Babilonia la grande, la madre delle prostitute e delle abominazioni della terra.
La bestia salita dal mare e la bestia scarlatta salita dall’abisso.
Tabella – L’Anticristo, la "Regina" nella scacchiera del diavolo.
Tabella – Gli imperi mondiali nella Bibbia.
Il primo e il secondo Anticristo. – Discorso 86
Babilonia la grande – L’alta finanza mondiale? – Discorso 109
[non ancora disponibile in Italiano, leggi in tedesco / leggi in inglese])
Nelle interpretazioni standard di questo capitolo 17
dell’Apocalisse, Babilonia, la grande prostituta, viene rappresentata come la
Roma di quel tempo. Le affermazioni di carattere morale su Babilonia contenute
in questo testo sono messe in relazione con la corruzione che regnava a Roma in
quel periodo e la distruzione della grande città di Babilonia da parte dei dieci
re viene interpretata come una previsione della caduta di Roma.
Odieranno la prostituta, la spoglieranno e la consumeranno con il fuoco.
Apoc 17,15 Poi mi disse: «Le acque che hai viste e
sulle quali siede la prostituta, sono popoli, moltitudini, nazioni e lingue.
17,16 Le dieci corna che hai viste e la bestia odieranno la prostituta,
la spoglieranno e la lasceranno nuda, ne mangeranno le carni e la consumeranno
con il fuoco. Apoc 17,15-16;
La bestia simboleggia l’impero romano e le sue sette teste,
ovvero i re, certi imperatori romani, di solito considerati a partire da
Giulio Cesare (49-44 a.C.) oppure Augusto (31 a.C.-14 d.C.), seguito da Tiberio
(14-37 d.C.), Gaio (Caligola 37-41 d.C.), Claudio (41-54 d.C.), Nerone (54-68
d.C.), Vespasiano (69-79 d.C.) e Tito (79-83 d.C.), anche se spesso si salta
l’anno dei quattro imperatori dopo la morte di Nerone con Galba (68-69 d.C.),
Otone (69 d.C.) e Vitellio (69 d.C.), a causa del loro breve regno, e si
continua con Vespasiano oppure Tito. L’ottavo re è, addirittura descritto –
secondo una leggenda – come il "Nero redivivus", ovvero come
l’imperatore Nerone resuscitato negli Ultimi Tempi.
E altri esegeti – soprattutto cattolici – evitano naturalmente ogni legame con
Roma, e definiscono Babilonia come "l’umanità che si è allontanata da Dio". Una
parafrasi che non sarebbe così sbagliata di per sé, se non ci fosse un preciso
riferimento nella Scrittura che la contraddice.
In effetti, tutti gli esegeti concordano sul fatto che il profetizzato declino
di Babilonia avverrà ancora prima del Millennio, cioè prima del regno
millenario, oppure – come per l’interpretazione riferita all’antica Roma – ha
già avuto luogo. Ma questo significherebbe che, da questo momento, non ci
potranno più essere "persone che si sono allontanate da Dio". Il fatto che
probabilmente in questo mondo ci siano ancora più empi e disprezzatori di Dio
oggi che ai tempi di Nerone esclude questa possibile interpretazione per il
passato.
Se consideriamo ora le dichiarazioni riportate nell’Apocalisse sulla ricomparsa
di Satana in questo mondo dopo il Millennio, alla fine dei tempi, scopriamo che
anche allora, in futuro, gli empi non saranno in alcun modo eliminati.
Uscirà per radunarle alla battaglia: il loro numero è come la sabbia del mare.
Apoc 20,7 Quando i mille anni saranno trascorsi, Satana
sarà sciolto dalla sua prigione 20,8 e uscirà per sedurre le nazioni che sono ai
quattro angoli della terra, Gog e Magog, per radunarle alla battaglia:
il loro numero è come la sabbia del mare. Apoc 20,7-8;
Così, anche dopo il millenario Regno della Pace, Satana troverà
ancora persone "come la sabbia del mare" che si uniranno a lui per combattere
contro Dio.
Da ciò risulta chiaro che se Babilonia dovesse essere davvero "l’umanità che si
è allontanata da Dio", questa dovrebbe esistere anche alla fine del mondo, e la
distruzione di Babilonia da parte dei dieci re dovrebbe essere un evento
collocato dopo il Millennio e prima dell’Ultima Guerra, cosa molto improbabile
secondo quanto riportato nel testo dell’Apocalisse 17,12-14.
Tuttavia, a uno studio approfondito, è chiaro che tutte queste interpretazioni
sono troppo affrettate. In questo libro della Bibbia il Signore Gesù concede a
Giovanni – e quindi anche a noi – uno sguardo sulla visione senza tempo di Dio.
Questo significa che qui non solo troviamo profezie di migliaia di anni
descritte nel futuro, ma tali profezie sono anche retrospettive e includono
migliaia di anni passati. E soprattutto qui, in Apoc 17, viene data in poche
frasi una panoramica di tutta la storia dell’umanità.
Il fattore scatenante per l’interpretazione standard potrebbe
essere il fatto che il quadro morale che dà la Babilonia dell’Apocalisse ricorda
molto Roma al tempo della persecuzione dei cristiani. Inoltre, "la prostituta
Babilonia" è anche definita "la grande città che ha il dominio sui re della
terra". Ecco un altro collegamento con Roma, sia come la capitale dell’Impero
Romano, sia, più tardi, come il centro della chiesa cattolica romana, la cui
posizione nei secoli passati, in alcuni settori, era decisamente superiore a
quella di imperatori e re.
Il Papa ha ripreso quindi dagli imperatori romani il titolo (pagano) di "Pontifex
Maximus". Nell’Impero Romano la carica di "Sommo Pontefice" era legata
esclusivamente alla persona dell’imperatore. Nei secoli successivi – soprattutto
dall’XI al XIII secolo – i Papi hanno spesso avuto inoltre grande potere sui
principi d’Europa e non solo hanno nominato ma anche "scelto" imperatori e re.
Ancora oggi hanno un certo "potere" sui "re" della terra.
È, ad esempio, un diritto sancito dalla diplomazia laica (diritto di legazione)
che nella gerarchia di tutti i rappresentanti diplomatici di un Paese il
capomissione di lunga data sia a capo (decano) della gerarchia, e quindi portavoce
dell’intero corpo diplomatico (decanato) di questo Paese ospitante. Attraverso i
concordati, tuttavia, il Vaticano ha riservato tale posizione di primo piano –
indipendentemente dall’anzianità di servizio e da altri criteri – al proprio
rappresentante (Nunzio Apostolico).
Così è sempre il rappresentante diplomatico
del Vaticano a esercitare la funzione di decano del corpo diplomatico nei Paesi
del mondo. E poiché i diplomatici all’estero sono i rappresentanti dei
rispettivi governi, è vero che la chiesa romana, sebbene in forma ristretta,
esercita ancora oggi un "dominio" sui "re del mondo".
Anche l’affermazione "…sette montagne su cui siede la donna" ricorda molto
Roma Septicollis, i sette colli su cui è costruita Roma. E infine, nel Nuovo
Testamento stesso, abbiamo un testo che potrebbe riferirsi a Roma come
"Babilonia". Questa è la prima lettera di Pietro, che si suppone abbia scritto
da Roma e che conclude con le parole "La chiesa che è in Babilonia, eletta
come voi, vi saluta.".
La chiesa che è in Babilonia, eletta come voi, vi saluta.
1Piet 5,13 La chiesa che è in Babilonia,
eletta come voi, vi saluta. Anche Marco, mio figlio, vi saluta. 5,14
Salutatevi gli uni gli altri con un bacio d’amore fraterno. Pace a voi tutti che
siete in Cristo. 1Piet 5,13-14;
Se ora consideriamo il contenuto dei tre "capitoli su Babilonia"
in Apoc 17-19, è davvero difficile non pensare a Roma. Si legge quanto segue:
Quella donna era ubriaca del sangue dei santi e del sangue dei martiri di Gesù.
Apoc E vidi che quella donna era ubriaca
del sangue dei santi e del sangue dei martiri di Gesù. Quando la vidi,
mi meravigliai di grande meraviglia. Apoc 17,6;
Qui il pensiero va subito alle persecuzioni dei cristiani
nell’antica Roma, ma anche all’Inquisizione e alla Controriforma della chiesa
romana. Oppure anche:
In lei è stato trovato il sangue dei profeti e dei santi.
Apoc 18,24 In lei è stato trovato il sangue
dei profeti e dei santi e di tutti quelli che sono stati uccisi sulla terra».
Apoc 18,24;
Se si parte dal presupposto che, secondo la tradizione, sia
l’apostolo Pietro sia Paolo – per citare i più famosi – sono stati giustiziati a
Roma, qui sembra che si parli di Roma. Tuttavia, nei Vangeli troviamo alcune
affermazioni che corrispondono molto di più a quanto riportato in questo testo.
In Mat 23,35, il Signore parla di "tutto il sangue giusto sparso sulla terra" e
con ciò potrebbe riferirsi ai molti profeti e ai giusti uccisi dai rispettivi
governanti in Israele e con ciò alla città di Gerusalemme.
Affinché ricada su di voi tutto il sangue giusto sparso sulla terra.
Mat 23,33 Serpenti, razza di vipere, come
scamperete al giudizio della geenna? 23,34 Perciò ecco, io vi mando dei profeti,
dei saggi e degli scribi; di questi, alcuni ne ucciderete e metterete in croce;
altri ne flagellerete nelle vostre sinagoghe e li perseguiterete di città in
città, 23,35 affinché ricada su di voi tutto il sangue giusto sparso sulla
terra, dal sangue del giusto Abele, fino al sangue di Zaccaria, figlio di Barachia,
che voi uccideste fra il tempio e l’altare.
23,36 Io vi dico in verità che tutto ciò ricadrà su questa generazione.
Mat 23,33-36;
L’affermazione successiva: "e il sangue di tutti coloro che sono
stati uccisi sulla terra" difficilmente può essere riferita in maniera esclusiva
a Roma, anzi probabilmente a nessuna città del mondo. Se si trattasse di una
città, allora dovrebbe essere una città "simbolica" che comprende tutte le
principali città del mondo con i loro crimini e omicidi.
Poi ancora: "perché i tuoi mercanti erano i prìncipi della terra e perché tutte
le nazioni sono state sedotte dalle tue magie" (Apocalisse 18,23). I normali
scambi commerciali del Vaticano non sono probabilmente sufficienti per una tale
classificazione. A meno che non si vuole accusare il Vaticano di avere un legame
intenso con la mafia, queste affermazioni non possono riferirsi neanche a Roma.
Similmente accade con il testo seguente:
La gran città ch’era vestita di lino fino, di porpora e di scarlatto, adorna d’oro, di pietre preziose e di perle!
Apoc 18,15 I mercanti di queste cose che sono stati
arricchiti da lei se ne staranno lontani per timore del suo tormento,
piangeranno e faranno cordoglio dicendo: 18,16 "Ahi! ahi! La gran città
ch’era vestita di lino fino, di porpora e di scarlatto, adorna d’oro, di pietre
preziose e di perle! In un attimo una ricchezza così grande è stata distrutta".
18,17 Tutti i piloti, tutti i naviganti, i marinai e quanti trafficano sul mare
se ne staranno lontano Apoc 18,15-17;
Mentre il porpora e lo scarlatto, così come l’oro e le pietre
preziose, potrebbero essere comunque collegati all’abbigliamento di cardinali e
vescovi romani e i gioielli alla straordinaria ricchezza del Papa, mancano
ancora una volta riferimenti e argomentazioni su mercanti, capitani delle navi e
sui rispettivi commerci. Questi sono solo alcuni esempi che sono rappresentativi
di tutte le affermazioni su Babilonia, presenti nei capitoli 17, 18 e 19
dell’Apocalisse.
Obiettivamente parlando, non si può quindi stabilire con certezza chi o cosa si
intende qui con Babilonia. Ma per farci un’idea, considerando che si legge
"Uscite da essa, o popolo mio" (Apoc 18,4), possiamo raggruppare e cercare di
interpretare le affermazioni che si trovano nel testo.
Il fatto che Babilonia sia anche chiamata "grande prostituta"
indica in qualche modo un legame con Dio, da cui si è poi allontanata. Le città
di Israele vengono chiamate "prostitute" nell’Antico Testamento, perché hanno
abbandonato il loro Dio. Ma ciò implica anche che una volta, evidentemente,
appartenevano a Dio. Da questo punto di vista è molto forte il riferimento a
un’organizzazione religiosa che nel corso del tempo ha preso le distanze dalla
vera fede.
Che lei sieda "su molte acque" significa, nel linguaggio profetico, che si è
diffusa tra molti popoli e nazioni.
Che abbia "fornicato con i re della terra" può significare che abbia tradito suo
"marito", cioè Dio, con i re, la politica terrena.
Lei è "ubriaca del sangue dei santi e del sangue dei martiri di Gesù". Ciò
significa che non solo ha ingannato Dio, ma ha anche perseguitato e ucciso
coloro che si sono opposti, continuando a restare fedeli a Dio e alla loro fede.
Qui dobbiamo tener conto che con il termine "santi" non sono inclusi solo quelli
della Nuova Alleanza, ma naturalmente anche i profeti e i servi di Dio della
Vecchia Alleanza. E vista così, possiamo comprendere che un’interpretazione
esclusiva riferita alla chiesa romana è troppo riduttiva.
"Lei siede su una bestia piena di nomi blasfemi": si lascia trasportare e
sostenere dal nemico di Dio (nomi blasfemi) e usa questo per mantenere il suo
potere.
"È la madre della fornicazione e di tutte le abominazioni sulla terra": diffonde
il rifiuto di Dio (fornicazione) e impone di adorare altri dèi e idoli
(abominazioni). Anche qui l’espressione "madre della fornicazione" implica un
potere terreno che è stato attivo ed efficace fin dall’inizio dell’umanità. La
chiesa romana potrebbe al massimo essere vista qui come la "figlia" di questa
prostituta.
"I mercanti della terra piangeranno e faranno cordoglio per lei", "I tuoi
mercanti erano principi sulla terra": lei ha rapporti d’affari e relazioni
commerciali in tutto il mondo e probabilmente non si sottrae neanche al ricatto
e alla corruzione.
"Grazie alla sua abbondanza tutti coloro che avevano navi in mare si sono
arricchiti": ha una rete mondiale di agenti, concessionari e fornitori e opera
con ampi margini di profitto. Anche se si dice che la chiesa romana abbia i
migliori legami con la mafia, una tale rete commerciale a livello mondiale
sarebbe certamente diventata pubblica a un certo punto.
"Tutte le nazioni sono state sedotte dalla tua magia": ciò che lei offre/ vende
alle nazioni è in realtà un inganno (sedotte). Ma lo fa così bene (magia) che
questi popoli non se ne accorgono.
Si capisce che questa è chiaramente una potenza o un’organizzazione mondiale.
Un’organizzazione che in origine possedeva la vera fede e che in seguito se ne è
allontanata.
Anche se quasi tutte le chiese e le confessioni cristiane oggi hanno pagato il
loro tributo allo spirito dei tempi, e probabilmente nessuna in passato ha
perseguitato i fedeli in Cristo tanto quanto la chiesa romana, un riferimento
esclusivo a Roma non sembra giustificato.
Anche l’interpretazione secondo cui Babilonia rappresenta il mondo ebraico
apostata è certamente plausibile in alcune parti (pseudo‒credenza, commercio,
ricchezza), ma non può essere sostenuta nel suo complesso.
La Babilonia della Bibbia non sembra essere un fenomeno riconducibile a un
periodo specifico. Né agli Ultimi Tempi, né ai nostri giorni, né ai tempi
dell’Impero Romano. E anche tornando indietro ai tempi di Nabucodonosor,
troviamo nella Babilonia dei Caldei – proprio come nella Roma dell’età imperiale
– probabilmente un rappresentante di questo fenomeno, ma non la sua origine.
Tale origine si può probabilmente trovare nella primissima Babele, la Babele di
Nimrod.
Nimrod, che cominciò a essere potente sulla terra.
Gen 10,7 I figli di Cus furono: Seba, Avila, Sabta, Raama e Sabteca; i
figli di Raama: Seba e Dedan. 10,8 Cus generò Nimrod, che cominciò a
essere potente sulla terra. 10, 9 Egli fu un potente cacciatore davanti
al SIGNORE; perciò si dice: «Come Nimrod, potente cacciatore davanti al
SIGNORE». Gen 10,7-9;
1C1Cro 1,9 I figli di Cus furono: Seba, Avila, Sabta,
Raama e Sabteca. I figli di Raama furono: Seba e Dedan. 1,10 Cus generò
Nimrod, che cominciò a essere potente sulla terra. 1Cro 1,9-10;
Il principio del suo regno fu Babel.
Gen 10,10 Il principio del suo regno fu Babel,
Erec, Accad e Calne nel paese di Scinear. 10,11 Da quel paese andò in Assiria
e costruì Ninive, Recobot‒Ir e Cala; 12 e tra Ninive e Cala, Resen, la grande
città. Gen 10,10-12;
Come è riportato in Gen 10,8 e 1Cr 1,10, Nimrod è stato "il
primo a guadagnare potere sulla terra". È stato il primo sovrano. E "l’inizio
del suo regno fu Babele". E lì la gente volle costruirsi una torre "la cui cima
giunga fino al cielo".
Costruiamoci una città e una torre la cui cima giunga fino al cielo.
