 2,7 e quello relativo a "chi
ora lo trattiene", la traduzione qui maggiormente utilizzata è "fino a quando
colui che ora trattiene è tolto di mezzo (eliminato)/deve essere tolto di
mezzo". Tuttavia, l’effettiva formulazione greca è "ek mesou"
(un’espressione che significa "fuori dalla vista") "genètai"
(diventato), e di conseguenza la traduzione con "togliere di mezzo" non rende
particolarmente giustizia al significato del greco "genètai". Se qualcuno
è "tolto dalla vista", allora non è stato necessariamente "tolto di mezzo"
o addirittura "eliminato", come è esplicitamente espresso in Col 2,14,
ma può anche essersi ritirato da solo. Se si tiene conto di questo,
si ottiene la seguente traduzione di 2Tess 2,7:
2Tess 2,7 Infatti il mistero dell’empietà è già in
atto, soltanto c’è chi ora lo trattiene, finché non si è ritirato. 2Tess 2,7;
E troviamo una situazione analoga in Apoc 5,1-14, che potrebbe
spiegare l’osservazione di Paolo di cui sopra. Lì avviene una sorta di
trasferimento di potere. Tutti gli attributi che sono assegnati a Dio
Onnipotente in Apocalisse 4,11, quali magnificenza, onore e potenza, e quindi
anche il potere decisionale – ora sono conferiti anche al Figlio.
Degno è l’Agnello, che è stato immolato, di ricevere la potenza, le ricchezze, la sapienza.
Apoc 5,11 E vidi, e udii voci di molti angeli intorno al trono, alle creature viventi e agli anziani; e il loro numero era di miriadi di miriadi, e migliaia di migliaia. 5,12 Essi dicevano a gran voce: «Degno è l’Agnello, che è stato immolato, di ricevere la potenza, le ricchezze, la sapienza, la forza, l’onore, la gloria e la lode». 13 E tutte le creature che sono nel cielo, sulla terra, sotto la terra e nel mare, e tutte le cose che sono in essi, udii che dicevano: «A colui che siede sul trono, e all’Agnello, siano la lode, l’onore, la gloria e la potenza, nei secoli dei secoli». 5,14 Le quattro creature viventi dicevano: «Amen!» E gli anziani si prostrarono e adorarono. Apoc 5,11-14;
(Vedi anche Discorso108: "Chi o che cosa trattiene
ancora l’Anticristo?")
Dunque, Dio Onnipotente si è ritirato e l’Agnello, il Figlio di Dio, nostro Signore Gesù Cristo, assume qui il potere. È stato ritenuto degno di aprire il libro con i sette sigilli – gli eventi degli Ultimi Tempi suggellati da Dio. E il suo primo atto come sovrano di questo mondo è quello di aprire il primo sigillo.
Un cavallo bianco. Colui che lo cavalcava aveva un arco; e gli fu data una corona, ed egli venne fuori da vincitore, e per vincere.
Apoc 6,1 Poi, quando l’Agnello aprì uno dei
sette sigilli, vidi e udii una delle quattro creature viventi, che
diceva con voce come di tuono: «Vieni». 6,2 Guardai e vidi un cavallo
bianco. Colui che lo cavalcava aveva un arco; e gli fu data una corona, ed egli
venne fuori da vincitore, e per vincere. Apoc 6,1-2;
È il cavaliere sul cavallo bianco, che viene fuori da vincitore
e per vincere. Dopo che Dio si è ritirato e il Figlio ha assunto il potere, a
Satana è concesso di tentare l’uomo e di far manifestare la sua prima pedina,
l’uomo del peccato, come ha predetto anche Paolo.
Quando colui che ora trattene si sarà ritirato, allora sarà manifestato l’empio.
2Tess 2,6 Ora voi sapete ciò che lo trattiene
affinché sia manifestato a suo tempo. 2,7 Infatti il mistero dell’empietà è già
in atto, soltanto c’è chi ora lo trattiene, finché sia tolto di mezzo. 2,8
E allora sarà manifestato l’empio, che il Signore Gesù distruggerà con
il soffio della sua bocca, e annienterà con l’apparizione della sua venuta. 2Tess 2,6-8;
In questo modo abbiamo una spiegazione plausibile di 2Tess 2,6-7
e un collegamento con Apoc 6,1-3 attraverso il cavaliere sul cavallo bianco, il
primo Anticristo.
Ma poi R. Pache nel prosieguo della sua argomentazione, in cui sostiene
l’interpretazione conservatrice di 2Tess 2,7 come riferimento alla chiesa, dice:
"La chiesa è il tempio dello Spirito Santo. (…)
Una volta rapita, lo Spirito Santo non ha più dimora sulla terra".
Ora, se nel presunto Rapimento della chiesa prima della Grande
Tribolazione, come postulato da R. Pache, lo Spirito Santo viene portato via
dalla terra, si verificherebbe la seguente situazione:
In Apoc 7,9 Giovanni vede una folla immensa in cielo, in piedi davanti al trono
e davanti all’Agnello:
Una folla immensa che nessuno poteva contare, proveniente da tutte le nazioni, tribù, popoli e lingue.
Apoc 7,9 Dopo queste cose guardai e vidi una
folla immensa che nessuno poteva contare, proveniente da tutte le nazioni,
tribù, popoli e lingue, che stava in piedi davanti al trono e davanti
all’Agnello, vestiti di bianche vesti e con delle palme in mano. Apoc 7,9;
Questa immensa folla è senza dubbio composta da cristiani,
altrimenti non sarebbero vestiti con vesti bianche, che hanno imbiancato nel
sangue dell’Agnello, come si legge qui di seguito. E dopo il più anziano di loro
dice a Giovanni in Apoc 7,14:
Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione. Essi hanno lavato le loro vesti, e le hanno imbiancate nel sangue dell’Agnello.
Apoc 7,13 Poi uno degli anziani mi rivolse la
parola, dicendomi: «Chi sono queste persone vestite di bianco e da dove sono
venute?» 7,14 Io gli risposi: «Signor mio, tu lo sai». Ed egli mi disse: «Sono
quelli che vengono dalla grande tribolazione. Essi hanno lavato le loro vesti, e
le hanno imbiancate nel sangue dell’Agnello. 7,15 Perciò sono davanti
al trono di Dio e lo servono giorno e notte, nel suo tempio; e colui che siede
sul trono stenderà la sua tenda su di loro. Apoc 7,13-15;
Quindi sono i credenti cristiani venuti dalla Grande
Tribolazione. E ora sono qui in cielo davanti al trono di Dio,
nonostante la chiesa, alla quale devono senza dubbio appartenere in quanto
cristiani, in questo momento – secondo l’opinione di R. Pache – sarebbe già
stata rapita molto tempo prima, cioè prima della Grande Tribolazione. E qui
sorge spontanea la domanda:
1. Come e quando questi credenti sarebbero entrati in
cielo, se non al momento del Rapimento della chiesa, subito dopo
la tribolazione di quei giorni nella Grande Tribolazione, proprio dalla quale
sono venuti?
2. Se anche lo Spirito Santo – come afferma R. Pache –
fosse stato portato via dalla terra con la chiesa prima della Tribolazione, il
nostro Signore avrebbe lasciato questi fratelli sulla terra prima della loro
morte nella Grande Tribolazione, senza il sostegno spirituale e il conforto
dello Spirito Santo proprio nel loro momento più difficile?
Questo è assolutamente impensabile e del tutto assurdo. E se R.
Pache prima sostiene che "la chiesa è il tempio dello Spirito Santo. (...) Una
volta rapita, lo Spirito Santo non ha più dimora sulla terra", finisce per
contraddirsi di nuovo quando afferma che lo Spirito Santo " sarà ancora
all’opera negli uomini di buona volontà, anche dopo il Rapimento della chiesa".
Inoltre, l’intera argomentazione vale solo in relazione a 2Tess 2,7, cioè "chi
ora lo trattiene"; alla questione relativa a "ciò che lo
trattiene", formulata in 2Tess 2,6, R. Pache non risponde.
Conclusione:
Secondo 2Tess 2,8, l’uomo del peccato – il primo Anticristo – sarà distrutto dal
Signore Gesù con l’apparizione della sua venuta. E come dice Paolo all’inizio di
queste affermazioni in 2Tess 2,1, questa venuta è il Ritorno del Signore per il
Rapimento dei fedeli. Quindi, se l’Anticristo sarà ucciso dal Signore Gesù al
Ritorno per il Rapimento, questo Anticristo deve aver vissuto e regnato
precedentemente sulla terra. E con ciò viene fornita la prova biblica, che il
Ritorno del Signore e il Rapimento avrà luogo "subito dopo la tribolazione di
quei giorni" (Mat 24,29), cioè dopo i primi cinque giudizi dei sigilli nella
Grande Tribolazione.
