Un nuovo approccio con nuovi mezzi – l’analisi.
La ricerca di vita intelligente nell’universo.
Fino a Copernico (Nicolas Copernico, 1473-1543, scopritore della
visione eliocentrica del mondo) a scienza non ebbe alcun problema con la concezione del mondo geocentrica fondata presumibilmente in senso biblico – dunque con il pianeta terra come centro dell’universo. Ad alcuni degli astronomi di allora gli inattesi e inspiegabili movimenti di alcuni pianeti risultavano un po’ sospetti, ma in sostanza si accettava questa visione delle cose.
Solo quando Copernico riconobbe che non la terra, ma il sole è il centro del nostro
sistema solare e che non è l’universo che si muove intorno alla terra, ma è il nostro
intero sistema solare che si muove all’interno della nostra galassia attorno al suo
centro, l’astronomia si è emancipata dall’astrologia ed è divenuta una scienza propria di
pieno valore. Per così dire come atto di vendetta, poiché presumibilmente la Bibbia per
così lungo tempo aveva condotto in errore la scienza, da quel momento in poi la Bibbia era
stata esclusa completamente da tutte le riflessioni.
Questo vale tanto più da quando negli ultimi cinquant’anni si è riconosciuto che
l’universo consiste di centinaia di miliardi di galassie e queste consistono a loro volta
di centinaia di miliardi di soli. Negli ultimissimi tempi la teoria del "Big Bang", ossia
dello scoppio originario, poté essere in gran parte confermata in quanto causa della
genesi dell’universo all’incirca 13,7 miliardi di anni fa. Anche la deriva delle singole
galassie poté essere dimostrata come una conseguenza di questa esplosione del cosiddetto
"uovo cosmico" (cioè la concentrazione di tutta la materia dell’universo in un ammasso –
alcuni dicono "della misura di una capocchia di spillo", alcuni "grande come un pugno" –
con una densità e una massa inconcepibili).
Nel frattempo si sa che questa espansione si compie tanto più lentamente quanto gli
ammassi di galassia sono allontanati gli uni dagli altri. Qui gli eruditi discutono oggi
sulla questione se l’universo continuerà ad espandersi per un periodo illimitato – e
dunque se la materia delle galassie ha ricevuto così tanta energia dallo scoppio
originario, che in tal modo la forza di attrazione reciprocamente condizionata dalla sua
gravitazione viene compensata – o se la gravitazione prima o poi prevarrà.
Poi le galassie
si muoverebbero a ritroso e si butterebbero l’una sull’altra. Attraverso la reciproca
forza di attrazione la materia fonderebbe e formerebbe masse sempre più grandi, che alla
fine "assorbirebbero" tutta la materia ad una velocità enorme – a causa della loro enorme
attrazione gravitazionale in quanto cosiddetti "buchi neri", finché infine tutto
collasserebbe in un singolo punto di spazio e tempo con una densità infinitamente alta,
per forse ripetere poi il ciclo di un nuovo scoppio originario.
Se si riflette su questa evoluzione negli ultimi venti, trenta anni,
allora è fin troppo comprensibile che questa scienza oggi sorride delle dichiarazioni
della Bibbia in Genesi 1, e non solo non mostra alcun segno di cercare qui una possibile
connessione, ma anche dichiara qualunque scienziato che intraprenda un simile tentativo,
lontano dalla realtà e non scientifico. In questo un po’di colpa, però, ce l’hanno anche
i creazionisti, che sono cristiani, in particolare negli Stati Uniti, che aderiscono alle
dichiarazioni della Scrittura che hanno in mano sulla genesi dell’universo, malgrado
conoscenze scientifiche conflittuale.
Ora, un’insistenza sulla Scrittura è sicuramente una buona cosa, ma tuttavia una simile
posizione non dovrebbe essere il risultato di uno studio superficiale della Scrittura, che
per propria comodità e incapacità pone le parole di Dio nella Bibbia in evidente
contraddizione con le realtà della creazione visibile. È proprio questo atteggiamento dei
suoi contemporanei che ha impedito a Copernico per lungo tempo di pubblicare le sue nuove
scoperte.
Quando poi egli pubblicò la sua opera completa "De Revolutionibus Orbium
Coelestium" ("Sulle rotazioni delle sfere celesti") il 24 maggio 1543, proprio
eminenti ecclesiastici hanno tentato di impedire la pubblicazione dell’opera. Giovanni
Calvino (1509-1564), il riformatore svizzero, ha affermato che la terra non si può
muovere secondo la dottrina biblica, e Martino Lutero (1485-1546) disse: "il folle
(Copernico) capovolgerà l’intera dottrina dell’astronomia".
Perciò, in quanto cristiani di fede biblica, dovremmo imparare da questi errori dei nostri
antenati in fede. Se partiamo dal presupposto – e questo deve sempre essere la base della
nostra fede – che la Scrittura, non può sbagliare perché ispirata da Dio, e che dall’altro
lato il fatto che la terra ruota sia intorno al proprio asse che anche attorno al sole,
non può più essere negato, allora Calvino e Lutero devono essersi sbagliati.
Perciò, non è
nemmeno la Scrittura che sbaglia, ma è la sua falsa interpretazione attraverso noi esseri
umani, che conduce agli errori. E se esaminiamo la Scrittura, non troviamo nemmeno un solo
indizio per l’affermazione di Calvino, "che la terra non può muoversi secondo la dottrina
biblica". Anzi, al contrario, se interpretiamo correttamente Isa 24,20, questo è proprio
un indizio del fatto che la terra è benissimo "mobile".
La terra barcollerà come un ubriaco.
Isa 24,20 La terra barcollerà come un ubriaco, vacillerà
come una capanna. Il suo peccato grava su di lei; essa cade e non si rialzerà mai più.
Isa 24,20;
Ma cosa ne è, ora, di Gen 1,1-5? Come dobbiamo interpretare queste
dichiarazioni? Consideriamo per il momento la traduzione convenzionale della Nuova
Riveduta:
Nel principio Dio creò i cieli e la terra.
Gen 1,1 1,1 Nel principio Dio creò i cieli e la terra.
1,2 La terra era informe e vuota, le tenebre coprivano la faccia dell’abisso e lo Spirito
di Dio aleggiava sulla superficie delle acque. 1,3 Dio disse: «Sia luce!» E luce fu. 1,4
Dio vide che la luce era buona; e Dio separò la luce dalle tenebre. 1,5 Dio chiamò la luce
«giorno» e le tenebre «notte». Fu sera, poi fu mattina: primo giorno. Gen 1,1-5;
Qui si parla di "cielo e terra". La "terra" era "informe e vuota" ed era
buio sull’"abisso". Quale "abisso" è inteso qui e perché la terra era informe e vuota, se
secondo Gen 1,7-10 era completamente coperta di acqua? E cosa dobbiamo immaginarci con
"cielo"? Queste domande fanno riconoscere che solo un osservatore superficiale potrebbe
partire dal presupposto di trovare qui un’evidente dichiarazione sulla creazione di cielo
e terra. Ma allora come dobbiamo interpretare queste parole?
Cominciamo un po’ dalle cose fondamentali e chiediamoci quali alternative abbiamo a
disposizione. Se guardiamo correttamente, secondo il principio: tesi – antitesi – sintesi
– abbiamo tre possibilità.
– Le conoscenze della scienza sono false e la descrizione
tradizionale del processo di creazione in Gen 1,1-5 è giusto. Questo è l’approccio dei
creazionisti.
– Le dichiarazioni della Bibbia sono false e i risultati della
ricerca scientifica sono giusti. Questa è la convinzione degli scienziati e degli
evoluzionisti.
