Il giudizio davanti al trono di gloria.
Il giudizio nella valle di Giosafat.
I seguenti tre passi biblici vengono addotti dai rappresentanti di un "giudizio sui
popoli" come prove della Scrittura. Secondo questa concezione prima del Millennio, tutti i popoli viventi (dunque nessuna Risurrezione!) dovrebbero essere radunati e Cristo e la congregazione dalla Prima Risurrezione li giudicheranno.
E tutte le genti saranno radunate davanti al Figlio dell’ uomo.
Mat 25,31 »Ora, quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti gli angeli, allora si siederà sul trono della sua gloria. 25,32 E tutte le genti saranno radunate davanti a lui; ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri. 25,33 E metterà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra.
25,34 Allora il re dirà a quelli della sua destra: "Venite, voi, i benedetti del Padre mio;
ereditate il regno che v’è stato preparato fin dalla fondazione del mondo. Mat 25,31-34;
Io adunerò tutte le nazioni, e le farò scendere nella valle di Giosafat.
Gioel 3,1 «Infatti ecco, in quei giorni, in quel tempo, quando ricondurrò dall’esilio quelli di Giuda e di Gerusalemme, 3,2 io adunerò tutte le nazioni, e le farò scendere nella valle di Giosafat. Là le chiamerò in giudizio a proposito della mia eredità, il popolo d’Israele, che esse hanno disperso tra le nazioni, e del mio paese, che hanno spartito fra di loro. Gioel 3, 1- 2;
Perché là io mi metterò seduto per giudicare tutte le nazioni circostanti.
Gioel 3,12 «Le nazioni si muovano e vengano alla valle di Giosafat!
perché là io mi metterò seduto per giudicare tutte le nazioni circostanti. 3,13 Date mano alla
falce, perché la mèsse è matura! Venite, pigiate, poiché il torchio è pieno, i tini traboccano; poiché
grande è la loro malvagità». 3,14 C’è una folla, una moltitudine, nella valle del Giudizio! Perché il
giorno del SIGNORE è vicino, nella valle del Giudizio. Gioel 4,12-14;
Per analizzare gli argomenti che parlano a favore dell’ accettazione di un "giudizio sui popoli", vogliamo qui lasciare parlare uno dei più conosciuti rappresentanti di questo orientamento dell’ interpretazione. Erich Sauer nel suo libro "Il trionfo del Signore crocifisso" ha riassunto bene la sua visione delle cose e scrive a pagina 166 ss., con il titolo "Il giudizio sui popoli nella valle di
Giosafat":
"Il Figlio dell’ uomo siederà sul suo trono di gloria e giudicherà tutte le nazioni della terra. Tutte loro verranno radunate davanti a lui, ed egli le separerà, come un pastore separa le pecore dai capri (Mat 25,31;32). Gli uni andranno all’ eterna perdizione, gli altri nel regno che è preparato loro fin dalla fondazione del mondo (Mat 25,34;46). Questo è il grande giudizio sui popoli all’ inizio del Regno Millenario (Mat 25,31-46; Dan 7,9-14; Apoc 20,4)".
Prima dovremmo verificare la fondamentale plausibilità di questa ultima dichiarazione
qui sopra. Come l’ autore giustamente cita, in Mat 35,41 si dice:
Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli!
Mat 25,41 Allora dirà anche a quelli della sua sinistra: "Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli! Mat 25,41;
Quelli che in questo giudizio vengono giudicati colpevoli, i "maledetti", vanno dunque all’ eterna dannazione, nel fuoco eterno. Ora, sappiamo che alla fine del mondo, nel Giudizio Universale, tutti i morti diventano vivi nella Risurrezione Universale, ed anche là i maledetti vanno nel fuoco eterno.
Dobbiamo perciò domandarci perché qui, all’ inizio del Millennio, mille anni prima del Giudizio Universale,
dovrebbe avvenire già una condanna dei poi maledetti viventi? Per giunta, da Apoc 20,7-8 sappiamo che
alla fine del Millennio stesso vi sarà ancora un’ enorme quantità di esseri umani – "come la sabbia del mare" – che saranno seguaci di Satana e che dunque vengono aggiunti ancora ai maledetti. E se ci dovesse essere questo giudizio, perché in questa occasione – similmente come nel Giudizio Universale – non vengono giudicati anche i morti?
Le stesse domande sorgono naturalmente anche in relazione ai giusti. Qui in Mat 25,34 si dice:
Venite, benedetti del Padre mio; ricevete in eredità il regno.
Mat 25,34 Allora il Re dirà a coloro che saranno alla sua destra: "Venite, benedetti del Padre mio; ricevete in eredità il regno che vi è stato preparato sin dalla fondazione del mondo. Mat 25,34;
Ora, qui, dal punto di vista dei rappresentanti di un giudizio sui popoli, si può ancora
argomentare che si tratta, nella dichiarazione in Mat 25,34: "in eredità il regno" del Regno Millenario. Tuttavia, riconosciamo poi alcuni versetti dopo, alle fine di questa profezia, dove entrambi i giudizi vengono espressi ancora una volta del tutto chiaramente, che in entrambi i casi – nei maledetti come nei giusti – si tratta del Giudizio Universale, definitivo.
Questi se ne andranno a punizione eterna; ma i giusti a vita eterna».
Mat 25,46 Questi se ne andranno a punizione eterna; ma i giusti a vita
eterna». Mat 25,46;
Dunque, così come i maledetti vanno nel fuoco eterno, i giusti vanno nella vita eterna.
E la vita eterna è ora proprio – secondo la testimonianza della Scrittura – non il Regno Millenario, dove gli esseri umani diventano vecchissimi, ma eppure devono morire (Isa 65,18-23), ma il regno eterno del Padre nella Nuova Creazione.
Qui si mostra già che il momento di questo giudizio deve essere fissato non all’ inizio, ma alla fine del
Millennio. Ma per questo vi sono argomenti ancora più concreti.
Anche in sé la tesi di un "giudizio sui popoli" all’ inizio del Millennio è illogica. Infatti, verrebbero giudicati solo quegli esseri umani che vivono in quel tempo, in quel determinato giorno. Tutti quelli che sono morti fino al giorno prima, non prenderebbero dunque parte a questo giudizio. E a prescindere dal fatto se si tratti poi qui di giusti morti, che non possono accedere al regno, o di maledetti, che
non devono ancora andare nel fuoco eterno: come andrebbe ora spiegato questo, e dove starebbe allora la
giustizia di questo giudizio?