Il principio delle doglie di parto: La tribolazione di quei giorni - 1º sigillo: l'uomo del peccato / 6º sigillo: il ritorno del Signore, rapimento | |||||||
< 1º sigillo > (Apoc 6:1-2;) cavallo bianco, cavaliere: aveva un arco, gli fu data una corona, uscì come vincitore e per vincere |
< 2º sigillo > (Apoc 6:3-;4) cavallo rosso, che toglie la pace della terra, affinché gli uomini si uccidessero e gli fu data una grande spada |
< 3º sigillo > (Apoc 6:5-6;) cavallo nero, una bilancia in mano, frumento e orzo costoso, non danneggia né l'olio né il vino |
< 4º sigillo > (Apoc 6:7-8;) cavallo giallastro, la Morte dietro era l'Ades, potestà su1/4 della terra, morte con spada, fame e fiere |
< 5º sigillo > (Apoc 6:9-11;) sotto l'altare alle anime dei martiri si fa giustizia, fu data veste bianca, riposeranno finché sono uccisi i fratelli |
< 6º sigillo > (Apoc 6:12-17;) grande terremoto, il sole nero, la luna come sangue, le stelle caddero, il cielo si ritirò, montagne e sole smosse |
6a sig |
< 7º sigillo > (Apoc 8:1-6;) silenzio nel cielo per ca. mezz'ora, profumi all'altare, 7 angeli che avevano 7 trombe, voci, tuoni, lampi |
Il giorno del SIGNORE: Le due testimoni di Dio profetizzeranno 1260 giorni con vestiti di sacco. (?) | |||||||
< 1ª tromba> (Apoc 8:7;) grandine fuoco e sangue 1/3 della terra fu arsa 1/3 degli alberi furono bruciati ogni erba verde fu arsa |
< 2ª tromba > (Apoc 8:8-9;) gran montagna nel mare 1/3 del mare sangue 1/3 creature nel mare morì 1/3 delle navi perì |
< 3ª tromba > (Apoc 8:10-11;) stella dal cielo una torcia 1/3 dei fiumi assenzio 1/3 delle acque assenzio e molti uomini morirono |
< 4ª tromba > (Apoc 8:12-13;) il sole, la luna, le stelle, 1/3 parte si oscura 1/3 parte del giorno e la 1/3 parte della notte, buio |
< 5ª tromba/ 1º guaio > (Apoc 9:1-12;) stella dell'abisso dal cielo il sole oscurato dal fumo locuste nuocciono uomini senza sigillo di Dio 5 mesi |
< 6ª tromba/ 2º guaio > (Apoc 9:13-21;) gli angeli sul fiume Eufrate fuoco e fumo e zolfo 1/3 degli uomini uccisi il resto non si ravvidero |
6a trb |
< 7ª tromba/ 3º guaio > (Apoc 11:15-19;) Il regno del mondo è di Dio l'ira dee Dio è giunta, e il tempo di giudicare i morti terremoto voci, tuoni, lampi |
Il giorno dell'ira di Dio: Il dominio dell'Anticristo demoniaco / il morto dei 2 testimoni / le nazioni calpesteranno Gerusalemme | < 7ª tromba > | ||||||
< 1ª coppa> (Apoc 16:1-2;) sulla terra: un'ulcera maligna agli uomini che avevano il marchio della bestia |
< 2ª coppa > (Apoc 16:3;) nel mare: sangue come di morto ogni essere vivente che si trovava nel mare morì |
< 3ª coppa > (Apoc 16:4-7;) nei fiumi e nelle fonti acque diventarono sangue. hanno sparso sangue dei pro- feti fu dato loro a bere sangue |
< 4ª coppa > (Apoc 16:8-9;) sul sole: bruciato sugli uomini, che bestemmiarono il nome di Dio e non si ravvidero |
< 5ª coppa > (Apoc 16:10-11;) sul trono della bestia: il regno divenne tenebroso gli uomini avevano dolore ma non si ravvidero |
< 6ª coppa > (Apoc 16:12;) sul gran fiume Eufrate: e l'acqua ne fu prosciugata affinché fosse preparata la via ai re dal levante. |
6a cop |
< 7ª coppa > (Apoc 16:17-21;) nell'aria: voci, tuoni, lampi terremoto così grande come mai, isole e monti non furono trovati |
============================================================================================================================= |
==== |
7a cop =================== |
|||||
L'Anticristo risvegliato: morto dei due testimoni | |||||||
6a sigillo Dopo il 6º sigillo (Apoc 7:1-17;) Non danneggiate la terra, il mare, gli alberi, finché i 144.000 sono segnati in fronte. Quelli della gran tribolazione hanno vesti bianche davanti al trono l'Agnello li guiderà alle acque della vita, e Dio asciugherà ogni lacrima |
6a tromba Dopo la 6ª tromba (Apoc 10:1-11; 11:1-14;) Un altro angelo potente in una nuvola: con 7. tromba si compie il mistero di Dio non ci sarà più indugio. Giovanni divora il libretto. La bestia ucciderà i due testimoni. Gran terremoto la decima parte di Gerusalemme cadde |
7a tromba dopo la 7ª tromba (Apoc 12:1-18;) (Apoc 13:1-18;) (Apoc 14:1-20;) (Apoc 15:1-8;) La donna e il dragone. Satana e i suoi angeli furono gettato sulla terra. Alla bestia dal mare le fu dato di far guerra ai santi e di vincerli. L'Anticristo e il falso profeta: il regno delle due bestie. l'Agnello che stava in piedi sul monte Sion, e i sui 144.000 segnati 3 angeli: l'evangelo, giudizio, caduta di Babilonia, i morti che muoiono nel Signore. L'inizio del giudizio: il Figlio d'uomo miete la terra I vincitori sulla bestia, sua immagine e sul suo nome cantavano il cantico di Mosè I sette angeli con le sette coppe dell'ira di Dio Nessuno poteva entrare nel tempio finché fossero compiute le sette piaghe. |
6a coppa Dopo la 6ª coppa (Apoc 16:13-16;) Satana, Anticristo e falso profeta mandano tre spiriti immondi simili a rane perché sono spiriti di demoni che fanno dei segni e si recano dai re di tutto il mondo per radunarli per la battaglia del gran giorno dell'Iddio a Harmaghedon |
7a coppa
Dopo la 7ª coppa (Apoc 17:1-18; 18:1-24;) La caduta di Babilonia (Apoc 19:1-21; 20:1-15;) Battaglia di Harmaghedon Anticristo profeta stagno
Giudizio, 1 Risurrezione
Satana nell'abisso. Ultima Guerra Giudizio Universale (Apoc 21:1-27; 22:1-21;) La Nuova Creazione |
(Vedi anche discorso 65: "Perché il rapimento deve essere impostato al sesto sigillo, prima del giorno dell’ira di Dio.")
Abbiamo già visto che Gesù Cristo alla fine della Grande Tribolazione
apparirà sul monte degli ulivi con tutti i suoi santi, alla fine della
Grande Tribolazione, per giudicare il mondo. Zac 14,4-5. Questo è possibile
solo per coloro che prima sono stati rapiti in cielo.
La Tribolazione di quei giorni è terminata con il 5º sigillo
(Apoc 6,9-11)! Subito dopo, al 6º sigillo (Apoc 6,12-17, Matteo 24,29-31,
Zac 12,10-12), c’è il Ritorno del Signore e il Rapimento.
Il testo di Zac 14,3-5, citato sopra, descrive la battaglia di Harmaghedon, dove
l’Anticristo demoniaco e i suoi re terreni alleati con i loro eserciti
combattono contro il Signore Gesù e i suoi eserciti celesti di chiamati, eletti
e fedeli. In Apocalisse 16,13-16 (sesto giudizio delle coppe) l’Anticristo
demoniaco raduna il suo esercito ad Harmaghedon. In Apoc 17,14 questa battaglia
è annunciata e si svolge immediatamente prima della Prima Risurrezione dei
martiri, in Apoc 19,11 fino a 20,3.
Poi il SIGNORE si farà avanti e combatterà contro quelle nazioni.
Zac 14,3 Poi il SIGNORE si farà avanti
e combatterà contro quelle nazioni, come egli combatté tante volte nel
giorno della battaglia. 14,4 In quel giorno i suoi piedi si poseranno sul monte
degli Ulivi, che sta di fronte a Gerusalemme, a oriente, e il monte degli Ulivi
si spaccherà a metà, da oriente a occidente, tanto da formare una grande valle;
metà del monte si ritirerà verso settentrione e l’altra metà verso il meridione.
14,5 Voi fuggirete per la valle dei miei monti, poiché la valle dei monti si
estenderà fino ad Asal; fuggirete come fuggiste per il terremoto ai giorni di
Uzzia, re di Giuda; il SIGNORE, il mio Dio, verrà e tutti i suoi santi con lui.
Zac 14, 3-5;
il SIGNORE colpirà tutti i popoli che avranno mosso guerra a Gerusalemme.
Zac 14,12 Questo sarà il
flagello con cui il SIGNORE colpirà tutti i popoli che avranno mosso guerra a
Gerusalemme: la loro carne si consumerà mentre stanno in piedi, i loro occhi
si scioglieranno nelle orbite, la loro lingua si consumerà nella loro bocca.
14,13 In quel giorno vi sarà in mezzo a loro un gran tumulto prodotto dal
SIGNORE; ciascuno di loro afferrerà la mano dell’altro, e la mano dell’uno si
alzerà contro la mano dell’altro. 14,14 Giuda stesso combatterà contro
Gerusalemme; le ricchezze di tutte le nazioni circostanti saranno ammassate:
oro, argento, vesti in grande abbondanza.
4,15 Il flagello che colpirà i cavalli, i muli, i cammelli, gli asini e tutte le
bestie che saranno in quegli accampamenti, sarà simile a quell’altro flagello.
14,16 Tutti quelli che saranno rimasti di tutte le nazioni venute contro
Gerusalemme, saliranno di anno in anno a prostrarsi davanti al Re, al
SIGNORE degli eserciti, e a celebrare la festa delle Capanne. Zac 14,12-16;
Tra questi due eventi – il Rapimento e la Battaglia di
Harmaghedon – passa un periodo che dura probabilmente diversi anni. In altre
parole, questi "chiamati, eletti e fedeli" nel momento della battaglia di
Harmagedon sono stati rapiti e sono in cielo da molto tempo – e cioè subito
dopo la tribolazione di quei giorni nella Grande Tribolazione.
Conclusione:
Cristo giunge alla fine della Tribolazione di quei giorni per il Rapimento dei
suoi. Poi viene il Giorno del Signore e dell’ira di Dio con i giudizi delle
trombe e delle coppe, e solo alla fine del Giorno del Signore si svolge la
battaglia di Harmaghedon. Qui si mostra ancora la fatale conseguenza
nell’esegesi quando la Tribolazione di quei giorni e Giorno del Signore non
vengono distinti l’uno dall’altro. È come se qualcuno, parlando delle guerre
mondiali del secolo scorso, mischiasse la prima e la seconda guerra mondiale e
sostenesse che la seconda guerra mondiale sarebbe stata scatenata
dall’assassinio del principe ereditario austriaco Francesco Ferdinando a
Sarajevo, e che poi Hitler avrebbe attaccato la Polonia per vendetta.
(Vedi anche la tabella seguente: "La Grande
Tribolazione – cronologia degli eventi.")
Vediamo che all’inizio del regno millenario saranno
risvegliati dai morti solo quei martiri che si erano rifiutati di adorare
l’Anticristo durante la Grande Tribolazione. Apoc 20,4-6. Eppure,
i fedeli di tutti i tempi partecipano alla Prima Risurrezione, per vivere e
regnare con Cristo. Giov 5,28-29. Quando sono risorti questi credenti,
se non al momento del Rapimento della chiesa prima della Grande Tribolazione?
È vero che il testo di Apoc 20,4 si riferisce solo ai martiri:
Quelli che erano stati decapitati per la testimonianza di Gesù e per la parola di Dio.
Apoc 20,4 Poi vidi dei
troni. A quelli che vi si misero seduti fu dato di giudicare. E vidi le anime di
quelli che erano stati decapitati per la testimonianza di Gesù e per la
parola di Dio, e di quelli che non avevano adorato la bestia né la sua immagine
e non avevano ricevuto il suo marchio sulla loro fronte e sulla loro mano.
Essi tornarono in vita e regnarono con Cristo per mille anni. 20,5 Gli altri
morti non tornarono in vita prima che i mille anni fossero trascorsi. Questa
è la prima risurrezione. Apoc 20,4-5;
Prima di tutto, questi martiri della Prima Risurrezione
qui non vengono risvegliato dai morti, ma sono risorti. Questo è un processo
completamente diverso.
L’opinione che "i fedeli di tutti i tempi partecipino alla Prima Risurrezione,
per vivere e regnare con Cristo" si basa evidentemente su un’interpretazione
errata di questo passaggio biblico. Non si parla qui di tutti i fedeli
complessivamente, ma solo di martiri. E non solo dei martiri che "si sono
rifiutati di adorare l’Anticristo", ma di tutti i martiri di tutti i tempi. E
anche qui questi non sono risvegliato, ma sono "tornati in vita", cioè risorti.
Una breve spiegazione: i credenti defunti vengono risvegliati dai morti in
momenti diversi (come la primizia Gesù 1Cor 15,20-28). Dopo il Risveglio
dai Morti le persone hanno un corpo spirituale, (il corpo di risveglio dai
morti), attraverso il quale vengono condotti in cielo davanti a Dio per il
Giudizio di Premio. Solo dopo avviene la Risurrezione con il
corpo di risurrezione, grazie al quale queste persone (per esempio i martiri)
possono vivere e operare anche sulla terra.
(Vedi anche Capitolo 12: "La Risurrezione.")
Nella Prima Risurrezione i seguenti martiri torneranno in vita
dal cielo alla terra (risorgeranno):
1. Prima i martiri dell’Antica Alleanza (l’ultimo
dei quali fu Giovanni Battista), che furono uccisi per la "parola di Dio"
(Apoc 6,9) che avevano annunciato al popolo d’Israele e ai loro re ipocriti.
2. Poi i martiri della Nuova Alleanza che ad
esempio sotto Nerone furono gettati ai leoni affamati per la loro "testimonianza
di Gesù" (Apoc 1,2.9), e successivamente bruciati sul rogo dell’Inquisizione
cattolica romana.
3. . Infine i sopravvissuti al dominio della bestia,
dell’Anticristo demoniaco, che "non avevano adorato la bestia né la sua immagine
e non avevano accettato il suo marchio sulla loro fronte e sulla loro mano" e di
conseguenza venivano uccisi dall’immagine della bestia.
E come si legge all’inizio di questo versetto, sopra in Apoc 20,4,
sono tutti già in cielo di fronte al giudizio e poi prendono vita, cioè
ritornano sulla terra come sacerdoti di Dio nella Prima Risurrezione per regnare
con Cristo nel regno millenario.
Loro saranno sacerdoti di Dio e di Cristo e regneranno con lui quei mille anni.