– Tra queste due concezioni estreme vi è un collegamento, che
fino a qui non è stato ancora considerato.
La prima alternativa possiamo altrettanto sicuramente escluderla a causa
della generale e mondiale argomentazione, con la stessa certezza di come oggi sappiamo che
la terra ruota intorno al sole e non è il centro dell’universo. La seconda alternativa
dobbiamo escluderla nel suo riferimento alla Bibbia, perché per noi la Scrittura è la
Parola di Dio e perciò in se stessa non può essere falsa. Rimane la terza alternativa e la
domanda dove allora potrebbe esservi un collegamento, un errore nel modo di vedere, per
collegare entrambe queste visioni.
Poiché i fatti scientifici sono inconfutabili, rimane come punto debole la
domanda se interpretiamo correttamente le dichiarazioni di Gen 1,1-5. Come già menzionato
più sopra, dobbiamo considerare, che fino ad ora nessuno si è confrontato in modo davvero
serio con questa possibilità di una sintesi; gli evoluzionisti per arroganza, i
creazionisti per mancanza di fantasia e ciò che è comune ad entrambi i gruppi è la
mancante disposizione ad analizzare criticamente e oggettivamente la posizione dell’altro.
Perciò vogliamo cominciare dall’inizio e guardare il testo originale di questi passi
biblici. La traduzione, che è più vicina al testo ebraico originale è quella di Martin
Buber (1878-1965). A differenza delle traduzioni tradizionali, che plasmano in modo
relativamente libero le loro scelte lessicali in riferimento alla comprensibilità, Buber
tenta di rendere in modo conforme all’originale sia la forma, sia anche il senso
originario delle parole senza eccessiva attenzione alla posizione tedesca delle parole, ma
sempre in armonia con il significato delle parole. Ciò si spinge addirittura così lontano
che egli là dove in tedesco non vi è alcuna corrispondenza lessicale nota, "inventa"
alcune parole, che per il lettore in un primo momento sono insolite, ma che ad una
considerazione più precisa permettono di riconoscere quale determinata relazione deve
essere espressa qui.
Nel principio Dio creò i cieli e la terra.
Gen 1,1 Nel principio Dio creò i cieli e la terra. 1,2 La
terra era informe e vuota, le tenebre coprivano la faccia dell’abisso e lo Spirito di Dio
aleggiava sulla superficie delle acque. 1,3 Dio disse: «Sia luce!» E luce fu. 1,4 Dio vide
che la luce era buona; e Dio separò la luce dalle tenebre. 1,5 Dio chiamò la luce «giorno»
e le tenebre «notte». Fu sera, poi fu mattina: primo giorno. Gen 1,1-5;
Nel principio Dio creò i cieli e la terra. Genesi 1,1-5; (Buber)
Nel principio Dio creò i cieli e la terra. |
Ora, se possiamo partire dal presupposto che queste parole sono un
messaggio di Dio agli esseri umani, per dare loro un’idea di come essi stessi e le loro
basi vitali – lo spazio che li circonda, il pianeta sul quale essi vivono – furono creati,
allora dobbiamo considerare che al momento della redazione nessuno aveva un’idea di cosa
siano "spazio", "pianeta", "materia" o addirittura "universo".
Questo messaggio doveva
perciò tenere conto delle possibilità della lingua e della comprensione degli esseri umani
viventi di allora. Tuttavia, come noi sappiamo da molti altri testi paragonabili, non
significa che queste dichiarazioni sarebbero in un tempo più tardo incomprensibili o
completamente scorrette. Proprio questa è la prova della presenza dello Spirito Santo, che
il testo è redatto in un modo tale che esso rimane comprensibile e vero attraverso i
secoli
Non tuttavia per il lettore superficiale. Quest’ultimo capirà proprio ciò che anche gli
esseri umani allora dovettero capire, ma però mancherà di comprendere il significato delle
dichiarazioni che è valido per tutti i tempi. A grandi linee è così come si spiegava ai
bambini il processo di procreazione: fiore, ape, grano di polline, e così via. I piccoli
avevano temporaneamente un’idea ed erano soddisfatti. Quando poi essi iniziavano negli
anni successivi a dubitare, erano già così sviluppati dal punto di vista corporeo, che
essi stessi potevano riconoscere come vanno queste cose.
È oltre ogni dubbio che anche la storia della creazione non analizzata criticamente è una
spiegazione soddisfacente per il semplice credente – così come per gli esseri umani di
allora. Chi tuttavia mira a maggiori informazioni, deve confrontarsi con i fatti della
scienza chiaramente spiegati e poi analizzare il testo sulla base di questo contesto. E
proprio questo vogliamo tentare ora sulla base della traduzione di Martin Buber
vicinissima al testo originale da un lato e degli incontestati fatti e relazioni tratti
dalla ricerca scientifica dall’altro.
"Nel principio Dio creò i cieli e la terra": Questa dichiarazione è
propriamente solo un titolo e un riassunto dei versetti successivi. Tuttavia possiamo
riconoscere anche da queste parole già un riferimento concreto alla successione degli
avvenimenti. Qui si dice "nel principio". Era dunque la prima opera della creazione di
Dio. E troviamo anche la sequenza nella quale avviene questo atto di creazione: prima il
cielo, poi la terra.
"La terra era follia e confusione" ("tohuwabohu"): In contrasto con le
traduzioni tradizionali "La terra era informe e vuota", riconosciamo qui più differenze
rilevanti per la comprensione. Mentre queste traduzioni con i termini "informe e vuota"
insinuano una descrizione facilmente comprensibile, il testo originale con le parole
"follia e confusione" non è assolutamente semplice da comprendere. Qui non si tratta del
fatto che qualcosa sarebbe "vuoto". Anzi al contrario, predomina "follia e confusione", e
questo presuppone che vi è qualcosa che può essere folle e confuso. Ora, cos’è, però, che
qui è folle e confuso? È la terra, ossia il pianeta? Sebbene in entrambe le traduzioni
stia scritto "terra", si pone la domanda del perché qui la terra deve essere follia e
confusione, se nel versetto Gen 1,7 viene sollevata l’impressione che la terra era coperta
di acqua. Questa idea dà come risultato un’immagine piuttosto tranquilla, ordinata e non
di follia e confusione.
"Oscurità sul viso del vortice primordiale": Ora, con l’espressione
"vortice primordiale" si ha come risultato una differenza del tutto essenziale dalle
traduzioni tradizionali, che qui interpretano con "abisso". In "vortice primordiale"
troviamo propriamente riassunte in una parola le dichiarazioni precedenti: "primordiale"
significa "all’inizio" e "vortice" ricorda la "confusione".
Con "vortice", però, si associano anche molto facilmente vortici di acqua e processi
fisici similari con un effetto di risucchio, nei quali gli oggetti vengono trascinati dentro.
Ed anche qui si solleva nuovamente la domanda se in questa descrizione si tratta per davvero
della terra, del pianeta terra. Mentre "oscurità" non necessita di alcuna spiegazione
e con "viso" è intesa la superficie visibile, la denominazione "vortice primordiale"
non può essere assegnato alla terra in modo così corretto.
"lo spirito di Dio oscillando sul viso delle acque": È dunque lo Spirito di
Dio che oscilla o pulsa sulla superficie visibile delle acque. Osserviamo che qui per la
prima volta viene menzionata l’"acqua". Ora, se qui si trattasse delle acque della terra,
avremmo in questo un problema di interpretazione, nella misura in cui nell’introduzione
abbiamo accertato che la sequenza della creazione sembra essere fissata con cielo – terra.
