Discorso 22 – Esiste l’immortalità dell’anima?




Esiste l’immortalità dell’anima? / Libro H. J. Twisselmann 00, Nr. 123/124

Il background filosofico.

Le teorie generalmente accettate.

L’analisi.

L’animai.

Lo spirito.

Riassunto.

L’anima non può essere uccisa? / Commento KHF 00, 03-02-2016

Il dogma cattolico dell’immortalità dell’anima

Come la dottrina di un’immortalità dell’anima penetrò nel Cristianesimo. / Istituto di Studi Biblici 00, 03-02-2016

La distinzione della vera religione dalle false religioni.

L’esistenza eterna di ogni essere umano.

La Trinità biblica e alcune altre specificità della fede cristiana biblica.


(I testi nella cornice nera sono citazioni dei visitatori di questo sito o di altri autori!)

(Esiste l’immortalità dell’anima? / Libro H. J. Twisselmann 00, Nr. 123/124*))

L’Antico Testamento non sa nulla di un’"anima immortale". Gli esseri umani sono "come l’erba che verdeggia la mattina; la mattina essa fiorisce e verdeggia, la sera è falciata e inaridisce" (Sal 90:5-6; 102:12), "come il fiore dei campi" (Sal 103:15; 1Piet 1:24), e perfino, come la polvere (Sal 104:14; 104:28). Nella loro esistenza separata da Dio, privi di una vita propria, quando muoiono non vi è nulla che li distingua dalle bestie: essi hanno "la stessa sorte", "Tutti vanno in un medesimo luogo; tutti vengono dalla polvere, e tutti ritornano alla polvere" (Ecc 3:19-20).

Nemmeno l’anima dell’essere umano – in lingua ebraica "nephesh" – sfugge alla morte (Num 23:10; Sal 143:7). Sansone esclamò: "Che la mia anima muoia insieme con i Filistei" (Giudic 16:30 / Martin Buber). Poiché l’anima può morire (e se pecca, deve morire), essa non merita la denominazione di "immortale".

In molti casi, la Bibbia indica l’intero essere umano come "anima". Ciò viene espresso già nel racconto della creazione in Gen 2:7! Si veda anche Ez 18:4.20 etc… In altri casi, la parola "anima" ha lo stesso significato di "vita" (Isa 53:12, dove si dice letteralmente"vita": "perché ha versato la sua vita fino a morire" [Nuova Diodati], ma nella traduzione di Diodati: "perciocchè avrà esposta l’anima sua alla morte". Infine, la Bibbia chiama "anime" perfino gli animali (Gen 1:20, 24; 2:19).

In conformità al termine ebraico "nephesh", anche il termine neotestamentario "psyché" non definisce un’anima separabile dal corpo, attraverso la quale l’essere umano si distingue dalla bestia, ma di regola indica l’intero essere umano, che è composto dalla polvere della terra e dal respiro della vita (corpo e spirito). Stando alle parole di Gesù in Luca 17:33 e 9:24, un essere umano può addirittura "perdere" la sua anima, se egli cerca di salvarla.

Secondo Mat 10:28, Dio può rovinare "corpo e anima" nella Geenna ("uccidere", secondo la traduzione concordante). Se Dio può rovinare o uccidere le anime, allora esse non sono immortali. (…) Il Nuovo Testamento si oppone a tutti i tentativi di attribuire l’immortalità all’essere umano – o ad una parte di esso – , mentre loda Dio come "Re dei re e Signore dei signori, il solo che possiede l’immortalità" (1Tim 6:15-16).

Se solo Dio possiede l’immortalità, qualunque discussione relativa ad una presunta "anima immortale" dell’essere umano è dunque infondata. Allora, qualunque anelito all’immortalità dell’essere umano e qualunque suo desiderio di salvezza possono esperire un unico orientamento: verso Dio, la fonte della vita! Egli, attraverso nostro Signore Gesù Cristo, ha già procurato l’irruzione della vita nel nostro mondo che soccombe alla morte e ci ha prospettato una vita eterna, anzi perfino l’immortalità. Tuttavia, noi non possediamo l’immortalità, ma la riceviamo con il Ritorno di nostro Signore e con la Risurrezione dei morti.

*)L’estratto è tratto dall’articolo di H. J. Twisselmann in "Vita e immortalità senza Cristo?"

(H. J. Twisselmann, Brücke zum Menschen [Un ponte per l’essere umano] Nr 123/124, Bruderdienst-Missionsverlag e. V. [Servizio Fraterno-Edizioni Missionarie, Associazione senza fini di lucro]).



Il background filosofico.

La concezione dell’immortalità dell’anima si trova – su base filosofica – già nell’antichità, in Platone (filosofo ateniese, 427-347 a. C.). Egli per primo ha distinto un’anima-dei sensi da un’anima-dello spirito (il "logistikon") ed ha ammesso un’unità di entrambe nell’essere umano. Il primo e più importante tentativo di comprendere metafisicamente l’essere umano nella sua totalità attraverso il concetto di anima, fu però intrapreso da Aristotele (384-322 a. C.).

Per Aristotele, l’anima era innanzitutto un principio vivente (anima vitale, anima vegetativa), e quest’ultimo a sua volta la base dell’anima animale (sensitiva), ovvero l’anima che prova sensazioni, che anela, che prova sentimenti. Questa cosiddetta anima inferiore si origina con il concepimento. Essa verrà a sua volta sottoposta ad una sorta di "trasformazione della sua forma" da parte della ragione o anima spirituale, cosicché alla fine, quest’ultima determina la "forma del corpo".

In essa, ciò che prima era istinto, ora è volontà, ciò che era idea, ora è conoscenza pensante. Questa anima spirituale, secondo Aristotele, viene "da fuori": essa è la sola che preesiste, è immortale, e nella sua esistenza si oppone ad una concezione puramente materialistica.


Le teorie generalmente accettate.

La teoria cattolica.

All’interno della dottrina religiosa cristiana, la tesi dell’immortalità dell’anima in quanto dato di fatto metafisico è stata enucleata solo nella dogmatica cattolica. Qui immortalità in relazione all’essere umano, significa indistruttibilità del suo "nucleo" personale, che sopravvive alla morte e alla dissoluzione dell’esistenza corporea. Già molto presto, la Chiesa cattolica trasse da Platone e dal Neoplatonismo, e a partire dal XIII secolo da Aristotele, pensieri di grande rilevanza.

Poiché l’anima umana partecipa ai valori eterni del vero e del bene, essa non è assolutamente soggetta alle condizioni di spazio e tempo; l’anima spirituale è sostanzialmente semplice, e perciò non è né dissolubile dall’interno, né distruttibile dall’esterno e dura in eterno. Questa teoria generalmente accettata venne dichiarata dogma durante il Concilio Lateranense V nell’anno 1515 ed è a tutt’oggi un dogma fondamentale della Chiesa cattolica.


Il punto di vista evangelico.

La maggior parte delle chiese evangeliche non si basano giustamente su una costruzione concettuale filosofica, ma sulla Sacra Scrittura e argomentano più o meno come H. J. Twisselmann nell’articolo citato all’inizio.

La "teoria della morte totale".

Dalle ultime frasi di questo articolo, comprendiamo che l’autore non sta parlando di negare la promessa della vita eterna per i credenti dopo la Risurrezione, ma piuttosto del tempo che intercorre tra la morte e la Risurrezione e pone la domanda se l’essere umano – o una parte di esso - quando muore continua ad esistere oppure no.

E qui arriviamo ora all’altro estremo del possibile spettro di pensieri riguardo a tale questione: la "teoria della morte totale". Questo è un punto di vista che postula il fatto che l’essere umano quando muore viene totalmente annientato e dunque in questo lasso spazio-temporale non esiste più. Tuttavia, i sostenitori di questa teoria ammettono che con la Risurrezione tutti gli esseri umani verranno nuovamente creati da Dio in virtù della sua "memoria eterna".


L’analisi.

Il Regno dei Morti.

Ora vogliamo procedere passo a passo e verificare la plausibilità di una teoria dopo l’altra. Iniziamo dalla "teoria della morte totale". Sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento abbiamo evidenti riferimenti al fatto che gli esseri umani durante il tempo della loro morte - ossia nel Regno dei Morti – hanno una coscienza.

«Perché mi hai disturbato, facendomi salire?»

1Sam 28,8 Allora Saul si camuffò, si mise altri abiti, e partì accompagnato da due uomini. Giunsero di notte dalla donna e Saul le disse: «Dimmi l’avvenire, ti prego, mediante l’evocazione di uno spirito, e fammi salire colui che ti dirò». 28,9 La donna gli rispose: «Ecco, tu sai quello che Saul ha fatto, com’egli ha sterminato dal paese gli evocatori di spiriti e gli indovini; perché dunque tendi un tranello alla mia vita per farmi morire?» 28,10 Saul le giurò per il SIGNORE, e disse: «Com’è vero che il SIGNORE vive, nessuna punizione ti toccherà per questo!» 28,11 Allora la donna gli disse: «Chi debbo farti salire?» Ed egli rispose: «Fammi salire Samuele». 28,12 E quando la donna vide Samuele urlò e disse a Saul: «Perché mi hai ingannata? Tu sei Saul!»

28,13 Il re le disse: «Non preoccuparti; che vedi?» E la donna a Saul: «Vedo un essere sovrumano che esce di sotto terra». 28,14 Ed egli a lei: «Che forma ha?» Lei rispose: «È un vecchio che sale ed è avvolto in un mantello». Allora Saul comprese che era Samuele, si chinò con la faccia a terra e gli si prostrò davanti. 28,15 Samuele disse a Saul: «Perché mi hai disturbato, facendomi salire?» Saul rispose: «Sono in grande angoscia, poiché i Filistei mi fanno guerra e Dio si è ritirato da me e non mi risponde più mediante i profeti né tramite sogni; perciò ti ho chiamato perché tu mi faccia sapere quello che devo fare». 1Sam 28,8-15;


Il testo qui sopra racconta di come il re Saul attraverso una negromante fa salire il profeta Samuele dal Regno dei Morti e di come Samuele profetizza al re per il giorno successivo la distruzione del suo esercito, la sua morte (del re) e quella dei suoi figli. Questo avvenimento non sarebbe stato possibile se Samuele dopo la sua morte fosse stato estinto completamente. Poiché Samuele in questo evento, però, non è nemmeno tornato in vita, ma è evidentemente ritornato nel Regno dei Morti, qui non possiamo nemmeno parlare di una Risurrezione.

Inoltre, nell’Antico Testamento abbiamo un’intera serie di accenni al Regno dei Morti.