Gen 1 11,1 Tutta la terra parlava la stessa lingua e
usava le stesse parole. 11,2 Dirigendosi verso l’Oriente, gli uomini capitarono
in una pianura nel paese di Scinear, e là si stanziarono. 11,3 Si dissero l’un
l’altro: «Venite, facciamo dei mattoni cotti con il fuoco!» Essi adoperarono
mattoni anziché pietre, e bitume invece di calce. 11,4 Poi dissero: «Venite,
costruiamoci una città e una torre la cui cima giunga fino al cielo;
acquistiamoci fama, affinché non siamo dispersi sulla faccia di tutta
la terra». 11,5 Il SIGNORE discese per vedere la città e la torre che i figli
degli uomini costruivano.
11,6 Il SIGNORE disse: «Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti una lingua
sola; questo è il principio del loro lavoro; ora nulla impedirà loro di
condurre a termine ciò che intendono fare. 11,7 Scendiamo dunque e
confondiamo il loro linguaggio, perché l’uno non capisca la lingua
dell’altro!»
11,8 Così il SIGNORE li disperse di là su tutta la faccia della terra ed essi
cessarono di costruire la città. 11,9 Perciò a questa fu dato il nome di
Babel, perché là il SIGNORE confuse la lingua di tutta la terra e di là
li disperse su tutta la faccia della terra. Gen 11,1-9;
In questi testi troviamo due temi opposti. Uno è il primissimo
desiderio di potere dell’uomo, che culmina nel tentativo di essere uguale a Dio,
costruendo una torre "fino al cielo". L’altro è il secondo ostacolo, dopo il
diluvio, che Dio ha contrapposto a questo desiderio, creando confusione nel
linguaggio degli uomini. Anche il nome "Babele" deriva da questa confusione di
lingue.
(Vedi anche Tabella 01: "Cronologia
da Adamo a Giacobbe.".)
Ora sappiamo che questo desiderio di potere non è diminuito nel
corso della storia, ma al contrario è aumentato sempre di più ai giorni nostri.
In passato, ha trovato la sua massima espressione nei grandi imperi. Nel
presente, tuttavia, l’enfasi sembra essersi un po’ spostata. Certo, oggi ci sono
grandi Stati e soprattutto raggruppamenti di Stati. Ma a parte alcune poche –
certamente comunque ancora troppe – dittature, hanno prevalso forme di governo
democratico, in cui il potere di chi governa è di fatto limitato a ciò che è
necessario.
I veri centri di potere dei giorni nostri sono le grandi aziende multinazionali,
finanziarie e tecnologiche. Cercano, proprio attraverso fusioni e alleanze
sempre più importanti, di consolidare e stabilire, anche per il futuro, il
proprio status dominante.
Ora è interessante notare che la prima Babele della Bibbia viene tramandata come
l’inizio del regno e del potere di Nimrod, mentre l’ultima Babele, la Babilonia
dell’Apocalisse, viene descritta come la città che "ha il dominio sui re della
terra", ma si capisce dal contesto che questo dominio non è certo di natura
puramente politica.
Qui si parla sempre più spesso di mercanti, che sono diventati ricchi grazie a
lei e che ora si lamentano perché nessuno comprerà più la loro merce. Anche i
capitani delle navi e i timonieri si lamentano, perché anche tutti coloro che
avevano navi in mare sono diventati ricchi grazie alla sua abbondanza. Si trova
infine la conferma in Apoc 18,23: "Perché i tuoi mercanti erano i prìncipi della
terra":
Se si considerano questi testi in maniera corretta, si allontanano sempre più da
un ambiente religioso e mirano sempre più concretamente a una potenza economica
e commerciale. Questa interpretazione dovrebbe quindi essere almeno un punto di
partenza per un’interpretazione più realistica di Apoc 17,18 e 19.
Se la prostituta Babilonia rappresenta più che altro la
componente religioso‒economica dell’immagine, la bestia scarlatta ne rappresenta
apparentemente il lato laico‒politico. E allora rivolgiamo la nostra attenzione
a questa bestia scarlatta.
A parte gli esponenti dell’interpretazione storica contemporanea che
interpretano questa bestia come l’Impero Romano, come già menzionato in
precedenza, la bestia scarlatta è interpretata da molti esegeti come
l’Anticristo. La ragione è ovvia, poiché in Apoc 17,3.7 si parla di una bestia
con sette teste e dieci corna, che è molto simile alla bestia presente nella
descrizione dell’Anticristo, la "prima bestia" in Apoc 13,1.
In alcuni punti si dubita sul fatto che si tratti dello stesso animale. La
ragione di questi dubbi è tra l’altro la definizione della bestia in
Apoc 17,3.7-8 come "la bestia che deve (ri)salire dall’abisso". Così,
abbiamo in Apoc 13,1 una bestia che sale dal mare, e in Apoc 17,8 una bestia
che (ri)sale dall’abisso. E qui ora alcuni pensano che si tratti di due "bestie"
diverse.
Cercheremo quindi di dimostrare, in linea di principio, che le due bestie,
quella di Apoc 13,1 e quella di Apoc 17,8, sono identiche.
Poi vidi salire dal mare una bestia è la sua piaga mortale fu guarita.
Apoc 13,1 Poi vidi salire dal mare una bestia che
aveva dieci corna e sette teste, sulle corna dieci diademi e sulle teste nomi blasfemi.
13,2 La bestia che io vidi era simile a un leopardo, i suoi piedi erano come quelli
dell’orso e la bocca come quella del leone. Il dragone le diede la sua potenza,
il suo trono e una grande autorità. 13,3 E vidi una delle sue teste come ferita a morte;
ma la sua piaga mortale fu guarita; e tutta la terra, meravigliata, andò dietro alla
bestia; 13,4 e adorarono il dragone perché aveva dato il potere alla
bestia; e adorarono la bestia dicendo: «Chi è simile alla bestia? e chi
può combattere contro di lei?» Apoc 13, 1- 4;
In Apoc 13,1-4, si dice della bestia che sale dal mare che
avesse dieci corna e sette teste, e che una delle sue teste fosse stata ferita
fatalmente, ma la sua ferita mortale era guarita. Non ci si deve lasciar
confondere qui dal fatto che il versetto 3 riporta che solo di una delle "teste"
fosse stata ferita a morte. Che l’intera bestia sia stata uccisa a causa di
questa ferita, emerge dal seguente testo, in Apoc 13,12-14.
La bestia che aveva ricevuto la ferita della spada ed era tornata in vita.
Apoc 13,12 Essa esercitava tutto il
potere della prima bestia in sua presenza, e faceva sì che tutti gli abitanti
della terra adorassero la prima bestia la cui piaga mortale era stata
guarita. 13,13 E operava grandi prodigi sino a far scendere fuoco dal
cielo sulla terra in presenza degli uomini. 13,14 E seduceva gli abitanti della
terra con i prodigi che le fu concesso di fare in presenza della bestia, dicendo
agli abitanti della terra di erigere un’immagine della bestia che aveva
ricevuto la ferita della spada ed era tornata in vita. Apoc 13,12-14;
Se, come riporta questo passo, la bestia è tornata "in vita",
significa che, logicamente, prima doveva essere morta. Con la ferita mortale
inferta a una delle teste è stata uccisa l’intera bestia. E questa ferita
mortale è stata causata da una spada, come si dice in Apoc 13,14. Ciò significa,
però, che qualcuno deve anche aver brandito questa spada, ovvero, deve aver
avuto luogo una battaglia in cui la bestia è stata sconfitta.
Questo lascia
anche presupporre l’affermazione in Apoc 13,4, dove si dice: "Chi è simile alla
bestia? E chi può combattere contro di lei?". Queste parole esprimono una
sorpresa e sono da ricondurre senza dubbio al fatto che la bestia è tornata a
vivere. Prima quindi doveva essere morta. Si tratta dunque di una sorta di
"risurrezione" di questa bestia, e la "terra intera", cioè tutte le persone che
vivono sulla terra, giustamente si meravigliano di ciò.
Nel testo seguente, in Apoc 17,8, riconosciamo la stessa correlazione.
La bestia che hai vista era, e non è; essa deve salire dall’abisso e andare in perdizione. Gli abitanti della terra si meraviglieranno.
Apoc 17,3 Egli mi trasportò in spirito nel deserto;
e vidi una donna seduta sopra una bestia di colore scarlatto, piena di nomi di
bestemmia, e che aveva sette teste e dieci corna. 17,4 La donna
era vestita di porpora e di scarlatto, adorna d’oro, di pietre preziose e di
perle. In mano aveva un calice d’oro pieno di abominazioni e delle immondezze
della sua prostituzione. 17,5 Sulla fronte aveva scritto un nome, un mistero:
BABILONIA LA GRANDE, LA MADRE DELLE PROSTITUTE E DELLE ABOMINAZIONI DELLA TERRA.
17,6 E vidi che quella donna era ubriaca del sangue dei santi e del sangue dei
martiri di Gesù. Quando la vidi, mi meravigliai di grande meraviglia. 17,7
L’angelo mi disse: «Perché ti meravigli? Io ti dirò il mistero della donna e
della bestia con le sette teste e le dieci corna che la porta.
17,8 La bestia che hai vista era, e non è; essa deve (ri)salire dall’abisso
e andare in perdizione. Gli abitanti della terra, i cui nomi non sono stati
scritti nel libro della vita fin dalla creazione del mondo, si meraviglieranno
vedendo la bestia perché era, e non è, e verrà di nuovo. Apoc 17,3-8;
Anche questa bestia ha sette teste e dieci corna. Essa "era" e
"ora non è". Ciò significa che era viva e ora è morta o almeno è in qualche modo
"non attiva". Poi si dice: "e salirà di nuovo dall’abisso", quindi anche in
questo passaggio ritroviamo la "risurrezione" della bestia. Apprendiamo,
inoltre, nella seconda parte del versetto 8: "E quelli che abitano sulla terra
si meraviglieranno… che essa era, e ora non è, e sarà di nuovo". Il tema della
Risurrezione scorre dunque come un filo rosso in entrambi i testi.
La diversa indicazione delle corna e delle teste in entrambi i passaggi – in
Apoc 13,1 le corna sono citate prima delle teste, mentre in Apoc 17,3.7 le teste
sono menzionate prima delle corna – è connessa al rispettivo "status" della
bestia. Come apprendiamo qui sotto, da Apoc 17,9.12, sia la testa sia le corna
rappresentano i re. E le corone (in realtà "diademi") che indossano indicano che
i rispettivi re sono ora al potere. Ciò lo possiamo riconoscere abbastanza
chiaramente se confrontiamo anche il testo tratto da Apoc 12,3:
Un gran dragone rosso, che aveva sette teste e dieci
corna e sulle teste sette diademi.
Apoc 12,3 Apparve ancora un altro segno nel cielo:
ed ecco un gran dragone rosso, che aveva sette teste e dieci corna e sulle
teste sette diademi. 12,4 La sua coda trascinava la terza parte delle stelle
del cielo e le scagliò sulla terra. Il dragone si pose davanti alla donna che
stava per partorire, per divorarne il figlio, non appena l’avesse partorito.
Apoc 12,3-4;
Anche qui si cita un dragone con sette teste e dieci corna. E
poiché, in questo caso, le sette teste/ i sette re portano le loro corone, sono
"attivi" e governano, compaiono per primi nell’elenco.
Nel testo riportato sopra, in Apoc 17,3.7, vengono ugualmente citate per prime
le teste. E qui sotto, in Apoc 17,10 apprendiamo poi che, dei sette re, cinque
sono già caduti, uno è ‘là’, l’altro non è ancora venuto. Pertanto, sono
"attivi", anche se cinque di loro sono già stati fatti fuori. Almeno uno è ‘là’,
cioè governa, e un altro deve ancora venire.
Per quanto riguarda le corna, invece, in Apoc 17,12 si dice che questi re non
hanno ancora ricevuto il loro potere, cioè non governano ancora. Per questo
motivo, non hanno nemmeno le corone e sono menzionati al secondo posto.
Sono anche sette re: cinque sono caduti, uno è (la), l’altro non è ancora venuto.
Apoc 17,8 La bestia che hai vista era, e non è;
essa deve salire dall’abisso e andare in perdizione. Gli abitanti della terra, i
cui nomi non sono stati scritti nel libro della vita fin dalla creazione del
mondo, si meraviglieranno vedendo la bestia perché era, e non è, e verrà di
nuovo.
17,9 Qui occorre una mente che abbia intelligenza. Le sette teste
sono sette monti sui quali la donna siede. Sono anche sette re:
17,10 cinque sono caduti, uno è (la), l’altro non è
ancora venuto; e quando sarà venuto, dovrà durare poco.
17,11 E la bestia che era, e non è, è anch’essa un ottavo re, viene dai
sette, e se ne va in perdizione. 17,12 Le dieci corna che hai viste
sono dieci re, che non hanno ancora ricevuto regno; ma
riceveranno potere regale, per un’ora, insieme alla bestia. Apoc 17,8-12;
Si può comprendere anche abbastanza chiaramente in questo testo
che le "teste‒re" appaiono in una determinata successione, cinque sono cadute,
una è lì, l’altra verrà dopo, mentre le "corna – re" apparentemente andranno al
potere nello stesso momento.
Il riferimento in Apoc 17,8: "e andrà in perdizione", ha la sua realizzazione in
Apoc 19,20, dove la bestia venuta del mare e il suo falso profeta vengono
gettati nello stagno ardente.
Ma la bestia fu presa e gettato vivo nello stagno ardente.
Apoc 19,20 Ma la bestia fu presa, e con lei
fu preso il falso profeta che aveva fatto prodigi davanti a lei, con i
quali aveva sedotto quelli che avevano preso il marchio della bestia e quelli
che adoravano la sua immagine. Tutti e due furono gettati vivi nello
stagno ardente di fuoco e di zolfo. Apoc 19,20;
Una differenza sostanziale in entrambi i testi è però la
provenienza di queste bestie: una viene dal mare, l’altra dall’abisso. E qui il
testo tratto da Apoc 11,7 costituisce l’elemento di raccordo. Si tratta
dell’uccisione dei due testimoni di Dio a Gerusalemme da parte della "bestia che
sale dall’abisso".
La bestia che sale dall’abisso farà guerra contro i due testimoni, li vincerà e li ucciderà.
Apoc 11,7 E quando avranno terminato la loro
testimonianza, la bestia che sale dall’abisso farà guerra contro di
loro, li vincerà e li ucciderà. Apoc 11,7;
Così, anche qui abbiamo la bestia che sale dall’abisso.
Tuttavia, si potrebbe comunque ritenere che si tratti anche della bestia di
Apoc 17,8 e non di quella di 13,1, se non ci fosse un collegamento che contraddica
questa conclusione.
Qui di seguito, in continuità con la visione della bestia venuta del mare,
Giovanni afferma anche in Apoc 13,7 che a questa bestia è stato dato il potere
"di fare la guerra ai santi e di vincerli". Questo è un riferimento piuttosto
chiaro al testo tratto da Apoc 11,7, riportato sopra, dove inoltre si menzionano
due testimoni, i santi di Dio, che "quando avranno terminato la loro
testimonianza, la bestia che sale dall’abisso farà guerra contro di loro, li
vincerà e li ucciderà".
Le fu pure dato di far guerra ai santi e di vincerli.
Apoc 13,5 E le fu data una bocca che proferiva
parole arroganti e bestemmie. E le fu dato potere di agire per quarantadue mesi.
13,6 Essa aprì la bocca per bestemmiare contro Dio, per bestemmiare il suo nome,
il suo tabernacolo e quelli che abitano nel cielo. 13,7 Le fu pure dato
di far guerra ai santi e di vincerli, di avere autorità sopra ogni
tribù, popolo, lingua e nazione. 13,8 L’adoreranno tutti gli abitanti della
terra i cui nomi non sono scritti fin dalla creazione del mondo nel libro della
vita dell’Agnello che è stato immolato. 13,9 Se uno ha orecchi, ascolti. 13,10
Se uno deve andare in prigionia, andrà in prigionia; se uno dev’essere ucciso
con la spada, bisogna che sia ucciso con la spada. Qui sta la costanza e la fede
dei santi. 13,11 Poi vidi un’altra bestia, che saliva dalla terra, e aveva due
corna simili a quelle di un agnello, ma parlava come un dragone. Apoc 13,5-11;
In Apoc 11,7, con l’indicazione della bestia "che sale
dall’abisso", abbiamo da un lato un collegamento con Apoc 17,8, dall’altro,
invece, con l’accenno al fatto che combatterà con i santi (i due testimoni!) e
li vincerà, abbiamo il collegamento con Apoc 13,7.
Sebbene quanto riportato in Apoc 11,7 faccia pensare a un
collegamento tra Apoc 13,1 ss. e Apoc 17,3.8, si pone comunque la questione del
perché nel primo testo venga menzionato il mare, mentre nel secondo testo la
bestia salga dall’abisso.
Qui ci sono due possibili spiegazioni. Come abbiamo già affermato sopra, per
entrambi i testi, questa bestia era "morta" ed è tornata in vita. E ora si
potrebbe certamente supporre che "mare" e "abisso" siano semplicemente due
termini per uno stesso luogo profetico, dimora di demoni.
Questo lo lasciano intendere anche altri passaggi scritturali, in cui possiamo
notare che la Scrittura conosce due diverse espressioni anche per il regno dei
morti.
Il mare restituì i morti che erano in esso; la morte e l’Ades restituirono i loro morti.