Tuttavia, ora, poiché fino a qui non si è ancora parlato di cielo (ciò accadrà solo in
Gen 1,7-8), come si può presumere qui già l’esistenza della terra? Dunque anche qui di nuovo
la domanda: nel caso di tutte queste dichiarazioni si tratta di eventi che si riferiscono
al pianeta terra, o qui è inteso qualcosa di diverso?
"Dio disse: «Sia luce!» E luce fu. Dio vide che la luce era buona": Fino a
qui, dunque, la luce non era ancora stata creata! Questo ci viene confermato anche più
sopra attraverso la dichiarazione: "Oscurità sul viso del vortice primordiale". E se ora
ci rammentiamo dei contesti, dovremmo giungere alla seguente constatazione: nel versetto
Gen 1,2 viene menzionata la terra (essa era informe e vuota, ossia follia e confusione) e
qui, solo dopo, viene creata la luce. Ciò significherebbe che il pianeta terra fu il primo
atto di creazione di Dio. Ed ora possiamo meglio comprendere perché il sistema tolemaico
(Claudio Tolomeo ~ 100 – dopo 160) di un universo geocentrico (con la terra che stava al centro) fu difeso anche da molti
eruditi del Medio Evo che conoscevano bene la Bibbia. Da queste dichiarazioni in Gen 1,1-5,
essi hanno concluso che la terra era il "vortice primordiale" dal quale in partenza
Dio ha creato il resto dell’universo. Ma questo è corretto? Può essere giusto? Secondo le
nostre conoscenze attuali sicuramente no! E perciò qui si pone di nuovo la domanda: con la
denominazione "terra" in Gen 1,2 sarebbe inteso per davvero il pianeta terra o "qualcosa
di simile alla terra", che probabilmente non sarebbe stato comprensibile agli esseri umani
di allora sotto un’altra denominazione?
"e Dio separò la luce dall’oscurità": Ora dobbiamo naturalmente chiederci
cosa è inteso con la "luce" qui e nel versetto precedente. Il versetto successivo nel
quale Dio chiama la luce "giorno" e l’oscurità "notte", lascia supporre che si tratti del
sole, che genera sulla terra il giorno e la notte. Ma questo non può essere. La prima luce
nell’universo non era quella del nostro sole, ma quella che ha causato lo scoppio
primordiale. Questa esplosione dell’uovo cosmico è stata effettivamente l’origine di tutte
le galassie, di tutti i soli e dunque anche del nostro sole. Con "Sia la luce" non è
dunque intesa la creazione del nostro sole – quest’ultimo viene del resto anche del tutto
concretamente alcuni versetti dopo (Gen 1,14-16) – ma è l’"accensione della granata
cosmica". Ed ora, con ciò, siamo giunti definitivamente ad un
punto in cui non possiamo più conservare la supposizione che con "terra" in Gen 1,2 si
tratti del nostro pianeta. – Ma allora cosa è inteso là con "terra"? Come è già stato
menzionato, deve essere qualcosa di simile alla terra e qualcosa che gli esseri umani di
allora – a differenza di noi uomini di oggi – non potevano comprendere sotto un’altra
denominazione. Esso deve essere già esistito temporalmente prima della creazione della
"luce".
Ora, se partiamo dal presupposto che l’unica cosa che è esistita prima della "luce", e
dunque prima dello scoppio primordiale, era quella materia condensata in modo assai
inconcepibile nell’uovo cosmico, e l’unica possibilità di comunicare agli esseri umani con
il loro stato della conoscenza di allora un’idea approssimativa di questi processi senza
falsificare il vero nucleo di questo messaggio, è un paragone con la terra, che consiste
appunto della stessa materia, allora abbiamo qui una spiegazione del concetto di "terra"
in Gen 1,2. Il "vortice primordiale" non era dunque il pianeta terra, ma l’uovo cosmico.
Tuttavia, con ciò abbiamo anche un’argomentazione in un certo qual modo plausibile del
fatto che l’atto della creazione nella Bibbia, Gen 1,1-5, descrive l’origine dell’universo
e perciò concorda assolutamente con le conoscenze della moderna scienza.
Con ciò la creazione della materia sarebbe spiegata. Poiché, però, l’universo consiste di
materia e spazio, si pone qui ancora – così come nella scienza – la non secondaria
questione della nascita dello spazio. Mentre la scienza su questo argomento non ha ancora
un’idea precisa, nella prima dichiarazione della Bibbia abbiamo una dichiarazione
concreta.
Là si dice: "In principio Dio creò il cielo e la terra". Sulla base della nostra
analisi effettuata fino a qui, ora, sappiamo che in questo paragrafo della Scrittura
"terra" rappresenta un sinonimo per l’intera materia del nostro universo. Analogamente a
questo, perciò, il "cielo" deve essere la denominazione per lo spazio, nel quale questa
materia si è estesa.
E come già menzionato all’inizio, qui possiamo riconoscere anche la
sequenza logicamente corretta della creazione: prima lo spazio, poi la materia. Possiamo
però, ora, da quanto detto, acquisire ancora un’ulteriore importante informazione: il
"cielo" e la "terra" nelle dichiarazioni di Gen 1,1-5 si differenziano fondamentalmente da
quel cielo e da quella terra così come essi vengono menzionati a partire da Gen 1,6.
Se i
primi rappresentano dei sinonimi per lo spazio e la materia del nostro universo, i secondi
sono anch’essi spazio e materia, ma tuttavia il cielo di Gen 1,8 è quello spazio che
circonda immediatamente il nostro pianeta, ossia l’atmosfera, e la terra in Gen 1,11 è
questo nostro pianeta nella sua effettiva forma materiale. Sulla base di questi nuovi
presupposti nella comprensione della storia della creazione, vogliamo nuovamente
considerare i testi rilevanti della Genesi.
"Nel principio Dio creò i cieli e la terra": Questo
corrisponde alla dichiarazione: all’inizio Dio creò lo spazio e la materia.
"La terra era follia e confusione, oscurità sul viso del vortice primordiale:
Qui ci troviamo ancora di fronte allo scoppio originario, il Big Bang. L’esplosione non
aveva ancora avuto luogo e la luce non era perciò ancora stata creata – dominava
l’oscurità; il "vortice primordiale" intorno all’uovo cosmico,
che aveva compreso l’intera materia dell’universo esistente in un
ammasso grande da una capocchia di spillo fino ad un pugno. La pressione in questo ammasso
di materia compresso in un modo inconcepibile aveva una dimensione alla quale gli stessi
singoli atomi non potevano più resistere e si sfracellarono. Questo ammasso di materia non
aveva perciò alcuna struttura interna, come presenta la materia normalmente. Esso era
materia "degenerata", in un certo modo non era più materia – quanto meno non quella
materia che noi conosciamo. Non vi erano più atomi ed anche i protoni che all’incirca
sono centomila volte più piccoli del singolo atomo e che, a seconda dell’elemento, sono
più volte presenti in un atomo, non poterono più conservare la loro coesione (la loro coerenza).
L’ordine e la struttura della materia era completamente abolita. Dominavano "follia e confusione".
"lo spirito di Dio oscillando sul viso delle acque": Dopo che gli atomi
si erano separati l’uno dall’altro in questo ammasso di materia attraverso la pressione
immensamente alta, le particelle si trasformarono in una sorta di "brodo primordiale"
della materia, nel quale i quark (le più piccole particelle dimostrabili) e i gluoni
(sostanza di aggregazione negli atomi) erano separati e oscillavano liberamente.
"Dio disse: «Sia luce!» E luce fu": Questo è ora il momento dello scoppio
primordiale, della mostruosa esplosione dell’uovo cosmico. L’energia di questa esplosione
è titanica e non è possibile esprimerla in numeri. Un’idea imprecisa possiamo farcela se
ci rammentiamo che tutta l’energia che ancora oggi fa esistere centinaia di miliardi di
galassie per un totale di centinaia di bilioni di stelle vola attraverso lo spazio con una
velocità in parte quasi della luce, è un risultato di questa primissima esplosione.
