Discorso 96 – Perché credere?




Il problema fondamentale.

Il retroscena.

Perché devo essere "salvato"?

Cosa devo fare?

Riassunto: l’esistenza eterna di ogni essere umano.

La Trinità biblica e alcune altre specificità della fede cristiana biblica.

Il problema fondamentale

Il motivo principale di tante persone per il mancato interesse verso la fede cristiana, sono le "spiegazioni" di alcuni predicatori cristiani, sentite o lette nel passato. Frasi come "devi aver fede in Dio, altrimenti sei perduto" o qualcosa di simile. Una tale dichiarazione é poco comprensibile per un non credente. Questi si chiederà "Chi è Dio? Che cos’è la fede? E perché dovrei essere perduto? – Sciocchezze!" e si allontana.

Come si può facilmente immaginare, in questo modo é come voler imbrigliare un cavallo a contrario. E questo non va mai a buon fine. Sia nel vero con un cavallo né tanto meno nel senso figurativo dell’argomentazione. Se devo credere, devo prima di tutto saperne il perché. E dopo che conosco gli argomenti, posso valutare se ritenerlo giusto e corretto o meno. E solo allora posso realmente prendere una decisione a favore o contro. Per questo si intraprende ora questo tentativo di chiarire i motivi per cui una persona dovrebbe accettare la fede biblica cristiana – e non altro che questa – e successivamente alcune brevi istruzioni su come questo può avvenire.


Il retroscena.

La vera fede cristiana ha le sue origini e il suo fondamento nella Bibbia. Questo è più o meno equivalente all’origine e alla base della società umana (comunità popolare) nella famiglia. Il recente tentativo di fondare una società su una "famiglia" omosessuale è destinato a fallire per la mancanza di fertilità, come anche i tentativi delle molte religioni, di poter redimere le persone senza la Bibbia. Entrambe le vie sono "inutili percorsi". Non possono dare frutti.

La Bibbia fa dichiarazioni basilari circa l’origine e il futuro dell’uomo. Circa l’origine gli evoluzionisti (tra loro sono diversi gli scienziati che rigettano un Dio) litigano già a sufficienza con i creazionisti (tra questi ci sono cristiani che credono in Dio come il Creatore di tutte le cose), quindi noi ci occuperemo brevemente delle dichiarazioni delle Scritture sul futuro dell’uomo.

Secondo la Bibbia, l’uomo ha una speranza di vita completamente diversa da quanto genericamente noto: Dio ha creato l’uomo per una vita eterna. E questo non vale solo per i credenti! Tutte le persone – quindi anche gli increduli, i criminali, pluriassassini, bestemmiatori e idolatri – hanno una vita eterna! Il fatto che tutti dobbiamo morire significa solo la fine della nostra vita fisica terrena, ma lo spirito dell’uomo continua a vivere, e nella risurrezione alla fine del mondo tornerà in un nuovo corpo vivente.

Il primo uomo, tratto dalla terra, è terrestre; il secondo uomo, che è il Signore, è dal cielo.

1Cor 15,46 Ma lo spirituale non è prima, bensì prima è il naturale, poi lo spirituale. 15,47 Il primo uomo, tratto dalla terra, è terrestre; il secondo uomo, che è il Signore, è dal cielo. 15,48 Qual è il terrestre tali sono anche i terrestri; e qual è il celeste, tali saranno anche i celesti. 15,49 E come abbiamo portato l’immagine del terrestre, porteremo anche l’immagine del celeste. 1Cor 15,46-49;


Ora, a volte si sente l’argomento: "Nessuno mai è tornato indietro." Ma su questo la Bibbia ne nomina tanti di testimoni. Gesù Cristo dopo la sua risurrezione dai morti apparve prima ai discepoli, e poi a più di cinquecento persone (1Cor 15:5-8). La realtà della risurrezione è quindi veritiera come la persecuzione dei cristiani da parte dell’imperatore romano Nerone o come la persecuzione di Lutero da parte della chiesa cattolica. E come ci conferma sopra l’apostolo Paolo in 1Cor 15:49 "E come abbiamo portato l’immagine del terrestre, porteremo anche l’immagine del celeste", noi esseri umani passeremo esattamente per lo stesso percorso che anche Gesù Cristo è andato: anche noi moriremo come Adamo, ma poi risorgeremo, rivestiti con un nuovo corpo, per continuare ad esistere per l’eternità, come nostro Signore Jesù Cristo.

E qui veniamo al punto cruciale del ragionamento: tutti gli uomini infatti avranno un’esistenza eterna, ma non tutti trascorreranno questa esistenza insieme a Dio. Infatti, dopo la risurrezione di tutte le persone, alla fine del mondo, vi è il Giudizio di Dio, in cui le persone saranno giudicate secondo le loro opere. E qui avviene ora la separazione dei buoni dai cattivi. I giusti e credenti andranno in comunione eterna con Dio nella luce – nella "vita eterna" come la chiama la Bibbia – ma i peccatori saranno banditi nella eterna separazione da Dio, nelle tenebre, da cui mai più sarà possibile la salvezza. Proprio come le tenebre sono scacciate dalla luce, è inevitabile che il peccatore sia bandito dalla santa presenza di Dio.