Apoc 20,13 Il mare restituì i morti che
erano in esso; la morte e l’Ades restituirono i loro morti; ed essi
furono giudicati, ciascuno secondo le sue opere. Apoc 20,13;
In questo passaggio, Apoc 20,13, viene descritta la Risurrezione
Universale. E accanto all’affermazione che il regno dei morti ha restituito
tutti i morti che vi si trovavano, qui si dice anche: "E il mare restituì i
morti che erano in esso". Che non si tratti di quei morti che sono annegati in
mare o che sono periti in altro modo e non potrebbero essere sepolti, ma che il
"mare" è parallelo al regno dei morti, una "dimora" distinta, è
confermato in ultima analisi dal fatto che in Apoc 21,1, nella Nuova Creazione,
ci saranno probabilmente un solo cielo e una sola terra. Il regno dei morti e il
mare, invece, non esisteranno più.
Il mare è dunque l’abisso e quindi la dimora di demoni, mentre il regno dei
morti (l’aldilà) è la dimora dei defunti, come ci confermano anche i seguenti
passaggi scritturali.
Giob 26,6 Davanti a lui il soggiorno dei morti
è nudo, l’abisso è senza velo. Giob 26,6;
Pro 15,11 Il soggiorno dei morti e l’abisso
stanno davanti al SIGNORE; quanto più i cuori dei figli degli uomini! Pro 15,11;
Giob 28,22 L’abisso e la morte
dicono: "Ne abbiamo avuto qualche sentore". Giob 28,22;
Pro 27,20 Il soggiorno dei morti e l’abisso
sono insaziabili, e insaziabili sono gli occhi degli uomini. Pro 27,20;
I demoni pregavano che non comandasse loro di andare nell’abisso.
Luca 8,30 Gesù gli domandò: «Qual è il tuo nome?»
Ed egli rispose: «Legione»; perché molti demoni erano entrati
in lui. 8,31 Ed essi lo pregavano che non comandasse loro di andare
nell’abisso. 32 C’era là un branco numeroso di porci che pascolava sul
monte; e i demòni lo pregarono di permetter loro di entrare in quelli. Ed egli
lo permise. 8,33 I demòni, usciti da quell’uomo, entrarono nei porci; e quel
branco si gettò a precipizio giù nel lago e affogò. Luca 8,30-33;
Egli afferrò il dragone, il serpente antico, cioè il diavolo, Satana, lo legò per mille anni, e lo gettò nell’abisso.
Apoc 20,1 Poi vidi scendere dal cielo un angelo con
la chiave dell’abisso e una grande catena in mano. 20,2
Egli afferrò il dragone, il serpente antico, cioè il diavolo, Satana, lo legò
per mille anni, 20,3 e lo gettò nell’abisso che chiuse
e sigillò sopra di lui perché non seducesse più le nazioni finché fossero
compiuti i mille anni; dopo i quali dovrà essere sciolto per un po’ di
tempo. Apoc 20,1-3;
Nella Nuova Creazione, quando tutti gli esseri umani saranno
risorti dal regno dei morti e tutto il male sarà stato gettato nello stagno di
fuoco di conseguenza non ci sarà più nessun il regno dei morti e nessun abisso,
cioè nessun mare.
Poi la morte e l’Ades furono gettati nello stagno di fuoco.
Apoc 20,14 Poi la morte e l’Ades
furono gettati nello stagno di fuoco. Questa è la morte seconda, cioè
lo stagno di fuoco. 20,15 E se qualcuno non fu trovato scritto nel libro della
vita, fu gettato nello stagno di fuoco. Apoc 20,14-15;
Un nuovo cielo e una nuova terra, e il mare non c’era più.
Apoc 21,1 Poi vidi un nuovo cielo e una nuova
terra, poiché il primo cielo e la prima terra erano scomparsi, e il mare
non c’era più. Apoc 21, 1;
La seconda spiegazione, probabilmente più plausibile,
consisterebbe nella visione secondo cui i due testi di Apoc 13,1-14 e 17,3-14
siano dilazionati nel tempo. Mentre Giovanni afferma in Apoc 13,1: "Poi vidi
salire dal mare una bestia", dando così l’impressione di trovarsi nella visione
direttamente nel momento e nel luogo dell’evento, in Apoc 17,8 l’angelo gli dice:
"La bestia che hai vista era, e non è (là); essa deve salire dall’abisso".
Da ciò si evince che questa bestia al momento della visione "non è" e salirà
dall’abisso solo dopo, più tardi. Così, qui, in Apoc 17,3-6, parliamo di una
"visione nella visione", che l’angelo fa vedere a Giovanni per mostrargli il
giudizio sulla grande prostituta, che poi lui stesso spiegherà e interpreterà in
Apoc 17,7-18. Pertanto, questo testo precede temporalmente il testo di
Apoc 13,1-14 e mostra la bestia ancora nell’abisso, mentre in Apoc 13,1 risale
nuovamente da esso. Per poter comprendere meglio questa situazione, che è un po’
più complessa, vogliamo presentarla in modo più analitico.
Per effettuare questa analisi, dovremmo ancora una volta
esaminare da vicino il contesto.
La bestia e le sue sette teste / re.
Apoc 17,7 L’angelo mi disse: «Perché ti meravigli?
Io ti dirò il mistero della donna e della bestia con le sette teste e le
dieci corna che la porta. 17,8 La bestia che hai vista era, e
non è; essa deve salire dall’abisso e andare in perdizione. Gli
abitanti della terra, i cui nomi non sono stati scritti nel libro della
vita fin dalla creazione del mondo, si meraviglieranno vedendo la bestia
perché era, e non è, e verrà di nuovo.
17,9 Qui occorre una mente che abbia intelligenza. Le sette teste sono sette
monti sui quali la donna siede. Sono anche sette re: 17,10
cinque sono caduti, uno è, l’altro non è ancora venuto; e
quando sarà venuto, dovrà durare poco.
17,11 E la bestia che era, e non è, è anch’essa un ottavo re, viene dai
sette, e se ne va in perdizione. Apoc 17,7-11;
Quando l’angelo dice in Apoc 17,7: "Io ti dirò il mistero...",
il lettore si aspetta involontariamente una spiegazione di questo mistero. Ma
così non è. E non è nemmeno questa l’intenzione dell’angelo. Egli dice di voler
"dire" il mistero, cioè spiegarlo, e non rivelarlo. Il "mistero" originario,
ovvero la donna sulla bestia, è accompagnato da una descrizione un più
dettagliata. Ma questo non cambia il fatto che ciò rimanga ancora un mistero,
che centinaia, anzi migliaia di esegeti hanno già tentato di risolvere in
passato.
Se, da un lato, non si vogliono percorrere i sentieri già battuti
dall’interpretazione storica, con il suo riferimento all’impero romano e agli
imperatori romani, ma, dall’altro, non si vuole nemmeno ricorrere
all’interpretazione "simbolica", troppo banale e difficilmente verificabile,
allora questo testo lascia davvero un solo punto di partenza per un’analisi
almeno parzialmente obiettiva. Questi sono i riferimenti temporali nello schema
tre tempi, presenti in Apoc 17,8.10 e 11, dove si dice della bestia che "non è",
mentre del sesto re si afferma che "è là".
Per chiarezza, vedremo tutto questo in una panoramica schematizzata.
Apoc 17:8 LA BESTIA |
|||
che era |
non è |
deve salire dall’abisso |
e va in perdizione |
Apoc 17:10 I SETTE RE |
|||
cinque sono caduti |
uno è (ora) |
l’altro non è ancora venuto |
quando sarà venuto, dovrà durare poco |
Apoc 17:11 LA BESTIA |
|||
che era |
non è |
è un ottavo re, viene dai sette |
e se ne va in perdizione |
Per rispondere alla domanda se il "re", cioè la sesta testa
della bestia possa essere "là", mentre la bestia stessa, sulla quale questa
testa è seduta, "non è", approfondiremo qui di seguito la questione. Ma prima di
tutto dobbiamo chiarire a quale livello temporale si riferisce l’affermazione
dell’angelo. Da un lato potrebbe trattarsi del tempo reale, cioè il momento in
cui Giovanni aveva ricevuto questa Rivelazione, ossia tra l’81 e il 96 d.C.,
oppure l’angelo si riferisce al momento in cui è avvenuto l’evento profetico di
questa visione.
Poiché immediatamente prima, nel capitolo 16,17-21, venne versata la settima
coppa dell’ira, e poiché in concomitanza di questo evento, in 16,19, avviene
anche la caduta della grande città di Babilonia, dovremmo trovarci qui nel
"Giorno dell’Ira del Signore", dopo la caduta di Babilonia, e quindi in un primo
livello temporale profetico.
Ma poiché qui si tratta, come già detto, di una "visione nella visione",
l’angelo ha riportato Giovanni all’epoca in cui Babilonia era ancora fiorente e
la bestia, su cui essa sedeva, "era". Questo è pertanto il secondo livello
temporale profetico.
Le connessioni nel testo diventano ancora più complicate se si considera che in
Apoc 17,10 si dice del sesto re che egli è "là", e allora ci si chiede a quale
livello temporale si riferisca questo "là" – tra l’altro, proprio come il "non
è" della bestia. Si tratta del livello temporale reale, quel livello temporale
profetico, in cui l’angelo appare a Giovanni, o il secondo livello temporale
profetico, in cui l’angelo mostra a Giovanni la donna e la bestia?
Per avere una visione d’insieme più chiara, esamineremo le possibili
combinazioni in una tabella.
|
LIVELLO DI TEMPO REALE |
LIVELLO DI TEMPO PROFETICO |
||||
|
|
1o livello
|
2o livello
|
|||
|
La bestia
|
Il sesto re
|
La bestia
|
Il sesto re
|
La bestia
|
Il sesto re
|
A) B) C) D) E) F) G) H) I) |
non è ora non è ora non è ora |
è ora è ora è ora |
non è ora non è ora non è ora |
è ora è ora è ora |
non è ora non è ora non è ora |
è ora è ora è ora |
Nella variante A), la domanda posta in precedenza si ripropone
subito: è possibile che esista il sesto re, la sesta testa, mentre il suo
portatore, la bestia, non esista? Vedendo che in tutti i passaggi paralleli
presenti nella Scrittura le bestie appaiono sempre con le loro teste e che
certamente non esiste alcuna testa senza la bestia, dovrebbe essere possibile
escludere questa possibilità. Anche la circostanza secondo cui in Apoc 13,3 la
ferita mortale di una delle teste abbia provocato la "morte" dell’intera bestia
indica una connessione esistenziale tra le teste e la bestia ed esclude quindi
un’esistenza indipendente nello stesso livello temporale.
Le varianti B) e C) sono ora le rispettive controparti dei livelli temporali
profetici uno e due. Poiché il cambiamento del livello temporale non può avere
alcun effetto sui contenuti logici della profezia, anche in questo caso risulta
valido quanto detto sopra.
Il rifiuto delle prime tre varianti ci aiuta ora a mantenere la connessione
logica tra le due affermazioni, ma ha come conseguenza che questi due soggetti,
la bestia e la sesta testa o il sesto re, devono essere visti su diversi livelli
temporali – non importa in quale combinazione.
Le varianti D) ed E), che operano con il sesto re sul primo livello temporale
profetico, implicano tuttavia che il sesto re dovrebbe essere l’Anticristo, che
esiste in questo momento, a questo livello temporale, ma che non è ancora
sconfitto. Di conseguenza, si pone naturalmente la questione di chi dovrebbe
essere il settimo (e l’ottavo) re. Anche se collocassimo l’ottavo re dopo il
Millennio, e lo interpretassimo come Satana stesso, nella sua Ultima Guerra
contro Dio – il che avrebbe perfettamente senso – il settimo re non può essere
spiegato dal corso dell’Apocalisse, e quindi dovremmo scartare anche queste
varianti.
Le varianti F) e G) vedono il sesto re nel secondo livello profetico. Come già
detto, questo secondo livello profetico è solo un flashback, un’"aggiunta" alla
visione originale. Esso inizia con Apoc 17,3 e termina con 17,6. A partire da
Apoc 17,7 Giovanni vede di nuovo l’angelo, e con le ulteriori spiegazioni
fornite da quest’ultimo ci troviamo nuovamente nel contesto del primo livello
temporale profetico. Di conseguenza, le dichiarazioni successive ("era e non
è…") non possono più fare riferimento al secondo livello, pertanto neanche
queste due varianti sono valide.
Questa situazione si applica anche alla variante H). Anche l’affermazione: "La
bestia (...) era e ora non è" ancora una volta è citata nel primo livello
profetico e quindi non può avere alcuna realizzazione nel secondo livello.
Rimane infine la variante I). Tale variante presuppone che la bestia del primo
livello temporale profetico, per qualche circostanza "non è", ma "risalirà di
nuovo dall’abisso e andrà in perdizione", mentre il riferimento al sesto re si
basa sul tempo reale e questo re è da interpretare come "là", cioè come
esistente e al potere alla fine del I secolo d.C.
Ora, quest’ultima è in parte la visione sostenuta anche dall’interpretazione
storica, in cui si tenta di attribuire le singole teste‒re ai vari imperatori
romani. A parte le incongruenze e l’arbitrarietà che derivano da questo tipo di
interpretazione, risulta anche evidente che proprio questa profezia vada ben
oltre l’orizzonte storico.
Quindi, se interpretiamo le teste‒re non come singoli imperatori dell’impero
romano – a cui corrisponderebbero al massimo le corna‒re – ma come imperi
mondiali e il sesto re, che qui nel livello temporale reale viene indicato
essere "là", come l’impero romano, probabilmente renderemo più giustizia al
significato di questa visione, sotto ogni punto di vista.
La conseguenza di questa visione, tuttavia, è che la bestia ora non può più
essere solo l’Anticristo. Se l’impero romano è una testa di questa bestia,
allora anche le altre teste – che siano cadute o che debbano ancora venire –
devono essere, più o meno, imperi mondiali. E la bestia stessa deve essere, dal
punto di vista della comprensione generale, il dominatore di tutti questi
imperi.
Come è facile vedere, a questa immagine si presta una sola figura: è Satana in
persona, il grande drago rosso fuoco. Ciò spiega anche perché in Apoc 12,7, dove
viene descritto il drago, prima vengono menzionate le sette teste e solo dopo le
dieci corna: queste sette teste o re con i loro imperi mondiali sono
direttamente "subordinate" a Satana e quindi sono menzionate per prima. E sono
anche le sette teste, che si vedono qui, sul il drago, hanno le corone – sono
cioè "attive" – mentre le dieci corna sono ancora senza corona e aspettano una
successiva "attivazione". Al contrario, con la bestia risalita dal mare
(Anticristo), in Apoc 13,1, vengono descritte per prime le dieci corna. Sono
quei "re del mondo" che sono soggetti all’Anticristo, e che sotto il suo dominio
indossano le corone e regneranno per un breve periodo.
Nella descrizione della bestia scarlatta in Apoc 17,3,7 si nominano prima le
sette teste e poi delle dieci corna – come avviene per il drago. Quindi, qui
abbiamo a che fare con un drago "sbiancato" da rosso fuoco a rosso scarlatto. Ma
il fatto che né le teste né le corna abbiano più le corone dimostra che egli si
trova qui alla fine momentanea del suo potere. Questo è confermato anche dai
nomi blasfemi presenti sull’animale. Ma come dice il testo tratto da Apoc 17,11,
questa bestia scarlatta è allo stesso tempo anche una delle sue sette teste
(re). E qui naturalmente viene messo in discussione solo il settimo re, che "non
è ancora venuto; e quando sarà venuto, dovrà durare poco".
E questo ci riporta all’Anticristo e al suo impero mondiale alla fine dei tempi. Si può
constatare che questo settimo re è l'ultimo asso nella manica di Satana, o meglio la sua ultima speranza. E per
rendere questo re il più forte possibile, lo ha dotato del proprio potere e della propria autoritá e gli ha persino dato
il suo trono (Apoc 13,2). Il drago rosso, che aveva potere su tutti i 6 precedenti governanti del mondo, é quindi
"umiliato" e si é spiritualmente "integrato" e nascosto nel settimo re, l’Anticristo.
Da questo possiamo dedurre che l’Anticristo – la bestia risalita del mare in
Apoc 13,1 – e la bestia scarlatta in Apoc 17,3,8, sono probabilmente due figure
diverse, ma sostanzialmente un unico spirito. L’Anticristo non è una vittima
obbediente a Satana, ma è Satana stesso che si è impossessato di questa persona
e determina le sue azioni.
(Vedi anche Tabella 06: "L’Anticristo, la ‘Regina’
nella scacchiera del diavolo.")
Questo impero dell’Anticristo farà ora emergere altri dieci re
(dieci corna), che saranno poi schiacciati, insieme ai loro eserciti, dal Regno
di Dio: "una pietra si staccò, ma non spinta da una mano" (Dan 2,34).
Resta ancora da rispondere alla domanda, perché si dice di questa bestia che
"era, e non è; essa deve salire dall’abisso e andare in perdizione."
(Apoc 17,8).
Anche questa formulazione (schema a tre tempi) sostiene la tesi che il drago, la
bestia scarlatta e l’Anticristo siano pressoché identici. Da un lato sappiamo
dell’Anticristo che egli "era", poi è disceso nell’abisso per una ferita mortale
causata della spada (al Ritorno del Signore, 2Tess 2,8!), e poi grazie a magie
sataniche è di nuovo "risalito dall’abisso". Ma nella Battaglia di
Harmaghedon il Signore Gesù lo distruggerà con la spada della sua bocca e "andrà in
perdizione".
Satana stesso "era" prima del Millennio. Dopo la Battaglia di Harmaghedon anche
lui sarà gettato nell’abisso, e durante il Millennio "non è". Dopo il Millennio
sarà di nuovo libero per un po’ e "risalirà dall’abisso", per poi essere
sconfitto nell’Ultima Guerra contro Dio e "andare in perdizione".
(Vedi anche Capitolo 11: "La fine del mondo.".)
