La Grande Tribolazione – Tribolazione per i credenti o per il mondo?
Tribolazione per tutti gli esseri umani.
Tabella – La Grande Tribolazione – cronologia degli eventi.
La Tribolazione dei credenti in Gesù.
La prima bestia, l’Anticristo.
L’Anticristo uccide i due testimoni a Gerusalemme.
La conquista e la dispersione di Gerusalemme.
La dominazione dell’Anticristo.
Esiste un nesso tra le catastrofi
ambientali e lo sviluppo culturale? / discorso 1133
La "Grande Tribolazione" è quel periodo con il quale iniziano gli Ultimi
Tempi. La prima metà di questo periodo temporale (inizio delle doglie) è caratterizzato
dalle catastrofi mondiali e dai due testimoni di Dio a Gerusalemme, che con la conquista e
la dispersione di Gerusalemme per mano dell’Anticristo vengono uccisi da quest’ultimo. I
successivi tre anni e mezzo sono il tempo della dominazione dell’Anticristo e della
persecuzione dei credenti in Gesù.
L’ultimo evento di questo periodo è la grande tenebra, che con l’oscuramento degli astri
annuncia già il periodo successivo, il "Giorno del Signore".
Nota Post Scriptum: (Vedi anche Discorso 05: "Il parallelismo degli eventi in Mat 24 e
Apoc 6 e 7.) In questo contesto, è stato riconosciuto, anche a causa di 2Tess 2,1-4 e
Apoc 13,1-11, che non può essere solo un Anticristo a dominare gli ultimi giorni, ma
due Anticristi: un despota umano (Cavaliere sul cavallo bianco, Apoc 6,1-2) nella Grande
Tribolazione (Apoc 6,1-8; Mat 24,1-25) e uno spirito demoniaco (bestia dal mare, Apoc 13) nel giorno dell’ira di
Dio (Vedi anche discorso 86: "Il primo e
il secondo Anticristo.") Visto comunque che da questa nuova interpretazione ne derivano solamente
alcuni spostamenti nella cronologia degli eventi, il contenuto però, con poche
eccezioni, resta nel suo complesso invariato, riteniamo che i documenti con la vecchia
interpretazione – tenendo conto di questo avviso -, abbiano ancora la loro
giustificazione e restano pertanto validi. Una sintesi dei cambiamenti si trova nel
discorso 48. (Vedi anche discorso 48: "Interpretazione
alternativa degli eventi degli ultimi tempi") |
La Grande Tribolazione nei circoli di molti credenti è ben nota come il
punto centrale di due concezioni divergenti del Rapimento. Da un lato la corrente del
pretribolazionismo (da tribolazione), ossia della dottrina del Rapimento prima della
Grande Tribolazione, e dall’altro del posttribolazionismo, la dottrina del Rapimento dopo
la Grande Tribolazione.
A questo proposito è sempre interessante constatare che qui l’argomentazione è molto
impegnata da entrambe le parti e viene condotta con molta conoscenza della Scrittura, ma
che tuttavia – come appare – viene premesso un aspetto essenziale e centrale nella
discussione per lo più non considerato o probabilmente dato come noto. E infatti, è questa
la Grande Tribolazione stessa e gli eventi che dominano questo periodo degli Ultimi Tempi
e che le danno il suo nome.
L’opinione corrente su tale questione è l’interpretazione che crede che la Grande
Tribolazione sia la persecuzione dei credenti (Mat 24,21-24) sotto la dominazione
dell’Anticristo, seguita dal Ritorno del Signore e dalla "raccolta degli eletti" (Mat
24,30-31).
Altri esegeti partono d’altra parte dal presupposto che la Grande Tribolazione sia
identica al "Giorno del Signore" (John F. Walvoord, "Punti cruciali della profezia
biblica", p. 246) e dunque un tempo di catastrofi mondiali con oscuramento degli astri,
etc. secondo Gioel 3,1-5, e collocano quindi il Rapimento prima di questa, la loro
interpretazione della Grande Tribolazione.
Di conseguenza – per quanto possibile – al fine di fare chiarezza, intendiamo qui
esaminare tale questione un po’ più nel dettaglio.
Partiamo da quel testo tratto dalla Scrittura, che solitamente viene
citato in relazione con la "Grande Tribolazione", ossia Mat 24,15-28:
Un afflizione così grande, come non è mai stata fin dal principio del mondo.
Mat 24,15 »Quando dunque avrete visto
l’abominazione della desolazione predetta dal profeta Daniele, posta nel luogo santo (chi
legge intenda), 24,16 allora coloro che sono nella Giudea fuggano ai monti. 24,17
Chi si trova sulla terrazza della casa, non scenda a prendere qualcosa di casa sua; 24,18
e chi è nei campi, non torni indietro a prendere il suo mantello. 24,19 Ma guai alle donne
incinte e a quelle che allatteranno in quei giorni! 24,20 E pregate che la vostra fuga non
accada d’inverno, né di sabato 24,21 perciocchè allora vi sarà grande afflizione,
qual non fu giammai, dal principio del mondo infino ad ora; ed anche giammai più
non sarà.
24,22 E se quei giorni non fossero abbreviati, nessuna carne si salverebbe; ma a motivo
degli eletti quei giorni saranno abbreviati. 24,23 Allora, se qualcuno vi dice: "Il Cristo è qui", oppure: "È là", non lo credete; 24,24 perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti, e faranno grandi segni e prodigi da sedurre, se fosse possibile, anche gli eletti. 24,25 Ecco, ve l’ho predetto.
24,26 Se dunque vi dicono: "Eccolo, è nel deserto", non v’andate; "Eccolo, è nelle stanze interne", non lo credete; 24,27 infatti, come il lampo esce da levante e si vede fino a ponente, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. 24.28 Dovunque sarà il cadavere, lì si raduneranno le aquile. Mat 24,15-28;
La denominazione "afflizione" per la Tribolazione qui non deve
sorprendere: in tedesco sono solo sinonimi per una stessa parola greca. Qui si parla
dunque di una tribolazione "così grande, come non è mai stata fin dal principio del
mondo". Si pone quindi la questione relativa al contenuto, alla natura di questa
tribolazione. Gli eventi menzionati dopo questa dichiarazione sono esclusivamente
caratteristiche di questo tempo? Se questo è il caso, allora la grande tribolazione
sarebbe un tempo della seduzione dei credenti mediante falsi Cristi e falsi profeti.
Oppure, invece, questi fenomeni temporali sono solo la conseguenza di un altro evento,
essenzialmente più grande?
Ora abbiamo alcuni versetti prima dove si menziona parimenti una "tribolazione":
E sarete odiati da tutte le genti a causa del mio nome.
Mat 24,9 Allora vi sottoporranno a supplizi e vi
uccideranno; e sarete odiati da tutte le genti a causa del mio nome.
24,10 Allora molti si scandalizzeranno, si tradiranno e si
odieranno l’un l’altro. 24,11 E sorgeranno molti falsi profeti, e ne sedurranno
molti. Mat 24, 9-11;
Anche qui vengono menzionati i falsi profeti e dunque si potrebbe
presumere che entrambi questi testi – Mat 24,9-14 e Mat 24,21-27 – sono del tutto
semplicemente passi paralleli di un solo e stesso evento e che devono essere visti l’uno
accanto all’altro o "uno nell’altro", così come è illustrato qui di seguito.
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Comprendiamo che in entrambi i paragrafi si parla non solo di una
tribolazione e di falsi profeti, ma entrambi i testi arrivano nelle loro dichiarazioni
anche fino alla "fine". Un passo biblico si chiude con la venuta del Signore, che –
secondo Mat 24,29-30 – termina la tribolazione, e l’altro dice espressamente "allora verrà
la fine", ossia la fine di questa tribolazione, e allude dunque direttamente anch’esso
alla venuta del Signore.
Il testo procede poi, di seguito al versetto Mat 24,28, con i segni negli astri:
Dopo la tribolazione di quei giorni, il sole si oscurerà, la luna non darà più il suo splendore.
Mat 24,27 infatti, come il lampo esce da levante e si vede
fino a ponente, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. 28 Dovunque sarà il cadavere, lì
si raduneranno le aquile.
24,29 Subito dopo la tribolazione di quei giorni, il sole si oscurerà, la luna non darà
più il suo splendore, le stelle cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno
scrollate.
24,30 Allora apparirà nel cielo il segno del Figlio dell’uomo; e
allora tutte le tribù della terra faranno cordoglio e vedranno il Figlio dell’uomo venire
sulle nuvole del cielo con gran potenza e gloria. Mat 24,27-30;
Dunque, nel versetto 29 in questo capitolo abbiamo il terzo riferimento ad
una tribolazione. Partiamo dal presupposto che questo è un rimando alla "grande
tribolazione" del versetto 21, che qui è già concluso ("subito dopo la tribolazione") e
dunque l’annuncio dal versetto 27, ossia la venuta del Figlio dell’Uomo, nel versetto 30
diventa ora realtà.
Il parallelismo di questi primi due testi tratti da Mat 24,9-14 e 21-27 viene tuttavia
continuamente messo in dubbio attraverso una relativamente piccola differenza delle
dichiarazioni. In Mat 24,9 si parla di una tribolazione ("oppressione"), in Mat 24,21 al
contrario si dice "allora vi sarà una grande tribolazione". Ma di questa differenza
parleremo ancora più sotto.
Secondo questa interpretazione, dunque, la Grande Tribolazione è un periodo della
seduzione dei cristiani e degli eletti attraverso falsi profeti e falsi Cristi. Chi non si
lascia sedurre, viene perseguitato e ucciso.
Questo testo, dunque, sembra essere evidente e il contesto chiaro, se non vi fosse un
riferimento in Mat 24,21 ad una particolare caratteristica di questa tribolazione:
Mat 24,21 perché allora vi sarà una grande tribolazione,
quale non v’è stata dal principio del mondo fino ad ora, né mai più vi sarà. Mat 24,21;
E questa dichiarazione viene corroborata anche dal testo parallelo di Dan
12,1-2:
Vi sarà un tempo di angoscia, come non ce ne fu mai da quando sorsero le nazioni fino a quel tempo.
Dan 12,1 «In quel tempo
sorgerà Michele, il grande capo, il difensore dei figli del tuo popolo; vi sarà un
tempo di angoscia, come non ce ne fu mai da quando sorsero le nazioni fino a quel tempo;
e in quel tempo, il tuo popolo sarà salvato; cioè, tutti quelli che saranno trovati
iscritti nel libro. 12,2 Molti di quelli che dormono nella polvere della terra si
risveglieranno; gli uni per la vita eterna, gli altri per la vergogna e per una eterna
infamia. Dan 12, 1- 2;
Qui in Dan 12,1-2 riconosciamo un evidente parallelo con Mat 24,21. In
entrambi i testi, sia nell’Antico Testamento che anche nel Nuovo Testamento, questa Grande
Tribolazione viene definita come un tempo della tribolazione, come esso non è stato
dall’inizio del mondo ad ora. E non importa quali terribili scenari di orrore uno si possa
immaginare sotto la persecuzione dei credenti, non si troveranno atrocità, che non sono
state già commesse su esseri umani per mano di altri esseri umani nel corso della storia.
In particolare il popolo di Israele nel suo passato ha già patito tutte le sofferenze, che
gli esseri umani possono infliggersi l’un l’altro. Non importa se queste erano ora le
torture degli ebrei credenti sotto Antioco Epifane, che possiamo rileggere nelle Lettere
ai Maccabei (2Mac 7,1-42), la conquista di Gerusalemme da parte dei crociati, i pogrom
contro gli ebrei in tutta Europa o il crimine perpetrato contro il popolo ebraico nella
nostra epoca, sotto Hitler, solo per menzionarne alcuni.
Ma anche la tribolazione dei cristiani, iniziando dalle persecuzioni dei cristiani durante
l’Impero Romano, passando per l’inquisizione della chiesa romana fino alla controriforma,
ha già contenuto tutte le impronte del tormento, come essere dilaniati da bestie feroci,
essere torturati in un "penoso interrogatorio" o essere bruciati sul rogo.
Si possono tormentare singoli esseri umani ed anche un intero popolo "solo" fino alla
morte. E proprio questo è già accaduto nella storia del mondo anche troppo spesso. Una
comparazione "quale non v’è stata dal principio del mondo fino ad ora" non è dunque
immaginabile sotto il titolo di una persecuzione solo di esseri umani.
Vi è però ancora un ulteriore riferimento nel testo di Mat 24, che fa sì che sembri
opportuno vedere la Grande Tribolazione non solo come una tribolazione per i credenti. Là
si dice in
Mat 24,22 Se quei giorni non fossero stati abbreviati,
nessuno scamperebbe; ma, a motivo degli eletti, quei giorni saranno abbreviati.
Mat 24,22;
Se dunque questi giorni "a motivo degli eletti" vengono abbreviati, ciò
implica che in quel tempo vi sono anche dei "non eletti" e che anche questi devono essere
colpiti da questa tribolazione. Questo viene confermato anche dalla prima parte della
frase, dove si dice che "nessuno" verrebbe salvato. Con la denominazione "nessuno" devono
essere sussunti sia i credenti che anche gli atei. E gli atei in fondo non possono essere
perseguitati a causa della loro fede in Cristo.
Questo tipo di tribolazione – ossia la persecuzione dei credenti – non può essere di
conseguenza quella "Grande Tribolazione", "quale non v’è stata dal principio del mondo
fino ad ora, né mai più vi sarà".
Ma, ora, cos’è questa Grande Tribolazione? Probabilmente qui manca l’aspetto globale,
mondiale di questa tribolazione. Un aspetto che possiamo riconoscere nella seconda
corrente interpretativa menzionata più sopra. Là si ritiene che con Grande Tribolazione si
debbano intendere quelle catastrofi mondiali che sconvolgeranno il mondo nel Giorno del
Signore.
Dei molti riferimenti che abbiamo nella Scrittura su quel periodo, se ne citino qui solo
due:
Il grande e terribile giorno del SIGNORE.
Gioel 2, 31 Il sole sarà cambiato in tenebre, e la luna in
sangue, prima che venga il grande e terribile giorno del SIGNORE. 2,32 Chiunque
invocherà il nome del SIGNORE sarà salvato; poiché sul monte Sion e a Gerusalemme vi sarà
salvezza, come ha detto il SIGNORE,così pure fra i superstiti che il SIGNORE chiamerà.
Gioel 2,31-32;
Un terremoto così forte che da quando gli uomini sono sulla terra.
Apoc 16,17 Poi il settimo angelo versò la sua coppa
nell’aria; e dal tempio uscì una gran voce proveniente dal trono, che diceva: «È
fatto». 16,18 E ci furono lampi, voci, tuoni e un terremoto così forte che da quando
gli uomini sono sulla terra non se n’è avuto uno altrettanto disastroso.
Apoc 16,17-18;
Anche qui sopra in Apoc 16,18 il grande terremoto – così come la Grande
Tribolazione in Mat 24,17 e Dan 12,1 – viene corredato dell’attributo: "che da quando gli
uomini sono sulla terra non se n’è avuto uno". E qui, davvero, si ha per la prima volta
l’impressione che queste saranno catastrofi come mai ve ne sono state fino ad ora.
Tuttavia anche questa interpretazione della Grande Tribolazione non deve essere vista
senza contraddizione. Il "Giorno del Signore" menzionato in questo testo viene preceduto
dalla "grande tenebra" menzionata in Mat 24,29.
Il sole si oscurerà, la luna non darà più il suo splendore.
Mat 24,29 Subito dopo la tribolazione di quei
giorni, il sole si oscurerà, la luna non darà più il suo splendore, le stelle
cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno scrollate. Mat 24,29;
Anche nell’Antico Testamento abbiamo riferimenti a questo particolare
evento:
Il gran giorno del SIGNORE è un giorno di tenebre e caligine.
Sof 1,14 Il gran giorno del SIGNORE è vicino; è vicino
e viene in gran fretta; si sente venire il giorno del SIGNORE e il più valoroso grida
amaramente. 1,15 Quel giorno è un giorno d’ira, un giorno di sventura e d’angoscia,
un giorno di rovina e di desolazione, un giorno di tenebre e caligine, un giorno di nuvole
e di fitta oscurità, 1,16 un giorno di squilli di tromba e di allarme contro le città
fortificate e le alte torri. Sof 1,14-16;
Ora, però, più sopra, in Mat 24,29, si dice: "Subito dopo la
tribolazione di quei giorni, il sole si oscurerà". Quindi, questo "Giorno del
Signore" inizia con l’oscuramento del sole e della luna solo dopo la tribolazione
di quel tempo e di conseguenza non può essere il suo contenuto.
La seduzione e la persecuzione dei credenti o anche di altri esseri umani secondo Mat
24,9-14 non può essere esclusivamente quell’evento del quale in Mat 24,21 si dice: "vi
sarà una grande tribolazione, quale non v’è stata dal principio del mondo fino ad ora, né
mai più vi sarà", poiché non vi è alcun pensabile aggravamento qualitativo delle torture e
del tormento dell’essere umano, che non sarebbero stati già esercitati nella storia umana
dall’essere umano sull’essere umano.
La possibilità di un’interpretazione "quantitativa" di questa tribolazione – dunque il
morire degli esseri umani di tutto il mondo "come le mosche" – si adatterebbe piuttosto a
questa immagine e sarebbe da riconoscere anche nella Scrittura negli eventi del "Giorno
del Signore" (Isa 51,6). Tuttavia, il fatto che questo periodo secondo Mat 24,29 inizi
solo dopo la Grande Tribolazione, dimostra che esso è un evento indipendente che ha luogo
dopo e impedisce di interpretarlo come il contenuto dell’evento della Grande Tribolazione
stessa.
Di conseguenza, vogliamo considerare ancora una volta il passo in
discussione in Mat 24,21:
Mat 24,21 perché allora vi sarà una grande tribolazione,
quale non v’è stata dal principio del mondo fino ad ora, né mai più vi sarà.
Mat 24,21;
Da questa dichiarazione non si deve assolutamente dedurre che questa
tribolazione debba essere limitata solo ai credenti. Il riferimento "quale non v’è stata
dal principio del mondo" appare al contrario alludere piuttosto al fatto che qui si tratta
di un evento unico nel mondo. L’immediato contesto allude alla seduzione dei credenti, ma
tuttavia non menziona con alcuna parola che proprio queste seduzioni dovrebbero
contemporaneamente descrivere anche la "grande tribolazione".