Il terzo problema, che sorgerebbe attraverso questo giudizio anticipato, è il fatto che poi vi sarebbero
improvvisamente due giudizi per gli ingiusti. Uno sarebbe il "giudizio sui popoli" nei popoli viventi, l’ altro il giudizio regolare del mondo alla fine del mondo.
Ed anche qui può essere fornita la prova che la Scrittura non conosce qualcosa di simile.
E come è stabilito che gli uomini muoiano una sola volta, e dopo ciò viene il giudizio.
Ebr 9,27 E come è stabilito che gli uomini muoiano una sola
volta, e dopo ciò viene il giudizio,9,28 così anche Cristo, dopo essere stato offerto una sola volta per prendere su di sé i peccati di molti, apparirà una seconda volta senza peccato a coloro che lo aspettano per la salvezza. Ebr 9,27-28;
Nella lettera agli Ebrei 9,27 apprendiamo che l’ essere umano una volta deve morire, ma dopo però il giudizio viene. Qui, dunque, viene evidentemente escluso che l’ essere umano – per lo meno il non credente – potrebbe giungere in questo giudizio mentre è in vita.
Inoltre, il versetto successivo ci dice che Cristo apparirà per la seconda volta non a causa del
peccato, ma per salvare coloro che lo aspettano. Ciò significa però che nella seconda venuta del Signore
non vi sarà alcun giudizio sugli ingiusti, ma solo un giudizio per i giusti. E questo è il "giudizio di
ricompensa" per i martiri dal risveglio e dal Rapimento e non il "giudizio sui popoli" sugli esseri
umani viventi.
Carne e sangue non possono ereditare il regno di Dio.
1Cor 15,50 Or questo dico, fratelli, che la carne e il sangue non possono ereditare il regno di Dio; similmente la corruzione non eredita l’incorruttibilità. 1Cor 15,50;
Anche nella sua prima lettera ai Corinzi, Paolo argomenta che carne e sangue – e dunque
esseri umani viventi – non possono ereditare il regno di Dio. Il "regno di Dio" è la vita eterna. In questa vita eterna l’ essere umano può venire solo se prima è passato attraverso il giudizio.
E nel giudizio egli viene solo se – come abbiamo visto più sopra – è morto (e resuscitato). Secondo la teoria del "giudizio sui popoli", però, gli esseri umani che qui vengono giudicati, sarebbero esseri umani viventi e non morti! Dunque il testo tratto da Mat 25,46: "Questi se ne andranno (…) ma i giusti a vita eterna" deve riferirsi al Giudizio Universale e non a un "giudizio sui popoli" su esseri umani viventi all’ inizio del Millennio. Perciò anche qui: nessun giudizio sugli esseri umani viventi o sui popoli.
Ora, è così che i rappresentanti di un "giudizio sui popoli" non mettono assolutamente in discussione il
Giudizio Universale. Questo essi non potrebbero farlo perché questo giudizio universale dopo la Risurrezione
Universale alla fine dei giorni, è documentato del tutto chiaramente nella Scrittura.
Dunque queste persone però hanno un ulteriore problema. Infatti, se vi fosse un giudizio sui popoli
viventi, allora questi sarebbero già giudicati e non dovrebbero più venire davanti al Giudizio Universale. E
questo si opporrebbe del tutto chiaramente alla dichiarazione di Ebr 9,27, che "E come è stabilito che
gli uomini muoiano una sola volta, e dopo ciò viene il giudizio". Essi sarebbero giudicati
prima della loro morte. Tuttavia come possiamo comprendere qui sotto, in Mat 13,25-30, il Signore
non ha assolutamente l’ intenzione di giudicare gli ingiusti prima del Giudizio Universale.
Lasciate che crescano entrambi insieme fino alla mietitura; dopo raccogliete prima la zizzania.
Mat 13,25 Ma, mentre gli uomini dormivano, venne il suo nemico e seminò
della zizzania in mezzo al grano, e se ne andò. 13,26 Quando poi il grano germogliò e mise frutto, apparve anche la zizzania. 13,27 E i servi del padrone di casa vennero a lui e gli dissero: »Signore, non hai seminato buon seme nel tuo campo? Come mai, dunque, c’è della zizzania?«. 13,28 Ed egli disse loro: »un nemico ha fatto questo«. Allora i servi gli dissero: »Vuoi dunque che andiamo e la estirpiamo?«
13,29 Ma egli disse: »No, per timore che estirpando la zizzania, non sradichiate insieme ad essa anche il grano. 13,30 Lasciate che crescano entrambi insieme fino alla mietitura; e al tempo della mietitura io dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano, invece, riponetelo nel mio granaio«. Mat 13,25-30;
Sono appunto proprio gli ingiusti che secondo Mat 13,29, dovrebbero essere giudicati
solo alla "mietitura", e dunque alla fine del mondo, per offrire a tutti gli esseri umani fino
all’ ultimo giorno la possibilità di cambiare campo e per "mutare" dalla zizzania al grano. Il Signore vuole evitare dunque un giudizio anticipato di quelli che si sono allontanati da lui per non condannare forse anche coloro che nel frattempo si sono probabilmente convertiti.
Dio ha fissato un giorno, nel quale giudicherà il mondo con giustizia per mezzo del Figlio.
Atti 17,30 Dio dunque, passando sopra i tempi dell’ignoranza, ora comanda agli uomini che tutti, in ogni luogo, si ravvedano, 17,31 perché ha fissato un giorno, nel quale giudicherà il mondo con giustizia per mezzo dell’uomo ch’egli ha stabilito, e ne ha dato sicura prova a tutti, risuscitandolo dai morti». Atti 17,30-31;
(Vedi anche capitolo 13: "Il Giudizio Universale.")
Dunque, è fissato solo un singolo giorno nel quale l’ intero mondo sarà giudicato. E il
fatto che quel giorno non sarà il giorno di un anticipato "giudizio sui popoli", ma il Giudizio
Universale (finale), lo comprendiamo anche dalle seguenti dichiarazioni del Signore:
Chiunque crede in nel Figlio, abbia vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.