Tu hai salvato l’anima mia dal soggiorno dei morti.

Salmi 86,12 Io ti loderò, Signore, Dio mio, con tutto il mio cuore, e glorificherò il tuo nome in eterno. 86,13 Perché grande è la tua bontà verso di me: tu hai salvato l’anima mia dal soggiorno dei morti. Salmi 86,12-13;

Tu hai fatto risalir l’anima mia dal soggiorno dei morti.

Salmi 30,3 O SIGNORE, tu hai fatto risalir l’anima mia dal soggiorno dei morti, tu m’hai ridato la vita perché io non scendessi nella tomba. Salmi 30, 3;

Inghiottiamoli vivi, come il soggiorno dei morti.

Proc 1,11 Potranno dirti: «Vieni con noi; mettiamoci in agguato per uccidere; tendiamo insidie senza motivo all’innocente; 1,12 inghiottiamoli vivi, come il soggiorno dei morti, e tutti interi come quelli che scendono nella tomba; Prov 1,11-12;

I suoi piedi scendono alla morte, i suoi passi portano al soggiorno dei morti.

Prov 5,5 I suoi piedi scendono alla morte, i suoi passi portano al soggiorno dei morti. 5,6 Lungi dal prendere il sentiero della vita, le sue vie sono sbagliate, e non sa dove va. Prov 5, 5-6;

La sua casa è la via del soggiorno dei morti.

Prov 7,27 La sua casa è la via del soggiorno dei morti, la strada che scende in grembo alla morte. Prov 7,27;

Ci sono tre cose che non si saziano mai, anzi quattro, che non dicono mai: «Basta!»: Il soggiorno dei morti.

Prov 30,15 La sanguisuga ha due figlie che dicono: «Dammi, dammi!» Ci sono tre cose che non si saziano mai, anzi quattro, che non dicono mai: «Basta!» 30,16 Il soggiorno dei morti, il grembo sterile, la terra che non si sazia d’acqua, e il fuoco che non dice mai: «Basta!» Prov 30,15-16;

Oh, volessi tu nascondermi nel soggiorno dei morti.

Giob 14,13 Oh, volessi tu nascondermi nel soggiorno dei morti, tenermi occulto finché l’ira tua sia passata, fissarmi un termine, e poi ricordarti di me! Giob 14,13;

Davanti a lui il soggiorno dei morti .

Giob 26,6 Davanti a lui il soggiorno dei morti è nudo, l’abisso è senza velo. Giob 26, 6;

Perciò il soggiorno dei morti si è aperto bramoso.

Isa 5,14 Perciò il soggiorno dei morti si è aperto bramoso, e ha spalancato oltremisura la gola; laggiù scende lo splendore di Sion e la sua folla chiassosa e festante. Isa 5,14;

Il soggiorno dei morti, laggiù, si agita per te, per venire a incontrarti al tuo arrivo.

Isa 14,9 Il soggiorno dei morti, laggiù, si agita per te, per venire a incontrarti al tuo arrivo; esso sveglia per te le ombre, tutti i principi della terra; fa alzare dai loro troni tutti i re delle nazioni. 14,10 Tutti prendono la parola e ti dicono: «Anche tu dunque sei diventato debole come noi? Anche tu sei divenuto dunque simile a noi?». Isa 14,9-10;

«Noi abbiamo fatto un patto con il soggiorno dei morti.».

Isa 28,Voi dite: «Noi abbiamo fatto alleanza con la morte, abbiamo fatto un patto con il soggiorno dei morti; quando l’inondante flagello passerà, non giungerà fino a noi perché abbiamo fatto della menzogna il nostro rifugio e ci siamo messi al sicuro dietro l’inganno». Isa 28,15;

Tu mandi lontano i tuoi ambasciatori e ti abbassi fino al soggiorno dei morti.

Isa 57,Tu vai dal re con dell’olio e gli porti profumi in grande quantità; mandi lontano i tuoi ambasciatori e ti abbassi fino al soggiorno dei morti. Isa 57,9;

Io li riscatterei dal potere del soggiorno dei morti, li salverei dalla morte.

Os 13,14 Io li riscatterei dal potere del soggiorno dei morti, li salverei dalla morte; sarei la tua peste, o morte; sarei la tua distruzione, o soggiorno dei morti; ma il loro pentimento è nascosto ai miei occhi! Os 13,14;


Anche già solo l’accenno al Regno dei Morti dimostra di per se stesso che si tratta di un luogo di soggiorno per i morti. E a quale scopo dovrebbe esistere un luogo di soggiorno, se là non vi soggiornasse nessuno?

Anche nel Nuovo Testamento ci vengono tramandate dichiarazioni relative al Regno dei Morti e ci viene dunque comprovato che l’essere umano dopo la sua morte non può essere "completamente morto" o "totalmente estinto".

Così il Figlio dell’uomo starà nel cuore della terra tre giorni e tre notti.

Mat 12,38 Allora alcuni scribi e farisei presero a dirgli: «Maestro, noi vorremmo vederti fare un segno». 12,39 Ma egli rispose loro: «Questa generazione malvagia e adultera chiede un segno; e segno non le sarà dato, tranne il segno del profeta Giona. 12,40 Poiché, come Giona stette nel ventre del pesce tre giorni e tre notti, così il Figlio dell’uomo starà nel cuore della terra tre giorni e tre notti. Mat 12,38-40;

Reso vivente quanto allo spirito. E in esso andò anche a predicare agli spiriti trattenuti in carcere.

1Piet 3,18 Anche Cristo ha sofferto una volta per i peccati, lui giusto per gli ingiusti, per condurci a Dio. Fu messo a morte quanto alla carne, ma reso vivente quanto allo spirito. 3,19 E in esso andò anche a predicare agli spiriti trattenuti in carcere, 3,20 che una volta furono ribelli, quando la pazienza di Dio aspettava, al tempo di Noè, mentre si preparava l’arca, nella quale poche anime, cioè otto, furono salvate attraverso l’acqua. 1Piet 3,18-20;

Infatti per questo è stato annunciato il vangelo anche a coloro che sono morti.

1Piet 4,6 Infatti per questo è stato annunciato il vangelo anche a coloro che sono morti; affinché, seppur essendo stati giudicati nella carne secondo gli uomini, potessero vivere nello Spirito secondo Dio.. 1Piet 4,6;

Ora, questo «è salito» che cosa vuol dire se non che egli era anche disceso nelle parti più basse della terra?

Efes 4,8 Per questo è detto: «Salito in alto, egli ha portato con sé dei prigionieri e ha fatto dei doni agli uomini». 4,9 Ora, questo «è salito» che cosa vuol dire se non che egli era anche disceso nelle parti più basse della terra? 4,10 Colui che è disceso, è lo stesso che è salito al di sopra di tutti i cieli, affinché riempisse ogni cosa. Efes 4,8-10;


In particolare, l’accenno qui sopra, in 1Piet 4,6 al fatto che il Signore in quei tre giorni nei quali egli era nel Regno dei Morti, ha annunciato ai morti il Vangelo, dimostra chiaramente l’assurdità della "teoria della morte totale".

(Vedi anche Capitolo 12: "La risurrezione – Cristo nel Regno dei Morti.")


L’anima.

Possiamo quindi volgerci al punto di vista evangelico, che afferma che non può esistere un’immortalità dell’anima, perché l’anima, sulla base di numerose dichiarazioni bibliche, non potrà "sfuggire alla morte", o potrà "morire" ed essere "rovinata e uccisa".

E, naturalmente, si deve essere completamente d’accordo con queste dichiarazioni. La Bibbia, infatti, non riconosce alcuna immortalità dell’anima. Anzi, proprio al contrario, nell’Antico Testamento, il termine ebraico "nephesh" definisce la vita che Dio ha dato a qualunque creatura – dunque sia all’essere umano che all’animale.

«Quanto a me, ecco, stabilisco il mio patto con voi e con tutte le anime viventi che sono con voi.

Gen 9,9 «Quanto a me, ecco, stabilisco il mio patto con voi, con i vostri discendenti dopo di voi 9,10 e con tutte le anime viventi che sono con voi: uccelli, bestiame e tutti gli animali della terra con voi; da tutti quelli che sono usciti dall’arca, a tutti gli animali della terra. 9,11 Io stabilisco il mio patto con voi; nessun essere vivente sarà più sterminato dalle acque del diluvio e non ci sarà più diluvio per distruggere la terra».Gen 9,9-11;

Giosuè li votò allo sterminio con tutte le anime che vi si trovavano.

Gios 10,28 In quel medesimo giorno Giosuè prese Maccheda e fece passare a fil di spada la città e il suo re; li votò allo sterminio con tutte le anime che vi si trovavano; non ne lasciò scampare una, e trattò il re di Maccheda come aveva trattato il re di Gerico. Gios 10,28;


Nel testo qui sopra di Gios 10,28, dove Giosuè, tra l’altro, condannò a morte tutte le anime della città e non lasciò che vi fosse scampo per nessuna di loro, si deve ancora una volta riconoscere del tutto chiaramente la mortalità dell’anima nell’Antico Testamento.

Nell’Antico Testamento, "nephesh" viene altresì utilizzato anche per vita, creatura, essere umano, persona, cuore, etc…, cosicché la denominazione "nephesh", anima, viene ancora una volta classificata come categoria mortale. E nei testi qui sotto, ci viene detto in modo del tutto concreto, dove o cosa sia l’anima.

E certamente io ridomanderò conto del vostro sangue, per le vostre anime.

Gen 9,5 E certamente io ridomanderò conto del vostro sangue, per le vostre anime; io ne ridomanderò conto ad ogni bestia, ed agli uomini; io ridomanderò conto della vita dell’uomo a qualunque suo fratello. Gen 9,5;

Perciocchè esso è l’anima di ogni carne; il sangue le è in luogo di anima.

Lev 17,10 E SE alcuno della casa d’ Israele, o de’ forestieri che dimoreranno fra loro, mangia alcun sangue, io metterò la mia faccia contro a quella persona che avrà mangiato il sangue; e la sterminerò d’infra il suo popolo.

17,11 Perciocchè l’anima della carne è nel sangue; e però vi ho ordinato che sia posto sopra l’Altare, per far purgamento per l’anime vostre; conciossiachè il sangue sia quello con che si fa il purgamento per la persona. 17,12 Perciò ho detto a’ figliuoli di Israele: Niuno di voi mangi sangue; il forestiere stesso, che dimora fra voi, non mangi sangue.