Satana sarà gettato nell’abisso per mille anni.
Apoc 20,1 Poi vidi scendere dal cielo un angelo con
la chiave dell’abisso e una grande catena in mano. 20,2 Egli
afferrò il dragone, il serpente antico, cioè il diavolo, Satana, lo legò per
mille anni, 20,3 e lo gettò nell’abisso che chiuse e sigillò
sopra di lui perché non seducesse più le nazioni finché fossero compiuti i mille
anni; dopo i quali dovrà essere sciolto per un po’ di tempo. Apoc 20,1-3;
E il diavolo che le aveva sedotte fu gettato nello stagno di fuoco e di zolfo.
Apoc 20,7 Quando i mille anni saranno
trascorsi, Satana sarà sciolto dalla sua prigione 20,8 e uscirà per
sedurre le nazioni che sono ai quattro angoli della terra, Gog e Magog, per
radunarle alla battaglia: il loro numero è come la sabbia del mare. 20,9 E
salirono sulla superficie della terra e assediarono il campo dei santi e la
città diletta; ma un fuoco dal cielo discese e le divorò. 20,10 E il
diavolo che le aveva sedotte fu gettato nello stagno di fuoco e di zolfo,
dove sono anche la bestia e il falso profeta; e saranno tormentati giorno e
notte, nei secoli dei secoli. Apoc 20, 7-10;
Infine, si dice anche di entrambi – l’Anticristo e Satana
– che gli uomini si meraviglieranno di loro. Dell’Anticristo, perché "aveva
ricevuto la ferita della spada ed era tornata in vita" (Apoc 13,3.12.14) e del
drago, "perché vedono (dopo il Millennio) la bestia ché era, e non è, e verrà di
nuovo." (Apoc 17,8).
LA BESTIA NEL DESERTO – (Apoc 17 / SATANA) | |||||
PASSAGGI DELLA BIBBIA |
Fino alla
battaglia nel cielo |
Fino alla
battaglia di Harmaghedon |
Fino alla
fine dei mille anni |
Fino alla ultima battaglia |
Nell’eternità |
Apoc 17:8 a Apoc 17:8 b Apoc 17:11 |
la bestia era la bestia era la bestia era |
non è non è non è |
essa deve salire dall’abisso verrà di nuovo |
se ne va in perdizione |
|
Apoc 12:7-8; Apoc 12:9; Luca 4:6.10,8 Apoc 20:2-3 Apoc 20,3-7 Apoc 20:10 |
in cielo |
in terra |
nell’ abisso |
in terra |
nel lago di fuoco |
LA BESTIA DEL MARE – (Apoc 13 / ANTICRISTO) | |||||
PASSAGGI DELLA BIBBIA |
Fino
al ritorno del Signore e al rapimento |
Fino al
risorto dai morti da Satana |
Fino alla battaglia di Harmaghedon |
nel eternità |
|
Apoc 6:2 2Tess 2:3-4; Apoc 13:18 2Tess 2:8 Apoc 13:1-8 Apoc 19:20 |
il cavaliere sul cavallo bianco come uomo sulla terra ucciso all’arrivo di Gesù |
nel regno dei morti/mare da Satana risorto dai morti |
come un demone sulla terra gettato vivo nel lago di fuoco |
nel lago di fuoco |
(Vedi anche Tabella 18: "Lo schema dei tre
tempi e la sua interpretazione.")
(Vedi anche Excursus 06: "Dal volto di Dio
nel lago di fuoco – le quattro stazioni di Satana.")
Vediamo ora fino a che punto è possibile un’adeguata
interpretazione delle sette teste.
In Apoc 17,9, le sette teste sono anche chiamate, dall’angelo,
sette monti.
Le sette teste sono sette monti.
Apoc 17,8 La bestia che hai vista era, e non è;
essa deve salire dall’abisso e andare in perdizione. Gli abitanti della terra, i
cui nomi non sono stati scritti nel libro della vita fin dalla creazione del
mondo, si meraviglieranno vedendo la bestia perché era, e non è, e verrà di
nuovo.17, 9 Qui occorre una mente che abbia intelligenza. Le sette teste
sono sette monti sui quali la donna siede. Sono anche sette re:
17,10 cinque sono caduti, uno è, l’altro non è ancora venuto; e quando
sarà venuto, dovrà durare poco. Apoc 17,8-10;
Ci sono diversi segnali che suggeriscono che con il termine
"monti" spesso si indicano i regni. Abbiamo un paragone simile in
Dan 2,34-35,44-45:
Il sogno di Nabucodonosor:
La pietra che aveva colpito la statua diventò un gran monte che riempì tutta la terra.
Dan 2,34 Mentre guardavi, una pietra si staccò, ma
non spinta da una mano, e colpì i piedi di ferro e d’argilla della statua e li
frantumò.
2,35 Allora si frantumarono anche il ferro, l’argilla, il bronzo,
l’argento e l’oro e divennero come la pula sulle aie d’estate. Il vento li portò
via e non se ne trovò più traccia; ma la pietra che aveva colpito la statua
diventò un gran monte che riempì tutta la terra. Dan 2,34-35;
L’interpretazione di Daniele:
Al tempo di questi re, il Dio del cielo farà sorgere un regno.
Dan 2,44 Al tempo di questi re, il Dio del
cielo farà sorgere un regno, che non sarà mai distrutto e che non cadrà
sotto il dominio d’un altro popolo. Spezzerà e annienterà tutti quei
regni, ma esso durerà per sempre, 2,45 proprio come la pietra che hai
visto staccarsi dal monte, senza intervento umano, e spezzare il ferro, il
bronzo, l’argilla, l’argento e l’oro. Il gran Dio ha fatto conoscere al re
quello che deve avvenire d’ora in poi. Il sogno è vero e sicura è la sua
interpretazione. Dan 2,44-45;
Qui Daniele parla del Regno di Dio. Tutti i regni del mondo sono
"schiacciati" mentre il grande monte – il Regno di Dio – riempie il mondo
intero.
Isaia, quando profetizza su Israele, ci dice anche, in Isa 41,15-16, chi
schiaccerà e distruggerà i regni del mondo per conto del Signore:
Tu trebbierai i monti e li ridurrai in polvere, e renderai le colline simili alla pula.
Isa 41,15 Ecco, io faccio di te un erpice nuovo dai
denti aguzzi; tu trebbierai i monti e li ridurrai in polvere, e renderai le
colline simili alla pula.
41,16 Tu li ventilerai e il vento li porterà via; il
turbine li disperderà; ma tu esulterai nel SIGNORE e ti glorierai del Santo
d’Israele.». Isa 41,15-16;
Anche in questo caso Isaia parla di "monti" quando profetizza
che Israele sconfiggerà tutti regni vicini a lui ostili.
Infine, ma non meno importante, anche in Geremia 51,24-26, nella profezia della
caduta di Babele – con la quale si intende l’intera Babilonia (tutti gli
abitanti della Caldea) – troviamo la designazione di "montagna di distruzione"
per l’impero babilonese
«Eccomi a te, o montagna di distruzione, a te che distruggi tutta la terra!».
Ger 51,24 Ma, sotto i vostri occhi, io renderò a
Babilonia e a tutti gli abitanti della Caldea, tutto il male
che hanno fatto a Sion», dice il SIGNORE.
51,25 «Eccomi a te, o montagna di distruzione», dice il
SIGNORE; «a te che distruggi tutta la terra! Io stenderò la mia mano su di te,
ti rotolerò giù dalle rocce e farò di te una montagna bruciata.
51,26 Da te non si trarrà più pietra angolare, né pietre da fondamenta; ma tu
sarai una desolazione perenne», dice il SIGNORE. Ger 51,24-26;
Così il termine "monte" nella Bibbia, e soprattutto nelle
profezie, è spesso usato anche per indicare i regni, e per ultimo qui in
Ger 51,25 anche per designare un impero mondiale.
Se ora guardiamo a questi sette monti, in Apoc 17,3, come a sette imperi
mondiali, emerge rapidamente una possibile interpretazione storicamente
orientata.
(Vedi anche Tabella 03: "Gli Imperi mondiali
storici e le loro ripercussioni su Israele".)
Secondo l’indicazione dell’angelo in Apoc 17,10: "cinque sono
caduti, uno è, l’altro non è ancora venuto; e quando sarà venuto, dovrà durare
poco", troviamo innanzitutto quei cinque imperi mondiali che sono "caduti", cioè
che sono terminati.
|
PERIODO a.C.. |
EGITTO – Nuovo impero
ASSIRIA – Impero neo‒assiro BABILONIA – Impero neo‒babilonese MEDO‒PERSIA GRECIA |
1552 – 1070 *) 883 – 612 612 – 539 539 – 331 331 – 323 |
ROMANO ANTICRISTO |
201 a.C. – 247 d.C. 2??? |
*)L’argomentazione secondo cui l’Egitto non fosse
propriamente un impero mondiale è in qualche modo vera; ma il concetto di
"impero mondiale" qui non è tanto geografico quanto storico‒politico. E che
l’Egitto fosse l’impero più famoso del mondo, a quel tempo, troverà conferma
probabilmente non solo da parte degli egittologi.
Il sesto impero mondiale è descritto dall’angelo come quello che
"è". Quindi, si tratta dell’impero mondiale che al tempo di questa profezia (tra
l’81 e il 96 d.C. circa) esercitava il potere. Ovvero l’impero romano.
Il settimo impero mondiale, che "non è ancora", sarebbe quindi l’impero mondiale
dell’"Anticristo". Lo conferma anche la dichiarazione del re di questo impero in
Apoc 17,10, "e quando sarà venuto, dovrà durare poco". Questo coincide anche con
l’affermazione in Apoc 13,5 che all’Anticristo è stato dato il potere di
governare per quarantadue mesi – cioè "poco" rispetto a tutti gli altri imperi
mondiali.
Così, con ciò avremmo riconosciuto la bestia come Satana e le sette teste come i
grandi imperi mondiali della storia dell’umanità.
Ma cosa o chi sono dunque i sette re che queste sette teste anche dovrebbero
rappresentare?
Nel testo di Apoc 17,12-14, troviamo le dieci corna, che sono
anche identificate con dieci re. Questi sono dieci re umani, che insieme alla
bestia prendono il potere e combattono contro l’Agnello.
Pertanto, non sembra molto logico considerare anche le sette teste come
altrettanti re umani. Le teste "portano" le corna, e proprio come le vere corna
che spuntano dalle teste, anche queste corna trovano nelle teste l’origine della
loro potenza e della loro forza. Pertanto, queste "teste‒re" devono
rappresentare chiaramente qualcosa di più. Devono essere in un certo senso re
"sovrumani".
E anche in questo caso Satana si mostra come la "scimmia di Dio", che vuole
imitare le azioni di Dio. In Apoc 1,20 abbiamo una situazione abbastanza simile,
che si verifica in cielo.
Le sette stelle sono gli angeli delle sette chiese, e i sette candelabri che hai visto sono le sette chiese.
Apoc 1,20 Il mistero delle sette stelle che hai
visto nella mia destra e quello dei sette candelabri d’oro. Le sette
stelle sono gli angeli delle sette chiese, e i sette candelabri che hai visto
sono le sette chiese». Apoc 1,20;
Come si dice più sopra, in Apoc 17,7: "L’angelo mi disse:
«Perché ti meravigli? Io ti dirò il mistero della donna e della bestia
con le sette teste e le dieci corna che la porta»", anche qui, in
Apoc 1,20, si parla di un "mistero". È il mistero delle sette stelle. Questi sono gli
angeli delle sette chiese, e i candelabri che Giovanni aveva visto sono le sette
chiese.
E questo sembra essere simile anche in Apoc 17,7-9. Le sette teste‒re sono i
sette principi angelici degli imperi mondiali – che si sono allontanati da Dio –
e i sette monti sono i sette imperi mondiali.
Come già più volte è successo con questo argomento, ritroviamo il riferimento
concreto in Daniele.
In Dan 10,13.20 l’angelo Gabriele comunica a Daniele, il messaggio che lui stesso, Gabriele, ha dovuto
combattere contro il "principe angelo del regno di Persia" prima della sua
apparizione a Daniele, e che deve tornare là per combattere contro il "principe
angelo della Grecia", il che alle nostre orecchie sembra alquanto sorprendente.
Il principe del regno di Persia.
Dan 10,13 Ma il principe del regno di
Persia mi ha resistito ventun giorni; però ecco, Mikael, uno dei primi
principi, mi è venuto in aiuto, perché ero rimasto là con il re di
Persia. Dan 10,13;
Il principe di Grecia.
Dan 10,20 Egli disse: "Sai perché sono venuto da
te? Ora torno a lottare con il re di Persia; e quando uscirò a combattere, verrà
il principe di Grecia. Dan 10,20;
Dunque, sembra che da un lato ciascuno di questi due imperi
mondiali avesse un "principe angelo" e, dall’altro, dato che i principi angelici
di Dio, Michele (Dan 12,1) e Gabriele, combatterono contro di loro, pare che
questi principi angelici della Persia e della Grecia non fossero legati a Dio,
ma a Satana.
Da ciò si può dedurre che ogni impero mondiale ha il suo principe angelo e che
tutti loro sono soggetti a Satana. Questo coincide anche con la dichiarazione di
Mat 4,7-11.
«Io ti darò tutti i regni del mondo se, prostrandoti a terra, mi adori».
Mat 4,8 Di nuovo il diavolo lo trasportò sopra
un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria,
4,9 e gli disse: «Io ti darò tutte queste cose se, prostrandoti a terra,
mi adori». Mat 4,8-9;
Satana in questo passo mostra al Signore "tutti i regni del
mondo" e si offre di donarglieli. Dunque, Satana ha il dominio su questo mondo.
Se così non fosse, non avrebbe potuto cercare di portare il Figlio di Dio dalla
sua parte mediante questa offerta.
Quindi, se queste sette teste‒re sono i principi angelici di Satana, alcune
delle affermazioni della Scrittura che finora sono state difficili da capire
possono essere interpretate più facilmente. Per esempio:
Figlio d’uomo, di’ al Faraone, re d’Egitto, e alla sua moltitudine: A chi somigli tu nella tua grandezza?
Ez 31,2 «Figlio d’uomo, di’ al Faraone,
re d’Egitto, e alla sua moltitudine: A chi somigli tu nella tua grandezza?
31,3 Ecco, l’Assiria era un cedro del Libano, dai bei rami, dall’ombra di una
foresta, dal tronco elevato e dalla cima che si ergeva tra folti rami. 31,4 Le
acque lo facevano crescere, l’acqua del sottosuolo l’aveva reso elevato, con i
suoi fiumi che scorrevano tutt’intorno al luogo dov’era piantato, mentre mandava
i suoi ruscelli a tutti gli alberi della campagna. 31,5 Perciò la sua altezza si
era elevata sopra tutti gli alberi della campagna, i suoi rami si erano
moltiplicati, le sue fronde si erano allungate per l’abbondanza delle acque
durante la sua crescita. 31,6 Tutti gli uccelli del cielo facevano il nido tra i
suoi rami, tutte le bestie della campagna figliavano sotto le sue fronde e tutte
le grandi nazioni dimoravano alla sua ombra.
31,7 Era bello nella sua grandezza per la lunghezza dei suoi rami, perché la sua
radice era presso acque abbondanti.
31,8 I cedri non lo superavano nel giardino di DIO, i cipressi non
riuscivano ad eguagliare i suoi rami e i castagni non erano neppure come le sue
fronde; nessun albero nel giardino di DIO gli era pari in bellezza.
31,9 L’avevo reso bello nell’abbondanza dei suoi rami, per cui lo invidiavano
tutti gli alberi dell’Eden, che erano nel giardino di DIO».
31,10 Perciò così dice il Signore, l’Eterno: «Poiché si è elevato in altezza e
ha posto la sua cima tra folti rami e il suo cuore si è insuperbito nella sua
altezza, 31,11 lo darò in mano del più potente fra le nazioni, perché faccia di
lui ciò che gli piace; io l’ho scacciato per la sua malvagità. Ez 31,2-11;
Riconosciamo qui solo il faraone, o anche il primo "re", il
principe angelo d’Egitto? (Vedi anche Ez 29,1-8; 32,1-16).
Lo stesso vale per il testo di Isa 10,5-16: si riferisce solo al
re d’Assiria o anche al principe angelo d’Assiria?
Infatti egli dice: «L’ho fatto con la forza della mia mano e con la mia sapienza.
Isa 10,5 Guai all’Assiria, la
verga della mia ira, nelle cui mani c’è il bastone della mia indignazione! 10,6
Io la manderò contro una nazione empia e contro il popolo della mia ira. Le
comanderò di saccheggiarlo, di depredarlo e di calpestarlo come il fango delle
strade.
10,7 Essa però non intende così e nel suo cuore non pensa così, ma ha in cuore
di distruggere e di sterminare un gran numero di nazioni. 10,8 Infatti dice: «I
miei principi non sono tutti quanti re?
10,9 Non è Kalno come Karkemish? Non è Hamath come Arpad? Non è Samaria come
Damasco? 10,10 Come la mia mano ha raggiunto i regni degli idoli le cui immagini
scolpite erano più numerose di quelle di Gerusalemme e di Samaria, 10,11 come ho
fatto a Samaria e ai suoi idoli, non farò pure così a Gerusalemme e ai suoi
idoli?». 10,12 Ma avverrà che, quando il Signore avrà portato a termine tutta la
sua opera sul monte Sion e a Gerusalemme, egli dirà: «Io punirò il
frutto dell’alterigia del cuore del re di Assiria e la gloria dei suoi occhi
alteri». 10,13 Infatti egli dice: «L’ho fatto con la forza
della mia mano e con la mia sapienza, perché sono intelligente, ho
rimosso i confini dei popoli, ho depredato i loro tesori e come uomo potente ho
deposto quelli che erano sul trono. 14 La mia mano ha trovato come un nido le
ricchezze dei popoli; come uno raccoglie delle uova abbandonate, così io ho
raccolto la terra intera e non ci fu nessuno che abbia mosso le ali, o abbia
aperto il becco e pigolato». 10,15 La scure si gloria forse con chi taglia con
essa o si fa grande la sega con chi la maneggia? Come se la verga dovesse
dirigere colui che la alza, o come se il bastone potesse alzarsi come se non
fosse legno!