"Dio vide che la luce era buona": Al momento di questa esplosione
l’intero universo fu riempito di luce. La temperatura dell’universo ammontava nei primi
due minuti a circa centomila milioni di gradi celsius. Un calore che oggi non domina
nemmeno nelle stelle più calde. Qui, ora, non vi erano nemmeno più protoni. La materia
consisteva in questo momento solo delle particelle elementari subatomiche, dei neutrini e
degli antineutrini, che sempre si allontanavano l’uno dall’altro.
"e Dio separò la luce dall’oscurità": Oggi si suppone che la temperatura
ancora durante l’esplosione calò in modo relativamente rapido e dopo circa tre minuti
aveva già raggiunto un raffreddamento a un miliardo di gradi celsius. Con ciò si era però
raggiunta una condizione nella quale la materia poteva cominciare di nuovo a formare
nuclei complessi. Nacque la più semplice forma, l’idrogeno con un protone, i cui
nuclei poi formarono di nuovo nuclei di elio con due protoni. Dopo alcune centinaia di
migliaia di anni la materia era così sufficientemente raffreddata, che i nuclei poterono
unirsi insieme in atomi di idrogeno e di elio. Questi due elementi costituiscono anche
oggi ancora circa il 98 per cento dell’intero universo (75% idrogeno, 23% elio). Con ciò
vi fu però anche di nuovo materia ordinata e strutturata, dalla quale, sulla base della
sua crescente gravitazione nel corso di alcuni miliardi di anni, nacquero ammassi di
materia, che poi si condensarono e formarono successivamente galassie luminose e stelle
(luce). La parte poi svuotata dell’universo apparve di nuovo buia (oscurità).
"Dio chiamò la luce «giorno» e l’oscurità «notte»": Qui, in Gen 1,5, ci
troviamo alla fine della creazione dello spazio e della materia. L’universo ha assunto
forma e solo nei versetti successivi viene raccontato della creazione del cielo
atmosferico sulla terra e della terra stessa. Perciò possiamo interpretare le
dichiarazioni qui sopra di "giorno" e "notte" anche non dal punto di vista terreno. Questi
non sono ancora un giorno terreno e una notte terrena! Qui Dio nomina per il momento la
luce dei miliardi di soli nell’universo con "giorno" e l’oscurità dello spazio
intergalattico con "notte". Anche un ritmo giorno/notte non potrebbe assolutamente
cominciare, poiché in quel momento non erano stati creati né un cielo atmosferico, né la
terra, né il sole né la luna. Tutto questo diventa realtà solo nei versetti successivi Gen
1,6-10. E questa è anche la più convincente ragione del perché i giorni della creazione
non possono essere equiparati ai giorni della terra: altrimenti per i primi tre giorni
della creazione non avremmo nessun "giorno", né tanto meno "sere e mattini".
"Fu sera, poi fu mattina: primo giorno": A differenza delle esegesi
convenzionali e per le ragioni appena addotte, non possiamo perciò interpretare questa
"sera" e questa "mattina" come reali concetti temporali terreni. Ma perché allora qui si
dice "sera e mattina"? Per rispondere a questa domanda dobbiamo ancora una volta
rammentarci qui la finalità di tutte queste dichiarazioni: gli esseri umani viventi di
allora dovevano essere iniziati ai segreti della creazione in una forma il più possibile
semplice e per loro facilmente comprensibile. E qui, in questo concretissimo passo delle
dichiarazioni – come anche poi nel prosieguo successivo – , dovrebbe essere spiegato che
aveva avuto luogo un’interruzione. La prima fase della creazione – la creazione
dell’universo – era conclusa. Dai primi giorni dell’umanità ora il giorno attraverso la
sua luce luminosa è un tempo dell’attività e la notte attraverso la mancanza di questo
presupposto è un tempo del riposo. Sera e mattina però sono i punti di sutura; l’una sta
per la fine del lavoro e l’inizio della fase di riposo, l’altra il contrario. Perciò cosa
sarebbe più evidente se non utilizzare questi concetti comuni per illustrare la fine di
un’attività creatrice e l’inizio della successiva?
Vi sia una distesa tra le acque.
Gen 1,6 Poi Dio disse: «Vi sia una distesa tra le acque,
che separi le acque dalle acque». 1,7 Dio fece la distesa e separò le acque che erano
sotto la distesa dalle acque che erano sopra la distesa. E così fu. 1,8 Dio chiamò la
distesa «cielo». Fu sera, poi fu mattina: secondo giorno. Gen 1,6-8;
Vi sia una volta tra le acque. Genesi 1,6-8; (Buber)
Poi Dio disse: |
"Poi Dio disse: Vi sia una volta tra le acque, che separi le acque dalle acque.":
Sebbene la dichiarazione di questi versetti sembri essere del tutto evidente e chiara, vi
sono tuttavia solo pochi esegeti che possono risolversi a lasciare il testo qui così come
sta. E questo principalmente perché alla maggior parte degli interpreti non riesce di
trovare una spiegazione per questo o però perché essi temono la conseguenza di una
possibile spiegazione. Per il resto la traduzione di Lutero e di altri con "piazzaforte"
contribuisce sostantialmente a togliere a questo testo la sua esplosività e a liquidarlo
come "errore semantico". Questo tuttavia a torto, come possiamo scoprire in Buber. Mentre
con il termine "piazzaforte" ci si possono immaginare ancora cose comprensibili come
un’isola o una montagna, Buber con la traduzione originale "volta" non ci lascia qui più
alcun spazio. Se dunque non vogliamo fare violenza a questo testo, dobbiamo trarre le
seguenti conclusioni: la terra – e di questa si tratta qui, come possiamo senza dubbio
trarre dalle dichiarazioni della fase successiva in Gen 1,10 – era in questo momento
dell’evoluzione coperta su tutta la sua superficie di acqua o probabilmente con vapore
acqueo altamente saturo. L’altezza di questo manto non viene menzionata, ma essa non può
essere stata troppo bassa, se Dio poi in mezzo a quest’acqua – dunque al centro tra il
fondo e la superficie – ha inserito una "volta", un interspazio.
"Dio fece la volta e separò le acque che erano sotto la volta
dalle acque che erano sopra la volta":
Dio ha dunque da un lato apportato una separazione di queste masse d’acqua e dall’altro ha
creato in mezzo uno spazio privo di acqua, uno spazio aereo. Questa "volta", ora, non
poteva essere un fenomeno locale, ma doveva estendersi – nel senso più vero del termine
come "volta celeste" – sull’intero globo terrestre. Queste acque sopra la volta, che qui
circondavano il pianeta come una sorta di mantello, ci se le potrebbe immaginare in tutti
e tre gli stati di aggregazione. Come nuvole conosciamo ancora anche oggi questo fenomeno
naturale. Se queste dovessero essere arrivate nella parte più alta dell’atmosfera, questa
"volta" dovrebbe avere formato attraverso le temperature più basse una crosta di ghiaccio,
similmente al caso della luna di Saturno "Enceladus".
Una conferma di questa teoria del mantello di acqua la troviamo del resto
nelle dichiarazioni della Scrittura sul Diluvio Universale. Sarebbe una spiegazione per
l’altrimenti inspiegabile origine delle enormi masse d’acqua, che dopo il diluvio
coprivano le montagne più alte della terra. Sarebbe anche una spiegazione del perché gli
esseri umani prima del diluvio – dunque nel tempo in cui la terra era isolata da un
mantello d’acqua dal cosmo e quindi era anche protetta da un qualunque irraggiamento
dannoso – raggiunsero un’età di fino ai 969 anni (Matusalemme), mentre dopo il diluvio,
nel corso di quasi seicento anni, l’aspettativa di vita era rapidamente crollato a 150
anni (Giacobbe).
