I fondamenti biblici della Risurrezione.
Tabella – Panoramica tabellare della Settimana della Crocifissione.
Risveglio dai Morti e Risurrezione.
La Prima Risurrezione – i martiri tornano in vita.
Sulla base delle dichiarazioni concrete contenute nella
Scrittura, possiamo suddividere la Risurrezione dei Morti in due singoli eventi
separati l’uno dall’altro: la Prima Risurrezione e la Risurrezione
Universale.
La Prima Risurrezione è il primo evento nel periodo del "Millennio" e
dunque è immediatamente successivo alla Trasformazione di Cielo e Terra, l’ultimo
evento nel periodo del "Giorno del Signore".
La Risurrezione Universale, al contrario, avviene nel periodo della "Fine del
Mondo" ed è l’ultimo evento che – immediatamente dopo l’Ultima Guerra
– nella sua prima fase si svolge chiaramente ancora sul terreno di questa
terra. Immediatamente dopo, Cielo e Terra svaniranno e i Risorti staranno poi al
cospetto del grande Trono bianco di Dio e dell’Agnello in Cielo. Il Giudizio
Universale davanti a questo grande Trono bianco è, infine, l’ultimo evento
del periodo della "Fine del Mondo" e porta alla "Nuova Creazione" di Dio
nell’eternità.
Nella Sacra Scrittura si parla relativamente spesso della "vita
eterna". Ora, la parola "vita" per noi esseri umani ha naturalmente sempre
e in prevalenza il significato della vita biologica, che per sua stessa natura
non può essere "eterna".
Nelle lingue nelle quali fu scritta la Bibbia, ovvero l’ebraico, l’aramaico
e infine il greco per il Nuovo Testamento, una differenziazione del concetto non
è stata possibile. Addirittura nella nostra lingua di oggi, non è facile
restituire con un’unica parola il significato di "vita eterna" per quanto
concerne i suoi contenuti. Ciò mostra anche il fatto che, noi, in questo
contesto, dobbiamo dotare il concetto fuorviante di "vita" dell’attributo
"eterna" per esprimere ciò che con esso vogliamo intendere. Questa è
dunque una costruzione semantica di ripiego.
E perciò, nel lavoro e nella discussione su questo tema, per
non limitarsi continuamente a processi di astrazione, si rivelerebbe molto utile
avere qui uno – ed un solo – termine ben specifico, che corrisponde a questa
definizione.
Il concetto di "esistenza" è un possibile termine, che sembra una proposta
giusta da utilizzare. L’esistenza non è a priori limitata nel tempo – una
delle condizioni principali per la definizione che noi stiamo cercando. E l’esistenza
non ha specifica affinità con l’essere biologico, come ha invece il concetto
di "vita".
L’essenza individuale dell’esistenza umana sarebbe allora
quello "spirito" che è connaturato in ogni individuo umano come coscienza
inconfondibile ed unica. Essa viene plasmata nella sua specifica
caratterizzazione nella fase della manifestazione biologica (carnale) attraverso
le proprie scelte ed è immortale dalla sua forma dell’essere.
Con l’espressione "fase biologica" denominiamo allora
quella fase dell’esistenza umana nella quale questa coscienza si sviluppa in
relazione con il corpo biologico e umano. Contemporaneamente, è quel periodo
che – similmente all’infanzia all’interno della fase biologica – plasma
la coscienza ed è responsabile della sua successiva caratterizzazione.
La morte biologica dell’essere umano si colloca alla fine
della fase biologica. Essa ha come conseguenza la perdita della corporeità
fisica e separa quindi lo spirito da questo suo corpo biologico. Questa forma di
esistenza che rimane, la Scrittura la chiama "anima morta", il suo luogo di
permanenza il "Regno dei Morti". Contemporaneamente, la morte biologica
(secondo la Scrittura: "la prima morte") porta ad una sorta di fase di
quiete, nella quale lo spirito umano/la coscienza umana non partecipa più
attivamente allo sviluppo storico della creazione.
Così come la morte biologica è la conseguenza immanente al
sistema della vita biologica, la Risurrezione – ossia il risveglio dello
spirito umano – è un’inevitabilità logica dell’esistenza umana.
La Risurrezione, perciò, non è un evento straordinario. Essa è tanto normale
quanto la morte biologica e concerne – esattamente come questa morte – anche
tutti gli esseri umani, indipendentemente dalla loro fede e dal
comportamento tenuto quando erano in vita.
Tale concezione viene oggi sostenuta e matematicamente motivata anche da fisici
illustri, come per esempio dal Prof. Dr. Frank J. Tipler del MIT
(Massachusetts Institute of Technology) a Cambridge/USA, nel suo libro "The
Physics of Immortality" ("La fisica dell’immortalità" / 1994).
Tuttavia, la Risurrezione è l’evento centrale nell’esistenza
umana. Se la nascita, nella fase biologica, era un passaggio dal non essere all’essere,
la "rinascita" / greco: palingenesia (Mat 19,28) con la Risurrezione
nella fase spirituale, è il passaggio dal corporeo, dal materiale allo
spirituale, al trascendente. Secondo la Scrittura, la Risurrezione dell’essere
umano avviene in forma umanoide, corporea. Questo corpo potrà essere
rappresentato in carne ed ossa. Tuttavia, esso non è più meramente
fisico-materiale, ma è un corpo spirituale, che probabilmente potrà anche
mutare la forma immagine esteriore nella quale appare.
(Vedi anche excursus 07: "Il
corpo della risurrezione.")
Poiché entrambi i criteri – fede e comportamento – sono
stati i fattori essenziali che hanno influenzato la caratterizzazione dello
spirito nella fase biologica, essi sono anche il fondamento per la prova e la
valutazione di ogni singolo essere umano, che avverrà immediatamente dopo il
Risveglio dai Morti. La Scrittura denomina questo evento il "Giudizio", e
– analogamente alle due Risurrezioni – anche qui è possibile riconoscere
una bipartizione: il Giudizio dopo la Prima Risurrezione e il "Giudizio
Universale" o, più precisamente il "Giudizio Universale" dopo la Risurrezione
Universale alla Fine del Mondo.
Il risultato di questa prova stabilisce anche il successivo decorso della
esistenza individuale umana. Tutti quegli esseri umani ai quali viene esposto un
giudizio positivo (secondo la Scrittura: "che sono nel libro della vita"),
si incamminano poi verso l’ultima ed infinita fase della loro esistenza, nella
dimensione spirituale-trascendentale di Dio (secondo la Scrittura: "nella vita
eterna").
Ma anche quegli esseri umani che non hanno superato la valutazione (secondo la
Scrittura: "gli atei e impenitenti"), passano ad una fase della loro
esistenza che è illimitata nel tempo. Il loro destino è comunque la dannazione
(secondo la Scrittura: "la morte seconda") e l’eterno dolore (secondo la
Scrittura: "pianti e stridore di denti" e "stagno di fuoco") alla
decisione che durante la loro vita hanno mancato di prendere.
Cristo, la primizia; poi quelli che sono di Cristo, alla sua venuta; poi verrà la fine.
1Cor 15,20 Ma ora Cristo è stato risuscitato dai
morti, primizia di quelli che sono morti. 15,21 Infatti, poiché per mezzo di un
uomo è venuta la morte, così anche per mezzo di un uomo è venuta la
risurrezione dei morti. 15,22 Poiché, come tutti muoiono in Adamo, così anche
in Cristo saranno tutti vivificati; 15,23 ma ciascuno al suo turno: Cristo,
la primizia; poi quelli che sono di Cristo, alla sua venuta; 15,24 poi
verrà la fine, quando consegnerà il regno nelle mani di Dio Padre, dopo che
avrà ridotto al nulla ogni principato, ogni potestà e ogni potenza.
1Cor 15,20-24;
Il testo della Scrittura citato qui sopra e quello successivo, l’uno
tratto dalla prima lettera di Paolo ai Corinzi, l’altra dal Vangelo di
Giovanni, sono i passi biblici chiave riguardo alla tematica della Risurrezione.
Ciascuno di questi testi parla di tre Risurrezioni.
Nella prima Lettera ai Corinzi, Paolo ci mostra l’ordine nella Risurrezione:
– "Cristo, la primizia" – e dunque la
Risurrezione del Signore,
– "poi quelli che sono di Cristo" – e dunque il
Risveglio dai Morti per il Rapimento nel momento del Ritorno del Signore,
– "poi verrà la fine" – e dunque la Risurrezione
Universale di tutti gli esseri umani alla Fine dei Giorni.
Quelli morti che udranno la voce del Figlio di Dio, vivranno.
Giov 5,25 In verità, in verità vi dico: l’ora
viene, anzi è già venuta, che i morti udranno la voce del Figlio di Dio; e
quelli che l’avranno udita, vivranno. 5,26 Perché come il Padre ha vita in
se stesso, così ha dato anche al Figlio di avere vita in se stesso; 5,27 e gli
ha dato autorità di giudicare, perché è il Figlio dell’uomo. 5,28 Non vi
meravigliate di questo; perché l’ora viene in cui tutti quelli che sono
nelle tombe udranno la sua voce e ne verranno fuori; 5,29 quelli che
hanno operato bene, in risurrezione di vita; quelli che hanno operato male, in
risurrezione di giudizio. Giov 5,25-29;
Anche il Signore Gesù qui nel Vangelo di Giovanni ci profetizza
tre Risurrezioni. Tuttavia, poiché il Signore non parla della quarta
Risurrezione, ovvero della propria Risurrezione, soltanto due di queste
Risurrezioni sono identiche a quelle che figurano nella Lettera ai Corinzi. La
terza Risurrezione profetizzata dal Signore, è una Risurrezione completamente
diversa, e, come vedremo più avanti qui sotto, assai poco considerata.
Se ora – per semplicità – cominciamo con l’ultima Risurrezione, ossia con
la Risurrezione Universale, in Giov 5,28-29 abbiamo il testo seguente: "Perché
l’ora viene in cui tutti quelli che sono nelle tombe udranno la sua voce
e ne verranno fuori; quelli che hanno operato bene, in risurrezione di
vita; quelli che hanno operato male, in risurrezione di giudizio".
Come possiamo facilmente comprendere, queste sono proprio le caratteristiche
della Risurrezione Universale nel momento del Giudizio Universale alla Fine dei
Giorni.
– Tutti gli esseri umani (che sono nelle tombe)
risorgeranno,
– quelli che hanno operato bene, in risurrezione di
vita,
– quelli che hanno operato male, in risurrezione di
giudizio.
Alcuni versetti prima, in Giov 5,25, abbiamo poi i riferimenti
ad entrambe le altre Risurrezioni:
Giov 5,25 In verità, in verità vi dico: l’ora
viene, anzi è già venuta, che i morti udranno la voce del Figlio di Dio; e
quelli che l’avranno udita, vivranno.
Così come sopra, in Giov 5,28, il Signore nel momento della
Risurrezione Universale ha chiamato i morti, anche qui, egli chiamerà dentro
nel regno dei morti. Ma a differenza della presente situazione, in quell’"ora"
in cui tutti i morti udranno la sua voce, qui si dice: "e quelli
che l’avranno udita, vivranno". Quindi, ovviamente, a questa
chiamata del Signore, in questa altra "ora", non tutti gli esseri umani
udranno la sua chiamata. Ma quelli che la udranno, risorgeranno.
Qui abbiamo dunque la tipica situazione per il Risveglio dai Morti e il
Rapimento nel momento del Ritorno del Signore. Saranno soltanto i fedeli "in
Cristo" che udranno questa chiamata del Signore e che potranno accoglierla.
Tutti gli altri – anche gli altri fedeli! – non udranno tale chiamata e
soltanto con la Risurrezione Universale alla Fine dei Giorni torneranno in vita.
Ed ora occupiamoci della terza Risurrezione in questo testo, che il Signore
menziona per prima. Essa è un po’ celata, ma comunque riconoscibile. In
questo testo di Giov 5,25, si parla infatti di questa "ora":
Giov 5,25 ... l’ora viene, anzi è già venuta ...
Questo "già" va naturalmente posto in relazione al tempo in
cui esso fu pronunciato, e dunque al tempo di Gesù, e deve anche concernere una
Risurrezione dai morti. E, in effetti, Matteo ci racconta di una tale
Risurrezione alla morte del Signore:
Le tombe s’aprirono e molti corpi dei santi, che dormivano, risuscitarono.
Mat 27,50 E Gesù, avendo di nuovo gridato con gran
voce, rese lo spirito. 27,51 Ed ecco, la cortina del tempio si squarciò in due,
da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si schiantarono, 27,52 le tombe
s’aprirono e molti corpi dei santi, che dormivano, risuscitarono; 27,53 e,
usciti dai sepolcri, dopo la risurrezione di lui, entrarono nella città santa e
apparvero a molti. Mat 27,50-53;
Anche qui, il Signore Gesù – immediatamente dopo la sua morte
e già nel regno di morti – ha pronunciato la sua chiamata. Ed anche qui lo
hanno udito soltanto coloro che erano destinati al Risveglio dai Morti in quel
momento.
Si tratta dunque di una Risurrezione di santi alquanto particolari, che avvenne
alla morte del Signore e che il Signore (cfr. più sopra in Giov 5,25) ha
profetizzato. In nessun luogo della Scrittura viene spiegato chi fossero questi
santi. Un approccio plausibile sarebbe quello di collegarli ai ventiquattro
Anziani dell’Apocalisse (Apoc 4,10; 5,8; 11,6; 19,4).
Se ora prescindiamo da questa Risurrezione dei santi nel passato, e consideriamo
invece le Risurrezioni future, distinguiamo allora dal punto di vista del modo
qualitativo di considerare le cose, tra una Risurrezione alla vita eterna e una
Risurrezione alla dannazione eterna.
Dal punto di vista dell’approccio temporale – come eventi futuri –
conosciamo il Risveglio dai Morti e il Rapimento nel momento del Ritorno del
Signore, la prima Risurrezione all’inizio del Millennio e – circa mille anni
dopo – la Risurrezione Universale alla fine del mondo.
Indipendentemente da quale di queste due Risurrezioni sarà quella cui l’essere
umano prenderà parte, egli dovrà accogliere la sua sentenza in un giudizio
successivo. Tuttavia, poiché con il Risveglio dai Morti e il Rapimento soltanto
i fedeli "in Cristo" risusciteranno, vi sarà assegnato soltanto il premio.
Con la Risurrezione Universale però vi sarà per un gruppo il premio, mentre
per l’altro gruppo la punizione e la dannazione. Secondo se essi avranno
accolto o meno la fede nel Signore. Il presupposto a ciò è il fatto che
entrambi i gruppi in vita hanno avuto la possibilità di scegliere.
Ora, il problema in questo contesto era che la base di questa decisione di fede,
ossia il Golgota, e dunque il sacrificio di Gesù Cristo sulla croce per i
nostri peccati, aveva avuto luogo per così dire "nel mezzo del tempo".
Tutti coloro che vennero in seguito, avevano ed hanno la possibilità di
accogliere coscienziosamente in sé questo sacrificio e dunque con ciò di "riscattarsi".
Ma che ne fu di coloro che morirono sino a quel momento? Anch’essi dovevano e
dovrebbero ascoltare la "buona novella", il Vangelo e avere la possibilità
di scegliere per o contro l’amore di Dio in Gesù Cristo.
Come vedremo subito, questa pare essere la ragione per la quale il Signore non
è risorto immediatamente dopo la sua morte, ma soltanto tre giorni più tardi.
Egli era anche disceso nelle parti più basse della terra.
Efe 4,8 Per questo è detto (Salmi 68:18): «Salito
in alto, egli ha portato con sé dei prigionieri e ha fatto dei doni agli uomini».