10,16 Perciò il Signore, l’Eterno degli eserciti, manderà la consunzione tra le
sue schiere più valide, e al posto della sua gloria egli accenderà un fuoco,
come il fuoco di un incendio. Isa 10, 5-16;
Sembra che le parole del re d’Assiria non riflettano solo la
mania di grandezza umana, ma anche quell’orgoglio che sembra colmare tutti gli
esseri che si sono allontanati da Dio.
Nell’interpretazione di Daniele del sogno di Nabucodonosor,
Babilonia o Nabucodonosor sono la testa d’oro (Dan 2,32-33;).
Tu sei quella testa d’oro.
Dan 2,37 Tu, o re, sei il re dei re, perché il Dio
del cielo ti ha dato il regno, la potenza, la forza e la gloria. 2,38 Dovunque
dimorano i figli degli uomini, le bestie della campagna e gli uccelli del cielo,
egli li ha dati nelle tue mani e ti ha fatto dominare sopra tutti loro.
Tu sei quella testa d’oro. Dan 2,37-38;
Nella visione di Daniele degli imperi mondiali, l’impero
babilonese è simboleggiato da un leone con le ali d’aquila.
La prima era simile a un leone ed aveva ali di aquila.
Dan 7,4 La prima era simile a un
leone ed aveva ali di aquila. Io guardavo, finché le furono strappate
le ali; poi fu sollevata da terra, fu fatta stare ritta sui due piedi
come un uomo e le fu dato un cuore d’uomo. Dan 7, 4;
Con lo strappo delle ali di aquila si documenta qui la vicenda
in cui, come punizione per la sua megalomania, Nabucodonosor fu privato della
sua ragione per sette anni, grazie all’intervento di Dio, e che dopo questi
sette anni dovette rendersi conto – una volta tornato in sé – che non era lui,
ma Dio ad avere il potere. Così venne di nuovo "fatto stare ritta su due piedi,
come un uomo".
Ma nel testo che segue, Isa 14,3-15, si può notare che con queste affermazioni
non si può intendere solo il re di Babele. Dietro al re di Babele ce n’è un
altro, uno più potente, uno che voleva essere uguale a Dio. Il principe angelo di
Babilonia?
Come mai sei caduto dal cielo, o Lucifero.
Isa 14,3 Così nel giorno in cui l’Eterno ti avrà
dato riposo dal tuo affanno, dalla tua agitazione e dalla dura schiavitù alla
quale eri stato asservito, 14,4 tu pronunzierai questa sentenza sul re
di Babilonia e dirai: «Come è finito l’oppressore, l’esattrice d’oro è finita.
14,5 L’Eterno ha spezzato il bastone degli empi, lo scettro dei despoti.
14,6 Colui che nel suo furore percuoteva i popoli con colpi incessanti, colui
che dominava con ira sulle nazioni è inseguito senza misericordia. 14,7 Tutta la
terra riposa tranquilla, la gente erompe in gridi di gioia. 14,8 Perfino i
cipressi e i cedri del Libano gioiscono per te e dicono: "Da quando sei
atterrato, nessun tagliabosco è più salito contro di noi".
14,9 Lo Sceol di sotto è in agitazione per te, per farsi incontro al tuo arrivo;
esso risveglia gli spiriti dei trapassati, tutti i principi della terra; ha
fatto alzare dai loro troni tutti i re delle nazioni. 14,10 Tutti prendono la
parola per dirti: "Anche tu sei diventato debole come noi e sei divenuto simile
a noi.
4,11 Il tuo fasto è precipitato nello Sceol assieme al suono delle tue arpe;
sotto di te si stende un letto di vermi e i vermi sono la tua coperta". 14,12
Come mai sei caduto dal cielo, o Lucifero, figlio dell’aurora?
Come mai sei stato gettato a terra, tu che atterravi le nazioni?
14,13 Tu dicevi in cuor tuo: "Io salirò in cielo, innalzerò il mio trono al di
sopra delle stelle di Dio; mi siederò sul monte dell’assemblea, nella parte
estrema del nord; 14,14 salirò sulle parti più alte delle nubi, sarò simile
all’Altissimo". 14,15 Invece sarai precipitato nello Sceol, nelle profondità
della fossa.Come mai sei caduto dal cielo, o Lucifero Isa 14,3-15;
L’impero di Medo‒Persia, nell’interpretazione di Daniele, è
rappresentato dal petto e dalle braccia d’argento della statua. (Dan 2,32-33;)
Dopo di te sorgerà un altro regno, inferiore al tuo.
Dan 2,39 Dopo di te sorgerà un altro regno, inferiore al tuo;
Dan 2,39;
E nella visione di Daniele degli imperi mondiali, la Medo‒Persia
è l’orso che si alza su un lato. Questo probabilmente documenta il fatto che i
Persiani erano i più forti in questa coalizione.
La seconda, simile ad un orso; si alzava su di un lato.
Dan 7,5 Ed ecco un’altra bestia, la
seconda, simile ad un orso; si alzava su di un lato e aveva tre costole
in bocca, fra i denti, e le fu detto: "Levati, mangia molta carne". Dan 7, 5;
Di questo quarto impero mondiale, quello di Medo‒Persia, abbiamo
già appreso in precedenza che aveva sicuramente un principe angelo.
Il principe del regno di Persia.
Dan 10,13 Ma il principe del regno di
Persia mi ha resistito ventun giorni; però ecco, Mikael, uno dei primi
principi, mi è venuto in aiuto, perché ero rimasto là con il re di Persia. Dan 10,13;
(Vedi anche Tabella 04: "La Rivelazione dal Libro
della Verità (Dan 11,1-45; 12,1-13)".)
Il ventre e i fianchi di rame rappresentano la Grecia
nell’immagine onirica di Nabucodonosor. (Dan 2,32-33;).
Poi un terzo regno di bronzo, che dominerà su tutta la terra.
Dan 2,39 Dopo di te sorgerà un altro regno,
inferiore al tuo; poi un terzo regno, di bronzo, che dominerà sulla terra;Dopo
di te sorgerà un altro regno, inferiore al tuo; poi un terzo regno di
bronzo, che dominerà su tutta la terra. Dan 2,39;
La Grecia, nella visione di Daniele riferita agli imperi
mondiali, è descritta come un leopardo con quattro teste e quattro ali. Il
‘leopardo’ e le quattro ali sono forse un riferimento della rapidità della sua
espansione sotto Alessandro, mentre le quattro teste sono una profezia della
divisione dell’impero tra i re diadochi dopo la morte di Alessandro.
Con quattro ali d’uccello sul dorso; aveva quattro teste.
Dan 7,6 Dopo questo, io guardavo e vidi un’altra
bestia simile a un leopardo con quattro ali d’uccello sul dorso; aveva
quattro teste e le fu dato il dominio. Dan 7,6;
Abbiamo già conosciuto il principe angelo del quinto impero
mondiale, la Grecia.
Verrà il principe di Grecia.
Dan 10,20 Egli disse: "Sai perché sono venuto da
te? Ora torno a lottare con il re di Persia; e quando uscirò a combattere,
verrà il principe di Grecia. Dan 10,20;
L’impero romano è raffigurato, nell’immagine di Nabucodonosor,
con gambe di ferro (Dan 2,32-33;).
Poiché, come il ferro spezza, esso spezzerà ogni cosa.
Dan 2,40 poi vi sarà un quarto regno, forte come
il ferro; poiché, come il ferro spezza e abbatte ogni cosa, così, pari al ferro
che tutto frantuma, esso spezzerà ogni cosa. Dan 2,40;
Anche nella visione di Daniele sugli imperi mondiali, l’impero
romano è associato al ferro. È molto forte, schiaccia e distrugge ogni cosa.
Divorava, sbranava e stritolava con le zampe ciò che restava.
Dan 7,7 Io continuavo a guardare le visioni
notturne, ed ecco una quarta bestia spaventosa, terribile,
straordinariamente forte. Aveva grossi denti di ferro; divorava, sbranava e
stritolava con le zampe ciò che restava; era diversa da tutte le bestie
precedenti e aveva dieci corna. Dan 7, 7;
Non ci sono dichiarazioni nella Scrittura relative al principe
angelo dell’impero romano. Ma – come già accennato in precedenza – apprendiamo
dai Vangeli che Gesù ebbe un incontro con Satana ed è stato tentato da lui.
Infatti, il Signore ha incontrato Satana dove questo è di casa, e dove si trova
anche la bestia scarlatta: nel deserto.
E rimase nel deserto quaranta giorni, tentato da Satana.
Mar 1,9 E avvenne in quei giorni, che Gesù venne da
Nazaret di Galilea e fu battezzato da Giovanni nel Giordano. 1,10 E subito,
come usciva dall’acqua, vide aprirsi i cieli e lo Spirito scendere su di lui
come una colomba.
1,11 E venne dal cielo una voce: «Tu sei il mio amato Figlio nel quale mi sono
compiaciuto». 1,12 Subito dopo lo Spirito lo sospinse nel deserto;
1,13 e rimase nel deserto quaranta giorni, tentato da Satana.
Era con le fiere e gli angeli lo servivano. Mar 1. 9-13;
Che aspetto avesse questa tentazione, ci viene riportato da
Matteo:
«Io ti darò tutti i regni del mondo se, prostrandoti a terra, mi adori».
Mat 4,8 Di nuovo il diavolo lo trasportò sopra
un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria,
4,9 e gli disse: «Io ti darò tutte queste cose se, prostrandoti a terra,
mi adori».
4,10 Allora Gesù gli disse: «Vattene Satana, poiché sta scritto: "Adora il
Signore Dio tuo e servi a lui solo"». 4,11 Allora il diavolo lo lasciò;
ed ecco degli angeli gli si accostarono e lo servivano.Mat 4, 8-11;
Questo era il periodo in cui l’impero romano era nel suo periodo
di massimo splendore e in tale occasione, Satana offrì al Signore Gesù il
dominio su tutti i regni del mondo. Questa è – come già detto – una prova
evidente che anche egli, Satana, ha il "controllo" di questi regni. Altrimenti,
il Signore avrebbe risposto a questa tentazione con parole ben diverse. Ma Gesù
non ha dubitato in alcun modo del potere del diavolo, ma, al contrario, lo ha
condannato per questo, perché ha abusato di questo potere per tentarlo.
Più tardi nella storia, Satana troverà uno che non lo caccerà via, ma che
accetterà volentieri la sua offerta e da lui riceverà anche il suo potere, il
suo trono e la sua grande autorità (Apoc 3,2), cioè l’Anticristo.
L’ultimo impero mondiale, che sarà poi finalmente sostituito dal
regno millenario della pace del Signore Gesù in terra, nel sogno di
Nabucodonosor è rappresentato dai piedi. Essi sono in parte di ferro e in parte
di argilla (Dan 2,33-34).
Come i piedi e le dita, in parte d’argilla da vasaio e in parte di ferro.
Dan 2,41 Come i piedi e le dita, in parte d’argilla
da vasaio e in parte di ferro, che tu hai visto, così sarà diviso quel
regno; ma vi sarà in esso qualcosa della consistenza del ferro, poiché
tu hai visto il ferro mescolato con la fragile argilla. 2,42 Come le dita dei
piedi erano in parte di ferro e in parte d’argilla, così quel regno sarà
in parte forte e in parte fragile.
2,43 Hai visto il ferro mescolato con la molle argilla, perché quelli si
mescoleranno mediante matrimonio, ma non si uniranno l’uno all’altro,
così come il ferro non si amalgama con l’argilla. Dan 2,41-43;
Anche se qui sopra, nell’interpretazione del sogno di
Nabucodonosor, il quinto impero mondiale (piedi) viene considerato un impero a
sé stante ("... così sarà diviso quel regno..."), con il suo "contenuto" di
ferro è una propaggine del quarto impero mondiale (coscia). Nella visione di
Daniele riguardante gli imperi mondiali, tuttavia, quest’ultimo impero non è
menzionato esplicitamente. Esso cresce invece dalle dieci corna del quarto
impero.
Quand’ecco spuntare in mezzo a quelle un altro piccolo corno.
Dan 7,7 Io continuavo a guardare le visioni
notturne, ed ecco una quarta bestia spaventosa, terribile, straordinariamente
forte. Aveva grossi denti di ferro; divorava, sbranava e stritolava con le zampe
ciò che restava; era diversa da tutte le bestie precedenti e aveva dieci corna.
7,8 Stavo osservando queste corna, quand’ecco spuntare in mezzo a quelle
un altro piccolo corno davanti al quale tre delle prime corna furono divelte.
Quel corno aveva occhi simili a quelli di un uomo e una bocca che pronunciava
parole arroganti. Dan 7,7-8;
Anche nella spiegazione più dettagliata che Daniele riceve
dall’angelo Gabriele, in risposta alla sua domanda, il punto di partenza di
questo impero è il quarto impero.
Dopo quelli, sorgerà un altro re, che sarà diverso dai precedenti.
Dan 7,23 Ed egli mi disse: "La quarta bestia è un
quarto regno sulla terra, diverso da tutti i regni, che divorerà tutta la terra,
la calpesterà e la frantumerà. 7,24 Le dieci corna sono dieci re che sorgeranno
da questo regno; e dopo quelli, sorgerà un altro re, che sarà diverso
dai precedenti e abbatterà tre re.
7,25 Egli parlerà contro l’Altissimo, affliggerà i santi dell’Altissimo,
e si proporrà di mutare i giorni festivi e la legge; i santi saranno
dati nelle sue mani per un tempo, dei tempi e la metà d’un tempo. Dan 7,23-25;
L’ultimo impero mondiale di Satana, prima dell’instaurazione del
Regno di Dio sulla terra, il Millennio, avrà effettivamente le sue radici
storiche (legislazione, potere esecutivo, esercito, medicina ecc.) nell’impero
romano, ma non sarà in alcun modo identico ad esso. E per di più, non è nemmeno
equiparabile alle "corna", cioè ai primi governanti (dieci dita dei piedi) di
questo impero. Il re di quest’ultimo impero sorgerà effettivamente tra questi
governanti, ma – così come l’impero romano era molto diverso dai suoi
predecessori – anche lui sarà molto diverso da loro. Probabilmente non sarà
diverso dai governanti umani solo nelle sue azioni e nei suoi affari, ma anche
in tutta la sua natura.
L’Anticristo riceve da Satana il suo potere, il suo trono e la sua grande
autorità.
Il dragone le diede la sua potenza, il suo trono e una grande autorità.
Apoc 13,2 La bestia che io vidi era simile a un
leopardo, i suoi piedi erano come quelli dell’orso e la bocca come quella del
leone. Il dragone le diede la sua potenza, il suo trono e una grande
autorità. Apoc 13,2;
Con questa descrizione si ha involontariamente l’impressione che
non si tratti più di un essere umano. Satana gli ha dato tutto il suo potere e
la sua grande autorità, e gli ha persino consegnato il suo trono – ossia il
dominio su tutta la terra. Che cosa resta effettivamente a Satana per esercitare
il suo potere? Non si può pensare che il diavolo qui possa consegnarsi
totalmente a una creatura, nel bene e nel male.
Ma visto che le parole riportate sopra, di Apoc 13,2 devono assolutamente essere
vere, c’è solo una possibilità ipotizzabile. Satana "dà" all’Anticristo tutto il
suo potere "invasandolo". Così l’Anticristo possiede tutto il potere di Satana,
ma in realtà è il diavolo stesso, presente nell’Anticristo, che tutto domina e
tutto ha sotto il suo controllo.
Se questo presupposto dovesse essere corretto, avremmo qui un altro esempio di
come Satana cerchi sempre di imitare Dio. Proprio come misteriosamente Dio
stesso era in Cristo e Cristo in Dio, Satana è quindi nell’Anticristo, e
l’Anticristo esercita tutto il potere di Satana.
Ma questo significa che l’Anticristo è al tempo stesso anche il settimo Principe
angelo. Se prima era umano, ora non è più solo umano. Attraverso la "dimora" di
Satana in lui, si è trasformato in un angelo, per così dire. E il suo potere è
molto più grande di quello dei principi Angelici degli imperi passati.
Che Satana sia anche spiritualmente connesso con l’Anticristo e con il suo falso
profeta è dimostrato dalla "mobilitazione" per la Battaglia di Harmaghedon.
Dragone, bestia e falso profeta radunano i re per la battaglia.
Apoc 16,13 E vidi uscire dalla bocca del
dragone, da quella della bestia e da quella del falso profeta tre
spiriti immondi, simili a rane. 16,14 Essi sono spiriti di demòni capaci di
compiere dei miracoli. Essi vanno dai re di tutta la terra per radunarli per la
battaglia del gran giorno del Dio onnipotente. Apoc 16,13-14;
Qui sotto, nella descrizione del re di Tiro, in Ez 28, li
riconosciamo entrambi. In Ez 28,1-10 il "principe" Anticristo e in Ez 28,11-19
(vedi ancora sotto), il "re" Satana.