Giiov 6,36 Ma io ve l’ho detto: "Voi mi avete visto, eppure non credete!" 6,37 Tutti quelli che il Padre mi dà verranno a me; e colui che viene a me, non lo caccerò fuori; 6,38 perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. 6,39 Questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nessuno di quelli che egli mi ha dati, ma che li risusciti nell’ultimo giorno. 6,40 Poiché questa è la volontà del Padre mio: che chiunque contempla il Figlio e crede in lui, abbia vita eterna; e io lo risusciterò
nell’ultimo giorno». Giov 6,36 – 40;
Come vediamo, secondo la Scrittura, vi è solo un giorno del giudizio per il "mondo", nel quale – accanto ai giusti, che accedono alla vita eterna – gli ingiusti vengono gettati nel fuoco eterno, e questo è il giorno del Giudizio Universale o Giudizio Universale.
Nella sua ulteriore argomentazione, l’ autore del libro summenzionato tenta ora di estrarre le differenze tra questo Giudizio Universale e il supposto "giudizio sui popoli" anticipato. Egli scrive:
"Esso (il giudizio sui popoli all’ inizio del Millennio) è da differenziare molto dal Giudizio Universale davanti al Grande Trono Bianco (Apoc 20,11-15).
1. Il luogo: non ha luogo dopo il declino della vecchia terra (Apoc 20,11), ma sul terreno della vecchia terra, ossia nella valle di Giosafat (Gioel 4,12; Mat 25,31)".
Poiché la dimostrazione contro l’ applicazione di Gioele 4 in questo contesto, comunque, è qualcosa di più ampio, e il flusso dell’ argomentazione qui non dovrebbe essere interrotto da un secondo tema, ce ne occuperemo alla fine.
"2. Il tempo: non sarà tenuto solo dopo la fine, ma già all’ inizio
del regno di gloria terreno (Apoc 20,11 cfr. 7-10; Mat 25,31)".
Mentre con Apoc 20,7-11 il Giudizio Universale viene citato in modo completamente giusto, da
Mat 25,31 si deve solo desumere che il Figlio dell’ uomo viene nella sua gloria, con tutti gli angeli e
siederà sul trono della sua gloria. In questo testo non vi è dunque alcun riferimento a quando questo
avvenimento dovrebbe avere luogo e non vi è nemmeno allusione al fatto che esso avvenga "all’ inizio del Millennio". È abbastanza immaginabile che per esempio Apoc 20,7-11 e Mat 25,31 ss. potrebbero parlare dello stesso avvenimento.
"3. Le persone: esso non giudica i ’morti’, ossia coloro che nella
seconda Risurrezione sono stati riportati in vita (Apoc 20,12;13), ma i viventi e i restanti dalle
catastrofi del giudizio senza morte e Risurrezione (Mat 24,32)".
Qui dobbiamo chiederci come dobbiamo immaginarci questi "morti" nel Giudizio Universale.
Come apprendiamo dalla Prima Risurrezione in Apoc 20,4 ed anche dal testo della piccola Risurrezione
dopo la morte di Gesù, più sotto in Mat 27,50-52, questi morti ritornarono di nuovo in vita. Essi
diventarono viventi e andarono a Gerusalemme, dove furono visti da molti.
Essi sono dunque esseri umani viventi e non "morti", che dopo la Risurrezione staranno davanti al trono del giudizio. Ed essi sono ciò che erano quando erano in vita: popoli, tribù e nazioni. Ossia, quando si
dice in Apoc 20,12: "E vidi i morti, grandi e piccoli, in piedi davanti al trono", vi sono proprio "popoli" davanti al grande trono bianco, come in Mat 25,31-32 davanti al trono di gloria.
Ed anche tra il "trono di gloria" in Mat 25,31 e il "grande trono bianco" in Apoc 20,11, vi sono più affinità che differenze. Entrambi i troni sono potenti e gloriosi, su entrambi i troni siede il Signore Gesù e giudica, e davanti a entrambi i troni stanno i popoli per essere giudicati.
Dunque, anche qui non si può individuare nessuna evidente differenza tra Apoc 20,7-11, il giudizio
finale, e Mat 25, il supposto "giudizio sui popoli".
"4. La scelta: non si tratta della questione: perdizione o solo regno
eterno celeste (cfr. 2. Tim. 4,18), ma della questione: perdizione o per il momento regno di gloria
terreno (Mat 25,34; 46b).
Tuttavia, il giudizio sui popoli all’ i n i z io del Regno Millennario è, come sembra, riassunto – in
conformità con la legge della prospettiva profetica – in un quadro con il Giudizio Universale, cosicché il
pre-giudizio e il Giudizio Universale, il giudizio parziale e il giudizio totale confluiscono in un’ immagine totale unica, potente, che si compenetra reciprocamente, così come in modo simile già prima la prima
venuta del Messia con la sua seconda venuta era stata sintetizzata dai profeti antico-testamentari (per
esempio Isa 61,1-3 cfr. Luca 4,18;19) e come nelle profezie di Gesù stesso le due Risurrezioni prima e dopo il Regno Millenario – che non coincidono cronologicamente – secondo Paolo e Giovanni (Apoc 20,5;12; 1Cor 15,23;24) – sono legate insieme per diventare un’ unica, straordinaria profezia, che non sottolinea ulteriormente queste differenze temporali (Giov 5,28; 29 cfr. Dan 12,2;3)".
In queste dichiarazioni qui sopra riconosciamo che l’ autore ha osservato molto bene
determinate incompatibilità della sua interpretazione con il testo della Scrittura, che tuttavia non ha
ulteriormente messo in discussione, ma che ha ricondotto semplicemente alla "prospettiva profetica.
Sebbene la visione di una prospettiva profetica in alcuni testi della Scrittura abbia assolutamente la
sua giustificazione, dobbiamo domandarci se essa possa essere applicata proprio qui, in questo testo
della Scrittura. Qui – indirettamente – viene sollevato il rimprovero che in Giov 5,28-29 le "differenze
temporali" non siano state ulteriormente sottolineate.
Qui, in Mat 25, parla il Figlio dell’ uomo, Gesù Cristo, il Messia e Figlio di Dio, che all’ inizio della creazione ha detto "sia" e che alla sua fine giudicherà il mondo. Ed ora arriviamo noi e riteniamo che egli non avrebbe potuto differenziare le cose così giustamente. Egli avrebbe "sintetizzato" entrambe "in un quadro". E anche se parliamo di questo presumibilmente "sintetizzato quadro" come di un’ unica straordinaria profezia, non ci si può illudere: accusiamo il Signore di avere rappresentato qui una visione fuorviante se non falsa delle cose.