Apoc 20,5 Gli altri morti non tornarono in vita
prima che i mille anni fossero trascorsi. Questa è la prima risurrezione.
20,6 Beato e santo è colui che partecipa alla prima risurrezione. Su di
loro non ha potere la morte seconda, ma saranno sacerdoti di Dio e di Cristo e
regneranno con lui quei mille anni. Apoc 20,5-6;
Come si vede, R. Pache confonde qui la risurrezione dei martiri
di tutti i tempi nella Prima Risurrezione con il Risveglio dai Morti e il
Rapimento dei fedeli in Cristo al momento del Ritorno del Signore. E anche
questa è una conseguenza della confusione tra la Tribolazione di quei giorni
(dominio dell’uomo del peccato) e il Giorno dell’ira di Dio (dominio della
bestia che viene dal mare). Se lasciamo questi eventi lì dove sono
nell’Apocalisse, cioè la Tribolazione di quei giorni all’inizio degli eventi
degli Ultimi Tempi (Apoc 6,1-11) e il dominio della bestia dopo la settima
tromba (Apoc 13,1-18ss), è facile vedere che i credenti del Rapimento sono in
cielo da tempo, mentre i martiri che si rifiuteranno di adorare questo
Anticristo durante il dominio della bestia (Apoc 13,10; 14,12-13) sono ancora
sulla terra.
Indipendentemente dal fatto che si voglia collocare il Rapimento prima o durante
la Grande Tribolazione, i fedeli qui rapiti, al momento della Prima Risurrezione
dei martiri sono già in cielo da tempo. Così come l’immensa folla (Apoc 7,9)
dalla Grande Tribolazione. Deve comunque trattarsi di centinaia di milioni di
persone. Se pensiamo che questi fedeli siano tutti sacerdoti e re nel Millennio,
sarebbe eventualmente possibile che così tante persone si facessero ordinare
sacerdoti sulla terra, ma centinaia di milioni di re sarebbero sicuramente a
corto di sudditi. No, i fedeli risvegliati dai morti e rapiti sono insieme ai
fedeli vivendi della Tribolazione davanti al trono di Dio e lo servono giorno e
notte nel suo tempio; e colui che siede sul trono stenderà la sua tenda su di
loro (Apoc 7,15). Tra loro solo i martiri torneranno in vita alla Prima
Risurrezione, insieme ai martiri di tutti i tempi, e regneranno con il Signore
nel Millennio sulla terra.
Tuttavia, troviamo il Risveglio dai Morti e li Rapimento dei fedeli una volta in
Matteo, Mat 24,31:
Mat 24,31 Ed egli manderà i suoi angeli con
un potente suono di tromba, ed essi raccoglieranno i suoi eletti dai
quattro venti, da una estremità dei cieli all’altra. Mat 24,31;
E poi, in maniera molto dettagliata, in Paolo, nella sua prima
lettera ai Tessalonicesi:
Saremo rapiti sulle nuvole, per incontrare il Signore nell’aria; cosí saremo sempre col Signore..
1Tess
4,15 Ora vi diciamo questo per parola del Signore: noi viventi, che saremo
rimasti fino alla venuta del Signore, non precederemo coloro che si sono
addormentati 4,16 perché il Signore stesso con un potente comando, con voce di
arcangelo con la tromba di Dio discenderà dal cielo, e quelli che sono
morti in Cristo risusciteranno per primi; 4,17 poi noi viventi, che
saremo rimasti saremo rapiti assieme a loro sulle nuvole, per incontrare il
Signore nell’aria; cosí saremo sempre col Signore. 1Tess 4,15-17;
Neanche il passo biblico di Giov 5,28-29 citato a questo
proposito da R. Pache come argomentazione, di conseguenza, si riferisce alla
Prima Risurrezione dei martiri in Apoc 20,4, dove tornano in vita solo questi
martiri per regnare con Cristo, ma qui tutti coloro che sono nei sepolcri, cioè
tutti coloro che sono morti, sentiranno la voce del Figlio di Dio e usciranno
dai sepolcri.
Quelli che hanno fatto il bene in risurrezione di vita, e quelli che hanno fatto il male in risurrezione di condanna.
Giov 5,28 Non vi meravigliate di questo, perché l’ora
viene, in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce
5,29 e ne usciranno, quelli che hanno fatto il bene in risurrezione di vita, e
quelli che hanno fatto il male in risurrezione di condanna.
Giov 5,28-29;
Si tratta, perciò, di quella risurrezione e di quei morti di cui si parla sopra, in Apoc 20,5, nella Prima Risurrezione dei martiri: "Gli altri morti non tornarono in vita prima che i mille anni fossero trascorsi". Quindi in Giov 5,28-29 si tratta di una profezia della Risurrezione Universale alla Fine del Mondo e del Giudizio Universale.
E se qualcuno non fu trovato scritto nel libro della vita, fu gettato nello stagno di fuoco.
Apoc 20,11 Poi vidi un grande trono bianco
e colui che vi sedeva sopra. La terra e il cielo fuggirono dalla sua presenza e non ci fu più posto
per loro. 20,12 E vidi i morti, grandi e piccoli, in piedi davanti al trono. I libri furono
aperti, e fu aperto anche un altro libro che è il libro della vita; e i morti
furono giudicati dalle cose scritte nei libri, secondo le loro opere. 20,13 Il
mare restituì i morti che erano in esso; la morte e l’Ades restituirono i loro
morti; ed essi furono giudicati, ciascuno secondo le sue opere. 20,14 Poi la
morte e l’Ades furono gettati nello stagno di fuoco. Questa è la morte seconda,
cioè lo stagno di fuoco. 20,15 E se qualcuno non fu trovato scritto nel libro
della vita, fu gettato nello stagno di fuoco. Apoc 20,11-15;
Conclusione:
Qui si riconosce una completa disinformazione sulle diverse risurrezioni. Da un
lato, il Risveglio dai Morti e il Rapimento dei fedeli nella Seconda Venuta del
Signore, subito dopo la tribolazione di quei giorni nella Grande Tribolazione,
vengono confusi con la Prima Risurrezione dei martiri prima del Millennio, e
dall’altro, questa stessa Prima Risurrezione viene confusa con la Risurrezione
Universale alla Fine del Mondo e il Giudizio Universale.
(Vedi anche Discorso 07: "Rapimento e Prima
Risurrezione: un unico avvenimento?")
Inoltre, Giovanni prima della risurrezione dei martiri della Grande
Tribolazione, vede uomini seduti su troni che hanno ricevuto il potere di
giudicare. Apoc 20,4. Chi sono questi giudici? (al plurale!) C’è un solo
giudice sovrano, Gesù Cristo, al quale è stato affidato tutto il giudizio.
Giov 5,22-27. Ma il Signore ha ritenuto giusto far partecipare i suoi
credenti al giudizio sul mondo. "Non sapete che i santi giudicheranno il
mondo?" 1Cor 6,2-3. I giudici che siedono su quei troni ancora prima della
risurrezione dei martiri della Grande Tribolazione, sono, dunque, santi. Se
avessero sofferto questo periodo di orrore, anche loro sarebbero diventati
martiri. Ma dato che in quel momento sono nella vita eterna, questo prova di
nuovo che sono stati rapiti prima della Grande Tribolazione.
Poi vidi dei troni. A quelli che vi si misero seduti fu dato di giudicare.
Apoc 20,4 Poi vidi dei troni. A quelli che
vi si misero seduti fu dato di giudicare. E vidi le anime di quelli che
erano stati decapitati per la testimonianza di Gesù e per la parola di Dio, e di
quelli che non avevano adorato la bestia né la sua immagine e non avevano
ricevuto il suo marchio sulla loro fronte e sulla loro mano. Essi
tornarono in vita e regnarono con Cristo per mille anni. Apoc 20,4;
È sempre sorprendente con quanta scarsa sensibilità ed effettiva
coscienza di sé alcuni commentatori interpretino la Scrittura. Se osserviamo le
affermazioni di cui sopra, possiamo notare la seguente correlazione:
I credenti menzionati sopra da R. Pache, che in toto hanno condotto una vita
piacevole, che non sono mai stati attaccati a causa della loro fede, che non
hanno mai dovuto mettere alla prova la forza della loro fede e che alla fine
della loro vita sono morti di morte ordinaria, secondo l’opinione di R. Pache,
riceveranno il potere di giudicare, siederanno su troni in cielo e giudicheranno
quei martiri che sono stati perseguitati, torturati e infine uccisi per essere
rimasti devoti alla loro fede. E per portare all’estremo l’assurdità di queste
affermazioni, si sostiene anche che proprio per questo sono potuti diventare
giudici, perché non hanno dovuto patire questo periodo di orrore.
A parte il fatto che l’assoluta giustizia di Dio è considerata come una
quantité négligeable, si pone la questione di come questi santi possano
esprimere un giusto giudizio su qualcosa che essi stessi non hanno mai sperimentato
nella loro vita. Il tentativo di alcuni esegeti di attribuire alla chiesa tutte le
funzioni e posizioni immaginabili crea sempre confusione, perché poi nessuno sa
più cosa vale effettivamente per la chiesa e cosa no.
Ma ora R. Pache sostiene qui che la chiesa giudicherà i martiri nel giudizio
prima della Prima Risurrezione (Apoc 20,4), i quali saranno poi ritenuti degni
da questo giudizio di regnare con Cristo sulla terra per mille anni. Perciò è
ora del tutto evidente che coloro che qui giudicheranno – cioè, presumibilmente,
la chiesa – non possono essi stessi essere giudicati da questo giudizio per
regnare sulla terra. Questo sarebbe un caso eclatante di parzialità, impensabile
anche nei tribunali terreni.
Ma poiché questo significherebbe che la chiesa sarebbe esclusa dal "regnare"
nel millennio, l’Argomentazione 8
si affretta a spiegare che non solo i martiri, ma anche la chiesa parteciperà a
questa prima risurrezione "per vivere e regnare con Cristo". Questo però si
traduce in una situazione in cui la chiesa sarebbe giudice di se stessa. Da
questo possiamo vedere che tra gli esegeti ha evidentemente preso posto una
sorta di avidità. Fondamentalmente vengono dimostrate tutte le opzioni senza
alcuna considerazione dei principi morali dell’agire umano, né della loro
incompatibilità.
Conclusione:
Anche qui riconosciamo di nuovo la confusione tra il Risveglio dai Morti per il
Rapimento e la Prima Risurrezione. Effettivamente, la chiesa qui non è né
giudice – i santi che co – giudicheranno potrebbero piuttosto essere i 24 anziani
che siedono sui loro troni – né parteciperà alla Prima Risurrezione, né regnerà
con Cristo nel Millennio. Questo è un compito che Dio ha riservato
esclusivamente ai martiri di tutti i tempi.
(Vedi anche Discorso 72: "Chi sono i 24 Anziani
nell’Apocalisse di Giovanni?")
Gesù dice: ‘Similmente, come avvenne ai giorni di Lot: si mangiava, si
beveva, si comprava, si vendeva, si piantava, si costruiva; ma nel giorno
che Lot uscì da Sodoma piovve dal cielo fuoco e zolfo, che li fece perire
tutti. Lo stesso avverrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo sarà
manifestato… Ricordatevi della moglie di Lot!… Io vi dico: in quella
notte, due saranno in un letto; l’uno sarà preso, e l’altro lasciato’.
Luca 17,28-29.30.32.34. Prima della distruzione di Sodoma, l’angelo sterminatore
fece uscire Lot e lo indirizzò verso un luogo di rifugio. Gli disse: "Affrèttati,
rifùgiati là, perché io non posso far nulla finché tu non vi sia giunto"
Gen 19,22. Ma la moglie di Lot guardò dietro di sé e perì con gli empi. Così
Sodoma fu consegnata al giudizio subito dopo la partenza di Lot, poiché non
erano più rimaste nemmeno dieci persone giuste. Allo stesso modo, anche dopo
il rapimento dei fedeli non erano rimaste abbastanza forze spirituali sulla
terra per fermare il giudizio. Allora la Grande Tribolazione si abbatterà
sugli empi e sui falsi credenti che hanno esitato a lasciare il mondo. ‘Come
fu ai giorni di Noè, così sarà alla venuta del Figlio dell’uomo’. Mat 24,37.