Io sono un dio! Io sto seduto su un trono di Dio nel cuore dei mari!
Ez 28,1 La parola del SIGNORE mi fu rivolta in
questi termini: 28,2 «Figlio d’uomo, di’ al principe di Tiro: Così parla il
Signore, DIO: "Il tuo cuore si è insuperbito, e tu dici: ’Io sono un
dio! Io sto seduto su un trono di Dio nel cuore dei mari!’, mentre sei un uomo e
non un dio e hai scambiato il tuo cuore per quello di Dio. 28,3 Ecco,
tu sei più saggio di Daniele, nessun mistero è oscuro per te;
28,4 con la tua saggezza e con la tua intelligenza ti sei procurato ricchezze,
hai ammassato oro e argento nei tuoi tesori; 28,5 con la tua gran saggezza e con
il tuo commercio hai accresciuto le tue ricchezze, e a motivo delle tue
ricchezze il tuo cuore si è insuperbito". 28,6 Perciò così parla il Signore,
DIO: "Poiché tu hai scambiato il tuo cuore per quello di Dio,
28,7 ecco, io faccio venire contro di te degli stranieri, i più violenti fra le
nazioni; essi sguaineranno le loro spade contro lo splendore della tua
saggezza e contamineranno la tua bellezza; 28,8 ti getteranno nella
fossa e tu morirai della morte di quelli che sono trafitti nel cuore dei mari.
28,9 Continuerai forse a dire: ’Io sono un dio’, in presenza di
colui che ti ucciderà? Sarai un uomo e non Dio nelle mani di chi ti
trafiggerà!
28,10 Tu morirai della morte degli incirconcisi, per mano di stranieri; poiché
io ho parlato", dice il Signore, DIO». Ez 28, 1-10;
Con questo abbiamo analizzato le sette teste nel loro
significato di sette re, e arriviamo ad Apoc 17,11:
E la bestia viene dai sette.
Apoc 17,11 E la bestia che era, e
non è, è anch’essa un ottavo re, viene dai sette, e se ne va in
perdizione., e se ne va in perdizione. Apoc 17,11;
Qui la bestia scarlatta viene menzionata ancora una volta. Di
essa si dice ‘che era, e non è, è anch’essa un ottavo re, viene dai sette, e se ne va in perdizione’.
Dopo aver interpretato inizialmente la bestia scarlatta come Satana, e dopo aver
evidenziato l’aspetto politico dell’Anticristo nell’interpretazione del settimo
"re", possiamo ora riconoscere la dimensione religiosa di questo inganno
satanico dal fatto che la bestia scarlatta è uno dei sette re, e che Satana si
manifesterà così nell’Anticristo stesso.
L’Anticristo, il principe angelo e sovrano del regno anticristiano non solo ha
tutto il potere e l’autorità di Satana, ma ha anche tutte le caratteristiche dei
precedenti principi angelici, come vengono descritti in Dan 7,4-25. Mentre
Satana aveva ceduto sempre solo una parte del suo potere ai predecessori
dell’Anticristo, i principi angelici degli imperi mondiali, egli ha dotato
l’Anticristo di tutto il suo potere. Egli assomiglia a un leopardo come il
greco, ha i piedi da orso come il persiano e la bocca da leone come il
babilonese.
La bestia era simile a un leopardo, i suoi piedi erano come quelli dell’orso e la bocca come quella del leone.
Apoc 13,2 La bestia che io vidi era simile
a un leopardo, i suoi piedi erano come quelli dell’orso e la bocca come
quella del leone. Il dragone le diede la sua potenza, il suo trono e
una grande autorità. Apoc 13, 2;
DA DOVE |
C H I |
C O M E |
C H E C O S A |
D O V E |
|||||||||||||||
In cielo |
dragone serpente |
grande, rosso |
sette teste |
dieci corna |
Apoc 12:3-4; |
||||||||||||||
Diavolo, Satana |
coda trascinava 1/3 delle stelle |
con sette teste |
|||||||||||||||||
Dal mare |
bestia |
<-- |
simile a un leone |
Dan 7:4; |
|||||||||||||||
ali di aquila |
|||||||||||||||||||
le furono strappate le ali |
|||||||||||||||||||
fu fatta stare ritta sui due piedi |
|||||||||||||||||||
come un uomo con un cuore d’uomo |
|||||||||||||||||||
Dal mare |
bestia |
<-- |
simile ad un orso |
Dan 7:5; |
|||||||||||||||
si alzava su di un lato |
|||||||||||||||||||
e aveva tre costole in bocca |
|||||||||||||||||||
"Levati, mangia molta carne" |
|||||||||||||||||||
Dal mare |
bestia |
<-- |
simile a un leopardo |
Dan 7:6; |
|||||||||||||||
quattro ali di uccello |
|||||||||||||||||||
aveva quattro teste |
|||||||||||||||||||
le fu dato il dominio |
|||||||||||||||||||
Dal mare |
bestia |
spaventevole, terribile e |
<- |
aveva dieci corna |
Dan 7:7-25; |
||||||||||||||
traordinariamente forte |
piccolo corno tre corna divelte |
||||||||||||||||||
essa aveva grandi denti di ferro |
occhi simili a occhi di uomo |
||||||||||||||||||
divorava, stritolava e calpestava |
bocca proferiva grandi cose |
-> |
|||||||||||||||||
diversa da tutte le bestie precedenti |
bestemmia contro Dio |
-> |
|||||||||||||||||
vincerà i santi |
-> |
||||||||||||||||||
regna sui popoli 3 tempi e 1/2 |
-> |
||||||||||||||||||
Dal mare |
bestia |
--> |
simile a un leopardo |
--> |
dieci corna con dieci diademi |
sette teste con |
Apoc 13:1-8; |
||||||||||||
-> |
piedi erano come quelli dell’orso |
potestà di operare per 42 mesi |
<- |
nomi di bestemmia |
|||||||||||||||
--> |
la sua bocca come quella del leone |
vincerà i santi |
<- |
||||||||||||||||
V |
--> |
potenza, trono e l’autorità del dragone |
bestemmia contro Dio |
<- |
|||||||||||||||
la bocca proferiva cose grandi |
<- |
||||||||||||||||||
V |
V |
||||||||||||||||||
Nel deserto |
bestia (Satana) |
di colore scarlatto piena di nomi di bestemmia, la Babilonia la grande sedeva sopra. La bestia era e non è più e salirà dall’abisso e andrà in perdizione, è anch’essa un ottavo re viene dai sette. |
sette teste sono sette monti / re, cinque sono caduti uno è, l’altro non è ancora venuto quando verrà dovrà durare poco La bestia viene da essi. |
dieci corna dieci re riceveranno potestà per un’ora insieme alla bestia e daranno la potenza ed autorità alla bestia. E combatteranno contro l’Agnello e l’Agnello li vincerà Essi bruceranno la meretrice col fuoco |
Apoc 17:3-16; |
||||||||||||||
__________ |
__ |
_____ |
__ |
__ |
__ |
__ |
___ |
_____________________________ |
___ |
_________________________ |
___ |
__ |
__ |
__ |
__ |
____________________ |
________________ |
________________ |
____________ |
E proprio come il Signore ha detto di se stesso:
Mat 28,18 E Gesù, avvicinatosi, parlò loro,
dicendo: «Ogni potere mi è stato dato in cielo e sulla terra. Mat 28,18;
anche l’Anticristo dirà di sé stesso che gli è stata data tutta
l’autorità e il potere – tuttavia da Satana. E lo dimostrerà anche con segni e
magie. Anche il fatto che Satana si manifesti nell’Anticristo è un’imitazione
del Figlio di Dio quando era sulla terra. In Giov 14,7-11 il Signore parla del
Padre ai discepoli.
Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me.
Giov 14,6 14,6 Gesù gli disse: «Io sono la via,
la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. 14,7
Se mi aveste conosciuto avreste conosciuto anche mio Padre;
e fin da ora lo conoscete, e l’avete visto». 14,8 Filippo gli disse:
«Signore, mostraci il Padre e ci basta». 14,9 Gesù gli
disse: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo?
Chi ha visto me, ha visto il Padre; come mai tu dici: "Mostraci il
Padre"? 14,10 Non credi tu che io sono nel Padre e che il Padre
è in me? Le parole che io vi dico, non le dico di mio; ma il Padre che
dimora in me, fa le opere sue. 14,11 Credetemi: io sono nel Padre e il
Padre è in me; se no, credete a causa di quelle opere stesse. Giov 14, 6-11;
Alla dichiarazione del Signore "Se mi aveste conosciuto avreste
conosciuto anche mio Padre; e fin da ora lo conoscete, e l’avete visto",
Filippo, completamente meravigliato, disse: "Signore, mostraci il Padre". E
allora il Signore rivela loro questo mistero: "Credetemi: io sono nel Padre e il
Padre è in me". Così chi ha visto Gesù ha visto anche il Padre. E sarà lo stesso
con l’Anticristo: chi lo vede vedrà Satana, chi lo adora adorerà Satana.
E anche qui riconosciamo che Satana cerca sempre di imitare Dio. Egli è, come
diceva Lutero, "la scimmia di Dio". Tuttavia, non si limita ad una semplice
imitazione. Si adopera per ingannare le persone. Egli usa le profezie offerte da
Dio per far credere alla gente che sta avvenendo il loro compimento.
L’Anticristo è il suo "Cristo". (Dopo tutto, la sillaba greca "anti" non
significa solo "contro", ma anche "al posto di", cioè "al posto di Cristo").
Le persone che non conoscono il loro Signore non si accorgeranno di questo
inganno. E come disse Gesù:
Giov 12,45 e chi vede me, vede colui che mi
ha mandato. Giov 12,45;
Anche l’Anticristo incarnerà colui che lo ha mandato,
cioè il diavolo.
E quando gli uomini del regno dell’Anticristo adorano il diavolo come Dio, come
apprendiamo da Apoc 13,4:
E adorarono il dragone perché aveva dato il potere alla bestia; e adorarono la bestia.
Apoc 13,4 e adorarono il dragone
perché aveva dato il potere alla bestia; e adorarono la bestia
dicendo: «Chi è simile alla bestia? e chi può combattere contro di lei?»
Apoc 13,4;
Dunque, è assolutamente certo: quello che sta accadendo qui è un
plagio della parusia di Cristo ed essi venereranno l’Anticristo come il "Figlio
di Dio", il Messia.
E si può immaginare che sarà molto difficile anche per i cristiani credenti
decifrare questo inganno e resistere a queste tentazioni. L’Anticristo tenterà
di tutto per sedurre anche gli "eletti".
E prodigi da sedurre, se fosse possibile, anche gli eletti.
Mat 24,24 perché sorgeranno falsi cristi e falsi
profeti, e faranno grandi segni e prodigi da sedurre, se fosse possibile, anche
gli eletti. Mat 24,24;
Si fa chiamare Cristo, assomiglia a Cristo, fa miracoli come
Cristo, e per di più fa segni che Cristo si è rifiutato di fare (Mat 12,38-40).
Egli ha portato pace e prosperità al mondo. Allora, chi dovrebbe ancora dubitare
di lui? Ma non ci riuscirà.
(Vedi anche Capitolo 03: "La Grande Tribolazione.".)
E quando l’Anticristo e i re del mondo avranno riunito i loro
eserciti ad Harmaghedon, il Signore verrà con la sua schiera celeste e li
distruggerà. La bestia – cioè l’Anticristo – e il falso profeta saranno gettati
nello stagno di fuoco, e Satana sarà legato nell’abisso per mille anni.
La partecipazione concreta di Satana al governo dell’Anticristo emerge anche da
Ez 39. Troviamo lì una descrizione degli eventi e delle vicende relative alla
Battaglia di Harmaghedon, dove l’Anticristo con i suoi eserciti terreni
combatterà contro l’esercito celeste sotto la guida del Figlio dell’Uomo e sarà
lui stesso distrutto.
Eccomi da te, o Gog, principe sovrano di Mesec e di Tubal!
Ez 39,1 «Tu, figlio d’uomo, profetizza contro Gog,
e di’: Così parla il Signore, DIO: "Eccomi da te, o Gog, principe
sovrano di Mesec e di Tubal! 39,2 Io ti porterò via, ti spingerò
avanti, ti farò salire dalle estremità del settentrione e ti condurrò sui monti
d’Israele; 39,3 butterò giù l’arco dalla tua mano sinistra e ti farò
cadere le frecce dalla destra. 39,4 Tu cadrai sui monti d’Israele, tu
con tutte le tue schiere e con i popoli che saranno con te; ti darò in
pasto agli uccelli rapaci, agli uccelli d’ogni specie, e alle bestie dei campi.
39,5 Tu cadrai in mezzo ai campi, poiché io ho parlato", dice il Signore, DIO. Ez 39,1-5;
E qui viene menzionato e "portato via" proprio quel "Gog", che
nell’Ultima Guerra, di cui si parla nell’Apocalisse e anche in Ez 38 (Apoc 20,8;
Ez 38,2), può essere identificato chiaramente come Satana. Anche questa è in
definitiva un’indicazione che Satana, come settimo re nella persona
dell’Anticristo, sta combattendo egli stesso contro il Signore in questa
battaglia.
Riassumiamo quindi lo sviluppo della bestia in quanto Anticristo:
Egli era.
L’accenno in Apoc 13,3.12.14 che la bestia aveva una ferita mortale causata da
una spada ed è tornata in vita, implica che questa ferita le è stata inflitta da
qualcuno quando era ancora viva come essere umano.
È nell’abisso e "non è".
L’affermazione che la bestia era tornata in vita presuppone che prima fosse
morta. Lo conferma anche il testo di Apoc – 17,8, dove si dice: "essa deve salire
dall’abisso".
Sale dall’abisso.
Sia Apoc 17,8 sia, soprattutto, Apoc 11,7 indicano che la bestia sale
dall’abisso.
Gli uomini si meraviglieranno.
In Apoc 13,3 e 17,8 apprendiamo che gli uomini si meraviglieranno di questa
bestia.
Egli vince i santi.
Secondo Apoc 11,7 vincerà i due testimoni, i santi di Dio, e li ucciderà quando
risorgerà dall’abisso.
Va in perdizione.
E infine, dopo la battaglia di Harmaghedon, sarà gettata viva nello stagno di
fuoco insieme alla seconda bestia, il falso profeta.
E ora torniamo al testo originale di Apoc 17,11:
Possiamo dunque rispondere alla domanda relativa a come la bestia possa essere
una delle sue stesse sette teste, e quale di questi sette re sia allo stesso
tempo anche la bestia. È il settimo re, l’Anticristo, in cui si manifesta anche
questa bestia, Satana, e quindi rende necessaria questa enigmatica descrizione.
Con ciò abbiamo dunque già la soluzione per l’ultima questione
aperta che emerge da questo testo.
E la bestia è un ottavo re, e se ne va in perdizione.
Apoc 17,11 E la bestia che era, e non è, è anch’essa
un ottavo re, viene dai sette, e se ne va in perdizione. Apoc 17,11;
Così la bestia non solo sarà uno dei sette, ma sarà essa stessa
l’ottavo re e andrà in perdizione.
Dopo aver interpretato "le teste‒re" nella loro accezione di "monti", come
imperi mondiali, anche qui deve trattarsi di un – ottavo – impero mondiale. E
avendo identificato la bestia scarlatta come Satana, deve essere un impero in
cui Satana stesso compare come sovrano.
Sappiamo che dopo la caduta dell’impero dell’Anticristo sorgerà il regno
millenario della pace di nostro Signore Gesù Cristo. In questi mille anni Satana
sarà legato nell’abisso.
Egli afferrò il dragone, il serpente antico, cioè il diavolo, Satana, lo legò per mille anni.
Apoc 20,1 Poi vidi scendere dal cielo un angelo con la
chiave dell’abisso e una grande catena in mano. 20,2 Egli
afferrò il dragone, il serpente antico, cioè il diavolo, Satana, lo legò per
mille anni, 20,3 e lo gettò nell’abisso che chiuse e sigillò sopra di
lui perché non seducesse più le nazioni finché fossero compiuti i mille anni;
dopo i quali dovrà essere sciolto per un po’ di tempo. Apoc 20, 1- 3;
Quindi non opererà sulla terra in questo periodo e non potrà
tentare gli uomini. Ma dopo questi mille anni sarà di nuovo rilasciato per un
"po’ di tempo".
Uscirà per sedurre le nazioni che sono ai quattro angoli della terra, Gog e Magog.
Apoc 20,7 Quando i mille anni saranno
trascorsi, Satana sarà sciolto dalla sua prigione 20,8 e uscirà per
sedurre le nazioni che sono ai quattro angoli della terra, Gog e Magog,
per radunarle alla battaglia: il loro numero è come la sabbia del mare.
Apoc 20,7-8;
Quando i mille anni saranno terminati, Satana sarà liberato. E
farà quello che ha fatto fin dall’inizio: ingannerà gli uomini, ovvero "Gog e
Magog". Riunirà tutte quelle persone che (dopo il regno millenario della pace di
Gesù!) si lasciano sedurre e con lui vanno a combattere contro Dio.
Come abbiamo potuto vedere dalle spiegazioni sull’Anticristo, nella Scrittura
troviamo molto più spesso "Gog". È il "principe di Rosh (o anche principe
sovrano di), Mesec e Tubal". E il suo nome appare sempre nelle profezie quando
Satana combatte contro Dio.
Come già descritto sopra, "Gog" in Ez 39 è guidato ("portato via") da Dio al
fine di radunare i suoi eserciti per la Battaglia di Harmaghedon. Lì lo abbiamo
identificato come Satana, o "ciò che appartiene a Satana".