4,9 Ora, questo «è salito» che cosa vuol dire se non che egli era anche
disceso nelle parti più basse della terra? 4,10 Colui che è disceso, è lo
stesso che è salito al di sopra di tutti i cieli, affinché riempisse ogni
cosa. Efe 4, 8-10;
Questi tre giorni, nei quali il Signore fu nel regno dei morti,
costituiscono un compimento della profezia, che viene illustrata dalla storia di
Giona con il pesce. E ciò ci viene confermato dal Signore stesso:
Il Figlio dell’uomo starà nel cuore della terra tre giorni e tre notti.
Mat 12,38 Allora alcuni scribi e farisei presero a
dirgli: «Maestro, noi vorremmo vederti fare un segno». 12,39 Ma egli rispose
loro: «Questa generazione malvagia e adultera chiede un segno; e segno non le
sarà dato, tranne il segno del profeta Giona.
12,40 Poiché, come Giona stette nel ventre del pesce tre giorni e tre notti,
così il Figlio dell’uomo starà nel cuore della terra tre giorni e tre notti.
Mat 12,38-40;
Giona rimase nel ventre del pesce tre giorni e tre notti.
Giona 2,1 Il SIGNORE fece venire un gran pesce per
inghiottire Giona: Giona rimase nel ventre del pesce tre giorni e tre notti.
Giona 2, 1;
Egli sarebbe risorto dai morti il terzo giorno.
Luca 24,45 Allora aprì loro la mente per capire le
Scritture e disse loro: 24,46 «Così è scritto, che il Cristo avrebbe sofferto
e sarebbe risorto dai morti il terzo giorno, Luca 24,45-46;
Ecco un’altra tavola del Discorso 87: La Sindone di Torino..
giorno | Martedì | Mercoledì | Giovedì | Veneri | Sabato | Domenica | Lunedì |
ore | 0618 | 0618 | 0618 | 0618 | 0618 | 0618 | 06 |
13º Nisan | 14º Nisan | 15º Nisan | 16º Nisan | 17º Nisan | 18º Nisan | 19º Nisan |
notte giorno | notte giorno | notte giorno | notte giorno | notte giorno | notte giorno | notte giorno |
Giorno di preparazione per la Pasqua alle ore 18 cena di festa Arresto in Getsemani crocifissione ore 15 Morte alla croce ~ ore 18 funerale |
l’inizio della Pasqua Grande Sabato annuale |
Giorno di preparazione del Sabbat Acquisto di olio e unguenti |
Sabbat settimanale ~ ore 18 risveglio dai morti |
Primo giorno della settimana le donne vengono alla tomba vuota |
(giorno:
nella divisione ebraica della giornata, la giornata inizia con le 18:00 e
termina il giorno successivo alle 18:00 di oggi)
(Vedi anche Discorso 87: "La
Sindone di Torino. – Il segno di Giona")
Durante la sua permanenza nel regno dei morti, il luogo di
permanenza degli esseri umani che sono morti, e in prigione (anche carcere o
abisso), il luogo di permanenza degli spiriti e degli angeli che sono per natura
immortali, e che sono caduti da Dio davanti al Diluvio Universale e perciò
rimangono legati a questo luogo fino al Giudizio – anche Satana durante il
Regno Millenario rimarrà legato e imprigionato a questo luogo – il Signore ha
predicato a tutti loro il Vangelo, la buona novella della salvazione dai peccati
attraverso la grazia.
È stato annunciato il vangelo anche a coloro che sono morti.
1Piet 4,6 Infatti per questo è stato annunciato
il vangelo anche a coloro che sono morti; affinché, seppur essendo stati
giudicati nella carne secondo gli uomini, potessero vivere nello Spirito secondo
Dio. 1Piet 4, 6;
Dopo la sua morte Cristo andò anche a predicare agli spiriti trattenuti in carcere.
1Piet 3,18 Anche Cristo ha sofferto una
volta per i peccati, lui giusto per gli ingiusti, per condurci a Dio. Fu
messo a morte quanto alla carne, ma reso vivente quanto allo spirito. 3,19 E
in esso andò anche a predicare agli spiriti trattenuti in carcere.
1Piet 3,18-19;
Il fatto che il Signore Gesù abbia annunciato il Vangelo anche
nelle "parti più basse della terra", (Eph 4,9) è solo una logica
conseguenza del principio del sacrificio di sostituzione. L’offerta della
salvazione attraverso questo sacrificio del Signore valse e vale per l’intera
creazione. E dunque anche per tutti gli esseri umani che al momento della morte
del Signore erano già morti. Ad essi, però, questo messaggio doveva ancora
essere consegnato. Dopo la sua Ascensione al Padre, il Signore inviò lo Spirito
Santo in questo mondo perché esso – fino al Ritorno del Signore – ci attesti
la verità, così che noi possiamo scegliere.
Tuttavia, a coloro che erano morti fino a quel momento, il Signore stesso ha
portato la buona novella. Infatti, il Vangelo non vale solo per tutti coloro che
fino ad oggi hanno vissuto come discendenti di Noè e dei suoi figli, che sono
anche morti e che in futuro, sino alla fine, ancora vivranno e moriranno. Questo
sacrificio è sufficientemente forte perché sia valido anche per tutti gli
esseri umani che vissero prima del Diluvio Universale e che tra quei flutti
morirono. E, ancora, ciò vale anche per gli angeli, che furono imprigionati
perché deviarono dallo stato della loro condizione e generarono dei figli con
le figlie degli esseri umani prima del Diluvio Universale, dai quali poi in
seguito crebbe la razza dei giganti sulla terra.
Gli angeli che avevano peccato.
Gen 6,1 Quando gli uomini cominciarono a
moltiplicarsi sulla faccia della terra e furono loro nate delle figlie, 6,2 avvenne
che i figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e presero per
mogli quelle che si scelsero fra tutte.
6,3 Il SIGNORE disse: «Lo Spirito mio non contenderà per sempre con l’uomo
poiché, nel suo traviamento, egli non è che carne; i suoi giorni dureranno
quindi centoventi anni».
6,4 In quel tempo c’erano sulla terra i giganti, e ci furono anche in
seguito, quando i figli di Dio si unirono alle figlie degli uomini, ed ebbero da
loro dei figli. Questi sono gli uomini potenti che, fin dai tempi antichi,
sono stati famosi. Gen 6, 1- 4;
I figli di Anac, della razza dei giganti
Num 13,33 e vi abbiamo visto i giganti, figli di
Anac, della razza dei giganti. Di fronte a loro ci pareva di essere
cavallette; e tali sembravamo a loro». Num 13,33;
Egli pure dei discendenti dei giganti di Rafa.
2Sam 21,20 Ci fu un’altra battaglia a Gat, dove si
trovò un uomo di grande statura, che aveva sei dita in ciascuna mano e in
ciascun piede, in tutto ventiquattro dita, e che era egli pure dei
discendenti dei giganti di Rafa. 2Sam 21,20;
Custodito nelle tenebre in catene eterne, per il gran giorno del giudizio, gli angeli che abbandonarono la loro dimora.
Gd 1,5 Ora voglio ricordare a voi che avete da
tempo conosciuto tutto questo, che il Signore, dopo aver tratto in salvo il
popolo dal paese d’Egitto, fece in seguito perire quelli che non credettero.
1,6 Egli ha pure custodito nelle tenebre e in catene eterne, per il gran
giorno del giudizio, gli angeli che non conservarono la loro dignità e
abbandonarono la loro dimora.
1,7 Allo stesso modo Sodoma e Gomorra e le città vicine, che si abbandonarono,
come loro, alla fornicazione e ai vizi contro natura, sono date come esempio,
portando la pena di un fuoco eterno. Gd 1, 5- 7;
Dio inabissò gli angeli confinandoli in antri tenebrosi per esservi custoditi per il giudizio.
2Piet 2,4 Se Dio infatti non risparmiò gli
angeli che avevano peccato, ma li inabissò, confinandoli in antri tenebrosi per
esservi custoditi per il giudizio; 2,5 se non risparmiò il mondo antico ma
salvò, con altre sette persone, Noè, predicatore di giustizia, quando mandò
il diluvio su un mondo di empi; 2,6 se condannò alla distruzione le città di
Sodoma e Gomorra, riducendole in cenere, perché servissero da esempio a quelli
che in futuro sarebbero vissuti empiamente; 2,7 e se salvò il giusto Lot che
era rattristato dalla condotta dissoluta di quegli uomini scellerati
2Piet 2, 4- 7;
Sebbene entrambi i testi sopraccitati – Gd 1,5-7 e 2Piet 2,4-7
– parlino del fatto che questi angeli caduti furono gettati nelle tenebre, in
entrambi i casi si intende "custoditi per il giudizio". Significa, cioè,
che per loro la sentenza non è ancora stata pronunciata. E tale sentenza
dipenderà dal fatto se queste creature accetteranno o meno la salvazione
durante la predica del Signore nell’abisso, in "carcere", dove tali
spiriti si trovano imprigionati.
Cristo reso vivente quanto allo spirito e in esso andò anche a predicare agli spiriti trattenuti in carcere.
1Piet 3,18 Anche Cristo ha sofferto una volta per i
peccati, lui giusto per gli ingiusti, per condurci a Dio. Fu messo a morte
quanto alla carne, ma reso vivente quanto allo spirito. 3,19 E in esso
andò anche a predicare agli spiriti trattenuti in carcere, 3,20 che una
volta furono ribelli, quando la pazienza di Dio aspettava, al tempo di Noè,
mentre si preparava l’arca, nella quale poche anime, cioè otto, furono salvate
attraverso l’acqua. 1Piet 3,18-20;
E così come tra i viventi i peccati vengono rimessi da tutti
coloro che si convertono e accolgono in sé il sacrificio di Cristo, anche tra i
morti vale quanto segue: "…i morti udranno la voce del Figlio di Dio; e
quelli che l’avranno udita, vivranno" (Giov 5,25).
Dopo questa breve panoramica, ci proponiamo di occuparci più da vicino delle
risurrezioni così come ci vengono tramandate dalla Scrittura. Come si è già
spiegato all’inizio, la Scrittura racconta di quattro risurrezioni in totale
dopo la morte del Signore Gesù. Di queste, due si sono già compiute, mentre le
altre due avverranno nel prossimo futuro.
Qui di seguito, analizzeremo brevemente tutte quattro queste risurrezioni e le
metteremo a confronto con i passi biblici paralleli.
Come si è già accennato più sopra, al primo evento di questo
tipo non viene riservata sufficiente attenzione, ma nonostante tutto esso è
comunque una realtà biblica.
Le tombe s’aprirono e molti corpi dei santi, che dormivano, risuscitarono.
Mat 27,50 E Gesù, avendo di nuovo gridato con gran
voce, rese lo spirito. 27,51 Ed ecco, la cortina del tempio si squarciò in due,
da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si schiantarono, 27,52 le tombe
s’aprirono e molti corpi dei santi, che dormivano, risuscitarono; 27,53 e,
usciti dai sepolcri, dopo la risurrezione di lui, entrarono nella città
santa e apparvero a molti. 27,54 Il centurione e quelli che con lui facevano
la guardia a Gesù, visto il terremoto e le cose avvenute, furono presi da
grande spavento e dissero: «Veramente, costui era Figlio di Dio».
Mat 27,50-54;
Ciò viene annunciato anche dal Signore mentre egli è in vita:
L’ora è già venuta, che i morti udranno la voce del Figlio di Dio.
Giov 5,25 In verità, in verità vi dico: l’ora
viene, anzi è già venuta, che i morti udranno la voce del Figlio di
Dio; e quelli che l’avranno udita, vivranno. Giov 5,25;
Qui comprendiamo che: erano molti, risuscitarono, andarono in
città e apparvero a molti. Essi potevano camminare, vedere e furono visti anche
da altri.
Tuttavia, questo è anche tutto ciò che ci viene tramandato su questo evento
fenomenale. E, inoltre, soltanto nelle Sacre Scritture. Sebbene vi siano alcuni
resoconti storici di quel periodo, e sebbene anche questo evento sarebbe
perfettamente adatto al resoconto degli storici, esso, questo avvenimento unico
e incredibile per il mondo, non lo si trova menzionato da nessuna parte.
Ora, si potrebbe mettere in relazione questo evento con la morte del Signore e
portare alla discussione le stesse ragioni che impedirono anche che la
risurrezione del Signore fosse ammessa nei libri di storia. Vale a dire messa a
tacere attraverso la pressione politica del clero ebraico, il Sinedrio, che
temeva per il proprio potere.
Tuttavia, a causa del fatto che furono molti coloro che resuscitarono, e che
essi furono anche visti da molti, la probabilità è relativamente alta che essi
siano stati visti anche dai contemporanei, che non erano pronti a sostenere la
direttiva politica del Sinedrio e il suo ordine di far passare la Risurrezione
di Gesù come un inganno degli Apostoli.
Veniamo ora alla seconda risurrezione che è già avvenuta. Si
tratta naturalmente della Risurrezione del Signore Gesù.
In Cristo saranno tutti vivificati: Cristo, la primizia.
1Cor 15,23 Ciascuno al suo turno: Cristo, la
primizia; poi quelli che sono di Cristo, alla sua venuta; 1Cor 15,23;
«Hanno tolto il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’abbiano messo»
Giov 20,1 Il primo giorno della settimana, la
mattina presto, mentre era ancora buio, Maria Maddalena andò al sepolcro e vide
la pietra tolta dal sepolcro. 20,2 Allora corse verso Simon Pietro e l’altro
discepolo che Gesù amava e disse loro: «Hanno tolto il Signore dal sepolcro
e non sappiamo dove l’abbiano messo».
20,3 Pietro e l’altro discepolo uscirono dunque e si avviarono al sepolcro. 20,4
I due correvano assieme, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e
giunse primo al sepolcro; 20,5 e, chinatosi, vide le fasce per terra, ma non
entrò. 20,6 Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel
sepolcro, e vide le fasce per terra, 20,7 e il sudario che era stato sul capo di
Gesù, non per terra con le fasce, ma piegato in un luogo a parte.
20,8 Allora entrò anche l’altro discepolo che era giunto per primo al sepolcro,
e vide, e credette. 20,9 Perché non avevano ancora capito la Scrittura,
secondo la quale egli doveva risuscitare dai morti. 20,10 I discepoli dunque
se ne tornarono a casa. Giov 20, 1-10;
«Non trattenermi, perché non sono ancora salito al Padre».
Giov 20,11 Maria, invece, se ne stava fuori vicino
al sepolcro a piangere. Mentre piangeva, si chinò a guardare dentro il
sepolcro, 20,12 ed ecco, vide due angeli, vestiti di bianco, seduti uno a capo e
l’altro ai piedi, lì dov’era stato il corpo di Gesù. 20,13 Ed essi le dissero:
«Donna, perché piangi?» Ella rispose loro: «Perché hanno tolto il mio
Signore e non so dove l’abbiano deposto».
20,14 Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù in piedi; ma non sapeva che
fosse Gesù. 20,15 Gesù le disse: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?» Ella,
pensando che fosse l’ortolano, gli disse: «Signore, se tu l’hai portato via,
dimmi dove l’hai deposto, e io lo prenderò». 20,16 Gesù le disse: «Maria!»
Ella, voltatasi, gli disse in ebraico: «Rabbunì!» che vuol dire: «Maestro!»
20,17 Gesù le disse: «Non toccarmi, perché non sono ancora salito al Padre mio; ma va’ dai miei
fratelli e di’ loro che io salgo al Padre mio e Padre vostro, al Dio mio e Dio vostro». 20,18 Maria Maddalena andò ad annunciare ai discepoli che aveva visto il Signore, e che egli le aveva detto
queste cose. Giov 20,11-18;
Nei Vangeli abbiamo resoconti leggermente diversi della
Risurrezione del Signore. Alcune delle dichiarazioni divergenti possono essere
state generate dal fatto che esse sono state esperite da persone diverse in
diversi momenti del corso degli eventi e dunque anche trasmesse in questo modo.