Solo nel testo di Mat 24,9 abbiamo la dichiarazione "Allora vi abbandoneranno
all’oppressione e vi uccideranno". E qui ora si pone nuovamente la domanda già toccata più
sopra: i testi di Mat 24,9-14 e 24,21-27 sono paralleli e dunque entrambe le menzioni di
una tribolazione devono essere viste come identiche oppure no? In considerazione
dell’argomentazione posta più sopra, possiamo chiaramente identificare Mat 24,9-14 come
tribolazione dei credenti, mentre Mat 24,21-27 appare piuttosto rappresentare una "grande
Tribolazione" con catastrofi mondiali.
E di catastrofi mondiali si parla anche in un altro punto della Scrittura, che pure – ed
esclusivamente – si occupa degli Ultimi Tempi: nell’Apocalisse di Giovanni non abbiamo
solo l’annuncio dei più terribili giudizi di Dio che devono abbattersi sulla terra, ma lì
abbiamo anche un testo che non si può tralasciare di vedere in relazione con la Grande
Tribolazione. Qui in Apoc 7,9-17, Giovanni vede una grossa moltitudine proveniente da
tutte le nazioni in cielo, che sta in piedi davanti al trono di Dio.
Quelli che vengono dalla grande tribolazione non avranno più fame e non avranno più sete.
Apoc 7,9 Dopo queste cose guardai e vidi una folla immensa
che nessuno poteva contare, proveniente da tutte le nazioni, tribù, popoli e lingue,
che stava in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, vestiti di bianche vesti e con
delle palme in mano. 7,10 E gridavano a gran voce, dicendo: «La salvezza appartiene al
nostro Dio che siede sul trono, e all’Agnello».
7,11 E tutti gli angeli erano in piedi intorno al trono, agli anziani e alle quattro
creature viventi; essi si prostrarono con la faccia a terra davanti al trono e adorarono
Dio, dicendo: 7,12 «Amen! Al nostro Dio la lode, la gloria, la sapienza, il
ringraziamento, l’onore, la potenza e la forza, nei secoli dei secoli! Amen».
7,13 Poi uno degli anziani mi rivolse la parola, dicendomi: «Chi sono queste
persone vestite di bianco e da dove sono venute?» 7,14 Io gli risposi: «Signor mio,
tu lo sai». Ed egli mi disse: «Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione.
Essi hanno lavato le loro vesti, e le hanno imbiancate nel sangue dell’Agnello.
7,15 Perciò sono davanti al trono di Dio e lo servono giorno e notte, nel suo
tempio; e colui che siede sul trono stenderà la sua tenda su di loro. 7,16 Non
avranno più fame e non avranno più sete, non li colpirà più il sole né alcuna arsura;
7,17 perché l’Agnello che è in mezzo al trono li pascerà e li guiderà alle sorgenti delle
acque della vita; e Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi». Apoc 7, 9-17;
È uno dei ventiquattro anziani, che rivela a Giovanni che questa grossa
moltitudine davanti al trono "proveniente da tutte le nazioni, tribù, popoli e lingue"
sono quegli esseri umani "che vengono dalla grande tribolazione". Si tratta dunque
evidentemente dei credenti, che nella Grande Tribolazione hanno trovato la morte ed ora
qui, in cielo, stanno in piedi davanti al trono di Dio e lodano Dio e l’Agnello. Questa
grossa moltitudine, ora, non è da confondere con i martiri, che in Apoc 20,4 giungono alla
Prima Risurrezione. Là questi furono "decapitati", qui questi, secondo Apoc 7,16, sono
anche morti di fame, sete e arsura.
Per le nostre riflessioni sono interessanti tre dichiarazioni di questo paragrafo della
Scrittura.
– In primo luogo la conferma nel versetto 14, che qui si tratta veramente della Grande Tribolazione.
Qui non c’è bisogno di alcuna interpretazione, qui sta scritto chiaramente e espressamente "grande tribolazione/afflizione", come troviamo
anche in Mat 24,21.
– In secondo luogo, il riferimento nel versetto di Apoc 7,9, al
fatto che si qui si tratta degli esseri umani "da tutte le nazioni, tribù, popoli e
lingue". Questa è la conferma per la concezione secondo la quale la Grande Tribolazione
presenta dimensioni globali e non può essere limitata ad un preciso paese e popolo (per
esempio Israele).
– E in terzo luogo, la dichiarazione del versetto Apoc 7,16, nella
quale si fa riferimento al fatto che questi risorti ora "Non avranno più fame e non
avranno più sete, non li colpirà più il sole né alcuna arsura". Ragionando al contrario si
arriva alla conclusione che questi esseri umani durante la loro vita – appunto nella
Grande Tribolazione – dovettero patire la fame e la sete e sopportare l’arsura del sole.
Con una certa sicurezza, possiamo dunque dedurre da questo che il testo
qui sopra tratto da Apoc 7,9-17 si riferisce alla Grande Tribolazione, e ossia
precisamente a quella grande tribolazione che anche il Signore menziona in Mat 24,21 e che
abbiamo preso come punto di partenza per la nostra analisi. Poiché qui i credenti stanno
già in cielo davanti al trono di Dio, essi devono essere morti in un tempo precedente a
questo evento.
In base all’ipotesi che le profezie dell’Apocalisse – almeno in questa parte – devono
essere viste cronologicamente, il testo precedente, ossia prima di Apoc 7,9, dovrebbe
descrivere quegli eventi che cerchiamo qui e che rappresentano il contenuto della Grande
Tribolazione.
CORREZIONE:Le affermazioni di Apoc 7,14 e di di Mt 24,29 sono abbastanza coerenti. Questa folla di tutte le nazioni
- i rapiti – esce fuori dalla Grande Tribolazione, ma: "dopo la
tribolazione di quei giorni" (Mt 24,29), cioè dopo i primi cinque giudizi dei sigilli, al sesto giudizio dei sigilli..
La Grande Tribolazione – cronologia degli eventi. (FORMATO LARGO)
Un altro indizio che supporta questa tesi è l’annuncio quaggiù nel Apoc 6,17, ovvero ora, dopo
il sesto sigillo, è arrivato il giorno dell’ira di Dio (la seconda parte
della Grande Tribolazione) – (Vedi anche discorso 141: "Il
sesto sigillo – il ritorno del Signore.").D |
Se ora ricostruiamo il testo di Apoc 7,9 e lasciamo per il momento da parte la sigillatura dei 144.000
di Apoc 7,1-8, allora arriviamo in Apoc 6,12-17 all’apertura del sesto sigillo.
Il sole divenne nero come un sacco di crine, e la luna divenne come sangue.
Apoc 6,12 Poi vidi quando egli aperse il sesto
sigillo; ed ecco, si fece un grande terremoto, e il sole divenne nero come un sacco di
crine, e la luna divenne come sangue; 6,13 e le stelle del cielo caddero sulla
terra, come quando il fico scosso da un gran vento lascia cadere i suoi fichi acerbi.
6,14 Quindi il cielo si ritirò come una pergamena che si arrotola, ed ogni montagna ed
isola fu smossa dal suo luogo.
6,15 15 I re della terra, i grandi, i generali, i ricchi, i potenti e ogni schiavo e ogni uomo
libero si nascosero nelle spelonche e tra le rocce dei monti. 6,16 E dicevano ai monti e alle rocce:
«Cadeteci addosso, nascondeteci dalla presenza di colui che siede sul trono e dall’ira dell’Agnello;
6,17 perché è venuto il gran giorno della sua ira. Chi può resistere?» Apoc 6,12-17;
Anche qui si parla di terribili catastrofi che si prospettano per gli
esseri umani. E se mettiamo a confronto le dichiarazioni tratte da Mat 24,29 e Apoc
6,12-13, riconosciamo il parallelismo dei testi.
Il sole si oscurerà, la luna non darà più il suo splendore.
Mat 24,29 Subito dopo la tribolazione
di quei giorni, il sole si oscurerà, la luna non darà
più il suo splendore, le stelle cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno
scrollate. Mat 24,29;
È dunque certo che: Apoc 6,12-13 descrive lo stesso evento di Mat 24,29 e
a tale proposito abbiamo dunque un’ulteriore conferma per l’ipotesi che la Grande
Tribolazione sia da ricercare prima di questo evento dell’oscuramente degli astri. La
Grande Tenebra è perciò successiva alla Grande Tribolazione nel corretto ordine
cronologico e gli eventi che stiamo cercando devono quindi essere trovati ancora prima nel
capitolo 6 dell’Apocalisse.
Questa conoscenza conferma anche la concezione spesso messa in dubbio che l’Apocalisse qui
– come anche in altri punti – sia da interpretare cronologicamente, e che – sulla base di
Mat 24,29 – sia Apoc 7,9-17 (la grossa moltitudine), che anche Apoc 6,12-17 (l’oscuramento
degli astri), caratterizzino la Grande Tribolazione come un evento precedente all’apertura
del sesto sigillo.
(Vedi anche tabella 11: "Cronologia
dell’Apocalisse di Giovanni.")
Inoltre, il parallelismo dei testi tratti da Mat 24,29 e da Apoc 6,12-13
fa sorgere l’ipotesi che vi possa essere essenzialmente un’identità tra le dichiarazioni
di Mat 24 e di Apoc 6. Questo non sarebbe affatto sorprendente nella misura in cui
entrambe le profezie vengono da una bocca – la bocca del Signore Gesù.
Di conseguenza, vogliamo esaminare le dichiarazioni successive a Mat 24,29 per un’analogia
contenutistica e cronologica nell’Apocalisse di Giovanni.
Tutte le tribù della terra vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nuvole del cielo.
Mat 24,29 Subito dopo
la tribolazione di quei giorni, il sole si oscurerà, la luna non darà
più il suo splendore, le stelle cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno
scrollate.
24,30 Allora apparirà nel cielo il segno del Figlio dell’uomo; e
allora tutte le tribù della terra faranno cordoglio e vedranno il Figlio dell’uomo venire
sulle nuvole del cielo con gran potenza e gloria 24,31 E manderà i suoi angeli con
gran suono di tromba per riunire i suoi eletti dai quattro venti, da un capo all’altro
dei cieli. Mat 24,29-31;
È la venuta del Figlio dell’Uomo che viene menzionata in Mat 24,30-31,
successivamente all’oscuramento degli astri, come evento successivo. Per potere
localizzare questa venuta del Signore per la raccolta degli eletti nell’Apocalisse,
prendiamo come ausilio una profezia di Paolo, che egli comunicò ai Tessalonicesi e ai
Corinzi nella sua prima lettera in entrambi i casi.
Il Signore stesso scenderà dal cielo, e poi verremo rapiti sulle nuvole.
1Tess 4,16 perché il Signore stesso, con un ordine,
con voce d’arcangelo e con la tromba di Dio, scenderà dal cielo, e prima
risusciteranno i morti in Cristo; 17 poi noi viventi, che saremo rimasti, verremo
rapiti insieme con loro, sulle nuvole, a incontrare il Signore nell’aria; e così
saremo sempre con il Signore. 18 Consolatevi dunque gli uni gli altri con queste parole.
1Tess 4,16-18;
Al suono dell’ultima tromba tutti saremo trasformati.
1Cor 15,51 Ecco, io vi dico un mistero:
non tutti morremo, ma tutti saremo
trasformati, 15,52 in un momento, in un batter d’occhio, al suono dell’ultima
tromba. Perché la tromba squillerà, e i morti risusciteranno incorruttibili, e noi
saremo trasformati. 15,53 Infatti bisogna che questo corruttibile rivesta
incorruttibilità e che questo mortale rivesta immortalità. 1Cor 15,51-52;
Nel momento dell’ultima tromba, dunque, il Signore scenderà dal cielo e
poi coloro che sono viventi, che sono rimasti verranno trasformati e rapiti sulle nuvole
per incontrare il Signore.
Con questi, i "viventi, che sono rimasti", si intendono gli eletti, che vengono raccolti
dagli angeli del Signore, vestiti con un corpo spirituale e rapiti in cielo insieme ai
risvegliati morti in Cristo ad incontrare il Signore.
Ciò che è importante per la nostra analisi successiva di questa profezia di Paolo esposta
qui sopra, in 1Cor 15,51, sono tre dichiarazioni:
– Qui egli parla della venuta del Signore.
– Gli eletti ancora viventi, che sono rimasti vengono raccolti.
– Tutto questo avviene al suono dell’ultima tromba.
Entrambe le prime dichiarazioni consentono una correlazione di questi
testi tratti da 1Tess 4,16-18 e 1Cor 15,51-52 con Mat 24,30-31 (la venuta del Figlio
dell’Uomo e la raccolta degli eletti). La terza dichiarazione dell’"ultima tromba", però,
ci fornisce il riferimento all’ultima settima tromba in Apoc 11,15-19 (ma si veda anche la
nota post scriptum all’inizio di questo documento!). Contemporaneamente, abbiamo qui anche
il nesso con Mat 24,31: "E manderà i suoi angeli con gran suono di tromba per riunire i
suoi eletti.
Con ciò sembra essere provato che il testo di Mat 24,29-31 corrisponde alle profezie in
Apoc 6,12-17; 8,6-9; e 11,15-19. In tal modo viene data un’identità sia contenutistica che
anche cronologica delle dichiarazioni di Mat 24 e di questi passi dell’Apocalisse di
Giovanni.
Questa importante informazione conduce ora di conseguenza al passo successivo, ossia ad
esaminare quanto le dichiarazioni precedenti al testo tratto da Mat 24,29 abbiano
un’analoga corrispondenza nell’Apocalisse.
A tale scopo vogliamo tuttavia entrare subito nel testo dell’Apocalisse e – iniziando con
l’apertura del primo sigillo in Apoc 6,1-2 – paragonare i passi paralleli, ma specialmente
le dichiarazioni tratte da Matteo, capitolo 24 e altri testi paralleli.
Il primo sigillo, il vincitore sul cavallo bianco.
Apoc 6,1 Poi, quando l’Agnello aprì uno dei sette sigilli,
vidi e udii una delle quattro creature viventi, che diceva con voce come di tuono:
«Vieni». 6,2 Guardai e vidi un cavallo bianco. Colui che lo cavalcava aveva un arco; e
gli fu data una corona, ed egli venne fuori da vincitore, e per vincere.
Apoc 6, 1- 2;
Sostanzialmente nei giudizi dei sigilli si deve constatare che essi – così
come i giudizi delle trombe e i giudizi delle coppe – sono suddivisi in un gruppo di
quattro e in un gruppo di tre. Qui, nei giudizi dei sigilli, vi sono le quattro figure
tratte da Apoc 4,6-8 e 5,6-14, che chiamano i quattro cavalieri dell’Apocalisse con le
loro piaghe e li mandano sulla terra.
Per il primo cavaliere, quello sul cavallo bianco in Apoc 6,1, vi sono
diverse possibilità di interpretazione. Alcuni, attenendosi ad Apoc 19,11-16, dove i
cavalli bianchi e le vesti bianche devono essere interpretati come segni dei santi, e dove
anche il Signore Gesù cavalca su un cavallo bianco seguito dall’esercito del cielo,
ritengono che anche qui sia il Signore, che venne fuori da vincitore.
Tuttavia, alcuni dettagli parlano contro questa ipotesi. Al cavaliere in Apoc 6,1 viene
"data una corona (potere)". Il Figlio dell’Uomo ha già questo potere, egli è il Signore di
tutti i signori e il re di tutti i re. Il cavaliere ha un arco. L’arma del Signore non è
l’arco, ma la spada dalla sua bocca (Apoc 1,16; 2,12.16; 19,15.21). Inoltre, poi, il
Signore sarebbe presente in questa visione sia come Agnello sia anche come cavaliere
bianco e chiamerebbe se stesso a venire. Infine, questo cavaliere viene "spinto" da una
delle quattro figure. Essa con voce tonante gli dice "Vieni" – e dunque come "Su" o
"Avanti, marsch!". Non è pensabile che queste figure possano comandare il loro Dio.
Tuttavia, si deve obiettivamente ammettere che attraverso il cavallo bianco si genera
l’impressione che questo cavaliere non solo porti come i suoi successori in entrambi i
successivi giudizi dei sigilli, una piaga per l’umanità, ma anche che in un qualche modo
rappresenti un potere dato da Dio o forse anche solo tollerato da Dio e introduca questi
eventi successivi.
La seconda possibilità sarebbe dunque di interpretare
questo cavaliere come l’Anticristo. Il fatto che egli qui in Apoc 6,2 venga definito
"vincitore", concorderebbe con la dichiarazione sull’Anticristo in Apoc 13,7 "di avere
autorità sopra ogni tribù, popolo, lingua e nazione.". Ed anche il riferimento "avere
autorità" si adatta qui molto bene con quanto viene detto in Apoc 6,2 "e gli fu data una
corona (potere)".
Le fu pure dato di avere autorità sopra ogni tribù, popolo, lingua e nazione.
Apoc 13,7 Le fu pure dato di far guerra ai
santi e di vincerli, di avere autorità sopra ogni tribù, popolo, lingua e nazione.
13,8 L’adoreranno tutti gli abitanti della terra i cui nomi non sono scritti fin
dalla creazione del mondo nel libro della vita dell’Agnello che è stato immolato.
Apoc 13, 7- 8;
Infine, anche l’arco del cavaliere bianco allude al testo
in Apoc 19,17,21 e ai suoi testi paralleli nell’Antico Testamento, ossia in Ez 39,1-4,
dove l’Anticristo viene descritto nella battaglia di Harmaghedon anche con un arco nella
sua mano.
Io butterò giù l’arco dalla tua mano sinistra e ti farò cadere le frecce dalla destra.
Ez 39,1 «Tu, figlio d’uomo, profetizza contro Gog,
e di’: Così parla il Signore, DIO: "Eccomi da
te, o Gog, principe sovrano di Mesec e di Tubal! 39,2 Io ti porterò via, ti spingerò
avanti, ti farò salire dalle estremità del settentrione e ti condurrò sui monti d’Israele;
39,3 butterò giù l’arco dalla tua mano sinistra e ti farò cadere le frecce dalla
destra. 39,4 Tu cadrai sui monti d’Israele, tu con tutte le tue schiere e con i popoli
che saranno con te; ti darò in pasto agli uccelli rapaci, agli uccelli d’ogni specie, e
alle bestie dei campi. Ez 39, 1- 4;
(Vedi anche capitolo 07: "La
Battaglia di Harmaghedon.")
Pare dunque essere ovvio che questo cavaliere rappresenta
l’Anticristo. Ma allora cosa rappresenta in questo caso il cavallo bianco?
Qui sopra, nel paragrafo della Scrittura Apoc 13,8, apprendiamo che gli esseri umani
adoreranno la bestia, l’Anticristo. L’Anticristo (questa parola non significa solo "controcristo",
ma anche "invece di cristo" oppure – che è la stessa cosa – "invece del Messia") comparirà
dopo Apoc 13,2 nella potenza e nella forza di Satana. Il fatto che gli esseri umani lo
adoreranno, lascia sorgere l’ipotesi che egli – nel ben noto modo satanico – scimmiotterà
la figura esteriore del Figlio di Dio e comparirà come "Messia".