Anche Noè fu prima portato in salvo da Dio, prima dell’inizio della
catastrofe. Dopo tutto, nonostante la protezione divina, ha dovuto
affrontare le acque del diluvio. Visto così, è interessante confrontare la
sua esperienza con quella di Enoch. Enoch, dopo aver camminato con Dio, fu
preso dalla terra prima del giudizio. (Gen 5,24) e sarebbe così il simbolo
dei fedeli che verranno rapiti in vita prima della Grande Tribolazione. Noè,
invece, preservato in mezzo al diluvio, sarebbe il riferimento dei santi (di
Israele e delle nazioni) che devono effettivamente sopportare la Grande
Tribolazione, ma che portano il sigillo di Dio. E di questi santi Giovanni
scrive: ’Poi vidi un altro angelo che gridò: Non danneggiate la terra, né il 6
mare, né gli alberi, finché non abbiamo segnato sulla fronte, con il
sigillo, i servi del nostro Dio’. Apoc 7,2-3.
Poiché il testo di Luca citato sopra da R. Pache è
particolarmente importante per l’interpretazione del Rapimento, diamo uno
sguardo all’intero contesto di questo passaggio biblico:
Chi cercherà di salvare la sua vita, la perderà; ma chi
la perderà, la preserverà.
Luca 17,22 Disse pure ai suoi discepoli: «Verranno
giorni che desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell’uomo, e
non lo vedrete. 17,23 E vi si dirà: "Eccolo là", o "eccolo qui". Non andate, e
non li seguite; 17,24 perché com’è il lampo che balenando risplende da una
estremità all’altra del cielo, così sarà il Figlio dell’uomo nel suo giorno.
17,25 Ma prima bisogna che egli soffra molte cose, e sia respinto da questa
generazione.
17,26 Come avvenne ai giorni di Noè, così pure avverrà ai giorni del
Figlio dell’uomo. 17,27 Si mangiava, si beveva, si prendeva moglie, si andava a
marito, fino al giorno che Noè entrò nell’arca, e venne il diluvio che li fece
perire tutti.
17,28 Similmente, come avvenne ai giorni di Lot: si mangiava, si beveva,
si comprava, si vendeva, si piantava, si costruiva; 17,29 ma nel giorno che Lot
uscì da Sodoma piovve dal cielo fuoco e zolfo, che li fece perire tutti. 17,30
Lo stesso avverrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo sarà manifestato.
17,31 In quel giorno, chi sarà sulla terrazza (tetto) e avrà le sue cose in
casa, non scenda a prenderle; così pure chi sarà nei campi non torni indietro.
17,32 Ricordatevi della moglie di Lot.
17,33 Chi cercherà di salvare la sua vita, la perderà; ma chi la perderà, la
preserverà. 17,34 Io vi dico: in quella notte, due saranno in un letto;
l’uno sarà preso, e l’altro lasciato. 17,35 Due donne macineranno assieme; l’una
sarà presa e l’altra lasciata. 17,36 [Due uomini saranno nei campi; l’uno sarà
preso e l’altro lasciato.]» 17,37 I discepoli risposero: «Dove sarà, Signore?»
Ed egli disse loro: «Dove sarà il corpo, là pure si raduneranno le aquile».
Luca 17,22-37;
In primo luogo, il Signore qui annuncia giorni difficili per i
fedeli e avverte del pericolo di farsi sedurre da false voci sulla venuta del
Figlio dell’uomo. E dice: "Non li seguite", perché il manifestarsi del Figlio
dell’uomo non avverrà in modo segreto e invisibile, ma com’è il lampo che
balenando risplende da una estremità all’altra del cielo, così anche il Signore
brillerà nella sua gloria il giorno in cui verrà.
E poi il Signore paragona questo giorno ai giorni di Noè. Così come la gente in
quel tempo mangiava, beveva, non sospettava alcun pericolo e poi tutti, tranne
Noè e la sua famiglia, morirono nel diluvio, così sarà anche nel giorno del
Figlio dell’Uomo: mangeranno, berranno, prenderanno moglie e andranno a marito,
finché il Signore verrà da tutti e quattro i punti cardinali a raccogliere e
rapire i suoi. Tuttavia, coloro che rimarranno indietro non periranno in quel
momento, ma saranno consegnati alla successiva Ira di Dio. E come ulteriore
regola di condotta il Signore paragona questo giorno anche ai giorni di Lot.
Anche allora vivevano tutti alla giornata, ma quando Lot uscì da Sodoma furono
tutti uccisi.
Il seguente testo in Luc 17,31 è spesso visto come un passaggio parallelo a Mat
24,17-18 e a Mar 13,15-16. Tuttavia, queste affermazioni sono riferite a un
contesto completamente diverso – vale a dire all’"abominio della desolazione"
cioè la persecuzione dei cristiani durante la Grande Tribolazione e la fuga
precipitosa verso le E un terzo testo, cioè Lc 21: 20-24, tratta della terza
guerra giudaica del 153 e dell’espulsione dei Giudei in tutte le parti del
mondo.
Così, mentre Luc 21,23 tratta del "giorno della vendetta" per l’assassinio degli
ebrei del loro Messia, qui, in Luc 17,22-37, si tratta chiaramente del ritorno
del Signore (Luc 17,24-30). Qui non si parla nemmeno dell’abominazione della
desolazione, della Grande Tribolazione o della fuga verso le montagne, ma al
contrario, si ha l’impressione che qui il Signore non inviti a fuggire, ma a
rimanere fermi e a persistere nel luogo dove si trovano in quel momento.
Luca 17,30 Lo stesso avverrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo
sarà manifestato. 17,31 In quel giorno, chi sarà sulla terrazza (tetto) e avrà le sue cose in casa,
non scenda a prenderle; così pure chi sarà nei campi non torni indietro. 17,32
Ricordatevi della moglie di Lot. 17,33 Chi cercherà di salvare la sua vita,
la perderà; ma chi la perderà, la preserverà. Luca 17,30-33;
I due versi seguenti, Luc 17,32-33, fanno sì che questa
impressione diventi certezza. L’avvertimento "Ricordatevi della moglie di Lot" è
la richiesta, in questo giorno, in questo momento, di non voltarsi verso ciò che
sta dietro – cioè verso gli averi e i nostri beni, le nostre vite e i nostri
corpi fisici. E poi questo è anche affermato molto concretamente dal Signore:
"Chi cercherà di salvare la sua vita, la perderà; ma chi la perderà, la
preserverà". Chi cercherà di fuggire non potrà essere preso dagli angeli, ma chi
rimarrà fermo perderà sì la sua vita fisica, ma riceverà nello stesso momento un
corpo spirituale e sarà rapito al Signore. E questo è esattamente ciò che
vediamo nei prossimi due versi di Luc 17,34-35:
In quella notte, due saranno in un letto; l’uno sarà preso, e l’altro lasciato.
Luca 17,34 Io vi dico: in quella notte, due saranno in un letto;
l’uno sarà preso, e l’altro lasciato. 17,35 Due donne macineranno assieme;
l’una sarà presa e l’altra lasciata. Luca 17,33-35;
Questa dichiarazione del Signore è la conferma che qui il
Signore certamente non invita alla fuga. Se nel momento del Rapimento due
saranno su un letto o due macineranno insieme e uno sarà preso e l’altro è
lasciato, allora questi due chiaramente non possono essere in fuga.
(Vedi anche Tabella 05: "Sinossi dei discorsi del
Signore sugli Ultimi Tempi.")
Quindi questo è il momento della venuta del Signore e del
rapimento dei suoi, come è anche descritto in Mat 24,29-31. In questo frangente
essi perderanno effettivamente la loro vita terrena, il loro corpo fisico,
tuttavia non moriranno, ma – come dice Paolo – saranno trasformati "in un
attimo, in un batter d’occhio" (1Cor 15,51-53). E di questo non devono avere
paura, dice loro il Signore in Luc 17,33. Allora chi cercherà di fuggire per
salvare la propria vita fisica, la perderà per davvero. Ma chi persevererà nella
fede in Dio sarà raccolto dagli angeli del Signore e rapito. E allora ci saranno
due in un letto o che macineranno insieme e uno sarà preso e l’altro lasciato.
Quando il Signore ebbe finito le sue spiegazioni, la prima reazione dei
discepoli fu: "Dove sarà, Signore? Riconosciamo qui lo stesso equivoco di alcuni
interpreti che pensano che per il Rapimento la chiesa debba andare alla ricerca
di un "luogo di rifugio". A parte il fatto che ci sarebbe stato un recupero dei
fedeli, un Rapimento, i discepoli non avevano proprio capito nulla. Perciò erano
ansiosi di sapere dove questo sarebbe avvenuto, in modo da poter arrivare in
tempo in questo luogo.
Luca 17,37 I discepoli risposero: «Dove
sarà, Signore?» Ed egli disse loro: «Dove sarà il corpo, là pure si raduneranno
le aquile». Luca 17,37;
Ora riconosciamo due punti dalla risposta del Signore. Da un
lato sembra che non abbia nemmeno ascoltato la loro domanda, ma che abbia
parlato di qualcosa di completamente diverso quando dice: "Dove sarà il corpo
(carogna), là pure si raduneranno le aquile (avvoltoi)". Eppure, era proprio la
risposta che i discepoli – ma molto di più i credenti degli Ultimi Tempi –
dovevano sapere. Sembra che il Signore volesse dire loro: Non pensate di dover
andare alla ricerca di un qualche luogo. Quando verrò, manderò i miei angeli a
radunarvi. E come gli avvoltoi (aquile) sanno istintivamente dove trovare la
carogna (corpo), così anche gli angeli sapranno dove trovarvi. Dovete solo
perseverare nella fede e rimanere fermi e dirigere lo sguardo spirituale non più
all’indietro verso la vostra vita terrena, ma in avanti verso la vita
nell’eternità di Dio, che ora sta nascendo per voi.
Conclusione:
Come si può vedere dall’argomentazione di R. Pache di cui sopra, questa
interpretazione fa acqua da tutte le parti. Prima lo Spirito Santo lascia il
mondo con il Rapimento e prima della Grande Tribolazione. Poi ricompare, perché
nella Grande Tribolazione le "persone di buona volontà" diventano credenti.
I 144.000 israeliti segnati con il sigillo di tutte le 12 tribù d’Israele sono
interpretati come israeliti "e nazioni", perché altrimenti non si spiegherebbe
la folla immensa della Grande Tribolazione. E infine, anche i fratelli e le
sorelle degli Ultimi Tempi sono invitati a fuggire prima del Rapimento,
piuttosto che aspettarlo.
(Vedi anche Discorso 38: "Cosa
attende i cristiani e i giudei al Ritorno del Signore?.")
La vocazione e l’elezione della chiesa è un mistero (Efes 3,3-10) e un atto
intermedio nel piano di Dio per il mondo. Si conclude con il mistero del
Rapimento (1Cor 15,51), prima che la realizzazione delle profezie relative a
Israele riprendano il loro corso.
Conclusione:
Sì, senza dubbio. Tuttavia, questa è un’argomentazione per il Rapimento stesso e
non per un Rapimento prima della Grande Tribolazione!
Si nota subito che nessuna delle epistole, che pure sono tutte scritte per
la chiesa, parli dei dettagli della Grande Tribolazione. Non significa forse
che la chiesa non deve patire questo periodo?
A quanto pare R. Pache non annovera tra le epistole la seconda
lettera di Paolo ai Tessalonicesi. Perché proprio lì Paolo ha scritto quando si
manifesterà l’apostasia – la Grande Tribolazione – e l’uomo del peccato, il
primo Anticristo ‘ e quando terminerà questo tempo, cioè con il Ritorno del
Signore.