Or questo è il messaggio che abbiamo udito da lui: Dio è luce e in lui non vi è tenebra alcuna.

1Gio 1,5 Or questo è il messaggio che abbiamo udito da lui, e che vi annunziamo: Dio è luce e in lui non vi è tenebra alcuna. 1,6 Se diciamo di avere comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, noi mentiamo e non mettiamo in pratica la verità; 1Gio 1, 5- 6;


Perché devo essere "salvato"?

Come abbiamo visto sopra, solo i giusti e credenti, vivranno in eternità nella luce insieme a Dio, i peccatori finiscono nelle tenebre, lontano da Dio. Dio è luce – non solo simbolicamente, ma in realtà, "Dio abita una luce inaccessibile che nessun uomo ha mai visto né può vedere" (1Tim 6:16). D’altra parte, la Bibbia ci dice che tutti gli uomini sono peccatori e come tali sono già in vita nel buio spirituale e quindi non hanno comunione con Dio. La ragione per questa distanza da Dio della gente comune è quindi la loro peccaminosità. Ma che cosa è fondamentalmente il peccato e perché separa da Dio?

Qui ora non vogliamo elencare i singoli peccati ma soffermarci brevemente sul principio del peccato. Dio ha dato agli uomini 10 comandamenti (Es 20:1-17), in modo che possano vivere insieme in pace su questo pianeta per svilupparsi e prosperare. Qualsiasi violazione di questi comandamenti è quindi un disprezzo verso Dio ed è un peccato dinnanzi alla giustizia assoluta di Dio. E c’è ora chi pensa che in fin dei conti, non ha mai ucciso nessuno, mai rubato qualcosa o mai fatto falsa testimonianza. Ma per tutti gli altri comandamenti, come ad esempio, non avere altri dèi davanti a me, non desiderare... ecc., si soprassiede per ragioni di convenienza.

La Scrittura dice però che ogni peccato, anche il piú piccolo, a motivo della assoluta giustizia di Dio, comporta la pena di morte: "Perché il salario del peccato è la morte" (Rom 6:23). E qui non è menzionata la morte fisica (la "prima morte", come la chiama la Scrittura), bensì la cosiddetta "seconda morte", cioè, durante il Giudizio Universale, la condanna alla dannazione eterna, lontano da Dio. Ciò conferma anche la nostra esperienza che in realtà, in queste condizioni non c’è uomo che sia senza peccato, e quindi tutti gli uomini sono peccatori davanti a Dio e sono separati da lui. Questo però non è accettabile a motivo dell’amore di Dio, perché l’amore di Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati.

Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati, e che vengano alla conoscenza della verità.

1Tim 2,3 Questo infatti è buono ed accettevole davanti a Dio, nostro Salvatore, 2,4 il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati, e che vengano alla conoscenza della verità. 2,5 Vi è infatti un solo Dio, ed anche un solo mediatore tra Dio e gli uomini: Cristo Gesù uomo, 2,6 il quale ha dato se stesso come prezzo di riscatto per tutti, secondo la testimonianza resa nei tempi stabiliti. 1Tim 2, 3- 6;


E qui vediamo un po’ il "dilemma" di Dio: la sua giustizia assoluta richiede la morte del peccatore, il suo amore, tuttavia, vuole che tutti gli uomini siano salvati. In una situazione molto simile era il principe Shamil, un capo tribale dal Caucaso del nord del diciannovesimo secolo, raccontata dall’esperto di economia politica Roscher:

"Al fine di mantenere l’unità e la disciplina nella sua tribù, il principe aveva emesso ordini severi che nessuno poteva mettere le mani sul bottino, che apparteneva alla tribù nel suo complesso. Chiunque viola quest’ordine è punito con 100 bastonate.

La prima violazione di questa legge avviene – proprio per mano dell’anziana madre del principe. Cosa succederà adesso? Se la sanzione non viene applicata, la giustizia del principe è contestata e la serietà dei suoi comandi è sminuita per tutti i tempi.

Roscher racconta che il principe si era rinchiuso nella sua tenda per un giorno. Poi emerse con la direttiva: la pena è da applicare.

Come però il primo colpo fu battuto sul dorso della madre, si strappò il mantello, si gettò davanti a sua madre e gridò ai soldati: continuate a battere e non un colpo di meno!

Aveva trovato la soluzione! La madre fu salvata e allo stesso tempo dimostrava la schiena lacerata e sanguinante del principe, quanto severamente erano da applicare i suoi ordini e come si doveva attenere la legge e la giustizia nella tribù."