In realtà è tuttavia così che noi siamo coloro che qui "sintetizzano" alcune cose. Spesso siamo troppo comodi, troppo superficiali, forse addirittura troppo presuntuosi per studiare a fondo sempre e sempre
continuamente questi testi che non concordano con altri passi della Scrittura, nella solida certezza che
essi non possono contenere alcun errore, anzi che addirittura non devono contenere alcun errore,
altrimenti dovremmo concepire questa possibilità anche in tutte le altre dichiarazioni del Signore.
Consideriamo perciò ora il testo in questione tratto da Giov ,28-29:
Tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce.
Giov 5,28 Non vi meravigliate di questo, perché l’ora viene, in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce 5,29 e ne usciranno, quelli che hanno fatto il bene in risurrezione di vita, e quelli che hanno fatto il male in risurrezione di condanna. Giov 5,28-29;
Qui il Signore parla del tutto chiaramente della Risurrezione Universale alla fine del
mondo! Si dice espressamente: "tutti coloro che sono nei sepolcri". Chi qui vuole vedere la Prima Risurrezione prima del Millennio "in uno quadro", non ha letto il testo correttamente.
Ora, se consideriamo le dichiarazioni alcuni versetti prima, riconosciamo un contesto completamente
diverso.
Quelli che avranno udita la voce del Figlio di Dio, vivranno.
Giov 5,25 In verità, in verità vi dico: l’ora viene, anzi è già venuta, che i morti udranno la voce del Figlio di Dio; e quelli che l’avranno udita, vivranno. Giov 5,25;
In questa "ora", che qui viene profetizzata, anche gli esseri umani risorgeranno.
Tuttavia non tutti, come nel versetto 28, ma solo "quelli che l’ avranno udita" – ossia la voce del
Figlio di Dio.
Comprendiamo dunque che il Figlio di Dio in Giov 5,28 non ha visto assolutamente due Risurrezioni "in un quadro", ma che il testo tratto da Giov 5,28 fu erroneamente interpretato come dichiarazione identica a Giov 5,25, che in realtà non è il caso.
Se ci si sforza di effettuare un’ analisi più precisa di questo testo, si comprende che qui si tratta in
totale di tre "ore" e dunque anche di tre diverse Risurrezioni.
Nella prima dichiarazione, in Giov 5,25 il Signore profetizza che egli chiamerà nel regno dei morti, e
coloro che udranno la sua voce, vivranno. In questa occasione, dunque, non risorgeranno tutti coloro che
sono nei sepolcri, ma soltanto coloro che udranno la sua voce.
Questa particolare Risurrezione avviene in due diversi momenti, in due "ore".
Qui si dice: "l’ ora viene, anzi è già venuta". Con il "già" si deve intendere naturalmente il tempo di Gesù. Concretamente, il Signore con ciò intende quella "piccola" Risurrezione, che è avvenuta secondo Mat 27,50-52 dopo la sua morte.
Le tombe s’aprirono e molti corpi dei santi, che dormivano, risuscitarono.
Mat 27,50 E Gesù, avendo di nuovo gridato con gran voce, rese lo spirito. 27,51 Ed ecco, la cortina del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si schiantarono, 27,52 le tombe s’aprirono e molti corpi dei santi, che dormivano, risuscitarono; 27,53 e, usciti dai sepolcri, dopo la risurrezione di lui, entrarono nella città santa e apparvero a molti. Mat 27,50-53;
Anche qui il Signore chiamerà nel regno dei morti, e anche questa volta non tutti i
morti udranno la sua voce, ma soltanto quei morti "in Cristo", che secondo 1Cor 15,50-55 e 1Tess 4,15-17 vengono risvegliati e poi successivamente, con gli eletti in vita, rapiti al Signore nell’ aria. Questo evento è conosciuto universalmente come "Rapimento".
I morti risusciteranno incorruttibili e noi saremo mutati.
1Cor 15,50 Or questo dico, fratelli, che la carne e il sangue non possono ereditare il regno di Dio; similmente la corruzione non eredita l’incorruttibilità. 15:51
Ecco, io vi dico un mistero: non tutti morremo, ma tutti saremo mutati in un momento, 15,52
in un batter d’occhio, al suono dell’ultima tromba; la tromba infatti suonerà, i morti risusciteranno incorruttibili e noi saremo mutati, 15,53 poiché bisogna che questo corruttibile rivesta l’incorruttibilità e questo mortale rivesta l’immortalità. 1Cor 15,50-53;
Quelli che sono morti in Cristo risusciteranno per primi.
1Tess 4,15 Ora vi diciamo questo per parola del Signore: noi
viventi, che saremo rimasti fino alla venuta del Signore, non precederemo coloro che si sono
addormentati 4,16 perché il Signore stesso con un potente comando, con voce di arcangelo
con la tromba di Dio discenderà dal cielo, e quelli che sono morti in Cristo risusciteranno per
primi; 4,17 poi noi viventi, che saremo rimasti saremo rapiti assieme a loro sulle nuvole, per
incontrare il Signore nell’aria; cosí saremo sempre col Signore. 1Tess 4,15-17;
E solo allora viene la terza "ora" dal versetto 28, che si riferisce alla Risurrezione Universale, prima del Giudizio Universale, e nella quale tutti coloro che sono nei sepolcri, udranno la voce del Figlio di Dio e resusciteranno.
L’ora viene, in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce.
Giov 5,28 Non vi meravigliate di questo, perché l’ora viene, in cui
tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce 5,29 e ne usciranno, quelli
che hanno fatto il bene in risurrezione di vita, e quelli che hanno fatto il male in risurrezione di condanna. Giov 5,28-29;
Come si può facilmente comprendere, in entrambe queste prime due "ore" non vi è alcuna Risurrezione del giudizio e dunque alcuna maledizione. In queste Risurrezioni diventano viventi solo
quelli "in Cristo" (che udranno la sua voce), che dunque hanno la vita eterna e sui quali la seconda
morte non ha più alcun potere.