17,13 E anche, se alcuno dei figliuoli d’Israele, o de’ forestieri che dimoreranno fra loro, prende a caccia alcuna fiera, o uccello, che si può mangiare, spandane il sangue, e copralo di polvere. 17,14 Perciocchè esso è l’anima di ogni carne; il sangue le è in luogo di anima; e però ho detto a’ figliuoli d’Israele: Non mangiate sangue di alcuna carne; perciocchè il sangue è la vita di ogni carne; chiunque ne mangerà sia sterminato. Lev 17,10-14;

Perciocchè il sangue è l’anima; or non mangiar l’anima con la carne.

Deut 12,23 Solo osserva fermamente di non mangiare il sangue; perciocchè il sangue è l’anima; or non mangiar l’anima con la carne. 12,24 Non mangiarlo; spandilo in terra come acqua. 12,25 Non mangiarlo; acciocchè sia bene a te e a’ tuoi figliuoli dopo te, quando avrai fatto ciò che piace al Signore. Deut 12,23-25;


L’anima, dunque, è nel sangue, o il sangue è l’anima e perciò – secondo i Comandamenti dell’Antico Testamento – il sangue non dovrebbe essere mangiato con la carne, ma versato sulla terra.

Tuttavia, anche nel Nuovo Testamento abbiamo un comandamento simile in riferimento al sangue. Nel Nuovo Testamento, l’anima viene definita con il termine greco "psyché", che corrisponde all’ebraico "nephesh". E il divieto di mangiare il sangue là vale sia per i cristiani credenti di Israele, che anche per quelli dei Gentili.

Che si astengano dalle cose contaminate per gl’ idoli, dalla fornicazione, dalle cose soffogate, e dal sangue.

Atti 15,19 Per la qual cosa io giudico che non si dia molestia a coloro che d’infra i Gentili si convertono a Dio. 15,20 Ma, che si mandi loro che si astengano dalle cose contaminate per gl’idoli, dalla fornicazione, dalle cose soffogate, e dal sangue. Atti 15,19-20;

Che vi asteniate dalle cose sacrificate agl’idoli, dal sangue, dalle cose soffogate, e dalla fornicazione.

Atti 15,28 Perciocchè è parso allo Spirito Santo, ed a noi, di non imporvi alcuno altro peso, se non quel ch’è necessario; che è di queste cose: 15,29 Che vi asteniate dalle cose sacrificate agl’idoli, dal sangue, dalle cose soffogate, e dalla fornicazione; dalle quali cose farete ben di guardarvi. State sani. Atti 15,28-29;

I Gentili che hanno creduto si guardino dalle cose sacrificate agl’idoli, e dal sangue, e dalle cose soffocate, e dalla fornicazione.

Atti 21,25Ma, quant’è a’ Gentili che hanno creduto, noi ne abbiamo scritto, avendo statuito che non osservino alcuna cosa tale; ma solo che si guardino dalle cose sacrificate agl’idoli, e dal sangue, e dalle cose soffocate, e dalla fornicazione. Atti 21,25;


Nel Nuovo Testamento vi sono tuttavia anche dei riferimenti diretti all’anima nell’essere umano, o all’essere umano "dotato di anima".

Or l’uomo animale (anima!) non comprende le cose dello Spirito di Dio, perciocchè gli sono pazzia.

1Cor 2,13 Le quali ancora ragioniamo, non con parole insegnate della sapienza umana, ma insegnate dallo Spirito Santo; adattando cose spirituali a cose spirituali. 2,14 Or l’uomo animale (anima!) non comprende le cose dello Spirito di Dio, perciocchè gli sono pazzia, e non le può conoscere; perché si giudicano spiritualmente. 2,15 Ma lo spirituale giudica d’ogni cosa, ed egli non è giudicato da alcuno. 1Cor 2,13-15;

Costoro son quelli che separano sè stessi, essendo sensuali (lit.: psychikoi/animale), non avendo lo Spirito.

Giuda 1,18 come vi dicevano, che nell’ultimo tempo vi sarebbero degli schernitori; i quali camminerebbero secondo le concupiscenze delle loro empietà. 1,19 Costoro son quelli che separano sè stessi, essendo sensuali (lit.: psychikoi/animale), non avendo lo Spirito. 1,20 Ma voi, diletti, edificando voi stessi sopra la vostra santissima fede, orando per lo Spirito Santo. Giuda 1,18-20;


Un simile essere umano, dotato di indole "naturale", "terreno" e "psichico", non comprende le cose dello Spirito di Dio,, perché è una sciocchezza per lui. E vi sono anche esseri umani simili che non hanno questo Spirito, che provocano le divisioni.

(Vedi anche Discorso 80: "Le anime dei martiri in Apoc 6,9: chi sono e da dove vengono?" [non ancora disponibile in Italiano, leggi in tedesco / leggi in inglese])


Lo spirito.

Sembra dunque ora dimostrato che non può essere l’anima - come postula invece la dottrina cattolica -, che attende la Risurrezione dopo la morte dell’essere umano nel Regno dei Morti. Ma allora cos’è?

Qui dobbiamo ricorrere di nuovo a Platone. Già Platone ha fatto una distinzione tra un’anima-dei sensi e un’anima-dello spirito (il "logistikon") ed ha ammesso un’unione di entrambe nell’essere umano. E questa è anche l’impressione che ne abbiamo da un modo imparziale di considerare la questione, ossia che nell’essere umano sono insite due "forze".

A ciò non allude solo il verso spesso citato "due anime nel petto", ma anche quella lotta interiore, ben nota ad ogni essere umano, tra emozione e raziocinio, ossia tra sentimento e ragione: tale lotta indica, anzi addirittura conferma che l’essere umano, a parte l’"anima vivente" che egli possiede – sentimenti, cuore, sangue – e che egli è - creatura, essere umano, carne – è governato anche da una seconda forza, ossia coscienza, ragione, morale.

E come mostra l’analisi condotta fin qui, questa seconda forza insita nell’essere umano – lo spirito – non ha una volta per tutte nulla a che fare con quella definizione di anima, così come la ritroviamo nella Sacra Scrittura. Infatti, altrimenti, anche tutte le altre creature dotate di anima, cioè anche gli animali, nei quali il metabolismo avviene attraverso un sistema di vasi sanguigni, dovrebbero essere dotati di ragione. E, come si è dimostrato, essi non lo sono.

La presenza di questa seconda forza può essere comprovata anche avvalendosi della Sacra Scrittura.

Quel medesimo Spirito (di Dio) rende testimonianza allo spirito nostro.

Rom 8,16 Quel medesimo Spirito (di Dio) rende testimonianza allo spirito nostro, che noi siamo figliuoli di Dio. Rom 8,16;

lL spirito dell’uomo, ch’ è in lui.

1Cor 2,11 Perciocchè, fra gli uomini, chi conosce le cose dell’uomo, se non lo spirito dell’uomo, ch’è in lui? così ancora, niuno conosce le cose di Dio, se non lo Spirito di Dio. 1Cor 2,11;


Anche qui sopra, Paolo si riferisce allo spirito nell’essere umano e lo paragona allo Spirito di Dio. Qui, egli ci dice che, così come solo lo spirito dell’uomo sa cosa c’è nell’essere umano, similmente, anche lo Spirito di Dio è l’unico che sa cosa c’è in Dio. E ora questo sembra essere il riferimento a questa seconda forza nell’essere umano – oltre all’anima: lo spirito dell’uomo.

Tuttavia, abbiamo ancora un’affermazione più concreta che ci viene dall’autore della lettera agli Ebrei, nella quale addirittura entrambe le forze – l’anima e lo spirito – vengono menzionate esplicitamente:

Perciocchè la parola di Dio è vie più acuta che qualunque spada; e giunge fino alla divisione dell’anima e dello spirito.

Ebr 4,12 Perciocchè la parola di Dio è viva, ed efficace, e vie più acuta che qualunque spada a due tagli; e giunge fino alla divisione dell’anima e dello spirito, e delle giunture e delle midolle; ed è giudice de’ pensieri e delle intenzioni del cuore. 4,13 E non vi è creatura alcuna occulta davanti a colui al quale abbiamo da render ragione; anzi tutte le cose son nude e scoperte agli occhi suoi. Ebr 4,12-13;


E il fatto che lo spirito e l’anima siano insiti nel nostro corpo ci viene confermato anche da Paolo in 1Tess 5,23.

Sia conservato intiero il vostro spirito, e l’anima.

1Tess 5,23 Or l’Iddio della pace vi santifichi egli stesso tutti intieri; e sia conservato intiero il vostro spirito, e l’anima, e il corpo, senza biasimo, all’avvenimento del Signor nostro Gesù Cristo. 1Tess 5,23;


Questa affermazione sembra ora, dunque, confermare il fatto che nell’essere umano sono insite due forze: l’anima e lo spirito. Mentre l’anima muore e si disperde con la morte dell’essere umano – come anche la "carne", ovvero il corpo biologico – lo spirito può non essere annientato, ma esso torna a Dio che lo ha dato, come dice il testo tratto da Ecc 12,7.

E lo spirito torni a Dio che lo ha dato.

Ecc 12,7 e ritorni la polvere alla terra, com’era prima, e lo spirito torni a Dio che lo ha dato. Ecc 12, 7;


Ora, non dobbiamo però confondere questo spirito dell’uomo che Dio gli ha dato con lo Spirito Santo. Sebbene entrambi provengano da Dio, è solo il primo che – dalla nascita fino alla morte – accompagna l’essere umano. Lo Spirito Santo – ossia lo Spirito di Dio stesso – può anche albergare nell’essere umano credente. A tale proposito, uno dei numerosi esempi nella Sacra Scrittura è Atti 7,54-57:

Ma egli, essendo pieno dello Spirito Santo, affissati gli occhi al cielo, vide la gloria di Dio.

Atti 7,54 Or essi, udendo queste cose, scoppiavano ne’ lor cuori, e digrignavano i denti contro a lui. 7,55 Ma egli, essendo pieno dello Spirito Santo, affissati gli occhi al cielo, vide la gloria di Dio, e Gesù che stava alla destra di Dio. 7,56 E disse: Ecco, io veggo i cieli aperti, ed il Figliuol dell’uomo che sta alla destra di Dio. 7,57 Ma essi, gettando di gran gridi, si turarono gli orecchi, e tutti insieme di pari consentimento si avventarono sopra lui. Atti 7,54-57;


Immediatamente prima della sua lapidazione, Stefano venne pervaso dallo Spirito Santo e vide il Signore Gesù in cielo in piedi alla destra di Dio. Da ciò possiamo comprendere anche che in simili momenti, sono presenti entrambi nell’essere umano: sia lo spirito dell’uomo, sia anche lo Spirito di Dio.