(Vedi anche la tabella 01: "Cronologia da Adamo a Giacobbe".)
E ciò spiegherebbe anche l’altrimenti incomprensibile prima apparizione di
un arcobaleno dopo il diluvio. Dal testo di Gen 9,12-14 si può riconoscere che questo
"arco" era per Noè e la sua famiglia qualcosa di completamente nuovo. Essi non avevano
ancora mai visto prima qualcosa di simile. Da qui si può però trarre la conclusione che
prima del diluvio sulla terra non vi era stato nemmeno alcun arcobaleno.
Ora, se
consideriamo i presupposti fisici di questa apparizione atmosferico-ottica, riconosciamo
che un arcobaleno può sempre poi essere visto, se il sole che sta alle spalle
dell’osservatore illumina una nuvola che minaccia pioggia o un muro di pioggia che si
trova davanti a lui. Attraverso la rifrazione dei raggi solari nelle gocce d’acqua la luce
solare bianca viene scomposta nei colori dello spettro e la riflessione dirige i raggi
nell’occhio dell’osservatore.
Il presupposto fondamentale per la nascita di un arcobaleno
sono dunque i raggi solari direttamente incidenti. Se partiamo ora dalla supposizione di
un mantello d’acqua chiuso in tutto il mondo prima del diluvio, allora a quel tempo sulla
terra c’è stata una luce traslucida, ma nessuna irradiazione solare diretta. E perciò non
si poteva nemmeno giungere alla nascita di un arcobaleno.
Per il resto questo scudo di protezione intorno al pianeta prima del
diluvio potrebbe dare anche una risposta ad un’altra domanda. Le indicazioni delle scienze
naturali sull’età dell’umanità stanno in netto contrasto con quelle della Bibbia. Mentre
la Bibbia ammette la conclusione che l’essere umano (non l’universo!) fu creato
all’incirca 5800 anni fa, i geologi calcolano 1 – 5 milioni di anni.
Arthur E.
Wilder-Smith nel suo libro "Herkunft und Zukunft des Menschen" (["Origine e futuro
dell’essere umano"] Hännsler-Verlag Stuttgart, ISBN 37751 0070-9, S 119ff) descrive il
ritrovamento (con fotografia) di un’impronta di piede chiaramente conservata di un
brontosauro nel letto del fiume Paluxy River (Texas, USA) proveniente dal periodo del
cretaceo (circa 140 milioni di anni fa).
Alcuni metri allontanato da lì si trovano
impronte di piedi umane nella stessa formazione, che dunque dovettero essere nate nello
stesso periodo. Con ciò vengono però evidentemente confutati gli 1 – 5 milioni di anni dei
geologi. Ora, se si dà uno sguardo ai metodi di misurazione delle scienze naturali, si
scopre che per esempio il "metodo di datazione – C14" – un cosiddetto "orologio breve" per
la misurazione degli ultimi dieci-dodicimila anni, che viene utilizzato per la
determinazione dell’età dei ritrovamenti delle ossa umane, e che dunque costituisce la
base per le teorie scientifiche sull’età dell’essere umano attuale, parte dal presupposto
che tutte le creature viventi con l’aria assorbono anche carbonio radioattivo (C14) –
dunque accolgono con il loro corpo – e quindi stanno in equilibrio con il contenuto di C14
nell’aria finché vivono.
Con la morte dell’essere vivente, cessa il metabolismo tra il corpo morto
e l’aria e il C14 rimasto nel corpo comincia il suo dissolvimento. Il progresso di questo
dissolvimento viene ora misurato. Se nelle ossa è ancora presente una grossa quantità di
C14, allora il corpo è morto solo da breve tempo. Se la quantità restante è minima, il
processo di dissolvimento è in corso già da lungo tempo e il corpo perciò è morto da molto
tempo.
Quindi molto C14 – età bassa, poco C14 – età avanzata. Ora, si deve tuttavia
menzionare il fatto che il C14 si origina in alto, sopra, nella stratosfera attraverso il
bombardamento dell’aria con raggi cosmici. Questi raggi reagiscono con l’azoto atmosferico
e formano carbonio radioattivo – appunto il C14 – , che poi negli strati inferiori
dell’atmosfera viene inspirato da tutte le creature viventi con l’aria o assorbito dalle
piante.
Ora, se si parte dalla supposizione che la terra fino al Diluvio Universale aveva
un mantello di acqua, che aveva filtrato, naturalmente in modo notevole, l’irradiazione
cosmica, se non addirittura impedito, l’affidabilità del metodo di datazione sopra
menzionato, deve essere messo fortemente in dubbio o per nulla dato.
Tutti i ritrovamenti di ossa di creature viventi che sono morte prima o
durante il Diluvio Universale – così per esempio anche i sauri – sulla base dell’effetto
filtro del mantello mentre ancora vivevano, mostrerebbero un contenuto di C14 di quasi
zero e perciò secondo questo metodo verrebbe loro assegnata un’età di milioni di anni,
sebbene esse probabilmente siano morte solo quattro o cinquemila anni fa.
Questo dovrebbe
per lo meno indurre alla riflessione. E appunto questo effetto filtro del mantello d’acqua
come protezione dall’irradiazione radioattiva potrebbe anche essere stata la ragione
dell’età sorprendentemente avanzata – fino a 969 anni – , che quegli esseri umani che
furono nati prima del diluvio, hanno raggiunto.
Per quanto riguarda l’evoluzione geologica – in contrasto con la "geologia
del Diluvio Universale" rappresentata da molti geologi creazionisti, che rappresenta dei
modelli geologici in base ai quali la più grande parte dei sistemi geologici a partire dal
cambriano è nata durante l’anno del Diluvio Universale – questo approccio qui – la
geologia biblica della storia primitiva – vede al contrario considerevoli formazioni di
strati e fossili nel periodo prima del Diluvio Universale, in parte anche dopo.
(Vedi anche capitolo 08: "La trasformazione del cielo e della terra.")
"E così fu. Dio chiamò la volta «cielo»": Nella seconda fase
dell’atto della creazione Dio ha dunque creato il cielo. Il fatto che questo sia il cielo
terreno, atmosferico e non un’altra sfera, ci viene confermato da una dichiarazione tratta
dal quinto giorno della creazione (Gen 1,20), dove dice la Nuova Riveduta: "Poi Dio disse:
«Producano le acque in abbondanza esseri viventi, e volino degli uccelli sopra la terra
per l’ampia distesa del cielo". In Buber là si dice: "…e volo d’uccello vola sopra la terra davanti al viso della volta celeste!". Poiché gli uccelli volano in questo spazio "sopra la terra" e sotto la "volta celeste", non può certo essere una "zona extraterrestre".
Sulla base del racconto biblico della creazione dobbiamo perciò partire
dal presupposto che la terra nel suo primo periodo biblico – dunque fino al Diluvio
Universale – era dotata di un mantello d’acqua nella zona superiore dell’atmosfera, che
con il Diluvio Universale fu sciolto e che è caduto come pioggia per quaranta giorni e
quaranta notti (Gen 7,4) sulla superficie terrestre (2Piet 3,5-6).
Dio chiamò l’asciutto «terra», e chiamò la raccolta delle acque «mari».