Al contrario, nella terza "ora", nella Risurrezione Universale alla fine del mondo nel Giudizio
Universale, tutti coloro che sono nei sepolcri, e dunque buoni e cattivi, udranno la sua voce e
risorgeranno, gli uni alla vita, gli altri al giudizio.
Vogliamo ora tentare di condurre un’ analisi similmente dettagliata per Mat 25, per
comprendere dove questa profezia sia da collocare cronologicamente. Qui ancora una volta i passi del
testo biblico più importanti:
Ora, quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti gli angeli, allora si siederà sul trono della sua gloria.
Mat 25,31 »Ora, quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti gli angeli, allora si siederà sul trono della sua gloria. 25,32 E tutte le genti saranno radunate davanti a lui; ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri. 25,33 E metterà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra.
25,34 Allora il re dirà a quelli della sua destra: "Venite, voi, i benedetti del Padre mio; ereditate il regno che v’è stato preparato fin dalla fondazione del mondo. Mat 25,31-34;
Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno!
Mat 25,41 Allora dirà anche a quelli della sua sinistra: "Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli! Mat 25,41;
Questi se ne andranno a punizione eterna; ma i giusti a vita eterna».
Mat 25,46 Questi se ne andranno a punizione eterna; ma i giusti a vita
eterna». Mat 25,46;
Come più sopra è già stato esaustivamente spiegato, non è possibile fare altro se non
attribuire il testo tratto da Mat 25,41 e 46 al Giudizio Universale davanti al grande trono bianco.
Così, ciò che rimane è il testo tratto da Mat 25,31-34, e qui in particolare la dichiarazione
fondamentale di questo passo biblico, ossia la raccolta dei popoli davanti al trono e la separazione di
buoni e cattivi.
In una rappresentazione del tutto similare, in Mat 13,47-50, il Signore in una parabola menziona
esplicitamente che si tratta della "fine del mondo", e dunque del momento della Risurrezione Universale e del Giudizio Universale.
Alla fine del mondo, gli angeli verranno e separeranno i malvagi dai giusti.
Mat 13,47 Il regno dei cieli è pure simile ad una rete gettata in mare, che raccoglie ogni sorta di cose. 13,48 Quando è piena, i pescatori la tirano a riva e, postisi a sedere, raccolgono ciò che è buono nelle ceste, mentre gettano via quello non buono. 13,49 Cosí avverrà alla fine del mondo, gli angeli verranno e separeranno i malvagi dai giusti 13,50 e li getteranno nella fornace del fuoco. Lí sarà pianto e stridor di denti. Mat 13,47-50;
Anche qui avviene una "raccolta", ossia nelle reti. Ed anche qui avviene una
"separazione", ossia dei buoni dai cattivi. Ed anche qui dei cattivi si dice che essi verranno gettati nella fornace del fuoco.
Questo rafforza la concezione che questa "separazione" deve essere un avvenimento alla fine del mondo, ossia dunque nel Giudizio Universale. E là poi i giusti accederanno con il loro corpo di Risurrezione alla vita eterna, ma i maledetti – anch’ essi con questo corpo di Risurrezione – moriranno la seconda morte venendo gettati nello stagno di fuoco. Questo viene confermato proprio anche dai versetti qui sopra di Mat 25,41 e 46, dove i maledetti vengono spediti nel fuoco eterno all’ eterna punizione, mentre i giusti alla vita eterna.
Se si pensa che in un giudizio sui popoli all’ inizio del Millennio entrambi i gruppi hanno ancora 1000 anni davanti a sé, non importa ora dove possa essere il loro luogo di soggiorno, qui un "andare" alla punizione eterna o alla vita eterna per molte ragioni non è assolutamente comprensibile. Anche il regno dei morti troverà la sua fine secondo Apoc 20,14 e perciò non è adatto per l’ espiazione di una "punizione eterna", come si dice in Mat 25,46. Oltre tutto si può partire dal presupposto che tutti i passi che parlano di "punizione eterna", "fuoco eterno", "lago di fuoco" o "stagno di fuoco", sono chiaramente riferiti al Giudizio Universale.
Se però si vede questo discorso degli Ultimi Tempi del Signore in Mat 25,31-46 per quello che esso è,
ossia la descrizione dei processi nel Giudizio Universale alla fine del mondo, allora qui tutto ha la
sua esattezza. I popoli risorti vengono giudicati, i maledetti giungono nello stagno di fuoco, i
giusti accedono alla vita eterna del nuovo mondo.
Un ulteriore riferimento ce lo fornisce la definizione del Signore in quanto "re" in Mat 25,34. Questo dice che egli già regna – dunque nel Millennio, ossia qui alla fine del Millennio. Infatti, prima o all’ inizio del Millennio – dove dovrebbe essere fissato un giudizio sui popoli anticipato – il Signore non è ancora re e dopo il Millennio egli non è più re, perché sottomette se stesso e l’ intera prima creazione a suo Padre, affinché Dio sia tutto in tutti (1Cor 15,28).
Il re dice poi ai benedetti di suo Padre: "ereditate il regno che v‘è stato preparato fin dalla
fondazione del mondo". Se si interpreta questo passo come un giudizio sui popoli prima del Millennio,
allora il "regno" menzionato qui dovrebbe essere il Millennio. E qui non è assolutamente comprensibile perché solo i credenti poi viventi "ereditano" questo regno e tutti i fratelli e le sorelle morti fino a quel momento non dovrebbero avervi alcuna parte.
Se da un altro lato si volesse partire dal presupposto che con questo "regno" sarebbe inteso il cielo, ne risulta un problema ancora più grande: sappiamo che nel Millennio la terra sarà abitata da molti
esseri umani – credenti e non credenti. Se ora qui, nel giudizio sui popoli all’ inizio del Regno
Millenario, tutti i non credenti viventi vanno nel fuoco eterno e tutti i credenti spariscono in cielo,
non rimane alla fine nessun singolo essere umano per popolare la terra.
Nello stesso contesto – Mat 13 – troviamo anche la parabola della zizzania sotto il grano.
Alla fine del mondo gli angeli raccoglieranno gli operatori d’iniquità e li getteranno nella fornace del fuoco.
Mat 13,38 Il campo è il mondo, il buon seme sono i figli del regno, e la zizzania sono i figli del maligno, 13,39 e il nemico che l’ha seminata è il diavolo, mentre la mietitura è la fine del mondo, e i mietitori sono gli angeli. 13,40 Come dunque si raccoglie la zizzania e si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo.