(tratto da Werner de Boor: Der Brief an die Römer, WStB, R. Brockhaus Verlag [La Lettera ai Romani, WStB, R. Brockhaus Editore])


E tantomeno Dio poteva desistere dalla sua giustizia: il peccato deve rimanere peccato ed essere punito con la morte. Ma Dio al tempo dell’Antico Testamento ha permesso agli Ebrei di espiare i loro peccati, sacrificando un animale e l’animale moriva così al loro posto per i loro peccati. Ma per espiare i peccati di tutti gli uomini, probabilmente non ci sono abbastanza animali in questo mondo. Quindi bisognava trovare un sacrificio che avesse validità davanti alla giustizia di Dio, per espiare i peccati di ogni persona, vissuta sia in passato che in futuro. E per questo Dio ha mandato il suo Figlio nel mondo, per apportare alla croce il sacrificio propiziatorio per i peccati di ogni individuo.

Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.

Giov 14,6 Gesù gli disse: «Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. 14,7 Se mi aveste conosciuto, avreste conosciuto anche mio Padre; fin da ora lo conoscete e l’avete visto». Giov 14, 6- 7;


Il Figlio di Dio, nostro Signore Gesù Cristo con la sua morte ci ha quindi riscattati dal nostro debito e, da questo momento ogni persona ha la possibilità di ricevere il perdono tramite l’accettazione personale di questo sacrificio espiatorio per tutti i suoi peccati – qualsiasi essi siano! – e di essere in comunione con Dio. Ma il presupposto per tutto ciò, è prima di tutto, la fede nella grazia di Dio nel suo figlio e poi, tramite la preghiera da parte del peccatore, la reale accettazione personale di questa offerta di Dio. Con ciò egli riceve giá in vita e anche dopo la morte e risurrezione comunione con Dio per l’eternità. Chi non lo fa, persiste a rimanere nelle tenebre e sarà condannato nel Giudizio Universale.

Io sono venuto come luce per il mondo, affinché chiunque crede in me non resti nelle tenebre.

Giov 12,46 Io sono venuto come luce per il mondo, affinché chiunque crede in me non resti nelle tenebre. 12,47 E se uno ode le mie parole e non crede, io non lo giudico; perché io non sono venuto a giudicare il mondo, ma a salvare il mondo. 12,48 Chi mi respinge e non accoglie le mie parole, ha chi lo giudica; la parola che ho annunziata sarà quella che lo giudicherà nell’ultimo giorno. Giov 12,46-48;


Come si può vedere, non si tratta di ottenere una vita eterna. Questa già la possiede ogni persona. Ma si tratta di decidere dove passeremo la vita eterna dopo la morte e risurrezione, nella luce con Dio o nelle tenebre della dannazione eterna. Basti guardare i non credenti ed empi intorno a noi: vivono a passatempo e non hanno idea di cosa li aspetta. Alla risurrezione si accorgeranno con gioia che non sono più morti e che vivranno per sempre. Dopo però il loro Dio li condannerà nel Giudizio perché hanno trascorso tutta la vita non curandosi di lui, e anzi lo hanno negato. Ed egli li farà gettare nel fuoco eterno, nelle tenebre più remote. Là ci sarà pianto e digrignar di denti per la rabbia, perché hanno fallito nella loro vita ciò che ora non possono più rimediare.

Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno che è stato preparato per il diavolo e per i suoi angeli.

Mat 25,41 Allora egli dirà ancora a coloro che saranno a sinistra: "Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno che è stato preparato per il diavolo e per i suoi angeli." Mat 25,41;

E gettate questo servo inutile nelle tenebre di fuori. Lì sarà il pianto e lo stridor di denti

Mat 25,29 Poiché a chiunque ha, sarà dato e sovrabbonderà, ma a chi non ha gli sarà tolto anche quello che ha. 25,30 E gettate questo servo inutile nelle tenebre di fuori. Lì sarà il pianto e lo stridor di denti"». Mat 25,29-30;


La conseguenza del peccato e della salvezza per grazia.

Il peccato è ogni atto che va contro i comandamenti di Dio (Es 20:3-17; Mat 5:21-48). La conseguenza di ognuno di questi atti è la morte del colpevole – e non solo la prima, la morte fisica, ma la seconda morte (Apoc 21:8), al quale la persona peccatrice sarà condannato al Giudizio Universale, dopo la risurrezione dai morti – la rinascita (Mat 19:28, 25:31) – con il suo corpo nuovo ed esistente eternamente. Proprio come la prima morte è solo un periodo di transizione fino alla risurrezione, così anche la seconda morte non è una estinzione della persona umana, ma piuttosto una esistenza eternamente, lontano da Dio nelle tenebre della dannazione.

Al fine di soddisfare la domanda giusta di Dio che i suoi comandamenti essere adempiuti, mentre allo stesso tempo offre quegli esseri umani che violano loro la possibilità di essere salvato da questa dannazione eterna, il Figlio di Dio è morto sulla croce sostituto per ogni singolo individuo umano (1Cor 15:3-5). Così tutti coloro che accettano nella fede il sacrificio redentore del Figlio di Dio in espiazione per i propri peccati possono essere salvati, e come peccatori che sono stati giustificati per la grazia può entrare nella vita eterna con Dio (Rom 5:9-11).