Quel giorno non verrà se prima non sia venuta l’apostasia e non sia stato manifestato l’uomo del peccato.
2Tess 2,1 Ora, fratelli, circa la venuta
del Signore nostro Gesù Cristo e il nostro incontro con lui, vi
preghiamo 2,2 di non lasciarvi così presto sconvolgere la mente, né turbare sia
da pretese ispirazioni, sia da discorsi, sia da qualche lettera data come
nostra, come se il giorno del SIGNORE fosse già presente. 2,3 Nessuno vi inganni
in alcun modo; poiché quel giorno non verrà se prima non sia venuta
l’apostasia e non sia stato manifestato l’uomo del peccato, il figlio della
perdizione.
2Tess 2,1-3;
La Grande Tribolazione e il primo Anticristo vengono prima del
Ritorno del Signore per il Rapimento. Quando il Signore verrà, la Grande
Tribolazione sarà finita ed Egli distruggerà l’uomo del peccato, il primo
Anticristo.
L’empio, che il Signore Gesù distruggerà con il soffio della sua bocca, e annienterà con l’apparizione della sua venuta.
2Tess 2,6 Ora voi sapete ciò che lo trattiene
affinché sia manifestato a suo tempo. 2,7 Infatti il mistero dell’empietà è già
in atto, soltanto c’è chi ora lo trattiene, finché sia tolto di mezzo. 2,8 E
allora sarà manifestato l’empio, che il Signore Gesù distruggerà con il
soffio della sua bocca, e annienterà con l’apparizione della sua venuta.
2,9 La venuta di quell’empio avrà luogo, per l’azione efficace di Satana, con
ogni sorta di opere potenti, di segni e di prodigi bugiardi, 2,10 con ogni tipo
d’inganno e d’iniquità a danno di quelli che periscono perché non hanno aperto
il cuore all’amore della verità per essere salvati. 2Tess 2,6-10;
Conclusione:
Nella sua seconda lettera (epistola) alla chiesa di Tessalonica Paolo descrive
la Grande Tribolazione in maniera abbastanza precisa:
o Inizio: manifestazione dell’empietà nel mondo
o Contenuto: opere potenti, segni, prodigi
bugiardi e ogni tipo d’inganno e d’iniquità
o Fine: con la venuta di nostro Signore Gesù
Cristo e la nostra ricongiunzione con Lui.
E quando R. Pache scrive sopra che "nessuna delle epistole, che
pure sono tutte scritte per la chiesa, parli dei dettagli della Grande
Tribolazione", evidentemente non ha ancora letto questa epistola di Paolo.
Secondo i capitoli 2 e 3 dell’Apocalisse, che (tra le altre possibili
applicazioni) evidentemente offrono un’ampia visione degli stadi di sviluppo
della chiesa, l’ultima fase della congregazione nominatasi chiesa sulla
terra è rappresentata dalla chiesa di Laodicea. Le sue caratteristiche,
cioè, sono la tiepidezza, il declino e l’apostasia. Non mostra i tratti di
una chiesa perseguitata ma fedele.
I pretribolazionisti utilizzano volentieri una presunta
disposizione cronologica delle lettere alle chiese, al fine di collocare
l’ultima chiesa, Laodicea, nella Grande Tribolazione e di interpretare la chiesa
immediatamente precedente, Filadelfia, come la chiesa prima della Grande
Tribolazione, quella che presumibilmente sperimenta il Rapimento. Tuttavia, di
fatto non c’è nessuna denominazione, di qualsiasi stampo, che non vorrebbe
vedersi come "Filadelfia". Se poi si osservano le promesse a Filadelfia in
Apoc 3,7-13, si capisce subito perché.
Conclusione:
Le sette epistole, ad un’analisi più attenta, non sono collocate in aree
specifiche, né cronologicamente né spazialmente, ma sono evidentemente strumenti
di orientamento molto concreti per ogni singolo credente in tutto il mondo, in
cui può riconoscere l’espressione della propria fede e i punti di forza e di
debolezza ad essa associati. Il risultato di ogni esame individuale e
autocritico dovrebbe essere il punto di partenza per ridurre il più possibile le
nostre debolezze e aumentare i nostri punti di forza, o almeno mantenerli. Ogni
credente è quindi un membro di una di queste sette congregazioni virtuali, che
si estendono nel tempo e nello spazio, e che nel loro insieme – dalla loro
nascita e fino al Ritorno del Signore – costituiscono la chiesa di Cristo sulla
terra.
(Vedi anche Excursus 02: "Le lettere alle sette Chiese.")
Prima dei grandi giudizi dell’Apocalisse vediamo i ventiquattro anziani in
cielo, che, a quanto sembra, sono i redenti dell’Antica e della Nuova
Alleanza. Questi siedono (cioè sono stati posti) trasfigurati e incoronati
davanti al trono di Dio. Apoc 4.
Ancora un altro simbolo della chiesa! Ma c’è da aspettarselo,
visto che questo testo parla di "troni" e "corone". E naturalmente anche qui si
presenta di nuovo una confusione dei concetti. In Apoc 7,9 Giovanni vede una
folla immensa che nessuno poteva contare, di tutte le nazioni e lingue, in cielo
davanti al trono di Dio. Questi sono i redenti che vengono dalla Grande
Tribolazione, e perciò, sono senza dubbio una parte della chiesa rapita di tutti
i tempi – cioè i redenti, come dice R. Pache sopra. Ma allo stesso tempo
Giovanni vede, nel versetto 11, anche i 24 anziani che, insieme alle quattro
creature viventi, si prostrano con la faccia a terra davanti al trono e adorano
Dio. Quindi, se i 24 anziani fossero davvero la chiesa – i redenti – come dice
R. Pache sopra, allora avremmo qui la situazione piuttosto strana, in cui la
chiesa appare in una duplice forma:
o una volta come la folla immensa proveniente da
tutte le nazioni che sta in piedi davanti al trono e grida a gran voce: "La
salvezza appartiene al nostro Dio che siede sul trono, e all’Agnello!"
o e contemporaneamente sotto forma di 24 anziani
che si prostrano con la faccia a terra davanti al trono dicendo Amen.
Una folla immensa che nessuno poteva contare, proveniente da tutte le nazioni, tribù, popoli e lingue.
Apoc 7,9 Dopo queste cose guardai e vidi una
folla immensa che nessuno poteva contare, proveniente da tutte le nazioni,
tribù, popoli e lingue, che stava in piedi davanti al trono e davanti
all’Agnello, vestiti di bianche vesti e con delle palme in mano. 7,10 E
gridavano a gran voce, dicendo: «La salvezza appartiene al nostro Dio che siede
sul trono, e all’Agnello». 7,11 E tutti gli angeli erano in piedi
intorno al trono, agli anziani e alle quattro creature viventi; essi si
prostrarono con la faccia a terra davanti al trono e adorarono Dio, dicendo:
7,12 «Amen! Al nostro Dio la lode, la gloria, la sapienza, il ringraziamento,
l’onore, la potenza e la forza, nei secoli dei secoli! Amen». Apoc 7,9-12;
Ma non è tutto, nel versetto successivo uno dei 24 anziani –
cioè uno dei "redenti" secondo Pache – spiega a Giovanni che questa grande folla
sono i redenti della Grande Tribolazione. Qui si pone la questione di chi
dovrebbero essere i redenti.
Poi uno degli anziani mi rivolse la parola, dicendomi: Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione.
Apoc 7,13 Poi uno degli anziani mi rivolse
la parola, dicendomi: «Chi sono queste persone vestite di bianco e da
dove sono venute?» 7,14 Io gli risposi: «Signor mio, tu lo sai». Ed egli mi
disse: «Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione. Essi
hanno lavato le loro vesti, e le hanno imbiancate nel sangue dell’Agnello. 7,15
Perciò sono davanti al trono di Dio e lo servono giorno e notte, nel suo
tempio;; e colui che siede sul trono stenderà la sua tenda su di loro.
Apoc 7,13-15;
Conclusione:
Dall’analisi di cui sopra è evidente che i 24 anziani non possono essere un
simbolo della chiesa come pensa R. Pache. La chiesa è il corpo di Cristo – lui è
il capo, noi siamo le membra, lui il maestro, noi i fratelli. Con i 24 anziani,
quindi – in qualsiasi forma – una pretribolazione non può essere giustificata.
(Vedi anche Discorso 72: "Chi sono i 24 Anziani
nell’Apocalisse di Giovanni?")
In una visione, l’apostolo Giovanni vede una donna dare alla luce un bambino
che avrebbe dovuto reggere tutte le nazioni con una verga di ferro. Satana,
il dragone, sta davanti a lei per divorare il bambino, ma esso viene rapito
vicino a Dio e al suo trono. La donna fugge nel deserto, inseguita dal
dragone, ma protetta da Dio, esattamente per tutta la durata della Grande
Tribolazione, milleduecentosessanta giorni. Apoc 12,4-6, 13-17. La donna
sembra essere il popolo di Dio di tutti i tempi, che ha dato al mondo il
Messia, poi la chiesa, e infine i santi della Grande Tribolazione. Cristo,
duramente ferito al calcagno da Satana, gli ha schiacciato la testa ed è
stato innalzato alla gloria alla destra di Dio. Da lì tornerà per reggere le
nazioni con uno scettro di ferro. Sal 2,8. Anche la chiesa è rappresentata
dal bambino: Perseguitata dal nemico, viene rapita vicino a Dio e al suo
trono subito dopo la nascita (cioè quando avrà raggiunto la sua pienezza), e
il Signore le dà il potere, come lui, di reggere le nazioni con una verga di
ferro. Apoc 2,26-27. Subito dopo il suo rapimento iniziano i tre anni e
mezzo di tribolazione. Durante questi anni il drago combatte con la sua
furia contro "quelli che restano della discendenza di lei che osservano i
comandamenti di Dio e custodiscono la testimonianza di Gesù." (12,17), cioè
quelli di Israele e delle nazioni che si convertono al Signore sotto il
dominio dell’Anticristo.
Poi un grande segno apparve sul cielo: una donna
Apoc 12,1 Poi un grande segno apparve sul
cielo: una donna rivestita del sole, con la luna sotto i piedi e una
corona di dodici stelle sul capo. 12,2 Era incinta, e gridava per le doglie e il
travaglio del parto.
12,3 Apparve ancora un altro segno sul cielo: ed ecco un gran dragone rosso, che
aveva sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi. 12,4 La sua
coda trascinava la terza parte delle stelle del cielo e le scagliò sulla terra.
Il dragone si pose davanti alla donna che stava per partorire, per divorarne il
figlio, non appena l’avesse partorito.
12,5 Ed ella partorì un figlio maschio, il quale deve reggere tutte le nazioni
con una verga di ferro; e il figlio di lei fu rapito vicino a Dio e al suo
trono. 12,6 Ma la donna fuggì nel deserto, dove ha un luogo preparato da
Dio, per esservi nutrita per milleduecentosessanta giorni.
12,7 E ci fu una battaglia nel cielo: Michele e i suoi angeli
combatterono contro il dragone. Il dragone e i suoi angeli combatterono,
12,8 ma non vinsero, e per loro non ci fu più posto nel cielo. 12,9 Il
gran dragone, il serpente antico, che è chiamato diavolo e Satana, il
seduttore di tutto il mondo, fu gettato giù; fu gettato sulla terra,
e con lui furono gettati anche i suoi angeli. Apoc 12,1-9;
Prima una breve osservazione relativa al versetto 1. Lì alcune traduzioni
riportano: "una donna nel cielo". Ma il testo originale greco qui è "en tw
ouranw". E il sostantivo "ouranwz", (ouranos) / cielo, è paragonabile
all’inglese "sky", mentre l’inglese "heaven" in greco "paradeisoz" (παράδεισοs)/
viene tradotto con paradiso.