13,41 Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, ed essi raccoglieranno dal suo regno
tutti gli scandali e gli operatori d’iniquità, 13,42 e li getteranno nella fornace del fuoco. Lì sarà pianto e stridor di denti. 13,43 Allora i giusti risplenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi da udire, oda!». Mat 13,38-43;
Ed anche qui abbiano i paralleli a Mat 25: il Figlio dell’ uomo manda i suoi angeli
all’ esecuzione del giudizio, per gettare tutti coloro che fanno un torto, nella fornace del fuoco. Ciò
significa però che il Signore prima, sul grande trono bianco, ha pronunciato il giudizio. Come in Mat 25,32, egli ha eseguito, attraverso la sua sentenza la separazione, e gli angeli eseguono ora questo giudizio. Ed anche qui i giusti accedono al regno del loro Padre – come in Mat 25,34 – dove essi risplendono come il sole.
E come già esposto più sopra, anche Giov 5,26-29 parla di questo avvenimento.
Ne verranno fuori quelli che hanno operato bene, in risurrezione di vita; quelli che hanno operato male, in risurrezione di giudizio.
Giov 5,26 Perché come il Padre ha vita in se stesso, così ha dato anche
al Figlio di avere vita in se stesso; 5,27 e gli ha dato autorità di giudicare, perché è il Figlio dell’uomo. 5,28 Non vi meravigliate di questo; perché l’ora viene in cui tutti quelli che sono nelle tombe udranno la sua voce e ne verranno fuori; 5,29 quelli che hanno operato bene, in risurrezione di vita; quelli che hanno operato male, in risurrezione di giudizio. Giov 5,26-29;
Davanti a questo Giudizio Universale, ora, stanno tutti gli esseri umani risorti nella
Risurrezione Universale alla fine del mondo, dunque i "popoli". Quelli "alla sinistra" vengono gettati nella fornace del fuoco, quelli "alla destra" erediteranno il regno e risplenderanno come il sole nel regno del loro Padre.
(Vedi anche capitolo 12: "La Risurrezione.")
È dunque abbastanza certo che il testo tratto da Mat 25,31,46 tratta del Giudizio
Universale alla fine del Regno Millenario, alla fine del mondo e non di un "giudizio sui popoli"
anticipato degli esseri umani viventi all’ inizio del Millennio.
L’ apparente ragione del perché qui ad alcuni esegeti venga l’ idea di un "giudizio sui popoli", è la menzione dei "popoli" in Mat 25,32. Questo induce a vedere qui le nazioni viventi. Ad una più precisa conoscenza degli accadimenti relativi al Giudizio Universale e specialmente in relazione alla Risurrezione dei morti, si comprende che questi "popoli" risorti sono quelli che stanno qui davanti al Signore. Questi risorti sono naturalmente anche corporei. Essi hanno un corpo di Risurrezione. E cioè tutti i risorti, sia i giusti che anche gli ingiusti.
Visti dalla loro indole, però, essi sono ancora – o meglio di nuovo – ciò che furono quando erano in
vita, ossia esseri umani di tutte le lingue, tribù e nazioni. E tutti questi popoli risorti vengono ora
radunati e stanno con il loro corpo di Risurrezione nel Giudizio Universale (ultimo) davanti al loro
giudice.
(Vedi anche excursus 07: "Il corpo della risurrezione.")
E tutte le genti saranno radunate davanti a lui; ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri.
Mat 25,31 »Ora, quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti gli angeli, allora si siederà sul trono della sua gloria. 25,32 E tutte le genti saranno radunate davanti a lui; ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri. 25,33 E metterà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. Mat 25,31-33;
Il Signore li separerà, come un pastore separa le pecore dai capri ("caproni"
nell‘ originale).
E dunque questa venuta del Signore dopo il Millennio, quando viene per il Giudizio Universale, si
differenzia anche dalla sua seconda venuta prima del Millennio, quando viene per il Risveglio e il
Rapimento dei morti "in Cristo". Egli viene al Giudizio Universale a causa del peccato, al Rapimento
tuttavia per "coloro che lo aspettano per la salvezza", come formula così appropriatamente la lettera agli Ebrei.
Cristo apparirà una seconda volta senza peccato a coloro che lo aspettano per la salvezza.
Ebr 9,27 E come è stabilito che gli uomini muoiano una sola
volta, e dopo ciò viene il giudizio,9,28 così anche Cristo, dopo essere stato offerto una sola volta per prendere su di sé i peccati di molti, apparirà una seconda volta senza peccato a coloro che lo aspettano per la salvezza. Ebr 9,27-28;
Vediamo, dunque, che la si può girare e rivoltare come si vuole, ma un "giudizio sui
popoli" non ha alcun senso.
(Vedi anche tabella 13: "Il giudizio sui popoli alla fine del mondo.")
Con ciò arriviamo al secondo testo, che viene addotto dai rappresentanti di un "giudizio
sui popoli" come prova della Scrittura.
Sembra che proprio l’ applicazione di Gioele 4 nella teoria di un "giudizio sui popoli" all’ inizio del Regno Millenario si basi sulla semplice riflessione: qui vi sono schiere di esseri umani, là vi sono schiere di esseri umani, qui viene giudicato, là viene giudicato, e dunque entrambi gli avvenimenti si appartengono.
Tuttavia, il fatto che in Mat 25,31-46 e Gioel 4,1-21 vengano descritti avvenimenti completamente
diversi, dovrebbe essere ora dimostrato qui.
Innanzitutto, è necessario spiegare la definizione del termine "giudizio". Questa parola
ha infatti – per lo meno in tedesco – due significati alquanto differenti. Il modo migliore di
illustrare le differenze è illustrare il risultato.
1. La corte che pronuncia il giudizio.
In questo giudizio viene deliberato su uno stato di cose e come risultato
viene pronunciata una sentenza. È necessaria una produzione di prove e il risultato può essere positivo
o negativo. Questo è il "giudizio giudiziario", come viene descritto più sopra in Mat 25,31-34, e coloro che ne sono implicati
"vengono davanti al giudizio (alla corte)".
Un esempio a tale proposito è proprio il testo analizzato qui tratto da Mat 25,32-33.