E proprio di questo parla anche Paolo, quando in Rom 8,16 dice che lo Spirito di Dio, lo Spirito Santo, è esso stesso presente in noi e insieme allo spirito dell’uomo rende testimonianza del fatto che noi siamo figli di Dio.

Quel medesimo Spirito rende testimonianza allo spirito nostro.

Rom 8,16 Quel medesimo Spirito rende testimonianza allo spirito nostro, che noi siam figliuoli di Dio. 8,17 E se siam figliuoli, siamo ancora eredi, eredi di Dio, e coeredi di Cristo; se pur sofferiamo con lui, acciocchè ancora con lui siamo glorificati. Rom 8,16-17;


Tuttavia, la conclusione che il "normale" spirito dell’uomo viene da Dio, può essere comprovata anche da altri passi della Sacra Scrittura.

O Dio, DIO degli spiriti di ogni carne!

Num 16,22 Ma essi si prostrarono con la faccia a terra e dissero: «O Dio, DIO degli spiriti di ogni carne! Poiché un sol uomo ha peccato, dovresti tu adirarti contro tutta l’assemblea?». Num 16,22;

Tu mandi il tuo spirito, ed essi sono creati.

Salm 104,29 Tu nascondi la tua faccia, ed essi sono smarriti; tu ritiri il loro spirito, ed essi muoiono ritornando nella loro polvere. 104,30 Tu mandi il tuo spirito, ed essi sono creati, e tu rinnovi la faccia della terra. Salm 104,29-30;

(Vedi anche Capitolo 08: "La trasformazione del cielo e della terra")


Come afferma il salmista qui sopra, Dio ha dato all’essere umano lo spirito, ma egli può anche sempre riprenderselo quando vuole. Come ci dice la Scrittura, la durata della vita degli esseri umani prima del diluvio universale era essenzialmente più lunga che durante il periodo ad esso successivo. Il passo biblico Gen 6,3 ci testimonia che questo cambiamento era nell’intenzione di Dio.

Lo Spirito mio non contenderà per sempre con l’uomo.

Gen 6,3 E l’Eterno disse: «Lo Spirito mio non contenderà per sempre con l’uomo, perché nel suo traviamento egli non è che carne; i suoi giorni saranno quindi centovent’anni». Gen 6, 3;

(Vedi anche Excursus 08: "La prima e la seconda morte.")


Ed anche qui, di nuovo, si fa riferimento ad entrambe le forze della vita, da un lato lo spirito e dall’altro la carne, e dunque a ciò che nell’Antico Testamento viene descritto come anima. Questa polarità tra spirito e carne (anima) viene menzionata anche dal Signore Gesù in Mat 26,41:

Lo spirito è pronto, ma la carne è debole.

Mat 26,41 Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione; poiché lo spirito è pronto, ma la carne è debole». Mat 26,41;


Questa dichiarazione del Signore ci permette qui di comprendere due cose: in primo luogo, il fatto che l’essere umano è determinata da due forze interiori alquanto opposte e, in secondo luogo, il fatto che, una forza, ossia lo spirito, è "volonteroso" e perciò, tra l’altro, accetta apertamente anche i comandamenti di Dio, mentre l’altra forza, l’anima, è meno aperta ad un’argomentazione razionale e raziocinante ed è piuttosto incline a soddisfare i bisogni della "carne", ossia quella parte dell’essere umano che – in quanto "anima" – lo lega a tutte le altre creature dotate di anima ma non di ragione.

Tuttavia, il Signore non ci lascia nemmeno all’oscuro del fatto che - nonostante tutta la contrapposizione di queste forze interiori – il comandamento supremo deve valere per entrambe. Più sotto, in Mat 22,37, il Signore cita Deut 6,5, dove si dice: "Tu amerai … il Signore, il tuo Dio …. con tutta l’anima tua e con tutte le tue forze" ed egli sostituisce (o completa in Luca) questa parola "forza" con l’espressione "mente", cosa che è di nuovo un riferimento allo spirito dell’uomo dato da Dio. L’impegno di amare Dio vale dunque per entrambi, per l’anima così come per lo spirito e dunque per l’intero essere umano.

Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l’ anima tua e con tutta la tua mente.

Mat 22,37 E Gesù gli disse: «"Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima tua e con tutta la tua mente". 22,38 Questo è il primo e il gran comandamento. 22,39 E il secondo, simile a questo, è: "Ama il tuo prossimo come te stesso". 22,40 Da questi due comandamenti dipendono tutta la legge e i profeti». Mat 22,37-40;

Tu amerai dunque l’Eterno, il tuo DIO, con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua forza.

Deut 6,4 Ascolta, Israele: l’Eterno, il nostro DIO, l’Eterno è uno. 6,5 Tu amerai dunque l’Eterno, il tuo DIO, con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua forza. 6,6 E queste parole che oggi ti comando rimarranno nel tuo cuore; Deut 6,4-6;


Ora, mentre l’anima – come abbiamo visto più sopra – è presente nel sangue e quindi, chiaramente, in tutto il corpo (nella "carne"), la localizzazione dello spirito dell’uomo non è documentata dalla Sacra Scrittura in modo altrettanto evidente. Sarebbe naturalmente ovvio vedere il cervello come la sede dello spirito. Tuttavia, qui, dovremmo fare attenzione.

Da un lato, il sangue rifornisce anche il cervello e dunque è presente anche là in modo puramente fisico come "anima", dall’altro, nel cervello distinguiamo tra le sue varie parti il telencefalo (detto anche "cerebrum") e il tronco encefalico. Mentre il telencefalo in una complessità e dimensione notevoli si può trovare solo nell’essere umano, e rappresenta il presupposto per la sua efficienza spirituale, il tronco encefalico è al servizio delle funzioni elementari motorie, sensibili e vegetative, che sono proprie, più o meno in ugual misura, a tutti i vertebrati.

Di conseguenza, sarebbe perfettamente concepibile pensare che entrambe le forze - anima e spirito – utilizzano insieme l’"apparato di pensiero" umano, la ragione, al fine di guidare l’essere umano ed il suo corpo di volta in volta nelle loro varie direzioni – sentimento, istinti, oppure coscienza, ragione. Anche Paolo ci fa notare tutto questo nella sua lettera ai Galati:

La carne infatti ha desideri contrari allo Spirito, e lo Spirito ha desideri contrari alla carne.

Gal 5,17 La carne infatti ha desideri contrari allo Spirito, e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; e queste cose sono opposte l’una all’altra, cosicché voi non fate quel che vorreste. Gal 5,17;


Ora, similmente a "nephesh", l’anima, anche l’espressione ebraica "ruach" che indica lo Spirito (in greco: pneuma) può essere utilizzata in molti modi diversi. Prima di tutto come soffio, vento, Odem (respiro) e poi in senso figurato anche come "spirito". E Giob 33,4 ce ne dà una bellissima illustrazione:

Giob 33,4 Lo Spirito di Dio mi ha fatto e il soffio dell’Onnipotente mi dà la vita. Giob 33,4;


E questo "soffio" dell’Onnipotente era anche quello che rese il primo essere umano Adamo una creatura vivente.

Dio gli soffiò nelle narici un alito di vita, e l’uomo divenne un essere vivente.

Gen 2,7 Allora l’Eterno Dio formò l’uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito di vita, e l’uomo divenne un essere vivente. Gen 2,7;


Questo è anche proprio quel passo biblico (Gen 2,7) al quale si riferisce Paolo qui sotto, in 1Cor 15,45. Mentre il primo essere umano, Adamo, divenne un’anima vivente per mezzo del soffio di Dio, l’"ultimo Adamo" - ossia il Signore Gesù – divenne uno Spirito che dà la vita.

Il primo uomo, Adamo, divenne anima vivente.

1Cor 15,45 Così sta anche scritto: «Il primo uomo, Adamo, divenne anima vivente»; ma l’ultimo Adamo è Spirito che dà la vita. 15,46 Ma lo spirituale non è prima, bensì prima è il naturale, poi lo spirituale. 15,47 Il primo uomo, tratto dalla terra, è terrestre; il secondo uomo, che è il Signore, è dal cielo. 15,48 Qual è il terrestre tali sono anche i terrestri; e qual è il celeste, tali saranno anche i celesti. 15,49 E come abbiamo portato l’immagine del terrestre, porteremo anche l’immagine del celeste. 1Cor 5,45-49;


E come questo Spirito che dà la vita, anche il Signore Gesù, dopo la sua morte, è andato ed ha annunciato il Vangelo agli spiriti dei morti nel Regno dei Morti (si veda più sopra 1Piet 3,18-19), affinché anche ad essi, che – a differenza degli esseri umani dopo la morte di Gesù – in vita non ne avevano mai sentito parlare, fosse concessa la possibilità di convertirsi, così che nessuno di loro, che invocava l’amore e il perdono di Dio, andasse perduto.

Disse questo dello Spirito, che dovevano ricevere quelli che avrebbero creduto in lui.

Giov 7,38 Chi crede in me, come ha detto la Scrittura, fiumi d’acqua viva sgorgheranno dal suo seno». 7,39 Disse questo dello Spirito, che dovevano ricevere quelli che avrebbero creduto in lui; lo Spirito, infatti, non era ancora stato dato, perché Gesù non era ancora glorificato. Giov 7,38-39;

Mentre ciò che brama lo Spirito è vita e pace.

Rom 8,5 Infatti quelli che sono secondo la carne, pensano alle cose della carne; invece quelli che sono secondo lo Spirito, pensano alle cose dello Spirito. 6 Ma ciò che brama la carne è morte, mentre ciò che brama lo Spirito è vita e pace. Rom 8,5-6;


Riassunto

Sulla base di questa analisi, possiamo ora trarre le seguenti conclusioni:

o Secondo la Scrittura, non esiste un’ immortalità dell’ anima, poiché l’anima viene dissolta con la morte dell’ essere umano, così come avviene anche negli animali (carne, sangue).

Lev 17,11 Poiché l’anima della carne è nel sangue. Per questo vi ho ordinato di porlo sull’altare per fare l’espiazione per le vostre anime; perché il sangue è quello che fa l’espiazione, per mezzo dell’anima. Lev 17,11;

o Perciò, la teoria della "morte totale" è falsa, perché secondo la Scrittura esiste un Regno dei Morti, nel quale il Signore dopo la sua morte ha annunciato il Vangelo ai morti e dunque, di conseguenza, in quel posto ci deve essere qualcuno – presumibilmente i morti.

o Nell’essere umano albergano due forze più o meno opposte:

–   l’anima (in ebraico "nephesh"/in greco "psyché"): e cioè, carne, sangue, ma anche essere umano, persona – che viene dissolta con la morte e

–   lo spirito (in ebraico "ruach"/in greco "pneuma"): e cioè, soffio, vento, respiro (Odem), ma anche spirito che quando l’essere umano muore abbandona il corpo – presumibilmente attraverso il naso (Gen 2,7) - e che dopo la morte continua ad esistere.