Quindi è il cielo terreno, visibile (ouranos) che si intende qui e non il cielo
invisibile del nostro Padre celeste. E quindi anche qui si deve tradurre: "una
donna sul cielo" e non "una donna nel cielo", come, invece,
viene erroneamente e ripetutamente citato, soprattutto dalla chiesa cattolica,
che interpreta questa donna come la cattolica "Maria".
Alcuni esegeti vedono nel testo di Apoc 12,1-2 anche la "chiesa di Gesù Cristo",
il "popolo di Dio di tutti i tempi" e la "comunità cristiana mondiale", adducendo
sempre come motivazione, che è stata la chiesa che – in senso spirituale – ha
dato alla luce il "figlio maschio" (Apoc 12,5), cioè Gesù Cristo.
Sembra, tuttavia, che l’ordine cronologico – spirituale o meno – sia stato
semplicemente invertito. Non è stata la chiesa a "dare alla luce" Gesù Cristo,
ma il contrario: è stato Gesù Cristo a portare la chiesa nel mondo attraverso
gli apostoli. A causa del riferimento precipitoso ed errato alla "donna" di
Apoc 12,1-2 come origine della chiesa, si ignora ovviamente il fatto che nella
Scrittura si trova un’indicazione molto concreta della chiesa di Cristo e del
suo simbolismo.
In Apoc 1,12-13 Giovanni vede il Figlio dell’Uomo, cioè Gesù Cristo, in
mezzo a sette candelabri d’oro, e nella sua mano destra sette stelle.
I sette candelabri d’oro e le sette stelle.
Apoc 1,12 Io mi voltai per vedere chi mi stava
parlando. Come mi fui voltato, vidi sette candelabri d’oro 1,13 e, in mezzo
ai sette candelabri, uno simile a un figlio d’uomo, vestito con una veste
lunga fino ai piedi e cinto di una cintura d’oro all’altezza del petto. 1,14 Il
suo capo e i suoi capelli erano bianchi come lana candida, come neve; i suoi
occhi erano come fiamma di fuoco; 1,15 i suoi piedi erano simili a bronzo
incandescente, arroventato in una fornace, e la sua voce era come il fragore di
grandi acque. 1,16 Nella sua mano destra teneva sette stelle; dalla sua
bocca usciva una spada a due tagli, affilata, e il suo volto era come il sole
quando risplende in tutta la sua forza. Apoc 1,12-16;
Questo simbolismo dei sette candelabri d’oro e delle sette
stelle nella mano del Figlio dell’Uomo è poi spiegato in Apoc 1,20:
Le sette stelle sono gli angeli delle sette chiese, e i sette candelabri sono le sette chiese.
Apoc 1,20 il mistero delle sette stelle che hai
viste nella mia destra, e dei sette candelabri d’oro. Le sette stelle
sono gli angeli delle sette chiese, e i sette candelabri sono le sette chiese.
Apoc 1,20;
Perciò, sono le sette stelle nella mano destra del Signore e i
sette candelabri d’oro che rappresentano la chiesa di Gesù Cristo e quindi tutto
il cristianesimo, e non la "corona di dodici stelle" sulla testa della "donna"
di Apoc 12,1-2.
Ma chi è veramente questa "donna" di Apoc 12,1-2? Se procediamo secondo il
metodo collaudato dell’esegesi autorevole e assumiamo che la Scrittura può
essere interpretata solo sulla base della Scrittura, dobbiamo partire da quelle
affermazioni che trovano chiara conferma nella Scrittura. Nel nostro caso si
tratta di quella del figlio partorito dalla donna in Apoc 12,5.
Ed ella partorì un figlio maschio, il quale deve reggere tutte le nazioni con una verga di ferro.
Apoc 12,5 Ed ella partorì un figlio maschio, il
quale deve reggere tutte le nazioni con una verga di ferro; e il figlio di
lei fu rapito vicino a Dio e al suo trono. Apoc 12,5;
Questo figlio che "deve reggere tutte le nazioni con una verga
di ferro" è un riferimento a Sal 2,6-9:
Tu le spezzerai con una verga di ferro; tu le frantumerai come un vaso d’argilla.
Sal 2,6 «Sono io», dirà, «che ho stabilito il mio
re sopra Sion, il mio monte santo». 2,7 Io annuncerò il decreto: Il SIGNORE mi
ha detto: «Tu sei mio figlio, oggi io t’ho generato. 2,8 Chiedimi, io ti
darò in eredità le nazioni e in possesso le estremità della terra. 2,9 Tu le
spezzerai con una verga di ferro; tu le frantumerai come un vaso d’argilla».
Sal 2,6-9;
Poiché nessuno vorrà dubitare del fatto che questa promessa nei
Salmi si riferisca al Signore Gesù, in base alla simile formulazione del testo
possiamo interpretare il figlio maschio di Apoc 12,5 come Gesù Cristo, il Figlio
di Dio. Come già detto sopra, la donna che lo ha partorito, di conseguenza, non
può essere la chiesa, perché noi in quanto chiesa siamo i successori e i
discendenti spirituali del Signore e non i suoi predecessori.
Ma leggendo il primo capitolo di Matteo, non è difficile individuare la
discendenza del Signore. Si tratta naturalmente del popolo d’Israele, e quindi
anche la donna sul cielo è da identificare come il popolo d’Israele.
Un’ulteriore conferma di questa visione è la corona di dodici stelle sul suo
capo.
Una donna con una corona di dodici stelle sul capo.
Apoc 12,1 Poi un grande segno apparve sul cielo:
una donna rivestita del sole, con la luna sotto i piedi e una corona di
dodici stelle sul capo. 2 Era incinta, e gridava per le doglie e il
travaglio del parto. Apoc 12,1-2;
Queste dodici stelle qui rappresentano le dodici tribù
d’Israele. Questa donna "era incinta, e gridava per le doglie e il travaglio del
parto". Anche qui può quindi trattarsi solo della nascita (spirituale) del
Figlio di Dio.
Le "doglie del parto" della donna, cioè del popolo d’Israele, diventano allora
comprensibili quando si dimostra, sulla base dei Vangeli, quanto questo Gesù di
Nazareth fosse sgradito sia ai capi religiosi che politici dell’Israele di
allora.
Conclusione:
Anche qui, il simbolismo che indica chiaramente Israele come la donna sul cielo
è reinterpretato per significare la chiesa. E come se questo non bastasse, il
"figlio maschio" viene anche presentato come la chiesa di tutti i tempi. Quella
di attribuire alla chiesa qualunque simbolismo, purché abbia anche il minimo
significato, evidentemente è una caratteristica imprescindibile di alcuni
esegeti.
Se ora analizziamo più da vicino il testo di Apoc 12,1-9, possiamo quindi anche
riconoscere che questi non sono affatto eventi degli Ultimi Tempi, ma che la
nascita del figlio maschio, la fuga della donna nel deserto e la lotta nel cielo
tra il dragone e Michele sono "resoconti reali" degli eventi all’inizio della
nostra cronologia e mentre il Signore era ancora in vita.
(Vedi anche excursus 10: "La donna
sul cielo.")
Giovanni rimanda le nozze dell’Agnello, per le quali "la sua sposa si è
preparata", prima della battaglia di Harmagedon. "Le è stato dato di
vestirsi di lino fino, risplendente e puro; (ma il lino fino sono le opere
giuste dei santi)". Apoc 19,7-8. Apparentemente i preparativi, per
indossare la sua veste di opere giuste, sono la conseguenza della sentenza
pronunciata davanti al tribunale di Cristo immediatamente dopo il Rapimento.
2Cor 5,10; 1Cor 3,10-15. Solo dopo questo giudizio la chiesa sarà trasfigurata
e ricongiunta con il suo Sposo celeste, per poi scendere dal cielo e
giudicare e regnare al Suo fianco.
Per avere una migliore visione d’insieme di queste affermazioni, osserviamo prima il seguente testo:
Sono giunte le nozze dell’Agnello e la sua sposa si è preparata. Beati quelli che sono invitati alla cena delle nozze dell’Agnello.
Apoc 19,6 Poi udii come la voce di una gran folla e
come il fragore di grandi acque e come il rombo di forti tuoni, che diceva:
«Alleluia! Perché il Signore, nostro Dio, l’Onnipotente, ha stabilito il suo
regno. 19,7 Rallegriamoci ed esultiamo e diamo a lui la gloria, perché sono
giunte le nozze dell’Agnello e la sua sposa si è preparata. 19,8 Le è stato
dato di vestirsi di lino fino, risplendente e puro; poiché il lino fino sono le
opere giuste dei santi». 19,9 E l’angelo mi disse: «Scrivi: "Beati quelli che
sono invitati alla cena delle nozze dell’Agnello"». Poi aggiunse: «Queste
sono le parole veritiere di Dio». Apoc 19,6-9;
(Vedi anche Capitolo 063: "Le nozze dell’Agnello."
[non ancora disponibile in italiano, leggi in tedesco, leggi in inglese.])
Come R. Pache afferma correttamente sopra, Giovanni considera
questo matrimonio precedente alla battaglia di Harmagedon. Tuttavia, questo è un
momento nella sequenza cronologica dell’Apocalisse che è collocato ben dopo il
Rapimento – sia che vogliamo vederlo come avvenuto prima della o nella Grande
Tribolazione, e persino nel caso, se evitiamo di confondere la Grande
Tribolazione con il dominio dell’Anticristo demoniaco. L’affermazione che la
chiesa deve comparire davanti al tribunale di Cristo dopo il Rapimento (2Cor 5,10;
1Cor 3,10-15) è altrettanto corretta.
Solo il presupposto che la chiesa sia la sposa di Cristo è – come per molti
altri interpreti – sbagliato. Noi come chiesa ci comportiamo sempre più come un
Moloch, che attribuisce tutte le promesse di salvezza esclusivamente a se
stesso. Molte delle promesse fatte, per esempio a Israele, vengono ricondotte
liberamente alla chiesa da commentatori acritici. Questo parte dal fatto che la
chiesa una volta viene definita come il corpo di Cristo, l’unica cosa giusta, ma
successivamente viene anche interpretata come:
- i governanti e i re nel Millennio in Apoc 20,4-6
(vedi
Argomentazione
8)
- i giudici dei martiri in Apoc 20,4 (vedi
Argomentazione
9)
- i 24 anziani in Apoc 4,10 (vedi
Argomentazione
14)
- la donna sul cielo in Apoc 12,1-17 (vedi
Argomentazione
15)
- il figlio maschio, il quale deve reggere tutte le
nazioni con una verga di ferro da Apoc 12,1-17 (vedi Argomentazione 15)
- i 144.000 segnati con il sigillo in Apoc 7,1-8 (e
questo nonostante si parli espressamente di israeliti!)
- la folla immensa di Apoc 7,9-17 (che rappresenta solo
i che provengono dalla Tribolazione)
- e contro qualsiasi logica, la chiesa è interpretata
da alcuni esegeti sia come sposa che come sposo (corpo di Cristo).
Non c’è quindi da stupirsi, se poi anche tra alcuni fratelli e sorelle questa onnipresenza della chiesa ceda il posto a una certa arroganza elitaria. Soprattutto se vogliamo accrescere la gloria e la grandezza della chiesa in cielo, dovremmo ascoltare il consiglio del Signore, che in Mat 18,1-5 ci raccomanda esattamente il contrario di quello di cui alcuni predicatori e guide della chiesa vogliono convincere i fratelli.
Chi pertanto si farà piccolo come questo bambino, sarà lui il più grande nel regno dei cieli.
Mat 18,1 In quel momento, i discepoli si
avvicinarono a Gesù, dicendo: «Chi è dunque il più grande nel regno dei cieli?»