Il resoconto di Giovanni ha il vantaggio di restituire i fatti da lui stesso
vissuti per tratti ampi. E non solo conosciamo Giovanni come quell’evangelista
che ha tramandato più il contenuto spirituale dei discorsi e degli insegnamenti
del Signore che non i fatti della quotidianità, ma dai suoi racconti
comprendiamo anche che egli si adopera per rimanere quanto più possibile vicino
alla verità. E Giovanni fa questo anche se in questi resoconti egli non fa
sempre la sua miglior figura. Se si considera per esempio Giov 20,3-8 (si veda
più sopra), si possono riconoscere i tratti specifici del carattere dei vari
personaggi. Giovanni, pieno di dolore per la perdita dell’amato Signore, ma
anche timoroso ed esitante. Pietro, al contrario, appare in preda all’ira
perché la salma del Signore sembra apparentemente essere stata rubata ed è
pronto a far luce sulla questione.
Anche il resoconto più sopra, in Giov 20,11-18, a proposito dell’incontro di
Maria di Magdala con il Signore, contiene così tanti dettagli psicologicamente
e palesemente ascrivibili ad un avvenimento reale, che questa fonte per tale
resoconto può essere considerata come la più autentica di tutti e quattro i
Vangeli.
La descrizione di questo incontro di Maria di Magdala con il
Signore sulla sua tomba contiene un’interessante dichiarazione. Maria non
aveva assolutamente riconosciuto il Signore. Solo quando egli si è rivolto a
lei chiamandola con il suo nome, Maria ha saputo chi aveva di fronte. Ci si
possono ben immaginare la sua gioia e il suo sollievo ed anche che ella, forse,
cadde ai suoi piedi e abbia voluto abbracciarlo.
Ma come leggiamo nel versetto Giov 20,17, il Signore non glielo permise. Disse:
"Non trattenermi, perché non sono ancora salito al Padre" – dunque una
reazione quasi di spavento, che deve avere avuto un suo particolare motivo.
Quando infatti in seguito il Signore apparve agli Apostoli, non aveva più
alcuna esitazione a farsi toccare da Tommaso (Giov 20,17-28).
Si ha dunque l’impressione che il Signore qui, con il suo incontro con Maria
di Magdala, non avesse ancora per così dire "completato" la sua
Risurrezione e non fosse ancora "in vita". Non era ancora presso il Padre e
perciò Maria non aveva ancora il permesso di toccarlo.
Dunque, questo fatto risulta essere qui particolarmente interessante, poiché
Paolo in 1Cor 15,49 dice che questa Risurrezione del Signore è paragonabile
direttamente alla nostra Risurrezione.
Come abbiamo portato l’immagine del terrestre, così porteremo anche l’immagine del celeste.
1Cor 15,45 Così anche sta scritto: «Il primo
uomo, Adamo, divenne anima vivente»; l’ultimo Adamo è spirito vivificante.
15,46 Però, ciò che è spirituale non viene prima; ma prima, ciò che è
naturale, poi viene ciò che è spirituale. 15,47 Il primo uomo, tratto dalla
terra, è terrestre; il secondo uomo è dal cielo. 15,48 Qual è il terrestre,
tali sono anche i terrestri; e quale è il celeste, tali saranno anche i
celesti. 15,49 E come abbiamo portato l’immagine del terrestre, così
porteremo anche l’immagine del celeste. 1Cor 15,45-49;
Consideriamo ora quindi come confronto la descrizione in
Apoc 20,4-5 della Prima Risurrezione dei morti:
Gli altri morti non tornarono in vita prima. Questa è la prima risurrezione.
Apoc 20,4 Poi vidi dei troni. A quelli che vi si
misero seduti fu dato di giudicare. E vidi le anime di quelli che erano
stati decapitati per la testimonianza di Gesù e per la parola di Dio, e di
quelli che non avevano adorato la bestia né la sua immagine e non avevano
ricevuto il suo marchio sulla loro fronte e sulla loro mano. Essi tornarono
in vita e regnarono con Cristo per mille anni.
20,5 Gli altri morti non tornarono in vita prima che i mille anni fossero
trascorsi. Questa è la prima risurrezione. Apoc 20, 4- 5;
Qui in Apoc 20,4 si dice: "E vidi le anime di quelli
che (…) erano stati decapitati (…) Essi tornarono in vita e regnarono
con Cristo per mille anni". Qui, sorprendentemente, non si parla di morti, ma
di "anime".
Anche in Apoc 6,9-11, Giovanni parla di simili "anime". Queste anime, però,
non sono nel regno dei morti, ma visibilmente già in cielo "sotto l’altare".
Ed essi nemmeno dormono come ci si aspetterebbe da dei morti, ma "gridarono a
gran voce" a Dio per reclamare la condanna dei loro assassini sulla terra.
Essi prendono dunque totalmente parte attiva all’evento in cielo.
E in Apoc 15,2-3 troviamo anche i martiri dal regno anticristiano, "che
avevano ottenuto vittoria sulla bestia e sulla sua immagine e sul numero del suo
nome" già in cielo "sul mare di vetro" davanti al trono di Dio. E così
nell’Apocalisse abbiamo in totale dodici dichiarazioni sui gruppi di fedeli
che si trovano già in cielo. Tali dichiarazioni le troviamo nei seguenti passi
biblici: Apoc 6,9-11; 7,9-17; 12,10-11; 14,2; 14,1.3-5; 15,1-4; 17,12-14; 19,6;
19,7; 19,8-9; 19,11-14; e infine 20,4-6.
Tuttavia, in Apoc 20,4 leggiamo anche: "Gli altri morti non tornarono in vita
prima che i mille anni fossero trascorsi".
Questa Prima Risurrezione in Apoc 20,4-6 avviene chiaramente dopo la Battaglia
di Harmaghedon: l’Anticristo e il falso profeta sono nello stagno di fuoco e
Satana giace imprigionato nell’abisso per mille anni. E se alla fine di
Apoc 20,4 si dice: "Essi tornarono in vita e regnarono con Cristo per mille anni",
possiamo dedurre che questo evento ha luogo all’inizio di questi mille anni, e
dunque all’inizio del Millennio.
Se dunque – come spesso si afferma – con questa Prima Risurrezione dei morti
fedeli decapitati, i martiri (Apoc 20,4-6), si dovesse intendere
contemporaneamente anche il Risveglio dai Morti "in Cristo" dal regno dei
morti e la loro ascesa al cielo (1Tess 4,15-17), e se comunque, stando ad
Apoc 20,5, "gli altri morti non tornarono in vita", chi sono allora questi gruppi
di fedeli in cielo? Secondo Apoc 20,4-6, questi – quanto meno coloro che non
sono martiri – non sono ancora risorti. Ma allora cosa ci fanno in cielo?
Se ora riconsideriamo il testo di Apoc 20,4-5, si vede che vi sta scritto che
queste anime tornarono "in vita". Ma ciò, evidentemente, non significa
però che esse prima fossero morte – e dunque "dormienti" nel regno dei
morti – , poiché Giovanni immediatamente prima le aveva viste in quanto "anime"
davanti ai troni del giudizio. Di conseguenza, anch’esse prima di tornare "in
vita" non erano nel regno dei morti, ma già in cielo.
Da ciò possiamo tuttavia concludere che questa "Prima Risurrezione", questo
tornare "in vita" di anime dal cielo, non è identico al Risveglio dei
fedeli "in Cristo" dal regno dei morti nel momento del Ritorno del Signore e
il successivo Rapimento in cielo insieme ai fedeli in vita, ma che qui piuttosto
dei morti risvegliati, che come anime già dimorano in cielo, tornano "in vita".
Essi ricevono dunque un corpo fisico per tornare di nuovo sulla terra e là
potere regnare mille anni con Cristo.
La Risurrezione ha quindi lo scopo di riportare in vita i morti, e dunque di
ricevere un corpo fisico.
Mentre questo processo si svolge senza alcuna interruzione con la Risurrezione
di tutti i morti nel momento del Giudizio Universale, qui esso, con il Risveglio
dai Morti e il Rapimento e la Prima Risurrezione si divide in due fasi.
1. Il Risveglio dei morti nel regno
dei morti nel momento del Ritorno del Signore.
Nel regno dei morti, i morti si trovano in una condizione simile al sonno. In
questa prima fase della Risurrezione, i morti vengono risvegliati, ciò che è
corruttibile viene trasformato nell’incorruttibilità (1Cor 15,53), essi
ricevono un corpo spirituale (1Cor 15,44), si levano dalle tombe (Mat
27,52; Giov 20,11-14) e sulla terra fanno una sorta di "sosta" per un breve
periodo (Mat 27,53; Giov 20,15).
Dalla terra, poi, essi vengono rapiti in cielo insieme ai fedeli vivi prescelti
(1Cor 15,52; 1Tess 4,17), dove giungeranno davanti al giudizio e riceveranno la
loro sentenza e il loro premio (Apo 20,4). Come segno distintivo della loro
rettitudine, viene ora loro concesso di indossare vesti pure e bianche
(Apoc 6,11; 7,9.14; 19,8.14) e, come anime, prenderanno parte al successivo evento
celeste (Apoc 6,9; 20,4).
Questa prima fase viene descritta da Paolo in 1Cor 15,51-53 e in
1Tess 4,15-17:
I morti risusciteranno incorruttibili, e noi saremo trasformati.
1Cor 15,51 Ecco, io vi dico un mistero: non
tutti morremo, ma tutti saremo trasformati, 15,52 in un momento, in un
batter d’occhio, al suono dell’ultima tromba. Perché la tromba squillerà, e i
morti risusciteranno incorruttibili, e noi saremo trasformati. 15,53 Infatti
bisogna che questo corruttibile rivesta incorruttibilità e che questo mortale
rivesta immortalità.1Cor 15,51-53;
Al momento del Risveglio dai Morti, dunque, i morti dormienti
vengono risvegliati nel regno dei morti. Con il Rapimento prima del Millennio,
essi vengono successivamente rapiti in cielo, dove proseguono la loro esistenza
in quanto "anime".
2. La Prima Risurrezione delle anime dei martiri
in cielo all’inizio del Millennio
Quelle anime risvegliate in cielo, che nella successiva Prima Risurrezione
possono prendere parte al regno di Cristo nel Millennio – ossia i martiri –
ricevono durante questa Prima Risurrezione un nuovo corpo spirituale-fisico
– un corpo della Risurrezione (Giov 20,27) e – scendendo dal cielo sulla
terra – tornano in vita (Apoc 20,4).
Le altre anime che provengono dal Risveglio dei Morti e dal Rapimento, che qui
non tornano in vita, e che dunque non risorgono con il corpo, rimangono
in questo stato in cielo fino alla Risurrezione Universale.
Con la Risurrezione Universale, questo passaggio intermedio non
ha luogo e i morti ricevono subito dopo il loro Risveglio dal Regno dei Morti un
nuovo corpo fisico.
Se ci si può più o meno immaginare il decorso degli eventi, alcune
dichiarazioni fino a qui incomprensibili riacquistano ora un senso. Soprattutto,
si chiarirebbe però il fatto che la "Risurrezione" dei morti con il
Rapimento in 1Tess 4,16 e 1Cor 15,52 è prima di tutto un "Risveglio" – e
dunque la prima fase – , e che è in nessun modo identica alla Prima
Risurrezione in Apoc 20,4-5.
Inoltre, si darebbe una risposta anche alla domanda del perché Paolo nella sua
prima lettera ai Corinzi (1Cor 15,20.43.44.52) scriva sempre "risvegliare"
(che purtroppo Lutero traduce sempre erroneamente con "risuscitare"). E,
infine, si potrebbe finalmente comprendere perché Giovanni in Apoc 20,5 può
parlare della "prima" Risurrezione, sebbene sia in Matteo (Mat 27,52-53) e
persino in Paolo (1Cor 15 e 1Tess 4,15-17) si parli già da prima di "Risurrezioni",
che però ora, da questo nuovo punto di vista, non sarebbero Risurrezioni, ma
soltanto risvegli, e dunque l’evento riportato da Giovanni in Apoc 20,5
sarebbe effettivamente da comprendere come "prima" Risurrezione.
Ma Dio lo ha risvegliato il terzo giorno e noi abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti.
Atti 10,38 vale a dire, la storia di Gesù di
Nazaret; come Dio lo ha unto di Spirito Santo e di potenza; e com’egli è andato
dappertutto facendo del bene e guarendo tutti quelli che erano sotto il potere
del diavolo, perché Dio era con lui. 10,39 E noi siamo testimoni di tutte le
cose da lui compiute nel paese dei Giudei e in Gerusalemme; essi lo uccisero,
appendendolo a un legno. 10,40 Ma Dio lo ha risvegliato il terzo
giorno e volle che egli si manifestasse 10,41 non a tutto il popolo, ma
ai testimoni prescelti da Dio; cioè a noi, che abbiamo mangiato e bevuto con
lui dopo la sua risurrezione dai morti. Atti 10,38-41;
Perciò, nel prosieguo di questa analisi, partiremo da tale
ipotesi di lavoro e tratteremo il Risveglio dai Morti e il Rapimento nel
capitolo "Il Ritorno del Signore" e la Prima Risurrezione qui in questo
capitolo.
(Vedi anche discorso 97: "Il
Risveglio dai morti e la Risurrezione – la realtà di un altra dimensione.")
In Apoc 20,4-6, Giovanni vede la Prima Risurrezione in cielo,
quando le anime stanno davanti ai troni del giudizio, e quando, successivamente,
i martiri tornano in vita.
Tutti i martiri tornarono in vita alla Prima Resurrezione.
Apoc 20,4 Poi vidi dei troni. A quelli che vi si
misero seduti fu dato di giudicare. E vidi le anime di quelli che erano stati
decapitati per la testimonianza di Gesù e per la parola di Dio, e di quelli
che non avevano adorato la bestia né la sua immagine e non avevano ricevuto
il suo marchio sulla loro fronte e sulla loro mano. Essi tornarono in vita e
regnarono con Cristo per mille anni.
20,5 Gli altri morti non tornarono in vita prima che i mille anni fossero
trascorsi. Questa è la prima risurrezione. 20,6 Beato e santo è colui
che partecipa alla prima risurrezione. Su di loro non ha potere la morte
seconda, ma saranno sacerdoti di Dio e di Cristo e regneranno con lui quei mille
anni. Apoc 20, 4- 6;
Stando ad Apoc 20,4, vi sono due gruppi di fedeli, che con la
Prima Risurrezione tornano in vita:
1. I decapitati – ossia gli assassinati – per la
testimonianza resa a Gesù e per la parola di Dio.
Questi sono quei martiri dall’Antica e della Nuova Alleanza,
che sono già in cielo "sotto all’altare" e che vengono menzionati in
Apoc 6,9-11. Qui viene detto loro che devono ancora aspettare i loro fratelli (dal
regno anticristiano), che, esattamente come loro, dovranno essere uccisi.
Quelli che erano stati uccisi per la parola di Dio e per la testimonianza che gli avevano resa.
Apoc 6,9 Quando l’Agnello aprì il quinto sigillo,
vidi sotto l’altare le anime di quelli che erano stati uccisi per la parola
di Dio e per la testimonianza che gli avevano resa. 6,10 Essi gridarono a
gran voce: «Fino a quando aspetterai, o Signore santo e veritiero, per fare
giustizia e vendicare il nostro sangue su quelli che abitano sopra la terra?»
6,11 E a ciascuno di essi fu data una veste bianca e fu loro detto che si
riposassero ancora un po’ di tempo, finché fosse completo il numero dei loro
compagni di servizio e dei loro fratelli, che dovevano essere uccisi come loro.
Apoc 6, 9-11;
E proprio quei fratelli, "che dovevano essere uccisi come loro",
e dunque questo altro gruppo della Prima Risurrezione, sono coloro che nel regno
anticristiano non hanno adorato la bestia e la sua immagine.
2. Coloro che non adorano la bestia e la sua immagine e che
non hanno accolto né in mano né sulla fronte il marchio.