0 0

Quando una persona muore, lo spirito lascia il corpo attraverso il naso.
Alla "fine del tunnel " vede l’illuminazione della stanza in cui giace il cadavere.



Il corpo con la sua anima senza lo spirito è morto (Gia 2:26; Sal 104:29; 1Pietro 3:18-19), perciò la carne e il sangue non possono ereditare il regno di Dio (1Cor 15:50).

"È lo Spirito che vivifica; la carne non è di alcuna utilità; le parole che vi ho dette sono spirito e vita". (Giov 6,63)

o Perciò, è anche questo spirito dell’uomo – e non la sua anima – che dopo la sua morte (attraverso il naso – Gen 2,7) va nel Regno dei Morti e nel Regno dei Morti attende la Risurrezione.


E allora l’"anelito all’immortalità dell’essere umano" menzionato da H.J. Twisselmann nel passo tratto dal suo libro citato all’inizio, trova così la sua giustificazione.

(Vedi anche Excursus 07: "Il corpo della risurrezione.")


(I testi nella cornice nera sono citazioni dei visitatori di questo sito o di altri autori!)

(L’anima può non essere uccisa? / Commento KHF 00, 03-02-2016)

(…) La sua argomentazione in questo articolo (Discorso 22 / FH), secondo la quale il corpo e l’anima si dissolvono e solo lo spirito sopravvive e continua ad esistere, è come sempre molto convincente ed anch’io mi assocerei totalmente se non fosse che vi è un passo biblico che dice esattamente il contrario, ossia Matteo 10,28:

Mat 10,28 E non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l’anima; temete piuttosto colui che può far perire l’anima e il corpo nella geenna.


Questi assassini possono dunque uccidere il corpo, ma non l’anima. Ma ciò non significa che l’anima dopo la morte continua ad esistere? Poiché questa è anche una dichiarazione di nostro Signore Gesù Cristo, essa non può essere ignorata. Sarei felice di ricevere una sua risposta.

Cordiali saluti

KHF


Grazie per la sua visita sul sito di Immanuel.at e per il suo commento!

Premetto subito: sì, lei ha ragione! Questa sembra essere una diretta contraddizione alle mie dichiarazioni summenzionate. E poiché, come lei dice giustamente, questa è anche un’osservazione di nostro Signore, tale questione deve senza dubbio essere chiarita. Tuttavia, questo non è il solo passo biblico che qui dobbiamo esaminare. Nell’Apocalisse abbiamo ulteriori dichiarazioni che dal mio punto di vista devono essere prese in considerazione in questo contesto. Si tratta di Apoc 6,9, dove si parla delle anime dei martiri, che Giovanni vede "sotto l’altare":

Vidi sotto l’altare le anime di quelli che erano stati uccisi.

Apoc 6,9 Quando l’Agnello aprì il quinto sigillo, vidi sotto l’altare le anime di quelli che erano stati uccisi per la parola di Dio e per la testimonianza che gli avevano resa. Apoc 6,9;


Questi fedeli furono uccisi "per la parola di Dio e per la testimonianza che gli avevano resa", essi sono dunque dei martiri. Ora, se indaghiamo da dove vengono questi martiri, constatiamo che essi possono solo essere stati risvegliati (non risorti!) durante il Rapimento (non la Prima Risurrezione!) con gli altri fedeli morti e rapiti insieme ai fedeli ancora vivi.

E perciò è sorprendente che questi altri fratelli e sorelle, che non furono uccisi per la loro fede (la "folla immensa che nessuno poteva contare, proveniente da tutte le nazioni, tribù, popoli e lingue", Apoc 7,9.14) siano già in cielo al servizio presso il trono di Dio, mentre questi martiri siano ancora "sotto l’altare". Qui, dunque, dopo il Rapimento ha evidentemente avuto luogo una separazione: i martiri sotto l’altare, gli altri fedeli "in Cristo" davanti al trono di Dio.

(Vedi anche Discorso 03: "Il destino dei maledetti: pena eterna o annientamento?")


Nel versetto successivo, questi martiri si lamentano presso Dio perché egli non ha ancora fatto vendetta sui loro assassini sulla Terra.

Finché fosse completo il numero dei loro compagni di servizio e dei loro fratelli, che dovevano essere uccisi come loro.

Apoc 6,10 Essi gridarono a gran voce: «Fino a quando aspetterai, o Signore santo e veritiero, per fare giustizia e vendicare il nostro sangue su quelli che abitano sopra la terra?» 6,11 E a ciascuno di essi fu data una veste bianca e fu loro detto che si riposassero ancora un po’ di tempo, finché fosse completo il numero dei loro compagni di servizio e dei loro fratelli, che dovevano essere uccisi come loro Apoc 6,10-11;


Questi compagni di servizio, che essi dovevano ancora aspettare, sono dunque anch’essi dei martiri. Sono chiaramente quei fedeli che nel tempo del secondo Anticristo si rifiutano di adorare l’immagine della bestia (Apoc 13,15) e che perciò vengono uccisi. E questa dichiarazione, che quei primi martiri devono ancora aspettare i loro compagni di servizio, ci conferma allora che anche qui, in Apoc 6,8-11, ci troviamo ancora prima del tempo del secondo Anticristo, ossia alla fine della dominazione del primo Anticristo.

Ciò è però anche la prova del fatto che entrambi questi testi in realtà vanno insieme e che in entrambi i testi si tratta di martiri, che a causa della loro fede – "per la parola di Dio e per la testimonianza che gli avevano resa" – sono stati uccisi.

(Vedi anche Discorso 05: "Il parallelismo degli eventi in Mat 24 e Apoc 6 e 7.)


Tuttavia abbiamo ancora un ulteriore passo biblico che fa dichiarazioni sulle anime di questi martiri. È quell’evento alla fine degli Ultimi Tempi e immediatamente prima del Millennio, durante il quale tutti questi martiri risorgeranno e torneranno "in vita", ossia la Prima Risurrezione. Qui ora vengono riassunti i martiri di entrambi i testi sopraccitati: prima quelli dal Rapimento, che sono stati uccisi a causa della parola di Dio e della testimonianza. E poi i loro compagni di servizio dal tempo del secondo Anticristo, che essi dovevano ancora aspettare e che non hanno adorato la bestia e la sua immagine, né hanno accettato il suo segno sulla loro mano e sulla loro fronte.

E vidi le anime di quelli che erano stati decapitati.

Apoc 20,4 Poi vidi dei troni. A quelli che vi si misero seduti fu dato di giudicare. E vidi le anime di quelli che erano stati decapitati per la testimonianza di Gesù e per la parola di Dio, e di quelli che non avevano adorato la bestia né la sua immagine e non avevano ricevuto il suo marchio sulla loro fronte e sulla loro mano. Essi tornarono in vita e regnarono con Cristo per mille anni. 20,5 Gli altri morti non tornarono in vita prima che i mille anni fossero trascorsi. Questa è la prima risurrezione. 20,6 Beato e santo è colui che partecipa alla prima risurrezione. Su di loro non ha potere la morte seconda, ma saranno sacerdoti di Dio e di Cristo e regneranno con lui quei mille anni. Apoc 20,4-6;

(Vedi anche Capitolo 12: "La Prima Risurrezione – i martiri tornano in vita.")


Questa è dunque la Prima Risurrezione. E coloro che qui risorgono – ossia tornano in vita – sono i martiri di tutti i tempi, dai tempi dell’Antico Testamento, del Nuovo Testamento e dagli Ultimi Tempi (Apoc 14,13). Questi risorti regneranno nel Regno di Pace millenario del Figlio di Dio con lui come sacerdoti di Dio. La loro vita fu abbreviata di alcuni anni a causa della loro fede, ma come compensazione vengono dati loro mille anni supplementari di vita, nei quali essi possono servire Dio.

E questo potrebbe anche essere il motivo per cui essi sono stati risvegliati nel Rapimento, ma non come gli altri credenti con corpi celesti in cielo, bensì come "anime" (con corpi fisici??) dovevano rimanere "sotto l’altare ", per poi, quando i tempi della fine (Grande Tribolazione) saranno finiti, rivivere (risorgere) fisicamente nella Prima Risurrezione con i martiri che saranno ancora uccisi, e regneranno sulla terra, insieme al Signore.

Ora, poiché queste dichiarazioni sulle anime dei martiri possono essere spiegate nell’ambito della sequenza biblica degli eventi, possiamo tornare al nostro punto di partenza, al commento sopraccitato del lettore, nel quale si dice che la dichiarazione del Signore in Mat 10,28 parla del fatto che l’anima non può essere uccisa e che perciò deve continuare ad esistere.br>

Mat 10,28 E non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l’anima; temete piuttosto colui che può far perire l’anima e il corpo nella geenna.! Mat 10,28;


Se consideriamo questo testo in modo più preciso, osserviamo che il Signore qui mentre parla agli Apostoli parla di coloro "che uccidono il corpo". Ciò significa dunque che anche il Signore qui parla dei e ai – potenziali – martiri, che egli incoraggia a non temere coloro che uccidono il corpo, ma che però non riescono ad uccidere l’anima. E con ciò, ora, si è anche risposto alla domanda del commentatore summenzionato "Ma questo non significa che l’anima dopo la morte continua ad esistere?".

Sono le anime dei martiri – e solo dei martiri – , che per il momento non possono essere uccise, poiché questi confratelli uccisi a causa della loro fede, non hanno ancora completato la loro vita terrena. Essi torneranno in vita nella Prima Risurrezione e governeranno il mondo con Cristo come sacerdoti nel Millennio, gli ultimi mille anni di questa prima creazione.

CCosì come anche re Davide viene risvegliato alla vita da Dio e per i mille anni sarà principe in Israele (Ger 30,8-9), anche questi martiri con la Prima Risurrezione verranno risuscitati dal punto di vista del corpo (fisicamente) e regneranno sui popoli e sulle lingue. Le anime di tutti gli altri esseri umani, che furono uccise non a causa della loro fede (fedeli e infedeli), moriranno, esattamente come anche le anime (sangue) di tutti gli animali a sangue caldo trapasseranno insieme al corpo nel momento della loro morte.