18,2 Ed egli, chiamato a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: 18,3
«In verità vi dico: se non cambiate e non diventate come i bambini, non
entrerete nel regno dei cieli. 18,4 Chi pertanto si farà piccolo come questo
bambino, sarà lui il più grande nel regno dei cieli. 18,5 E chiunque riceve
un bambino come questo nel nome mio, riceve me. Mat 18,1-5;
Che la chiesa non può essere la sposa ci è confermato dal profeta Osea nell’Antico Testamento:
Io ti fidanzerò a me per l’eternità; ti fidanzerò a me in giustizia e in equità, in benevolenza e in compassioni.
Os 2,15 Di là le darò le sue vigne e la valle d’Acor
come porta di speranza; là mi risponderà come ai giorni della sua
gioventù, come ai giorni che uscì dal paese d’Egitto. 2,16 Quel
giorno avverrà», dice il SIGNORE, «che tu mi chiamerai: "Marito mio!" e non mi
chiamerai più: "Mio Baal!" 2,17 Io toglierò dalla sua bocca i nomi dei
Baal, e il loro nome non sarà più pronunciato. 2,18 Quel giorno io farò per loro
un patto con le bestie dei campi, con gli uccelli del cielo e con i rettili del
suolo; spezzerò e allontanerò dal paese l’arco, la spada, la guerra, e li farò
riposare al sicuro.
2,19 Io ti fidanzerò a me per l’eternità; ti fidanzerò a me in giustizia
e in equità, in benevolenza e in compassioni. 2, 20 Ti
fidanzerò a me in fedeltà, e tu conoscerai il SIGNORE. Os 2,17-22;
Qui Dio parla personalmente per bocca del profeta Osea a Israele
e promette in Os 2,21: "Ti farò mia sposa per sempre". E poiché Dio non può
essere bigamo, esiste solo questa unica sposa, cioè il popolo d’Israele. Sono i
144.000 segnati con il sigillo degli Ultimi Tempi, 12.000 da ciascuna delle 12
tribù d’Israele, che secondo Apocalisse 14:4-5 "sono vergini e seguono l’Agnello
dovunque vada".
"Sono stati riscattati tra gli uomini per essere primizie a Dio e all’Agnello".
Questa sposa da anni non è mai cambiata. Gli invitati alle nozze sono certamente
diversi – al posto degli israeliti della Vecchia Alleanza, è stata invitata la
chiesa della Nuova Alleanza. A tal proposito, ciò è dimostrato anche dal testo
in Mat 22,8-13:
E la sala delle nozze fu piena di commensali.
Mat 22,8 Quindi disse ai suoi servi: "Le nozze sono pronte, ma gli invitati non ne erano degni. 22,9 Andate dunque ai crocicchi delle strade e chiamate alle nozze quanti troverete". 22,10 E quei servi, usciti per le strade, radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni; e la sala delle nozze fu piena di commensali. 22,11 Ora il re entrò per vedere quelli che erano a tavola e notò là un uomo che non aveva l’abito di nozze. 22,12 E gli disse: "Amico, come sei entrato qui senza avere un abito di nozze?" E costui rimase con la bocca chiusa. 22,13 Allora il re disse ai servitori: "Legatelo mani e piedi e gettatelo nelle tenebre di fuori. Lì sarà il pianto e lo stridor dei denti". Mat 22,8-13;
(Vedi anche Discorso 49: "Gli eletti in Mat 24,31:
la comunità cristiana degli Ultimi Tempi o gli Israeliti?")
Anche gli apostoli – i progenitori della chiesa – sono chiamati "Ospiti di nozze" dal Signore stesso.
I tuoi discepoli non digiunano? – Possono gli amici dello sposo fare cordoglio finché lo sposo è con loro?
Mat 9,14 Allora si avvicinarono a lui i discepoli
di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo, e i tuoi
discepoli non digiunano?» 9,15 Gesù disse loro: «Possono gli amici
dello sposo (Greco: figli della camera nuziale = Ospiti di nozze)
fare cordoglio finché lo sposo è con loro? Ma verranno i giorni che
lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno. Mat 9,14-15;
E nonostante il più anziano dica a Giovanni in Apoc 19,9,
"Beati quelli che sono invitati alla cena delle nozze
dell’Agnello!", noi come chiesa pensiamo che essere un invitato alle nozze sia
troppo poco per noi. Dobbiamo essere per forza la sposa. O la donna sul cielo. O
i 24 anziani. Oppure i 144.000 segnati con il sigillo – il che è particolarmente
perfido, proprio perché quei 12.000, provenienti da ciascuna delle 12 tribù
d’Israele, rappresentano effettivamente la vera sposa. O il corpo di Cristo –
che sarebbe l’unica attribuzione corretta.
Non dobbiamo essere invidiosi di Israele, dato che abbiamo il privilegio, come
chiesa, di essere i primi in cielo con il Signore, mentre Israele deve aspettare
ancora mille anni per questo evento.
Così gli ultimi saranno primi e i primi ultimi.
Mat 20,15 Non mi è lecito fare del mio ciò che voglio? O vedi tu di mal occhio che io sia buono?"20,16 Così gli ultimi saranno primi e i primi ultimi, (poiché molti sono chiamati, ma pochi sono scelti). Mat 20,15-16;
(Vedi anche Discorso 38: "Cosa
attende i cristiani e i giudei al Ritorno del Signore?." [non ancora disponibile in italiano,
leggi in tedesco, leggi in inglese.])
Conclusione:
L’argomentazione è corretta in linea di principio, solo che la figura di
riferimento non è la chiesa, ma la Sposa dell’Agnello, che, secondo la
Scrittura, sono i 144.000 israeliti segnati con il sigillo degli Ultimi Tempi. E
anche coloro che "scenderanno dal cielo per giudicare e regnare al Suo fianco"
non sono i fedeli, ma esclusivamente i martiri di tutti i tempi (vedi
Argomentazione
8). Per gli altri membri della chiesa, dopo il Rapimento il percorso
di salvezza è giunto al traguardo. Essi sono davanti al trono di Dio e lo
servono giorno e notte nel suo tempio.
(Vedi anche Discorso 15: "Chi è
la ‘sposa dell’Agnello’?")
Se il Rapimento avvenisse solo dopo la Tribolazione, ci si chiederebbe quali
credenti sarebbero rimasti in vita per essere i sudditi nel regno
millenario. Si dice espressamente che tutto il popolo ebraico si convertirà
a Gesù Cristo nel fuoco della purificazione. Zaccaria 12,10; 13,8-9. Se gli
ebrei convertiti fossero stati rapiti insieme alla chiesa, nessuno di loro
sarebbe rimasto sulla terra per svolgere il ruolo promesso loro nelle
profezie.
Qui si nota una scarsa conoscenza in relazione al Millennio. Una
vaga idea di quali sudditi ci saranno effettivamente nel regno millenario si
trova anche nel profeta Zaccaria.
Molti popoli e nazioni potenti verranno a cercare il SIGNORE degli eserciti a Gerusalemme e a implorare il favore del SIGNORE.
Zacc 8,20 Così parla il SIGNORE degli eserciti:
"Verranno ancora dei popoli e gli abitanti di molte città; 8,21 gli abitanti
dell’una andranno all’altra e diranno: ’Andiamo, andiamo a implorare il favore
del SIGNORE e a cercare il SIGNORE degli eserciti! Anch’io voglio andare!’ 8,22
Molti popoli e nazioni potenti verranno a cercare il SIGNORE degli
eserciti a Gerusalemme e a implorare il favore del SIGNORE". 8,23
Così parla il SIGNORE degli eserciti: "In quei giorni avverrà che dieci uomini
di tutte le lingue delle nazioni piglieranno un Giudeo per il lembo della veste
e diranno: ’Noi verremo con voi perché abbiamo udito che Dio è con voi’"».
Zacc 8,20-23;
Per quanto riguarda gli ebrei convertiti, dobbiamo perciò distinguere il momento della loro conversione. Se avvenisse prima della venuta del Signore, allora si tratterebbe di una conversione per fede e anche se questa persona fosse ebreo di nascita, sarebbe un cristiano credente, apparterrebbe alla chiesa e sarebbe rapito con essa – come dice pure Paolo: non c’è distinzione tra Giudeo e Greco, essendo egli lo stesso Signore di tutti (Rom 10,12). Ma se questo ebreo si convertisse solo dopo il Ritorno visibile del Signore nella gloria per il Rapimento dei suoi, non potrebbe più affidarsi alla sua fede e quindi farebbe parte di quel popolo di Dio di Israele sulla terra per cui varrebbero tutte le profezie nel regno millenario. Quindi nel regno millenario non ci sono più "fedeli".
(Vedi anche Capitolo 10: "Il Millennio.")
Dunque, il testo citato da R. Pache, tratto da Zac 12,10 ha un significato del tutto diverso e straordinariamente importante per l’interpretazione del Rapimento nella Scrittura. Osserviamo prima questo testo:
Essi guarderanno a me, a colui che essi hanno trafitto, e ne faranno cordoglio come si fa cordoglio per un figlio unico.
Zac 12,10 «Spanderò sulla casa di Davide e sugli
abitanti di Gerusalemme lo Spirito di grazia e di supplicazione; essi
guarderanno a me, a colui che essi hanno trafitto, e ne faranno cordoglio come
si fa cordoglio per un figlio unico, e lo piangeranno amaramente come si piange
amaramente un primogenito. 12,11 In quel giorno ci sarà un gran lutto in
Gerusalemme, pari al lutto di Adadrimmon nella valle di Meghiddo. 12,12 Il paese
farà cordoglio, ogni famiglia per proprio conto; la famiglia della casa di
Davide da una parte, e le loro mogli da un’altra parte; la famiglia della casa
di Natan da una parte, e le loro mogli da un’altra parte; Zac 12,10-12;
Qui Dio parla per bocca del profeta Zaccaria. E in Zac 12,10
troviamo l’affermazione: "essi guarderanno a me, a colui che essi
hanno trafitto, e ne faranno cordoglio come si fa cordoglio per un figlio unico".
Questa profezia, naturalmente, si riferisce al Figlio di Dio, nostro Signore Gesù Cristo,
e alla Sua morte sulla croce (Giov 19,37). Qui è interessante notare che in alcuni
manoscritti ebraici "me" è stato corretto con "lui",
perché gli ebrei non potevano immaginare che Yahweh potesse essere trafitto.
Così, mentre la prima parte di questa profezia, che parla del fatto che essi
hanno trafitto Dio, si è già avverata, la seconda parte, cioè che gli ebrei
faranno cordoglio per lui, è chiaramente ancora in sospeso. Gli ebrei ancora
oggi considerano Gesù di Nazareth come un ingannatore e un bestemmiatore e
rifiutano rigorosamente di vederlo come il loro Messia, figuriamoci come Figlio
di Dio. Così, di recente, in un forum ebraico è stata trovata la seguente
dichiarazione nella sezione "religione ebraica":
"Per la spazzatura missionaria cristiana la
sezione "religione ebraica" non è competente. Se vuoi discutere del tizio sui
listelli, fallo altrove. " (Post n. 006 del 22/07/2004, ore 19:40 –
Robbi P.)
http:
//www.jewish-forum.de/showtopic.php?threadid=1278
E sebbene questa sia solo l’osservazione sprezzante di un ebreo
tedesco, corrisponde pienamente alla tendenza di fondo dell’opinione della
popolazione di fede mosaica in tutta Israele. Oggi qui Gesù di Nazareth viene
respinto proprio come venne respinto dal Sinedrio ebraico durante la sua vita. E
questa è anche la prova che la fondazione dello stato d’Israele nel 1948 non può
in alcun modo essere stato il "raduno del popolo d’Israele da parte del suo
Dio", sostenuto dagli israeliani e anche da molti interpreti cristiani. Perché,
come ci dice la Scrittura – sia l’Antico che il Nuovo Testamento – sarà questo
Gesù di Nazareth, nostro Signore Gesù Cristo, che riunirà il vero popolo
d’Israele dopo la battaglia di Harmagedon e immediatamente prima del regno
millenario.