Gen 1,9 Poi Dio disse: «Le acque che sono sotto il cielo
siano raccolte in un unico luogo e appaia l’asciutto». E così fu. 1,10 Dio chiamò
l’asciutto «terra», e chiamò la raccolta delle acque «mari». Dio vide che questo era
buono. 1,11 Poi Dio disse: «Produca la terra della vegetazione, delle erbe che facciano
seme e degli alberi fruttiferi che, secondo la loro specie, portino del frutto avente in
sé la propria semenza, sulla terra». E così fu. 1,12 La terra produsse della vegetazione,
delle erbe che facevano seme secondo la loro specie e degli alberi che portavano del
frutto avente in sé la propria semenza, secondo la loro specie. Dio vide che questo era
buono. 1,13 Fu sera, poi fu mattina: terzo giorno. Gen 1, 9-13;
L’asciutto Dio chiamò «terra», e chiamò la stagnazione delle acque «mari». Genesi 1,9-13; (Buber)
Dio disse: |
"Dio disse: L’acqua sotto il cielo si ristagna in un luogo e
l’asciutto si fa vedere": Per questo processo di "stagnazione" delle acque vi sono dal
punto di vista della visione attuale due possibilità di spiegazione pensabili. Dobbiamo
partire dal presupposto che le acque in questo momento non avevano ancora formato i mari,
ma erano distribuite in una qualche forma più o meno equamente sulla superficie terrestre.
Perciò, per rendere possibile una simile "stagnazione", e dunque la confluenza delle
acque, le acque dovevano essere state o vapore acqueo altamente saturo su una superficie
terrestre relativamente calda, che poi a causa di un raffreddamento della superficie si
condensò e fluì come acqua nei bacini oceanici. Oppure però la superficie terrestre
attraverso un terremoto mondiale – in questo momento sulla terra non c’era ancora vita –
fu così trasformata, che si formarono le montagne e le valli e appunto anche i bacini
oceanici, dove poi le acque poterono defluire.
"E così fu. L’asciutto Dio chiamò «terra», e chiamò il ristagno delle acque
«mari». Dio vide che questo era buono": Anche il fatto che ovviamente solo dopo
la stagnazione "l’asciutto", e dunque il suolo terrestre effettivo divenne visibile, parlerebbe per l’approccio di un terremoto globale. Ragionando al contrario, si arriva alla conclusione che prima le acque coprivano tutto il suolo
terrestre e che perciò questa terra non poteva mostrare troppo grandi differenze
geologiche nella forma di elevazioni e depressioni.
"Dio disse: La terra lascia germogliare germogli, erbe che facciano seme, alberi
fruttiferi che, secondo la loro specie, portino del frutto avente in sé la propria
semenza, sulla terra. E così fu. La terra germoglia germogli, erbe che, secondo il suo
genere, semina semi, albero da frutto, che a suo modo fa frutto nel quale è il suo seme":
Mediante un modo di considerazione senza riflettere, si potrebbe ritenere che questo testo
non necessita di nessuna particolare spiegazione. Ma si sbaglia di grosso! Qui ci troviamo
nel terzo giorno della creazione e in questo momento non vi è esplicitamente alcun
riferimento alla presenza del sole.
Senza luce non è però possibile nessuna fotosintesi e senza fotosintesi non vi è alcuna
crescita delle piante. Ma qui si dice: "la terra germoglia germogli", e se vogliamo
attenerci al nostro principio della fiducia nell’esattezza delle dichiarazioni bibliche da
un lato e al riconoscimento delle conoscenze scientifiche che esistono senza ombra di
dubbio dall’altro, occorre qui una spiegazione plausibile. Rammentiamoci della situazione:
la terra ha un’atmosfera – presumibilmente con ossigeno. In alto in questa atmosfera il
pianeta è circondato da un mantello di acqua chiuso – probabilmente in uno stato di
aggregazione solido, dunque di ghiaccio. Sul suolo terrestre si sono raccolti i mari nel
loro bacino e "l’asciutto" è venuto alla luce nella forma di uno o più continenti.
Ed ora comincia su questi continenti una crescita delle piante. Poiché il sole non era
ancora stato creato, e senza luce non può esservi, come dimostrato, nessuna crescita delle
piante, questa luce deve essere venuta da qualche parte. In realtà questa luce è già
presente da quando la terra prese forma e dalla creazione della "volta", e dunque
dell’atmosfera terrestre. Il sistema solare è parte della Via Lattea, nelle cui zone
esterne più di cinque miliardi anni fa una nuvola di idrogeno e di elio, la cui materia
presumibilmente è nata con l’esplosione di una supernova, illuminò il cosmo.
Questa nuvola di materia iniziò a condensarsi e crollò in se stessa a causa del proprio
effetto gravitazionale. In questa fase della nascita del nostro sistema solare, che durò
oltre circa un miliardo di anni, si formarono anche i pianeti. Ed era innanzitutto quella
luce di un ex supernova, che illuminava la terra alla fine di questa fase della creazione,
filtrata attraverso il mantello di acqua dall’irradiazione ultravioletta dannosa. In tal
modo anche la normalissima fotosintesi poté avere luogo e tutte le "erbe" poterono
crescere.
"Dio vide che questo è buono. Fu sera, poi fu mattina: terzo giorno": Con la
preparazione delle basi vitali per l’essere umano, qui, il terzo giorno, furono concluse
le attività cosmiche e geologiche e l’ambiente biologico fu iniziato con tutta la vita
vegetale.
Dio disse: «Vi siano delle luci nella distesa dei cieli.
Gen 1,14 Poi Dio disse: «Vi siano delle luci nella distesa
dei cieli per separare il giorno dalla notte; siano dei segni per le stagioni, per i
giorni e per gli anni; 1,15 facciano luce nella distesa dei cieli per illuminare la
terra». E così fu. 1,16 Dio fece le due grandi luci: la luce maggiore per presiedere al
giorno e la luce minore per presiedere alla notte; e fece pure le stelle. 1,17 Dio le mise
nella distesa dei cieli per illuminare la terra, 1,18 per presiedere al giorno e alla
notte e separare la luce dalle tenebre. Dio vide che questo era buono. 1,19 Fu sera, poi
fu mattina: quarto giorno. Gen 1,14-19;
Dio disse: «Vi siano delle luci nella volta del cielo. Genesi 1,14-19; (Buber)
Dio disse: |
"Dio disse: Vi siano delle luci nella volta del cielo per separare
il giorno dalla notte": Ora, prima che tutti gli animali e l’essere umano furono
creati, vengono qui menzionati il sole e la luna. In Gen 1,16 si dice in Buber: "Dio fece le due grandi luci, la luce maggiore per presiedere al giorno e la luce minore per presiedere alla notte; e fece pure le stelle". E questa è quella dichiarazione che fece credere anche eruditi che conoscevano bene la Bibbia ad una concezione del mondo geocentrica dal tempo di un Platone (427-347 a. C.), passando per Aristotele (384-322 a. C.) e Tolomeo (100-160 d. C.) per quasi duemila anni, finché vi fu poi un punto di svolta nel modo di pensare con Copernico (1473-1543) e la sua nuova
concezione eliocentrica del mondo.
Ad uno primo sguardo si potrebbe dunque ritenere, qui,
in questo momento, che il sole, la luna e le stelle sono stati creati. E come abbiamo
visto più sopra, con la spiegazione a Gen 1,11-12, ciò non si applica all’universo, ma al
nostro sistema solare. Poiché, come menzionato più sopra, la nuvola di idrogeno e di elio
a causa dell’esplosione di una supernova era crollata in se stessa, essa attrasse
attraverso l’effetto gravitazionale via via più forte, sempre più polvere e frammenti,
cosicché alla fine, attraverso la pressione interna incredibilmente alta, si verificò un
riscaldamento fino a 20 milioni di gradi celsius.