Poiché anche il vero Messia in Apoc 19,11 cavalca su un cavallo bianco dal cielo, sarebbe
concepibile che il cavallo bianco dell’Anticristo voglia darci proprio quell’indicazione.
Colui che qui in Apoc 6,1 viene fuori da vincitore, ha il potere tollerato da Dio e la
forza di un angelo – anche se caduto – ossia di Satana. Egli chiama se stesso Messia e gli
esseri umani, che non sono scritti nel Libro della Vita, lo adoreranno in quanto "Messia",
ma egli è una falsificazione.
È vero che è il cavallo bianco – ossia la forza sovrannaturale e la potenza – ma colui che
vi siede sopra non è il Figlio di Dio, ma il "Figlio della perdizione", l’"uomo del
peccato" (2Tess 2,3).
Ma anche questa interpretazione, in fondo, non è completamente soddisfacente e perciò non
è veramente una spiegazione degli eventi che si svolgono intorno al cavaliere sul cavallo
bianco.
Possiamo inoltre constatare che nel primo sigillo non si
può trovare assolutamente alcuna connessione con Mat 24 e passi paralleli. Ciò potrebbe
avere la sua motivazione nel fatto che la comparsa di questo cavaliere bianco avviene
prima dell’"inizio delle doglie" descritto nei Vangeli e dunque non viene assolutamente
menzionato dal Signore nel suo discorso sugli Ultimi Tempi.
Mentre l’identificazione come Anticristo rappresenta il cavaliere bianco come causa prima
e fattore scatenante specialmente anche per le guerre successive, si potrebbe dunque –
sotto l’aspetto del secondo sigillo, al cui cavaliere viene data l’autorità, "di togliere
la pace dalla terra" e l’indicazione tratta da 1Tess 5,3: "Quando diranno: «Pace e
sicurezza», allora una rovina improvvIsa verrà loro addosso, come le doglie alla donna
incinta; e non scamperanno", difendere l’opinione che dunque prima, ossia al tempo del
primo sigillo e del cavaliere bianco, debba avere dominato la pace.
La conseguenza di questo sarebbe che il cavaliere bianco sarebbe un portatore di pace, e
solo dopo questo tempo, con il secondo sigillo, nell’era del cavaliere sul cavallo rosso
fuoco, scoppierebbero le guerre dei popoli uno contro l’altro. E vi sono anche alcuni
riferimenti che possono assolutamente appoggiare questa teoria. Nei rotoli della Scrittura
del Mar Morto – e non solo là, ma anche in molti passi della Scrittura (per esempio Mal
3,23; Mat 11,14; 17,11 etc.) – compare Elia come precursore del Messia. Nella tradizione
ebraica gli viene assegnato il compito del messaggero messianico, che risolverà tutti i
conflitti in modo mirabile e porterà al mondo la pace.
Un’interpretazione piuttosto mondana di questa corrente di pensiero vede il cavaliere sul
cavallo bianco come un’autorità politica – eventualmente una grande potenza – , che "venne
fuori da vincitore, e per vincere", e che dunque, in fondo, unirebbe i popoli del mondo –
politicamente o anche militarmente – e che quindi, per un certo periodo limitato di tempo,
renderebbe possibile la pace sulla terra.
Un’ultima interpretazione concepibile sarebbe il fatto che questo cavaliere del primo
sigillo non è affatto una vera, reale potenza o figura, ma un simbolo, che deve annunciare
i futuri giudizi dei sigilli, così come anche l’ultimo, il settimo sigillo, non porta
alcun giudizio, ma indica una sorta di punto di svolta nello sviluppo degli eventi.
Diverso è però ora il caso dei successivi giudizi dei
sigilli. Qui vi sono concordanze assolutamente essenziali con il discorso sugli Ultimi
Tempi del Signore in Mat 24 e passi paralleli, come vedremo immediatamente.
Secondo sigillo, gli uomini.
si uccidessero gli uni gli altri.Apoc 6,3 Quando l’Agnello
aprì il secondo sigillo, udii la seconda creatura vivente che diceva: «Vieni». 6,4 E venne
fuori un altro cavallo, rosso; e a colui che lo cavalcava fu dato di togliere la pace
dalla terra affinché gli uomini si uccidessero gli uni gli altri, e gli fu data una
grande spada. Apoc 6, 3- 4;
L’apertura del secondo sigillo e il riferimento al fatto che la pace viene tolta dalla terra, mostra da un lato un parallelismo con la dichiarazione di Paolo nella sua prima lettera ai Tessalonicesi:
Quando infatti diranno: «Pace e sicurezza»
1Tess 5,1 Ora, quanto ai tempi e alle stagioni, fratelli,
non avete bisogno che ve ne scriva, 5,2 poiché voi stessi sapete molto bene che il giorno
del SIGNORE verrà come un ladro di notte. 5,3Quando infatti diranno: «Pace
e sicurezza», allora una subitanea rovina cadrà loro addosso, come le doglie
di parto alla donna incinta e non scamperanno affatto . 5,4 Ma
voi, fratelli, non siete nelle tenebre, così che quel giorno vi sorprenda come un ladro.
1Tess 5, 1- 4;
Dall’altro lato, questa dichiarazione dell’Apocalisse, qui,
nel prosieguo dei testi dei Vangeli, corrisponde al secondo ammonimento del Signore nel
suo discorso sugli Ultimi tempi. Si intende la profezia dell’"inizio delle doglie", dove
vi saranno guerre e rumori di guerre.
Voi udrete parlare di guerre e di rumori di guerre.
Mat 24,6 Voi udrete parlare di guerre e di rumori di
guerre; guardate di non turbarvi, infatti bisogna che questo avvenga, ma non sarà
ancora la fine. 24,7 Perché insorgerà nazione contro nazione e regno contro regno;
ci saranno carestie e terremoti in vari luoghi; Mat 24, 6- 7; (Luca 21, 9-11;
Mar 13,7-8)
Il mondo sprofonda nella guerra. Ma, come sembra, non sarà
una guerra mondiale, ma saranno tante, piccole guerre limitate localmente, nelle quali
nazione combatterà contro nazione e regno contro regno. Si uccideranno l’un l’altro e in
questo periodo saranno per lo più in pericolo quegli uomini che devono vivere come
stranieri in un paese straniero. In Isaia abbiamo un testo che si riferisce proprio al
Giorno dell’Ira del Signore, che però potrebbe trovare un precompimento anche già in
questo periodo precedente.
Ognuno si volgerà verso il suo popolo, ognuno fuggirà al proprio paese.
Isa 13,114 Allora, come gazzella inseguita, o come pecora che
nessuno raccoglie, ognuno si volgerà verso il suo popolo, ognuno fuggirà al proprio
paese. 13,15 Chiunque sarà trovato, sarà trafitto, chiunque sarà preso, cadrà di spada.
Isa 13,14-15;
Il terzo sigillo, i prezzi alimentari più alti.
Apoc 6,5 Quando l’Agnello aprì il terzo sigillo, udii la terza
creatura vivente che diceva: «Vieni». Guardai e vidi un cavallo nero; e colui che lo
cavalcava aveva una bilancia in mano. 5,6 E udii come una voce in mezzo alle quattro
creature viventi, che diceva: «Una misura di frumento per un denaro e tre misure
d’orzo per un denaro, ma non danneggiare né l’olio né il vino». Apoc 6, 5- 6;
Il fatto che qui, in Apoc 6,5-6, si tratti in realtà di
carestie, risulta abbastanza chiaramente dal versetto 6: Una misura di frumento per un
denaro e tre misure d’orzo per un denaro. Con il termine "misura" è intesa una razione
giornaliera, ossia una razione giornaliera per un essere umano. Il "denaro" era a quel
tempo la paga giornaliera di un lavoratore (Mat 20,2), e si può supporre che qui si tratti
di un rincaro dei prezzi degli alimentari di circa dieci volte secondo le circostanze di
allora.
Già nel suo discorso sugli Ultimi tempi, il Signore ha annunciato agli Apostoli anche
queste piaghe. In diversi luoghi ("in vari luoghi") vi saranno grandi terremoti, carestie
e epidemie e verranno grandi segni dal cielo.
Ci saranno carestie e terremoti in vari luoghi.
Mat 24,7 Perché insorgerà nazione contro nazione e regno
contro regno; ci saranno carestie e terremoti in vari luoghi; 24,8 ma tutto questo
non sarà che principio di dolori. Mat 24, 7- 8; (Luca 21,10-11; Mar 13, 8)
Ora, da cosa fu provocata questa carestia? Alcuni ritengono
che essa sia una conseguenza del secondo giudizio dei sigilli e delle relative guerre e
delle devastazioni delle terre. Dovremmo anche supporre questo, se non avessimo un
riferimento indiretto ad un’altra causa.
Nella seconda metà della frase di Apoc 6,6 si dice: "ma non danneggiare né l’olio né il
vino!". Ciò significa che le viti e gli alberi di olivo verranno risparmiati. Se dunque
questa carestia fosse una conseguenza delle azioni di guerra, simili elusioni
comparirebbero difficilmente. Deve perciò esserci un’altra causa per questa scarsità di
generi alimentari.
Se partiamo dal presupposto che questo terzo sigillo contiene un giudizio autonomo e non è
solo una conseguenza del precedente giudizio, appare giustificata l’ipotesi che qui si
debba trattare di un periodo di siccità di una più lunga durata.
Questo viene confermato anche dalla seguente riflessione: se si considera più da vicino il
versetto 6, si comprende che c’è frumento sul mercato, ma in quantità molto esigue. In
questo caso si può trattare o di frumento proveniente da regioni con clima favorevole,
nelle quali si poteva ancora praticare il raccolto (a questo allude Luc 21,11 "in vari
luoghi carestie"), o sono del tutto semplicemente scorte dal periodo precedente alla
siccità, che ora vengono vendute con alto guadagno.
Anche il fatto che sia implicato il frumento, ma non il vino e l’olio, allude piuttosto ad
un più lungo periodo di siccità, che si rende subito percettibile nel frumento, mentre un
periodo limitato di siccità non rovina in tale misura le viti e gli alberi di olivo.
E una siccità così lunga ci è nota attraverso i due testimoni, che compaiono proprio in
quel periodo e chiuderanno il cielo per tre anni e mezzo.
La menzione dei grandi segni dal cielo, in Luc 21,11, potrebbe essere un’anticipazione di
Luc 21,25 e dei passi paralleli in Mar 13,24 e Mat 24,29, dove questi ultimi a loro volta
hanno la loro corrispondenza nel sesto sigillo, dove parimenti gli astri si oscurano e le
stelle cadranno dal cielo.
Nel suo discorso sugli Ultimi Tempi il Signore ci avverte
che in quel tempo dell’"inizio delle doglie" molti falsi Cristi tenteranno di sedurre gli
esseri umani. Con l’affermazione che essi stessi sono il Signore ritornato e che ora il
tempo preciso è venuto, distoglieranno molti dalla loro fede e li metteranno fuori strada.
Poiché molti verranno nel mio nome, dicendo: "Io sono il Cristo". E ne sedurranno molti.
Mat 24,3 Mentre egli era seduto sul monte degli Ulivi, i
discepoli gli si avvicinarono in disparte, dicendo: «Dicci, quando avverranno queste cose
e quale sarà il segno della tua venuta e della fine dell’età presente?» 24,4 Gesù rispose
loro: «Guardate che nessuno vi seduca.
24,5 Poiché molti verranno nel mio nome, dicendo: "Io sono il Cristo".
E ne sedurranno molti. Mat 24, 3- 5; (Luca 21, 7- 8; Mar 13, 3- 6)
Queste seduzioni non riguarderanno però solo i cristiani.
Il Signore qui, in Mat 24,5, dice: "Poiché molti verranno nel mio nome, dicendo: "Io sono
il Cristo". E ne sedurranno molti". Cioè, il nome con il quale questi seduttori
compariranno è "Cristo".
Ora, però, "Cristo" è solo la derivazione latina della parola greca "Christos", con il
quale nei Septuaginta (= LXX, traduzione greca dell’Antico Testamento) fu tradotta
l’espressione ebraica "Messia" (orig. ebr.: maschiach, aram.: meschicha). Letteralmente,
Messia significa "unto" e nella fede mosaica sta per il grandioso re e discendente di
Davide, che secondo le profezie dell’Antico Testamento dovrà guidare un giorno Israele al
dominio del mondo. Tuttavia, anche la fede cristiana attende – secondo le dichiarazioni
del Nuovo Testamento – il Ritorno del Signore e l’assunzione del potere nel mondo da parte
del Figlio di Dio e dunque anche di Cristo ossia del Redentore e Salvatore.
Entrambi questi aspetti poi, con la comparsa dell’Anticristo, si sovrapporranno in modo
congruente. Questo uomo del peccato verrà riconosciuto come il "Cristo" o il "Messia" e
adorato sia dalla chiesa mondiale cristiana apostatata, sia anche da quegli ebrei credenti
in Mosè, che rifiutano Gesù come Figlio di Dio. Ma qui, nel tempo precedente a questo,
all’"inizio delle doglie", evidentemente non vi sarà solo un imbroglione o un ciarlatano,
ma – probabilmente causati dalla grande miseria sulla terra e dallo stato di impotenza
degli esseri umani – vi saranno molti imbroglioni e ciarlatani, che si spacceranno per
"Cristi" e "Salvatori".
Ora, tuttavia, si pone la domanda in che misura questi falsi Cristi compariranno come
guide religiose o politiche. L’aspettativa degli ebrei sarà poi anche in quel periodo –
similmente come al tempo di Gesù – piuttosto una guida politica. I cristiani, al
contrario, avranno ben presente il Ritorno del loro Signore e saranno sedotti più per
motivi religiosi.
La maggiore plausibilità, comunque, è offerta dall’ipotesi che entrambi questi eventi, la
seduzione mediante falsi Cristi e le guerre tra i popoli, scorrano cronologicamente in
parallelo ma su un piano diverso – ossia politico e religioso.
Questo periodo della Grande Tribolazione è a sua volta una
parte della settantesima settimana. E in questa settantesima settimana Dio manda i suoi
due testimoni a Gerusalemme, per indurre gli esseri umani ragionevoli alla conversione e
alla penitenza, ma a profetizzare agli atei e agli impenitenti la loro perdizione e ad
annunciare al mondo il giudizio nel futuro Giorno del Signore.
Io concederò ai miei due testimoni di profetizzare, ed essi profetizzeranno vestiti di sacco per milleduecentosessanta giorni.
Apoc 11,1 Poi mi fu data una canna simile a una verga; e mi
fu detto: «Àlzati e misura il tempio di Dio e l’altare e conta quelli che vi adorano; 11,2
ma il cortile esterno del tempio, lascialo da parte, e non lo misurare, perché è stato
dato alle nazioni, le quali calpesteranno la città santa per quarantadue mesi.
11,3 Io concederò ai miei due testimoni di profetizzare, ed essi profetizzeranno
vestiti di sacco per milleduecentosessanta giorni. 11,4 Questi sono i due olivi e i
due candelabri che stanno davanti al Signore della terra. 11,5 Se qualcuno vorrà far loro
del male, un fuoco uscirà dalla loro bocca e divorerà i loro nemici; e se qualcuno vorrà
offenderli bisogna che sia ucciso in questa maniera.
11,6 Essi hanno il potere di chiudere il cielo affinché non cada pioggia, durante i
giorni della loro profezia. Hanno pure il potere di mutare l’acqua in sangue e di
percuotere la terra con qualsiasi flagello, quante volte vorranno. Apoc 11, 1- 6;
Oltre al riferimento qui in Apoc 11,2 al tempio, e alla
dichiarazione che questi due testimoni profetizzeranno nella "citta santa", riconosciamo
anche qui sotto, in Apoc 11,8, che qui si tratta di Gerusalemme. Là si dice che i loro
cadaveri giaceranno sulla piazza del mercato della grande città, che simbolicamente si
chiama Sodoma ed Egitto, "dove anche il loro Signore è stato crocifisso".
Contemporaneamente, da questo testo si deve anche dedurre che Gerusalemme in quel tempo
sarà tutto tranne che una città di Dio. Sebbene la popolazione consista di ebrei per
nascita, la maggior parte – come del resto anche oggi – sarà atea e conterà dunque secondo
Apoc 11,1-2 tanti Gentili quanta è la popolazione non credente, non ebrea.
Anche se Gerusalemme in questo tempo futuro sarà paragonata a Sodoma e all’Egitto, o forse
proprio per questo, il Signore ritiene necessario mandare a profetizzare i suoi due
testimoni proprio a Gerusalemme. E sebbene il contenuto delle loro profezie non venga
menzionato, si può comprendere dal contesto che essi mettono in guardia gli esseri umani
dall’imminente castigo, il giorno del SIGNORE, e li esorteranno alla conversione.
Nonostante tutto l’amore per il paese e il popolo di Israele, dobbiamo essere consapevoli
del fatto che una grande parte dell’attuale popolo di Israele dal punto di vista di Dio
non è un "popolo di Dio". E questo non riguarda solo quegli israeliti che – in particolare
nelle città – sono completamente atei, ma specialmente anche gli ebrei religiosi,
ortodossi che – come i loro padri – rifiutano Gesù come Messia. Di loro Paolo dice:
Perché il cuore di questo popolo si è fatto insensibile, sono divenuti duri d’orecchi.
Atti 28,25 Essendo in discordia tra di loro, se ne andarono,
mentre Paolo pronunciava quest’unica sentenza: «Ben parlò lo Spirito Santo quando per
mezzo del profeta Isaia disse ai vostri padri (Isa 6,9-10): 28,26 "Va’ da questo popolo e
di’: ’Voi udrete con i vostri orecchi e non comprenderete; guarderete con i vostri occhi,
e non vedrete;
28,27 perché il cuore di questo popolo si è fatto insensibile, sono divenuti duri
d’orecchi, e hanno chiuso gli occhi, affinché non vedano con gli occhi e non odano con
gli orecchi, non comprendano con il cuore, non si convertano, e io non li guarisca’".
Atti 28,25-27;
Ma le loro menti sono diventate ottuse.
2Cor 3,14 Ma le loro menti sono diventate ottuse;
infatti, nella lettura dell’antico patto lo stesso velo rimane senza essere rimosso,
perché il velo viene annullato in Cristo. 2Cor 3,14;
E nel profeta Osea troviamo uno dei tanti appelli ad
Israele, oggi ancora e sempre inascoltato, di convertirsi al suo Dio.
O Israele, torna al SIGNORE, al tuo Dio.