Mat 25,32 E tutte le genti saranno riunite davanti a lui ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri. 25,33 e metterà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. Mat 25,32-33;
Qui si tratta chiaramente di una corte che pronuncia il giudizio nel senso della
definizione menzionata qui sopra. Da un lato abbiamo i popoli, che stanno davanti al trono, e dall’ altro una corte, presso la quale il giudizio su "buoni" e "cattivi" viene pronunciato.
2. Il giudizio che punisce.
Qui non è più necessario alcun giudizio. Il giudizio è già stato pronunciato
e si è rivelato negativo. Qui non si tratta soltanto più dell’ esecuzione. Questo è il "Giudizio di
Condanna", come sotto in Gioel 4,1-2 e 12-14 e coloro che sono implicati in esso
"su di essi viene il giudizio".
Un esempio a tale proposito ci viene offerto da Mal 3,5:
Io mi accosterò a voi per giudicare contro quelli che derubano l’operaio del suo salario.
Mal 3,5 «Io mi accosterò a voi per giudicare e sarò un testimone
pronto contro gli incantatori, contro gli adùlteri, contro quelli che giurano il falso, contro quelli
che derubano l’operaio del suo salario, che opprimono la vedova e l’orfano, che fanno torto allo
straniero e non hanno timore di me», dice il SIGNORE degli eserciti. Mal 3, 5;
Questo è nel senso della definizione più sopra un Giudizio di Condanna e nel migliore
dei casi viene dopo che la corte ha pronunciato il giudizio, ma non è assolutamente identico ad esso.
Da qui risulta la conclusione: Mat 25,31-46 e Gioel 4,1-21 non possono rappresentare già uno e lo stesso avvenimento per ragioni puramente formali.
Qui, ora, il paragrafo completo del testo tratto da Gioele 4,1-21.
Il giudizio di Dio su tutte le nazioni circostanti. La salvezza per Israele
Gioel 3,1 «Infatti ecco, in quei giorni, in quel tempo, quando ricondurrò
dall’esilio quelli di Giuda e di Gerusalemme, 3,2 io adunerò tutte le nazioni, e le farò scendere nella
valle di Giosafat. Là le chiamerò in giudizio a proposito della mia eredità, il popolo d’Israele, che
esse hanno disperso tra le nazioni, e del mio paese, che hanno spartito fra di loro. 3,3 Hanno tirato a sorte il mio popolo; hanno dato un ragazzino in cambio di una prostituta, hanno venduto una ragazzina per del vino, e si sono messi a bere.
3,4 Anche voi, Tiro, Sidone e tutta quanta la Filistia, che cosa pretendete da me? Volete darmi una retribuzione, o volete fare del male contro di me? Subito, in un attimo, io farò ricadere la vostra retribuzione sul vostro capo,
3,5 perché avete preso il mio argento e il mio oro, avete portato nei vostri templi i miei tesori più preziosi, 3,6 e avete venduto ai figli di Iavan i figli di Giuda e i figli di Gerusalemme, per allontanarli dalla loro patria.
3,7 Ecco, io li richiamo dal luogo dove voi li avete venduti e farò ricadere le vostre colpe sul vostro capo. 3,8 Venderò i vostri figli e le vostre figlie ai Giudei, che li venderanno ai Sabei, nazione lontana»; perché il SIGNORE ha parlato.
3,9 Proclamate questo fra le nazioni! Preparate la guerra! Risvegliate i prodi! Vengano e salgano tutti gli uomini di guerra! 3,10 Fabbricate spade con i vostri vomeri, e lance con le vostre roncole! Dica il debole: «Sono forte!»
3,11 Affrettatevi, venite, nazioni circostanti, e adunatevi! Là, o SIGNORE, fa’ scendere i tuoi prodi!
3,12 «Le nazioni si muovano e vengano alla valle di Giosafat! perché là io mi metterò seduto per giudicare tutte le nazioni circostanti.
3,13 Date mano alla falce, perché la mèsse è matura! Venite, pigiate, poiché il torchio è pieno, i tini traboccano; poiché grande è la loro malvagità».
3,14 C’è una folla, una moltitudine, nella valle del Giudizio! Perché il
giorno del SIGNORE è vicino, nella valle del Giudizio. 3,15 Il sole e la luna si oscurano e le stelle
perdono il loro splendore. 3,16 Il SIGNORE ruggirà da Sion, farà sentire la sua voce da Gerusalemme, e i cieli e la terra tremeranno; ma il SIGNORE sarà un rifugio per il suo popolo, una fortezza per i figli d’Israele.
3,17 «Voi saprete che io sono il SIGNORE, il vostro Dio; io dimoro in Sion, il mio monte santo; e Gerusalemme sarà santa, e gli stranieri non vi passeranno più. 3,18 Quel giorno le montagne stilleranno mosto, il latte scorrerà dai colli, e l’acqua fluirà da tutti i ruscelli di Giuda; dalla casa del SIGNORE sgorgherà una fonte, che irrigherà la valle di Sittim.
3,19 L’Egitto sarà desolato e Edom diventerà uno squallido deserto a causa della violenza fatta ai figli di Giuda e del sangue innocente sparso sulla loro terra.
3,20 Ma Giuda sarà abitata per sempre, e Gerusalemme di età in età.
3,21 Io vendicherò il loro sangue, quello che non ho ancora vendicato». E il SIGNORE dimorerà in Sion. Gioel 3, 1-21;
Già ad una considerazione superficiale, si riconosce che qui si tratta dell’ altro tipo
di giudizio. Non è una corte nella quale viene pronunciato un giudizio sui buoni e sui cattivi, ma
questo è un Giudizio di Condanna. E cioè un Giudizio di Condanna sui "gentili tutt’ intorno", perché essi hanno distrutto Israele e si sono spartiti il paese.
Là le chiamerò in giudizio a proposito della mia eredità, il popolo d’Israele.
Gioel 3,1 «Infatti ecco, in quei giorni, in quel tempo, quando ricondurrò
dall’esilio quelli di Giuda e di Gerusalemme, 3,2 io adunerò tutte le nazioni, e le farò scendere nella valle di Giosafat. Là le chiamerò in giudizio a proposito della mia eredità, il popolo d’Israele, che esse hanno disperso tra le nazioni, e del mio paese, che hanno spartito fra di loro. 3,3 Hanno tirato a sorte il mio popolo; hanno dato un ragazzino in cambio di una prostituta, hanno venduto una ragazzina per del vino, e si sono messi a bere. Gioel 3, 1- 3;
Affrettatevi, venite, nazioni circostanti, e adunatevi! Là, o SIGNORE, fa’ scendere i tuoi prodi!.