Cosa devo fare?

Un requisito di base per la conversione è la consapevolezza che Dio non ci costringe a nulla. Abbiamo piena libertà di accettare o rifiutare questa offerta di Dio. Da qui possiamo anche dedurre che non possiamo mai raggiungere la salvezza con le nostre forze o impegni, di qualsiasi natura siano. Non con le buone azioni, né con donazioni di molto denaro, né con pellegrinaggi, o con penitenza, con la mortificazione, neanche leggendo le messe, ecc. ecc. Mai potremmo noi pagare questo prezzo che ha pagato il Figlio di Dio sulla croce per noi. E’ un dono e una grazia di Dio. Dio ci offre la salvezza. Ma non ci costringe ad accettarla.

Ora, per diventare in realtà un cristiano, devo fare i seguenti tre semplici passi:

1. Devo ammettere che agli occhi di Dio, io sono un peccatore impotente.

Questa affermazione inequivocabile è fatta in Rom 3:22-23 "perché non c’è distinzione; poiché tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio." Tutti gli uomini sono indiscriminatamente peccatori. Cioè, anche se tra gli uomini possono esserci differenze di quantità di peccato, ma non vi è alcuna differenza nel fatto che tutti hanno peccato. Questa affermazione include anche me. In pensieri, con parole e in azioni, ho sempre ignorato i comandamenti di Dio e sono rimasto indietro, senza raggiungere quello che avrei dovuto essere. Di conseguenza, sono stato rigettato dalla sua presenza, come spiega Is 59:2: "Ma le vostre iniquità hanno prodotto una separazione fra voi e il vostro Dio, e i vostri peccati hanno fatto nascondere la sua faccia da voi, per non darvi ascolto." Da questo stato, non ne posso uscire da solo. Neanche con le mie migliori opere possono guadagnarmi il favore divino. Sono un peccatore impotente e senza speranza. Ho bisogno di un Salvatore, che mi riporta a Dio.

2. devo credere che Gesù Cristo, che è morto sulla croce per me, è appunto questo Salvatore di cui ho bisogno.

Il Figlio di Dio mi ha amato e ha dato se stesso sulla croce per me (Gal 2:20). Ha portato i miei peccati sul suo corpo (1Pie 2:24). Si è fatto peccato per me (2Cor 5:21). E più di questo: egli ha subìto volontariamente la punizione che meritavo io per i miei peccati. Egli è stato trafitto per i miei peccati e battuto per la mia iniquità. Nel miglior modo lo esprime 1Pie 3:18, "perché anche Cristo ha sofferto una volta per i peccati, il giusto per gl’ingiusti, per condurci a Dio."

3. Devo venire a Gesù e rivendicare la mia parte personale di ciò che egli ha fatto per tutti.

Egli è morto per essere il Salvatore del mondo, io devo chiedergli di essere il mio Salvatore. Egli portò i peccati di tutti, io devo chiedergli di togliere i miei peccati. Egli ha sofferto per riportare tutti a Dio, io devo chiedergli di riportare me stesso. Esattamente quello che devo fare è spiegato da Gesù in Apocalisse Apoc 3:20 "Ecco, io sto alla porta e busso; se qualcuno ode la mia voce ed apre la porta, io entrerò da lui." La casa è una figura della mia vita. Gesù è fuori, davanti alla porta. Egli non forza con la spalla contro di essa. Egli non utilizza un ferro da forzatura. Aspetta con pazienza finché io apro la porta. Così egli entrerà e con ciò sarà il mio Salvatore, di cui ho bisogno e come ho testimoniato. Mi ritroverò in pace con Dio. Il muro tra Dio e me sarà crollato e io potrò godere della comunione con Dio, per cui sono stato creato.


Prima di quest’ultimo passo farò però bene a convincermi anche delle sue conseguenze. Il Signore Gesù ha sempre messo in guardia la gente dal seguirlo, quando questi erano in pericolo di essere guidati sotto il suo governo da irresponsabili emozioni. Li ha esortati a non avviare la costruzione prima di averne calcolato i costi. Dobbiamo anche noi, prima di compiere questo passo, considerare ciò che esso comporta. Si tratta di una ricca ricompensa in Gesù, ma c’è anche un prezzo da pagare. Che cosa pretende Gesù da me, se io accetto lui?

Devo chiudere al peccato. "Ravvedetevi e credete al Vangelo", Egli ha detto (Mar 1:15). La fede che Gesù richiede, deve essere accompagnata dal rimorso che rifiuta il peccato. Pentimento non vuol dire solo che mi dispiace per il mio passato. Questa preoccupazione non è sufficiente. Devo pentirmi. Ciò significa che devo girare le spalle a tutto quello che ho riconosciuto di essere sbagliato nella mia vita, e devo essere disposto per volontà di Gesù, a rigettarlo per sempre dalla mia vita. Non sarò capace di farlo da solo, con la mia forza, ma devo essere propenso che egli lo faccia per me.