Os 14,1 O Israele, torna al SIGNORE, al tuo Dio,
poiché tu sei caduto per la tua iniquità. 14,2 Preparatevi delle parole e tornate al
SIGNORE! Ditegli: «Perdona tutta l’iniquità e accetta questo bene; noi ti offriremo,
invece di tori, l’offerta di lode delle nostre labbra. Os 14, 1- 2;
Ma anche sul piano mondano Israele oggi si differenzia
appena dal resto del mondo. Molti politici di Israele sono tanto corrotti e atei quanto i
politici di altri paesi. Essi pretendono oggi con mezzi militari il paese della Palestina,
che però proprio a loro – i non credenti, ossia i Gentili – non è mai stato promesso.
Questa promessa valeva e vale esclusivamente per il popolo di Dio e per Israele che
riconosce il suo Dio e suo Figlio Gesù, il Cristo e il Messia e che poi agisce anche di
conseguenza. È a questo popolo di Dio benedetto, che si convertirà solo con il Ritorno di
nostro Signore, con la venuta del loro Messia, che dobbiamo rivolgere la nostra lieta
speranza e il nostro affetto fraterno.
L’identità dei due testimoni non viene espressamente
menzionata, ma tuttavia le circostanze concomitanti della loro comparsa ricordano molto
Elia e Mosè. Una volta sono Mosè ed Elia che sono visti da Pietro, Giovanni e Giacobbe in
un’apparizione trasfigurata, quando essi stavano con il Signore su un alto monte, e il
Signore con Mosè ed Elia parlava della sua imminente fine a Gerusalemme.
Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elia.
Luca 9,30 Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano
Mosè ed Elia, 9,31 i quali, apparsi in gloria, parlavano della sua dipartita che stava
per compiersi in Gerusalemme. 9,32 Pietro e quelli che erano con lui erano oppressi dal
sonno; e, quando si furono svegliati, videro la sua gloria e i due uomini che erano con
lui. 9,33 Come questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bene che
stiamo qui; facciamo tre tende: una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli non
sapeva quello che diceva. Luca 9,30-33;
Da qui si può concludere che entrambi questi servi di Dio
sono già in cielo presso Dio. Dopo leggiamo nella Scrittura che Elia già una volta –
durante la sua vita terrena – aveva chiuso il cielo in Israele ugualmente proprio per tre
anni e mezzo (come in Apoc 11,6), cosicché non piovve.
Ai giorni di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei.
mesi.Luca 4,25 Anzi, vi dico in verità che ai giorni di
Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e vi fu grande carestia in tutto
il paese, c’erano molte vedove in Israele; 4,26 eppure a nessuna di esse fu mandato
Elia, ma fu mandato a una vedova in Sarepta di Sidone. Luca 4,25-26;
Gia 5,17 Elia era un uomo sottoposto alle nostre stesse
passioni, e pregò intensamente che non piovesse e non piovve sulla terra per tre anni e
sei mesi. 18 Pregò di nuovo, e il cielo diede la pioggia, e la terra produsse il suo
frutto. Gia 5,17-18;
1Re 17,1 Elia, il Tisbita, uno di quelli che si erano
stabiliti in Galaad, disse ad Acab: «Com’è vero che vive il SIGNORE, Dio d’Israele, che io
servo, non ci sarà né rugiada né pioggia in questi anni, se non alla mia parola».
17,2 La parola del SIGNORE gli fu rivolta in questi termini: 17,3 «Parti di qua, va’ verso
oriente, e nasconditi presso il torrente Cherit, che è di fronte al Giordano. 17,4 Tu
berrai al torrente, e io ho comandato ai corvi che là ti diano da mangiare». 1Re 17, 1- 4;
E dall’altro lato era Mosè che, anch’egli, già una volta,
su ordine del Signore, aveva trasformato in Egitto le acque del Nilo in sangue, per
dimostrare che egli parlava nel nome del Signore.
Le acque che sono nel Fiume, ed esse saranno cambiate in sangue.
Es 7,17 Così dice il SIGNORE: Da questo saprai che io sono il
SIGNORE; ecco, io percoterò col bastone che ho in mano le acque che sono nel Fiume, ed
esse saranno cambiate in sangue. 7,18 I pesci che sono nel Fiume moriranno, il
Fiume sarà inquinato e gli Egiziani non potranno più bere l’acqua del Fiume. Es 7,17-18:
Es 4,8 «Avverrà», disse il SIGNORE a Mose, «che, se
non ti crederanno e non daranno ascolto alla testimonianza del primo segno, crederanno a
quella del secondo segno. 9 Se non crederanno neppure a questi due segni e non ubbidiranno
alla tua voce, tu prenderai dell’acqua del Fiume, la verserai sull’asciutto, e l’acqua
che avrai presa dal Fiume diventerà sangue sull’asciutto». Es 4, 8- 9;
Anche le profezie nell’Antico Testamento e nel Nuovo
Testamento, che il profeta Elia deve venire prima del Giorno del Signore, per preparare la
via al Signore e per convertire il cuore dei padri e dei figli l’uno verso l’altro, sono
qui un riferimento importante.
Ecco, io vi mando il profeta Elia, prima che venga il giorno del SIGNORE, giorno grande e terribile.
Mal 4,5 Ecco, io vi mando il profeta Elia, prima che venga
il giorno del SIGNORE, giorno grande e terribile. 4,6 Egli volgerà il cuore dei padri
verso i figli, e il cuore dei figli verso i padri, perché io non debba venire a colpire
il paese di sterminio». Mal 3,23-24;
Mal 3,1 «Ecco, io vi mando il mio messaggero, che spianerà
la via davanti a me e subito il Signore, che voi cercate, l’Angelo del patto, che voi
desiderate, entrerà nel suo tempio. Ecco egli viene», dice il SIGNORE degli eserciti.
Mal 3, 1;
Isa 40,3 La voce di uno grida: «Preparate nel deserto la
via del SIGNORE, appianate nei luoghi aridi una strada per il nostro Dio! 40,4
Ogni valle sia colmata, ogni monte e ogni colle siano abbassati; i luoghi scoscesi
siano livellati, i luoghi accidentati diventino pianeggianti. 40,5 Allora la
gloria del SIGNORE sarà rivelata, e tutti, allo stesso tempo, la vedranno; perché la bocca
del SIGNORE l’ha detto». Isa 40, 3- 5;
Nel passo qui sopra tratto da Isaia, Isa 40,3-5, troviamo
il primo riferimento agli sconvolgimenti geologici nel Giorno del Signore. Queste
trasformazioni della superficie terrestre in Isa 40,4 riguardano tuttavia per il momento
solo il paese di Israele, che diventa un’unica pianura da Geba fino a Rimmon.
(Vedi anche capitolo 08: "La
trasformazione del cielo e della terra.")
E il Signore Gesù ci rivela più sotto, in Mat 11,10-14, che
lo spirito di Elia era già arrivato in Giovanni il Battista e che il regno di pace avrebbe
potuto iniziare già quasi duemila anni fa. Tuttavia, allora solo Israele, in quanto popolo
eletto, sarebbe stato salvato. A causa del fatto che Israele allora non volle riconoscere
il Messia, queste promesse passarono ai credenti in Cristo del mondo intero.
Andrà davanti a lui con lo spirito e la potenza di Elia.
Luca 1,13 Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccaria,
perché la tua preghiera è stata esaudita; tua moglie Elisabetta ti partorirà un figlio,
e gli porrai nome Giovanni. 1,14 Tu ne avrai gioia ed esultanza, e molti si
rallegreranno per la sua nascita. 1,15 Perché sarà grande davanti al Signore. Non berrà né
vino né bevande alcoliche, e sarà pieno di Spirito Santo fin dal grembo di sua madre; 1,16
convertirà molti dei figli d’Israele al Signore, loro Dio; 1,17 andrà davanti a lui con
lo spirito e la potenza di Elia, per volgere i cuori dei padri ai figli e i ribelli
alla saggezza dei giusti, per preparare al Signore un popolo ben disposto». Luca 1,13-17;
Egli è colui del quale è scritto: "Ecco, io mando davanti a te il mio messaggero.
Mat 11,10 Egli è colui del quale è scritto (Mal 3,1):
"Ecco, io mando davanti a te il mio messaggero per preparare la tua via davanti a te".
11,11 In verità io vi dico, che fra i nati di donna non è sorto nessuno maggiore di
Giovanni il battista; eppure il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui.
Mat 11,10-11;
Se lo volete accettare, egli è l’Elia che doveva venire.
Mat 11,12 Dai giorni di Giovanni il battista fino a ora, il
regno dei cieli è preso a forza e i violenti se ne impadroniscono. 11,13 Poiché tutti i
profeti e la legge hanno profetizzato fino a Giovanni. 11,14 Se lo volete accettare,
egli è l’Elia che doveva venire. Mat 11,12-14;
Ma io vi dico: Elia è già venuto e non l’hanno riconosciuto.
Mat 17,12 Ma io vi dico: Elia è già venuto e non l’hanno
riconosciuto; anzi, gli hanno fatto tutto quello che hanno voluto; così anche il
Figlio dell’uomo deve soffrire da parte loro». 17,13 Allora i discepoli capirono che egli
aveva parlato loro di Giovanni il battista. Mat 17,12-13;
E infine, anche in Zac 14,11-14, apprendiamo da dove
vengono questi due testimoni, che in Apoc 11,4 vengono definiti come "i due ulivi".
Entrambi questi unti stanno in cielo ai due lati del Signore.
Questi sono i due olivi e i due candelabri che stanno davanti al Signore della terra.
Apoc 11,3 Io concederò ai miei due
testimoni di profetizzare, ed essi profetizzeranno vestiti di sacco per
milleduecentosessanta giorni. 11,4 Questi sono i due olivi e i due candelabri che
stanno davanti al Signore della terra.. Apoc 11, 3- 4;
Questi due ulivi sono i due unti che stanno presso il Signore di tutta la terra.
Zac 4,11 Io gli dissi: «Che significano questi due ulivi
a destra e a sinistra del candelabro?» 12 Per la seconda volta io presi a dire: «Che
significano questi due ramoscelli d’ulivo che stanno ai lati dei due condotti d’oro per
cui scorre l’olio dorato?» 13 Egli mi disse: «Non sai che cosa significano queste cose?»
Io risposi: «No, mio SIGNORE!» 14 Allora egli disse: «Questi sono i due unti che stanno
presso il Signore di tutta la terra». Zac 4,11-14;
Nei giorni della loro profezia a Gerusalemme i due
testimoni sono invincibili. Se qualcuno li attacca, del fuoco esce dalla loro bocca e
uccide i loro nemici. Ad una prima occhiata ci si potrebbe chiedere chi allora tenterebbe
di uccidere due uomini che in ogni caso si limitano a "profetizzare" e ad esortare gli
esseri umani alla conversione a Dio.
Un fuoco uscirà dalla loro bocca e divorerà i loro nemici.
Apoc 11,4 Questi sono i due olivi e i due candelabri che
stanno davanti al Signore della terra. 11,5 Se qualcuno vorrà far loro del male, un
fuoco uscirà dalla loro bocca e divorerà i loro nemici; e se qualcuno vorrà offenderli
bisogna che sia ucciso in questa maniera. Apoc 11, 4- 5;
Come vedremo un po’ più avanti qui sotto, nel commento ad
Apoc 11,6, non solo gli abitanti di Gerusalemme hanno tutta la ragione per temerli, ma
anche il mondo intero guarda affascinato a Gerusalemme e aspetta colui che finalmente
riuscirà ad eliminare questi due santi di Dio, che hanno provocato in tutto il mondo
siccità, carestia e mancanza di acqua.
E la dichiarazione "se qualcuno vorrà far loro del male" dice che vi saranno alcuni
tentativi. Tuttavia, questi unti hanno in sé lo spirito di Dio e possono essere sconfitti
solo se essi hanno concluso il loro incarico.
Questi due profeti tenteranno dunque "di volgere il cuore
dei padri verso i figli, e il cuore dei figli verso i padri". E anche se le loro profezie
non riguarderanno molto la maggior parte degli esseri umani, così tanto più fanno le
piaghe che i due testimoni lasciano incombere sulla terra sulla base del loro potere dato
loro da Dio. Durante il tempo della loro profezia – ossia per 1260 giorni o tre anni e
mezzo – essi chiuderanno il cielo, cosicché non pioverà. Essi hanno anche il potere di
trasformare l’acqua in sangue e di colpire il mondo con epidemie e altre piaghe.
Non cada pioggia durante i giorni della loro profezia. Hanno pure il potere di mutare l’acqua in sangue.
Apoc 11,6 Essi hanno il potere di chiudere il cielo
affinché non cada pioggia, durante i giorni della loro profezia. Hanno pure il potere di
mutare l’acqua in sangue e di percuotere la terra con qualsiasi flagello, quante volte
vorranno. Apoc 11,6;
Il fatto che questa catastrofe climatica non rimanga
limitata localmente, ma avrà conseguenze mondiali, risulta anche più sopra da Apoc 11,6:
"…hanno il potere di percuotere la terra…", ma in special modo da Apoc 11,10:
Perché questi due profeti erano il tormento degli abitanti della terra.
Apoc 11,9 Gli uomini dei vari popoli e tribù e
lingue e nazioni vedranno i loro cadaveri per tre giorni e mezzo e non lasceranno che
siano posti in sepolcri. 11,10 Gli abitanti della terra si rallegreranno di loro e
faranno festa e si manderanno regali gli uni agli altri, perché questi due profeti
erano il tormento degli abitanti della terra. Apoc 11, 9-10;
Questi due profeti faranno dunque in modo tra l’altro che
su questo pianeta non piova per tre anni e mezzo.
L’intero significato di questa dichiarazione diventa nota solo se la si analizza un po’
più precisamente e se si tenta di ricavare soprattutto le conseguenze. Da eventi
paragonabili del nostro tempo, per esempio in Africa (Etiopia), sappiamo che già l’assenza
della pioggia da otto a dieci mesi significa grandi catastrofi della siccità e carestia
per milioni di esseri umani.
E poi tuttavia la siccità e dunque anche la carestia saranno mondiali. E questo per tre
anni e mezzo! Ed anche l’acqua dei fiumi e delle sorgenti sarà imbevibile. Anche se si
dovesse riuscire, a depurare una parte dell’acqua mediante la purificazione, essa
basterebbe appena per la quantità necessaria in acqua potabile, tanto meno per l’acqua
necessaria ad irrigare i campi disseccati. La conseguenza di ciò saranno carestia, sete e
morie in tutto il mondo. Specialmente a causa della mancanza di acqua anche le epidemie e
le malattie come il tifo, il colera, l’itterizia e altre, peggioreranno ancora la
situazione.
Sulla base delle dichiarazioni in Apoc 11,9-10, si deve ipotizzare che tutto il mondo sia
informato sulle attività dei due profeti a Gerusalemme e che perciò siano noti a tutti gli
esseri umani anche i responsabili di questa catastrofe climatica globale. Perciò si
tenterà con forze congiunte di eliminare i due profeti a Gerusalemme. Ma con orrore di
tutti, si constaterà che questi due uomini sono invulnerabili. Nessun fucile, nessuna
pistola, e nemmeno altre armi permettono di nuocere loro almeno un po’. Anzi, al
contrario, ogni commando, che si mette in marcia per eliminarli, viene annientato fino
all’ultimo uomo. E ad ogni attacco il grado delle piaghe aumenta.
Poiché non si riesce ad eliminare i due testimoni, tutta la rabbia degli esseri umani si volge ora contro i loro correligionari. Tutti coloro che si professano a Dio e a suo Figlio Gesù Cristo, vengono perseguitati, fatti prigionieri e uccisi. A causa del nome di Gesù essi verranno odiati da tutti i popoli.
Allora vi sottoporranno a supplizi e vi uccideranno.
Mat 24,9 Allora vi sottoporranno a supplizi e vi
uccideranno; e sarete odiati da tutte le genti a causa del mio nome.
24,10 Allora molti si scandalizzeranno, si tradiranno e si
odieranno l’un l’altro. Mat 24, 9-10;
E sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia.
Mat 10,17 Guardatevi dagli uomini; perché vi metteranno in
mano ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; 10,18 e sarete condotti
davanti a governatori e re per causa mia, per servire di testimonianza davanti a loro
e ai pagani. Mat 10,17-18; (Luca 21,12-13; Mar 13, 9-10)
Dunque, essi saranno perseguitati, portati davanti a coloro
che esercitano il potere, consegnati ai tribunali, flagellati e alcuni di loro anche
uccisi. E tutto questo a causa del nome di Cristo. Qui si pone la domanda se questa
persecuzione, quindi, concernerà tutti coloro che oggi si definiscono "cristiani". A tale
domanda si deve tuttavia rispondere negativamente. Proprio in un simile periodo di
persecuzione, molto presto la pula verrà separata dal frumento. Tutti i cosiddetti
cristiani di nome – come vedremo più avanti anche genitori e bambini, addirittura ex
fratelli e sorelle nel Signore – non solo abbandoneranno la giusta fede, ma reagiranno
anche con odio e rabbia.
Non sono le "chiese cristiane" che saranno perseguitate – per esempio dall’islam – , ma è
il resto dei veri credenti in tutto il mondo che staranno in preda al tormento al cospetto
della fede e del loro Signore e che dunque sopporteranno il tradimento, la persecuzione, e
addirittura la morte.
Non preoccupatevi di come parlerete o di quello che dovrete dire; perché in quel momento stesso vi sarà dato dello Spirito del Padre ciò che dovrete dire.
Mat 10,19 Ma quando vi metteranno nelle loro mani, non
preoccupatevi di come parlerete o di quello che dovrete dire; perché in quel momento
stesso vi sarà dato ciò che dovrete dire. 10,20 Poiché non siete voi che parlate,
ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Mat 10,19-20; (Luca 21,14-15;
Mar 13,11)
Il Signore qui, in Mat 10,19-20 e passi paralleli, dice ai
suoi di non preoccuparsi di come difendersi, poiché lo Spirito Santo stesso parlerà
attraverso di loro e per loro ai loro giudici. Questo sarà doppiamente imbarazzante per
questi giudici e per coloro che detengono il potere. Infatti, essi non potranno opporsi a
questa saggezza, né resistervi. Ciò fomenterà ancora di più l’odio degli esseri umani sui
credenti in Gesù.
E sarete odiati da tutte le genti a causa del mio nome.
Mat 24,9 Allora vi sottoporranno a supplizi e vi
uccideranno; e sarete odiati da tutte le genti a causa del mio nome.
24,10 Allora molti si scandalizzeranno, si tradiranno e si odieranno l’un l’altro.