Gioel3,9 Proclamate questo fra le nazioni! Preparate la guerra! Risvegliate i prodi! Vengano e salgano tutti gli uomini di guerra! 3,10 Fabbricate spade con i vostri vomeri, e lance con le vostre roncole! Dica il debole: «Sono forte!»
3,11 Affrettatevi, venite, nazioni circostanti, e adunatevi! Là, o SIGNORE, fa’ scendere i tuoi prodi!
3,12 «Le nazioni si muovano e vengano alla valle di Giosafat! perché là io mi metterò seduto per giudicare tutte le nazioni circostanti.
3,13 Date mano alla falce, perché la mèsse è matura! Venite, pigiate, poiché il torchio è pieno, i tini traboccano; poiché grande è la loro malvagità». Gioel 3, 9-13;
In Gioel 3,11 comprendiamo che si tratta di una battaglia. Di una battaglia tra gli
eserciti dei gentili e l’ esercito – "i prodi" – di Dio. Ed è anche Dio che li esorta a prepararsi per la
"guerra santa".
Qui, ora, il contesto diventa del tutto chiaro. Nella battaglia di Harmaghedon, l’ Anticristo si
posizionerà con i suoi eserciti e combatterà contro il Signore Gesù con i suoi santi e tutto il suo
esercito celeste e da lui sarà sconfitto, come apprendiamo in Apoc 19,11-18.
Ed egli pigerà il tino del vino dell’ira ardente del Dio onnipotente.
Apoc 19,11 Poi vidi il cielo aperto, ed ecco apparire un cavallo bianco. Colui che lo cavalcava si chiama Fedele e Veritiero; perché giudica e combatte con giustizia. 19,12 I suoi occhi erano una fiamma di fuoco, sul suo capo vi erano molti diademi e portava scritto un nome che nessuno conosce fuorché lui. 19,13 Era vestito di una veste tinta di sangue e il suo nome è la Parola di Dio.
19,14 Gli eserciti che sono nel cielo lo seguivano sopra cavalli bianchi, ed erano vestiti di lino fino bianco e puro.
19,15 Dalla bocca gli usciva una spada affilata per colpire le nazioni; ed egli le governerà con una verga di ferro,
e pigerà il tino del vino dell’ira ardente del Dio onnipotente. 19,16 E sulla veste e sulla coscia porta scritto questo nome: RE DEI RE E SIGNORE DEI SIGNORI.
19,17 Poi vidi un angelo che stava in piedi nel sole. Egli gridò a gran voce a tutti gli uccelli che volano in mezzo al cielo: «Venite! Radunatevi per il gran banchetto di Dio; 19,18 per mangiare carne
di re, di capitani, di prodi, di cavalli e di cavalieri, di uomini d’ogni sorta, liberi e schiavi, piccoli e grandi». Apoc 19,11-18;
C’è una folla, una moltitudine, nella valle del Giudizio! Perché il giorno del SIGNORE è vicino.
Joel 3,14 C’è una folla, una moltitudine, nella valle del Giudizio! Perché ilpgiorno del SIGNORE è vicino, nella valle del Giudizio. 3,15 Il sole e la luna si oscurano e le stelle perdono il loro splendore. 3,16 Il SIGNORE ruggirà da Sion, farà sentire la sua voce da Gerusalemme, e i cieli e la terra tremeranno; ma il SIGNORE sarà un rifugio per il suo popolo, una fortezza per i figli d’Israele.
3,17 «Voi saprete che io sono il SIGNORE, il vostro Dio; io dimoro in Sion, il mio monte santo; e Gerusalemme sarà santa, e gli stranieri non vi passeranno più. 3,18 Quel giorno le montagne
stilleranno mosto, il latte scorrerà dai colli, e l’acqua fluirà da tutti i ruscelli di Giuda; dalla
casa del SIGNORE sgorgherà una fonte, che irrigherà la valle di Sittim.
3,19 L’Egitto sarà desolato e Edom diventerà uno squallido deserto a causa della violenza fatta ai figli di Giuda e del sangue innocente sparso sulla loro terra.
3,20 Ma Giuda sarà abitata per sempre, e Gerusalemme di età in età. 3,21 Io vendicherò il loro sangue,
quello che non ho ancora vendicato». E il SIGNORE dimorerà in Sion. Gioel 3,14-21;
Dalla dichiarazione in Gioel 3,14: "Perché il giorno del SIGNORE è vicino, nella valle del Giudizio", comprendiamo che qui si tratta della battaglia di Harmaghedon.
(Vedi anche capitolo 07: "La Battaglia di Harmaghedon.".)
Nel versetto 15, con la dichiarazione "Il sole e la luna si oscurano e le stelle perdono
il loro splendore", abbiamo il riferimento alla Grande Tenebra all’ inizio del Giorno del Signore.
(Vedi anche capitolo 04: ";La Grande Tenebra.")
E il versetto 16 illustra poi l’ apparizione del Signore, alla quale poi seguirà il
Giudizio di Condanna, la trasformazione di cielo e terra con catastrofi di terremoti su tutta la terra
come preparazione al Millennio, dove "Il SIGNORE ruggirà da Sion, farà sentire la sua voce da
Gerusalemme, e i cieli e la terra tremeranno; ma il SIGNORE sarà un rifugio per il suo popolo, una
fortezza per i figli d’ Israele"
(Vedi anche capitolo 05: "il giorno del SIGNORE.")
(Vedi anche capitolo 08: "La trasformazione del cielo e della terra.")
E, infine, a partire dal versetto 17 fino al versetto 20 troviamo una descrizione
chiarissima del Millennio, che a sua volta seguirà a questo Giudizio di Condanna nel Giorno del Signore.
(Vedi anche capitolo 10: ";Il Millennio.")
Qui abbiamo dunque una precisa descrizione di tutti gli avvenimenti che seguiranno alla
battaglia di Harmaghedon. La battaglia di Harmaghedon, ora, è un avvenimento del tempo prima del
Millennio documentato relativamente bene nell’ esegesi, e non ha assolutamente nulla a che fare con un
"giudizio sui popoli" sui buoni e sui cattivi.