Perché il sangue è l’anima, e tu non mangerai l’anima insieme con la carne./p>

Deut 12,23 ma guàrdati assolutamente dal mangiarne il sangue, perché il sangue è l’anima, e tu non mangerai l’anima insieme con la carne.12,24 Non lo mangerai; lo spargerai per terra come acqua. 12,25 Non lo mangerai affinché tu sia felice, e i tuoi figli dopo di te, quando avrai fatto ciò che è giusto agli occhi del SIGNORE. Deut 12,23-25;

Carne e sangue (l’anima) non possono ereditare il regno di Dio.

1Cor 15,50 Ora io dico questo, fratelli, che carne e sangue (l’anima) non possono ereditare il regno di Dio; né i corpi che si decompongono possono ereditare l’incorruttibilità. 1Cor 15,50;


Questa regolarità nella creazione di Dio, secondo la quale determinate anime per il momento non possono venire annientate, si riferisce perciò secondo la Bibbia esclusivamente alle anime di quei fedeli, che sono stati uccisi a causa della loro fede.. Nella Prima Risurrezione (non già con il Rapimento, come tutti gli altri fedeli, e non solo alla fine del mondo, nella Risurrezione Universale, come tutti gli empi) essi torneranno in vita con il corpo carnale e vivranno mille anni (come l’età degli esseri umani prima del Diluvio Universale) nel Regno di Pace di nostro Signore Gesù Cristo.

Le loro anime devono dunque essere conservate, poiché l’anima contiene informazioni sul corpo (forma) e sulla mobilità (comportamento corporeo) dell’essere umano, che vengono materializzate con la Prima Risurrezione di questi martiri. Così come anche lo spirito racchiude le informazioni sul pensiero (carattere) e sull’agire (azioni) dell’essere umano, che poi con la Risurrezione Universale vengono integrate in un nuovo corpo (corpo di Risurrezione).br>
Tuttavia, tutti gli altri fedeli, che sono morti di una morte normale e che vengono risvegliati con il Rapimento, per essere rapiti con i fedeli ancora in vita e portati in cielo dal Signore, durante questi mille anni del Regno di Pace sono già in cielo, davanti al trono di Dio (Apoc 7,14-15).


Il dogma cattolico dell’immortalità dell’anima

Ora ci si può chiedere perché nel Cristianesimo abbia potuto prendere piede una simile dottrina di una "immortalità dell’anima", quando la Bibbia qui formula dichiarazioni chiaramente opposte. Naturalmente si deve far risalire a quella particolare situazione dei martiri, che da molti esegeti nel passato non fu riconosciuta o fu falsamente interpretata.

L’origine di questa dottrina appare però risalire a radici ebraiche, come ben documenta un contributo al sito internet dell’Istituto Tedesco di Studi Biblici.


(I testi nella cornice nera sono citazioni dei visitatori di questo sito o di altri autori!)

((Come la dottrina di un’immortalità dell’anima penetrò nel Cristianesimo. / Istituto di Studi Biblici 00, 03-02-2016)

Nella Bibbia il concetto dell’anima immortale o dell’immortalità dell’anima non emerge nemmeno una volta. Anche gli ebrei al tempo di Gesù non credevano ancora ad un’anima immortale. Il primo più sicuro rappresentante della fede dell’immortalità tra gli eruditi rabbinici è stato, per quanto possiamo vedere, Rabban Jochanan b.

Zakkai (morto intorno all’80 d. C.) (H. L. Strack / P. Billerbeck, Commento al Nuovo Testamento, spiegato dal Talmud e dal Midrash, casa editrice C. H. Beck’sche, 1926, 4° edizione, vol. IV.2, p. 1131). I teologi da Giustino il martire (II secolo d. C.), fino a Karl Barth hanno quindi sempre fatto notare che questa dottrina è pagana:

"Se avete conosciuto persone come queste, che si definiscono cristiani, e che negano la Risurrezione dei morti e affermano che le loro anime saranno immediatamente accolte in cielo dopo la morte, non riteneteli cristiani" (Giustino, Dialogo, LXXX, 3, 4, II, pp. 32-35).

Nel secondo secolo dopo Cristo, dunque uno dei teologi guida cristiani – o per meglio dire il più vecchio e famoso apologeta della cristianità – stigmatizzò la dottrina dell’immortalità dell’anima come pagana. Similmente, anche altri padri della chiesa di questo secolo come Tatiano di Mesopotamia, Clemente di Roma, Ignazio di Antiochia e Policarpo di Smirne rifiutarono la dottrina dell’immortalità dell’anima.

Tuttavia, attraverso l’influenza della filosofia greca, non ci si poteva più immaginare che l’identità del singolo essere umano con il suo carattere, il suo sapere e la sua personalità sarebbe stata conservata da Dio nel momento della sua morte e che con la Risurrezione dei morti alla fine del mondo gli venisse dato un nuovo corpo.

Perciò, i cristiani accolsero la dottrina greca dell’anima, secondo la quale il nucleo della personalità presumibilmente non muore. In fondo, questo era però un dubitare dell’onnipotenza di Dio, che può anche risvegliare alla vita un essere umano morto nel corpo, nell’anima e nello spirito.

Il filosofo greco Platone (IV secolo a. C.) definiva il corpo "la prigione dell’anima". La morte è dunque una liberazione dell’anima. Nel terzo secolo, questa visione fu adottata dai teologi cristiani. Significativi rappresentanti furono Atenagora, Tertulliano, Clemente di Alessandria, Origene e Agostino. Ma fu solo nel XIII secolo che Tommaso d’Aquino sviluppò ulteriormente questa dottrina e creò in tal modo il presupposto per la sua dogmatizzazione attraverso la chiesa.

"Nel terzo secolo questa dottrina platonica dell’immortalità dell’anima penetrò nella chiesa cattolica, si mescolò alla fede cristiana nella Risurrezione e fu elevata a dogma della chiesa durante il 5° concilio lateranense del 1515… Anche l’istituzione di messe per le anime e la dottrina del purgatorio devono essere comprese da questo punto di vista" (Osterloh-Engelland, Biblisch-Theologisches-Handwörterbuch [Dizionario tascabile biblico-teologico], Göttingen, 1964, p. 626).

Bibelstudien-Institut.de



Questo articolo, che è propriamente intitolato "Immortalità dell’anima o Risurrezione?", mostra che né i succitati padri della chiesa, né questi autori dell’Istituto di Studi Biblici, e tra loro i famosissimi teologi protestanti come Emil Brunner, Oskar Cullmann, Ralf Luther o Karl Barth, sono giunti all’idea che l’immortalità dell’anima e la Risurrezione non devono necessariamente escludersi reciprocamente.br>
Ed essi avrebbero dovuto guardare solo nella Bibbia il resoconto sulla Prima Risurrezione nell’Apocalisse di Giovanni, dove avrebbero potuto trovare una corretta descrizione biblica di entrambe – la Risurrezione e le anime risorte.

Le anime di quelli che erano stati decapitati nella prima risurrezione.

Apoc 20,4 Poi vidi dei troni. A quelli che vi si misero seduti fu dato di giudicare. E vidi le anime di quelli che erano stati decapitati per la testimonianza di Gesù e per la parola di Dio, e di quelli che non avevano adorato la bestia né la sua immagine e non avevano ricevuto il suo marchio sulla loro fronte e sulla loro mano. Essi tornarono in vita e regnarono con Cristo per mille anni. 20,5 Gli altri morti non tornarono in vita prima che i mille anni fossero trascorsi. Questa è la prima risurrezione. 20,6 Beato e santo è colui che partecipa alla prima risurrezione. Su di loro non ha potere la morte seconda, ma saranno sacerdoti di Dio e di Cristo e regneranno con lui quei mille anni. Apoc 20,4-6;


Però questo è un esempio modello di come possono nascere le false dottrine, come risultato di una lettura e di un pensiero superficiali e di una ricerca abborracciata nella Bibbia. Altrimenti qui sarebbe stato possibile stabilire su queste basi che questa dottrina dell’immortalità dell’anima non vale per la maggior parte della cristianità, ma vale però molto bene per i martiri di tutti i tempi.

Non solo, dunque, non stati compresi correttamente i nessi della Prima Risurrezione, ma si è confuso con la Risurrezione Generale di tutti i cristiani il "mezzo", attribuendolo non allo spirito, ma all’anima – una visione che successivamente fu poi respinta – questa volta correttamente – come falsa dottrina.

Malgrado questo, tuttavia, il summenzionato estratto di questo articolo documenta molto bene la nascita di questo dogma della chiesa cattolica. E nell’ultimo paragrafo viene poi fatta allusione al fatto che la dottrina del purgatorio deriva parimenti da questo dogma. Un nesso che incontriamo spesso nella dogmatica cattolica è che una falsa dottrina porta con sé ulteriori false dottrine.

Così all’inizio del XVI secolo, il domenicano Johann Tetzel portò il traffico delle indulgenze al suo massimo splendore con il suo detto (basato sul dogma dell’immortalità dell’anima), "‘tosto che il denaro suona nella cassetta, l’anima balza fuori del purgatorio’!", ottenendo il denaro con l’imbroglio per la costruzione della basilica di San Pietro.

E questo mostra di nuovo un’altra falsa dottrina della chiesa cattolica, ossia il fatto che il fedele dopo la sua morte ascende presumibilmente al cielo. A tale proposito nella Bibbia vi sono molte dichiarazioni sul Regno dei Morti e sul fatto che i morti "riposano" (Apoc  6,9-11; Apoc 14,12-13) o "dormono" (Mat 27,52; Atti 12,26; 1Cor 11,30; 1Cor 15,6,18) e che verranno risvegliati prima della Risurrezione, che devono essere state tutte ignorate o sottaciute per potere postulare una simile dottrina dell’"ascensione al cielo" degli esseri umani immediatamente dopo la loro morte.

Tuttavia, la chiesa cattolica ha sempre continuato a edificare su questa falsa dottrina altre false dottrine. Anche l’"Ascensione al cielo" della cattolica Maria e l’adorazione di lei, così come la preghiera dei "santi" cattolici sono false dottrine che si basano su questo dogma.

La vera madre di nostro Signore sta ancora dormendo nel Regno dei Morti, così come tutti gli altri esseri umani – sia che siano "santi" o imbroglioni, come per esempio l’italiano Padre Pio di Pietrelcina, che si è inflitto le "stigmate" mediante sostanze corrosive e con questo trucco ha raccolto milioni di donazioni. Nonostante questo inganno la chiesa cattolica recentemente lo ha dichiarato santo a causa dei suoi "miracoli".