Mat 24, 9-10;
Sarete odiati da tutti a causa del mio nome.
Mat 10,22 Sarete odiati da tutti a causa del mio nome;
ma chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato. Mat 10,22; (Luca 21,17-19; Mar 13,13)
Allora molti si scandalizzeranno, si tradiranno e si odieranno l’un l’altro.
Mat 24,10 Allora molti si scandalizzeranno, si tradiranno e si
odieranno l’un l’altro. Mat 24,10;
I figli insorgeranno contro i genitori e li faranno morire.
Mat 10,21 Il fratello darà il fratello a morte, e il padre il
figlio; i figli insorgeranno contro i genitori e li faranno morire. Mat 10,21;
(Luca 21,16; Mar 13,12)
Poiché l’iniquità aumenterà, l’amore dei più si raffredderà.
Mat 24,11 Molti falsi profeti sorgeranno e sedurranno molti.
12 Poiché l’iniquità aumenterà, l’amore dei più si raffredderà. Mat 24,11-12;
Ma chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato.
Mat 24,13 Ma chi avrà perseverato sino alla fine sarà
salvato. Mat 24,13;
Chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato.
Mat 10,22 Sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma
chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato. Mat 10,22; (Luca 21,17-19;
Mar 13,13)
Quando vi perseguiteranno in una città, fuggite in un’altra.
MAt 10,23 Quando vi perseguiteranno in una città, fuggite
in un’altra; perché io vi dico in verità che non avrete finito di percorrere le città
d’Israele, prima che il Figlio dell’uomo sia venuto. 10,24 Un discepolo non è superiore al
maestro, né un servo superiore al suo signore. 10,25 Basti al discepolo essere come il suo
maestro e al servo essere come il suo signore. Se hanno chiamato Belzebù il padrone,
quanto più chiameranno così quelli di casa sua! 10,26 Non li temete dunque; perché
non c’è niente di nascosto che non debba essere scoperto, né di occulto che non debba
essere conosciuto. MAt 10,23-26;
E questo vangelo del regno sarà predicato in tutto il mondo.
Mat 24,14 E questo vangelo del regno sarà predicato in
tutto il mondo, affinché ne sia resa testimonianza a tutte le genti; allora verrà la
fine. Mat 24,14; (Mar 13,10)
Con il quarto sigillo ora queste piaghe raggiungono il loro culmine: guerre, siccità, carestie e epidemie culminano in una catastrofe unica, terribile, mondiale.
Quarto sigillo, la spada, la fame e la mortalità uccidono la quarta parte della terra.
Apoc 6,7 Quando l’Agnello aprì il quarto sigillo, udii la voce della quarta creatura vivente che diceva: «Vieni». 6,8 Guardai e vidi un cavallo giallastro; e colui che lo cavalcava si chiamava Morte; e gli veniva dietro l’Ades. Fu loro dato potere sulla quarta parte della terra, per uccidere con la spada, con la fame, con la mortalità e con le belve della terra. Apoc 6, 7- 8;
La morte e l’inferno traggono buoni frutti. E se con questa
"quarta parte della terra" è inteso il quarto del mondo più densamente popolato – ossia
Europa, Asia e tutto il Nordafrica – ciò potrebbe concernere più della metà della
popolazione mondiale. Ma anche se qui è intesa solo la quarta parte degli esseri umani,
sono oltre un miliardo di esseri umani, che vengono portati via da guerre, fame, sete e
epidemie. Gli esseri umani moriranno come mosche. Questa ora è davvero una categoria del
terrore del tutto nuova, senza precedenti.
(Vedi anche tabella 14: "La Grande Tribolazione
– cronologia degli eventi.")
Anche la menzione supplementare qui di "peste" e "bestie
feroci" sembra essere assolutamente plausibile, ma è una conseguenza degli innumerevoli
cadaveri che giacciono tutt’intorno e, da un lato, appestano le acque e l’aria e dunque
causano malattie come il tifo, il colera e l’epatite, e dall’altro, però attirano
naturalmente anche le bestie fameliche.
Con il quarto sigillo si conclude la prima fase dei giudizi di Dio sul mondo. E se
l’interpretazione qui sopra è vera, in queste catastrofi mondiali – stando al livello
attuale – sono morti quasi due miliardi di esseri umani.
Si può dunque sicuramente a ragione partire dal presupposto che questa sarà per l’umanità
la più grande catastrofe di tutti i tempi fino ad ora. Sebbene con il diluvio universale
anche tutti gli esseri umani – fino a Noè e alla sua famiglia – siano morti, allora la
popolazione mondiale contava appena più di qualche milione di esseri umani e dunque è
difficilmente paragonabile con questi ordini di grandezza.
Come sembra, con ciò abbiamo fatto una scoperta nella nostra ricerca della "Grande
Tribolazione". Questa dovrebbe essere la "grande calamità nel paese", della quale il
Signore parla in Luc 21,23.
(Vedi anche discorso 1133: "Esiste
un nesso tra le catastrofi ambientali e lo sviluppo culturale?")
Ora, poiché il mondo minaccia di sprofondare in un caos a
causa delle catastrofi mondiali, il tempo è venuto. Satana ha il suo "asso" nella manica.
Egli lo fa salire dall’abisso del mare.
(Vedi anche tabella 06: "L’Anticristo,
la "Regina" nella scacchiera del diavolo.")
Allora il dragone si fermò sulla riva del mare.
Apoc 12,17 Allora il dragone
s’infuriò contro la donna e andò a far guerra a
quelli che restano della discendenza di lei che osservano i comandamenti di Dio e
custodiscono la testimonianza di Gesù. 12,18 E si fermò sulla riva del mare..
Apoc 12,17-18;
Poi vidi salire dal mare una bestia e il dragone le diede la sua potenza, il suo trono e una grande autorità.
Apoc 13,1 Poi vidi salire dal mare una bestia che
aveva dieci corna e sette teste, sulle corna dieci diademi e sulle teste nomi blasfemi.
13,2 La bestia che io vidi era simile a un leopardo, i suoi piedi erano come quelli
dell’orso e la bocca come quella del leone. Il dragone le diede la sua potenza, il suo
trono e una grande autorità. Apoc 13, 1-
2;
La venuta di quell’empio avrà luogo, per l’azione efficace di Satana, con ogni sorta di opere potenti, di segni e di prodigi bugiardi.
2Tess 2,9 La venuta di quell’empio avrà luogo, per
l’azione efficace di Satana, con ogni sorta di opere potenti, di segni e di prodigi
bugiardi, 10 con ogni tipo d’inganno e d’iniquità a danno di quelli che periscono
perché non hanno aperto il cuore all’amore della verità per essere salvati. 2Tess 2, 9-10;
E il dragone dota la bestia della sua propria forza
alquanto considerevole e della sua autorità. Questo testo ricorda molto Mic 5,3, dove si
dice del Signore Gesù che egli comparirà nella forza e nella maestà del Signore, del suo
Dio.
Il Messia starà là e pascolerà il suo gregge con la forza del SIGNORE, con la maestà del nome del SIGNORE, suo Dio.
Mic 5,1 «Ma da te, o Betlemme, Efrata, piccola per essere tra le migliaia di Giuda, da te mi
uscirà colui che sarà dominatore in Israele, le cui origini risalgono ai tempi
antichi, ai giorni eterni. 5,2 Perciò egli li darà in mano ai loro nemici, fino al tempo
in cui colei che deve partorire partorirà; e il resto dei suoi fratelli tornerà a
raggiungere i figli d’Israele». 5,3 Egli starà là e pascolerà il suo gregge con la
forza del SIGNORE, con la maestà del nome del SIGNORE, suo Dio. E quelli abiteranno in
pace, perché allora egli sarà grande fino all’estremità della terra. Mic 5, 1- 3;
Qui comprendiamo che l’Anticristo non sarà solo un "Controcristo".
La parola greca anti può altrettanto correttamente essere tradotta con "invece". E così è
ovvia l’ipotesi che l’Anticristo non comparirà ufficialmente come avversario cattivo di
Dio, ma si spaccerà al contrario come "Messia" e "Cristo" – tuttavia di un altro "Dio".
Egli negherà Dio, il Signore e suo Figlio Gesù Cristo e lascerà che adorino lui stesso e
suo padre, Satana. E per dimostrare la propria autenticità, egli deve naturalmente negare
che in Gesù di Nazareth il Figlio di Dio, il Cristo e Messia, è già divenuto carne.
Egli è l’anticristo, che nega il Padre e il Figlio.
1Gio 2,22 Chi è il bugiardo se non colui che nega che Gesù
è il Cristo? Egli è l’anticristo, che nega il Padre e il Figlio. 1Gio 2,22;
Questo fatto porta dunque alla situazione che ogni essere
umano, che crede e diffonde questo "falso insegnamento" di Gesù in quanto il Cristo, viene
perseguitato e ucciso.
Tuttavia, i cristiani rimangono un grosso pericolo per il regime anticristiano. Perciò
tutti coloro che hanno la "giusta" fede anticristiana, devono postare un marchio sulla
fronte o sulla mano destra. Colui che poi non ha questo segno distintivo e viene
riconosciuto da qualche parte, viene arrestato ed eliminato.
Tutta la terra, meravigliata, andò dietro alla bestia della sua piaga mortale fu guarita.
Apoc 13,3 E vidi una delle sue teste come ferita a morte;
ma la sua piaga mortale fu guarita; e tutta la terra, meravigliata, andò dietro
alla bestia; 13,4 e adorarono il dragone perché aveva dato il potere alla bestia; e
adorarono la bestia dicendo: «Chi è simile alla bestia? e chi può combattere contro di
lei?» Apoc 13, 3- 4;
Le fu pure dato autorità sopra ogni tribù, popolo, lingua e nazione.
Apoc 13,7 Le fu pure dato di far guerra ai santi e di vincerli, di avere autorità sopra ogni tribù, popolo, lingua e nazione. 13,8 L’adoreranno tutti gli abitanti della terra i cui nomi non sono scritti fin dalla
creazione del mondo nel libro della vita dell’Agnello che è stato immolato. Apoc 13, 7- 8;
Questo è il seduttore e l’anticristo, i quale non confessa che Gesù Cristo sia venuto in carne.
2Gio 1,7 Poiché sono apparsi nel
mondo molti seduttori, i quali non confessano che Gesù Cristo sia venuto in carne;
questi è il seduttore e l’anticristo. 1,8 Fate attenzione a non perdere il frutto
delle cose compiute, ma fate in modo di riceverne una piena ricompensa. 1,9 Chi va oltre e
non dimora nella dottrina di Cristo, non ha Dio; chi dimora nella dottrina di Cristo, ha
il Padre e il Figlio. 1,10 Se qualcuno viene a voi e non reca questa dottrina, non
ricevetelo in casa e non salutatelo. 1,11 Chi lo saluta, partecipa alle sue opere
malvagie. 2Gio 1, 7-11;
Dalla supposizione che l’Anticristo comparirà come il "vero
Messia", si deve anche concludere che egli all’inizio non troverà assolutamente negli atei
e nei miscredenti il maggior consenso, ma piuttosto in coloro che – come scrive più sopra
Giovanni – superano l’insegnamento. Questi saranno assolutamente prima di tutto quei
grossi gruppi religiosi tra gli ebrei, che attendono ancora il Messia. Diversamente dai
tempi di Gesù, essi acclameranno con vivo entusiasmo il tanto desiderato "unto di Dio".
Ma anche gruppi cristiani come per esempio i Testimoni di Geova, gli avventisti e molti
altri, ai quali oggi viene predicato di aspettare l’"imminente arrivo del Signore", senza
essere informati del fatto che prima deve arrivare l’Anticristo, saranno probabilmente
imbrogliati da questo falso Cristo e penseranno che sia giunto il tempo del dominio di
Dio.
E operava grandi prodigi sino a far scendere fuoco dal cielo sulla terra in presenza degli uomini.
Apoc 13,11 Poi vidi un’altra bestia, che saliva dalla terra,
e aveva due corna simili a quelle di un agnello, ma parlava come un dragone.
13,12 Essa esercitava tutto il potere della prima bestia in sua presenza, e faceva sì che
tutti gli abitanti della terra adorassero la prima bestia la cui piaga mortale era stata
guarita.13, 13 E operava grandi prodigi sino a far scendere fuoco dal cielo sulla terra
in presenza degli uomini. 13,14 E seduceva gli abitanti della terra con i prodigi
che le fu concesso di fare in presenza della bestia, dicendo agli abitanti della terra
di erigere un’immagine della bestia che aveva ricevuto la ferita della spada ed era
tornata in vita. Apoc 13,11-14;
Attraverso grandi segni e miracoli, che il falso profeta
porta a compimento su ordine dell’Anticristo, egli riuscirà però anche a convincere gli
atei e i miscredenti della sua autorità e della sua forza, anzi anche di più: come ci
predice il Signore in Mat 24,24, in quel tempo addirittura gli eletti saranno in pericolo
di essere sedotti. E questo gli riuscirebbe se il Signore non accorciasse i giorni del
regno dell’Anticristo, cosicché questi eletti possano ancora essere salvati. Fino a quel
momento, però, egli otterrà probabilmente dominio assoluto. Ciò viene corroborato anche
dalle dichiarazioni di Apoc 13,3-4:
E adorarono il dragone perché aveva dato il potere alla bestia.
Apoc 13,3 E vidi una delle sue teste come ferita a morte;
ma la sua piaga mortale fu guarita; e tutta la terra, meravigliata, andò dietro alla
bestia; 13,4 e adorarono il dragone perché aveva dato il potere alla bestia; e
adorarono la bestia dicendo: «Chi è simile alla bestia? e chi può combattere contro di
lei?» Apoc 13, 3- 4;
Gli esseri umani considereranno dunque l’Anticristo il
Messia, il Figlio di Dio, e suo padre, Satana, che gli dà questa autorità e questa forza,
Dio. La potenza di questo inganno si intuisce se si pensa che gli eletti stessi saranno in
pericolo di essere sedotti. Difficilmente si deve ipotizzare che questi esseri umani,
questi eletti di Dio, possano essere distolti dalla loro fede da falsi insegnamenti
primitivi. Ciò significa però che qui in realtà si tratterà di una copia del tutto sottile
e diabolica dell’"apparizione di Cristo", cosicché persino questi servi di Dio possano
essere ingannati.
Ma il Signore Gesù ha previsto esattamente questo quando disse: "Io sono venuto nel nome
del Padre mio, e voi non mi ricevete; se un altro verrà nel suo proprio nome, quello lo
riceverete" (Giov 5,43).
E così gli esseri umani considereranno Satana Dio, l’Anticristo il Messia e il falso
profeta la terza persona di questa "trinità" satanica. La venereranno e l’adoreranno.
L’ammirata dichiarazione degli esseri umani in Apoc 13,4 "Chi è simile alla bestia? e chi
può combattere contro di lei?" è da vedere in relazione con la "Risurrezione" della
bestia. Essa era ferita a morte e la sua piaga mortale fu di nuovo guarita.
La bestia che aveva ricevuto la ferita della spada ed era tornata in vita.
Apoc 13,12 Essa esercitava tutto il potere della
prima bestia in sua presenza, e faceva sì che tutti gli abitanti della terra adorassero
la prima bestia la cui piaga mortale era stata guarita. 13,13 E operava grandi prodigi
sino a far scendere fuoco dal cielo sulla terra in presenza degli uomini. 13,14 E seduceva
gli abitanti della terra con i prodigi che le fu concesso di fare in presenza della
bestia, dicendo agli abitanti della terra di erigere un’immagine della bestia che aveva
ricevuto la ferita della spada ed era tornata in vita. Apoc 13,12-14;
Questa creatura satanica arriverà ora entro breve tempo al
potere in tutto il mondo attraverso segni menzogneri e miracoli come guida
religiosa-politica. Probabilmente egli verrà salutato dalla chiesa mondiale
pseudo-cristiana come il Cristo "ritornato", ma verrà anche riconosciuto dall’ebraismo
mondiale come il Messia, poiché egli soddisferà proprio quelle idee che gli ebrei hanno
preteso da questo già al tempo di Gesù e non hanno ottenuto: egli istituirà il suo regno e
grazie alla potenza soprannaturale che gli viene conferita da Satana, annienterà tutti i
nemici che gli si metteranno contro.
Ora però torniamo agli inizi di questo falso Cristo.
Essa aprì la bocca per bestemmiare contro Dio, per bestemmiare il suo nome, il suo tabernacolo.
Apoc 13,5 E le fu data una bocca che proferiva parole
arroganti e bestemmie. E le fu dato potere di agire per quarantadue mesi. 136 Essa aprì
la bocca per bestemmiare contro Dio, per bestemmiare il suo nome, il suo tabernacolo e
quelli che abitano nel cielo.. Apoc 13, 5- 6;
Quel corno aveva occhi simili a quelli di un uomo e una bocca che pronunciava parole arroganti.
Dan 7,Stavo osservando queste corna, quand’ecco spuntare in
mezzo a quelle un altro piccolo corno davanti al quale tre delle prime corna furono
divelte. Quel corno aveva occhi simili a quelli di un uomo e una bocca che pronunciava
parole arroganti. Dan 7, 8;
Pronuncerà parole inaudite contro il Dio degli dèi.
Dan 11,Il re agirà a suo piacimento, s’innalzerà,
si esalterà al di sopra di ogni dio e pronuncerà parole inaudite contro
il Dio degli dèi; prospererà finché non sia finita l’ira, poiché ciò che
è stato deciso si compirà. Dan 11,36;
Dopo quelli, sorgerà un altro re, che sarà diverso dai precedenti e abbatterà tre re.
Dan 7,23 Ed egli mi disse: "La quarta bestia è un quarto
regno sulla terra, diverso da tutti i regni, che divorerà tutta la terra, la calpesterà e
la frantumerà. 7,24 Le dieci corna sono dieci re che sorgeranno da questo regno; e dopo
quelli, sorgerà un altro re, che sarà diverso dai precedenti e abbatterà tre re.
Dan 7,23-24;
Una delle prime azioni di questo nuovo capo sarà di
liberare il mondo dai santi dell’Altissimo, i due testimoni di Dio, i due profeti a
Gerusalemme. Egli prenderà in mano ciò che molti hanno già tentato nei passati tre anni e
mezzo, ma non è ancora riuscito a nessuno e mostrerà al mondo la sua potenza.
L’Anticristo va con i suoi eserciti pagani a Gerusalemme e
là, con il potere che gli ha dato Satana, combatte i due uomini di Dio. Poiché ora il
servizio di testimonianza dei due unti è giunto alla fine, viene concesso all’Anticristo
di sconfiggerli e di ucciderli. È probabilmente proprio questa vittoria che poi suscita
l’ammirazione di tutto il mondo per questo falso "Messia" e che viene espressa in Apoc
13,4: "Chi è simile alla bestia? e chi può combattere contro di lei?".