In tal modo i nuclei di idrogeno
poterono fondersi in una sequenza continua di moltissime reazioni a catena in nuclei di
elio, e provocarono così la nascita del nostro sole. Così come dopo lo scoppio originario
la gran quantità di luce dell’universo si condensò in stelle luminose, e questo processo
viene descritto nella Scrittura, in Gen 1,4, con la dichiarazione: "E Dio separò la luce
dalle tenebre", troviamo anche qui, con la genesi del sistema solare da una nuvola di gas
luminosa come resto di una supernova, in Gen 1,17-18 una descrizione identica: "Dio le
mise nella distesa dei cieli, (…) separare la luce dalle tenebre.".
Come già menzionato più sopra, anche la nascita dei pianeti e dunque anche quella della
luna terrena avviene in questa fase dell’evoluzione del sistema solare. Anche se nel testo
della Scrittura il satellite della terra viene denominato la "luce minore", sappiamo che
esso stesso non possiede alcuna intensità luminosa, ma riflette solo la luce del sole. Il
momento di nascita del sole fu dunque anche la sua nascita come "luce per presiedere alla
notte".
Anche la menzione delle stelle nel testo sopraccitato, in Gen 1,16, si riferisce
alla loro qualità in quanto "co-reggenti della luna", come "luci della notte" (si veda
anche Sal 136,8-9), e non significa che siano stati creati insieme al sole e alla luna.
Esse sono esistite già da molto tempo prima della nascita del
nostro sistema solare e l’inizio di Gen 1,16 ci dice anche del tutto chiaramente: "Dio
fece le due grandi luci". La menzione delle stelle in questo versetto è perciò da vedere
in immediata relazione con la precedente dichiarazione sulla luna in quanto "luce per
presiedere alla notte" insieme alle – già presenti – stelle.
Dio creò l’uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina.
Gen 1,20 Poi Dio disse: «Producano le acque in abbondanza
esseri viventi, e volino degli uccelli sopra la terra per l’ampia distesa del cielo». 1,21
Dio creò i grandi animali acquatici e tutti gli esseri viventi che si muovono, e che le
acque produssero in abbondanza secondo la loro specie, e ogni volatile secondo la sua
specie. Dio vide che questo era buono. 1,22 Dio li benedisse dicendo: «Crescete,
moltiplicatevi e riempite le acque dei mari, e si moltiplichino gli uccelli sulla terra».
1,23 Fu sera, poi fu mattina: quinto giorno. 1,24 Poi Dio disse: «Produca la terra animali
viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e animali selvatici della terra, secondo
la loro specie». E così fu. 1,25 Dio fece gli animali selvatici della terra secondo le
loro specie, il bestiame secondo le sue specie e tutti i rettili della terra secondo le
loro specie. Dio vide che questo era buono. 1,26 26 Poi Dio disse: «Facciamo l’uomo a
nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza, e abbiano dominio sui pesci del
mare, sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutta la terra e su tutti i rettili che
strisciano sulla terra». 1,27 Dio creò l’uomo a sua immagine; lo creò a immagine di
Dio; li creò maschio e femmina. Gen 1,20-27;
Le ulteriori fasi dell’atto della creazione suddiviso in sei parti, si
occupano della creazione degli animali acquatici e di tutti gli uccelli volanti il quinto
giorno e della creazione degli animali terrestri, vermi e insetti il sesto giorno. In
quanto ultima attività nella storia della creazione, alla fine, in Gen 1,26, ci viene
tramandata la creazione dell’essere umano. Qui si dice (secondo Buber):
"Dio disse: «Facciamo l’uomo a nostra immagine,
conforme alla nostra somiglianza"
Il fatto che questa dichiarazione si riferisca esclusivamente all’aspetto ottico e per
nulla alla sostanza chimica del corpo umano – così come, similmente, vogliono vedere il
panteismo (dottrina del "tutto è Dio") o Teilhard de Chardin nel suo Punto Omega ("tutta la materia è animato da Dio") -, viene confermato da un’ulteriore dichiarazione in Gen 2,7 (secondo Buber):
"e Lui, Dio, formò l’uomo (= Ebr. "adam"), polvere dal campo
(= "adama") "
L’essere umano nacque dunque dalla polvere della terra. La terra provenne a sua volta
dall’accumulo di polvere e gas, che erano stati generati
dallo scoppio originario. Quindi, questa origine dell’essere umano dovrebbe essere da
provare anche scientificamente. Ed è anche così! La materia di tutte le creature viventi
consiste per il 99% solo di quattro diversi elementi: idrogeno, carbonio, azoto e
ossigeno. Ogni atomo nel corpo umano è "polvere del campo", polvere della terra, polvere
dalla materia dell’universo ed è dunque stato anche componente dello scoppio originario.
Ed ora nei circoli scientifici, si ritiene di potere rinunciare a questo "intervento" di
Dio, che formò l’essere umano da questa polvere. Si postula che l’essere umano è nato,
"del tutto semplicemente", come organismo unicellulare, dal brodo primordiale del nostro
pianeta. E si sono fatti innumerevoli tentativi con le componenti principali della prima
atmosfera terrestre – una mescolanza di metano, di idrogeno e dei due ossidi di carbonio,
che vennero mescolati con il vapore proveniente dall’acqua bollente e accesi mediante
un’alta tensione di 60000 volt – per dimostrare questo processo evolutivo.
Questi
tentativi sono tuttavia fino ad oggi rimasti senza successo e alla fine ci si dovette
ritirare dietro gli "inconcepibilmente lunghi periodi di tempo", per spiegare perché
questo processo "semplicissimo" non è condivisibile con il nostro attuale livello della
tecnica. In considerazione di quest’ultimo è però interessante constatare che, per
esempio, il corpo umano ogni giorno produce grosse quantità di simili organismi
unicellulari nel suo sistema immunologico, senza per questo avere necessità di un qualche
brodo primordiale, di alte tensioni elettriche o di periodi inconcepibilmente lunghi.
In relazione con questo modo di interpretare il racconto della creazione viene sempre continuamente sollevata la domanda perché allora qui si può parlare di "creazione", se in realtà è intesa una "nascita", un’"evoluzione" o un’"origine". È possibile rispondere a questa domanda nel migliore dei modi con un paragone: nessuno negherebbe che scultori come Michelangelo e Leonardo da Vinci o pittori comeRembrandt e Van Gogh siano stati attivi dal punto di visto creativo. Il contenuto di questa attività creatrice non era però del tutto certamente la produzione di martelli, scalpelli, pennelli o colore, ma l’uso creativo dei materiali attraverso l’artista
Allo stesso modo, il Dio della Bibbia ha creato l’essere umano e le sue basi vitali in un atto di creazione formatrice. A differenza dei pittori e degli scultori, però, Dio in realtà ha creato anche il "materiale", del quale la creazione tutta consiste: egli creò lo spazio e la materia. E
questo è – se la si vuole mettere così – la prima ed unica creatio ex nihilo – la creazione dal nulla. Tutto ciò che viene dopo è formazione creatrice e – poiché Dio ha dotato questa creazione della sua materia viva e morta della capacità di sviluppare una propria dinamica – crescita ed evoluzione.
Come abbiamo visto in questo excursus, la dichiarazione spesso citata dagli scienziati che
"nonostante le sconvolgenti prove che sostengono la teoria dello scoppio originario,
ancora milioni di persone credono fermamente alle dichiarazioni bibliche della creazione
spontanea dell’universo per mano di Dio circa 5800 anni fa", – eccetto per
l’indicazione del tempo, che però non si trova nemmeno nella Scrittura –
non forma un vero contrasto.