Eccomi da te, o Gog, principe sovrano di Mesec e di Tubal!
Ez 39,1 «Tu, figlio d’uomo, profetizza contro Gog,
e di’: Così parla il Signore, DIO: "Eccomi da te, o Gog, principe
sovrano di Mesec e di Tubal! Ez 39,1;
Qui sotto, in Ez 38 invece, si parla dell’"Ultima Guerra" dopo
il Millennio, in cui solo Satana – tutti i suoi principi angelici sono ormai
caduti – interviene nella storia come "ottavo re" nella sua stessa forma, raduna
un esercito e va in battaglia contro Dio.
Gog del paese di Magog, principe sovrano di Mesec e di Tubal.
Ez 38,2 38,2 «Figlio d’uomo, rivolgi la tua faccia
verso Gog del paese di Magog, principe sovrano di Mesec e di Tubal,
profetizza contro di lui 38,3 e di’: Così parla il Signore, DIO: "Eccomi da te,
o Gog, principe sovrano di Mesec e di Tubal! Ez 38,2-3;
E in entrambi i casi si parla di "Gog, principe di Rosh, Mesec e
Tubal". Quindi in entrambi i casi è ovviamente la stessa persona a cui si
riferiscono le due profezie.
Sopra, però, in Ez 38,2, si dice anche "Gog del paese di Magog…". E questo
coincide con il testo di Apoc 20,7, dove analogamente viene tematizzata
quest’Ultima Guerra.
Uscirà per sedurre le nazioni che sono ai quattro angoli della terra, Gog e Magog.
Apoc 20,7 Quando i mille anni saranno trascorsi,
Satana sarà sciolto dalla sua prigione 20,8 e uscirà per sedurre le nazioni che
sono ai quattro angoli della terra, Gog e Magog, per radunarle alla
battaglia: il loro numero è come la sabbia del mare. Apoc 20,7-8;
È una conferma del fatto che questa interpretazione colpisca nel
segno, e che Gog sia identico a Satana. Quindi Satana in quest’ultimo tempo
diventa l’ottavo re. Tuttavia, se sarà in grado di stabilire un ottavo impero in
senso convenzionale è alquanto discutibile. Nel passo sopra citato (Apoc 17,11),
si parla proprio del fatto che egli sarà un ottavo "re", ma non c’è un’ ottava
testa sulla bestia e quindi non c’è nemmeno un ottavo "monte" per questo re. Da
ciò si può dedurre che in quest’ultimo – brevissimo – tempo (Apoc 20,3), Satana
molto probabilmente riuscirà a raccogliere dietro di sé enormi folle di persone,
ma senza riuscire a costruire una potenza mondiale, un impero.
Tuttavia, è sorprendente che dopo i mille anni del Regno di Pace, pieno di
giustizia e di grazia, il diavolo, dopo essere uscito dall’abisso, riesca ancora
una volta a sedurre la gente. Da un lato ciò dimostra che ci sarà poi un gran
numero di persone per le quali la giustizia è un abominio. Costoro non vogliono
giustizia. Vogliono preservare i loro vantaggi personali. Vogliono di nuovo una
vita senza la coscienza della responsabilità davanti a Dio. Vogliono una cultura
dell’egoismo non mascherato, del godimento raffinato della vita senza riguardo
per gli altri. Vogliono successo, ricchezza, prestigio. E lo vogliono tutto in
una volta. Senza sforzo. Senza impegno. Senza responsabilità.
Ma d’altra parte riconosciamo anche che questo atteggiamento degli uomini poi,
poco prima della Fine del Mondo, non sarà nuovo. Conosciamo queste
caratteristiche fin troppo bene anche oggi. E da ciò possiamo concludere che
queste persone non hanno vissuto una vera e propria conversione nel Millennio.
Si sono piegati e si sono adattati perché la pressione dall’alto, la punizione,
era troppo grande per fare qualcosa (Ger 12,16-17; Isa 60,12;
Zac 14,16-19).
Altrimenti sarebbero morti di fame o sarebbero periti in altro modo. Quindi si
sono arresi. Ma nel loro intimo sono rimasti quello che sono sempre stati:
bugiardi, imbroglioni, assassini e disprezzatori di Dio.
Pertanto, il loro destino è segnato proprio come quello del loro Signore, di
Satana. Non hanno creduto a colui che allora era venuto in nome di Dio.
Crederanno a colui che poi verrà nel suo proprio nome.
Se un altro verrà nel suo proprio nome, quello lo riceverete.
Giov 5,41 Io non prendo gloria dagli
uomini; 5,42 ma so che non avete l’amore di Dio in voi. 5,43 Io sono venuto nel
nome del Padre mio, e voi non mi ricevete; se un altro verrà nel suo
proprio nome, quello lo riceverete. Giov 5,41-43;
E così Satana ricomincia a radunare i suoi seguaci. E li trova.
Chi vuole seguirlo è come la sabbia del mare. E così va in scena l’ultimo atto
della storia del mondo.
Alla fine di questo breve combattimento, anche Satana sarà ora gettato nello
stagno di fuoco e zolfo – egli va in perdizione.
E qui riconosciamo la doppia realizzazione della profezia presente in Apoc 17,8.
La bestia che tu hai visto era e non è più(1º Anticristo) e salirà dall’abisso e andrà in perdizione (2º Anticristo).
Apoc 17,8 La bestia che tu
hai visto era e non è più e salirà dall’abisso e andrà in perdizione; e gli abitanti
della terra, i cui nomi non sono scritti nel libro della vita fin dalla fondazione
del mondo, si meraviglieranno vedendo la bestia che era, e non è, quantunque essa sia.
Apoc 17, 8;
Così come si applicava alla bestia scarlatta con sette teste e
dieci corna, la profezia si applica anche al dragone rosso con sette teste e
dieci corna:
Egli era.
Nel corso della storia del mondo, fino all’impero dell’anticristo, ha governato
il mondo. Nella battaglia di Harmaghedon è stato sconfitto.
È nell’abisso e "non è".
Mentre l’Anticristo e il falso profeta vanno in perdizione, Satana è legato e
tenuto prigioniero nell’abisso per mille anni.
Sale dall’abisso.
Si tratta dell’Ultima Guerra, alla Fine di questo Mondo. Satana, che è stato
imprigionato nell’abisso durante i mille anni del Millennio, sarà ora nuovamente
liberato. Sale dall’abisso. In un ultimo tentativo di conquistare ancora una
volta il dominio su questo mondo, raccoglie intorno a sé dei seguaci. E come
profetizza Apoc 20,8, li troverà "come la sabbia del mare".
Gli uomini si meraviglieranno.
Anche se non esplicitamente menzionato in Apoc 20,7-10, si può presumere che il
ritorno del diavolo in questo mondo susciterà stupore e probabilmente – da parte
di chi gli sta intorno come "sabbia del mare" – anche ammirazione.
Egli vince i santi.
E arriva fino a Gerusalemme (Ez 38,5-16;), dove i santi – questa volta tutto il
popolo di Dio – vivono in pace e da secoli non sanno più fare la guerra (Isa 2,2-5;
9,4-6; Mic 4,3-5; 5,9-14; Os 2,20; ecc.). E riesce a circondare
l’accampamento dei santi, la città santa di Gerusalemme. Dal fatto che Satana
sia riuscito a penetrare a Gerusalemme con il suo esercito, si può anche
concludere che, sulla via per arrivarci, deve prima aver vinto alcune battaglie
– cioè ha combattuto persino in Israele contro i santi.
Va in perdizione.
Ma non arriva fino alla fine. Prima che possano ancora prendere Gerusalemme, si
dice brevemente: "ma un fuoco dal cielo discese e le divorò". E di Satana si
dice: "E il diavolo che le aveva sedotte fu gettato nello stagno di fuoco e di
zolfo, dove sono anche la bestia e il falso profeta".
Se ora confrontiamo entrambi gli sviluppi – quello della bestia scarlatta e
quello del dragone rosso – possiamo comprendere il doppio significato di
Apoc 17,8.
IL DRAGONE ROSSO |
LA BESTIA SCARLATTA |
||
con sette teste e dieci corna egli era é stato nell’abisso dovrà essere sciolto per un po’ di tempo. (gli abitanti si meraviglieranno?) gli fu dato di far guerra ai santi assediarono il campo dei santi fu gettato nello stagno di fuoco |
Apoc 12:3 Apoc 16:13 Apoc 20:3 Apoc 20:3 Apoc 17:8 Apoc 20:9 Apoc 20:9 Apoc 20:10 |
con sette teste e dieci corna essa era é stato nell’abisso deve salire dall’abisso gli abitanti della terra si meraviglieranno farà guerra ai santi e li vincerà essa deve andare in perdizione |
Apoc 17:3 Apoc 17:8 Apoc 17,8 Apoc 17:8 Apoc 17:8 Apoc 11:7 Apoc 11:7 Apoc 17:8 |
Questa è la meritata fine di quell’essere che ha tentato e
sedotto l’umanità sin dalla sua creazione e ha accusato Dio.
È incomprensibile dal punto di vista umano come una così perfetta creatura di
Dio abbia abusato della libertà concessagli da Lui per ostacolare ripetutamente
il piano di Dio con la sua Creazione. E sovviene una sorta di tristezza, se si
pensa a come sarebbe stato, se il vecchio serpente nel Giardino dell’Eden avesse
amato i suoi simili e non li avesse odiati e sedotti.
Tu fosti perfetto nelle tue vie dal giorno che fosti creato, finché non si trovò in te la perversità.
Ez 28,11 La parola del SIGNORE mi fu rivolta in
questi termini: 28,12 «Figlio d’uomo,pronuncia un lamento sul re di Tiro
e digli: Così parla il Signore, DIO: "Tu mettevi il sigillo alla perfezione,
eri pieno di saggezza, di una bellezza perfetta;
28,13 eri in Eden, il giardino di Dio; eri coperto di ogni tipo
di pietre preziose: rubini, topazi, diamanti, crisoliti, onici, diaspri,
zaffiri, carbonchi, smeraldi, oro; tamburi e flauti, erano al tuo servizio,
preparati il giorno che fosti creato.
28,14 Eri un cherubino dalle ali distese, un protettore. Ti avevo
stabilito, tu stavi sul monte santo di Dio, camminavi in mezzo a pietre di
fuoco. 28,15 Tu fosti perfetto nelle tue vie dal giorno che
fosti creato, finché non si trovò in te la perversità.
28,16 Per l’abbondanza del tuo commercio, tutto in te si è riempito di violenza,
e tu hai peccato; perciò io ti caccio via, come un profano, dal monte di
Dio e ti farò sparire, o cherubino protettore, di mezzo alle pietre di fuoco.
28,17 Il tuo cuore si è insuperbito per la tua bellezza; tu hai corrotto la tua
saggezza a causa del tuo splendore; io ti getto a terra, ti do
in spettacolo ai re.
28,18 Con la moltitudine delle tue iniquità, con la disonestà del tuo commercio
tu hai profanato i tuoi santuari; perciò io faccio uscire in mezzo a te un fuoco
che ti divori e ti riduco in cenere sulla terra, in presenza di tutti quelli che
ti guardano. 28,19 Tutti quelli che ti conoscevano fra i popoli restano
stupefatti al vederti; tu sei diventato oggetto di terrore e non esisterai mai
più"». Ez 28,11-19;
Il regno d'Egitto |
Il regno d'Assiria |
Il regno di Babilonia |
Il regno di Medo-Persia |
Il regno di Grecia |
Il regno Romano |
Il regno dell'Anticristo (La Grande Tribolazione) |
Il Millennio (Il regno della pace) |
L'Ultima Guerra |
||
Apoc 17:9-11 Thutmosis 1ª |
Apoc 17:9-11 Assurnasirpal 2ª |
Apoc 17:9-11 Nabucodonosor 3ª |
Apoc 17:9-11 Cyrus 4ª |
Apoc 17:9-11 Alessandro 5ª |
Apoc 17:9-11 Augusto 6ª |
Apoc 17:8-11 Bestia 7ª |
Apoc 20:4-7 Gesù Cristo |
Apoc 17:8-11 Satana/bestia 8ª |
||
testa / re lui è caduto |
testa / re lui è caduto |
testa / re lui è caduto |
testa / re lui è caduto |
testa / re lui è caduto |
testa / re lui è caduto |
1º Anticristo mare Apoc 13:1 Giudizi dei Sigilli |
testa / re lui verrà |
2º Anticristo abisso Apoc 13:7; 11:7 Giorno del SIGNORE |
Prima Risurrezione: i martiri tornarono in vita e regnarono con Cristo mille anni |
testa / re lui era il 7° |
|
|
|
|
|
|
Apoc 6:2 |
R A |
|||
|
|
|
|
2Tess 2:3-7 |
2Tess 2:8 Mat 24:29 Apoc 7:14 |
2Tess 2:9 |
|
|
||
Ez 31:2-11 |
P I |
Ez 39:1-13 Har-Magedon Apoc 16:16; 19:19 |
Ez 39:1-13 |
Ez 38:1-13 |
||||||
Isa 10,5-26 |
||||||||||
Dan 2:32,37-38 testa d'oro |
Dan 2:32,39 petto, braccia d'argento |
Dan 2:32,39 ventre cosce di bronzo |
Dan 2:33,40 gambe di ferro |
Dan 2:33,41-43 piedi ferro, argilla |
E N T O |
Dan 2:42,44 dita ferro argilla dieci re |
Dan 2:34-35,44-45 monte non per mano pietra |
|||
|
|
Dan 7:4 leone con ali d'aquila | |
Dan 7:5 orso si alzava su di un lato | |
Dan 7:6 pardo quattro teste | |
Dan 7:7 bestia terribile denti di ferro | |
2Tess 2:3-12 l'empio | | |
Dan 7:8,11 dieci corna piccolo corno bocca di blasfemia | |
Dan 7:13-14 Figlio dell'uomo |
|
|
V Apoc 13:2 bocca di leone |
V Apoc 13:2 piedi d'orso |
V Apoc 13:2 simile a un leopardo |
V Apoc 13:1 dieci corna |
V Apoc 13:3 ferita a morte (2Tess 2:8) ma tornata in vita |
V Apoc 13:4,14 i re della terra la bestia e il falso profeta nel stagno di fuoco Apoc 19:19-20 |
Apoc 20:2-6 |
Apoc 20:7-10 |
(Vedi anche il discorso 13: "A
quali Regni del mondo si riferiscono le 7(8) Teste/Re in Apoc 17?")
(Vedi anche il discorso 98: "Il
quinto regno nel sogno di Nabucodonosor: America?"])
(Vedi anche discorso 86: "Il primo e il secondo Anticristo.")
Sempre partendo dal presupposto che la bestia scarlatta è
identica a Satana, due e solo due possibilità scaturiscono dall’affermazione di
Apoc 17,12 in riferimento alle dieci corna o ai re e alla loro comparsa
temporale nella storia del mondo: o combattono con l’Anticristo nella Battaglia
di Harmaghedon prima del Millennio o combattono con Satana nell’Ultima Guerra
dopo il Millennio.
I dieci re riceveranno potere regale, per un’ora, insieme alla bestia.
Apoc 17,12 Le dieci corna che
hai viste sono dieci re, che non hanno ancora ricevuto regno; ma
riceveranno potere regale, per un’ora, insieme alla bestia. 17,13 Essi
hanno uno stesso pensiero e daranno la loro potenza e la loro autorità alla
bestia. Apoc 17,12-13;
Secondo questo passo, i dieci re otterranno il potere insieme
alla bestia "per un’ora" – cioè per un tempo molto breve.
Come già spiegato sopra, la bestia scarlatta, cioè Satana, interverrà
personalmente solo due volte nel corso degli eventi degli Ultimi Giorni. Una
volta – come "settimo re" – nella persona dell’Anticristo,
e una seconda volta, dopo il Millennio, alla Fine del Mondo, come
"ottavo re" nella sua stessa persona.
Ora, per ottenere maggiori elementi di prova, il suggerimento "per un’ora"
potrebbe essere molto utile, ma non lo è. Abbiamo infatti osservato una durata
molto breve per entrambe le apparizioni di Satana. Una volta nelle vesti
dell’Anticristo, il suo regno non durerà più di tre anni e mezzo, un lasso di
tempo veramente molto breve per un impero mondiale.
E le fu dato potere di agire per quarantadue mesi.
Apoc 13,5 E le fu data una bocca che proferiva
parole arroganti e bestemmie. E le fu dato potere di agire per quarantadue mesi.
Apoc 13, 5;
E la seconda volta si dice, in riferimento alle sue azioni
successive alla sua liberazione alla Fine del Mondo, che sarà sciolto solo per
"un po’ di tempo".
Dopo i quali dovrà essere sciolto per un po’ di tempo.
Apoc 20,2 Egli afferrò il dragone, il serpente
antico, cioè il diavolo, Satana, lo legò per mille anni, 20,3 e lo gettò
nell’abisso che chiuse e sigillò sopra di lui perché non seducesse più le
nazioni finché fossero compiuti i mille anni; dopo i quali dovrà essere
sciolto per un po’ di tempo. Apoc 20,2-3;
Anche i seguenti versetti tratti da Apoc 17,15-18 potrebbero
teoricamente valere per entrambe le situazioni. Almeno, non c’è alcuna
affermazione in esse – a meno che non si voglia pregiudicare il declino di
Babilonia prima del Millennio – che escluda uno dei due eventi.
La bestia e le dieci re odieranno la prostituta e la consumeranno con il fuoco.
Apoc 17,15 Poi mi disse: «Le acque che hai viste e
sulle quali siede la prostituta, sono popoli, moltitudini, nazioni e lingue.