La bestia che sale dall’abisso farà guerra contro i due testimoni, li vincerà e li ucciderà.
Apoc 11,7 E quando avranno terminato la loro testimonianza,
la bestia che sale dall’abisso farà guerra contro di loro, li vincerà e li ucciderà.
8 I loro cadaveri giaceranno sulla piazza della grande città, che simbolicamente si chiama
Sodoma ed Egitto, dove anche il loro Signore è stato crocifisso. 9 Gli uomini dei vari
popoli e tribù e lingue e nazioni vedranno i loro cadaveri per tre giorni e mezzo e non
lasceranno che siano posti in sepolcri. 10 Gli abitanti della terra si rallegreranno di
loro e faranno festa e si manderanno regali gli uni agli altri, perché questi due profeti
erano il tormento degli abitanti della terra. Apoc 11, 7-10;
Le (alla bestia) fu pure dato di far guerra ai santi e di vincerli.
Apoc 13,7 Le (alla bestia) fu pure dato di far guerra ai
santi e di vincerli, di avere autorità sopra ogni tribù, popolo, lingua e nazione.
Apoc 13, 7;
Io vidi quel corno fare guerra ai santi e avere il sopravvento.
Dan 7,21 Io vidi quel corno fare guerra ai santi e avere
il sopravvento, 7,22 finché non giunse il vegliardo. Allora il potere di giudicare fu
dato ai santi dell’Altissimo, e venne il tempo che i santi ebbero il regno. Dan 7,21-22;
Egli (il undicesimo re) parlerà contro l’Altissimo, affliggerà i santi dell’Altissimo.
Dan 7,25 Egli parlerà contro l’Altissimo, affliggerà
i santi dell’Altissimo, e si proporrà di mutare i giorni festivi e la legge; i santi
saranno dati nelle sue mani per un tempo, dei tempi e la metà d’un tempo. Dan 7,25;
Alcuni esegeti difendono l’idea che con i "santi
dell’Altissimo" nel testo summenzionato si intende il popolo di Dio a Gerusalemme. In
realtà da Apoc 11,3-10 risulta tuttavia chiaro che la Gerusalemme di quel tempo è
paragonabile a "Sodoma e Egitto". In altre parole che gli esseri umani là sono atei e gli
abitanti di Gerusalemme impediscono addirittura che i due testimoni di Dio vengano
sepolti. Essi, in verità, non sono dunque dei "santi", come presuppone Apoc 13,7.
Altri interpreti rivedono nei "santi" dei tre passi biblici citati più sopra sempre "la
comunità". Sembra tuttavia che noi vediamo nell’interpretazione il nostro ruolo in quanto
comunità in modo troppo acritico. Ciò mostra per esempio il fatto che la Prima
Risurrezione viene interpretata sempre come Risurrezione dell’"intera comunità", anche se
in Apoc 20,4 si parla espressamente solo di coloro che furono decapitati a causa
della parola di Dio e della loro testimonianza per Gesù. Ciò significa però che là si
parla chiaramente solo dei martiri, che per la loro fede sono stati uccisi, e
perciò solo questi poi parteciperanno alla Prima Risurrezione.
Qui dunque con "santi" non sono intesi i membri della comunità, ma i "santi
dell’Altissimo", i due profeti di Dio. La traduzione di Lutero con "annientare" qui è un
po’ fuorviante. Letteralmente si dice però "vincere", come troviamo secondo il senso in
Apoc 11,7 e 13,7. Infatti, in realtà, entrambi questi profeti vengono uccisi, come viene
profetizzato in Apoc 11,7, ma secondo Apoc 11,11 alla fine di tre giorni e mezzo
risusciteranno e ascenderanno al cielo, e dunque non saranno assolutamente "annientati".
La speciale interpretazione degli Avventisti del Settimo Giorno, che vogliono vedere in
entrambi questi testimoni il "Antico e il Nuovo Testamento", non necessita di alcuna
spiegazione dettagliata. Se si considerano le dichiarazioni del testo, che dicono che
entrambi questi testimoni vengono chiamati profeti, che il fuoco esce dalla loro bocca e
annienta i loro nemici, che essi vengono uccisi, che i loro cadaveri giacciono sulle
strade della città di Gerusalemme e dopo tre giorni e mezzo "si alzano in piedi" e vengono
rapiti in cielo in una nuvola, un’identificazione con il "Antico e il Nuovo Testamento"
non può assolutamente essere costruita – nemmeno simbolicamente.
Qui si mostra – come anche in molti altri esegeti – , che ogni volta in cui la Scrittura
viene considerata solo superficialmente e non viene investito il tempo in un’analisi
precIsa del testo, del contesto e dei passi paralleli, manca naturalmente la corretta
comprensione e allora, come soluzione di ripiego, deve essere usato il "simbolismo", dove
poi tutto può essere interpretato in esso.
Con l’attributo "santo" o "santi" vengono ora – in particolare anche in Daniele – sempre
definiti angeli o altri abitanti celesti:
Dan 4,13 Nelle visioni che ebbi, mentre ero a letto, vidi
uno dei santi veglianti scendere dal cielo. Dan 4,13;
Dan 4,17 Questa è la decisione dei veglianti e la sentenza
proviene dai santi, affinché i viventi sappiano che l’Altissimo domina sul regno degli
uomini e che egli lo dà a chi vuole, e vi innalza il più misero degli uomini". Dan 4,17;
Dan 4,20 Poi il re ha visto un santo vegliante che
scendeva dal cielo e diceva: "Abbattete l’albero e distruggetelo, però lasciate in terra
il ceppo e le sue radici, legati con catene di ferro e di bronzo, fra l’erba dei campi;
sia bagnato dalla rugiada del cielo e abbia la sua parte con gli animali della campagna
finché siano passati sopra di lui sette tempi". Dan 4,20;
Dan 8,13 Poi udii un santo che parlava. E un altro
santo chiese a quello che parlava: «Fino a quando durerà la visione del sacrificio
quotidiano, dell’iniquità devastatrice, del luogo santo e dell’esercito abbandonati per
essere calpestati?» Dan 8,13;
Possiamo perciò partire dal presupposto che anche più
sopra, in Dan 7,21 e 25 con "santi" e "santi dell’Altissimo" sono intesi simili abitanti
celesti, ossia, come dice Apoc 11,4, "i due olivi e le due lampade che stanno davanti al
Signore della terra". Sono i due testimoni mandati sulla terra da Dio a Gerusalemme, che
sono scesi dal cielo per profetizzare qui per tre anni e mezzo. Anche qui questo nesso
deriva espressamente da Apoc 11,7. L’espressione usata qui "vincere" anche nel testo greco
originale è identica con quella tratta da Apoc 13,7.
I tre anni e mezzo sono dunque passati e il compito dei due testimoni è concluso.
Dio li richiama a sé e lascia che l’Anticristo li uccida. Da questa
prospettiva si può probabilmente chiarire un po’ anche qui l’identità dei due testimoni.
Sappiamo che nella Prima Risurrezione solo i martiri risorgeranno e nel Millennio
regneranno insieme al Signore.
Ora, se il Signore vuole avere Elia e Mosè con sé nel suo regno, e se il presupposto della
morte di un martire vale veramente per tutti con il giusto Signore, coloro che non
morirono di una morte violenta – come Mosè – o coloro che non sono morti, ma che sono
stati rapiti già quando erano in vita – come Elia, ma probabilmente anche Enoch –
dovrebbero tornare ancora una volta su questa terra, per essere uccisi come martiri e
dunque per portare a compimento il presupposto per la Prima Risurrezione.
Comunque, i cadaveri di entrambi questi uomini giacciono sulla piazza del mercato della
città, nella quale anche il loro Signore fu crocifisso – e dunque a Gerusalemme. Tra gli
uomini di tutto il mondo scoppia un vortice di gioia. Essi si congratulano l’uno con
l’altro, e per potere presentare questa immagine della "redenzione" agli esseri umani di
tutto il mondo, impediscono che questi due morti vengono seppelliti.
Ma dopo tre giorni e mezzo uno spirito di vita procedente da Dio entrò in loro e i due testimoni resusciteranno.
Apoc 11,11
Ma dopo tre giorni e mezzo uno spirito di vita procedente da Dio entrò in loro; essi
si alzarono in piedi e grande spavento cadde su quelli che li videro.
11,12 Ed essi udirono una voce potente che dal cielo diceva loro: «Salite quassù». Essi
salirono al cielo in una nube e i loro nemici li videro.
11,13 In quell’ora ci fu un gran terremoto e la decima parte della città crollò e
settemila persone furono uccise nel terremoto; e i superstiti furono spaventati e diedero
gloria al Dio del cielo. 11,14 Il secondo «guai» è passato; ma ecco, il terzo «guai» verrà
presto. Apoc 11,11-14;
Nel bel mezzo di questi festeggiamenti gioiosi viene
diffuso un messaggio spaventoso. Dopo tre giorni e mezzo questi due morti torneranno
improvvisamente in vita e ascenderanno al cielo in una nuvola. E nello stesso tempo
avviene a Gerusalemme un grosso terremoto. Settemila esseri umani vengono uccisi e un
decimo della città crolla. E solo ora gli esseri umani rimasti a Gerusalemme si ricordano
del loro Dio e gli rendono onore.
Tuttavia l’Anticristo non si lascia impressionare da tutto
questo. Fino a quel momento Gerusalemme era, per così dire, zona vietata dei due
testimoni. Anche chi aveva sempre provato ad attaccarli, era stato da loro annientato. Ora
però l’incantesimo è spezzato. Dopo l’eliminazione dei due testimoni l’Anticristo occupa
con le sue truppe l’intera città. Essi saccheggiano le case, le donne vengono violentate e
la metà della popolazione della città viene da loro esiliata.
Io radunerò tutte le nazioni per far guerra a Gerusalemme, la città sarà presa.
Zac 14,1 Ecco, viene il giorno del SIGNORE in cui le tue
spoglie saranno spartite in mezzo a te. 14,2 Io radunerò tutte le nazioni per far
guerra a Gerusalemme, la città sarà presa, le case saranno saccheggiate, le donne
violentate; metà della città sarà deportata, ma il resto del popolo non sarà
sterminato dalla città. Zac 14, 1- 2;
Il grosso terremoto a Gerusalemme con il rapimento dei due
testimoni ha richiesto settemila uomini. Il resto sopravvissuto della popolazione della
città si è convertito e ha fatto penitenza. Gli esseri umani a Gerusalemme sono dunque in
quel momento tutti credenti e adorano il vero Dio. E questo è ora probabilmente un motivo
in più per l’Anticristo per perseguitare questi esseri umani, per ucciderli e per
cacciarli.
Per poco tempo il tuo popolo santo ha posseduto il paese; i nostri nemici hanno calpestato il tuo santuario.
Isa 63,18 Per poco tempo il tuo popolo santo ha posseduto
il paese; i nostri nemici hanno calpestato il tuo santuario. 63,19 Noi siamo diventati
come quelli che tu non hai mai governati, come quelli che non portano il tuo nome!
Isa 63,18-19;
Cadranno sotto il taglio della spada, e saranno condotti prigionieri fra tutti i popoli.
Luca 21,20 «Quando vedrete Gerusalemme
circondata da eserciti, allora sappiate che la sua devastazione è vicina. 21,21 Allora
quelli che sono in Giudea, fuggano sui monti; e quelli che sono in città, se ne
allontanino; e quelli che sono nella campagna non entrino nella città. 21,22 Perché
quelli sono giorni di vendetta, affinché si adempia tutto quello che è stato scritto.
21,23 Guai alle donne che saranno incinte, e a quelle che allatteranno in quei giorni!
Perché vi sarà grande calamità nel paese e ira su questo popolo. 21,24 Cadranno sotto il
taglio della spada, e saranno condotti prigionieri fra tutti i popoli; e Gerusalemme
sarà calpestata dai popoli, finché i tempi delle nazioni siano compiuti.
Luca 21,20-24;
Le nazioni calpesteranno la città santa per quarantadue mesi.
Apoc 11,1 Poi mi fu data una canna simile a una verga; e mi
fu detto: «Àlzati e misura il tempio di Dio e l’altare e conta quelli che vi adorano; 11,2
ma il cortile esterno del tempio, lascialo da parte, e non lo misurare, perché è stato
dato alle nazioni, le quali calpesteranno la città santa per quarantadue mesi..
Apoc 11, 1- 2;
Con questi passi biblici sulla conquista di Gerusalemme,
potrebbe facilmente generarsi l’impressione che si tratti anche qui della distruzione
della città nell’anno 70 d. C., alla fine della prima insurrezione ebraica contro i
romani. Allora la città e il tempio furono conquistati e completamente distrutti da Tito
dopo un assedio di cinque mesi. E come abbiamo visto più sopra, vi sono anche passi
biblici che rimandano a questo evento (Luc 19,41-44; Isa 29,1-4), cosicché si deve
distinguere in modo veramente preciso. Un punto di partenza importante per l’esegesi in
questo contesto è il fatto che nell’anno 70 anche il tempio fu completamente demolito, ma
nella settantesima settimana proprio il tempio rimane intatto.
Questo lo riconosciamo da un lato da Apoc 11,2, dove solo il cortile esterno – e dunque la
zona all’esterno del tempio – è interessato dalla distruzione, dall’altro anche dal fatto
che un po’ più tardi l’Anticristo presenta la sua immagine nel tempio e lascia che venga
adorata (Mat 24,15; Dan 9,27; 11,31), cosa che presuppone che anche questo tempio esista
ancora. A prescindere da questo si deve realizzare che la dichiarazione in Apoc 11,2:
"calpesteranno (ossia i Gentili) la città santa per quarantadue mesi", fu scritta negli
anni novanta dell’era cristiana, che la conquista per mano di Tito in quel momento aveva
avuto luogo già almeno da vent’anni e perciò questo testo – come profezia – non può essere
assolutamente riferito a questo avvenimento.
Ma anche da Zac, capitolo 14, si può dedurre il contesto temporale. Nei versetti 1-2 (si
veda più sopra), vengono profetizzati la conquista e il saccheggio della città per mano
dei Gentili. Nel versetti 3, 12 e 16 di questo capitolo, viene fatto riferimento a questi
popoli/Gentili, che andarono prima alla guerra contro Gerusalemme e che poi – nella
battaglia di Harmaghedon – vengono colpiti e sconfitti dal Signore.
Poi il SIGNORE si farà avanti e combatterà contro quelle nazioni.
Zac 14,3 Poi il SIGNORE si farà
avanti e combatterà contro quelle nazioni, come egli combatté tante volte nel giorno
della battaglia. 14,4 In quel giorno i suoi piedi si poseranno sul monte degli Ulivi, che
sta di fronte a Gerusalemme, a oriente, e il monte degli Ulivi si spaccherà a metà, da
oriente a occidente, tanto da formare una grande valle; metà del monte si ritirerà verso
settentrione e l’altra metà verso il meridione. 14,5 Voi fuggirete per la valle dei miei
monti, poiché la valle dei monti si estenderà fino ad Asal; fuggirete come fuggiste per il
terremoto ai giorni di Uzzia, re di Giuda; il SIGNORE, il mio Dio, verrà e tutti i suoi
santi con lui. Zac 14, 3- 5;
il SIGNORE colpirà tutti i popoli che avranno mosso guerra a Gerusalemme.
Zac 14,12 Questo sarà il flagello con cui il SIGNORE
colpirà tutti i popoli che avranno mosso guerra a Gerusalemme: la loro carne si
consumerà mentre stanno in piedi, i loro occhi si scioglieranno nelle orbite, la loro
lingua si consumerà nella loro bocca.
14,13 In quel giorno vi sarà in mezzo a loro un gran tumulto prodotto dal SIGNORE;
ciascuno di loro afferrerà la mano dell’altro, e la mano dell’uno si alzerà contro la mano
dell’altro. 14,14 Giuda stesso combatterà contro Gerusalemme; le ricchezze di tutte le
nazioni circostanti saranno ammassate: oro, argento, vesti in grande abbondanza.
4,15 Il flagello che colpirà i cavalli, i muli, i cammelli, gli asini e tutte le bestie
che saranno in quegli accampamenti, sarà simile a quell’altro flagello.
14,16 Tutti quelli che saranno rimasti di tutte le nazioni venute contro Gerusalemme,
saliranno di anno in anno a prostrarsi davanti al Re, al SIGNORE degli eserciti, e a
celebrare la festa delle Capanne. Zac 14,12-16;
Dunque, i versetti Zac 14,3, 12 e 16 si riferiscono
direttamente al versetto 2. Comunque, della conquista di Gerusalemme nell’anno 70 non ci è
stata tramandata né un’epidemia, né una confusione tra i soldati romani. Anche la
dichiarazione del versetto 16, che dice che i Gentili rimasti salgono ogni anno a
Gerusalemme per adorare il Signore, in questa forma non è stata compiuta, cosicché si deve
collocare questa profezia nel Millennio. E qui sarebbe difficilmente comprensibile, se il
riferimento a "tutti quelli che saranno rimasti di tutte le nazioni venute contro
Gerusalemme" si riferisse alle truppe di Tito già quasi duemila anni prima.
Per questo divampa l’ira del SIGNORE contro il suo popolo; egli stende contro di esso la sua mano, e lo colpisce; tremano i monti.
Isa 5,25 Per questo divampa l’ira del SIGNORE contro il
suo popolo; egli stende contro di esso la sua mano, e lo colpisce; tremano i monti, i
cadaveri sono come spazzatura in mezzo alle vie; con tutto ciò, la sua ira non si
calma e la sua mano rimane distesa.
5,26 Egli alza un vessillo per le nazioni lontane; fischia a un popolo, che è
all’estremità della terra; ed eccolo che arriva, pronto, leggero. 5,27 In esso nessuno
è stanco o vacilla, nessuno sonnecchia o dorme; a nessuno si scioglie la cintura dei
fianchi o si rompe il legaccio dei calzari. 5,28 Le sue frecce sono appuntite, tutti i
suoi archi sono tesi; gli zoccoli dei suoi cavalli paiono pietre, le ruote dei suoi carri,
un turbine. 5,29 Il suo ruggito è come quello di un leone; rugge come il leoncello;
rugge, afferra la preda, la porta via al sicuro, senza che nessuno gliela strappi.
5,30 In quel giorno, egli muggirà contro Giuda, come mugge il mare; e a guardare il paese,
ecco tenebre, angoscia, e la luce che si oscura mediante le sue nuvole.
Isa 5,25-30;
(Vedi anche capitolo 02: "La
conquista e dispersione di Gerusalemme.")