Ora parla il SIGNORE che mi ha formato fin dal grembo materno per essere suo servo, per ricondurgli Giacobbe, per raccogliere intorno a lui Israele;
Isa 49,5 Ora parla il SIGNORE che mi ha
formato fin dal grembo materno per essere suo servo, per ricondurgli Giacobbe,
per raccogliere intorno a lui Israele; io sono onorato agli occhi del
SIGNORE, il mio Dio è la mia forza. 49,6 Egli dice: «È troppo poco che tu sia
mio servo per rialzare le tribù di Giacobbe e per ricondurre gli
scampati d’Israele; voglio fare di te la luce delle nazioni, lo
strumento della mia salvezza fino alle estremità della terra». Isa 49, 5- 6;
È facile riconoscere che è il Signore Gesù che parla qui in Isa
49,5-6, come conferma anche Paolo nella sua Lettera ai Romani:
Il liberatore verrà da Sion. Egli allontanerà da Giacobbe l’empietà; e questo sarà il mio patto con loro, quando toglierò via i loro peccati
Rom 11,25 Infatti, fratelli, non voglio che
ignoriate questo mistero, affinché non siate presuntuosi: un indurimento si è
prodotto in una parte d’Israele, finché non sia entrata la totalità degli
stranieri; 11,26 e tutto Israele sarà salvato, così come è scritto (Isaia 59:20;
Geremia 31:33): «Il liberatore verrà da Sion. 11,27 Egli allontanerà da
Giacobbe l’empietà; e questo sarà il mio patto con
loro, quando toglierò via i loro peccati». Rom 11,25-27;
Il vero raduno della vera casa d’Israele avverrà dunque
attraverso il Figlio di Dio. E precisamente solo quando la totalità dei gentili
avrà raggiunto la salvezza.
(Vedi anche Discorso 08: "Il raduno di Israele:
già dal 1948 o non prima degli Ultimi Tempi?")
Allora in questo momento anche la seconda parte della profezia
di cui sopra in Zac 12,10: "e ne faranno cordoglio come si fa cordoglio per un
figlio unico", troverà il suo compimento, come possiamo vedere nel Nuovo
Testamento, in Mat 24,29-31.
E tutte le nazioni della terra faranno cordoglio e vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nuvole del cielo con potenza e grande gloria.
Mat 24,29 »Ora, subito dopo l’afflizione
di quei giorni, il sole si oscurerà e la luna non darà il suo chiarore, le
stelle cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno scrollate. 24,30 E
allora apparirà nel cielo il segno del Figlio dell’uomo; e tutte le nazioni
della terra faranno cordoglio e vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nuvole
del cielo con potenza e grande gloria. 24,31 Ed egli manderà i suoi angeli
con un potente suono di tromba, ed essi raccoglieranno i suoi eletti dai quattro
venti, da una estremità dei cieli all’altra. Mat 24,29-31;
È il Ritorno del Signore per il rapimento dei suoi, quando
manderà i suoi angeli per il raduno dei suoi eletti. E come ci dice Giovanni
nell’Apocalisse, ogni occhio – cioè tutte le persone sulla terra – lo vedrà.
Ecco, egli viene con le nuvole e ogni occhio lo vedrà; lo vedranno anche quelli che lo trafissero.
Apoc 1,7 Ecco, egli viene con le nuvole e
ogni occhio lo vedrà; lo vedranno anche quelli che lo trafissero, e tutte le
tribù della terra faranno lamenti per lui. Sì, amen. 1,8 «Io sono
l’alfa e l’omega», dice il Signore Dio, «colui che è, che era e che viene,
l’Onnipotente». Apoc 1, 7- 8;
Con questo evento del Ritorno del Signore e del Rapimento, da un
lato si conclude il tempo della chiesa sulla terra, ma allo stesso tempo anche
il tempo della grazia e della fede. Fino a questo momento potevano essere
salvati tutti coloro che venivano alla fede in Gesù Cristo. Ora
il tempo della fede è giunto alla fine. Tutti gli uomini hanno visto il Figlio
di Dio venire sulle nuvole. Quindi non è più possibile credere nella sua
esistenza – è diventata evidente realtà . Questo è ciò che il Signore disse pure
a Tommaso quando questi non volle credere nella sua risurrezione:
Perché mi hai visto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!
Giov 20,29 Gesù gli disse: «Perché mi hai visto, tu
hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!»! Giov 20,29;
(Vedi anche Discorso 95: "Beati quelli che non hanno
visto e hanno creduto!")
E così si dimostra che gli ebrei – e tutti gli altri popoli che
vedranno questo evento – non possono più credere e, di conseguenza, non possono
più essere rapiti. Allora non c’è più fede, ma solo più gloria e lode in Dio.
Come disse anche Tommaso in quel momento: "Mio Signore e mio Dio". Il regno
dello Spirito Santo è finito, ora inizia il regno del Figlio, il Millennio.
(Vedi anche Tabella 09: "Il piano di salvezza di Dio
e il suo impatto sulla creazione.")
Conclusione:
Come si può vedere dall’analisi precedente, questa argomentazione di R. Pache è
da ricondurre alla non conoscenza delle realtà del regno millenario. Inoltre, le
affermazioni bibliche sul Rapimento di Mat 24,29-31, Apoc 1,7-8 e
Zaccaria 12,10-12 evidentemente non vengono messe in relazione e il testo di Mat 24,29:
"Subito dopo la tribolazione di quei giorni" viene costantemente ignorato.
(Vedi anche Discorso 63: "Le condizioni di vita nel
Regno Millenario.")
Una conferma che la partenza della chiesa sia il preludio alla Grande
Tribolazione si trova, infine, nel seguente pensiero: Paolo chiama i
credenti ambasciatori di Dio in questo mondo, che esortano i peccatori:
siate riconciliati con Dio! 2Cor 5,20. Ora, se gli ambasciatori che offrono
la pace vengono spudoratamente respinti e insultati, il loro regno li
richiama, e la conseguenza è la guerra. Così, improvvisamente, il richiamo
degli ambasciatori di Dio farà scattare il terribile giudizio che condurrà
la causa di Dio alla vittoria finale.
Questo, naturalmente, è tutt’altro che la conferma di un
Rapimento pre-tribolazione. Soprattutto se consideriamo che proprio in questa
Grande Tribolazione – prima della quale, secondo l’opinione dell’autore, questi
"ambasciatori" vogliono congedarsi per sicurezza – hanno vissuto e sono morti,
secondo la Scrittura, centinaia di milioni di credenti (Apoc 7,14).
E questi fedeli che sono periti nella Grande Tribolazione sono poi anche visti
da Giovanni successivamente, in Apoc 7,13-17, in cielo:
Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione.
Apoc 7,13 Poi uno degli anziani mi rivolse la
parola, dicendomi: «Chi sono queste persone vestite di bianco e da dove sono
venute?» 7,14 Io gli risposi: «Signor mio, tu lo sai». Ed egli mi disse: «Sono
quelli che vengono dalla grande tribolazione. Essi hanno lavato le loro
vesti, e le hanno imbiancate nel sangue dell’Agnello. 7,15 Perciò sono davanti
al trono di Dio e lo servono giorno e notte, nel suo tempio; e colui che siede
sul trono stenderà la sua tenda su di loro. 7,16 Non avranno più fame e non
avranno più sete, non li colpirà più il sole né alcuna arsura; 7,17 perché
l’Agnello che è in mezzo al trono li pascerà e li guiderà alle sorgenti delle
acque della vita; e Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi». Apoc 7,13-17;
Erano sulla terra nella tribolazione di quei giorni, e ora, dopo
il loro Risveglio dai Morti e il loro Rapimento, stanno in piedi davanti al
trono di Dio, servendolo giorno e notte. E come dice il anziano a Giovanni, ora
"Non avranno più fame e non avranno più sete, non li colpirà più il sole né
alcuna arsura", cioè tutte quelle sofferenze che hanno patito nella loro vita
terrena.
La tribolazione di quei giorni non è ancora un giudizio di Dio, ma si tratta
piuttosto di guerre, epidemie, catastrofi e carestie causate dall’uomo stesso su
questo pianeta. Quei credenti della chiesa degli Ultimi Tempi, che in questo
periodo sono morti a causa di guerre, fame e sete o anche come martiri, subito
dopo la tribolazione di quei giorni, al Ritorno del Signore saranno rapiti
insieme ai credenti ancora in vita. Il giudizio di Dio e il Giorno della Sua Ira
verranno solo con i Giudizi delle Coppe.
Conclusione:
Gli ambasciatori del mondo possono anche fuggire nella loro
patria dai paesi in cui sono stati mandati, al primo segno di guerre e calamità.
Per gli ambasciatori di Dio, qui si applica una legge completamente diversa.
Siamo stati incaricati dal nostro Dio di annunciare la verità in modo che le
persone possano essere salvate:
Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza della verità.
1Tim 2,3 Questo è buono e gradito davanti a Dio,
nostro Salvatore, 2,4 il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e
vengano alla conoscenza della verità. 2,5 Infatti c’è un solo Dio e
anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo, 2,6 che ha
dato se stesso come prezzo di riscatto per tutti; questa è la testimonianza resa
a suo tempo, 1Tim 2,3-6;
Ma contrariamente all’opinione di molti predicatori ed
evangelisti – soprattutto anche nelle opere missionarie – non dobbiamo
annunciare questa verità a tutte le persone in tutti i luoghi e in tutti i
tempi, perché il nostro Signore Gesù Cristo ci ha anche esortato:
Se qualcuno non vi riceve né ascolta le vostre parole, uscendo da quella casa o da quella città, scotete la polvere dai vostri piedi.
Mat 10,14 Se qualcuno non vi riceve né
ascolta le vostre parole, uscendo da quella casa o da quella città, scotete la
polvere dai vostri piedi. 10,15 In verità vi dico che il paese di
Sodoma e di Gomorra, nel giorno del giudizio, sarà trattato con meno rigore di
quella città. Mat 10,14-15;
Questi sono, dunque, i compiti di un ambasciatore di Dio in
tempi normali – cioè fino alla Grande Tribolazione. Anche s in tempi così
normali ogni singolo predicatore che viene ucciso da fanatici islamici nei paesi
islamisti, ad esempio, è uno di troppo, nella Grande Tribolazione si applicano
altre condizioni.
In questo tempo della Grande Tribolazione, l’Anticristo introdurrà con la forza
la religione giudeo-mosaica in tutto il mondo perché affermerà di essere il
"Messia" profetizzato nelle scritture ebraiche. Chiunque adori Gesù Cristo
durante questo periodo sarà condannato a morte come idolatra.
E qui è particolarmente importante convincere la gente della verità e della
salvezza in Gesù Cristo, nonostante questo grande pericolo. E poiché mancano
solo pochi anni al Rapimento, questo non è più un grande rischio per il
cristiano credente.
Allora la questione è, se noi, in quanto predicatori biblico-cristiani, saremo
radunati dagli angeli di nostro Signore come viventi o se prima saremo
risvegliati dai morti, per poi essere rapiti al Signore tutti insieme nell’aria.
È proprio in questi tempi che si separerà il grano dalla pula e si rivelerà il
vero carattere di un ambasciatore di Dio: sarà indifferente ai suoi simili e
cercherà solo di salvare la propria vita o sarà pronto a mettere in gioco la
propria vita per dare una speranza anche alle persone in situazioni limite e
condurle alla fede?
Sequenza e durata degli eventi negli Ultimi TempiUn tentativo di classificazione. |
Durata |
|
Sequenza di eventi (Riferimenti) |
Riferimenti |
Tempo |
La Grande Tribolazione (Dan 9:27) La tribolazione di quei giorni (Mat 24:29) L’inizio delle doglie di parto (Mat 24:6-8) 1º sigillo: Il primo, l’Anticristo umano (Apoc 6:1-2) |
Dan 9:27
|
}
|
(Vedi anche discorso 86: "Il primo e
il secondo Anticristo." 1ª Parte, Discorso 86)