Devo arrendermi a Gesù. Egli vuole essere non solo il mio Salvatore ma anche il mio Signore. Egli vuole prendere possesso e regnare nella mia casa – nella mia vita. Perciò oggi prendo la decisione di porre il futuro nelle sue mani e di fare del mio meglio per studiare e seguire la sua volontà, nelle cose piccole e nelle grandi. Non vorrò mai dimenticare ciò che disse in riguardo all’abnegazione e al discepolato (Mar 8:34).

Devo confessare Gesù davanti agli uomini. Mi rendo conto che non posso essere un discepolo segreto. Io confesserò il mio Signore, ed egli mi confesserà davanti al Padre (Mat 10:32). Sono consapevole che perderò probabilmente alcuni amici e parenti, e che mi potrà magari portare ad essere deriso. Ma io non mi vergognerò del mio Salvatore, così lui non si vergognerà di me, quando egli verrà (Luca 9:26).


Da cristiano credente si dovrebbe poi ogni giorno parlare con il proprio Dio. Non attraverso uno sbriciolare di testi memorizzati, ma in una conversazione reale, dove comunichiamo al nostro Dio nello spirito le nostre preoccupazioni quotidiane, ma anche le nostre esperienze gioiose. In seguito ringraziamo per l’aiuto ricevuto e preghiamo per le questioni importanti. Questa conversazione con Dio non la dobbiamo però avere in una chiesa o in pubblico, bensì in una stanza silenziosa di casa nostra, dove possiamo essere soli e tranquilli.

Ma tu, quando preghi, entra nella tua cameretta, chiudi la tua porta e prega il Padre tuo nel segreto.

Mat 6,5 E quando tu preghi, non essere come gli ipocriti, perché essi amano pregare stando in piedi nelle sinagoghe e agli angoli delle piazze, per essere visti dagli uomini; in verità vi dico, che essi hanno già ricevuto il loro premio. 6,6 Ma tu, quando preghi, entra nella tua cameretta, chiudi la tua porta e prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà pubblicamente. 6,7 Ora, nel pregare, non usate inutili ripetizioni come fanno i pagani, perché essi pensano di essere esauditi per il gran numero delle loro parole. Mat 6, 5- 7;


Come il nostro Signore qui ci dice, Dio non si trova nelle chiese (sinagoghe) e in pubblico, e chi prega in quei luoghi, lo fa per esser visto e sentito dal popolo. Non dobbiamo cercare Dio in alcuna chiesa, perché se siamo credenti, Dio è già presente in noi con il suo Spirito nel nostro spirito.

Dio è Spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità.

Giov 4,23 Ma l’ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità, perché tali sono gli adoratori che il Padre richiede. 4,24 Dio è Spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità». Giov 4,23-24;


E come prima preghiera dopo la nostra conversione, dovremmo forse dire al nostro Signore, il seguente:

"Signore Gesù Cristo, io umilmente confesso che ho peccato in pensieri, parole e azioni. Sono consapevole dei miei peccati. I miei peccati mi hanno separato dalla tua santa presenza. Cosi come sono non posso farti piacere.

Sono fermamente convinto che sei morto sulla croce per i miei peccati, che li hai portati con il tuo proprio corpo e hai sofferto la punizione che io merito. Ho fatto conto in pensiero del costo del discepolato.

Mi dispiace seriamente per i peccati del passato e mi allontano da essi. Io sono disposto ad arrendermi a te come mio Signore e mio Dio. Aiutami fa che io non mi vergogni di te.

Così vengo ora a te. Credo che tu aspetti da molto tempo davanti alla mia porta e hai bussato. Ora io ti apro la porta. Entra Signore Gesù, sii il mio Salvatore e mio Signore, ora e sempre. Amen."


Infine, ancora due avvisi: Dopo la nostra conversione non dobbiamo aspettarci sfoghi emotivi. La nostra fede non dipende dal nostro attuale stato d’animo. L’unica cosa che possiamo aspettarci è una calma interiore e la pace attraverso lo Spirito Santo. E poi naturalmente dovremmo, oltre alla nostra preghiera quotidiana, anche leggere la Bibbia ogni giorno, perché l’uomo non vive di solo pane, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio (Mat 4,4). E la parola di Dio, il cibo spirituale si trova solo nella Bibbia.

L’uomo non vive di solo pane, ma di ogni parola che procede dalla bocca di Dio.

Mat 4,4 Ma egli, rispondendo, disse: «Sta scritto: "L’uomo non vive di solo pane, ma di ogni parola che procede dalla bocca di Dio"». Mat 4, 4;


(Vedi anche capitolo 13: "Il Giudizio Universale")


Il più grosso errore di tutti i tempi.

Così come in un’intervista ha recentemente formulato il famoso attore e produttore cinematografico americano-statunitense John Malkovich, allo stesso modo la vedono anche molte persone: "…la vita sta per finire e poi è finita". – Ma queste persone si meraviglieranno quando, dopo questo essere "finita" improvvisamente si troveranno di nuovo in vita.