Il testo qui sotto tratto da Dan 9,27 è il passo chiave per
la comprensione del contesto temporale tra i 1260 giorni dei due testimoni e i 42 mesi
dell’Anticristo. Quest’ultimo con la sua venuta vincerà prima i due testimoni e poi porrà
in una situazione difficile coloro che vengono messi nelle sue mani per 3 periodi e 1/2,
attraverso il cambiamento delle loro festività religiose e della loro legge religiosa.
In mezzo alla settimana farà cessare sacrificio e offerta.
Dan 9,27 Egli stabilirà un patto con molti, per una
settimana; in mezzo alla settimana farà cessare sacrificio e offerta; sulle ali
delle abominazioni verrà un devastatore. Il devastatore commetterà le cose più
abominevoli, finché la completa distruzione, che è decretata, non piombi sul
devastatore"». Dan 9,27;
I santi saranno dati nelle sue mani per un tempo, dei tempi e la metà d’un tempo.
Dan 7,25 Egli parlerà contro l’Altissimo,
affliggerà i santi dell’Altissimo, e si proporrà di mutare i giorni festivi e la legge;
i santi saranno dati nelle sue mani per un tempo, dei tempi e la metà d’un tempo. Dan 7,25;
Dal momento in cui sarà abolito il sacrificio quotidiano e sarà rizzata l’abominazione della desolazione, passeranno milleduecentonovanta giorni.
Dan 12,9 Egli rispose: "Va’ Daniele; perché queste parole
sono nascoste e sigillate sino al tempo della fine. 12,10 Molti saranno purificati,
imbiancati, affinati; ma gli empi agiranno empiamente e nessuno degli empi capirà, ma
capiranno i saggi.
12,11 Dal momento in cui sarà abolito il sacrificio quotidiano e sarà rizzata
l’abominazione della desolazione, passeranno milleduecentonovanta giorni. 12 Beato chi
aspetta e giunge a milletrecentotrentacinque giorni! 12,13 Tu avviati verso la fine; tu ti
riposerai e poi ti rialzerai per ricevere la tua parte di eredità alla fine dei tempi"». Dan 12, 9-13;
Questo durerà un tempo, dei tempi e la metà d’un tempo; e quando la forza del popolo santo sarà interamente spezzata, allora tutte queste cose si compiranno.
Dan 12,6 e l’altro sulla sponda opposta. Uno di essi disse
all’uomo vestito di lino che stava sulle acque del fiume: "Quando sarà la fine di queste
cose straordinarie?" 12,7 Udii l’uomo vestito di lino, che stava sopra le acque del fiume.
Egli alzò la mano destra e la mano sinistra al cielo e giurò per colui che vive in eterno
dicendo: "Questo durerà un tempo, dei tempi e la metà d’un tempo; e quando la forza del
popolo santo sarà interamente spezzata, allora tutte queste cose si compiranno".
Dan 12, 6- 7;
L’Anticristo ha ora partita vinta. Egli ha sconfitto i due
profeti che hanno colpito la terra con la carestia e le epidemie e ha conquistato la città
di Dio – Gerusalemme. Egli è il "Salvatore" del mondo, egli è "il Messia" e colui che egli
ha mandato è "Dio".
Ora gli esseri umani adorano questo Dio, Satana. E anche gli ebrei riconosceranno questo
Messia, che ora, finalmente, sembra essere venuto, per istituire il regno e il dominio
sulla terra. Egli non ha bisogno di accelerare le cose; tutto il mondo vuole che egli
diventi il sovrano del mondo. Il "Messia" nel suo regno di pace! Il Regno Millenario
sembra iniziato. Egli riceve il potere su tutte le nazioni e su tutti i popoli.
Ma l’apparenza inganna. Anche questo suo potere è solo tollerato dal vero Dio. Ed egli ha
solo un tempo breve per esercitarlo. Gli vengono dati tre anni e mezzo, ovvero 42 mesi.
Poi anche il suo regno verrà portato alla fine.
Le nazioni calpesteranno la città santa per quarantadue mesi.
Apoc 11,1 Poi mi fu data una canna simile a una verga; e mi
fu detto: «Àlzati e misura il tempio di Dio e l’altare e conta quelli che vi adorano; 11,2
ma il cortile esterno del tempio, lascialo da parte, e non lo misurare, perché è stato
dato alle nazioni, le quali calpesteranno la città santa per quarantadue mesi..
Apoc 11, 1- 2;
Egli dirà cose mostruose contro il Dio di tutti gli dèi e
negherà sia il padre che il Figlio. Egli sedurrà all’ingiustizia tutti coloro che sono
perduti, poiché Dio invia loro il potere della tentazione, cosicché essi credono alla
menzogna, e affinché vengano giudicati tutti coloro che non credevano alla verità.
E pronuncerà parole inaudite contro il Dio degli dèi.
Dan 11,36 Il re agirà a suo piacimento, s’innalzerà, si
esalterà al di sopra di ogni dio e pronuncerà parole inaudite contro il Dio degli dèi;
prospererà finché non sia finita l’ira, poiché ciò che è stato deciso si compirà. 11,37
Egli non avrà riguardo agli dèi dei suoi padri; non avrà riguardo al dio preferito dalle
donne, né ad alcun dio, perché si innalzerà al di sopra di tutti.
11,38 Ma onorerà il dio delle fortezze nel suo luogo di culto; onorerà con oro, con
argento, con pietre preziose e con oggetti di valore, un dio sconosciuto ai suoi padri. 11,39
Egli agirà contro le fortezze ben munite, aiutato da un dio straniero. Colmerà di onori
quelli che lo riconosceranno, li farà dominare su molti e spartirà fra loro delle terre
come ricompensa. Dan 11,36-39;
I testi tratti da Dan 11,31-39, che in questo capitolo si
riferiscono all’Anticristo, hanno trovato il loro precompimento già al tempo di Antioco IV
Epifane negli anni 175-171 a. C. Mentre tuttavia si possono interpretare i versetti Dan
11,31-36 ancora senza problemi con le tradizioni storiche del tempo di Antioco,
l’interpretazione in questa direzione diventa sempre più difficile a partire dal versetto
37.
Qui si mostra dunque la stessa immagine che abbiamo in Dan 9,26 e 27: mentre Dan 9,26 il
principe può ancora abbastanza chiaramente essere interpretato come Tito, nel versetto 27
questo principe indica già l’Anticristo – anche se "egli" in questo versetto si riferisce
ancora al "principe" nel versetto 26. E del tutto similmente anche qui: i versetti Dan
11,21-36 si possono del tutto chiaramente attribuire ad Antioco e al suo tempo. Tuttavia,
dal versetto 37 il riferimento storico ad Antioco va calando e riconosciamo sempre più
chiaramente i tratti dell’Anticristo, che possiamo palesemente identificare a partire dal
versetto 40.
(Vedi anche tabella 04: "La
Rivelazione dal Libro della Verità.")
Poiché Satana ha preso dal mare la prima bestia,
l’Anticristo, egli fa sorgere ancora una seconda bestia. Questa volta dalla terra. È il
falso profeta, e questo agisce su ordine e nell’autorità della prima bestia. Anch’egli fa
grandi segnali e arriva a far sì che tutto il mondo adori la prima bestia, l’Anticristo.
Essi lo adorano come il "Salvatore", e il falso profeta porta gli esseri umani a fare
un’immagine di lui e ad adorare anch’essa. Chiunque non è pronto ad adorare questa
immagine, è un "blasfemo" e viene ucciso.
Poi vidi un’altra bestia, che saliva dalla terra, e aveva due corna.
Apoc 13,11 Poi vidi un’altra bestia, che saliva dalla
terra, e aveva due corna simili a quelle di un agnello, ma parlava come un dragone.
13,12 Essa esercitava tutto il potere della prima bestia in sua presenza, e faceva sì che
tutti gli abitanti della terra adorassero la prima bestia la cui piaga mortale era
stata guarita. 13,13 E operava grandi prodigi sino a far scendere fuoco dal cielo
sulla terra in presenza degli uomini. 13,14 E seduceva gli abitanti della terra con i
prodigi che le fu concesso di fare in presenza della bestia, dicendo agli abitanti
della terra di erigere un’immagine della bestia che aveva ricevuto la ferita della
spada ed era tornata in vita. Apoc 13,11-14;
Ed anche nella sua autorità questo falso profeta riesce a
far parlare questa immagine. Una delle prime dichiarazioni di queste immagini è ora che
tutti gli esseri umani devono farsi un marchio sulla fronte e sulla mano destra. Chi non
ha questo segno, viene perseguitato e ucciso.
E le fu concesso di dare uno spirito all’immagine della bestia.
Apoc 13,15 E le fu concesso di dare uno spirito
all’immagine della bestia, affinché l’immagine della bestia parlasse, e di far sì
che tutti coloro che non adoravano l’immagine della bestia fossero uccisi.
13,16 Inoltre faceva sì che a tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi
e servi, fosse posto un marchio sulla loro mano destra o sulla loro fronte,
13,17 e che nessuno potesse comperare o vendere, se non chi aveva il marchio o il
nome della bestia o il numero del suo nome. 13,18 Qui sta la sapienza.
Chi ha intelligenza, calcoli il numero della bestia, perché è un numero d’uomo;
e il suo numero è seicentosessantasei. Apoc 13,15-17;
Il falso profeta presenta questa immagine perché venga
adorata nel luogo sacro, nel tempio di Gerusalemme. In seguito, egli modifica le festività
e le leggi della messa ebraica e abolisce il sacrificio quotidiano.
I santi saranno dati nelle sue mani per un tempo, dei tempi e la metà d’un tempo..
Dan 7,25 Egli parlerà contro l’Altissimo,
affliggerà i santi dell’Altissimo, e si proporrà di mutare i giorni festivi e la legge;
i santi saranno dati nelle sue mani per un tempo, dei tempi e la metà d’un tempo. Dan 7,25;
Sulle ali delle abominazioni verrà un devastatore.
Dan 9,26 Dopo le sessantadue settimane un unto sarà
soppresso, nessuno sarà per lui. Il popolo d’un capo che verrà distruggerà la città e il
santuario; la sua fine verrà come un’inondazione ed è decretato che vi saranno
devastazioni sino alla fine della guerra.
9,27 Egli stabilirà un patto con molti, per una settimana; in mezzo alla settimana farà
cessare sacrificio e offerta; (e nel tempio sarà l’immagine abominabile della devastazione
/ Lutero) sulle ali delle abominazioni verrà un devastatore. Il devastatore commetterà
le cose più abominevoli, finché la completa distruzione, che è decretata, non piombi sul
devastatore"». Dan 9,26-27;
Dan 12,11 Ora, dal tempo in cui sarà abolito il sacrificio quotidiano e sarà
eretto l’abominio della desolazione, ci saranno milleduecentonovanta giorni. Dan 12,11;
Dai passi paralleli menzionati qui sopra in Dan 7,25; 9,27
e 12,11 si può però trarre un’ulteriore informazione: sacrifici e offerte sono componenti
della messa ebraica nel tempio. Questa messa può dunque essere effettuata solo nel tempio.
Poiché però a Gerusalemme dalla distruzione per mano di Tito, nell’anno 70, non esiste più
alcun tempio, non è stato possibile tenere fino ad oggi una messa conforme alla legge.
Il lungo periodo senza messa viene profetizzato anche dal profeta Osea.
I figli d’Israele infatti staranno per parecchio tempo senza re, senza capo, senza sacrificio.
Os 3,4I figli d’Israele
infatti staranno per parecchio tempo senza re, senza capo, senza sacrificio e senza
statua, senza efod e senza idoli domestici. 3,5Poi i figli d’Israele torneranno a cercare
il SIGNORE, loro Dio, e Davide, loro re, e ricorreranno tremanti al SIGNORE e alla sua
bontà, negli ultimi giorni. Os 3, 4- 5;
Se ora in quel tempo, nel mezzo della settantesima
settimana, sacrifici e offerte devono essere aboliti e festività e legge modificate,
allora essi devono essere esistiti prima e una messa regolare deve essere stata possibile.
Questo e il fatto che sì anche l’orrore della devastazione è nel "santuario" o nel "luogo
santo", presuppone che a Gerusalemme vi sia un tempio.
Qui comprendiamo molto bene che tra Dan 9,26: "…Il popolo d’un capo che verrà
distruggerà la città e il santuario…" –
dunque Tito nell’anno 70 d. C. – e il versetto successivo, Dan 9,27: "…e nel santuario vi sarà l’orrore della devastazione…" (Lutero) vi è un periodo di quasi duemila anni fino ad ora.
Il fatto che questo tempio – il terzo del resto – verrà costruito presumibilmente già nel
nostro tempo, viene spiegato più da vicino nel capitolo 10. Possiamo dunque dedurre da
questo che all’inizio della settantesima settimana a Gerusalemme vi è un tempio e la messa
ebraica viene festeggiata con sacrifici e offerte.
(Vedi anche capitolo 10: "Il Millennio.")
Questo abominio della desolazione nel tempio, del quale
leggiamo più sopra, in Dan 9,27 e 12,11, viene ripetutamente menzionato anche nel Nuovo
Testamento. Così, Paolo scrive ai Tessalonicesi nella sua seconda lettera dell’"uomo del
peccato", che si siede nel tempio e pretende di essere Dio.
L’uomo del peccato porse a sedere nel tempio di Dio come Dio, mettendo in mostra se stesso e proclamando di essere Dio.
2Tess 2,3 Nessuno v’inganni in
alcuna maniera, perché quel giorno non verrà se prima non sia venuta l’apostasia
e prima che sia manifestato l’uomo del peccato, il figlio della perdizione, 2,4
l’avversario, colui che s’innalza sopra tutto ciò che è chiamato dio o oggetto di
adorazione, tanto da porsi a sedere nel tempio di Dio come Dio, mettendo in mostra se
stesso e proclamando di essere Dio. 2Tess 2, 3- 4;
Ed anche nel Vangeli il Signore indica che l’abominio della
desolazione nel tempio deve essere per i credenti un segno per fuggire.
Quando dunque avrete visto l’abominazione della desolazione posta nel luogo santo.
Mat 24,15 »Quando dunque
avrete visto l’abominazione della desolazione predetta dal profeta Daniele, posta nel
luogo santo (chi legge intenda), 24,16 allora coloro che sono nella Giudea fuggano
ai monti. 24,17 Chi si trova sulla terrazza della casa, non scenda a prendere qualcosa
di casa sua; 24,18 e chi è nei campi, non torni indietro a prendere il suo mantello. 24,19
Ma guai alle donne incinte e a quelle che allatteranno in quei giorni! 24,20 E pregate che
la vostra fuga non accada d’inverno, né di sabato
24,21 perché allora vi sarà una tribolazione così grande, quale non vi fu mai
dal principio del mondo fino ad ora né mai più vi sarà. 24,22 E se quei
giorni non fossero abbreviati, nessuna carne si salverebbe; ma a motivo degli
eletti quei giorni saranno abbreviati. Mat 24,15-22;
Allora quelli che si trovano nella Giudea fuggano ai monti.
Mar 13,14 Quando vedrete l’abominio della desolazione
stare là dove non conviene, chi legge capisca, allora quelli che si trovano nella Giudea
fuggano ai monti; 13,15 chi si trova sulla terrazza non scenda per entrare a prender
qualcosa nella sua casa; 13,16 chi è nel campo non torni indietro a prendersi il mantello. 13,17
Guai alle donne incinte e a quelle che allatteranno in quei giorni! 13,18 Pregate che ciò
non accada d’inverno;
13,19 perché quei giorni saranno una tribolazione, quale non è mai stata dall’inizio
della creazione, fatta da Dio, fino al presente, né mai vi sarà. 13,20 Se il Signore
non abbreviasse quei giorni, nessun uomo si salverebbe. Ma a motivo degli eletti che si è
scelto ha abbreviato quei giorni. Mar 13,14-20;
Si muoveranno a profanare il santuario della cittadella, aboliranno il sacrificio quotidiano e vi metteranno l’abominio della desolazione.
Dan 11,31 Forze da lui armate si muoveranno a profanare
il santuario della cittadella, aboliranno il sacrificio quotidiano e vi metteranno
l’abominio della desolazione. 11,32 Con lusinghe egli sedurrà coloro che
avranno apostatato dall’alleanza, ma quanti riconoscono il proprio Dio si
fortificheranno e agiranno. 11,33 I più saggi tra il popolo ammaestreranno molti,
ma cadranno di spada, saranno dati alle fiamme, condotti in schiavitù e saccheggiati
per molti giorni. Dan 11,31-33;
Vi sarà un tempo di angoscia, come non ce ne fu mai da quando sorsero le nazioni fino a quel tempo.
Dan 12,1 «In quel tempo sorgerà Michele, il grande
capo, il difensore dei figli del tuo popolo; vi sarà un tempo di angoscia, come non ce
ne fu mai da quando sorsero le nazioni fino a quel tempo; e in quel tempo, il tuo popolo
sarà salvato; cioè, tutti quelli che saranno trovati iscritti nel libro.
12,2 Molti di quelli che dormono nella polvere della terra si risveglieranno; gli uni per
la vita eterna, gli altri per la vergogna e per una infamia per la durata del mondo (Buber).
12,3 I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento e quelli che avranno
insegnato a molti la giustizia risplenderanno come le stelle per la durata del mondo e in
eterno. Dan 12, 1- 3;
Ora, dal tempo in cui sarà abolito il sacrificio quotidiano e sarà eretto l’abominio della desolazione, ci saranno milleduecentonovanta giorni.
Dan 12,11 Ora, dal tempo in cui sarà abolito il sacrificio
quotidiano e sarà eretto l’abominio della desolazione, ci saranno milleduecentonovanta
giorni. 12,12 Beato chi aspetterà con pazienza e giungerà a milletrecentotrentacinque
giorni. 12,13 Tu, va’ pure alla tua fine e riposa: ti alzerai per la tua sorte alla fine
dei giorni». Dan 12,11-13;
Anche il passo qui sopra, tratto da Matteo, con i suoi passi paralleli in Daniele, viene interpretato da molti esegeti come un’allusione all’anno 70 d. C. e alla conquista di Gerusalemme per mano di Tito. Naturalmente, queste persone si trovano poi nell’imbarazzo di dovere spiegare la "tribolazione così grande, quale non vi fu mai dal principio del mondo fino ad ora né mai più vi sarà".
Si dice poi "che il caso della città di Gerusalemme ha causato per Israele un tale
terribile orrore dello sgomento e della disperazione, una tale terribile afflizione come
in nessun altro posto nella storia del mondo" (Fritz Rienecker, "Il Vangelo secondo
Matteo", WStB, p. 319). Tuttavia, è facile comprendere che tutta questa disperazione degli
ebrei, per quanto orribile essa possa essere stata, non può compensare molto il peso della
dichiarazione in Mat 24,21. Qui non si tratta del dolore in una città, ma di una
catastrofe di portata mondiale.