(Vedi anche Discorso 106: "Le false dottrine nelle comunità cristiane.")


La distinzione della vera religione dalle false religioni

Come si vede, il fattore trainante dietro simili false dottrine – almeno nella chiesa cattolica – è sempre l’avidità di denaro e di potere. E anche se simili truffe possono essere velocemente smascherate mediante un’accurata verifica per mezzo della Bibbia, l’esperienza ci mostra che vi è un modo molto più semplice per riconoscere le false religioni e le false persone aventi modi di comportarsi fraudolenti. Vi è un segno infallibile per distinguere tra l’autentico, vero cristianesimo da un lato e tutte le altre false religioni dall’altro.

Il vero cristianesimo non conosce né Chiese né sacerdoti, né altre figure clericali. Per i fratelli e le sorelle all’inizio della loro vita di fede, vi sono forse riunioni della comunità, nelle quali la Bibbia viene commentata e spiegata da predicatori. Ma da un certo momento in poi, il cristiano biblico riconosce di dovere studiare la Bibbia per se stesso e da solo.

È quel momento in cui egli diventa realmente credente e Dio e il nostro Signore Gesù Cristo prendono dimora nello spirito del credente. Da quel momento in poi il suo maestro è lo Spirito Santo nel suo spirito, che gli dà la comprensione della Parola di Dio.

Lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché dimora con voi, e sarà in voi.

Giov 14,15 «Se voi mi amate, osserverete i miei comandamenti; 14,16 e io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un altro consolatore, perché stia con voi per sempre, 14,17 lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché dimora con voi, e sarà in voi. 14,18 Non vi lascerò orfani; tornerò da voi. 14,19 Ancora un po’, e il mondo non mi vedrà più; ma voi mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. 14,20 In quel giorno conoscerete che io sono nel Padre mio, e voi in me e io in voi. 14,21 Chi ha i miei comandamenti e li osserva, quello mi ama; e chi mi ama sarà amato dal Padre mio, e io lo amerò e mi manifesterò a lui».

14,22 Giuda (non l’Iscariota) gli domandò: «Signore, come mai ti manifesterai a noi e non al mondo?» 14,23 Gesù gli rispose: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio l’amerà, e noi verremo da lui e dimoreremo presso di lui. 14,24 Chi non mi ama non osserva le mie parole; e la parola che voi udite non è mia, ma è del Padre che mi ha mandato. 14,25 Vi ho detto queste cose, stando ancora con voi; 14,26 ma il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quello che vi ho detto. Giov 14,15-26;


Il mondo non conosce questo spirito della verità, ma anche per i credenti lo Spirito di Dio non è sempre accessibile. Ogni volta che il fedele porta in sé il peso di peccati non perdonati, egli non ha accesso allo Spirito Santo, poiché questo non può agire con peccati non perdonati nello spirito dell’essere umano.

Solo se il fedele ha pregato Dio per la remissione dei peccati nel nome del sacrificio del riscatto del Signore Gesù Cristo, egli è giustificato dalla grazia e liberato dal peccato e può contare sull’aiuto dello Spirito Santo. Tuttavia, lo Spirito di Dio rivela sempre solo ciò che Dio vuole rivelare. E così anche per i cristiani biblici molti segreti della Bibbia rimangono ancora irrisolti.

Questo è dunque il segno distintivo del cristianesimo, dell’unica vera religione (Giov 14,6; Mat 28,18; Giov 3,35; Mat 11,27; 1Gio 5,12): nessuna chiesa, nessun sacerdote, nessuna "messa" e nessun movimento di masse. Nessuna liturgia, nessun "travestimento", come nell’ebraismo mosaico, nell’islam, nel buddismo o nel cattolicesimo.

NNessun divieto alimentare (a parte il sangue e le cose soffocate a causa del sangue/dell’anima degli animali) e nessun rituale comportamentale, come le cinque sedute al giorno di preghiera nell’islam, il segno della croce e la genuflessione davanti a ogni figura di legno in una chiesa cattolica e la recita meccanica di preghiere nel cattolicesimo e nell’induismo, etc.

Come si può facilmente comprendere, queste sono le caratteristiche esterne di questo comportamento, esclusivamente posto per l’ammirazione del pubblico, dal quale la falsi religioni e i loro seguaci possono subito essere riconosciuti. Il cristiano biblico non ha bisogno di queste cose, non conosce queste cose. Il suo incontro con il suo Dio non avviene attraverso un qualche rituale o simboli, ma è qualcosa di assolutamente personale e avviene esclusivamente nello spirito del fedele, e non in un qualunque spazio pubblico (Mat 23:5-7; 6:2.5.16).br>
Qui il passaggio delle informazioni non è di natura linguistica, ma lo Spirito di Dio utilizza il livello di informazione dello spirito umano, ossia i pensieri. E qui non vi è un tempo stabilito, sebbene vi sia una determinata forma di trasmissione dei pensieri. Ogni volta che l’essere umano riflette da solo in un ambiente tranquillo e rilassato su un determinato tema, lo Spirito Santo gli offre un pensiero per la soluzione del problema. L’essere umano può poi usare questi pensieri o rifiutarli – è libero di scegliere.

Ma lo Spirito di Dio è sempre molto delicato e non insistente, cosicché molti fratelli e sorelle – se mai si trovano da soli in una situazione tranquilla – subito non lo percepiscono. Le persone del mondo chiamano questo "ispirazione", "essere visitati dalla musa" o "lampo di genio", quando capita loro di ricevere in tal modo nuovo sapere – anche se emanato da un altro spirito.

L’incontro con fratelli e sorelle ortodossi – se lo sono davvero – e lo scambio di conoscenze relative alla fede, è tuttavia sempre edificante, poiché, ovviamente, il nostro Signore è tra noi (Mat 18,20). Purtroppo, per come stanno le cose oggi, contatti di questa natura stanno si spostano sempre più in internet e nei media sociali, cosicché inevitabilmente anche l’evangelizzazione e l’insegnamento biblico devono avvenire online.

Ma i cristiani biblici non hanno alcun problema a fare questo, essi non devono conoscersi personalmente, poiché ciascuno di loro ha contatto con il suo Dio e attraverso di lui è legato con tutti i fratelli e tutte le sorelle nello Spirito. E ciò che Dio vuole dire ai suoi figli (Gal 3,26), questi fratelli e sorelle lo apprendono attraverso lo Spirito Santo. Ciascun individuo a suo modo e al tempo che è meglio per lui o per lei.

Così, la vedeva anche Gottfried Daniel Pomacher, un predicatore revivalista dal Wuppertal quando disse:

"Il cristianesimo non sussiste in parole ma nella potenza dello Spirito Santo nei credenti. Non questi sono i pilastri del tempio, che in pubbliche preghiere con "Signore, Signore" si attirano l’ammirazione, ma quelli che a casa, nella loro cameretta a porte chiuse e senza un singolo uditore inviano le loro preghiere al Signore, sono le vere colonne della Chiesa".



L’esistenza eterna di ogni essere umano.


L’esistenza eterna di ogni essere umano.

Ogni essere umano, che con la sua nascita corporale abbandona, vivo, il sacco amniotico della madre, e che, dunque è "nato d’ acqua" (liquido amniotico, fluidità amniotica) (Giov 3:5), riceve da Dio (>Giov 4:24) uno spirito umano (1Cor 2:11) con l’ esistenza eterna (Mat 25:46). Nella prima parte temporale e terrena di questa esistenza – nella sua vita, l’ essere umano ha la possibilità di scegliere in assoluta libertà e senza alcuna costrizione con lo spirito datogli da Dio  (Gen 2,7; 6,3) se donare a questo Dio, il creatore di tutta la vita, la sua completa fiducia e tutto il suo amore.

Dopo la sua morte, il corpo dell’essere umano ridiventa polvere, dalla quale esso era stato creato (Gen 2:7), mentre il suo spirito si incamminerà verso il regno dei morti (Dan 12:2; Piet 3:18-19; 1Cor 15:23-24), dove esso trascorrerà il tempo fino alla sua risurrezione in uno stato simile al sonno (1Tess 4:15-16).

 

Dio vivificherà i vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.

Röm 8,11 Se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo Gesù dai morti vivificherà anche i vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi. Röm 8,11;


Nel momento della Risurrezione (Rom 6:4-5), la "rinascita dallo spirito" (Mat 19:28; 1Piet 1:18;  Giov 3:7), l’essere umano riceve nuovamente un corpo  (1Cor 15:43-44; Mat 22:30; Giov 3:8; Rom 8:10-11), simile a quello del figlio di Dio dopo la sua risurrezione (Giov 20:26-27).

Se c’ è un corpo naturale, c’ è anche un corpo spirituale.

1Cor 15,42 Così è pure della risurrezione dei morti. Il corpo è seminato corruttibile e risuscita incorruttibile; 15,43 è seminato ignobile e risuscita glorioso; è seminato debole e risuscita potente; 15,44 è seminato corpo naturale e risuscita corpo spirituale. Se c’ è un corpo naturale, c’ è anche un corpo spirituale. 15,45 Così anche sta scritto: «Il primo uomo, Adamo, divenne anima vivente» (Gen 2,7); l’ ultimo Adamo è spirito vivificante. 15,46 Però, ciò che è spirituale non viene prima; ma prima, ciò che è naturale, poi viene ciò che è spirituale. 15,47 Il primo uomo, tratto dalla terra, è terrestre; il secondo uomo è dal cielo. 15,48 Qual è il terrestre, tali sono anche i terrestri; e quale è il celeste, tali saranno anche i celesti. 15,49 E come abbiamo portato l’ immagine del terrestre, così porteremo anche l’ immagine del celeste. 1Cor 15,42-49;


Con questo corpo spirituale, l’ essere umano starà poi durante il Giudizio Universale al cospetto del Figlio di Dio, che, per incarico di Dio (Giov 5:22, 26-27), giudicherà ciascun essere umano secondo le azioni terrene e in base alla scelta da lui compiuta in vita a favore o contro Dio (Rom 2:16).

Ogni essere umano, che durante la sua vita ha scelto a favore di Dio e di abbracciare la fede in suo figlio Gesù Cristo (Giov 17:3), ha la possibilità, davanti a questo tribunale, di ricorrere alla morte espiante del Figlio di Dio, che rappresenta l’ espiazione per i peccati di tutti gli uomini, anche per la cancellazione dei propri peccati – ossia le trasgressioni dei comandamenti di Dio (Giov 3:16) – ed egli così sarà salvato (Giov 5:24). A quegli esseri umani che non hanno accettato questa fede, non verrà concessa la remissione dei loro peccati ed essi saranno perciò condannati (>Giov 3:36).