L’essere umano è plasmato per un’esistenza eterna e dopo la morte tutti gli esseri umani torneranno in vita nella "rinascita", la Risurrezione. Tuttavia, la loro gioia iniziale si trasformerà presto in terrore, quando riconosceranno che durante la loro vita non avevano assolutamente considerato questa situazione.

Questo è il più grosso errore di tutti i tempi: durante la loro vita molti esseri umani tentano di ottenere tutto il possibile, eccetto la principale informazione della loro vita:

essi vivranno in eterno e c’è un Dio.
(Apoc 21:1-3,5)



Riassunto: l’esistenza eterna di ogni essere umano.


L’esistenza eterna di ogni essere umano.

Ogni essere umano, che con la sua nascita corporale abbandona, vivo, il sacco amniotico della madre, e che, dunque è "nato d’acqua" (liquido amniotico, fluidità amniotica) (Giov 3:5), riceve da Dio (Giov 4:24) uno spirito umano (1Cor 2:11) con l’esistenza eterna (Mat 25:46). Nella prima parte temporale e terrena di questa esistenza – nella sua vita, l’essere umano ha la possibilità di scegliere in assoluta libertà e senza alcuna costrizione con lo spirito datogli da Dio  (Gen 2,7; 6,3) se donare a questo Dio, il creatore di tutta la vita, la sua completa fiducia e tutto il suo amore.

Dopo la sua morte, il corpo dell’essere umano ridiventa polvere, dalla quale esso era stato creato (Gen 2:7), mentre il suo spirito si incamminerà verso il regno dei morti (Dan 12:2; 1Piet 3:18-19; 1Cor 15:23-24), dove esso trascorrerà il tempo fino alla sua risurrezione in uno stato simile al sonno (1Tess 4:15-16).

Dio vivificherà i vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.

Röm 8,11 Se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo Gesù dai morti vivificherà anche i vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi. Röm 8,11;


Nel momento della Risurrezione (Rom 6:4-5), la "rinascita dallo spirito" (Mat 19:28; 1Piet 1:18; Giov 3:7), l’essere umano riceve nuovamente un corpo  (1Cor 15:43-44; Mat 22:30; Giov 3:8; Rom 8:10-11), simile a quello del figlio di Dio dopo la sua risurrezione (Giov 20:26-27).

Se c’è un corpo naturale, c’è anche un corpo spirituale.

1Cor 15,42 Così è pure della risurrezione dei morti. Il corpo è seminato corruttibile e risuscita incorruttibile; 15,43 è seminato ignobile e risuscita glorioso; è seminato debole e risuscita potente; 15,44 è seminato corpo naturale e risuscita corpo spirituale. Se c’è un corpo naturale, c’è anche un corpo spirituale. 15,45 Così anche sta scritto: «Il primo uomo, Adamo, divenne anima vivente» (Gen 2,7); l’ultimo Adamo è spirito vivificante. 15,46 Però, ciò che è spirituale non viene prima; ma prima, ciò che è naturale, poi viene ciò che è spirituale. 15,47 Il primo uomo, tratto dalla terra, è terrestre; il secondo uomo è dal cielo. 15,48 Qual è il terrestre, tali sono anche i terrestri; e quale è il celeste, tali saranno anche i celesti. 15,49 E come abbiamo portato l’immagine del terrestre, così porteremo anche l’immagine del celeste. 1Cor 15,42-49;


Con questo corpo, l’essere umano starà poi durante il Giudizio Universale al cospetto del Figlio di Dio, che, per incarico di Dio (Giov 5:22, 26-27), giudicherà ciascun essere umano secondo le azioni terrene e in base alla scelta da lui compiuta in vita a favore o contro Dio (Rom 2:16).

Ogni essere umano, che durante la sua vita ha scelto a favore di Dio e di abbracciare la fede in suo figlio Gesù Cristo (Giov 17:3), ha la possibilità, davanti a questo tribunale, di ricorrere alla morte espiante del Figlio di Dio, che rappresenta l’espiazione per i peccati di tutti gli uomini, anche per la cancellazione dei propri peccati – ossia le trasgressioni dei comandamenti di Dio (Giov 3:16) – ed egli così sarà salvato (Giov 5:24). A quegli esseri umani che non hanno accettato questa fede, non verrà concessa la remissione dei loro peccati ed essi saranno perciò condannati (Giov 3:36).

Dopo il Giudizio Universale, questi esseri umani condannato trascorreranno la loro esistenza eterna nelle tenebre (Mat 22:13) della dannazione del fuoco eterno (Mat 18:8), con pianti e stridore di denti (Mat 13:49-50), poiché essi in vita hanno rifiutato di accostarsi alla fede, e con la consapevolezza definitiva che non potranno mai più riparare e che la loro condizione non potrà mai più essere cambiata.

Coloro che sono stati salvati, al contrario, trascorreranno la loro vita eterna (Mat 25:46) nella Nuova Creazione alla luce di Dio su una terra nuova (Apoc 20:11) e sotto un nuovo cielo, che Dio ha creato (Apoc 21:1-3,5).