Questi, secondo Apoc 13,15, vengono anch’essi uccisi, proprio
perché non avevano adorato l’immagine della bestia.
L’immagine della bestia fa uccidere tutti quelli che non adorassero l’immagine della bestia.
Apoc 13,13 E operava grandi prodigi sino a far
scendere fuoco dal cielo sulla terra in presenza degli uomini. 13,14 E seduceva
gli abitanti della terra con i prodigi che le fu concesso di fare in presenza
della bestia, dicendo agli abitanti della terra di erigere un’immagine della
bestia che aveva ricevuto la ferita della spada ed era tornata in vita.
13,15 Le fu concesso di dare uno spirito all’immagine della bestia affinché
l’immagine potesse parlare e far uccidere tutti quelli che non adorassero
l’immagine della bestia. 13,16 Inoltre obbligò tutti, piccoli e grandi,
ricchi e poveri, liberi e schiavi, a farsi mettere un marchio sulla mano destra
o sulla fronte. 13,17 Nessuno poteva comprare o vendere se non portava il
marchio, cioè il nome della bestia o il numero che corrisponde al suo nome.
13,18 Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza, calcoli il numero della bestia,
perché è un numero d’uomo; e il suo numero è seicentosessantasei.
Apoc 13,13-18;
E in Apoc 15,2-3 li troviamo anche in cielo, sul "mare di
vetro" davanti al trono di Dio (Apoc 4,6), ed essi cantano il cantico di
Mosè.
Quelli che avevano ottenuto vittoria sulla bestia e sulla sua immagine e sul numero del suo nome.
Apoc 15,2 E vidi come un mare di vetro mescolato
con fuoco e sul mare di vetro quelli che avevano ottenuto vittoria sulla
bestia e sulla sua immagine e sul numero del suo nome. Essi stavano in
piedi, avevano delle arpe di Dio, 15,3 e cantavano il cantico di Mosè, servo di
Dio, e il cantico dell’Agnello, dicendo: «Grandi e meravigliose sono le tue
opere, o Signore, Dio onnipotente; giuste e veritiere sono le tue vie, o Re
delle nazioni. Apoc 15, 2- 3;
A entrambi i gruppi è comune il fatto che essi abbiano lasciato
la loro vita per la fede nel loro Dio e così abbiano palesemente ottenuto il
diritto di prendere parte sia al Risveglio dai Morti che alla Prima Risurrezione
e di regnare con il Signore nel Millennio. In Apoc 20,6, il riferimento: "Su
di loro non ha potere la morte seconda" ci conferma che in questa Prima
Risurrezione saranno soltanto i fedeli a risuscitare, e non tutti i fedeli, ma
soltanto i martiri uccisi.
E qui si può di nuovo comprendere benissimo la differenza tra "Risveglio"
dai Morti con l’ascesa al cielo e "Risurrezione", ossia l’incarnazione
dal cielo, in vita, con un corpo della Risurrezione: mentre più sopra, in
Apoc 20,4, questi martiri dal regno anticristiano torneranno in vita nella Prima Risurrezione
scendendo dal cielo insieme agli altri martiri per regnare insieme a Cristo nel
Millennio, li riconosciamo qui sopra in Apoc 15,2-3, dopo il loro Risveglio
dai Morti, anche in cielo sul mare di vetro – che stando ad Apoc 4,6 è
davanti al trono – , quando là cantano il cantico di Mosè e lodano Dio. Se la
Prima Risurrezione e il Risveglio dai Morti/Rapimento fossero un evento
identico, questi martiri dal regno anticristiano non potrebbero essere già in
cielo in Apoc 15,2-4, quando essi solo in Apoc 20,4 sono stati risvegliati dai
morti e sono stati rapiti in cielo.
La concezione secondo la quale alla Prima Risurrezione arrivano solo coloro che
sono divenuti conformi al Signore nella sua morte – e dunque anche i martiri
della morte muoiono – ci viene confermata anche da Paolo in svariati modi.
Divenendo conforme a lui nella sua morte, per giungere in qualche modo alla risurrezione dei morti.
Fili 3,7 Ma ciò che per me era un guadagno, l’ho
considerato come un danno, a causa di Cristo. 3,8 Anzi, a dire il vero, ritengo
che ogni cosa sia un danno di fronte all’eccellenza della conoscenza di Cristo
Gesù, mio Signore, per il quale ho rinunciato a tutto; io considero queste cose
come tanta spazzatura al fine di guadagnare Cristo 3,9 e di essere trovato in
lui non con una giustizia mia, derivante dalla legge, ma con quella che si ha
mediante la fede in Cristo: la giustizia che viene da Dio, basata sulla fede.
3,10 Tutto questo allo scopo di conoscere Cristo, la potenza della sua
risurrezione, la comunione delle sue sofferenze, divenendo conforme a lui nella
sua morte, 3,11 per giungere in qualche modo alla risurrezione dei morti.
Fili 3,7-11;
Vediamo che qui Paolo cita alquanto concretamente la condizione
sulla base della quale egli spera di raggiungere la Risurrezione dai morti – e
dunque la Prima Risurrezione: riconoscendo Cristo nella comunione delle sue
sofferenze e divenendo conforme alla sua morte. Anche nella sua seconda lettera
a Timoteo, egli parla di questo tema in modo molto chiaro:
Se siamo morti con lui, con lui anche vivremo.
2Tim 2,10 Ecco perché sopporto ogni cosa per amor
degli eletti, affinché anch’essi conseguano la salvezza che è in Cristo Gesù,
insieme alla gloria eterna. 2,11 Certa è quest’affermazione: se siamo morti
con lui, con lui anche vivremo; 2,12 se abbiamo costanza, con lui anche
regneremo; 2Tim 2,10-12;
Da queste dichiarazioni di Paolo, si evince assai chiaramente
che la speranza di potere prendere parte alla Prima Risurrezione, è possibile
solo se noi moriamo con il Signore, se riconosciamo la sofferenza di Cristo,
diveniamo conformi alla sua morte e veniamo uccisi come martiri. Per Paolo
questo cammino di sofferenza si è già compiuto. Egli venne infatti giustiziato
a Roma come martire.
Da Apoc 20,4-6, si può trarre la conclusione che alla Prima Risurrezione non
parteciperà l’intera comunità, ma soltanto quei fedeli che per la loro fede
furuno uccisi – ovvero i martiri.
E in tal modo, qui, si compiono anche le promesse del Signore dai Vangeli, che
non sono state apparentemente né lette né comprese da molti rappresentanti di
una Prima Risurrezione alla vita "di tutti i fratelli e le sorelle", e nelle
quali egli promette una nuova vita ai suoi che hanno perso la loro vita per amor
suo. Quindi, nella Nuova Creazione è naturalmente intesa anche la vita eterna,
ma prima che coloro che hanno seguito il Signore anche nella sofferenza,
ricevano una seconda meritata vita terrena in comunione con il loro Signore.
Chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà.
Mat 10,37 Chi ama padre o madre più di me, non
è degno di me; e chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me.
10,38 Chi non prende la sua croce e non viene dietro a me, non è degno di me.
10,39 Chi avrà trovato la sua vita la perderà; e chi avrà perduto la sua
vita per causa mia, la troverà. Mat 10,37-39;
Mat 16,24 Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se uno vuol venire
dietro a me, rinunci a se stesso, prenda la sua croce e mi segua. 16,25 Perché
chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi avrà perduto la sua vita
per amor mio, la troverà. Mat 16,24-25;
Mar 8,34 Chiamata a sé la folla con i suoi discepoli, disse loro: «Se
uno vuol venire dietro a me, rinunci a se stesso, prenda la sua croce e mi
segua. 8,35 Perché chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi
perderà la sua vita per amor mio e del vangelo, la salverà.
Mar 8,34-35;
Luc 9,23 Diceva poi a tutti: «Se uno vuol venire dietro a me, rinunci a
se stesso, prenda ogni giorno la sua croce e mi segua. 9,24 Perché chi vorrà
salvare la sua vita, la perderà; ma chi avrà perduto la propria vita per
amor mio, la salverà. Luc 9,23-24;
Giov 12,25 Chi ama la sua vita, la perde, e chi odia la sua vita in
questo mondo, la conserverà in vita eterna. 12,26 Se uno mi serve, mi
segua; e là dove sono io, sarà anche il mio servitore; se uno mi serve,
il Padre l’onorerà. Giov 12,25-26;
Accanto a questa comunanza del martirio, vi è però anche una
differenza tra queste anime in cielo. Vi sono tre diverse ragioni per le quali
queste anime sono state risvegliate e sono anche risuscitate per prime – ossia
sono tornate in vita. E come vedremo immediatamente, queste ragioni possono
essere chiaramente attribuite ad un determinato momento.
1. Coloro che furono uccisi "per amore della parola di Dio".
I martiri dell’Antica Alleanza.
Qui si contano, a causa della loro fede in uno ed un solo Dio, tutti gli esseri
umani uccisi dell’era precristiana, cominciando da Abele, passando per i
profeti dell’Antica Alleanza, che hanno annunciato la parola di Dio in Israele
e che furono considerati scomodi e politicamente pericolosi, e che furono dunque
giustiziati, fino a Giovanni il Battista, che fu l’ultimo di loro.
Tuttavia, nel caso dei martiri dell’Antica Alleanza, gli
Israeliti che sono stati risvegliati non possono essere limitati esclusivamente
ai profeti. Piuttosto, pare che la selezione venga fatta nella misura in cui
questi Israeliti hanno vissuto e agito come "servi di Dio". Così, per
esempio da Ez 34,23-24, apprendiamo che anche Davide viene risvegliato da Dio
per essere Principe d’Israele nel Millennio, sebbene Davide non fosse né
profeta, né fosse morto di morte violenta e non potesse dunque essere
considerato un martire.
Come possiamo desumere da Dan 12,1, "tutti (di Israele) quelli che saranno
trovati iscritti nel libro", sono coloro che risorgeranno alla vita nel
Millennio come popolo di Dio in Israele
Queste ossa secche rivivranno.
Ez 37,1 La mano del SIGNORE fu sopra di me e il
SIGNORE mi trasportò mediante lo Spirito e mi depose in mezzo a una valle piena
d’ossa.
37,2 Mi fece passare presso di esse, tutt’attorno; ecco erano numerosissime
sulla superficie della valle, ed erano anche molto secche.37,3 Mi disse: «Figlio
d’uomo, queste ossa potrebbero rivivere?» E io risposi: «Signore, DIO, tu
lo sai». 37,4 Egli mi disse: «Profetizza su queste ossa, e di’ loro:
"Ossa secche, ascoltate la parola del SIGNORE!" 37,5 Così dice il
Signore, DIO, a queste ossa: "Ecco, io faccio entrare in voi lo spirito
e voi rivivrete; 37,6 metterò su di voi dei muscoli, farò nascere su di
voi della carne, vi coprirò di pelle, metterò in voi lo spirito, e
rivivrete; e conoscerete che io sono il SIGNORE"». Ez 37, 1- 6;
Gli uccisi d’Israele tornarono alla vita; erano un esercito grande, grandissimo:
Ez 37,7 Io profetizzai come mi era stato
comandato; e come io profetizzavo, si fece un rumore; ed ecco un movimento: le
ossa si accostarono le une alle altre. 37,8 Io guardai, ed ecco venire su di
esse dei muscoli, crescervi la carne, e la pelle ricoprirle; ma non c’era in
esse nessuno spirito.
37,9 Allora egli mi disse: «Profetizza allo Spirito, profetizza figlio d’uomo,
e di’ allo Spirito: Così parla il Signore, DIO: "Vieni dai quattro venti,
o Spirito, soffia su questi uccisi, e fa’ che rivivano!"». 37,10 Io
profetizzai, come egli mi aveva comandato, e lo Spirito entrò in essi:
tornarono alla vita e si alzarono in piedi; erano un esercito grande,
grandissimo. Ez 37, 7-10;
La concezione difesa da molti, secondo la quale queste profezie
includerebbero l’intero popolo di Israele, tralascia di considerare un piccolo
dettaglio di questo testo. Qui, in Ez 37,9, si dice: "…soffia su questi
uccisi…" ("strangolati" secondo Buber). Non si tratta quindi dei morti
del popolo di Israele nell’insieme, ma soltanto di quegli Israeliti che sono
morti di morte violenta e che perciò sono dei martiri e stanno nel "libro",
così come possiamo leggere più avanti in Dan 12,2. Sono dei fedeli Israeliti
(casa di Israele), che a causa della loro fede o su ordine del loro Dio, per una
qualunque ragione, dovettero lasciare la loro vita. Essi sono sia martiri che
"popolo di Dio", come i profeti ed altri servi di Dio – ossia l’intera
casa di Israele – che qui, con la Prima Risurrezione, tornano di nuovo alla
vita.
Quando aprirò le vostre tombe e vi tirerò fuori dalle vostre tombe, e voi tornerete in vita, o popolo mio!
Ez 37,11 Egli mi disse: «Figlio d’uomo, queste
ossa sono tutta la casa d’Israele. Ecco, essi dicono: "Le nostre ossa
sono secche, la nostra speranza è svanita, noi siamo perduti!" 37,12
Perciò, profetizza e di’ loro: Così parla il Signore, DIO: "Ecco, io
aprirò le vostre tombe, vi tirerò fuori dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi
ricondurrò nel paese d’Israele.
37,13 Voi conoscerete che io sono il SIGNORE, quando aprirò le vostre tombe
e vi tirerò fuori dalle vostre tombe, o popolo mio! 37,14 E metterò in
voi il mio Spirito, e voi tornerete in vita; vi porrò sul vostro suolo, e
conoscerete che io, il SIGNORE, ho parlato e ho messo la cosa in atto",
dice il SIGNORE». Ez 37,11-14;
Il fatto che qui nel versetto Ez 37,9 tale limitazione venga
continuamente tralasciata perché non si distingue tra "morti" e "uccisi",
porta allora spesso a rifuggire soprattutto di fronte ad una concreta
realizzazione di questa profezia, ossia di una Risurrezione in carne ed ossa
degli Israeliti. La conseguenza di ciò è che si elude il simbolismo e si cerca
di interpretare questa Risurrezione della casa di Israele come la fondazione
dello stato di Israele nel 1948. Allora, il "fico" da Mat 21,18-22 viene per
lo più menzionato come paragone e si sostiene che l’albero di fico sia qui il
simbolo di Israele.
È tuttavia relativamente facile comprendere che il simbolo di Israele non è l’albero
di fico, ma l’olivo, come possiamo dedurre da Rom 11,17.24. Inoltre, all’albero
di fico viene promesso quanto segue: "Mai più nasca frutto da te, in eterno",
mentre Israele in Ez 37 torna di nuovo in vita. Di conseguenza, la storia con l’albero
di fico in Mat 21 e in passi paralleli, non è altro che una dimostrazione del
Signore per gli Apostoli, per provare quale vera fede può essere efficace. Là,
l’albero di fico è semplicemente un albero di fico, e nient’altro. Il fatto
che la profezia da Ez 37,9-14 non sia da comprendere in chiave simbolica, ci
viene ulteriormente confermato in modo abbastanza concreto da altri passi
biblici.
In due giorni ci ridarà la vita; il terzo giorno ci rimetterà in piedi, e noi vivremo alla sua presenza.
Os 6,1 Diranno: «Venite, torniamo al SIGNORE,
perché egli ha strappato, ma ci guarirà; ha percosso, ma ci fascerà. 6,2 In
due giorni ci ridarà la vita; il terzo giorno ci rimetterà in piedi, e noi
vivremo alla sua presenza. 6,3 Conosciamo il SIGNORE, sforziamoci di
conoscerlo! La sua venuta è certa, come quella dell’aurora; egli verrà a noi
come la pioggia, come la pioggia di primavera che annaffia la terra»..
Os 6, 1- 3;
Rivivano i tuoi morti! Risorgano i miei cadaveri!