Dopo il Giudizio Universale, questi esseri umani condannato trascorreranno la loro esistenza eterna nelle tenebre (Mat 22:13) della dannazione del fuoco eterno (Mat 18:8), con pianti e stridore di denti (Mat 13:49-50), poiché essi in vita hanno rifiutato o non hanno ritenuto importante di accostarsi alla fede, e con la consapevolezza definitiva che non potranno mai più riparare e che la loro condizione non potrà mai più essere cambiata.

Coloro che sono stati salvati, al contrario, trascorreranno la loro vita eterna (Mat 25:46) nella Nuova Creazione alla luce di Dio su una terra nuova (Apoc 20:11) e sotto un nuovo cielo, che Dio ha creato (Apoc 21:1-3,5).

Il Figlio di Dio ha detto:

"Se voi mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un altro consolatore, perché stia con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché dimora con voi, e sarà in voi." Giov 14,15-17;

Gesù disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; e chiunque vive e crede in me, non morirà mai.» Giov 11,25-26;


Da questo punto di vista si è già espresso il noto evangelista e predicatore Wilhelm Busch con i suoi ascoltatori: "Non c’è bisogno di accogliere il messaggio che le sto dicendo. Può lasciare perdere di convertirsi a Gesù. Ma abbia ben chiaro che in tal modo lei sceglie l’ inferno! Lei ha la totale libertà!!
(Persone che non sono capaci di credere.)



Per tutti coloro che vorrebbero averlo breve e moderno:
Lo spirito dell’ uomo è il "software" – il sistema operativo – che fa funzionare "l’ hardware" – il corpo. Alla scadenza dell’ hardware, il software viene archiviato nel cloud. Alla fine del mondo, il software ottiene un nuovo hardware con runtime illimitato.





La Trinità biblica e alcune altre specificità della fede cristiana biblica.


La Trinità biblica e alcune altre specificità della fede cristiana biblica.


A differenza di tutte le altre religioni di questo mondo, il cristianesimo biblico non è una religione. È una relazione. Un rapporto o una connessione con Dio, in quanto nostro Padre nei cieli. Ecco perché anche il nostro Signore Gesù Cristo ci ha detto:

Non chiamate nessuno sulla terra vostro padre, perché uno solo è il Padre vostro, quello che è nei cieli.

Mat 23,9 Non chiamate nessuno sulla terra vostro padre, perché uno solo è il Padre vostro, quello che è nei cieli. Mat 23,9;

Perciò, nel cristianesimo biblico non chiamiamo nessuno sulla terra nostro Padre, ma l’unico e solo Onnipotente Dio nei cieli è nostro Padre. Infatti, Dio non ha creato solo noi, ma con Adamo e Eva, i nostri genitori arcaici, tutti gli esseri umani, ed è quindi il padre di tutti noi. Eppure questo è ciò che pochissimi vogliono sapere.

Nel cristianesimo biblico la connessione con il nostro Padre nei cieli è completamente diversa rispetto all’adorazione di idoli nelle religioni secolari. Come ci dice il Figlio di Dio, la comunicazione tra Dio e i suoi figli è esclusivamente di natura spirituale:

Dio è Spirito; e quelli che l’adorano, bisogna che l’adorino in spirito e verità.

Giov 4,23 Ma l’ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; poiché il Padre cerca tali adoratori. 4,24 Dio è Spirito; e quelli che l’adorano, bisogna che l’adorino in spirito e verità». Giov 4,23–24;

E come ci conferma anche Paolo nella prima lettera ai Corinzi, lo Spirito di Dio dimora in noi, se siamo figli di Dio.

Non sapete che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?

1Cor 3,16 Non sapete che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? 3,17 Se uno guasta il tempio di Dio, Dio guasterà lui; poiché il tempio di Dio è santo; e questo tempio siete voi. 1Cor 3,16-17;

Così questa è una connessione molto simile a quella, che anche il Figlio di Dio ebbe con il Padre durante la Sua missione sulla terra:

Non credi tu che io sono nel Padre e che il Padre è in me?

Giov 14,10 Non credi tu che io sono nel Padre e che il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico di mio; ma il Padre che dimora in me, fa le opere sue. 14,11 Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se no, credete a causa di quelle opere stesse. Giov 14,10-11;

Infine il Signore Gesù stesso ci spiega anche, che chi Lo ama si riconoscerà dal fatto, che osserverà la Parola del Suo Signore. E perciò il Padre lo amerà ed entrambi, Padre e Figlio, verranno da lui e dimoreranno presso di lui.

Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio l’amerà, e noi verremo da lui e dimoreremo presso di lui.

Giov 14,22 Giuda (non l’Iscariota) gli domandò: «Signore, come mai ti manifesterai a noi e non al mondo?» 14,23 Gesù gli rispose: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio l’amerà, e noi verremo da lui e dimoreremo presso di lui. 14,24 Chi non mi ama non osserva le mie parole; e la parola che voi udite non è mia, ma è del Padre che mi ha mandato.
14,25 Vi ho detto queste cose, stando ancora con voi; 14,26 ma il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quello che vi ho detto. Giov 14,22-26;

Quindi riassumiamo: Paolo ci dice sopra in 1Cor 3,16, che lo Spirito Santo dimora presso di noi, se siamo figli di Dio. Qui sopra in Giov 14,23 il Signore Gesù ci dice, che Padre e Figlio verranno da noi e dimoreranno presso di noi, se amiamo il Figlio.

Così nel nostro spirito abbiamo unito Padre, Figlio e Spirito Santo!
C’è ancora chi dubita, che questi tre esseri spirituali possano essere riuniti anche al di fuori dell’uomo in un uno Spirito, lo Spirito di Dio, come "Trinità"?


È quindi evidente che è nella natura degli esseri spirituali incorporarsi sia nello spirito di un essere umano che in altri esseri spirituali. Nella loro forma spirituale sono immateriali e possono fondersi l’uno nell’altro, come quando si versa sul livello materiale un bicchiere d’acqua in un altro e i due liquidi diventano un’unica cosa (Trinità).

E ora Paolo in 1Cor 3,16, di cui sopra ci scrive, non solo che lo Spirito Santo dimora presso i figli di Dio, ci dice anche, che noi siamo il tempio di Dio. Cioè, come Dio dimorava nel Santo dei Santi del tempio di Gerusalemme con gli israeliti, da allora Dio dimora di nuovo in un tempio.

Solo che questo nuovo tempio non è un edificio fatto con le mani. Piuttosto, ogni singolo credente cristiano, che ama il Suo Signore e osserva la Sua Parola è il tempio di Dio, nel cui "Santo dei Santi", vale a dire nello spirito di questa persona, prende dimora la Trinità.

L’Altissimo però non abita in edifici fatti da mano d’uomo.

Atti 7,48 L’Altissimo però non abita in edifici fatti da mano d’uomo, come dice il profeta(Isaia 66:1-2): 7,49 "Il cielo è il mio trono, e la terra lo sgabello dei miei piedi. Quale casa mi costruirete, dice il Signore, o quale sarà il luogo del mio riposo? 7,50 Non ha la mia mano creato tutte queste cose?" Atti 7,48-50;

Dunque, nella fede cristiana biblica non esistono riti, liturgie, "messe", sacerdoti, vescovi, cardinali, papi, etc. I credenti cristiani biblici stessi sono il tempio di Dio e nel loro spirito hanno una connessione immediata e diretta con il loro Padre Celeste.

Proprio per questa ragione il cristianesimo biblico non conosce neanche le "case di Dio", come le chiese, le cattedrali, i duomi, le moschee e i templi delle religioni di questo mondo. Perché l’unico e solo Dio non abita nelle case di culto, che sono fatte con le mani. Come figli di Dio, noi stessi siamo il tempio in cui Dio prende dimora nel "Santo dei Santi" – nel nostro spirito.

Noi siamo infatti il tempio del Dio vivente, come Dio stesso ha detto: "Abiterò in mezzo a loro e con loro camminerò e sarò il loro Dio, ed essi saranno il mio popolo."

2Cor 6,14 Non lasciatevi legare al giogo estraneo degli infedeli. Quale rapporto infatti ci può essere tra la giustizia e l’iniquità, o quale unione tra la luce e le tenebre? 6,15 Quale intesa tra Cristo e Beliar, o quale collaborazione tra un fedele e un infedele? 6,16Quale accordo tra il tempio di Dio e gli idoli?

Noi siamo infatti il tempio del Dio vivente, come Dio stesso ha detto:
"Abiterò in mezzo a loro e con loro camminerò e sarò il loro Dio, ed essi saranno il mio popolo." 6,17 Perciò uscite di mezzo a loro e separatevi, dice il Signore, non toccate nulla d’ impuro. "E io vi accoglierò, 6,18 e sarò per voi come un padre, e voi mi sarete come figli e figlie", dice il Signore onnipotente. 2Cor 6,14-18;

Ed è anche questo spirito dei figli di Dio che vivrà dopo la risurrezione come un essere spirituale nella dimensione eterna con il nostro Padre nei cieli, avendo percorso la strada che nostro Signore Gesù Cristo ha già percorso prima di noi come primizia (1Cor 15,20-28).

Quando un figlio o una figlia di Dio vuole parlare con suo Padre nei cieli, entra nella sua cameretta, chiude
la porta e per prima cosa chiede il perdono dei suoi peccati nel nome del sacrificio di redenzione del suo Signore Gesù Cristo. E allora si libera la via per ogni ringraziamento e giubilo, petizione e pianto, e qualsiasi altra cosa che un figlio di Dio deve comunicare al suo Padre celeste.

Ma tu, quando preghi, entra nella tua cameretta e, chiusa la porta, rivolgi la preghiera al Padre tuo che è nel segreto.

Mat 6,5 «Quando pregate, non siate come gli ipocriti; poiché essi amano pregare stando in piedi nelle sinagoghe e agli angoli delle piazze (o al "Muro del pianto"!/FH) per essere visti dagli uomini. Io vi dico in verità che questo è il premio che ne hanno. 6,6 Ma tu, quando preghi, entra nella tua cameretta e, chiusa la porta, rivolgi la preghiera al Padre tuo che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa. 6,7 Nel pregare non usate troppe parole come fanno i pagani, i quali pensano di essere esauditi per il gran numero delle loro parole. 6,8 Non fate dunque come loro, poiché il Padre vostro sa le cose di cui avete bisogno, prima che gliele chiediate. Mat 6,5-8;