Il Figlio di Dio ha detto:

"Se voi mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un altro consolatore, perché stia con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché dimora con voi, e sarà in voi." Giov 14,15-17;

Gesù disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; e chiunque vive e crede in me, non morirà mai.» Giov 11,25-26;


Da questo punto di vista si è già espresso il noto evangelista e predicatore Wilhelm Busch con i suoi ascoltatori: "Non c’è bisogno di accogliere il messaggio che le sto dicendo. Può lasciare perdere di convertirsi a Gesù. Ma abbia ben chiaro che in tal modo lei sceglie l’inferno! Lei ha la totale libertà!!
(Persone che non sono capaci di credere.)

(Vedi anche discorso 22: "Esiste l’immortalità dell’anima?")



Per tutti coloro che vorrebbero averlo breve e moderno:
Lo spirito dell’uomo è il "software" – il sistema operativo – che fa funzionare "l’hardware" – il corpo. Alla scadenza dell’hardware, il software viene archiviato nel cloud. Alla fine del mondo, il software ottiene un nuovo hardware con runtime illimitato.





La Trinità biblica e alcune altre specificità della fede cristiana biblica.


La Trinità biblica e alcune altre specificità della fede cristiana biblica.


A differenza di tutte le altre religioni di questo mondo, il cristianesimo biblico non è una religione. È una relazione. Un rapporto o una connessione con Dio, in quanto nostro Padre nei cieli. Ecco perché anche il nostro Signore Gesù Cristo ci ha detto:

Non chiamate nessuno sulla terra vostro padre, perché uno solo è il Padre vostro, quello che è nei cieli.

Mat 23,9 Non chiamate nessuno sulla terra vostro padre, perché uno solo è il Padre vostro, quello che è nei cieli. Mat 23,9;

Perciò, nel cristianesimo biblico non chiamiamo nessuno sulla terra nostro Padre, ma l’unico e solo Onnipotente Dio nei cieli è nostro Padre. Infatti, Dio non ha creato solo noi, ma con Adamo e Eva, i nostri genitori arcaici, tutti gli esseri umani, ed è quindi il padre di tutti noi. Eppure questo è ciò che pochissimi vogliono sapere.

Nel cristianesimo biblico la connessione con il nostro Padre nei cieli è completamente diversa rispetto all’adorazione di idoli nelle religioni secolari. Come ci dice il Figlio di Dio, la comunicazione tra Dio e i suoi figli è esclusivamente di natura spirituale:

Dio è Spirito; e quelli che l’adorano, bisogna che l’adorino in spirito e verità.

Giov 4,23 Ma l’ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; poiché il Padre cerca tali adoratori. 4,24 Dio è Spirito; e quelli che l’adorano, bisogna che l’adorino in spirito e verità». Giov 4,23-24;

E come ci conferma anche Paolo nella prima lettera ai Corinzi, lo Spirito di Dio dimora in noi, se siamo figli di Dio.

Non sapete che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?

1Cor 3,16 Non sapete che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? 3,17 Se uno guasta il tempio di Dio, Dio guasterà lui; poiché il tempio di Dio è santo; e questo tempio siete voi. 1Cor 3,16-17;

Così questa è una connessione molto simile a quella, che anche il Figlio di Dio ebbe con il Padre durante la Sua missione sulla terra:

Non credi tu che io sono nel Padre e che il Padre è in me?

Giov 14,10 Non credi tu che io sono nel Padre e che il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico di mio; ma il Padre che dimora in me, fa le opere sue. 14,11 Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se no, credete a causa di quelle opere stesse. Giov 14,10-11;

Infine il Signore Gesù stesso ci spiega anche, che chi Lo ama si riconoscerà dal fatto, che osserverà la Parola del Suo Signore. E perciò il Padre lo amerà ed entrambi, Padre e Figlio, verranno da lui e dimoreranno presso di lui.

Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio l’amerà, e noi verremo da lui e dimoreremo presso di lui.

Giov 14,22 Giuda (non l’Iscariota) gli domandò: «Signore, come mai ti manifesterai a noi e non al mondo?» 14,23 Gesù gli rispose: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio l’amerà, e noi verremo da lui e dimoreremo presso di lui. 14,24 Chi non mi ama non osserva le mie parole; e la parola che voi udite non è mia, ma è del Padre che mi ha mandato.
14,25 Vi ho detto queste cose, stando ancora con voi; 14,26 ma il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quello che vi ho detto. Giov 14,22-26;

Quindi riassumiamo: Paolo ci dice sopra in 1Cor 3,16, che lo Spirito Santo dimora presso di noi, se siamo figli di Dio. Qui sopra in Giov 14,23 il Signore Gesù ci dice, che Padre e Figlio verranno da noi e dimoreranno presso di noi, se amiamo il Figlio.

Così nel nostro spirito abbiamo unito Padre, Figlio e Spirito Santo!
C’è ancora chi dubita, che questi tre esseri spirituali possano essere riuniti anche al di fuori dell’uomo in un uno Spirito, lo Spirito di Dio, come "Trinità"?