Isa 26,19 Rivivano i tuoi morti! Risorgano i
miei cadaveri! Svegliatevi ed esultate, o voi che abitate nella polvere!
Poiché la tua rugiada è rugiada di luce e la terra ridarà alla vita le ombre.
Isa 26,19;
Molti di quelli che dormono nella polvere della terra si risveglieranno.
Dan 12,1 «In quel tempo sorgerà Michele, il
grande capo, il difensore dei figli del tuo popolo; vi sarà un tempo di
angoscia, come non ce ne fu mai da quando sorsero le nazioni fino a quel tempo;
e in quel tempo, il tuo popolo sarà salvato; cioè, tutti quelli che saranno
trovati iscritti nel libro. 12,2 Molti di quelli che dormono nella
polvere della terra si risveglieranno; gli uni per la vita eterna, gli altri per
la vergogna e per una infamia per la durata del mondo (Buber). 12,3 I saggi
risplenderanno come lo splendore del firmamento e quelli che avranno insegnato a
molti la giustizia risplenderanno come le stelle per la durata del mondo e in
eterno (Buber). Dan 12, 1- 3;
Dal cielo il SIGNORE osserva la terra per ascoltare i gemiti dei prigionieri, per liberare i condannati a morte.
Salmi 102,12 Ma tu, SIGNORE, regni per sempre e il
tuo ricordo dura per ogni generazione. 102,13 Tu sorgerai e avrai compassione di
Sion, poiché è tempo d’averne pietà; il tempo fissato è giunto. 102,14
Perché i tuoi servi amano le sue pietre, e hanno pietà della sua polvere.
102,15 Allora le nazioni temeranno il nome del SIGNORE, e tutti i re della terra
la tua gloria, 102,16 quando il SIGNORE ricostruirà Sion, e apparirà nella
sua gloria. 102,17 Egli ascolterà la preghiera dei desolati e non
disprezzerà la loro supplica. 102,18 Questo sarà scritto per la generazione
futura e il popolo che sarà creato loderà il SIGNORE, 102,19 perch’egli
guarda dall’alto del suo santuario; dal cielo il SIGNORE osserva la terra 102,20
per ascoltare i gemiti dei prigionieri, per liberare i condannati a morte,
102,21 affinché proclamino il nome del SIGNORE in Sion, la sua lode in
Gerusalemme, 102,22 quando popoli e regni si raduneranno per servire il
SIGNORE. Salmi 102,12-22;
Sono quindi gli Israeliti uccisi, i martiri di Israele, che,
insieme ai martiri dei pagani convertiti al Cristianesimo, verranno risvegliati
alla vita. Successivamente, all’inizio del Millennio, torneranno nella loro
patria insieme agli Israeliti ancora in vita che si trovano dispersi in tutto il
mondo e saranno riportati indietro dai restanti pagani ancora in vita, al fine
di essere là "il capo delle nazioni" (Ger 31,7) durante i mille anni del
Regno di Pace del Messia. Questa è la promessa del loro Dio ed essi hanno
aspettato per millenni. Alla prima apparizione di nostro Signore, il loro
Messia, all’incirca duemila anni prima, l’impenitente popolo in Israele ci
ha invano sperato e perciò lo ha rifiutato. Ora il tempo è venuto: Sion ha di
nuovo il potere che aveva prima. Essi sono dunque il nuovo popolo di Dio su
questa terra nel Millennio. Essi "erediteranno la terra".
(Vedi anche capitolo 10: "Il Millennio.")
I puri di cuore, perché vedranno Dio, i mansueti erediteranno la terra.
Mat 5,1 Gesù, vedendo le folle, salì sul monte e
si mise a sedere. I suoi discepoli si accostarono a lui, 5,2 ed egli, aperta la
bocca, insegnava loro dicendo:
5,3 «Beati i poveri in spirito, perché di loro è il regno dei cieli.
5,4 Beati quelli che sono afflitti, perché saranno consolati.
5,5 Beati i mansueti, perché erediteranno la terra.
5,6 Beati quelli che sono affamati e assetati di giustizia, perché saranno
saziati.
5,7 Beati i misericordiosi, perché a loro misericordia sarà fatta.
5,8 Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
5,9 Beati quelli che si adoperano per la pace, perché saranno chiamati
figli di Dio.
5,10 Beati i perseguitati per motivo di giustizia, perché di loro è il
regno dei cieli.
5,11 Beati voi, quando vi insulteranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno
contro di voi ogni sorta di male per causa mia. 5,12 Rallegratevi e giubilate,
perché il vostro premio è grande nei cieli; poiché così hanno
perseguitato i profeti che sono stati prima di voi. Mat 5, 1-12;
Più sopra, in Mat 5,1-12, nelle beatitudini del Signore, che
contengono in tutto 9 dichiarazioni, devono essere spiegati 5 riferimenti al "Regno
dei Cieli" e quattro accenni alla "terra".
Così, nei versetti 3, 8, 9, 10 e 11-12 abbiamo delle dichiarazioni che
contengono le promesse per il "Regno dei Cieli":
- perché loro è il Regno dei Cieli
– perché vedranno Dio
– perché saranno chiamati figli di Dio
– perché loro è il Regno dei Cieli
– il vostro premio è grande nei cieli
I versetti 4, 5, 6 e 7, invece, si riferiscono alla "terra":
- perché saranno consolati
– perché erediteranno la terra
– perché saranno saziati
– perché a loro misericordia sarà fatta
Stando alla promessa in Mat 5,3: "loro è il Regno dei Cieli",
il versetto Mat 5,5 "erediteranno la terra" acquisisce allora un senso solo
se si parte dal presupposto che nello stesso tempo in cui un gruppo è in cielo
presso Dio, l’altro vivrà qui sulla terra nella pace e nella rettitudine.
Sono cacciati come pecore nel soggiorno dei morti; e al mattino gli uomini retti li calpestano.
Salmi 49,13 Questo loro modo di comportarsi è
follia; eppure i loro successori approvano i loro discorsi. 49,14 Sono cacciati
come pecore nel soggiorno dei morti; la morte è il loro pastore; e al
mattino gli uomini retti li calpestano. La loro gloria deve consumarsi nel
soggiorno dei morti, e non avrà altra dimora. 49,15 Ma Dio riscatterà
l’anima mia dal potere del soggiorno dei morti, perché mi prenderà con sé.
Salmi 49,13-15;
La tua discendenza possederà le nazioni e popolerà le città deserte.
Isa 54,1 «Esulta, o sterile, tu che non partorivi!
Da’ in grida di gioia e rallègrati, tu che non provavi doglie di parto! Poiché
i figli dell’abbandonata saranno più numerosi dei figli di colei che ha
marito», dice il SIGNORE. 54,2 «Allarga il luogo della tua tenda, si spieghino
i teli della tua abitazione, senza risparmio; allunga i tuoi cordami, rafforza i
tuoi picchetti! 54,3 Poiché ti spanderai a destra e a sinistra; la tua
discendenza possederà le nazioni e popolerà le città deserte.
Isa 54, 1- 3;
Il SIGNORE è a Sion e il residuo d’Israele è il capo delle nazioni.
Ger 31,6 Infatti verrà il giorno in cui le guardie
grideranno sul monte di Efraim: "Alzatevi, saliamo a Sion, al SIGNORE,
nostro Dio"». 31,7 Infatti così parla il SIGNORE: «Innalzate canti
di gioia per Giacobbe, prorompete in grida, per il capo delle nazioni;
fate udire le vostre lodi, e dite: "SIGNORE, salva il tuo popolo, il
residuo d’Israele!". Ger 31, 6- 7;
Il SIGNORE, il tuo Dio, ti metterà al di sopra di tutte le nazioni della terra.
Deut 28,1 Ora, se tu ubbidisci diligentemente alla
voce del SIGNORE tuo Dio, avendo cura di mettere in pratica tutti i suoi
comandamenti che oggi ti do, il SIGNORE, il tuo Dio, ti metterà al di sopra
di tutte le nazioni della terra; 28,2 e tutte queste benedizioni verranno
su di te e si compiranno per te, se darai ascolto alla voce del SIGNORE tuo
Dio. Deut 28, 1- 2;
Sion a te verrà l’antico dominio, il regno che spetta alla figlia di Gerusalemme.
Mi 4,8 A te, torre del gregge, colle della figlia
di Sion, a te verrà, a te verrà l’antico dominio, il regno che spetta alla
figlia di Gerusalemme». Mi 4, 8;
Nel testo riportato qui sopra, comprendiamo molto chiaramente
che la promessa di essere "il capo delle nazioni", vale esclusivamente per
il popolo di Israele, mentre i Cristiani non hanno alcuna promessa terrena.
Con ciò veniamo ora al prossimo gruppo, di coloro che sono stati risvegliati dai morti con la Prima Risurrezione.
2. Coloro che furono uccisi "per la testimonianza di Gesù"
I martiri della Nuova Alleanza.
Il primissimo di questa grande schiera di martiri fu Stefano. A lui ne seguirono
centinaia di migliaia nella persecuzione dei Cristiani del Regno Romano e
durante l’Inquisizione e la Controriforma della Chiesa Romana fino a quei
fedeli in Cristo che poi furono uccisi durante la Grande Tribolazione.
Come sappiamo, anche Paolo e altri Apostoli del Signore furono
vittime delle persecuzioni e delle esecuzioni di quel tempo nell’Impero
Romano.
Infine, il testo da Apoc 20,4 allude ancora a quel gruppo di "decapitati",
e dunque di uccisi, che hanno trovato la loro morte da martiri sotto al regno
anticristiano.
3. Coloro che "non hanno adorato la bestia".
Coloro che non sono stati sopraffatti dal diavolo dal tempo dell’Anticristo.
Questi sono tutti quei fedeli che, al tempo dell’Anticristo, "non avevano
adorato la bestia né la sua immagine e non avevano ricevuto il suo marchio
sulla loro fronte e sulla loro mano". Essi furono perseguitati, condannati e
giustiziati.
Sono anche quei fratelli dei quali si parla in Apoc 6,9-11. In
quei versetti, Giovanni vede una situazione in cielo nella quale i martiri già
morti del primo dei due gruppi (Antica e Nuova Alleanza) invocano con impazienza
il Signore per ottenere vendetta. Ed essi vengono consolati, "finché fosse
completo il numero dei loro compagni di servizio e dei loro fratelli, che
(durante il regno dell’Anticristo) dovevano essere uccisi come loro".
Finché fosse completo il numero dei loro fratelli, che dovevano essere uccisi come loro.
Apoc 6,9 Quando l’Agnello aprì il quinto sigillo,
vidi sotto l’altare le anime di quelli che erano stati uccisi per la parola
di Dio e per la testimonianza che gli avevano resa. 6,10 Essi gridarono a
gran voce: «Fino a quando aspetterai, o Signore santo e veritiero, per fare
giustizia e vendicare il nostro sangue su quelli che abitano sopra la terra?»
6,11 E a ciascuno di essi fu data una veste bianca e fu loro detto che si
riposassero ancora un po’ di tempo, finché fosse completo il numero dei loro
compagni di servizio e dei loro fratelli, che dovevano essere uccisi come loro.
Apoc 6, 9-11;
Questi compagni di servizio e i fratelli, dei quali si sta
parlando qui, sono i vincitori dal tempo dell’Anticristo, che hanno opposto
resistenza all’imperativo di adorare l’immagine della bestia, e che quindi
sono stati uccisi (Apoc 13,13-18).
Questi tre gruppi sono dunque quegli esseri umani che sono stati risvegliati con
il Rapimento dai morti e che sono risuscitati con la Prima Risurrezione. Questi
esseri risorti torneranno in vita e domineranno con il Signore nel Millennio
(Apoc 20,6).
La quarta Risurrezione menzionata nella Scrittura è al tempo
stesso anche l’ultima, ossia la Risurrezione di tutti gli esseri umani alla
fine del mondo.
Ora, la visione è ampiamente estesa al fatto che con la Prima Risurrezione
prima del Millennio, tutti i fedeli risorgeranno, e che dopo che, a
seguito di quest’opinione nel regno millenario moriranno soltanto i maledetti,
con la Risurrezione Universale, dopo il regno millenario, non vi sarebbe più
alcun fedele tra i morti e perciò risorgerebbero e verrebbero giudicati
soltanto gli atei e gli impenitenti.
I seguenti passi della Scrittura non solo mostrano chiaramente che con la
Risurrezione Universale, alla fine del mondo, anche i fedeli risorgeranno, e che
dunque risorgeranno alla vita eterna, in contrasto con gli atei, che poi
risorgeranno, con la "morte seconda", la dannazione eterna.
Affinché, cogliendo le zizzanie, non sradichiate insieme con esse il grano.
Mat 13,24 Egli propose loro un’altra parabola,
dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che aveva seminato buon seme
nel suo campo. 13,25 Ma mentre gli uomini dormivano, venne il suo nemico e
seminò le zizzanie in mezzo al grano e se ne andò. 13,26 Quando l’erba
germogliò ed ebbe fatto frutto, allora apparvero anche le zizzanie. 13,27 E i
servi del padrone di casa vennero a dirgli: "Signore, non avevi seminato
buon seme nel tuo campo? Come mai, dunque, c’è della zizzania?" 13,28 Egli
disse loro: "Un nemico ha fatto questo". I servi gli dissero:
"Vuoi che andiamo a coglierla?"
13,29 Ma egli rispose: "No, affinché, cogliendo le zizzanie, non
sradichiate insieme con esse il grano.
13,30 Lasciate che tutti e due crescano insieme fino alla mietitura; e,
al tempo della mietitura, dirò ai mietitori: ’Cogliete prima le zizzanie, e
legatele in fasci per bruciarle; ma il grano, raccoglietelo nel mio
granaio’"». Mat 13,24-30;
In modo particolare, Mat 13,29 ci mostra anche che, proprio
questa separazione della Risurrezione erroneamente diffusa – da un lato i
giusti o per meglio dire il "grano", e dall’altro i cattivi, o per meglio
dire le "zizzanie" – non dovrebbe essere effettuata. Entrambe dovrebbero
crescere insieme fino alla mietitura. E la mietitura è la fine del mondo.
La mietitura è la fine dell’età presente; i mietitori sono angeli.
Mat 13,36 Allora Gesù, lasciate le folle, tornò a
casa; e i suoi discepoli gli si avvicinarono, dicendo: «Spiegaci la parabola
delle zizzanie nel campo». 13,37 Egli rispose loro: «Colui che semina il buon
seme è il Figlio dell’uomo;
13,38 il campo è il mondo; il buon seme sono i figli del regno; le zizzanie
sono i figli del maligno; 13,39 il nemico che le ha seminate, è il diavolo; la
mietitura è la fine del mondo, e i mietitori sono gli angeli. 13,40 Come
dunque si raccolgono le zizzanie e si bruciano con il fuoco, così
avverrà alla fine dell’età presente.
13,41 Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli che raccoglieranno dal suo
regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono l’iniquità, 13,42 e
li getteranno nella fornace ardente. Lì sarà il pianto e lo stridor dei
denti. 13,43 Allora i giusti risplenderanno come il sole nel regno del Padre
loro. Chi ha orecchi oda. Mat 13,36-43;
Così avverrà alla fine dell’età presente. Verranno gli angeli, e separeranno i malvagi dai giusti.
Mat 13,47 «Il regno dei cieli è anche simile a
una rete che, gettata in mare, ha raccolto ogni genere di pesci; 13,48 quando è
piena, i pescatori la traggono a riva, poi si mettono a sedere e raccolgono il
buono in vasi, e buttano via quello che non vale nulla.
13,49 Così avverrà alla fine dell’età presente. Verranno gli angeli, e
separeranno i malvagi dai giusti 13,50 e li getteranno nella fornace
ardente. Lì sarà il pianto e lo stridor dei denti. 13,51 Avete capito
tutte queste cose?» Essi risposero: «Sì». 13,52 Allora disse loro: «Per
questo, ogni scriba che diventa un discepolo del regno dei cieli è simile a un
padrone di casa il quale tira fuori dal suo tesoro cose nuove e cose vecchie».