17,16 Le dieci corna che hai viste e la bestia odieranno la prostituta,
la spoglieranno e la lasceranno nuda, ne mangeranno le carni e la consumeranno
con il fuoco. 17,17 Infatti Dio ha messo nei loro cuori di eseguire il
suo disegno che è di dare, di comune accordo, il loro regno alla bestia fino a
che le parole di Dio siano adempiute. 17,18 La donna che hai vista è la grande
città che domina sui re della terra». Apoc 17,15-18;
Un chiarimento univoco della classificazione cronologica – sia
dei dieci re che della caduta di Babilonia – sarà possibile solo nel prossimo
capitolo dell’Apocalisse. Già nel passo precedente, Apoc 17,16, troviamo il
collegamento tra i dieci re e Babilonia. Essi "odieranno la prostituta (…) e
la consumeranno con il fuoco". Nel testo seguente, tratto da Apoc 16 e 18,
riconosciamo dunque il legame tra la bestia, i dieci re e la caduta di
Babilonia.
E Dio si ricordò di Babilonia la grande per darle la coppa del vino della sua ira ardente.
Apoc 16,17 Poi il settimo angelo versò la sua coppa
nell’aria; e dal tempio uscì una gran voce proveniente dal trono, che diceva: «È
fatto». 16,18 E ci furono lampi, voci, tuoni e un terremoto così forte che da
quando gli uomini sono sulla terra non se n’è avuto uno altrettanto disastroso.
16,19 La grande città si divise in tre parti, e le città delle nazioni
crollarono e Dio si ricordò di Babilonia la grande per darle la coppa
del vino della sua ira ardente. Apoc 16,17-19;
È caduta, è caduta Babilonia la grande.
Apoc 18,1 Dopo queste cose vidi scendere dal cielo
un altro angelo che aveva una grande autorità, e la terra fu illuminata dal suo
splendore. 18,2 Egli gridò con voce potente: «È caduta, è caduta
Babilonia la grande! È diventata ricettacolo di demòni, covo di ogni
spirito immondo, rifugio di ogni uccello impuro e abominevole. 18,3 Perché tutte
le nazioni hanno bevuto del vino della sua prostituzione furente, e i re della
terra hanno fornicato con lei, e i mercanti della terra si sono arricchiti con
gli eccessi del suo lusso». Apoc 18, 1- 3;
Quando vedranno il fumo del suo incendio.
Apoc 18,9 I re della terra, che fornicavano e
vivevano in lascivie con lei, quando vedranno il fumo del suo incendio
piangeranno e faranno cordoglio per lei. 18,10 Spaventati dai suoi tormenti se
ne staranno lontani e diranno: "Ahi! ahi! Babilonia, la gran città, la potente
città! Il tuo giudizio è venuto in un momento!" Apoc 18, 9-10;
In un attimo una ricchezza così grande è stata distrutta.
Apoc 18,16 "Ahi! ahi! La gran città ch’era vestita
di lino fino, di porpora e di scarlatto, adorna d’oro, di pietre preziose e di
perle! In un attimo una ricchezza così grande è stata distrutta". 18,17 Tutti i
piloti, tutti i naviganti, i marinai e quanti trafficano sul mare se ne staranno
lontano 18,18 e vedendo il fumo del suo incendio esclameranno:
"Quale città fu mai simile a questa grande città?" Apoc 18,16-18;
In questi testi si parla del fatto che Babilonia brucerà
(Apoc 18,9.18). Ciò è conforme alle dichiarazioni di Apoc 17,16, dove
si dice che i dieci re odieranno la prostituta, ne mangeranno le carni e la
consumeranno con il fuoco.
Si parla anche del tempo di "un’ora", in cui la città sarà devastata. Questo è
esattamente quel lasso di tempo menzionato prima, in Apoc 17,12, dove si dice
che durante questo periodo i re riceveranno l’autorità insieme alla bestia. E
proprio lì, in Apoc 17,14 abbiamo anche il primo accenno al momento in cui
questo evento deve essere inquadrato.
(Vedi anche Capitolo 05: "il giorno del SIGNORE.".)
E radunarono i re nel luogo che in ebraico si chiama Harmaghedon.
Apoc 16,13 E vidi uscire dalla bocca del dragone,
da quella della bestia e da quella del falso profeta tre spiriti immondi, simili
a rane. 16,14 Essi sono spiriti di demòni capaci di compiere dei miracoli.
Essi
vanno dai re di tutta la terra per radunarli per la battaglia del gran giorno
del Dio onnipotente. 16,15 (Ecco, io vengo come un ladro; beato chi veglia e
custodisce le sue vesti perché non cammini nudo e non si veda la sua vergogna).
16,16 E radunarono i re nel luogo che in ebraico si chiama Harmaghedon.
Apoc 16,13-16;
Combatteranno contro l’Agnello e l’Agnello li vincerà, perché egli è il Signore dei signori e il Re dei re.
Apoc 17,12 Le dieci corna che hai viste sono dieci
re, che non hanno ancora ricevuto regno; ma riceveranno potere regale, per
un’ora, insieme alla bestia. 17,13 Essi hanno uno stesso pensiero e daranno la
loro potenza e la loro autorità alla bestia.
17,14 Combatteranno contro l’Agnello e l’Agnello li vincerà, perché egli
è il Signore dei signori e il Re dei re; e vinceranno anche quelli che
sono con lui, i chiamati, gli eletti e i fedeli». Apoc 17,12-14;
Qui Giovanni parla dell’"Agnello" contro il quale i dieci re
combatteranno insieme alla bestia. Se finora si poteva ancora ipotizzare che
tutte queste cose sarebbero potute accadere anche dopo il Millennio, con la
liberazione di Satana, in preparazione della Ultima Guerra, qui questo punto di
vista non può più essere sostenuto.
Abbiamo qui un collegamento tra l’annuncio in Apoc 7,14: "Combatteranno contro
l’Agnello e l’Agnello li vincerà, perché egli è il Signore dei signori e il Re
dei re" e le affermazioni di tutto il capitolo 19, in particolar modo i versetti
Apoc 19,1-4.13.16.19-20.
Veritieri e giusti sono i suoi giudizi. Egli ha giudicato la grande prostituta.
Apoc 19,1 Dopo queste cose, udii nel cielo una gran
voce come di una folla immensa, che diceva: «Alleluia! La salvezza, la gloria e
la potenza appartengono al nostro Dio, 19,2 perché veritieri e giusti
sono i suoi giudizi. Egli ha giudicato la grande prostituta che corrompeva la
terra con la sua prostituzione e ha vendicato il sangue dei suoi servi,
chiedendone conto alla mano di lei». Apoc 19,1-2;
Il suo fumo sale per i secoli dei secoli.
Apoc 19,3 E dissero una seconda volta: «Alleluia!
Il suo fumo sale per i secoli dei secoli». 19,4 Allora i
ventiquattro anziani e le quattro creature viventi si prostrarono, adorarono Dio
che siede sul trono, e dissero: «Amen! Alleluia!» Apoc 19,3-4;
In Apoc 19,1-4 abbiamo ora, ancora una volta, la conferma che
Babilonia è stata distrutta – precisamente dal fuoco. E questo, come mostra la
sequenza successiva, è avvenuto prima della battaglia dei re e della bestia
contro l’Agnello.
Nel passo successivo, Apoc 19,5-6, apprendiamo che in questo momento, dopo la
caduta di Babilonia, Dio Onnipotente ha preso il controllo del regno e del
governo.
Perché il Signore, nostro Dio, l’Onnipotente, ha stabilito il suo regno.
Apoc 19,5 Dal trono venne una voce che diceva:
«Lodate il nostro Dio, voi tutti suoi servitori, voi che lo temete, piccoli e
grandi». 19,6 Poi udii come la voce di una gran folla e come il fragore di
grandi acque e come il rombo di forti tuoni, che diceva: «Alleluia!
Perché il Signore, nostro Dio, l’Onnipotente, ha stabilito il suo
regno. Apoc 19,5-6;
Nonostante ora la gioia per questo si possa sentire soprattutto
in cielo, "il regno" che Dio ha finalmente conquistato non è il cielo, lì Dio vi
ha sempre regnato. No, questo "regno" è il mondo, sono i regni di questo mondo,
che ora sono del Signore. Anche se la battaglia decisiva di Harmaghedon deve
ancora avvenire, l’esito di questa battaglia è talmente sicuro già da migliaia
di anni che gli angeli possono gioire con assoluta certezza: " Alleluia! Perché
il Signore, nostro Dio, l’Onnipotente, ha stabilito il suo regno ".
Nonostante ora la gioia per questo si possa sentire soprattutto
in cielo, "il regno" che Dio ha finalmente conquistato non è il cielo, lì Dio vi
ha sempre regnato. No, questo "regno" è il mondo, sono i regni di questo mondo,
che ora sono del Signore. Anche se la battaglia decisiva di Harmaghedon deve
ancora avvenire, l’esito di questa battaglia è talmente sicuro già da migliaia
di anni che gli angeli possono gioire con assoluta certezza: " Alleluia! Perché
il Signore, nostro Dio, l’Onnipotente, ha stabilito il suo regno ".
E questa condizione deve naturalmente avere un effetto corrispondente anche
sulla terra. È il giorno del SIGNORE e il giorno delle "nozze dell’Agnello", e
la "sposa" si è preparata in cielo.
Sono giunte le nozze dell’Agnello e la sua sposa si è preparata.
Apoc 19,7 Rallegriamoci ed esultiamo e diamo a lui
la gloria, perché sono giunte le nozze dell’Agnello e la sua sposa si è
preparata. 19,8 Le è stato dato di vestirsi di lino fino, risplendente
e puro; poiché il lino fino sono le opere giuste dei santi». 19,9 E l’angelo mi
disse: «Scrivi: "Beati quelli che sono invitati alla cena delle nozze
dell’Agnello"». Poi aggiunse: «Queste sono le parole veritiere di Dio».
19,10 Io mi prostrai ai suoi piedi per adorarlo. Ma egli mi disse: «Guàrdati dal
farlo. Io sono un servo come te e come i tuoi fratelli che custodiscono la
testimonianza di Gesù: adora Dio! Perché la testimonianza di Gesù è lo spirito
della profezia». Apoc 19,7-10;
Dopo aver portato a casa i suoi, il Signore giunge alla
battaglia con l’Anticristo, i suoi re e i loro eserciti. È vestito con una
tunica imbevuta di sangue. Probabilmente è anche il suo sangue che è stato
versato per il mondo. E il suo nome è: la Parola di Dio. Conosciamo questo nome
del Signore Gesù dal Vangelo di Giovanni: "Nel principio era la Parola, la
Parola era con Dio, e la Parola era Dio." (Giov 1,1).
Era vestito di una veste tinta di sangue e il suo nome è la Parola di Dio.
Apoc 19,11 Poi vidi il cielo aperto, ed ecco
apparire un cavallo bianco. Colui che lo cavalcava si chiama Fedele e Veritiero;
perché giudica e combatte con giustizia. 19,12 I suoi occhi erano una fiamma di
fuoco, sul suo capo vi erano molti diademi e portava scritto un nome che nessuno
conosce fuorché lui. 19,13 Era vestito di una veste tinta di sangue e il
suo nome è la Parola di Dio. Apoc 19,11-13;
Gli eserciti che sono nel cielo lo seguivano sopra cavalli bianchi, ed erano vestiti di lino fino bianco e puro.
Apoc 19,14 Gli eserciti che sono nel cielo
lo seguivano sopra cavalli bianchi, ed erano vestiti di lino fino bianco e puro.
19,15 Dalla bocca gli usciva una spada affilata per colpire le nazioni; ed egli
le governerà con una verga di ferro, e pigerà il tino del vino dell’ira ardente
del Dio onnipotente. 19,16 E sulla veste e sulla coscia porta scritto questo
nome: RE DEI RE E SIGNORE DEI SIGNORI. Apoc 19,14-16;
Ma il Signore non viene da solo. L’esercito del cielo lo ha
seguito su cavalli bianchi, vestito di puro lino bianco. Ci rendiamo conto che
qui sia "la Sposa", cioè gli eletti, così come i santi risorti e rapiti
cavalcano in questo esercito.
Abbiamo appreso di loro sopra, in Apoc 19,8 durante le nozze dell’Agnello: "Le è
stato dato di vestirsi di lino fino, risplendente e puro; poiché il lino fino
sono le opere giuste dei santi". E anche in Apoc 17,12-14 abbiamo letto di
coloro che sono con il Signore quando Egli combatterà contro i dieci re.
Quelli che sono con lui, sono i chiamati, gli eletti e i fedeli.
Apoc 17,12 Le dieci corna che hai viste sono dieci
re, che non hanno ancora ricevuto regno; ma riceveranno potere regale, per
un’ora, insieme alla bestia. 17,13 Essi hanno uno stesso pensiero e daranno la
loro potenza e la loro autorità alla bestia.
17,14 Combatteranno contro l’Agnello e l’Agnello li vincerà, perché egli
è il Signore dei signori e il Re dei re; e vinceranno anche quelli che sono con
lui, i chiamati, gli eletti e i fedeli». Apoc 17,12-14;
E ora si arriva a questa battaglia la cui fine è già decisa
prima ancora di cominciare. È sempre più sorprendente vedere fino a che punto la
cecità e l’incredulità possano raggiungere la grande massa degli uomini. Uno
sguardo alla Bibbia potrebbe far ravvedere molti di loro. Ma hanno permesso a
Satana e ai suoi complici di oscurare i loro occhi e di privarli di qualsiasi
comprensione della Scrittura.
E vidi la bestia e i re della terra e i loro eserciti radunati per far guerra a colui che era sul cavallo e al suo esercito.
Apoc 19,17 Poi vidi un angelo che stava in piedi
nel sole. Egli gridò a gran voce a tutti gli uccelli che volano in mezzo al
cielo: «Venite! Radunatevi per il gran banchetto di Dio; 19,18 per mangiare
carne di re, di capitani, di prodi, di cavalli e di cavalieri, di uomini d’ogni
sorta, liberi e schiavi, piccoli e grandi». 19,19 E vidi la bestia e i
re della terra e i loro eserciti radunati per far guerra a colui che era sul
cavallo e al suo esercito. Apoc 19,17-19;
Ma la bestia fu presa, e con lei fu preso il falso
profeta e tutti e due furono gettati vivi nello stagno ardente di fuoco e di
zolfo.
Apoc 19,20 Ma la bestia fu presa, e con lei
fu preso il falso profeta che aveva fatto prodigi davanti a lei, con i
quali aveva sedotto quelli che avevano preso il marchio della bestia e quelli
che adoravano la sua immagine. Tutti e due furono gettati vivi nello
stagno ardente di fuoco e di zolfo.
19,21 Il rimanente fu ucciso con la spada che usciva dalla bocca di
colui che era sul cavallo, e tutti gli uccelli si saziarono delle loro
carni. Apoc 19,20-21;
(Vedi anche Capitolo 07: "La
Battaglia di Harmaghedon".)
E ora, dopo la battaglia, dopo la distruzione di tutti gli
eserciti dell’Anticristo, Satana si separa di nuovo da questo. L’Anticristo e il
suo falso profeta saranno gettati nello stagno di fuoco, mentre Satana, per il
momento, sarà solo catturato dall’angelo di Dio e tenuto legato nell’abisso.
Egli afferrò il dragone, il serpente antico, cioè il diavolo, Satana, lo legò per mille anni.
Apoc 20,1 Poi vidi scendere dal cielo un angelo con
la chiave dell’abisso e una grande catena in mano. 20,2 Egli afferrò il
dragone, il serpente antico, cioè il diavolo, Satana, lo legò per mille anni,
20,3 e lo gettò nell’abisso che chiuse e sigillò sopra di lui perché non
seducesse più le nazioni finché fossero compiuti i mille anni; dopo i quali
dovrà essere sciolto per un po’ di tempo. Apoc 20,1-3;
Come già accennato all’inizio, in questo diciassettesimo
capitolo dell’Apocalisse tutta la storia del mondo è esposta davanti a noi.
Ovviamente con alcuni misteri, la cui comprensione non è facile e non è neanche
assolutamente certa. Eppure, con l’interpretazione di cui sopra si può
dimostrare che questo "mistero" della bestia non è una cifratura arbitraria, ma
che queste connessioni derivano semplicemente dalle circostanze di un’altra
dimensione, e quindi richiedono un’astrazione per la nostra comprensione umana.
In sintesi, possiamo osservare la seguente cronologia:
- I dieci re saliranno al potere per un breve periodo di
tempo insieme all’Anticristo. - Saccheggeranno Babilonia e la bruceranno con il
fuoco. - Satana, l’Anticristo e il falso profeta riuniscono questi
re e i loro eserciti ad Harmaghedon.
- Il Signore giunge con l’esercito del cielo. - Gli eserciti dell’Anticristo vengono distrutti nella
battaglia di Harmaghedon. - L’Anticristo e il falso profeta vengono gettati nello
stagno di fuoco. - Satana sarà preso e legato nell’abisso per mille
anni.
- Dopo i mille anni verrà rilasciato dall’abisso.
- Si dirige contro Gerusalemme con un grande esercito. - Lì scende il fuoco dal cielo e distrugge tutti coloro
che hanno combattuto contro Gerusalemme. |
La bestia scarlatta presente in Apoc 17,3.8 e l’Anticristo – la
bestia che sale del mare in Apoc 13,1 – sono senza dubbio due personalità
diverse, ma è lo stesso spirito che determina entrambe. È Satana, che dopo il
declino delle sue prime sei teste‒re, ora concentra tutta la sua potenza nel
settimo re, il secondo Anticristo, manifestandosi in esso stesso.