È quindi evidente che è nella natura degli esseri spirituali incorporarsi sia nello spirito di un essere umano che in altri esseri spirituali. Nella loro forma spirituale sono immateriali e possono fondersi l’uno nell’altro, come quando si versa sul livello materiale un bicchiere d’acqua in un altro e i due liquidi diventano un’unica cosa (Trinità).

E ora Paolo in 1Cor 3,16, di cui sopra ci scrive, non solo che lo Spirito Santo dimora presso i figli di Dio, ci dice anche, che noi siamo il tempio di Dio. Cioè, come Dio dimorava nel Santo dei Santi del tempio di Gerusalemme con gli israeliti, da allora Dio dimora di nuovo in un tempio.

Solo che questo nuovo tempio non è un edificio fatto con le mani. Piuttosto, ogni singolo credente cristiano, che ama il Suo Signore e osserva la Sua Parola è il tempio di Dio, nel cui "Santo dei Santi", vale a dire nello spirito di questa persona, prende dimora la Trinità.

L’Altissimo però non abita in edifici fatti da mano d’uomo.

Atti 7,48 L’Altissimo però non abita in edifici fatti da mano d’uomo, come dice il profeta(Isaia 66:1-2): 7,49 "Il cielo è il mio trono, e la terra lo sgabello dei miei piedi. Quale casa mi costruirete, dice il Signore, o quale sarà il luogo del mio riposo? 7,50 Non ha la mia mano creato tutte queste cose?" Atti 7,48-50;

Dunque, nella fede cristiana biblica non esistono riti, liturgie, "messe", sacerdoti, vescovi, cardinali, papi, etc. I credenti cristiani biblici stessi sono il tempio di Dio e nel loro spirito hanno una connessione immediata e diretta con il loro Padre Celeste.

Proprio per questa ragione il cristianesimo biblico non conosce neanche le "case di Dio", come le chiese, le cattedrali, i duomi, le moschee e i templi delle religioni di questo mondo. Perché l’unico e solo Dio non abita nelle case di culto, che sono fatte con le mani. Come figli di Dio, noi stessi siamo il tempio in cui Dio prende dimora nel "Santo dei Santi" – nel nostro spirito.

Noi siamo infatti il tempio del Dio vivente, come Dio stesso ha detto: "Abiterò in mezzo a loro e con loro camminerò e sarò il loro Dio, ed essi saranno il mio popolo."

2Cor 6,14 Non lasciatevi legare al giogo estraneo degli infedeli. Quale rapporto infatti ci può essere tra la giustizia e l’iniquità, o quale unione tra la luce e le tenebre? 6,15 Quale intesa tra Cristo e Beliar, o quale collaborazione tra un fedele e un infedele? 6,16Quale accordo tra il tempio di Dio e gli idoli?

Noi siamo infatti il tempio del Dio vivente, come Dio stesso ha detto:
"Abiterò in mezzo a loro e con loro camminerò e sarò il loro Dio, ed essi saranno il mio popolo." 6,17 Perciò uscite di mezzo a loro e separatevi, dice il Signore, non toccate nulla d’impuro. "E io vi accoglierò, 6,18 e sarò per voi come un padre, e voi mi sarete come figli e figlie", dice il Signore onnipotente. 2Cor 6,14-18;

Ed è anche questo spirito dei figli di Dio che vivrà dopo la risurrezione come un essere spirituale nella dimensione eterna con il nostro Padre nei cieli, avendo percorso la strada che nostro Signore Gesù Cristo ha già percorso prima di noi come primizia (1Cor 15,20-28).

Quando un figlio o una figlia di Dio vuole parlare con suo Padre nei cieli, entra nella sua cameretta, chiude
la porta e per prima cosa chiede il perdono dei suoi peccati nel nome del sacrificio di redenzione del suo Signore Gesù Cristo. E allora si libera la via per ogni ringraziamento e giubilo, petizione e pianto, e qualsiasi altra cosa che un figlio di Dio deve comunicare al suo Padre celeste.

Ma tu, quando preghi, entra nella tua cameretta e, chiusa la porta, rivolgi la preghiera al Padre tuo che è nel segreto.

Mat 6,5 «Quando pregate, non siate come gli ipocriti; poiché essi amano pregare stando in piedi nelle sinagoghe e agli angoli delle piazze (o al "Muro del pianto"!/FH) per essere visti dagli uomini. Io vi dico in verità che questo è il premio che ne hanno. 6,6 Ma tu, quando preghi, entra nella tua cameretta e, chiusa la porta, rivolgi la preghiera al Padre tuo che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa. 6,7 Nel pregare non usate troppe parole come fanno i pagani, i quali pensano di essere esauditi per il gran numero delle loro parole. 6,8 Non fate dunque come loro, poiché il Padre vostro sa le cose di cui avete bisogno, prima che gliele chiediate. Mat 6,5-8;




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