Mat 13,47-52;
È giunta l’ora di mietere, perché la mèsse della terra è matura.
Apoc 14,14 Poi guardai e vidi una nube bianca; e
sulla nube stava seduto uno, simile a un figlio d’uomo, che aveva sul
capo una corona d’oro e in mano una falce affilata. 14,15 Un altro angelo uscì
dal tempio, gridando a gran voce a colui che stava seduto sulla nube: «Metti
mano alla tua falce e mieti; poiché è giunta l’ora di mietere, perché la
mèsse della terra è matura». 14,16 Colui che era seduto sulla nube
lanciò la sua falce sulla terra e la terra fu mietuta.
14,17 Poi dal tempio, che è nel cielo, uscì un altro angelo; anch’egli aveva
una falce affilata. 14,18 E un altro angelo, che aveva potere sul fuoco,
uscì dall’altare e gridò a gran voce a quello che aveva la falce affilata:
«Metti mano alla tua falce affilata e vendemmia i grappoli della vigna della
terra, perché le sue uve sono mature». 14,19 L’angelo lanciò la sua falce
sulla terra e vendemmiò la vigna della terra e gettò l’uva nel grande tino
dell’ira di Dio. 14,20 Il tino fu pigiato fuori della città e dal
tino uscì tanto sangue che giungeva fino al morso dei cavalli, per una distesa
di milleseicento stadi.Apoc 14,14-20;
Poi verrà la fine, quando consegnerà il regno nelle mani di Dio Padre.
1Cor 15,24 poi verrà la fine, quando
consegnerà il regno nelle mani di Dio Padre, dopo che avrà ridotto al
nulla ogni principato, ogni potestà e ogni potenza. 1Cor 15,24;
E da questi testi emerge molto chiaramente ciò che alcuni
esegeti non vogliono vedere, ossia il fatto che questo evento ha luogo alla fine
del Millennio – e dunque alla fine del mondo – e non prima del regno
millenario. Più sopra, in Mat 13,39 si dice espressamente: "la mietitura è
la fine del mondo, e i mietitori sono gli angeli". Entrambe le parabole
precedenti – del campo e della pesca – si spiegano ampiamente da sé e si
riferiscono ad un singolo evento e non a due diverse "mietiture" o "pesche".
Più avanti, in Mat 13,41, si dice: "Il Figlio dell’uomo manderà i suoi
angeli che raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli
che commettono l’iniquità". Questo regno è il regno millenario e il
sovrano in questo regno sarà il Signore Gesù. È per questo motivo che, qui,
il Signore dice "dal suo regno", mentre due versetti dopo, laddove
egli parla dei giusti che sono rimasti, che poi accederanno al regno eterno
sulla nuova terra, nella nuova Gerusalemme, parla del "regno del Padre loro".
In Mat 13,43 si legge che i giusti risplendono come il sole nel regno del
Padre loro.
Ed ora, per confutare anche quell’argomento che sostiene che con la Prima
Risurrezione prima del Millennio non soltanto i martiri ma tutti i giusti
risusciterebbero e che alla fine del mondo, con la Risurrezione Universale solo
gli ingiusti risusciterebbero, in Mat 13,49 abbiamo la seguente chiara
affermazione: "Così avverrà alla fine dell’età presente. Verranno gli
angeli, e separeranno i malvagi dai giusti". Se dunque a questo punto
non vi fosse più nemmeno un ingiusto, non vi sarebbe bisogno che avvenisse
alcuna "separazione".
(Vedi anche tabella 13: "Il
giudizio sui popoli alla fine del mondo.")
Anche le seguenti affermazioni confermano questa
interpretazione:
Tu avviati verso la fine e ti rialzerai per ricevere la tua parte di eredità alla fine dei tempi.
Dan 12,13 Tu avviati verso la fine; tu ti
riposerai e poi ti rialzerai per ricevere la tua parte di eredità alla fine
dei tempi"». Dan 12,13;
Alla fine dell’età verranno gli angeli, e separeranno i malvagi dai giusti.
Mat 13,49 Così avverrà alla fine
dell’età presente. Verranno gli angeli, e separeranno i malvagi dai giusti
13,50 e li getteranno nella fornace ardente. Lì sarà il pianto e
lo stridor dei denti. Mat 13,49-50;
Ne verranno fuori quelli che hanno operato bene, in risurrezione di vita.
Giov 5,26 Perché come il Padre ha vita in se
stesso, così ha dato anche al Figlio di avere vita in se stesso; 5,27 e
gli ha dato autorità di giudicare, perché è il Figlio dell’uomo.
5,28 Non vi meravigliate di questo; perché l’ora viene in cui tutti
quelli che sono nelle tombe udranno la sua voce e ne verranno fuori;
5,29 quelli che hanno operato bene, in risurrezione di vita; quelli che
hanno operato male, in risurrezione di giudizio. Giov 5,26-29;
Ci sarà una risurrezione dei giusti e degli ingiusti.
Atti 24,14 Ma ti confesso questo, che adoro
il Dio dei miei padri, secondo la Via che essi chiamano setta, credendo in tutte
le cose che sono scritte nella legge e nei profeti; 24,15 avendo in Dio
la speranza, condivisa anche da costoro, che ci sarà una risurrezione dei
giusti e degli ingiusti. Atti 24,14-15;
Qui si sta parlando della Risurrezione Universale, durante la
quale risusciteranno tutti coloro che sono nelle tombe (Giov 5,28), alla fine
dei giorni (Dan 12,13), alla Fine del Mondo (Mat 13,49), nel momento del
giudizio (Giov 5,27), durante la quale sia i giusti che gli ingiusti
risusciteranno (Dan 12,2; Giov 5,29; Atti 24,15). Successivamente, i malvagi
verranno separati dai giusti e gettati nella fornace ardente (Mat 13,49-50).
Ciò mette naturalmente in difficoltà i rappresentanti di due Risurrezioni
qualitativamente separate – l’una per i "buoni", prima del Millennio, l’altra
per i "malvagi", dopo il Millennio. Se si analizza ora l’argomentazione di
questo orientamento interpretativo, risulterà palese che l’errore nell’interpretazione
non è avvenuto qui, nella Risurrezione Universale, ma già nell’interpretazione
della Prima Risurrezione. Si parte erroneamente dal presupposto che durante
questo evento tutti i fedeli – dunque tutti i "buoni" –
risusciteranno.
Si comprende molto chiaramente questo errore nell’argomentazione ("Il libro
dell’Apocalsse" di W. J. Ouweneel, pagina 477), che si riferisce ad Apoc 20:
"Dal contesto (di Apoc 20) emerge
inequivocabilmente che ’i restanti morti’ possono essere solo i morti senza
fede, poiché nel versetto 4 si sono infine risvegliati dai morti tutti i fedeli
da Abele in poi. Dunque, questi morti fuori ’dal’ mezzo dal quale si sono
risvegliati sono necessariamente i non credenti".
Questa interpretazione tralascia il fatto che nel versetto 4 –
come abbiamo già accennato più sopra – si parla di "quelli che erano stati
decapitati".
Le anime di quelli che erano stati decapitati. Essi tornarono in vita.
Apoc 20,4 Poi vidi dei troni. A quelli che vi si
misero seduti fu dato di giudicare. E vidi le anime di quelli che erano stati
decapitati per la testimonianza di Gesù e per la parola di Dio, e di quelli
che non avevano adorato la bestia né la sua immagine e non avevano ricevuto il
suo marchio sulla loro fronte e sulla loro mano. Essi tornarono in vita e
regnarono con Cristo per mille anni. 20,5 Gli altri morti non tornarono in
vita prima che i mille anni fossero trascorsi. Questa è la prima
risurrezione. Apoc 20, 4- 5;
Di conseguenza, non "tutti i fedeli" torneranno in vita con
la Prima Risurrezione, ma soltanto quelli tra di loro che sono stati uccisi per
la loro fede. Abele, il primo uomo che è stato ucciso a causa della propria
fede, appartiene sicuramente a questo gruppo. Tutti gli altri fedeli, però, che
dovettero lasciare la loro vita a causa della loro fede, saranno risvegliati
solo con il Risveglio dai Morti per il Rapimento o con la Risurrezione
Universale, alla Fine del Mondo, e non qui, a la Prima Risurrezione prima del
Millennio.
Beato e santo è colui che partecipa alla prima risurrezione.
Apoc 20,6 Beato e santo è colui che partecipa
alla prima risurrezione. Su di loro non ha potere la morte seconda, ma
saranno sacerdoti di Dio e di Cristo e regneranno con lui quei mille anni.
Apoc 20, 6;
Anche questa affermazione del versetto 6 viene interpretata
molto liberamente dall’autore del libro citato più sopra. E cioè:
"dal versetto 6 si deduce che coloro che
risusciteranno con la seconda Risurrezione (la Risurrezione Universale),
non sono "beati e santi", ma condannati alla "morte seconda".
Ora, il fatto di condurre il ragionamento al contrario,
costituisce un eccellente strumento di analisi. Tuttavia, questo metodo si
rivela appropriato solo se si tratta di affermazioni ben definite, cosa che qui
sarebbe il caso solo se dopo l’espressione "beato è" vi fosse un "solo".
Dall’affermazione "Beato e santo è colui che partecipa alla Prima
Risurrezione" non si può però in alcun modo trarre la conclusione che tutti
gli esseri umani che non partecipano alla Prima Risurrezione, siano
automaticamente maledetti. Altrimenti, quei santi che sono risuscitati con la
morte del Signore (Mat 27,52-53) dovrebbero essere gettati anch’essi nello
stagno di fuoco.
Né tutti coloro che risusciteranno con la Risurrezione Universale sono
condannati alla seconda morte. Così come si è spiegato più sopra, vi saranno
poi i giusti e gli ingiusti. Gli ingiusti verranno gettati nello stagno di
fuoco, mentre i giusti proseguiranno il loro cammino nel regno del loro Padre.
Ciò è dimostrabile anche attraverso alcuni passi della Scrittura.
Questi se ne andranno a punizione eterna; ma i giusti a vita eterna.
Mat 25,45 Allora risponderà loro: "In
verità vi dico che in quanto non l’avete fatto a uno di questi minimi, non
l’avete fatto neppure a me". 25,46 Questi se ne andranno a
punizione eterna; ma i giusti a vita eterna». Mat 25,45-46;
Allora i giusti risplenderanno come il sole nel regno del Padre loro.
Mat 13,41 Il Figlio dell’uomo manderà i suoi
angeli che raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che
commettono l’iniquità, 13,42 e li getteranno nella fornace ardente.
Lì sarà il pianto e lo stridor dei denti. 13,43 Allora i giusti
risplenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi oda.
Mat 13,41-43;
Chiunque contempla il Figlio e crede in lui, abbia vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».
Giov 6,39 Questa è la volontà di colui che
mi ha mandato: che io non perda nessuno di quelli che egli mi ha dati, ma che
li risusciti nell’ultimo giorno. 6,40 Poiché questa è la volontà del
Padre mio: che chiunque contempla il Figlio e crede in lui, abbia vita
eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno». Giov 6,39-40;
Giov 6,44 Nessuno può venire a me se non lo attira
il Padre, che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.
Giov 6,44;
Giov 6,54 Chi mangia la mia carne e beve il mio
sangue ha vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.
Giov 6,54;
Qui, in Giov 6,39.44.54 si parla chiaramente dell’"Ultimo
Giorno". Si sta dunque parlando della Fine del Mondo e quindi della
Risurrezione Universale e del Giudizio Universale (Finale). E qui il Signore
Gesù stesso ci dice che colui che crede in lui ha la vita eterna. La seconda
morte, quindi, non ha più potere su di lui. E il Signore non lo risveglierà
prima del Millennio, con il Rapimento, ma nell’Ultimo Giorno, con la
Risurrezione Universale, alla Fine del Mondo.
(Vedi anche discorso 95: "Beati
quelli che non hanno visto e hanno creduto!")
Del resto, dalle relative parabole del Signore, si può
facilmente comprendere che anche la Risurrezione proprio dei fedeli con la
Risurrezione Universale alla Fine del Mondo, insieme agli ingiusti, è
assolutamente prevista ed anche conforme alla Scrittura.
Lasciate che tutti e due crescano insieme fino alla mietitura.
Mat 13,24 Egli propose loro un’altra parabola,
dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che aveva seminato buon seme
nel suo campo. 13,25 Ma mentre gli uomini dormivano, venne il suo nemico e
seminò le zizzanie in mezzo al grano e se ne andò. 13,26 Quando l’erba
germogliò ed ebbe fatto frutto, allora apparvero anche le zizzanie.
13,27 E i servi del padrone di casa vennero a dirgli: "Signore, non
avevi seminato buon seme nel tuo campo? Come mai, dunque, c’è della
zizzania?" 13,28 Egli disse loro: "Un nemico ha fatto
questo". I servi gli dissero: "Vuoi che andiamo a coglierla?"
13,29 Ma egli rispose: "No, affinché, cogliendo le zizzanie, non
sradichiate insieme con esse il grano. 13,30 Lasciate che tutti e
due crescano insieme fino alla mietitura; e, al tempo della mietitura, dirò
ai mietitori: ’Cogliete prima le zizzanie, e legatele in fasci per bruciarle; ma
il grano, raccoglietelo nel mio granaio’"». Mat 13,24-30;
Come possiamo vedere più sopra in Mat 13,24-30, il Signore
vuole espressamente che "grano" e "zizzanie", e dunque i fedeli e gli
infedeli – crescano insieme fino alla "mietitura", ossia fino alla Fine
del Mondo, affinché "cogliendo le zizzanie" non si sradichi con esse il
grano.
Una delle affermazioni più concrete riguardo a questo tema, la troviamo in Apoc 20,11-15:
E se qualcuno non fu trovato scritto nel libro della vita, fu gettato nello stagno di fuoco.
Apoc 20,11 Poi vidi un grande trono bianco e
colui che vi sedeva sopra. La terra e il cielo fuggirono dalla sua presenza e
non ci fu più posto per loro.
20,12 E vidi i morti, grandi e piccoli, in piedi davanti al trono. I
libri furono aperti, e fu aperto anche un altro libro che è il libro della
vita; e i morti furono giudicati dalle cose scritte nei libri, secondo le loro
opere.
20,13 Il mare restituì i morti che erano in esso; la morte e l’Ades
restituirono i loro morti; ed essi furono giudicati, ciascuno secondo le sue
opere.
20,14 Poi la morte e l’Ades furono gettati nello stagno di fuoco. Questa è
la morte seconda, cioè lo stagno di fuoco.
20,15 E se qualcuno non fu trovato scritto nel libro della vita, fu
gettato nello stagno di fuoco. Apoc 20,11-15;
Qui, viene descritta la Risurrezione Universale dei morti alla
Fine del Mondo. La morte e il Regno dei Morti – e addirittura persino il mare
– restituiscono i morti che vi si trovano dentro, tutti, grandi e piccoli. E
poi i libri – ovvero i "Libri delle opere" – verranno aperti e il
giudizio sarà pronunciato. Verrà aperto anche il Libro della Vita, nel quale
sono annotati i nomi di coloro ai quali verrà consentito l’accesso alla vita
eterna. Ed ogni essere umano risuscitato verrà messo alla prova, e se qualcuno
non verrà trovato nel Libro della Vita, verrà gettato nello stagno di fuoco.
Si potrebbe pensare che si tratti di un’affermazione assolutamente chiara ed
evidente. Tuttavia, l’autore del libro citato sopra, vuole vedere la questione
diversamente. Egli scrive:
"nei versetti 11-15, nel momento del giudizio
davanti al grande trono bianco, non si vede più nemmeno un fedele: vi sono solo
dei ’morti’, e si sta parlando solo ed esclusivamente dello stagno di fuoco".