Ciò si riflette in particolare nel passo di Daniele citato da Matteo, dove questa
tribolazione viene chiamata come non lo è mai stata da quando esistono gli esseri umani. E
poi là si dice: "e in quel tempo, il tuo popolo sarà salvato; cioè, tutti quelli che
saranno trovati iscritti nel libro". Ora, il popolo d’Israele nell’anno 70 della nostra
era non è salvato, ma è stato quasi completamente disperso.
Ed anche per la dichiarazione in Dan 12,11: "Dal momento in cui sarà abolito il sacrificio
quotidiano e sarà rizzata l’abominazione della desolazione, passeranno
milleduecentonovanta giorni" non si può trovare assolutamente una spiegazione come
avvenuta al tempo di Tito, mentre al contrario vi è una spiegazione per l’ipotesi che
questo avverrà nella settantesima settimana, nel mezzo della quale l’Anticristo pone
l’orrore nel tempio ed è poi distrutto dal Signore dopo 42 mesi di regno.
Infine, vi è ancora un’ultima convincente argomentazione per il fatto che questa
dichiarazione tratta da Mat 24,15-16 non appartiene al tempo di Tito. Là si dice: " Quando
dunque vedrete l’abominazione della desolazione, della quale ha parlato il profeta
Daniele, posta in luogo santo (chi legge faccia attenzione!), allora quelli che saranno
nella Giudea, fuggano ai monti". L’abominazione della desolazione avrà dunque luogo nel
luogo santo – nel tempio di Gerusalemme. Ed ora viene l’esortazione a tutti coloro che
sono "nella Giudea" di fuggire ai monti. E così velocemente da non potere nemmeno portare
con sé i propri vestiti, come dicono i versetti 24,17-18.
Ora, la Giudea prima dell’anno 70 era insieme alla Samaria e all’Idumea un procuratorato
romano. L’estensione della Giudea da nord (Antipatride) a sud (Hebron) era di circa 80 km,
dalla costa del Mar Mediterraneo ad ovest fino al Mar Morto e al fiume Giordano ad est
parimenti di circa 80 km. Gerusalemme si trovava in posizione relativamente centrale,
cosicché l’informazione su un evento che accadeva a Gerusalemme, doveva essere trasportata
per circa 40 km in tutte le direzioni, per renderla nota alle persone nel paese.
Ed ora ci si chiede in primo luogo perché le persone in una distanza di 40 km da
Gerusalemme allora dovevano fuggire ai monti, se la città stessa si trovava in preda alla
tribolazione. Essendo a questa distanza dalla città e tenendo conto della gittata delle
armi di allora, non vi sarebbe stato per loro alcun pericolo.
In secondo luogo, però, i problemi sorgono con la spiegazione di come queste persone nel
paese possano essere arrivate così velocemente a questa informazione – ossia al fatto che
un’immagine dell’abominazione fu posta nel tempio a Gerusalemme. Quegli ebrei che erano a
Gerusalemme, erano tutti indaffarati per fuggire tempestivamente ai monti. I romani però
non avevano alcun interesse ad informare chiunque al di fuori di Gerusalemme di questo
evento.
Diverso sarebbe nella nostra epoca. In questo caso, i media probabilmente sarebbero i
primi sul posto a potere inviare un simile avvenimento live. E non solo tutti gli abitanti
della Giudea, ma probabilmente il mondo intero sarebbe informato in ogni secondo di ciò
che avviene nel tempio di Gerusalemme.
E così sarà anche negli Ultimi Tempi. Così come la morte dei due testimoni da Apoc 11,7-10
può essere resa nota entro brevissimo tempo agli "uomini dei vari popoli e tribù e lingue
e nazioni" solo con l’aiuto dell’attuale tecnologia dell’informazione, cosicché se ne
poterono rallegrare, anche l’evento nel tempio di Gerusalemme verrà contemporaneamente
diffuso in tutto il mondo.
E poi questo atto di profanazione del tempio ebraico non avrà nemmeno alcun contesto
militare, ma religioso. La presentazione dell’immagine della bestia nel santuario e
l’ordine di adorarla pena la morte, come abbiamo letto più sopra in Apoc 13,15, è
chiaramente il preludio al bando, alla persecuzione e all’uccisione dei credenti in Gesù
che ancora rimangono.
Tuttavia, anche qui ci si deve chiedere obiettivamente di fronte a quale contesto è da
vedere questo appello alla fuga. Anche qui, naturalmente, si potrebbe presumere che è
l’attacco dell’Anticristo con i suoi eserciti a Gerusalemme, che spinge gli esseri umani
alla fuga. Ma, esattamente come sopra, ciò non concerne assolutamente la restante
popolazione nella zona della Giudea di un tempo. Ed anche oggi non è comune distruggere
completamente una città, che si vuole conquistare – e l’Anticristo ha bisogno di questa
città e del suo tempio intatti e non danneggiati.
Dunque, se ci si chiede cosa oggi potrebbe portare a consigliare la fuga ai monti alla
popolazione di una città, si giunge immediatamente a pensare al pericolo di un terremoto.
Un terremoto – soprattutto un grosso terremoto – in città, a causa degli edifici di ogni
sorta che crollano, è sempre più pericoloso che fuori città.
Ora, abbiamo già avuto un tale "grosso terremoto" con il Rapimento dei due testimoni a
Gerusalemme. Qui settemila esseri umani vengono uccisi. Tuttavia, per due ragioni, questo
non può essere quel terremoto dal quale qui si viene apparentemente messi in guardia. In
primo luogo, questo terremoto avvenne all’inizio del regno dell’Anticristo su Gerusalemme
– ma qui siamo già più avanti nel tempo: il falso profeta esercita già la propria carica,
l’immagine sta nel tempio e gli adoratori della bestia perseguitano i credenti in Gesù.
In secondo luogo, però, anche qui l’argomentazione qui sopra ha un effetto che non sembra
essere una minaccia per la città di Gerusalemme – o non solo per la città di Gerusalemme.
Infatti si dice: "quelli che sono in Giudea", e dunque l’imminente minaccia dalla quale si
viene messi in guardia più sopra, in Mat 24,15-22 e passi paralleli, deve valere per
l’intero paese. Se con ciò è inteso un terremoto, si deve trattare, quindi, di un
terremoto molto più grande di quello avvenuto con il Rapimento dei due testimoni.
E un terremoto così grande lo troviamo poi anche subito dopo nel sesto sigillo, alla fine
di questo periodo della "Grande Tribolazione", con l’avvento della Grande Tenebra. Là un
terremoto mondiale non provoca solo l’oscuramento degli astri, ma vengono spostati anche i
monti e le isole dalla loro posizione.
Qui avremmo veramente una valida ragione per la fuga ai monti della popolazione
dell’intera Giudea.
Le anime dei martiri nel cielo.
Apoc 6,9 Quando l’Agnello aprì il quinto sigillo, vidi
sotto l’altare le anime di coloro che furono immolati a causa della parola di Dio e della
testimonianza che gli avevano resa. 6,10 E gridarono a gran voce: «Fino a quando, Sovrano,
tu che sei santo e verace, non farai giustizia e non vendicherai il nostro sangue sopra
gli abitanti della terra?». 6,11 Allora venne data a ciascuno di essi una veste candida e fu
detto loro di pazientare ancora un poco, finché fosse completo il numero dei loro
compagni di servizio e dei loro fratelli che dovevano essere uccisi come loro.
Apoc 6, 9-11;
Sono i martiri in cielo che, qui, con l’apertura del quinto sigillo, chiedono a Dio vendetta sugli atei e sui miscredenti sulla terra. Ma è ancora troppo presto. Come viene loro detto, essi devono aspettare ancora breve tempo finché anche i loro confratelli saranno uccisi. Sono dunque intesi i credenti in Gesù, che anche durante questo tempo sono perseguitati in tutto il mondo, fatti prigionieri e condannati.
Ora, prima che inizi il "Giorno del Signore", il giorno della salvazione per i suoi eletti e il grande e terribile "Giorno dell’Ira" per gli atei e gli impenitenti, avviene un grosso terremoto mondiale. In seguito avviene una grande tenebra sulla terra: il sole e la luna si oscurano e le stelle cadono dal cielo.
Il sole scuro, la luna come sangue e le stelle caddero sulla terra.
Apoc 6,12 Poi vidi quando egli aperse il sesto sigillo; ed
ecco, si fece un grande terremoto, e il sole divenne nero come un sacco di crine, e la
luna divenne come sangue; 6,13 e le stelle del cielo caddero sulla terra, come
quando il fico scosso da un gran vento lascia cadere i suoi fichi acerbi. 6,14 Quindi
il cielo si ritirò come una pergamena che si arrotola, ed ogni montagna ed isola fu
smossa dal suo luogo. Apoc 6,12-14;
Il sole si oscurerà, la luna non darà più il suo splendore.
Mat 24,29 Subito dopo la tribolazione di quei giorni,
il sole si oscurerà, la luna non darà più il suo splendore, le stelle
cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno scrollate. Mat 24,29;
Il sole si cambierà in tenebre e la luna in sangue, prima che venga il giorno del SIGNORE, grande e terribile.
Gioele 3,3 Farò prodigi nel cielo e sulla terra,
sangue e fuoco e colonne di fumo. 3,4 Il sole si cambierà in tenebre e la luna
in sangue, prima che venga il giorno del SIGNORE, grande e terribile. 3,5 Chiunque
invocherà il nome del Signore sarà salvato, poiché sul monte Sion e in
Gerusalemme vi sarà la salvezza, come ha detto il Signore, anche per i superstiti
che il Signore avrà chiamati. Gioele 3, 3- 5;
Viene il giorno del SIGNORE, perché è vicino, giorno di tenebra e di caligine .
Gioele 2,1 Suonate la tromba in Sion e date l’allarme sul
mio santo monte! Tremino tutti gli abitanti della regione perché viene il
giorno del Signore, perché è vicino, 2,2 giorno di tenebra e di caligine, giorno di
nube e di oscurità. Come l’aurora, si spande sui monti un popolo grande e forte; come
questo non ce n’è stato mai e non ce ne sarà dopo, per gli anni futuri di età in età.
Gioele 2, 1- 2;
Quando queste cose cominceranno ad accadere, alzate le vostre teste, perché la vostra redenzione è vicina.
Luca 21,25 «E vi
saranno dei segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di
popoli, nello smarrimento al fragore del mare e dei flutti; 21,26 gli uomini verranno meno
dalla paura e dall’attesa delle cose che si abbatteranno sul mondo, perché le potenze
dei cieli saranno scrollate. 21,27 Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire
su una nuvola con potenza e grande gloria. 21,28 Ora, quando queste cose
cominceranno ad accadere, guardate in alto e alzate le vostre teste, perché la vostra
redenzione è vicina». Luca 21,25-28;
(Vedi anche capitolo 04: "La
Grande Tenebra.")
Dopo il sesto e prima del settimo sigillo troviamo un’integrazione, un cosiddetto testo parentetico. In Apoc 7,1-8 da un lato viene apposto il sigillo ai 144.000 di ciascuna delle 12 tribù di Israele (un’analisi relativa a tale questione si trova nel capitolo "il giorno del SIGNORE").
(Vedi anche capitolo 05: "Il
Giorno del Signore.")
La seconda parte di questo testo parentetico si occupa della grossa moltitudine "proveniente da tutte le nazioni, tribù, popoli e lingue", che è venuta con la Grande Tribolazione. Abbiamo già trattato questo testo all’inizio, cercando la Grande Tribolazione.
Ora, dove abbiamo chiarito il contenuto e l’ordinamento temporale della grande
tribolazione, possiamo anche stabilire senza difficoltà il contesto di queste
dichiarazioni e anche questo testo ora si adatta in modo eccellente alla serie.
Quelli che vengono dalla grande tribolazione non avranno più fame e non avranno più sete.
Apoc 7,9 Dopo queste cose guardai e vidi una folla immensa
che nessuno poteva contare, proveniente da tutte le nazioni, tribù, popoli e lingue,
che stava in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, vestiti di bianche vesti e con
delle palme in mano. 7,10 E gridavano a gran voce, dicendo: «La salvezza appartiene al
nostro Dio che siede sul trono, e all’Agnello».
7,11 E tutti gli angeli erano in piedi intorno al trono, agli anziani e alle quattro
creature viventi; essi si prostrarono con la faccia a terra davanti al trono e adorarono
Dio, dicendo: 7,12 «Amen! Al nostro Dio la lode, la gloria, la sapienza, il
ringraziamento, l’onore, la potenza e la forza, nei secoli dei secoli! Amen».
7,13 Poi uno degli anziani mi rivolse la parola, dicendomi: «Chi sono queste persone
vestite di bianco e da dove sono venute?» 7,14 Io gli risposi: «Signor mio, tu lo sai».
Ed egli mi disse: «Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione.
Essi hanno lavato le loro vesti, e le hanno imbiancate nel sangue dell’Agnello.
7,15 Perciò sono davanti al trono di Dio e lo servono giorno e notte, nel suo tempio; e
colui che siede sul trono stenderà la sua tenda su di loro. 7,16 Non avranno più fame
e non avranno più sete, non li colpirà più il sole né alcuna arsura; 7,17 perché
l’Agnello che è in mezzo al trono li pascerà e li guiderà alle sorgenti delle
acque della vita; e Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi». Apoc 7, 9-17
Tra i miliardi di esseri umani in tutto il mondo, che dovettero perdere la propria vita durante la Grande Tribolazione, vi erano evidentemente milioni di credenti che ora stanno in cielo davanti al trono e davanti all’Agnello e lodano Dio e l’Agnello. "Essi hanno lavato le loro vesti nel sangue dell’Agnello", ossia essi hanno accolto il sacrificio del Signore Gesù per i loro peccati e questi ultimi sono stati loro perdonati. L’orrore di questo grande periodo di tribolazione è ora passato per loro. L’Agnello li guiderà alle sorgenti delle acque della vita e Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi.
Vidi che ai sette angeli ritti davanti a Dio furono date sette trombe.
Apoc 8,1 Quando l’Agnello aprì il settimo sigillo, si
fece silenzio in cielo per circa mezz’ora. 8,2 Vidi che ai sette angeli ritti davanti a
Dio furono date sette trombe. 8,3 Poi venne un altro angelo e si fermò all’altare,
reggendo un incensiere d’oro. Gli furono dati molti profumi perché li offrisse insieme con
le preghiere di tutti i santi bruciandoli sull’altare d’oro, posto davanti al trono.
8,4 E dalla mano dell’angelo il fumo degli aromi salì davanti a Dio, insieme con
le preghiere dei santi. 8,5 Poi l’angelo prese l’incensiere, lo riempì del fuoco preso
dall’altare e lo gettò sulla terra: ne seguirono scoppi di tuono, clamori, fulmini e
scosse di terremoto. Apoc 8, 1- 5;
Con l’apertura del settimo sigillo da parte dell’Agnello, il rotolo di pergamena è adesso completamente aperto. Se ora si cerca di sottoporre i sette sigilli ad una valutazione conclusiva, sorge qui il dubbio che questi giudizi dei sigilli non siano giudizi diretti di Dio. L’apertura del sigillo simboleggia anche l’apertura di paratoie che fino a quel momento erano chiuse e si ha l’impressione che Dio lasci qui libero corso a quelle catastrofi che finora, nella loro totale espressione, egli aveva sempre evitato.
(Vedi anche discorso 1133: "Colui che trattiene è già stato tolto di mezzo?")
A differenza dei giudizi delle trombe e delle coppe che seguono dopo, nei quali gli angeli sono sempre gli esecutori, qui viene "dato" il potere alle piaghe stesse. Viene per così dire lasciato libero corso a queste forze. Non importa se questo è il primo cavaliere cui viene "data" una corona della vittoria e dunque il potere di sconfiggere tutto il mondo, se il secondo cavaliere è colui al quale venne "dato" il potere di togliere la pace dalla terra, se il terzo è colui al quale venne "dato" il potere di danneggiare tutti i frutti dei campi – a parte il vino e l’olio, o, infine, se il quarto cavaliere è colui al quale venne "dato" il potere di uccidere più di un quarto della terra. Sembra dunque che questi primi quattro giudizi dei sigilli siano stati provocati dagli esseri umani stessi.
E qui può essere interessante indicare un dettaglio che con l’interpretazione di questo passo delle Scritture in generale trova scarsa considerazione. Ossia il fatto che questi quattro cavalieri ricevono il loro "ordine operazionale" dalle quattro creature viventi. Da un lato ciò rafforza l’ipotesi che qui non è Dio che sta agendo, ma che egli ha affidato questa decisione alle quattro creature viventi. E se partiamo dal presupposto – come viene spiegato nell’excursus 11 – , che queste quattro creature sono i rappresentanti dell’intera creazione vivente davanti al trono di Dio, si rafforza sempre di più l’impressione che qui abbiamo a che fare con una reazione della natura, della creazione vivente di Dio.
(Vedi anche excursus 11: "Il Trono di Dio.")
Nel nostro tempo attuale, con la consapevole e sistematica distruzione di terreno, aria e acqua perpetrata dall’avidità di guadagno dell’essere umano, non sarebbe affatto così strano supporre che queste piaghe non sono giudizi di Dio nel senso che Dio "le effonde su di noi" – come per esempio i giudizi delle coppe – ma che Dio ci lascia percorrere il nostro cammino di sfruttamento e distruzione dell’ambiente di questo pianeta. Questo cammino poi conduce sicuramente anche alla catastrofe.
Il quinto sigillo porta la piaga dei martiri in cielo e non è un giudizio in sé, ma offre una possibilità di orientamento per l’interpretazione. Qui – come del resto anche in Apoc 14,13 – si allude al fatto che anche dopo la tribolazione moriranno come martiri anche i servi di Dio. Mentre poi il sesto sigillo porta una catastrofe mondiale con terremoti e sconvolgimenti geologici, che secondo la visione attuale potrebbero essere anche fatti in casa, troviamo nel settimo sigillo qualcosa come una svolta, e dunque la conclusione dell’evento avvenuto finora e l’inizio di un nuovo periodo. È per così dire la quiete prima della tempesta, che si presenta nel settimo sigillo. E infine l’argomentazione del primo sigillo, secondo il quale là il cavaliere sul cavallo bianco non è il Signore Gesù, poiché egli non può essere contemporaneamente Agnello e cavaliere, vale per tutti i giudizi dei sigilli, che sono – ciascuno separatamente – aperti dal Signore.