Cosa sarebbe stato più spontaneo dello scoppio originario?
E la causa dello scoppio originario rimane per la scienza di oggi ancora un mistero. Attraverso la mostruosa
densità dell’uovo cosmico non poté avere luogo alcuno sviluppo di calore, perché infatti
per raggiungere alte temperature, gli atomi necessitano di "libertà di movimento". Era
dunque un ammasso "freddo" di materia. E senza alte temperature non si poteva sviluppare
alcuna reazione nucleare. Era dunque necessario un impulso "dall’esterno", per mettere in moto questo sviluppo.
Tuttavia proprio anche i teologi del nostro tempo d’altra parte non vogliono accettare questo e
dicono:
"La chiesa parla (…) parla della Bibbia come della ‘Sacra Scrittura’, perché essa esperisce, crede e ammette che attraverso questo libro Dio parla.
(…). Questa convinzione di fede (…) non è dipendente dai variabili risultati scientifici".
In un tempo in cui – almeno in sostanza – non si può più parlare di
variabili risultati scientifici, questo atteggiamento significa una negazione delle realtà
della creazione di Dio e conduce alla fine ad un atteggiamento mentale di vedute limitate,
chiuso, che perse completamente la capacità di crescita attraverso nuove conoscenze –
siano esse nella Scrittura o nella scienza.
Inoltre la Scrittura ci mostra che essa può
addirittura rispondere a domande per le quali la scienza al momento cerca ancora risposte.
Per esempio la domanda sull’origine dello spazio: esso è stato creato da Dio. O il futuro
di cielo e terra: essi passeranno e con essi probabilmente l’intero universo, sul cammino
all’indietro all’origine, come suggerisce Apoc 20,10:
La terra e il cielo fuggirono dalla sua presenza e non ci fu più posto per loro.
Apoc 20,11 Poi vidi un grande trono bianco e colui che vi
sedeva sopra. La terra e il cielo fuggirono dalla sua presenza e non ci fu più posto
per loro. Apoc 20,11;
Tuttavia la Bibbia ci dà anche una risposta alla domanda: "cosa viene
dopo?", alla quale la scienza probabilmente non potrà mai dare una risposta: secondo
Apoc 21,1 vi sarà un nuovo inizio, con un nuovo cielo e una nuova terra:
Poi vidi un nuovo cielo e una nuova terra.
Apoc 21,1 Poi vidi un nuovo cielo e una nuova terra,
poiché il primo cielo e la prima terra erano scomparsi, e il mare non c’era più. Apoc 21,1;
(Vedi anche capitolo 14: "La Nuova Creazione".)
Altre domande alle quali i fisici di oggi non possono dare una risposta
sono tra l’altro: da dove venne l’uovo cosmico? Perché esso esplose? Benché da Einstein E=mc²
sia assicurato che massa ed energia sono trasformabili l’una nell’altra, fino ad oggi non
è noto alcun fenomeno fisico che potrebbe dimostrare che l’energia o la materia potrebbero
nascere spontaneamente.
E così anche Stephen Hawking, una delle teste scientifiche più brillanti del nostro
tempo, nel suo libro "Una breve storia del tempo – La ricerca della forza primordiale
dell’universo" (p. 156), scrive:
"L’intera storia della scienza è caratterizzata dalla graduale
conoscenza che gli eventi non scorrono a piacimento, ma che alla loro base sta un ordine
preciso, che può essere di origine divina o anche no. (…) Queste leggi possono
originariamente essere state emanate da Dio. Ma pare così che egli abbia lasciato
sviluppare l’universo secondo queste leggi ed ora non intervenga più".
Questa dichiarazione indica un po’ il dilemma nel quale è incorsa la
scienza da alcuni decenni. Da quando la fisica quantistica penetra in ambiti sempre più
grandi della fisica classica, esperiamo qualcosa come una seconda "svolta copernicana". I
concetti eleganti, chiaramente delineati della fisica classica sono andati in frantumi. E
poiché la scienza deve riconoscere che sempre più cose, che secondo le leggi fisiche
tradizionali parevano impossibili, diventano improvvisamente possibili, sorge almeno tra
gli scienziati realisti il sospetto che qui vi sia probabilmente una forza guida, un Dio.
l settimo giorno, Dio compì l’opera che aveva fatta, e si riposò il settimo giorno da tutta l’opera che aveva fatta.
Gen 2,1 Così furono compiuti i cieli e la terra e tutto
l’esercito loro. 2,2 Il settimo giorno, Dio compì l’opera che aveva fatta, e si riposò
il settimo giorno da tutta l’opera che aveva fatta. 2,3 Dio benedisse il settimo
giorno e lo santificò, perché in esso Dio si riposò da tutta l’opera che aveva creata e
fatta. 2,4 Queste sono le origini dei cieli e della terra quando furono creati. Nel giorno
che Dio il SIGNORE fece la terra e i cieli, Gen 2,1-4;
Così furono compiuti i cieli e la terra e tutto l’esercito loro. Genesi 2,1-4; (Buber)
Così furono compiuti i cieli e la terra e tutto l’esercito loro. |
Ora, il fatto che questo Dio lasci sviluppare l’intero universo secondo
queste leggi, è da un lato una prova che al momento, secondo il resoconto biblico, da
precisamente 5760 anni ci troviamo in una fase di riposo – il settimo giorno della
creazione – ma dall’altro lato non dovrebbe illudere che dal principio della creazione è
già fissata per iscritto anche la sua fine.
Lo stesso Dio, che ha creato questo universo,
lo sostituirà con uno nuovo, nel quale ogni essere umano a seconda della scelta che egli
ha compiuto durante la sua vita terrena, trascorrerà un’esistenza eterna. Gli esseri umani
giusti, pacifici e credenti saranno circondati dalla giustizia, dalla pace e dall’amore
del loro Dio. Gli esseri umani atei, criminali ed egoisti – separati dal loro creatore –
saranno tormentati dal fuoco eterno non per ultimo perché essi nella loro successiva
esistenza eterna non avranno più alcuna possibilità di cambiare qualcosa in questa loro
atroce situazione.
"Il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me, esse dimostrano che sopra
di me vi è un Dio e un Dio dentro di me". (Immanuel Kant).
Riassunto: Creazione o evoluzione? – Creazione ed evoluzione!Le chiese cristiane e le scienze discutono – soprattutto
negli Stati Uniti – sulla creazione del mondo. Che sia stata la creazione da
parte di Dio o l’evoluzione. In effetti, entrambi hanno argomenti forti che
non possono essere messi in discussione. |
(Vedi anche Discorso 50: "Il racconto della Creazione nella Bibbia.")
La creazione dell’universo (cieli)Gen 1,1 Nel principio Dio creò i cieli e la
terra. |
La creazione della terra1,6 Poi Dio disse: «Vi sia una distesa |
La ricerca di vita intelligente nell’universo.Da decenni, l’umanità tenta di perlustrare il cosmo alla
ricerca di vita intelligente con un enorme dispendio finanziario,
materiale e scientifico. per qualunque cristiano biblico e conoscitore
della bibbia, però, si tratta di denaro gettato al vento, con il quale si
potrebbero piuttosto aiutare i poveri di questo mondo. |
![]() "Prima o poi capteremo un piccolo segnale codificato – e allora sapremo con sicurezza che là fuori c’è un’intelligenza, poiché l’informazione codificata non può nascere per caso" |
![]() "L’informazione esattamente codificata contenuta all’interno di ciascuna cella riempirebbe molti libri…ma noi sappiamo con sicurezza che non è stata creata la vita di nessuna intelligenza". |
(Vedi anche discorso 81: "Disegno
intelligente (Intelligent Design) o evoluzione") |