Da un lato, l’ultima affermazione è falsa, laddove si dice
che "si sta parlando solo dello stagno di fuoco". Nei versetti 12 e 15, si
parla del Libro della Vita, nel quale sono riportati coloro che ereditano la
vita eterna e sui quali la morte seconda non ha alcun potere.
Dall’altro lato, però, la prima parte del versetto 15 viene tralasciato. Qui
si dice: "E se qualcuno non fu trovato scritto nel libro della
vita, fu gettato nello stagno di fuoco". Se qui non vi fosse più nemmeno "un
solo fedele", questo scrupoloso "controllo" non sarebbe necessario. Essi
potrebbero direttamente essere gettati tutti nello stagno di fuoco. E poi, di
conseguenza, si dovrebbe poi anche dire: "Poiché non fu trovato nessuno…".
Ma la formulazione "E se qualcuno non fu trovato…" implica
però che vi saranno anche coloro che "vengono trovati", e che anche e
proprio i fedeli parteciperanno a questa Risurrezione Universale e al Giudizio
Universale e accederanno alla vita eterna.
Tuttavia, la curiosa argomentazione non è stupefacente. I rappresentanti di
questo orientamento interpretativo si trovano a confrontarsi con il problema che
essi hanno perso i giusti per il Giudizio Universale: essi "lasciano" tornare in
vita tutti i fedeli già con la Prima Risurrezione.
Un simile problema emerge con quei giusti che moriranno nel Millennio. Come
vedremo qui di seguito in Isa 65,20-22, i fedeli diventeranno vecchissimi nel
regno millenario.
Chi morirà a cent’anni morirà giovane.
Isa 65,20 non ci sarà più, in avvenire,
bimbo nato per pochi giorni, né vecchio che non compia il numero dei suoi anni;
chi morirà a cent’anni morirà giovane e il peccatore sarà colpito
dalla maledizione a cent’anni. 65,21 Essi costruiranno case e le
abiteranno; pianteranno vigne e ne mangeranno il frutto. 65,22 Non
costruiranno più perché un altro abiti, non pianteranno più perché un altro
mangi; poiché i giorni del mio popolo saranno come i giorni degli alberi;
i miei eletti godranno a lungo l’opera delle loro mani. Isa 65,20-22;
Dall’affermazione in Isa 65,20 si può concludere che l’età
degli esseri umani – rispetto alle condizioni di oggi – sarà all’incirca
decuplicata. Con il termine "ragazzo" oggi si intende un bambino di circa
dieci anni, mentre poi, nel Millennio, egli avrà un’età di circa cento anni.
I giusti diventeranno anziani quanto un albero, che oggi – se esso può
crescere senza l’influenza della "cura" dell’uomo – può raggiungere l’età
di mille anni e anche di più.
Tuttavia, malgrado queste condizioni fantastiche, nel versetto Isa 65,20 si dice
anche che non vi saranno esseri umani vecchi che non porteranno a compimento
i loro anni di vita. Con questo "portare a compimento" si intende il fatto
che essi raggiungeranno l’età che Dio aveva concepito per loro e che poi
moriranno. In quel versetto, si dice inoltre: "chi morirà a cent’anni morirà
giovane". E non è un "maledetto", perché, come dice il testo, essi non
raggiungeranno i cent’anni. Sono dunque i giusti che, anche nel Millennio,
muoiono e che perciò risusciteranno solo con la Risurrezione Universale, dopo
il Millennio, alla Fine del Mondo.
L’interpretazione secondo la quale nel Millennio non morirà più nemmeno un
solo essere umano, nega tutte queste dichiarazioni, soltanto al fine di potere
direttamente conservare l’altra falsa teoria, ossia quella che sostiene che
con il Giudizio Universale non si vedrà più nemmeno un fedele. Tuttavia, come si
può facilmente comprendere, questa intera e falsa costruzione di ripiego è
solo la conseguenza di un altro errore di interpretazione, ovvero dell’idea
che, con la Prima Risurrezione, tutti i fedeli, l’"intera comunità
universale", risusciteranno.
Come è già stato illustrato più sopra, Giovanni, in Apoc 20,4-5, parla di decapitati
– e dunque di martiri – , che con la Prima Risurrezione torneranno in vita.
Una parte di questi martiri viene menzionata già in Apoc 6,9, dove essi vengono
definiti le anime di coloro "che erano stati uccisi per la parola di
Dio e per la testimonianza che gli avevano resa". Con il Rapimento
profetizzato da Paolo in 1Tess 4,16 e 1Cor 15,52, tutti i fedeli morti fino a
quel momento verranno risvegliati e rapiti in cielo insieme ai fedeli viventi,
ma essi non risusciteranno, ossia, secondo il senso di Apoc 20,4 del tornare "in
vita", ma diventeranno anime in cielo presso Dio. Successivamente poi, esse,
insieme a tutti i fedeli che morirono nel Millennio, torneranno in vita con la
Risurrezione Universale alla Fine del Mondo.
Ma procediamo ora con la Risurrezione Universale:
L’ora viene in cui tutti quelli che sono nelle tombe udranno la sua voce.
Giov 5,26 Perché come il Padre ha vita in se
stesso, così ha dato anche al Figlio di avere vita in se stesso; 5,27 e
gli ha dato autorità di giudicare, perché è il Figlio dell’uomo.
5,28 Non vi meravigliate di questo; perché l’ora viene in cui tutti
quelli che sono nelle tombe udranno la sua voce e ne verranno fuori;
5,29 quelli che hanno operato bene, in risurrezione di vita; quelli
che hanno operato male, in risurrezione di giudizio. Giov 5,26-29;
Dal passo della Scrittura citato qui sopra, emergono chiaramente
quattro affermazioni
1. Il Figlio ha ricevuto dal Padre l’autorità di
giudicare.
2. L’ora viene – e questa ora, in base a questo testo non
può certamente essere divisa, per esempio, in una mezzora prima del Millennio
per i buoni e in una mezzora dopo il Millennio per i malvagi come in molti
ritengono, ma questa ora ben definita, nella quale
3. tutti – non una volta i buoni e l’altra i malvagi, ma
davvero tutti – che sono poi ancora nelle tombe – nello stesso momento –
udranno la sua voce. E
4. verranno fuori, quelli che hanno operato bene in risurrezione di vita,
dunque nella rinascita per la vita eterna,
– mentre quelli che hanno operato male, in risurrezione di giudizio,
dunque nella rinascita per la morte seconda, per la "rimorte".
Perciò, ancora una volta: in questa ultima ora, t u t t i
i morti risusciteranno. È l’ora della rinascita (Mat 19,28). Gli uni, per
accedere alla vita eterna, gli altri per morire con la "morte seconda" ed
essere gettati nello stagno di fuoco.
Ciò ci viene confermato anche da Paolo nella sua prima lettera ai Corinzi.
Come tutti muoiono in Adamo, così anche in Cristo saranno tutti vivificati.
1Cor 15,21 Infatti, poiché per mezzo di un
uomo è venuta la morte, così anche per mezzo di un uomo è venuta la
risurrezione dei morti. 15,22 Poiché, come tutti muoiono in
Adamo, così anche in Cristo saranno tutti vivificati;
1Cor 15,21-22;
E con coloro che qui "saranno vivificati" non si intendono
soltanto i fedeli, ma, come afferma Giov 5,28-29, tutti i morti, che con
la Risurrezione Universale udranno la chiamata del Signore e risusciteranno
dalle loro tombe.
Non deve stupire se anche gli atei e gli impenitenti saranno vivificati. Come
abbiamo già spiegato all’inizio, la Risurrezione degli esseri umani non è un
evento straordinario, ma – esattamente come la morte biologica – una
necessità immanente al sistema, poiché l’essere umano fu plasmato da Dio per
un’esistenza eterna. Ciò non vuol dire che anche gli atei sono salvati, ma
soltanto che essi torneranno in vita fisicamente. Ciò emerge anche dalla logica
conclusione che gli atei, se non rinascessero, non potrebbero morire
di nuovo con la "morte seconda".
Non soltanto per il fedele, ma specialmente per lui la
Risurrezione è una rinascita. Così come noi dovemmo essere nati dal corpo per
la nostra vita terrena, dobbiamo esseri nati dallo spirito per la nostra vita
eterna. Questo il Signore ha già cercato di spiegarlo a Nicodemo.
Nel suo dialogo con Nicodemo, in Giov 3,3-8, il Signore mostrava visibilmente
delle difficoltà a chiarire la relazione tra risurrezione e rinascita.
Bisogna che nasciate di nuovo per vedere il regno di Dio..
Giov 3,3 Gesù gli rispose: «In verità, in
verità ti dico che se uno non è nato di nuovo non può vedere il regno di
Dio». 3,4 Nicodemo gli disse: «Come può un uomo nascere quando è
già vecchio? Può egli entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e
nascere?» 3,5 Gesù rispose: «In verità, in verità ti dico che se
uno non è nato d’acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio.
3,6 Quello che è nato dalla carne, è carne; e quello che è nato dallo
Spirito, è spirito. 3,7 Non ti meravigliare se ti ho detto: "Bisogna
che nasciate di nuovo". 3,8 Il vento soffia dove vuole, e tu ne
odi il rumore, ma non sai né da dove viene né dove va; così è di chiunque
è nato dallo Spirito».. Giov 3, 3- 8;
Nicodemo conosceva solo la nascita biologica e fisica e quindi
chiese al Signore se dovessimo tornare nel grembo di nostra madre per nascere di
nuovo. E il Signore gli spiegò che abbiamo bisogno di entrambe le cose per
accedere al Regno di Dio: della nostra nascita biologica – quella dall’acqua
(liquido amniotico) – e della nostra rinascita, ossia quella dallo
spirito.
Ed anche il Signore stesso ha visto questa rinascita nella propria Risurrezione.
Ciò ci viene testimoniato da Giovanni nell’Apocalisse, che definisce il
Signore il "primogenito dei morti".
Il primogenito dei morti e il principe dei re della terra.
Apoc 1,4 Giovanni, alle sette
chiese che sono in Asia: grazia a voi e pace da colui che è, che era e che
viene, dai sette spiriti che sono davanti al suo trono 1,5 e
da Gesù Cristo, il testimone fedele, il primogenito dei morti e il
principe dei re della terra. A lui che ci ama, e ci ha liberati dai nostri
peccati con il suo sangue, 1,6 che ha fatto di noi un
regno e dei sacerdoti del Dio e Padre suo, a lui sia la gloria e la potenza nei
secoli dei secoli. Amen. Apoc 1, 4- 6;
Ed anche quando il Signore ha parlato del Giudizio Universale, che
seguirà alla Risurrezione Universale, definisce questa Risurrezione "rinascita".
Nella rinascita il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria.
Mat 19,28 E Gesù disse loro: «Io vi dico in
verità che nella rinascita, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul
trono della sua gloria, anche voi, che mi avete seguito, sarete seduti su
dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Mat 19,28;
Con questa rinascita, il Figlio dell’Uomo farà la sua
chiamata nel Regno dei Morti, e tutti coloro che sono nelle tombe udranno la sua
voce.
Ne verranno fuori quelli che hanno operato bene, in risurrezione di vita.
Giov 5,26 Perché come il Padre ha vita in se
stesso, così ha dato anche al Figlio di avere vita in se stesso; 5,27 e
gli ha dato autorità di giudicare, perché è il Figlio dell’uomo.
5,28 Non vi meravigliate di questo; perché l’ora viene in cui tutti
quelli che sono nelle tombe udranno la sua voce e ne verranno fuori;
5,29 quelli che hanno operato bene, in risurrezione di vita; quelli che
hanno operato male, in risurrezione di giudizio. Giov 5,26-29;
Per gli ingiusti sarà una rinascita al giudizio e alla
dannazione eterna, alla "morte seconda". Per i giusti, invece, questa è la
rinascita all’inizio della loro nuova vita eterna.
Che io non perda nessuno di quelli che egli mi ha dati, ma che li risusciti nell’ultimo giorno.
Giov 6,39 Questa è la volontà di colui che
mi ha mandato: che io non perda nessuno di quelli che egli mi ha dati, ma che li
risusciti nell’ultimo giorno. 6,40 Poiché questa è la volontà del
Padre mio: che chiunque contempla il Figlio e crede in lui, abbia vita eterna; e
io lo risusciterò nell’ultimo giorno». Giov 6,39-40;
Giov 6,44 Nessuno può venire a me se non lo
attira il Padre, che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo
giorno. Giov 6,44;
Giov 6,54 Chi mangia la mia carne e beve il mio
sangue ha vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.
Giov 6,54;
Come vedremo, dai tre passi biblici tratti dal Vangelo di
Giovanni citati qui sopra, emerge in modo particolarmente evidente che la
Risurrezione nel giorno del Giudizio Universale, ossia alla Fine del Mondo,
concerne anche e proprio i fedeli.
Ma specialmente in Giov 6,44, cogliamo un nesso del tutto particolare. Il
Signore Gesù ci risveglierà nel giorno del Giudizio Universale, perché noi
abbiamo creduto alla sua parola e ci siamo rivolti a lui. Ma come sembra, questa
fede in lui non era nostro personale merito. Era il Padre, che ci ha attratto
verso il Figlio.
Quanto dobbiamo essere grati al nostro Dio, per il fatto che non siamo troppo
piccoli per lui perché egli non si impegni con ciascuno di noi e che ci conduca
da suo Figlio!
Sono simili agli angeli e sono figli di Dio, essendo figli della risurrezione.
Luca 20,34 Gesù disse loro: «I figli di
questo mondo sposano e sono sposati; 20,35 ma quelli che saranno
ritenuti degni di aver parte al mondo avvenire e alla risurrezione dai morti,
non prendono né danno moglie; 20,36 neanche possono più morire perché sono
simili agli angeli e sono figli di Dio, essendo figli della risurrezione.
Luca 20,34-36;
Dopo la Risurrezione Universale alla Fine del Mondo, con la "Rinascita",
i fedeli ricevono il loro premio. Essi, come creature immortali, saranno uguali
agli angeli, e come Figli di Dio accederanno alla vita eterna nel Regno di Dio
nella seconda, Nuova Creazione.
(Vedi anche capitolo 14: "La
Nuova Creazione.")
Ora, sebbene il giudizio sia trasferito al Figlio, il Signore
– stando alle sue stesse parole – non giudicherà se stesso nel giorno del
Giudizio Universale. La sua attività in quanto giudice consisteva nella sua
apparizione su questa terra e nella sua parola, che egli ha pronunciato a noi.
Tutto quello che il Padre gli aveva ordinato, egli lo aveva fatto. E in quei
giorni, una volta per tutte, egli ha mostrato agli esseri umani il cammino per
come potere essere salvati.
E dunque, con la Risurrezione nel giorno del giudizio non vi sarà più bisogno
di alcun giudice. Diversamente da prima della morte di Gesù (si veda più
sopra), dal tempo dopo il Golgota, con la morte di ciascun essere umano, anche
il suo giudizio è stato pronunciato contemporaneamente. In funzione del fatto
se egli ha accettato o no la parola del Signore, questi avrà o non avrà la
vita eterna.
La parola che ho annunciata è quella che lo giudicherà nell’ultimo giorno.
Giov 12,44 Ma Gesù ad alta voce esclamò:
«Chi crede in me, crede non in me, ma in colui che mi ha mandato; 12,45 e
chi vede me, vede colui che mi ha mandato. 12,46 Io sono venuto come luce
nel mondo, affinché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. 12,47 Se
uno ode le mie parole e non le osserva, io non lo giudico; perché io non sono
venuto a giudicare il mondo, ma a salvare il mondo.
12,48 Chi mi respinge e non riceve le mie parole, ha chi lo giudica; la
parola che ho annunciata è quella che lo giudicherà nell’ultimo giorno.
12,49 Perché io non ho parlato di mio; ma il Padre, che mi ha mandato, mi
ha comandato lui quello che devo dire e di cui devo parlare; 12,50 e so che
il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così
come il Padre me le ha dette». Giov 12,44-50;
Di conseguenza, nel momento del Giudizio Universale non vi sarà
nemmeno più bisogno di alcuna "assunzione di prove". Solo i libri verranno
aperti. Come vedremo più sotto, in Apo 20,11-15, si tratta di due tipologie di
libri. Da un lato i "libri delle opere", nei quali vengono annotate le opere
degli esseri umani. Dall’altro, vi è il "Libro della Vita". In questo "Libro
dell’Agnello", così come esso viene chiamato, vi sono scritti tutti coloro
che nella loro vita hanno accettato la fede e si sono rivolti al Signore. E chi
non è scritto in quel libro, è condannato, quand’anche egli avesse
gigantesche montagne di opere buone da esibire.
I codardi, gl’increduli, la loro parte sarà la morte seconda.
Apoc 21,7 Chi vince erediterà queste cose, io
gli sarò Dio ed egli mi sarà figlio. 21,8 Ma per i codardi, gl’increduli,
gli abominevoli, gli omicidi, i fornicatori, gli stregoni, gli idolatri e tutti
i bugiardi, la loro parte sarà nello stagno ardente di fuoco e di zolfo, che
è la morte seconda». Apoc 21, 7- 8;
A differenza del Rapimento prima del Millennio, nel quale
gli eletti vennero riuniti dagli angeli tra i viventi e gli atei e gli
impenitenti furono conservati per il successivo giudizio delle catastrofi – il
giorno del Signore -, qui alla Fine del Mondo, è riconoscibile un modo di
procedere in senso contrario. Gli angeli riuniranno in un primo momento coloro
che hanno compiuto il male, e li getteranno nella fornace ardente. In seguito, i
restanti giusti verranno fatti accedere al Regno del loro Padre, nella vita
eterna.
(Vedi anche capitolo 05: "Il
Giorno del Signore.")
La mietitura è la fine dell’età presente; i mietitori sono angeli.
Mat 13,36 Allora Gesù, lasciate le folle, tornò a
casa; e i suoi discepoli gli si avvicinarono, dicendo: «Spiegaci la parabola
delle zizzanie nel campo». 13,37 Egli rispose loro: «Colui che semina il buon
seme è il Figlio dell’uomo;
13,38 il campo è il mondo; il buon seme sono i figli del regno; le zizzanie
sono i figli del maligno; 13,39 il nemico che le ha seminate, è il diavolo; la
mietitura è la fine dell’età presente; i mietitori sono angeli. 13,40 Come
dunque si raccolgono le zizzanie e si bruciano con il fuoco, così
avverrà alla fine dell’età presente.
13,41 Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli che raccoglieranno dal suo
regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono l’iniquità, 13,42 e
li getteranno nella fornace ardente. Lì sarà il pianto e lo stridor dei
denti. 13,43 Allora i giusti risplenderanno come il sole nel regno del Padre
loro. Chi ha orecchi oda. Mat 13,36-43;
Così avverrà alla fine dell’età presente. Verranno gli angeli, e separeranno i malvagi dai giusti.
Mat 13,47 «Il regno dei cieli è anche simile a
una rete che, gettata in mare, ha raccolto ogni genere di pesci; 13,48 quando è
piena, i pescatori la traggono a riva, poi si mettono a sedere e raccolgono il
buono in vasi, e buttano via quello che non vale nulla.
13,49 Così avverrà alla fine dell’età presente. Verranno gli angeli, e
separeranno i malvagi dai giusti 13,50 e li getteranno nella fornace
ardente. Lì sarà il pianto e lo stridor dei denti. 13,51 Avete capito
tutte queste cose?» Essi risposero: «Sì». 13,52 Allora disse loro: «Per
questo, ogni scriba che diventa un discepolo del regno dei cieli è simile a un
padrone di casa il quale tira fuori dal suo tesoro cose nuove e cose vecchie».
Mat 13,47-52;
Dopo che entrambi, i giusti e gli ingiusti sono giunti alla
rinascita con la Risurrezione Universale, avviene ora anche la separazione. All’improvviso,
gli atei prenderanno coscienza di questo fatto con la loro Risurrezione. Essi
vedranno se stessi – così come i fedeli – trasformati con un corpo
immortale. Ed essi vedranno che ai fedeli, con questa loro immortalità nell’eternità,
verrà effettivamente consentito di continuare a vivere nella pace e nella gioia
nel Regno di Dio.
Ora, però, essi stessi, dopo avere ricevuto una seconda vita, devono già
morire la "morte seconda" e essere gettati nel stagno di fuoco. Vivranno di
pianti e stridore di denti nell’eternità
(Vedi anche excursus 08: "La
prima e la seconda morte.")
E se qualcuno non fu trovato scritto nel libro della vita, morirà la morte seconda..
Apoc 20,11 Poi vidi un grande trono bianco e
colui che vi sedeva sopra. La terra e il cielo fuggirono dalla sua presenza e
non ci fu più posto per loro.
20,12 E vidi i morti, grandi e piccoli, in piedi davanti al trono. I
libri furono aperti, e fu aperto anche un altro libro che è il libro della
vita; e i morti furono giudicati dalle cose scritte nei libri, secondo le
loro opere.
20,13 Il mare restituì i morti che erano in esso; la morte e l’Ades restituirono
i loro morti; ed essi furono giudicati, ciascuno secondo le sue opere. 20,14 Poi
la morte e l’Ades furono gettati nello stagno di fuoco. Questa è la morte
seconda, cioè lo stagno di fuoco.
20,15 E se qualcuno non fu trovato scritto nel libro della vita, fu
gettato nello stagno di fuoco. Apoc 20,11-15;
(Vedi anche capitolo 13: "Il
Giudizio Universale.")
Così come alcuni esegeti ritengono di dovere "collocare"
anche noi altri fedeli che non siamo morti o non moriremo da martiri, nella
Prima Risurrezione attraverso un’interpretazione un po’ più facilmente
leggibile, in alcuni circoli non si vuole affliggere anche gli atei e gli
impenitenti con una dannazione eterna Sebbene questa concezione nella Scrittura
non abbia alcun fondamento, si ritiene che questo "eterno" non sia
propriamente eterno, ma che questi esseri umani smettano semplicemente di
esistere dopo la loro condanna.
Con ciò questi interpreti, permettono da un lato di comprendere che essi non
hanno ancora preso completamente coscienza della portata della decisione dell’essere
umano nella sua vita contro Dio, né dell’assoluta conseguenza della giustizia
di Dio. E, dall’altro lato, poiché nei relativi passi della Scrittura, il
termine "eterno" viene utilizzato con la stessa identica grafia – e dunque
anche con lo stesso identico significato – per identificare sia la vita eterna
sia la dannazione eterna, ragionando al contrario, questo fatto significherebbe
che anche la vita eterna dei fedeli non potrebbe essere eterna. Anch’essi,
allora, secondo questa concezione, dovrebbero mettere in conto che presto
smetteranno di esistere.
Ma se però la vita che il nostro Signore ci ha promesso dopo la rinascita nella
Nuova Creazione è effettivamente eterna – e stando alla Scrittura non vi è
assolutamente alcuna ragione per dubitare di questo – allora – per quanto ciò
possa suonare duro – anche la dannazione è eterna, ossia senza fine!
Questi se ne andranno a punizione eterna; ma i giusti a vita eterna.
Mat 25,41 Allora dirà anche a quelli della sua
sinistra: "Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato
per il diavolo e per i suoi angeli! 25,42 Perché ebbi fame e non mi deste da
mangiare; ebbi sete e non mi deste da bere; 25,43 fui straniero e non
m’accoglieste; nudo e non mi vestiste; malato e in prigione, e non mi
visitaste". 25,44 Allora anche questi gli risponderanno, dicendo:
"Signore, quando ti abbiamo visto aver fame, o sete, o essere straniero, o
nudo, o ammalato, o in prigione, e non ti abbiamo assistito?" 25,45 Allora
risponderà loro: "In verità vi dico che in quanto non l’avete fatto a uno
di questi minimi, non l’avete fatto neppure a me". 25,46 Questi se ne
andranno a punizione eterna; ma i giusti a vita eterna». Mat 25,41-46;
Ora è stato finalmente raggiunto quell’obiettivo che percorre
tutta la Bibbia come un filo rosso, dal Genesi fino all’Apocalisse di
Giovanni: tutti i nemici di Dio sono stati sconfitti.
Nel nome di Gesù si piegano tutte le ginocchia, che vi sono in cielo, in terra
e sottoterra, e tutte le lingue dichiarono che Gesù Cristo è il Signore, per
la gloria di Dio, del Padre.
«Siedi alla mia destra finché io abbia fatto dei tuoi nemici lo sgabello dei tuoi piedi».
Salmi 110,1 Salmo di Davide. Il SIGNORE ha
detto al mio Signore: «Siedi alla mia destra finché io abbia fatto dei tuoi
nemici lo sgabello dei tuoi piedi». Salmi 110, 1;
Mat 22,41 Essendo i farisei riuniti, Gesù li
interrogò, 22,42 dicendo: «Che cosa pensate del Cristo? Di chi è figlio?»
Essi gli risposero: «Di Davide». 22,43 Ed egli a loro: «Come mai dunque
Davide, ispirato dallo Spirito, lo chiama Signore, dicendo (Salmi 110,1):
22,44 "Il SIGNORE ha detto al mio Signore: ’Siedi alla mia destra
finché io abbia messo i tuoi nemici sotto i tuoi piedi’"? 22,45 Se
dunque Davide lo chiama Signore, come può essere suo figlio?» 22,46 E nessuno
poteva replicargli parola; da quel giorno nessuno ardì più interrogarlo.
Mat 22,41-46;
Atti 2,29 Fratelli, si può ben dire liberamente
riguardo al patriarca Davide, che egli morì e fu sepolto; e la sua tomba è
ancora al giorno d’oggi tra di noi.
2,30 Egli dunque, essendo profeta e sapendo che Dio gli aveva promesso con
giuramento che sul suo trono avrebbe fatto sedere uno dei suoi discendenti, 2,31
previde la risurrezione di Cristo e ne parlò dicendo che non sarebbe stato
lasciato nel soggiorno dei morti, e che la sua carne non avrebbe subito la
decomposizione. 2,32 Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato; di ciò, noi tutti
siamo testimoni.
2,33 Egli dunque, essendo stato esaltato dalla destra di Dio e avendo ricevuto
dal Padre lo Spirito Santo promesso, ha sparso quello che ora vedete e udite.
2,34 Davide infatti non è salito in cielo; eppure egli stesso dice: «Il
Signore ha detto al mio Signore: "Siedi alla mia destra, 2,35 finché
io abbia posto i tuoi nemici per sgabello dei tuoi piedi"». 2,36
Sappia dunque con certezza tutta la casa d’Israele che Dio ha costituito Signore
e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso». Atti 2,29-36;
Ebr 1,10 E ancora: «Tu, Signore, nel principio
hai fondato la terra e i cieli sono opera delle tue mani. 1,11 Essi
periranno, ma tu rimani; invecchieranno tutti come un vestito, 1,12 e
come un mantello li avvolgerai e saranno cambiati; ma tu rimani lo stesso, e i
tuoi anni non avranno mai fine».
1,13 E a quale degli angeli disse mai (Salmi 110,1): «Siedi alla mia
destra finché abbia posto i tuoi nemici come sgabello dei tuoi piedi»?
1,14 Essi non sono forse tutti spiriti al servizio di Dio, mandati a servire in
favore di quelli che devono ereditare la salvezza? Ebr 1,10-14;
Ebr 10,11 Mentre ogni sacerdote sta in piedi ogni
giorno a svolgere il suo servizio e offrire ripetutamente gli stessi sacrifici
che non possono mai togliere i peccati,
10,12 Gesù, dopo aver offerto un unico sacrificio per i peccati, e per sempre,
si è seduto alla destra di Dio, 10,13 e aspetta soltanto che i suoi nemici
siano posti come sgabello dei suoi piedi. Ebr 10,11-13;
E ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre.
Fili 2,5 Abbiate in voi lo stesso sentimento che è
stato anche in Cristo Gesù, 2,6 il quale, pur essendo in forma di Dio, non
considerò l’essere uguale a Dio qualcosa a cui aggrapparsi gelosamente, 2,7 ma
svuotò se stesso, prendendo forma di servo, divenendo simile agli uomini; 2,8
trovato esteriormente come un uomo, umiliò se stesso, facendosi ubbidiente fino
alla morte, e alla morte di croce.
2,9 Perciò Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al di
sopra di ogni nome, 2,10 affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio
nei cieli, sulla terra, e sotto terra, 2,11 e ogni lingua confessi che
Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre. Fili 2, 5-11;
Anche questi testi qui sopra, specialmente in Fili 2,9-11,
vengono spesso – e in particolare nell’ambito della dottrina della "riconciliazione
universale" – utilizzati per negare una punizione degli atei e degli
impenitenti. E ci si spinge tanto in là nel ragionamento dall’affermare che
persino lo stesso Satana alla fine si convertirà e che dunque l’intera
creazione sarà riunificata nell’eternità.
Chiediamoci: i rappresentanti di questo punto di vista sono consapevoli del
fatto che con ciò essi riducono il sacrificio di nostro Signore sulla croce ad
absurdum? Anche una decisione dell’essere umano non sarebbe più necessaria
– poiché tutti sicuramente si convertirebbero in ogni caso. Senza volere
offendere queste persone, tale modo di pensare ricorda però moltissimo quello
che tentò di convincere il primo uomo: "No, non morirete affatto".
Allora anche il Figlio stesso sarà sottoposto a colui affinché Dio sia tutto in tutti.
1Cor 15,25 Poiché bisogna ch’egli regni finché
abbia messo tutti i suoi nemici sotto i suoi piedi. (Salmi 110,1) 15,26 L’ultimo
nemico che sarà distrutto sarà la morte.
15,27 Difatti, Dio ha posto ogni cosa sotto i suoi piedi; ma quando dice
che ogni cosa gli è sottoposta, è chiaro che colui che gli ha sottoposto ogni
cosa, ne è eccettuato.
15,28 Quando ogni cosa gli sarà stata sottoposta, allora anche il Figlio
stesso sarà sottoposto a colui che gli ha sottoposto ogni cosa, affinché Dio
sia tutto in tutti. 1Cor 15,25-28;
Dopo tutti gli altri nemici – gli atei e gli impenitenti –
anche l’ultimo nemico, la morte, verrà annientato. E per esprimere ancora una
volta chiaramente il concetto: qui "distrutto" non significa la dissoluzione
dell’esistenza! Così come la prima morte distrugge il corpo fisico, la morte
seconda annienterà il secondo corpo, che riceviamo con la Risurrezione, ossia
con la rinascita. Ma così come l’essere umano, dopo la prima morte, è solo
passato con la propria coscienza in una dimensione spirituale, dopo la morte
seconda – lo stagno di fuoco – continuerà anche dopo ad esistere
spiritualmente. Ma separato da Dio e dall’Agnello. E questo provocherà "pianti
e stridore di denti".
Poi la morte e l’Ades furono gettati nello stagno di fuoco.
Apoc 20,14 Poi la morte e l’Ades furono gettati
nello stagno di fuoco. Questa è la morte seconda, cioè lo stagno di fuoco.
Apoc 20,14;
E se poi il resto degli esseri umani che rimangono – ma anche
degli angeli – saranno sottoposti al Figlio, anche il Figlio sarà sottoposto
al Padre, che a lui ha sottomesso ogni cosa. Con ciò lo scopo della prima
creazione è raggiunto.
(Vedi anche tabella 08: "La
via della salvezza.")
La seconda, eterna Nuova Creazione avrà probabilmente i suoi
propri scopi. Se facciamo affidamento sul Signore, di certo anche noi li
conosceremo.